MANUALE
DI
DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE
CAPITOLO PRIMO
IL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE
1. Definizione e caratteri
Il diritto della navigazione è quella parte dell’ordinamento giuridico che si riferisce al
fenomeno della navigazione per mare, per acque interne (laghi, fiumi, canali) e per
aria.
Dunque il diritto della navigazione ha per oggetto tutto quanto, giuridicamente
rilevante, sia attinente al trasporto su acqua o per aria. Riguarda:
● Sia il trasporto di persone e cose (TRASPORTO IN SENSO STRETTO, O
COMMERCIALE);
● Sia qualsiasi attività si svolga spostandosi con mari o aerei per finalità non
militari quali di porto, pesca, esperimenti scientifici ecc.. (TRASPORTO IN
SENSO LATO, O TECNICO)
1
A tali manifestazioni normative si sovrappose, con l’avvento di Napoleone, il Codice
di Commercio Francese.
Con l'unificazione del Regno d'Italia venne approvato il codice di commercio del
1865, regolante anche il commercio marittimo, cui fece seguito l'apposito codice
della marina mercantile.
A questo si aggiunsero varie altre norme, anche di natura regolamentare, che
andarono ad ampliare ed arricchire lo speciale ordinamento regolante la materia, tra
le quali:
● L.938/1925 in tema di assistenza, salvataggio e urto di mari.
● L.3055/1928 sui privilegi marittimi e l’ipoteca navale
● L.868/1939 sulle limitazioni delle responsabilità dei proprietari di navi.
Fu, infine, Antonio Scialoja a dare una decisiva impostazione alla disciplina della
materia affermandone l'unitarietà e l'autonomia, stimolando la formazione di un
codice della navigazione che, dopo vari interventi legislativi, venne in ultimo
approvato col regio decreto 30 marzo n.327/1942; il provvedimento legislativo
approvava, in pratica, i lavori svolti da un'apposita commissione presieduta dallo
stesso Scialoja.
Il codice, coordinato col codice civile, regolava non solo la navigazione marittima ma
anche quella interna e quella aerea. Esso è tuttora in vigore.
Il codice della navigazione non era, tuttavia, autosufficiente: esso stesso prevedeva un
regolamento di completamento la cui entrata in vigore avrebbe avuto effetto
abrogativo di tutte le previgenti norme in materia di navigazione marittima, interna ed
aerea.
Un regolamento unico non ha mai visto la luce mentre sono stati realizzati i
regolamenti in materia di navigazione marittima e di navigazione nelle acque interne;
la realizzazione di un regolamento riguardante la navigazione area deve ormai
ritenersi definitivamente abbandonata, sicché in materia trova ancora applicazione il
regio decreto n. 356 del 1925, perché quest'ultimo è stato sì abrogato dal codice della
navigazione ma subordinatamente all'emanazione dell'apposito regolamento.
4. Le fonti e l’interpretazione
L'art. 1 del Codice della navigazione (RD n. 327 del 1942) stabilisce che “ in materia
di navigatorie marittima, interna ed aerea, si applicano il presente codice, le leggi, i
regolamenti, le norme corporative, gli usi ad essa relativi. Ove manchino
disposizioni del diritto della navigazione e non ve ne siano di applicabili per
analogici, si applica il diritto comune”.
Tale art. non determina la gerarchia delle fonti in esso indicate, cioè l’ordine di
applicazione, che va pertanto desunta dal sistema delle disposizioni sulla legge in
generale.
L’art. 1 disp. prel. C.C. afferma che, sono fonti del diritto:
● le leggi
● i regolamenti
● le norme corporative
● gli usi
►Leggi: Fonti primarie sono le leggi e gli atti aventi forza di legge dello Stato (art.
2 disp. prel.).
3
Distinte da questi secondo il criterio della competenza sono le leggi regionali,
espressione dell'autonomia che l'ordinamento riconosce alle Regioni.
Queste ultime hanno potestà legislativa esclusiva in tutte le materie non
espressamente riservate allo Stato e hanno potestà legislativa concorrente in una serie
di materie specificamente individuate.
La materia della navigazione non è riservata allo Stato e sono pertanto le Regioni che
hanno in tale materia potestà legislativa esclusiva. Soltanto per quanto riguarda la
disciplina dei porti e degli aeroporti civili nonché delle grandi reti di trasporto e di
navigazione le Regioni hanno potestà legislativa concorrente.
È comunque riservata allo Stato la disciplina dei rapporti privati e quella di profili
che, pur appartenendo alla materia della navigazione, rientrano in settori più generali
di competenza statale (rapporti internazionali, tutela della concorrenza, sistema
tributario e doganale, organizzazione amministrativa, ordine pubblico e sicurezza,
ordinamento processuale e penale, tutela dell'ambiente, ecc.).
►Usi: hanno efficacia soltanto nelle materie non regolate in modo espresso da leggi
o da regolamenti. Nelle materie regolate da leggi o regolamenti, l'uso, per avere
efficacia, deve essere da essi richiamato.
Nel caso in cui la posizione gerarchica dell'uso non sia determinata, bisogna
distinguere due ipotesi:
● quando il richiamo all'uso è operato da una norma di legge, l'uso prevale sul
regolamento;
● quando il richiamo è operato da un regolamento, l'uso prevale soltanto sulle
norme regolamentari subordinate.
4
In mancanza di disposizioni espresse del diritto della navigazione, deve farsi ricorso
all'analogia.
L'analogia legis è un procedimento di applicazione del diritto, che consente di
reperire la norma applicabile a un caso concreto non direttamente regolato. Si fa
allora ricorso all'applicazione di una norma che regola una fattispecie simile, la cui
ratio sia comprensiva anche del caso non regolato.
Il ricorso all'analogia delle norme del diritto della navigazione ha la precedenza nei
riguardi dell'applicazione diretta del diritto comune, dato che la norma ricavata col
procedimento analogico è una norma di diritto speciale, che deve prevalere su quelle
di diritto generale.
Quando le lacune non si possano colmare con l'analogia del diritto speciale, deve
farsi ricorso, in base all’art. 1 c. nav., al « diritto civile ».
L'espressione «diritto civile» designa in realtà il diritto comune, cioè il complesso
delle norme e dei principi di diritto amministrativo, privato, processuale,
internazionale, penale, che costituiscono la normativa generale.
L'ordinamento delle fonti fin qui esposto è espressione dell'autonomia del diritto
della navigazione, in quanto è caratterizzato dalla prevalenza che il legislatore ha
inteso dare, nella materia speciale, al diritto della navigazione rispetto al diritto
comune.
Viene, così, sancito il principio che i regolamenti, gli usi e l'applicazione analogica
delle norme stabilite in materia di navigazione prevalgono sulle fonti, anche
gerarchicamente sovraordinate, del diritto comune.
CAPITOLO SECONDO
L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA DELLA NAVIGAZIONE
1. Premessa
In materia di navigazione la funzione amministrativa è ripartita tra Stato e Regioni.
Le Regioni hanno competenza esclusiva per la navigazione nelle acque interne
mentre in materia di navigazione marittima ed aerea la funzione amministrativa è di
competenza dello Stato.
Le funzioni amministrative in materia di navigazione sono svolte da:
● una serie di uffici statali e regionali aventi competenza territoriale
(Amministrazione diretta della navigazione);
● enti e soggetti privati, avente carattere pubblico, ai quali l’ordinamento
giuridico prescrive l’adempimento, l’integrazione o l’attuazione di compiti che
lo Stato o la Regione persegue in materia di navigazione (Amministrazione
indiretta della navigazione).
5
Titolo I
AMMINISTRAZIONE DIRETTA
Organo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è il Comando generale del
corpo delle capitanerie dì porto.
Esso svolge le funzioni di competenza del Ministero nei seguenti ambiti:
● ricerca e soccorso in mare;
● gestione operativa, a livello centrale, del sistema di controllo del traffico
marittimo;
● esercizio delle competenze tecniche in materia di sicurezza della navigazione
marittima e indagini sulle cause e circostanze dei sinistri marittimi a navi da
carico o passeggeri;
● rapporti con organismi nazionali e internazionali per gli aspetti tecnici della
sicurezza della navigazione marittima;
● coordinamento delle attività, organizzazione e ispezioni relative ai servizi delle
capitanerie di porto;
● impiego del personale delle capitanerie di porto.
Articolazione del corpo delle capitanerie dì porto è la Guardia costiera, alle dirette
dipendenze organiche ed operative del Comando generale, istituita con d.m. del 1989
allo scopo di coordinare gli interventi in materia di assistenza, di sicurezza della
navigazione, di soccorso, di polizia marittima e demaniale, nonché di vigilanza in
mare, anche ai fini della prevenzione e della repressione degli inquinamenti e della
tutela delle aree marine di interesse storico, artistico od archeologico.
6
3. Amministrazione locale della navigazione
A livello periferico l'amministrazione è demandata ad uffici aventi competenza
territoriale; essa, in particolare, prevede:
a) le zone marittime, cui corrispondono gli uffici di Direzione di zona con a capo
un direttore marittimo; le zone sono divise in dipartimenti;
b) i compartimenti, cui corrispondono le Capitanerie di porto, con a capo un
capo compartimento; i compartimenti sono divisi in circondari marittimi;
c) i circondari marittimi cui corrispondono gli Uffici circondariali marittimi, con
a capo un capo circondario.
Per le zone e gli approdi di una certa importanza, privi di uno dei detti uffici, possono
essere istituiti Uffici locali marittimi e Delegazioni di spiaggia che fanno capo
direttamente al circondario nell'ambito della cui competenza territoriale esse
ricadono.
Il capo della struttura di maggiore dimensione è anche il capo della struttura di
minore dimensione avente la stessa sede: pertanto, il direttore marittimo è anche il
capo compartimento della capitaneria di porto e dell'ufficio circondariale aventi sede
nella stessa città.
Nei porti di maggiore importanza sono altresì presenti le autorità portuali, enti con
personalità giuridica di diritto pubblico istituiti con la legge n. 84 del 1994, che hanno
sostituito gli enti portuali, enti pubblici economici, che assorbono buona parte delle
funzioni delle autorità marittime per quanto attiene alla gestione delle attività che si
svolgono nei porti ed alla manutenzione degli stessi.
Titolo II
AMMINISTRAZIONE INDIRETTA
8
►Agenzie Europee per la Sicurezza
La comunità Europea ha costituito 2 importanti organismi pubblici indipendenti in
materia di sicurezza della navigazione, dotati di personalità giuridica. Questi sono:
a) L'Agenzia europea per la sicurezza marittima, assiste la Commissione e gli
Stati membri in materia di sicurezza marittima e di prevenzione
dall'inquinamento causato da navi, al fine di verificare la corretta, applicazione
e l'efficacia della legislazione comunitaria in vigore.
b) L'Agenzia europea per la sicurezza aerea , ha competenza in tutti gli aspetti
della sicurezza dell'aviazione civile e della protezione ambientale. Da un lato,
assiste la Commissione nell'elaborazione della necessaria normativa e assiste
gli Stati mèmbri e l'industria nella relativa esecuzione; d'altro lato, predispone
specifiche di certificazione e materiale esplicativo, effettua accertamenti tecnici
e rilascia certificati.
Contro le decisioni dell'Agenzia per la sicurezza aerea si può ricorrere a una
commissione di ricorso fra quelle istituite presso l'Agenzia stessa. Contro la
decisione della commissione di ricorso, che ha natura amministrativa, può
essere adita la Corte di giustizia delle Comunità europee.
CAPITOLO QUARTO
I BENI PUBBLICI DESTINATI ALLA NAVIGAZIONE
1. I beni demaniali
Per beni pubblici destinati alla navigazione si intendono quei beni - o meglio quegli
spazi - sui quali possono esercitarsi i poteri pubblici in materia di navigazione.
Tali beni sono, quindi, beni demaniali (di proprietà pubblica) appartenenti allo Stato e
agli Enti Locali.
Titolo I
IL MARE E LO SPAZIO AEREO
2. Il mare
Il mare (così come lo spazio aereo) non rientra nel novero dei beni demaniali di uno
Stato; esso pertanto non può essere di proprietà di alcuno Stato ma su determinate
zone di mare lo Stato costiero può esercitare poteri limitativi della libertà altrui al fine
di controllare la navigazione marittima e le altre attività che si svolgono nel mare
adiacente.
I poteri dello stato costiero si affievoliscono man mano che ci si allontana dalla costa
per scomparire del tutto nella zona di alto mare, laddove trionfa la libertà dei mari ed
il diritto alla libera navigazione da parte di chiunque.
Le zone in qualche modo sottoposte alla sovranità dello stato costiero sono nella parte
interna delimitate dalla costa ovvero dalla linea di base, ossia dalle rene che
congiungono le sporgenze della costa ed i punti foranei delle baie che siano distanti
non più di 24 miglia marine nonché le isole che si trovano di fronte alle coste; le
acque che vengono a trovarsi tra la linea di base e la costa vera e propria, ivi
9
comprese le insenature, le baie ed i golfi, si considerano pertanto acque interne e sono
sottoposte al relativo regime.
Relativamente a tali zone si distinguono:
1. Il mare territoriale, che (come stabilito dalla Convenzione di Montengo Bay
del 1982), si estende fino al 12 miglia marine dalla linea di base. La sovranità
degli Stati sul mare territoriale si estende allo Spazio Aereo a esso sovrastante
ed al Suolo e Sottosuolo Marino a esso sottostante, con il conseguente diritto di
esplorazione e di sfruttamento delle risorse economiche naturali ivi esistenti.
2. La zona contigua, che si estende, se istituita, fino a 24 miglia marine dalla
linea di base, entro la quale esercitare il controllo necessario al fine di prevenire
e reprimere le infrazioni alle proprie leggi doganali, fiscali, sanitarie e
dell’immigrazione.
3. La zona economica, esclusiva, ove istituita, che si estende fino a 200 miglia
marine dalla linea di base. In essa lo Stato costiero ha diritti esclusivi di
esplorazione e sfruttamento, di conservazione e gestione delle risorse naturali:
ha inoltre giurisdizione con riguardo a isole e impianti artificiali, ricerca
scientifica, protezione dell’ambiente marino.
L’art. 303 consente anche l’istituzione di una cosiddetta zona archeologica, di
pari estensione, al fine di controllare il recupero e il commercio di oggetti di
natura archeologica e storica. L’Italia non ha istituito tali zone.
4. la piattaforma continentale, ove istituita, che corrisponde al naturale
prolungamento della terra emersa che si estende in graduale declivio sul fondo
marino ad un profondità non superiore ai 200 metri e, comunque, non oltre le
350 miglia marine dalla linea di base.
In tale zona, i diritti esclusivi dello Stato costiero riguardano il solo
sfruttamento del sottosuolo marino e non anche della massa d’acqua sovrastante
e dello spazio aereo che perciò rimangono acque e spazio aereo
internazionale e, in quanto tali, liberamente utilizzabili da ogni Stato per
qualsiasi attività.
5. Oltre tali zone inizia il cosiddetto alto mare dove prevale il principi della
libertà dei mari.
6. Nell’ambito delle zone di mare di propria pertinenza gli stari costieri possono
istituire aree marine protette, per fini biologici, culturali, scientifici o altri.
Sono comunque vietate le attività che possono compromettere la tutela delle
caratteristiche dell'ambiente oggetto della protezione e delle finalità istitutive
dell'area, come la pesca, l'asportazione di minerali e reperti archeologici, la
navigazione a motore, la discarica di rifiuti, ecc.
La gestione delle riserve può essere affidata alle capitanerie di porto competenti
oppure può essere delegata a enti pubblici, istituzioni scientifiche, associazioni
riconosciute, con apposita convenzione stipulata dal ministro dell'ambiente e
della tutela del territorio.
10
In tali zone lo stato costiero può porre limiti all'altrui libertà di navigazione. Nella
zona di mare territoriale, in particolare, lo stato costiero esercita la sua sovranità ed i
poteri di polizia doganale, fiscale, sanitaria e di immigrazione cui restano
assoggettate le navi straniere che vi transitano; è infatti ammesso nelle acque
territoriali il:
● Diritto di Passaggio Inoffensivo: tale diritto è consentito anche alle navi da
guerra, purché rapido e continuo e tale da non far presupporre pregiudizio per
lo Stato costiero.
● Diritto di Passaggio in Transito: tale diritto sussiste quando la zona di mare
territoriale, come per gli stretti, mette in comunicazione 2 zone di mare di
libera navigazione; è ammesso purché sia continuo e rapido e non minacci la
sovranità degli Stati rivieraschi.
Tale diritto si differenzia dal Passaggio Inoffensivo perché comprende anche il
sorvolo e non può essere sospeso.
In linea di principio le azioni di polizia si possono svolgere solo nelle acque
territoriali, ma la nave dello stato costiero può inseguire la nave straniera, che abbia
commesso una qualche infrazione, anche al di fuori di tali acque e fino alle acque
territoriali di un altro stato, purché l'inseguimento sia condotto senza interruzione.
La nave dello stato costiero può altresì effettuare azioni di polizia verso navi che, pur
trovandosi al di fuori delle acque territoriali, hanno una presenza cosiddetta
"costruttiva", e cioè hanno un collegamento di fatto con la costa, magari mediante
imbarcazioni di minori dimensioni che fanno la spola.
3. Lo spazio aereo
Lo spazio aereo soggetto alla sovranità dello Stato è quello sovrastante sia il suo
territorio che le sue acque territoriali (art.3 c. nav.). In Italia la navigazione nello
Spazio Aereo nazionale è consentita ad aeromobili di altri paesi alle seguenti
condizioni:
1. Aerei militari, doganali e di polizia non possono sorvolare il territorio dello
Stato se:
● non sono muniti di speciale autorizzazione del Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa al Ministro della Difesa;
● se appartengono a paesi che non offrono uguali condizioni ai velivoli
italiani (Condizione di reciprocità)
2. Aeromobili di linea impiegati in servizi registrati per sorvolare il territorio di
altri Stati contraenti hanno bisogno di una particolare autorizzazione (Chicago
1944).
3. Aeromobili non impegnati in servizi registrati: il sorvolo e la sosta per scopi
non commerciali di questi aeromobili sul territorio degli altri Stati contraenti
possono effettuarsi senza la necessità di un permesso preventivo, salvo il diritto
dello Stato sorvolato di richiederne l'atterraggio per fini doganali o altre
ispezioni; tali aeromobili, se impiegati per scopi commerciali, potranno anche
avere il privilegio di imbarcare o sbarcare passeggeri, merce o posta, ma alle
11
condizioni che lo Stato, in cui tale imbarco o sbarco abbia luogo, ritenga
desiderabili.
Allo scopo di istituire un regime di maggiore liberalizzazione, per gli Stati che la
volessero, il 7 dicembre 1944, a Chicago, oltre alla Convenzione sull'aviazione civile
internazionale, sono stati approvati due altri accordi alternativi fra loro: l'Accordo sul
transito dei servizi aerei internazionali e l'Accordo sui trasporti aerei
internazionali.
Col primo Accordo vengono sancite le prime due cosiddette libertà dell'aria:
1. il diritto degli aeromobili immatricolati in un altro Stato contraente di
attraversare il proprio territorio senza atterrarvi;
2. il diritto di atterrarvi per scopi non commerciali (per esempio, per rifornimento
di carburante, riparazioni tecniche, ecc.).
Col secondo Accordo le libertà dell'aria sono cinque: oltre alle due già menzionate,
sono garantiti da ciascuno Stato contraente:
3. il diritto dì sbarcare nel proprio territorio passeggeri, posta e merci imbarcati sul
territorio dello Stato di immatricolazione dell'aeromobile;
4. il diritto di imbarcare nel proprio territorio passeggeri, posta e merci con
destinazione nel territorio dello Stato di immatricolazione dell'aeromobile;
5. il diritto di imbarcare o sbarcare nel proprio territorio passeggeri, posta e merci
con destinazione nel territorio di ogni altro Stato contraente, diverso dallo Stato
di immatricolazione dell'aeromobile, o provenienti dallo stesso.
L'Italia ha aderito al primo dei due accordi.
Titolo II
I BENI PUBBLICI DESTINATI ALLA NAVIGAZIONE IN SENSO PROPRIO
4. Generalità
I “Beni Pubblici Destinati alla Navigazione” sono quei beni di proprietà dello Stato e
degli Enti pubblici territoriali, che costituiscono il demanio marittimo e
aeronautico o appartengono al demanio idrico.
Caratteristica di tali beni è quella di essere destinati ad usi pubblici (pesca,
balneazione ecc…) e in particolare alla navigazione.
5. Il demanio marittimo
I beni di proprietà dello stato e degli enti territoriali che siano destinati all'uso
comune per la navigazione costituiscono il demanio marittimo; ai
sensi dell'art. 822 del codice civile essi sono, in particolare;
● il lido del mare, corrispondente alla zona di terra bagnata dalle normali
mareggiate;
● la spiaggia, corrispondente al prolungamento del lido verso la terra, che,
quando il mare si ritrae, da luogo all’arenile; l'arenile può essere
12
sdemanializzato con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti
adottato di concerto col ministro dell'economia e delle finanze;
● i porti, corrispondenti alle zone di costa attrezzate per l'ormeggio ed il ricovero
di navi, per le normali operazioni di carico e scarico ed anche per i controlli
doganali;
● le rade, zone di mare adiacenti ai porti, anch’esse riparate, idonee
all'ancoraggio ed alla sosta delle navi;
● le lagune, specchi d'acqua nelle immediate vicinanze del mare e con esso
collegate (lagune vive), altre volte separate e stagnanti (lagune morte).
● i bacini d'acqua salmastra, simili alle lagune vive ma attivi per una sola parte
dell'anno e non in modo stabile;
● i canali artificiali, ad uso pubblico marittimo.
Fanno parte del demanio marittimo tutte le costruzioni che insistono nelle dette zone,
quali, in particolare, quelle realizzate nei porti commerciali. Esse costituiscono
“pertinenze” del demanio stesso (art.29 c.nav.).
La determinazione dei limiti delle zone appartenenti al demanio marittimo è fatta con
decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con quello
dell'economia e delle finanze, nonché con gli altri ministri interessati (art. 81 c.nav.).
Dalla fissazione dei limiti deve distinguersi la delimitazione in senso proprio, che si
verifica quando, in caso di incertezza , l'autorità amministrativa provvede ad accertare
i confini certi fra beni del demanio marittimo e zone di proprietà privata o di
proprietà pubblica patrimoniale.
La delimitazione si attua con un provvedimento amministrativo.
Il procedimento relativo è promosso dal capo del compartimento, in contraddittorio
con le pubbliche amministrazioni e i privati interessati.
Dell'avvenuta delimitazione è redatto processo verbale, che è firmato da tutti gli
intervenuti e diviene obbligatorio per lo Stato dopo che sia approvato dal direttore
marittimo, di concerto con l'intendente di finanza.
13
Ove manchi l'accordo delle parti, le controversie che sorgono nel corso del
procedimento sono decise in via amministrativa dal direttore marittimo, di concerto
con l'intendente di finanza, con provvedimento definitivo.
6. Il demanio idrico
Fanno pane del demanio delle acque interne (o demanio idrico) tutte le zone di acqua
adibite alla navigazione interna e le relative strutture: fiumi e laghi e relativi
alvei e sponde, canali artificiali e porti. Le zone adiacenti alle sponde dei fiumi sono
poi soggette alla servitù di alzaia (o di marciapiede), per consentire il traino da terra
delle imbarcazioni.
7. Il demanio aeronautico
Il demanio aereo è invece costituito dalle strutture, pubbliche e private, destinate
all'atterraggio, ricovero e decollo di velivoli.
Tali strutture, genericamente denominate aerodromi, si distinguono in:
● aeroporti, strutture completamente attrezzate per la navigazione aerea e, al pari
dei porti, per le operazioni doganali;
● campi di fortuna, da utilizzare solo nei casi di emergenza;
● campi di volo, riservati all’atterraggio ed al decollo di alianti;
● idroscali, riservati all'ammaraggio ed al decollo di idrovolanti;
● eliporti, talvolta posti in cima ai palazzi, riservati all'atterraggio ed al decollo di
elicotteri;
● aeroscali, destinati all’atterraggio dei dirigibili.
CAPITOLO QUINTO
L’ATTIVITÀ AMMIMISTRATIVA NEI BENI PUBBLICI DESTINATI ALLA
NAVIGAZIONE
Titolo I
L’USO DEI BENI
15
particolare di un bene demaniale, secondo la sua naturale distinzione d’uso.
Si ricordano:
a) le autorizzazioni per le operazioni relative al carico, scarico e temporanea
sosta d merci o materiali per un periodo eccedente quello necessario per le
normali operazioni portuali (art. 53 c. nav.)
b) l’autorizzazione per l’esercizio della pesca nei porti e nelle altre località di
sosta o transito delle navi (art. 79 c. nav.)
c) il pagamento delle tasse di ancoraggio e sull’imbarco o sbarco delle merci.
►Concessioni: Con la concessione, invece, ad un soggetto pubblico o privato
(concessionario) viene data in godimento una parte di un bene demaniale per un
tempo ed alle condizioni stabilite mediante apposita convenzione, ivi compreso il
pagamento di un canone.
Le concessioni sono rilasciate sia per l'esercizio di servizi pubblici sia per attività
turistico-ricreative.
Il concessionario acquista, con la concessione, un diritto reale di godimento del bene
sul quale può anche realizzare opere (diritto di superficie) che, alla scadenza della
concessione, resteranno acquisite al patrimonio demaniale, salvo che il concedente
non disponga la rimozione delle stesse ed il ripristino dello stato dei luoghi a spese
del concessionario uscente, operando d'ufficio, con spese in danno, nel caso di sua
inadempienza. La
competenza la rilascio delle concessioni sarebbe, in linea di principio devoluta ai
comuni. Ma, in relazione al “Principio di Sussidiarietà”, alcune funzioni sono
attribuite allo Stato al fine di assicurarne un esercizio unitario. In particolare:
a) Sono di competenza delle regioni le concessioni dei beni del demanio della
navigazione interna nonché le concessioni per attività turistico-ricreative quali:
- gestione di stabilimenti balneari
- noleggio di imbarcazioni ecc..
La durata di tali concessioni è di 6 anni
b) Sono di competenza dello Stato le concessioni riguardanti:
- l’approvvigionamento di fonti di energia
- le attività nei porti militari, nei porti di rilevanza economica nazionale ed
internazionale e nelle aree protette.
Per quanto riguarda la durata;
- le concessioni di durata superiore a 15 anni sono rilasciate dal Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti
- le concessioni di durata superiore a 4 anni ma non a 15 sono rilasciate dal
Direttore Marittimo
- le concessioni di durata non superiore a 4 anni sono rilasciate dal Capo di
Compartimento Marittimo
Inoltre è previsto il rilascio di una Concessione Provvisoria per il periodo
intercorrente tra la scadenza della concessione e la sua rinnovazione.
16
Il procedimento di rilascio della concessione è quello tipico amministrativo di natura
discrezionale.
Quando la concessione è di particolare importanza, essa non viene data al primo
richiedente, ma si fa in modo di aprire il procedimento a domande concorrenti; a tal
fine il Capo del Compartimento ordina la pubblicazione della domanda mediante
affissione nell’albo del comune ove è situato il bene richiesto.
In caso di concorso di più domande, sarà scelta quella più rispondente all’interesse
pubblico, ossia quella che offre garanzia di ottimale utilizzazione dei beni demaniali e
di maggiore soddisfazione di interessi pubblici.
In ogni caso non si può procedere alla stipulazione dell’atto se non siano trascorsi
almeno 20 giorni dalla pubblicazione della domanda.
Nei casi di urgenza la concessione può essere data al richiedente in via provvisoria,
su cauzione e totale suo rischio.
Infatti il richiedente mentre resta soggetto a tutte le condizioni di quella che sarà la
concessione definitiva, ivi compreso il pagamento del canone, non può vantare alcun
diritto, neanche sulle opere realizzate, qualora la concessione venga poi assegnata ad
un altro, restando anzi obbligalo al ripristino dello stato dei luoghi.
18
b) la fase pubblicitaria, consistente nella pubblicazione della domanda mediante
affissione nell’albo del Comune ed inserzione nel foglio degli annunci legali
della Provincia;
c) la fase istruttoria, concernente l'esame del progetto preliminare da parte di
una conferenza di servizi promossa dal sindaco, alla quale partecipano: la
Regione, il Comune, la circoscrizione doganale, l'amministrazione marittima,
l'ufficio del genio civile opere marittime, t'ufficio del territorio
dell'amministrazione delle finanze, altre amministrazioni preposte alla tutela di
specifici interessi pubblici;
d) la fase di approvazione del progetto definitivo mediante conferenza di servizi
(in caso di conformità del progetto agli strumenti di pianificazione ed
urbanistici), ovvero mediante accordo di programma (in caso di difformità);
e) la fase conclusiva, consistente nel rilascio della concessione mediante atto
pubblico da parte del direttore marittimo, per concessioni di durata non
superiore a quindici anni, ovvero da parte del dirigente competente del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per concessioni di durata
superiore.
19
La misura del canone è stabilita dall'intendente di finanza, d'accordo con
l'amministrazione aeronautica e col richiedente; in caso di disaccordo provvede il
ministro dell'economia e delle finanze.
Le concessioni sono revocabili per ragioni di pubblico interesse.
La revoca non da diritto a indennizzo.
Nel caso di revoca parziale si fa luogo a un'adeguata riduzione del canone, salva la
facoltà del concessionario di rinunciare alla concessione.
Titolo II
I PORTI
Dunque, nell’ambito dei porti si svolgono diverse e distinte attività tutte inerenti al
funzionamento dei servizi dei quali possono avvalersi gli utenti, sia per le operazioni
di movimentazione delle merci sia, prima ancora, per quelle di ingresso e attracco.
L’esercizio di tali attività è svolto da imprese portuali in base ad autorizzazione
rilasciata dall’Autorità Portuale o, in mancanza, dall’Autorità Marittima.
Il corrispettivo del servizio fornito agli utenti è stabilito dall’impresa stessa in regime
di libera concorrenza.
Il servizio portuale più consistente è quello delle cosiddette imprese terminaliste,
che con personale specializzato e con apparecchiature di elevata tecnologia
20
provvedono alle operazioni di scarico delle navi, stoccaggio delle merci e
smistamento delle stesse sui mezzi che ne curano il recapito, e viceversa.
Tali imprese pertanto, spesso assumono in concessione determinati spazi per il
deposito delle merci (terminals).
Lo stesso servizio può essere altresì effettuato in autoproduzione, ossia direttamente
dal vettore con responsabilità a suo carico, purchè la sua nave sia dotata di propri
mezzi meccanici e di personale adeguato alle operazioni da svolgere.
21
c) nonché una serie di altri servizi assicurati da categorie di personale non
organizzate, come le prime, a livello imprenditoriale bensì costituite in
"gruppi" dal capo compartimento, quali:
Gli ormeggiatori, che assistono le navi nelle operazioni di ormeggio e
distacco dalle banchine
I battellieri (o barcaioli), adibiti ai servizi attinenti al traffico
I palombari
I sommozzatori.
In ogni porto vi è poi il Servizio Antincendio, assicurato dai Vigili del Fuoco,
coordinati dal Comandante di Porto.
Tale servizio comprende la prevenzione e l’estinzione degli incendi nei porti, sia a
terra che a bordo delle navi.
TITOLO III
GLI AERODROMI
22
L’assistenza ai passeggeri ed ai relativi bagagli
Lo smistamento della posta e delle merci
L’assistenza all’aeromobile (parcheggio, pulizia, rifornimento)
Non rientrano nell’assistenza a terra le altre attività e servizi che non
riguardano la prestazione del trasporto del vettore aereo, ma vengono offerti al
solo scopo di migliorare l’aerostazione soddisfacendo le esigenze dei suoi
utenti. Tra queste:
Rivendite commerciali
Bar e ristoranti a terra e a bordo
Autonoleggi ecc..
b) Controlli di sicurezza: i servizi di controllo si sicurezza in ambito
aeroportuale rientrano nella competenza del Direttore di Aeroporto.
Essi possono tuttavia essere trasferiti al Gestore o ad altre imprese in possesso
di certi requisiti tecnico-professionali.
In ogni caso tali servizi sono svolti sotto la vigilanza della Polizia di Stato.
c) Servizio antincendio: tale servizio nei più importanti aeroporti civili e militari
è svolto dai Vigili del Fuoco.
Negli aeroporti minori e negli Eliporti, tale servizio è svolto da personale in
possesso di apposita abilitazione.
CAPITOLO SESTO
L’ATTIVITA’ AMMINISTRATIVA DELLA NAVIGAZIONE IN SENSO
STRETTO
TITOLO I
LA POLIZIA ALLA PARTENZA E ALL’ARRIVO DELLE NAI E DEGLI
AEROMOBILI
1. La polizia a terra
Il comandante del porto, sia marittimo sia della navigazione interna, ed il direttore
dell'aeroporto nonché, all'estero, l'autorità consolare, sono titolari di poteri di polizia
che essi esercitano nei confronti delle navi e degli aeromobili all'arrivo ed alla
partenza.
Le funzioni di polizia sono da tali soggetti svolte prevalentemente per quanto attiene
agli obblighi fiscali, doganali, di igiene e di sicurezza in genere.
Visto che tali funzioni, per la loro osservanza, richiedono un materiale impiego di
tempo, nel 1965 a Londra è stata approvata la Convenzione sulle Facilitazioni al
traffico marittimo Internazionale, che detta norme e pratiche raccomandate al fine
di ridurre al minimo le procedure e le documentazioni richieste per l’ingresso, il
soggiorno e l’uscita delle navi dai porti.
23
All’arrivo in porto, il comandante della nave deve far pervenire al comandante del
porto o all’autorità consolare:
a) Una Comunicazione dalla quale risultino gli estremi e le vicende della
spedizione
b) Una Dichiarazione Integrativa di Partenza, da presentare prima della
successiva partenza, inerente all’assolvimento degli obblighi in materia fiscale,
doganale, di polizia, di igiene e degli altri obblighi contrattuali in genere.
Il comandante del porto e l’autorità consolare possono disporre accertamenti ed
ispezioni per emanare, poi, le eventuali necessarie prescrizioni e la nave non può
lasciare il porto senza averne avuto il consenso e senza che siano state osservate le
prescrizioni per essa impartite.
Qualora durante il viaggio si siano verificati eventi straordinari relativi alla nave, alle
persone a bordo e al carico, il comandante della nave deve farne denuncia, al
comandante del porto o all’autorità consolare, all’arrivo, allegando un estratto del
giornale nautico con le relative annotazioni.
Scopo della denuncia è di promuovere investigazioni amministrative.
L’approdo degli aeromobili può essere vietato dal direttore dell’aeroporto per motivi
di sicurezza (art. 806 c. nav.)
Subito dopo l’approdo il comandante procede agli adempimenti doganali e sanitari, e
nell’eventualità , sarà tenuto a comunicare al comandante dell’aeroporto, mediante
presentazione del giornale di bordo, gli eventi straordinari verificatesi durante il
viaggio.
L’aereo non può lasciare l’aeroporto senza che siano state osservate tutte le ordinarie
prescrizioni, nonché quelle ulteriori eventualmente impartite in materia fiscale,
doganale, di sicurezza ecc.
A tal fine, il direttore di aeroporto potrà sottoporre l’aereo a visita di controllo (art.
801 c. nav.)
All'arrivo ed alla partenza, sia le navi che gli aeromobili sono sottoposti a controlli
doganali sulle merci trasportate.
I rispettivi comandanti all'arrivo devono presentare il manifesto di carico e, alla
partenza, il corrispondente manifesto di partenza, assoggettandosi a tutti i controlli
doganali previsti.
Tali controlli possono esse effettuati esclusivamente in zona doganale, ossia in quella
parte di territorio circoscritta dalla linea doganale; tale linea corrisponde al confine di
stato, a terra, ed al lido del mare.
Il mare territoriale è invece considerato zona doganale.
24
TITOLO II
LA POLIZIA DI BORDO E IN CORSO DI NAVIGAZIONE
25
TITOLO III
I SERVIZI DI NAVIGAZIONE
26
Le regole comunitarie ed internazionali riguardano l'esercizio della navigazione tra
stati diversi e non anche i servii di cabotaggio.
Il cabotaggio è il trasporto a pagamento di passeggeri e merci da un porto all'altro
dello steso stato.
Il codice della navigazione, integrato da normativa comunitaria, consente il
cabotaggio ai soli armatori italiani e comunitari e, per questi ultimi, a condizione che
essi siano a tale servizio abilitati nello stato di appartenenza.
Non possono perciò svolgere servizio di cabotaggio:
a) Le navi di armatori extracomunitari;
b) le navi in regime di sospensione in quanto battenti bandiera diversa da quella
dello stato di immatricolazione;
c) le navi non abilitate al servizio di cabotaggio nello stato comunitario del
quale hanno la nazionalità;
d) le navi iscritte nel registro internazionale italiano.
Non costituisce Cabotaggio:
Il servizio feeder che si ha quando il passaggio da un porto all’altro dello
stesso Stato sia effettuato al solo scopo di trasbordare merci su un’altra nave
diretta all’estero
La navigazione di scalo che consiste nel viaggio di una nave tra 2 o più parti
del medesimo Stato, allo scopo di sbarcare il carico proveniente dall’estero o
imbarcare il carico destinato all’estero.
I servizi di cabotaggio hanno la. caratteristica del servizio pubblico, in quanto
assicurano il collegamento costante da un punto all'altro della costa dello stesso stato
e specialmente tra la terraferma e le isole.
Tale caratteristica indusse lo stato a finanziare il servizio conferendone la gestione a
società di navigazione a partecipazione statale del gruppo Finmare-IRI.
Nacquero così le linee di navigazione dette di “preminente interesse nazionale”
(P.I.N.) affidate alla società Italia di Genova , Tirrenia di Napoli, Adriatica di
Venezia ecc…
Tale sistema ha subito un profonda revisione da quando è stato adeguato ai principi
comunitari.
Infatti la normativa comunitaria ha liberalizzato il traffico di Cabotaggio nella
comunità Europea e ha consentito sovvenzioni soltanto in relazione soltanto
all’istituzione di Obblighi di Servizio Pubblico.
Quando lo Stato ritenga di particolare interesse pubblico lo svolgimento di servizi di
Cabotaggio, può imporre gli servizio Pubblico, cioè obblighi che nessun armatore
assumerebbe alle stesse condizioni se non venisse sovvenzionato.
I servizi svolti in osservanza di detti obblighi sono normalmente sovvenzionati dallo
Stato.
Devono essere offerti a tutti gli armatori comunitari senza discriminazioni e
aggiudicati a seguito di gara pubblica. Ciò ha portato ad un processo di
privatizzazione delle indicate società di navigazione , che si è concluso con la messa
in liquidazione della “Finmare”.
27
Con lo stesso principio della presenza o meno di un interesse pubblico è coerente
l'organizzazione, di competenza regionale, della navigazione nelle acque interne.
Essa infatti prevede, in particolare:
a) servizi pubblici di linea per il traspone di persone e cose e per il traino di
natanti da terra con mezzi meccanici effettuati su concessione regionale o
mediante appalto di servizi;
b) servizi di trasporto per conto di terzi e di traino con mezzi non meccanici,
previa autorizzazione regionale;
c) servizio taxi, con licenza comunale, e di noleggio con conducente, con
autorizzazione comunale;
d) servizi di trasporto e rimorchio per conto proprio, del tutto liberi.
I detti servizi, ove presentino le caratteristiche del servizio pubblico, ne subiscono
l'obbligo della continuità, il controllo delle tariffe, ed altre forme di intervento della
pubblica amministrazione.
Per i servizi a pagamento gestiti direttamente da imprese è comunque vietata la
stipulazione di accordi in danno della libera concorrenza.
6. I servizi aerei
La convenzione di Chicago del 1944 sull’aviazione civile internazionale distingue i
servizi aerei in:
Servizi registrati: soggetti ad apposita autorizzazione preventiva dello Stato il
cui territorio è destinato ad essere sorvolato; sono in genere, servizi di linea per
il trasporto di merci e passeggeri su rotte prestabilite.
Servizi non registrati: i quali non hanno bisogno di preventiva autorizzazione
ma sono assoggettabili a controllo in qualsiasi momento da parte delle
competenti autorità e gli aerei impiegati possono anche essere costretti
all’atterraggio forzato.
28
Dunque, come si evince, ci troviamo di fronte a due diversi sistemi di
regolamentazione dei Servizi Aerei di Linea;
a) I servizi aerei che si svolgono nell’ambito territoriale della C.E (servizi
intracomunitari), sono disciplinati dai Regolamenti Comunitari
b) I servizi aerei che si svolgono fra Stati extracomunitari o fra uno Stato
comunitario e uno extracomunitario (servizi extracomunitari) sono regolati:
A livello internazionale dal sistema degli accordi bilaterali
In Italia dagli articoli del c. nav.
In particolare:
► Per i servizi aerei intracomunitari il sistema ha subito una profonda modifica
in senso liberistico da parte dei regolamenti del 1992.
Il servizio aereo è liberalizzato e l’intervento comunitario è inteso a superare gli
interessi dei singoli stati comunitari, privilegiando, invece, il controllo dei
requisiti tecnici, professionali e finanziari dei vettori, così da porli per tali aspetti
in posizione concorrenziale con i vettori extracomunitari.
I vettori comunitari sono quindi liberi e non solo di circolare negli stati europei
ma anche di effettuare voli di cabotaggio nell'ambito di uno stato membro
diverso da quello di appartenenza.
Chi intenda esercitare un servizio aereo deve essere in possesso:
a) Del certificato di operatore aereo (COA) in cui si dichiari che l’operatore
ha la capacità professionale e l’organizzazione necessaria ad assicurare
l’esercizio dei propri aeromobili in condizioni di sicurezza
b) Della licenza d’esercizio: è un’abilitazione che consente all’operatore di
effettuare a titolo oneroso i servizi di trasporto che intende svolgere.
E’ rilasciata dallo Stato membro in cui il richiedente ha il principale centro di
attività a condizione che l’impresa sia in possesso del COA.
Dunque in ambito europeo i servizi sono liberalizzati ed i vettori sono liberi di
stabilire le loro tariffe. Tale libertà non li rende esenti da controlli ed interventi
degli stati membri interessati che possono imporre la normalizzazione di tariffe
troppo alte o troppo basse.
La liberalizzazione ha, tuttavia, i suoi aspetti negativi; tra questi vi è il
sovraffollamento delle fasce orarie di utilizzo degli aeroporti. Negli aeroporti
dove tale inconveniente può verificasi sono perciò istituite, determinate automa
preposte all’equa distribuzione delle dette fasce orarie (facilitatore e
coordinatore)
► I servizi aerei extracomunitari sono regolati dagli accordi bilaterali.
Sono legittimati alla concessione soltanto i soggetti che possono essere
proprietari di aeromobili nazionali e sono provvisti di mezzi tecnici e finanziari
sufficienti a garantire il regolare svolgimento dei servizi per la durata della
concessione ( art.751 c. nav.).
Gli obblighi che al concessionario ne derivano, sono quelli tipicamente connessi
all’assunzione di un pubblico servizio.
29
Per quanto riguarda i servizi non di linea, secondo la Convenzione di Chicago del
1944, l’organizzazione degli stessi è demandata all'iniziativa del singolo stato che,
pertanto, quando il servizio è di interesse internazionale, vi provvede con accordi
bilaterali.
Tali servizi non possono essere esercitati senza le preventive licenze
dell’Amministrazione Aeronautica.
TITOLO IV
GLI ATTI DI STATO CIVILE IN CASO DI NAVIGAZIONE
CAPITOLO OTTAVO
IL REGIME AMMINISTRATIVO DELLA NAVE E DELL’AEROMOBILE
TITOLO I
DEFINIZIONI E DISTINZIONI
►Galleggiante:
Per galleggiante si intende qualsiasi costruzione galleggiante mobile che non abbia
l’anzidetta “destinazione al trasporto” e sia invece adibita a qualsivoglia altro servizio
attinente alla navigazione o al traffico in acque marittime o interne come ad es. dighe,
chiatte ecc..
A questi si applica la disciplina del codice della navigazione.
Sono considerate come appartenenti a categoria autonoma le piattaforme galleggianti
per l'estrazione di prodotti dal fondo marino (off-shore), le quali quindi sono soggette
ad un regime autonomo.
32
2. Concetto, definizione e distinzione di aeromobili
Per aeromobili si intendono quelle apparecchiature idonee al trasporto per aria di
persone e cose da un luogo all'altro e, pertanto, non si considerano aeromobili i
palloni aerostatici e simili.
Gli aeromobili si distinguono in:
a) aerostati a sostentamento prevalentemente statico (mongolfiere),
eventualmente muniti di un mezzo propulsore (dirigibili);
b) le aerodine, apparecchiature a sostentamento dinamico, per lo più muniti di un
mezzo propulsore.
Gli aeromobili si distinguono poi in:
a) aeromobili di stato sono quelli militari, di polizia, della guardia di finanza, del
corpo dei vigili del fuoco, ecc., nonché quelli appartenenti allo stato.
Sono soggetti ad una speciale disciplina ma solo in ambito nazionale; in ambito
internazionale, infatti, anche gli aerei di stato non militari sono soggetti alla
disciplina valida per gli aeromobili privati.
b) aeromobili privati, essi si distinguono in:
aeromobili adibiti al trasporto di persone e cose;
aeromobili destinati ad usi commerciali;
aeromobili da turismo o sportivi.
TITOLO II
L’ISCRIZIONE DELLA NAVE E DELL’AEROMOBILE NEL REGIME
AMMINISTRATIVO
34
della nave, nonché il nome del proprietario e l'ufficio di immatricolazione (art.
150 e. nav.).
b) Le navi minori e i galleggianti sono abilitati dalla licenza (art. 149 e. nav.).
La licenza è rilasciata dall'ufficio presso il quale la nave o il galleggiante sono
iscritti; essa deve indicare il numero, il tipo e le caratteristiche principali della
nave, la stazza, il nome del proprietario, l'ufficio di iscrizione e il nome
eventualmente dato al veicolo.
Il rilascio dell'atto di nazionalità e della licenza da diritto a inalberare la bandiera
italiana
L'atto di nazionalità e la licenza possono essere provvisoriamente sostituiti
rispettivamente dal passavanti provvisorio e dalla licenza provvisoria.
Questi vengono rilasciati:
a) in caso di urgenza alle navi di nuova costruzione o provenienti da un registro
straniero.
Per queste ultime occorre una dichiarazione dell'autorità marittima o consolare
straniera che il venditore ha avanzato la richiesta di cancellazione della nave
dai registri stranieri e che l'atto di nazionalità è stato preso in consegna.
b) alle navi il cui atto di nazionalità, o altro documento equivalente, sia andato
smarrito o distrutto.
La Cancellazione della nave del registro d’iscrizione è l’atto formale col quale si
pone termine all’iscrizione.
Ha effetti meramente amministrativi e non influisce sui diritti reali o di garanzia
gravanti sul bene.
I fatti giuridici che danno luogo alla cancellazione sono elencati dall’art. 163 c. nav e
sono:
a) la perdita effettiva: si ha quando il bene viene a trovarsi in condizioni tali da
non essere più idoneo alla navigazione (in caso di affondamento o distruzione);
b) la perdita presunta: si ha quando non si abbiano notizie per un certo lasso di
tempo(4/8 mesi);
c) la demolizione: indica la distruzione della nave attuata volontariamente dal
proprietario o coattivamente dall’autorità amministrativa.
d) la perdita dei requisiti di nazionalità in seguito ad autorizzazione alla
dismissione della bandiera: si ha quando:
l’iscrizione della nave venga trasferito in un registro straniero non
comunitario, salvo il caso in cui risulti in regime di sospensione a
seguito di locazione a scafo nudo (Bareboat Charter Registration).
la nave venga acquistata da stranieri non comunitari.
35
4. Individuazione, nazionalità, iscrizione, abilitazione e cancellazione
dell’aeromobile.
Elementi di individuazione dell’aeromobile sono:
a) La Marca di Nazionalità: nel caso di aeromobili iscritti nel registro
aeronautico nazionale è costituita dalla lettera “I”.
b) La Marca di Immatricolazione: costituita da 4 lettere, deve essere diversa per
ogni aeromobile.
Per gli Alianti Libratori è previsto invece il Numero di Immatricolazione
c) La Nazionalità: essa è attribuita:
agli aerei civili appartenenti allo stato italiano ed agli enti pubblici italiani
agli aerei appartenenti a società che abbiano il presidente, il direttore
generale e la maggioranza degli amministratori di nazionalità italiana o
comunitaria.
Dunque in generale la nazionalità dell’aeromobile è quella del “proprietario”
ma, come avviene per le navi, essa può essere temporaneamente sostituita con
quella dell’”utilizzatore” secondo il sistema del Bareboat Charter Registration,
senza che ciò determini la cancellazione dell’aeromobile dagli appositi registri.
In Italia l'organismo preposto alla classificazione delle navi era inizialmente, in via
esclusiva, il RINA (Registro italiano navale); questo è stato poi trasformato in ente
privato escludendone l'esclusività della competenza, sicché le relative funzioni
possono essere dall'autorità marittima conferite anche ad altri enti professionalmente
in grado di rilasciare lo stesso tipo di certificazione.
Per le condizioni di. navigabilità delle navi trova applicazione la normativa nazionale
(l.616/1962) e, in ambito internazionale, la Convenzione di Londra del 1974
prevalentemente riguardante le condizioni di sicurezza.
Importante in materia di sicurezza è l’esercizio delle stazioni radioelettriche a bordo.
Tale servizio forma oggetto fra il Ministero delle comunicazioni e le società SIRM e
TELEMAR.
37
privati, elementi di valutazione o, al massimo, costituire presunzioni semplici,
rimesse alla prudenza del giudice.
6. Navigabilità dell’aeromobile
La navigabilità dell’aeromobile designa l’attitudine dell’aeromobile alla navigazione,
in base al possesso dei requisiti che ne garantiscono la sicurezza; essa si fonda sulle
stesse condizioni indicate per la nave.
La permanenza dei requisiti di navigabilità e di impiego negli aeromobili cosiddetti
maggiori è accertata dall'Ente nazionale per l'aviazione civile, mediante visite ed
ispezioni periodiche; visite o ispezioni straordinarie possono essere effettuate quando
si siano verificate avarie che possano menomare le condizioni di navigabilità
dell'aeromobile o il funzionamento dei suoi organi.
L'Ente nazionale per l'aviazione civile provvede anche alla classificazione degli
aeromobili, che consiste nell'accertamento della loro idoneità specifica a determinati
tipi di navigazione, attraverso l'assegnazione dì essi a una determinata classe o
categoria (normale, speciale, acrobatica).
Elemento di rilievo in materia di sicurezza è costituito dall'impianto e dall'esercizio
delle stazioni radioelettriche a bordo.
Tutte le annotazioni sui libri di bordo della nave e dell’aeromobile sono redatte dal
comandante e hanno efficacia probatoria salvo querela di falso.
CAPITOLO NONO
LA PROPRIETÀ DELLA NAVE E DELL’AEROMOBILE
TITOLI I
LA NAVE E L’AEROMOBILE COME BENI
Nave e aeromobili sono Beni Giuridici e come tali possono essere oggetto di
proprietà e di ogni altro diritto in genere, in conformità dell’art. 810 C.C.
Le navi e gli aeromobili sono beni mobili registrati; ma essi, pur essendo dei beni
mobili, ricadono nella speciale disciplina per essi prevista che si avvicina più a quella
dei beni immobili che non a quella dei beni mobili, la quale ultima trova applicazione
in via residuale e solo in assenza di norme applicabili in via analogica.
Pertanto per essi valgono, in particolare, le seguenti regole:
a) gli atti costitutivi, traslativi o estintivi della proprietà di tali beni, anche di parte
di essi, devono essere resi pubblici mediante registrazione per avere efficacia
rispetto ai terzi (art.250 e 865 c. nav.);
b) tali beni possono essere oggetto di ipoteca al pari degli immobili;
c) non si applica la regola del "possesso vale titolo";
d) l'usucapione si realizza nel termine di 10 anni, in via ordinaria, e di 3 anni in
via abbreviata.
Le navi e gli aeromobili sono cose composte , sono cioè costituite da più cose
semplici, collegate organicamente tra loro per una comune destinazione.
39
Le singole cose che formano il tutto sono designate come Parti Costitutive.
Queste sono parti di cui le navi e gli aeromobili non possono essere privati senza
pregiudicarne la funzionalità strutturale. Si distinguono in:
Inseparabili: sono per la nave lo scafo e tutte le parti che indissolubilmente lo
compongono.
Per l’aeromobile, la fusoliera,le ali, il serbatoio, il carrello di atterraggio.
Separabili: sono gli alberi, il timone , le eliche, gli impianti radioelettrici, i
remi, le vele, il timone e il motore dell’aeromobile.
Alle parti costitutive possono aggiungersi Pertinenze.
Queste sono le cose che non partecipano alla costituzione della cosa composta e non
son quindi elementi della costituzione fisica del bene, ma sono legate ad esso da un
rapporto economico strumentale, in quanto destinati in modo durevole al sevizio e
all’ornamento del medesimo. (art.817 c.c.)
In particolare:
Sono pertinenze della nave le imbarcazioni, gli attrezzi, gli strumenti, le carte
nautiche, gli arredi ecc.;
Sono pertinenze dell’aeromobile il paracadute, gli arredi, i giubbotti per le
emergenze ecc…
TITOLO II.
LA PUBBLICITA’ DEGLI ATTI RELATIVI ALLA PROPRIETA’
TITOLO III
LA COMPROPRIETÀ
La proprietà della nave o dell'aeromobile, ove sia di più persone, è soggetta al regime
civilistico sulla comunione dei beni, salve le poche regole IN materia previste dal
codice della navigazione.
La comproprietà della nave, in particolare, è divisa in 24 carati, frazionabili.
La sua nazionalità è determinata in base alla nazionalità dei possessori di almeno 12
carati.
I carati si presuppongono di uguale valore e le decisioni dei condomini vengono
assunte con la maggioranza assoluta e con effetto vincolante per i dissenzienti
minoritari.
A differenza della disciplina civilistica, il comproprietario non può costituire ipoteca
sulla sua quota senza il consenso della maggioranza dei condomini, ciò in quanto
l'ipoteca può determinare l'ingresso nella comunione di soggetti di nazionalità diversa
da quella dei condomini ed in base alla quale è stata determinata la nazionalità della
nave, mettendone così a rischio il mantenimento.
Le decisioni assunte a maggioranza, vincolanti per la minoranza, sono tutte quelle
che riguardano l'interesse comune genericamente inteso e, quindi, praticamente tutte.
Per le spese superiori alla metà del valore della nave è necessaria la maggioranza dei
2/3, ossia 16 carati, e sono in ogni caso ammesse solo se con esse non si alteri la
destinazione della nave.
Quando una deliberazione non può essere presa per difetto di maggioranza, il
tribunale che, su richiesta di uno o più caratisti, provvede secondo l’interesse comune
(art. 261 c. nav.).
41
Per l'aeromobile valgono le stesse regole ma la sua comproprietà non è divisa in
carati bensì in quote di valore non necessariamente uguale.
In più, rispetto alle altre regole, vi è quella che vieta la vendita della quota ad uno
straniero senza il consenso della maggioranza, per le stesse possibili ripercussioni
sulla nazionalità del veicolo.
Nel resto valgono le stesse normali regole del codice civile sulla comunione di beni,
ivi compreso l'obbligo di sopportare le spese pro-quota, la facoltà di ognuno di
chiedere lo scioglimento della comunione nonché la facoltà di altri di evitarlo
mediante l'acquisto ad un prezzo equo della quota del condomino uscente.
CAPITOLO UNDICESIMO
L’ESERCIZIO DELLA NAVE E DELL’AEROMOBILE
TITOLO I
L’ARMATORE E L’ESERCENTE
43
entrare in conferenza, specialmente quando il volume di traffico non è sufficiente a
soddisfare tutte le richieste.
In Italia, in base alla L. 210/1991, il prioritario requisito di compagnia marittima
nazionale è riconosciuto alla compagnia costituita in Italia, i cui titolari siano in
misura maggioritaria italiani e che utilizzino prevalentemente navi battenti bandiera
italiana. Lo stesso trattamento è riservato alle compagnie degli stati membri
dell'Unione Europea.
In presenza di tali requisiti soggettivi, la qualifica di compagnia marittima nazionale è
dichiarata con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti; tale
provvedimento non è di natura discrezionale, derivando, esso, dalla mera
constatazione dei detti requisiti.
Lo stesso ministro risolve poi le controversie per l'assegnazione delle quote di
partecipazione alle conferenze, sentita un'apposita commissione, quanto vi siano più
imprese concorrenti.
44
TITOLI II
RESPONSABILITA’ DELL’ARMATORE E DELL’ESERCENTE E LA
RELATIVA LIMITAZIONE
La limitazione della responsabilità nei confronti dei creditori può essere chiesta
dall’armatore esperendo un ricorso all’autorità giudiziaria competente, la quale, con
sentenza, dichiara aperto il Procedimento di limitazione.
Tale limitazione, di origine medioevale, consente di abbattere i costi delle
assicurazioni e, quindi, dei noli.
La responsabilità dell'armatore viene ridotta ad una somma pari al valore della nave
ed al valore del nolo e di altri proventi, ma il valore della nave considerato non e
quello effettivo bensì quello alla data della richiesta o, comunque, alla fine del
viaggio e compreso tra il minimo di un 1/5 ed il massimo dei 2/5 del valore della
nave all'inizio del viaggio.
Pertanto l’eventuale diminuzione di valore della nave durante il viaggio riduce anche
la responsabilità della’armatore, ma questi non sarà mai responsabile per un valore
inferiore al 20% né superiore al 40% del valore della nave all’inizio del viaggio, del
valore dei noli, e del valore di particolari altri proventi, ivi compresi quelli di
salvataggio.
La limitazione dell'armatore ha natura di limitazione di responsabilità e non di
limitazione di debito.
Nella limitazione del debito, infatti, la somma dovuta ai creditori viene ridotta ma il
debitore vi fa fronte con l'intero suo patrimonio; con la limitazione della
responsabilità, invece, la somma dovuta ai creditori viene separata dal patrimonio del
45
debitore che, a tal fine, deve depositare la relativa somma per devolverla ai creditori
secondo l'ordine di precedenza da essi vantato.
La natura di limitazione di responsabilità è confermata dall’art. 626 c. nav. che
appunto esclude l’esecuzione forzata da parte dei creditori a tutti i beni
dell’armatore.
TITOLO III
LA SOCIETA’ DI ARMAMENTO FRA COMPROPRIETARI
47
La società di armamento ha un gerente, ossia un rappresentante, la cui nomina è
anch'essa resa pubblica unitamente alla trascrizione dell'atto di costituzione della
società od anche successivamente e a cura dello stesso.
In mancanza della detta pubblicità e dell'annotazione nei registri, il gerente risponde
personalmente delle azioni svolte nell'esercizio di tali funzioni.
I soci dissenzienti, ossia i proprietari che non hanno dato il consenso per la
costituzione della società d'armamento, devono attenersi alla volontà della
maggioranza e, penante, partecipano agli utili ed alle perdite della relativa attività ma
hanno la facoltà di sottrarsi alle perdite cedendo la propria quota di proprietà.
La natura giuridica della società di armamento è quella della società vera e propria, a
prescindere dal fatto che sia di godimento di un bene comune o del suo utilizzo per
ricavarne un utile. Essa è assimilabile alla società in nome collettivo, ove il consenso
per la sua costituzione sia unanime, ed alla società in accomandita semplice, ove
sussista una minoranza dissenziente.
CAPITOLO DODICESIMO
GLI AUSILIARI DELL’ARMATORE E DELL’ESERCENTE
1. Generalità
Per la realizzazione della finalità di impiego della nave e dell'aeromobile, l'armatore e
l'esercente si avvalgono della collaborazione di diverse persone, a terra e a bordo, che
con la loro opera concorrono alla realizzazione delle dette finalità.
a) Il personale di terra svolge la sua attività per l'imprenditore e, quindi, per il
proprietario o l'armatore della nave, o per l'esercente dell'aeromobile; esso
quindi, non svolge la sua attività con riferimento al singolo viaggio.
b) Il personale di bordo è costituito dal comandante e dall'equipaggio dallo stesso
reclutato; esso, quindi, può svolgere la sua attività anche con riferimento al
singolo viaggio.
TITOLO I
IL PERSONALE A BORDO
2. L’equipaggio
L’equipaggio ha una sua gerarchia:
a) L’equipaggio della nave è costituito:
Dal comandante;
Dagli ufficiali;
Da tutte le altre persone arruolate;
Dal pilota durante il periodo in cui presta servizio a bordo.
Quello per la navigazione interna è costituito:
Dal comandante;
Dagli ufficiali;
48
Dagli iscritti nei “registri del personale navigante” imbarcato su quella
nave.
b) L’equipaggio dell’aeromobile è costituito:
Dal comandante;
Dalle altre persone addette al servizio di volo.
Per quanto riguarda la nazionalità, l'equipaggio delle navi armate nei porti italiani e
quello degli aeromobili di nazionalità italiana deve essere italiano o. comunitario;
alcune limitate regole sono previste da convenzioni internazionali.
Infatti:
Per le navi adibite alla pesca marittima, il personale di bordo può essere
composto anche da cittadini extracomunitari, tranne che per la qualifica di
comandante;
È consentito in caso di necessità, l’assunzione di personale extracomunitario
all’estero.
49
Dobbiamo dire che l’equipaggio costituisce la comunità di lavoro a bordo ma come
tale non ha una sua autonoma rilevanza giuridica, in quanto ogni membro
dell'equipaggio mantiene la sua individualità.
3. Il comandante
La massima autorità a bordo sia della nave che dell’aeromobile è il comandante.
I suoi principali compiti sono:
a) la direzione delle operazioni di manovra, anche quando a bordo vi sia un pilota,
e della navigazione nel suo complesso;
b) l'accertamento dell'idoneità del mezzo alla navigazione;
c) la tenuta dei libri di bordo.
Il comandante è reclutato direttamente dall'armatore, o dall'esercente, col quale
instaura un rapporto di impiego.
Allo stesso modo l'armatore, o l'esercente, possono rimuovere dall'incarico il
comandante in qualsiasi momento, salvi i diritti derivanti dal rapporto di lavoro.
Nel caso di impedimento, assenza o moire, il comandante viene sostituito dal
soggetto a lui immediatamente sottoposto secondo l'organizzazione gerarchica di
bordo, fino a quando l'armatore o l'esercente non abbiano designato un nuovo
comandante o, comunque, fino all'arrivo in porto o nell'aeroporto, laddove alla
temporanea nomina del comandante provvede l'autorità marittima, o consolare, o il
direttore dell'aeroporto.
50
Il comandante è fornito dei poteri di rappresentanza processuale dell’armatore,
nelle località in cui questi non sia presente o nelle quali non sia domiciliato un suo
rappresentante munito dei necessari poteri (art.309 c. nav.).
In particolare il comandante è convenuto in giudizio per i fatti dell'equipaggio, del
quale è direttamente responsabile, ed ha poteri di rappresentanza processuale passiva
dell’armatore, nell'interesse del quale egli è chiamato a contraddire quando
quest'ultimo non sia presente in loco.
La rappresentanza processuale è esclusa quando siano coinvolti interessi personali
con responsabilità penali (ossia nel caso di conflitto di interessi).
Il comandante della nave ha altresì la rappresentanza del vettore, ossia del soggetto
che assume l’obbligo di trasportare le cose caricate sulla nave.
In luogo del vettore, il comandante emette le polizze di carico, ossia i documenti di
carico della merce trasportata.
Anche al comandante dell’aeromobile sono stati riconosciuti gli anzidetti poteri nei
confronti del vettore, eccettuata l’emissione della lettera di trasporto aereo.
Quando il vettore è lo stesso armatore, il comandante rappresenta la stessa persona a
duplice titolo.
Ulteriori poteri in rappresentanza il comandante della nave può esercitarli, in via del
tutto eccezionale, previa autorizzazione del giudice ovvero, all'estero, dell'autorità
consolare, quando ve ne sia la necessità, procedendo alla vendita della nave che versi
in condizioni di non navigabilità
Qui il comandante agisce come rappresentante del proprietario o dei titolari di
altri diritti reali sulla nave (usufruttuario ecc.)
In rappresentanza dei proprietari il comandante può altresì costituire ipoteca sulla
quota di quei comproprietari che, pur avendo acconsentito alla costituzione della
società di armamento, non vogliano contribuire alle spese della spedizione, così
ottenendo in prestito il denaro necessario
Il comandante dell’aeromobile, invece, non può mai vendere né ipotecare
l’aeromobile senza mandato speciale del proprietario.
51
Al comandante dell’aeromobile non spettano gli indicati poteri in ordine alla gestione
degli interessi degli aventi diritto al carico.
Il comandante, come capo della spedizione, è investito di poteri diretti ad assicurare
il successo della stessa nell'interesse dei partecipanti, nell'interesse superiore dello
Stato alla sicurezza della navigazione, nonché nel complesso degli interessi privati e
pubblici che si collegano alla spedizione.
Nell'esercizio di queste attribuzioni il comandante non agisce nella qualità di
rappresentante dell’armatore o dell’esercente.
Dunque, come capo della spedizione il comandante ha l'obbligo di eseguire, in via
ordinaria, una serie di adempimenti quali:
a) l'accertamento delle condizioni di sicurezza per la nave e per i lavoratori a
bordo;
b) la custodia dei documenti e dei libri di bordo;
c) la presentazione, all'arrivo, della prescritta documentazione e delle relazioni
sugli eventi eccezionali;
d) l'impiego del pilota laddove obbligatorio; ecc.
Inoltre il comandante può esercitare poteri eccezionali per la salvezza, nell'ordine,
delle persone imbarcate, della nave, della spedizione e del carico.
Per la salvezza delle persone a bordo od anche della spedizione il comandante può
anche ordinare il getto in mare delle cose trasportate, iniziando da quelle di minor
valore e salvo risarcimento a carico di tutti i partecipanti alla spedizione, secondo
l'istituto dell'avaria comune.
Per il prosieguo della spedizione, nel caso di avarie, il comandante può vendere la
merce imbarcala o parti della nave che non ne pregiudichino la navigabilità.
4. Il raccomandatario e il caposcalo
L’impresa di navigazione si avvale, altresì, dell'opera di personale a terra che ne curi
gli interessi commerciali, stipulando contratti per suo conto, ed eseguendo
determinati adempimenti burocratici.
53
c) con comunicazione scritta, ordina al comandante la sospensione della partenza
dell'aeromobile;
d) in caso di sovraccarico, stabilisce quali siano i passeggeri e le cose che devono
escludersi dall'imbarco, secondo le istruzioni dell'esercente.
CAPITOLO QUATTORDICESIMO
I CONTRATTI DI UTILIZZAZIONE DELLA NAVE E
DELL’AEROMOBILE
54
TITOLO I
LA LOCAZIONE
2. Definizione e caratteri
Ai sensi dell’art.376 c. nav., si ha la locazione di nave o di aeromobile quando una
delle parti (locatore) si obbliga a far godere all’altra (conduttore), per un dato tempo,
la nave o l’aeromobile verso un determinato corrispettivo (canone).
La locazione si distingue dagli altri “contratti di utilizzazione”, in quanto la
prestazione del locatore non consiste in un facere, ma consiste in un complesso di
obbligazioni dirette a consentire il godimento del conduttore, fra le quali la consegna
della res (nave o aeromobile) oggetto del contratto, con correlativo passaggio della
detenzione.
È da notare che il locatore può anche non essere titolare di un diritto reale sulla nave
o sull’aeromobile che concede in locazione, essendo sufficiente che sia in condizione
di attribuire la detenzione dei medesimi.
In seguito all’assunzione del possesso, il conduttore assume la qualità di armatore o
di esercente, con la conseguenza che l’equipaggio si trova alle sue dipendenze.
Per i contratti, di utilizzazione della nave non v'è l'obbligo della forma scritta ma tale
forma è necessaria ai fini probatori. Il contratto concluso in forma non scritta è perciò
valido a tutti gli effetti ma la prova dello stesso diventa più difficile.
Per le navi minori e per i galleggianti la forma scritta non è prevista neanche per la
prova.
Nella pratica la redazione del contratto avviene mediante l’adozione di un formulario
denominato Barecon 2001.
I diritti derivanti dal contratto di locazione si prescrivono col decorso di un anno dalla
scadenza o dalla ritardata consegna del bene o ancora, nel caso di perimento della
nave, dalla sua cancellazione dai registri.
TITOLO II
IL NOLEGGIO
9. Definizioni e caratteri
Il Noleggio è il contratto per il quale il noleggiante (armatore o esercente) in
corrispettivo del nolo (canone) pattuito, si obbliga a compiere con una nave
determinata uno o più viaggi prestabiliti, ovvero, entro un periodo di tempo
convenuto, i viaggi ordinati dal noleggiatore alle condizioni stabilite dal contratto o
dagli usi ( art.384 c. nav.).
Dunque, il contratto di noleggio, si distingue in 2 sottospecie:
a) Noleggio a viaggio: con esso l’armatore si obbliga ad effettuare una serie di
viaggi per conto del vettore, esauriti i quali il contratto cessa i suoi effetti.
57
b) Noleggio a tempo: con esso l’armatore si obbliga a mettere a disposizione del
vettore nave ed equipaggio per un determinato lasso di tempo, a prescindere dal
numero di viaggi che questo intende effettuare.
Col contratto di noleggio la nave resta in esercizio all’armatore e mentre nel contratto
di locazione la figura dell’armatore viene a coincidere con quella dell' utilizzatore, col
contratto di noleggio l'utilizzatore assume la veste del vettore e la figura dell'armatore
resta invariata.
Inoltre, mentre nella locazione la nave è l'oggetto del contratto, giacché la causa del
contratto è il godimento del bene, nel noleggio la nave è lo strumento necessario per
la realizzazione di un determinato utile, e siccome la nave è un mezzo di trasporto ed
il suo noleggio è per lo più finalizzato al trasporto di persone e cose, il contratto di
noleggio presenta molti punti in comune col contratto di trasporto, il quale ultimo
avrebbe in più solo l'obbligo della custodia e della consegna della merce trasportata
ovvero della cura e sicurezza delle persone trasportate.
Ma la sostanziale differenza tra il contratto di noleggio e quello di traspone sta nella
persona del vettore:
nel primo caso, infatti, il noleggiatore prende a nolo la nave per effettuare un
trasporrò di persone o cose e se lo effettua a fini commerciali egli andrà poi a
stipulare contratti di trasporto con passeggeri o con caricatori (mittenti) di merci
o cose;
nell'altro caso è l'armatore che effettua in proprio il trasporto di persone e cose e,
quindi, stipula direttamente il contratto di trasporto con quelli che ne fruiscono.
Per i contratti di noleggio si usano in genere dei formulari prestabiliti detti charter
party, distinti in voyage charter e time charter a seconda che il nolo sia a viaggio o a
tempo.
Tali formulari sono costantemente aggiornati ad opera di organizzazioni e soggetti
interessati, se non predisposti della stesse compagnie di navigazione, e specialmente
per i noli a viaggio i formulali sono di vario tipo, in quanto predisposti in funzione
delle caratteristiche del viaggio, delle nave, della merce, ecc.
Per la disciplina del noleggio di aeromobile, l’art.939 c. nav., rinvia, come già per la
locazione, agli articoli del codice della navigazione sul noleggio di nave.
TITOLO III
IL TRASPORTO
62
Sezione 1: Il trasporto di persone
Per quanto riguarda la forma, il contratto di trasporto deve essere in forma scritta ai
soli fini probatori e quindi la forma non scritta non ne condiziona la validità ma ne
rende solo più complicata la prova; per le navi minori la forma scritta non è richiesta
neanche ai fini probatori. Tale forma non è richiesta neanche per i vettori aerei
comunitari, per i quali è previsto solo l’obbligo di avvisare per iscritto il passeggero
che la propria responsabilità può essere limitata.
In deroga alla norma (art. 2702 c.c.) secondo la quale la scrittura privata è valida solo
se sottoscritta dalla parte nei confronti della quale la si vuole far valere, funge da
contratto in forma scritta il biglietto di passaggio, benché non sottoscritto dal vettore,
ed è valido a dimostrare l’obbligazione assunta dal vettore nei confronti del
passeggero.
Dunque, il biglietto di passaggio vale come contratto e a tal fine deve indicare:
a) luogo e data di emissione;
b) luogo di partenza e luogo di destinazione;
c) nome e domicilio del vettore;
d) classe e prezzo del passaggio.
In genere il biglietto contiene anche uno stralcio delle condizioni generali di trasporto
ed il rinvio alle norme applicabili.
In alcuni casi il biglietto è "nominativo", nel senso che contiene anche gli estremi
identificativi del passeggero al quale esso è stato rilasciato.
I biglietti aerei devono altresì indicare l'eventuale scalo intermedio in un paese
diverso da quello di partenza ed arrivo.
Il biglietto di passaggio costituisce titolo di legittimazione cedibile, sicché laddove
esso non è intestato, il vettore è tenuto ad eseguire la prestazione a favore di quello
che ne è in possesso.
Se però la cessione del biglietto avviene a viaggio già iniziato, essa è subordinata al
consenso del vettore.
Anche il biglietto intestato può essere ceduto col consenso del vettore, ma in tal caso
non si ha una cessione bensì un recesso del primo passeggero, con diritto al rimborso
in quanto autorizzato dal vettore, e remissione di un nuovo biglietto a nome del
nuovo passeggero pagato per intero da quest'ultimo.
63
Per quanto riguarda gli obblighi del vettore, oltre alla prestazione principale di
trasportare la persona e i suoi bagagli da un luogo all’altro, nel tempo stabilito, e di
avere cura della persona e dei bagagli durante il viaggio, questi è tenuto anche ad una
serie di prestazioni accessorie.
Tra queste ultime rientrano:
a) Il mettere a disposizione del passeggero, la nave o l’aeromobile in stato di
navigabilità nel giorno prestabilito, osservati tutti gli adempimenti in materia di
polizia sanitaria e di carattere amministrativo in generale.
b) La fornitura di vitto e alloggio.
c) L’assistenza per le operazioni di imbarco e di sbarco, alle quali, in assenza di un
apposito servizio portuale, il vettore è tenuto a provvedere con diritto ad essere
rimborsato dal passeggero della relativa spesa quando non sia compresa nel
prezzo di passaggio.
Abbiamo detto che insieme alla cura delle persone trasportate il vettore è tenuto alla
custodia del suo bagaglio quando questi gli viene consegnato.
A tal proposito il bagaglio viene registrato e la copia del bollettino emesso costituisce
titolo per il suo ritiro.
Il passeggero, frattanto, è tenuto a portare come bagaglio solo effetti personali e nei
limiti di peso stabiliti, in caso contrario è tenuto a pagare il doppio della tariffa
durante il trasporto degli stessi, oltre il risarcimento dei danni.
Per quanto riguarda gli obblighi del passeggero, il principale è quello del pagamento
del prezzo del biglietto di passaggio; tale prezzo è raddoppiato nel caso in cui il
passeggero si imbarchi senza biglietto dandone subito comunicazione al comandante.
Il passeggero deve altresì una quota supplementare per le operazioni di imbarco e di
sbarco quando queste non siano già comprese nel prezzo e ad essa non provveda
direttamente il vettore.
A garanzia di tali crediti il vettore ha diritto di pegno sui bagagli del passeggero.
Durante il viaggio il passeggero è soggetto all'osservanza dei regolamenti di bordo e
delle disposizioni del comandante il quale ha il potere di infliggergli sanzioni
disciplinari.
Per quanto riguarda gli impedimenti del vettore, se la partenza della nave è impedita
per causa non imputabile al vettore, il contratto è risolto di diritto e il vettore deve
restituire il prezzo versatogli ( art 402. c. nav).
II contratto si risolve di diritto se il viaggio viene soppresso; se il viaggio può essere
effettuato con una nave dello stesso vettore che parte in un momento successivo, il
passeggero è libero di effettuare il viaggio in tale altro modo senza risolvere il
contratto; il passeggero può risolvere il contratto anche nel caso in cui il percorso del
viaggio subisca dei mutamenti non necessari.
In ognuno dei detti casi, di mutamento delle condizioni di viaggio previste, il
passeggero ha sempre diritto al risarcimento del danno che, tuttavia, è limitato al
doppio del prezzo del biglietto qualora il vettore dimostri che l’evento si sia verificato
per causa a lui non imputabile.
64
Quando il mutamento delle condizioni di viaggio sia dovuto a causa di forza
maggiore, il passeggero è tenuto al solo pagamento del viaggio del quale abbia già
fruito e se il vettore assicura a sue spese il completamento del viaggio, con un'altra
nave ed in condizioni analoghe a quelle inizialmente previste, il passeggero è tenuto
al pagamento del prezzo del biglietto per intero e non ha diritto al risarcimento di
danni.
Nel caso di ritardo nella partenza, il passeggero ha diritto di risolvere il contratto
quando il ritardo si protrae per un lasso di tempo predeterminato e diverso a seconda
che la durata prevista del viaggio sia inferiore o superiore alle 24 ore; durante il
ritardo il passeggero ha diritto a vitto e alloggio a spese del vettore, se queste
obbligazioni erano previste nel prezzo di passaggio.
65
Agli obblighi, del vettore, di trasporto e cura del passeggero sono collegate le relative
responsabilità.
Il vettore è perciò responsabile:
a) della mancata esecuzione del trasporto ovvero della mancata sua esecuzione nel
tempo stabilito;
b) della omessa vigilanza e sicurezza del passeggero e, quindi, degli infortuni dei
quali questo possa rimanere vittima.
Sia per l’una che per l'altra responsabilità non è previsto esonero del vettore se non
nel caso in cui riesca a dimostrare che la causa sia a lui non imputabile nonché, nel
caso di danni alle persone, di aver posto in essere tutti gli accorgimenti dettati dalla
normale diligenza per far si che tale evento dannoso non si verificasse.
La responsabilità del vettore è perciò presunta in base alla semplice dimostrazione, da
parte del passeggero, di aver subito un danno in relazione al viaggio o durante
svolgimento dello stesso, a prescindere dalla causa; l'onere della prova, a discolpa, è
dunque a carico del vettore che, pertanto, deve innanzitutto individuare la causa del
danno e poi provare che questo non sia a lui imputabile.
L’onere della prova è quindi invertito in quanto non è a carico di chi agisce
(passeggero) ma di chi è chiamato in causa (vettore).
L'onere della prova incombe anche sul vettore aereo ma questo, a differenza del
vettore marittimo, non deve individuare la causa del danno ma deve solo dimostrare
di aver posto in essere tutti gli accorgimenti dettati dalla normale diligenza per evitare
che il danno si verificasse.
Dunque, ripetendo, in entrambi i casi il passeggero non deve dimostrare la causa del
danno ma solo il suo diritto alla prestazione, ossia a fruire del viaggio e ad essere
protetto durante il suo svolgimento, dall'imbarco allo sbarco ovvero dal momento in
cui entra nella sfera di vigilanza del vettore fino a quando ne esce.
Tale condizione è sufficiente a porre in capo al vettore la responsabilità per
inadempimento (nel trasporto e nella protezione), ma mentre la causa
dell'inadempimento non dimostrata da sempre luogo alla responsabilità del vettore
marittimo, ciò non avviene per il vettore aereo che dimostri di aver fatto di tutto per
evitare il danno.
La responsabilità del vettore marittimo e aereo può essere limitata al fine di agevolare
la politica dei costi ed il contenimento dei prezzi, salvo nei casi di morte e lesioni
personali, nel qual caso essa è illimitata.
È altresì illimitata quando il danno derivi da comportamenti dolosi o comunque
temerari del vettore.
Importanti risultano i diritti speciali di prelievo sono un'unità di conto creata dal
Fondo monetario internazionale nel 1969 per il calcolo dei limiti entro i quali è
contenuto il risarcimento del danno a carico del vettore.
Nel 2004 un diritto speciale di prelievo equivaleva a 1,21 euro.
Il limite alla responsabilità per mancata esecuzione del trasporrò è disciplinato dal
codice della navigazione; la Convenzione di Montreal regola invece tali limiti per il
ritardo ed i sinistri diversi dalle lesioni personali.
66
La responsabilità per i bagagli è diversa a seconda che si tratti di bagagli consegnati
o meno al vettore.
a) Per i bagagli consegnati vale la regola della responsabilità del vettore, ma
sempre limitata, salvo che questo provi che il danno non è a lui imputabile;
b) per i bagagli non consegnati l'onere della prova è invertito e il passeggero deve
provare il danno e la responsabilità del vettore e dei suoi ausiliari.
Il danno deve essere fatto constatare subito, se evidente, ovvero entro un breve lasso
di tempo, se non è immediatamente rilevabile.
Il risarcimento è poi limitato, salvo che il passeggero dichiari previamente il maggior
valore e questo non venga contestato e sempre che il passeggero dimostri che il
danno sia stato provocato da colpa grave del vettore o dal suo comportamento
temerario.
In alcuni casi, come quando una compagnia aerea non è abilitata ad effettuare una
determinata linea, il trasferimento aereo è effettuato da più vettori (interchange
agreement).
Se il passeggero intrattiene rapporti con ognuno di essi, la responsabilità è di quello
che effettua il percorso lungo il quale si verifica l'evento dannoso.
Se invece il passeggero intrattiene rapporti con un solo vettore, i casi sono due:
o il vettore principale risponde fin dall'inizio per l'intero viaggio;
67
oppure il secondo vettore ha col primo un rapporto contrattuale per effetto del
quale il primo ed il secondo vettore rispondono dei danni in modo solidale
sicché il passeggero danneggiato potrà agire nei confronti sia dell'uno che
dell'altro.
La Convenzione tende ad evitare che il passeggero possa vedersi opporre un difetto di
legittimazione passiva.
68
consumatore ed hanno in ogni caso facoltà di rivalsa nei confronti degli ausiliari
colpevoli dell'inadempimento.
Per quanto riguarda i tipi di contratto di trasporto di cose c’è da dire che;
► Il trasporto marittimo di cose può avere esecuzione secondo 2 diverse modalità:
Trasporto di carico totale o parziale
Trasporto di cose determinate.
La distinzione tra questi 2 contratti sta nel fatto che mentre nel primo l’interesse
del caricatore si esaurisce nel trasferimento di un certo quantitativo di merce, nel
secondo si riscontra una particolare ingerenza nei riguardi della nave
(determinazione dei suoi requisiti; utilizzazione dei suoi spazi ecc.).
► il trasporto aereo di cose ha esecuzione solo col trasporto di cose determinate
al quale si applicano le norme relative al trasporto marittimo.
Per quanto riguarda la forma, il contratto di trasporto deve essere in forma scritta ai
soli fini probatori e quindi la forma non scritta non ne condiziona la validità ma ne
rende solo più complicata la prova; per le navi minori la forma scritta non è richiesta
neanche ai fini probatori. Tale forma non è richiesta neanche per i vettori aerei
comunitari.
69
In deroga alla norma (art. 2702 c.c.) secondo la quale la scrittura privata è valida solo
se sottoscritta dalla parte nei confronti della quale la si vuole far valere, funge da
contratto in forma scritta la lettera di trasporto, benché non sottoscritto dal vettore,
ed è valido a dimostrare l’obbligazione assunta dal vettore nei confronti del
passeggero.
Nel contratto di trasporto gli obblighi del vettore sono quelli di mettere la nave a
disposizione del caricatore, nel tempo e luogo stabiliti, in condizioni di navigabilità
tecniche ed amministrative, di prendere in custodia la merce affidatagli per il
trasporto e di riconsegnarla al destinatario nel termine stabilito.
La disattenzione di tale obbligo è motivo di risoluzione del contratto.
Nel secondo caso, quando cioè il recesso avviene durante il viaggio, il caricatore
sarà tenuto a pagare il nolo per intero e tutte le altre spese, ma il comandante, dal
canto suo, non è obbligato a modificare l’itinerario o il programma di viaggio,
per scaricare la merce, quando questo possa determinare un ritardo eccessivo.
Parimenti il caricatore può recedere dal contratto quando la nave debba fermarsi per
70
causa di forza maggiore o per riparazioni che ne richiedano una sosta di notevole
durata. In tal caso il caricatore è tenuto al pagamento del nolo relativo alla porzione
di viaggio effettuata; al pagamento della porzione di viaggio effettuata e comunque
tenuto il caricatore quando la mercé non possa essere consegnata nel porto di
destinazione e venga invece scaricata in un altro luogo.
Il caricatore è tenuto alla consegna della merce da trasportare sotto paranco (art.442
c. nav.), cioè in prossimità della nave, dove vengono effettuate le operazioni di
imbarco.
Da quel momento in poi il vettore assume la custodia della merce, dovendo anche
provvedere alle relative operazioni; se queste operazioni vengono però effettuate dal
caricatore, per mezzo delle imprese specializzate normalmente operanti nei porri, la
responsabilità delle operazioni non è del vettore ma dell'impresa (Clausola Fio) .
L'obbligo di custodia implica anche la corretta conservazione della merce, laddove
questa sia deperibile.
La stallia è il tempo durante il quale la nave resta ferma per effettuare le operazioni
di carico e di scarico della merce.
Quando la nave è pronta a ricevere il carico, il comandante ne da comunicazione col
cosiddetto avviso di prontezza.
Da quel momento decorre il termine di stallia, calcolato in giorni o ore,
contrattualmente stabilito, entro il quale devono completarsi le operazioni di carico.
Se queste operazioni si concludono in un minor termine, il tempo risparmiato può
essere utilizzato nelle operazioni di scarico o può dar luogo ad una riduzione del nolo.
Una volta esauritesi il termine di stallia, sia nelle operazioni di carico che in quelle di
carico, comincia a decorrere il termine di controstallia, di durata uguale a quello di
stallia, per il quale è dovuto al vettore un maggiorazione del nolo per l'ulteriore
attesa.
72
Una volta che la nave è giunta a destinazione, il rapporto del vettore prosegue col
destinatario, al quale deve essere consegnata la merce.
Possono però verificarsi inconvenienti diversi che impediscono la consegna della
merce, quali:
a) l'irreperibilità del destinatario;
b) il rifiuto dello stesso a ricevere il carico;
c) la pretesa di più soggetti a ritirare lo stesso carico;
d) il contrordine dello stesso caricatore.
In tali casi il vettore, salvo diverse disposizioni da parte del mittente, può procedere
al deposito della merce presso un locale di deposito pubblico o addirittura vendere la
merce se deperibile.
Per il trasporto di cose determinate non sono previsti periodi di stallia - siccome
vengono utilizzate navi di linea - perciò le cose da trasportare devono essere
consegnate al vettore non appena la nave è pronta per le operazioni di carico e, nel
caso di ritardo, esso può prendere il largo senza indugio; in tal caso il caricatore deve
per intero il prezzo del trasporto salvo non si sia avvalso della facoltà di recesso da
comunicare prima della partenza della nave.
Le operazioni di carico e scarico dovrebbero essere a cura e spese del vettore ma
anche in tale tipo di trasporto spesso si concorda la clausola FIO, che pone tali
operazioni ed i relativi rischi a carico del mittente o del destinatario.
Se, però, le operazioni di carico vengono svolte nell'interesse della nave, pur essendo
presente il destinatario che dovrebbe accollarsele, ovvero sono disposte dall'autorità
portuale per esigenze di traffico, esse sono a carico del vettore.
II destinatario acquista i suoi diritti sulle cose a lui destinate non appena queste sono
arrivate a destinazione ovvero dal momento in cui questo sarebbe dovuto avvenire, e,
tuttavia, subordinatamente al pagamento degli eventuali crediti del vettore e del
mittente; se il vettore non riscuote tali crediti può non consegnare la mercé ma non
può rivalersi sul mittente.
74
Ma le Regole elencano i cosiddetti pericoli eccettuati, ossia tutti i casi in cui il
vettore è esente da responsabilità; in particolare egli non è responsabile della perdita
o dell’avaria della merce quando queste siano causate da:
a) atti o colpa del comandante o dell'equipaggio per negligenza nei loro compiti,
detta colpa nautica;
a) incendio non imputabile al vettore;
b) pericoli di mare, ossia eventi naturali imprevedibili di straordinaria intensità;
c) "atto di Dio", col quale si qualificano i casi di forza maggiore;
d) fatti di guerra;
e) fatto di nemici pubblici, quali gli atri di terrorismo;
f) provvedimento della pubblica autorità o sequestro giudiziario;
g) quarantena;
h) omissione del caricatore o del proprietario delle merci;
i) scioperi, serrate ed altri eventi interruttivi dell'attività lavorativa;
j) rivolte e sommosse civili;
k) salvataggio, od anche solo tentativo, di vite umane o di beni in mare;
l) calo di volume o di peso della mercé derivante da vizio occulto;
m) insufficienza di imballaggio;
n) insufficienza o imperfezione delle marche di identificazione della merce;
o) vizi occulti che sfuggono alla normale diligenza;
p) qualsiasi altra causa non imputabile a fatto o colpa grave del vettore dei suoi
dipendenti e preposti.
La norma internazionale elenca, quindi, tutta una serie di eccezioni alla responsabilità
del vettore e la esclude in ogni caso quando questo dimostri la sua estraneità rispetto
alla causa del danno.
Il legislatore del c. nav., nell’intenzione di uniformarsi alle Regole, ha in primo luogo
sancito, nell’art.421, l’obbligo del vettore di mettere la nave in stato di navigabilità,
sia sotto l’aspetto nautico che sotto quello commerciale.
Inoltre il c. nav. elenca gli stessi obblighi del vettore ma inverte l’ordine delle
eccezioni alla responsabilità (pericoli eccettuati), dando rilievo preminente alla
“lettera q”, la quale è stata trasformata nel primo comma dell’art.422.
In particolare l’art.422 I comma stabilisce che “il vettore è responsabile della
perdita e dell'avaria della merce dal momento in cui egli la riceve e fino a quando la
consegna, nonché del ritardo nella consegna, salvo non provi che la causa del danno
sia non imputabile a colpa sua o a colpa commerciale dei suoi dipendenti e
preposti”.
Nel II comma dell’art.422 sono stati trasferiti gli altri pericoli eccettuati (da “lettera
a” a “lettera p”), disciplinandoli come se la loro presenza determinasse un’inversione
dell’onere della prova.
Infatti tale articolo pone a carico dell’avente diritto alla riconsegna (destinatario o
caricatore) l’onere della prova che il danno, anche se provocato da una delle cause
che danno luogo ad esonero di responsabilità (pericoli eccettuati da “lett. a” a “lett.
p”), sia invece riconducibile a fatto o colpa del vettore o dei suoi dipendenti o
preposti.
75
L'esistenza del diritto del destinatario (o del caricatore) a ricevere la merce entro un
determinato lasso di tempo ed alle stesse condizioni in cui essa è stata spedita,
presuppone responsabilità del vettore non appena si verifichi la mancata consegna nei
termini e non appena si riscontrino le diverse condizioni del carico rispetto a quelle
descritte, alla partenza, sulla polizza di carico.
Le perdite e le avarie devono farsi constatare all'ano della riconsegna, se evidenti,
ovvero nei tre giorni successivi se non immediatamente rilevabili.
Il verificarsi del ritardo dal quale sta derivato il danno, ovvero di perdite o avarie
della merce trasportata, pongono immediatamente il vettore nella posizione di
presunta responsabilità; questi, per liberarsene, deve solo provare la sua estraneità
rispetto alla causa del danno ma a tal fine deve innanzitutto individuare tale causa,
restando perciò responsabile del danno derivante da causa ignota.
Uno dei principali motivi di esonero da responsabilità del vettore (pericoli eccettuati)
è quello della Colpa nautica che si identifica con l’imperizia e la scarsa diligenza del
comandante e del suo equipaggio nello svolgimento delle funzioni proprie connesse
all’esercizio della navigazione.
Non prevede esonero di responsabilità la Colpa commerciale la quale è imputabile
agli stessi soggetti per azioni o omissioni inerenti alla conservazione della merce
trasportata.
Oltre alle azioni di responsabilità contrattuale nei confronti del vettore restano
ammesse le azioni per responsabilità extracontrattuale dell’art.2043 c.c.
L’esperimento di azioni di questo tipo, produrrebbe notevoli vantaggi al danneggiato,
che, pur onerato di provare la colpa del vettore e dei suoi commessi, potrebbe
eludere, per es., l’esonero per colpa nautica, la limitazione del debito, il termine di
decadenza o prescrizione per l’esercizio dell’azione ecc.
Per evitare ciò, l’art.4-bis n°1 delle Regole dell’Aia-Visby specifica che gli esoneri e
i limiti previsti dalla Convenzione trovano applicazione anche nelle azioni per
responsabilità extracontrattuale.
Vengono così parificati gli effetti dell’esercizio delle 2 azioni, rendendo inutile
l’esperimento dell’azione extracontrattuale in luogo di quella contrattuale.
76
Ma la limitazione non si applica anche quando sia provato che il danno è stato
provocato da dolo o temerarietà del vettore, ossia dalla sua intenzionalità o
consapevolezza della possibilità del danno.
Anche la responsabilità del vettore aereo è soggetta a limitazione che dal codice della
navigazione è stabilita nella misura di 17,04 euro per chilogrammo di merce caricata,
mentre la Convenzione di Montreal fissa tale limite in 17 diritti speciali di prelievo
per ogni chilogrammo di merce perduta o avariata.
Come nel trasporto marittimo, il caricatore può evitare l'applicazione del limite,
dichiarando, anteriormente alla caricazione, il valore effettivo delle cose trasportate.
In caso di dichiarazione, il vettore risponde fino al valore dichiarato, a meno che non
provi che tale valore è superiore a quello effettivo.
Secondo il codice, il vettore decade dal beneficio della limitazione in caso di
responsabilità determinata da dolo o colpa grave del vettore o dei suoi dipendenti e
preposti.
78
Per il trasporto aereo la relativa procedura prevede la redazione di una lettera di
trasporto aereo, in triplice esemplare. .
La polizza di carico può essere frazionata in ordini di consegna riguardanti una parte
del carico; in tal caso sulla polizza vanno annotare le diverse quantità di carico ed i
diversi destinatari cui esse sono destinate in base agli ordini di consegna.
Gli ordini di consegna sono anch'essi titoli di credito che conferiscono al possessore
79
il diritto di ricevere la merce ivi indicata nonché di disporre del titolo stesso secondo
le stesse regole, ove applicabili, sulla circolazione dei titoli di credito.
CAPITOLO SEDICESIMO
LA CONTRIBUZIONE ALLE AVARIE COMUNI
81
CAPITOLO DICIASSETTESIMO
I DANNI A TERZI SULLA SUPERFICIE E L’URTO
TITOLO I
LA RESPONSABILITA’ PER I DANNI A TERZI SULLA SUPERFICIE
Il diritto al, risarcimento del danno si prescrive col decorso di 1 anno dal giorno in cui
il danno si è prodotto.
Tuttavia, se il danneggiato provi di essersi trovato nell'impossibilità di aver notizie
del danno o di identificarne il responsabile, il termine di prescrizione comincia a
decorrere dal giorno in cui il danneggiato abbia avuto tale notizia o abbia identificato
il responsabile.
In ogni caso, il diritto si prescrive col decorso di tre anni dal giorno in cui il danno si
è prodotto.
TITOLO II
LA RESPONSABILITA’ PER URTO DI NAVI E DI AEROMOBILI
Quando dall'urto tra aeromobili in volo derivino danni alla superficie, di questi
rispondono entrambi gli esercenti in modo solidale, anche quando l'urto si sia
verificato per causa di forza maggiore, a meno che non sia misurabile il diverso grado
di responsabilità, nel qual caso ciascuno risponderà in proporzione della gravità delle
colpe rispettivamente commesse e dell’entità delle conseguenze relative.
CAPITOLO DICIOTTESIMO
L’ASSISTENZA E IL SALVATAGGIO
84
Per aversi la fattispecie del soccorso è necessario che il destinatario sia “nelle reali
condizioni di perdersi” e che tali condizioni siano presenti al momento in cui il
soccorso viene prestato.
Il soccorso può essere chiesto dalla nave m difficoltà e può essere offerto,
anche quando non chiesto, a favore di uno ritenuto in condizioni di difficoltà.
Il soggetto in difficoltà può quindi opporre un ragionevole rifiuto al soccorritore, per
evitare speculazioni, il quale non ha diritto ad alcun compenso se presta soccorso
nonostante gli sia stato opposto rifiuto.
Il soccorso può anche essere imposto dalle autorità amministrative o dalla legge,
specie per salvare vite umane, nel qual caso il soccorritore non ha diritto ad alcun
compenso.
L’obbligo è subordinato alla possibilità di prestare soccorso senza grave rischio della
nave o dell’aeromobile che lo presta, del suo equipaggio e dei suoi passeggeri.
Per quanto riguarda gli obblighi dei soccorritori e dei soggetti che ricevono i
soccorsi dobbiamo dire che:
► il soccorritore ha nei confronti dei soggetti che ricevono i soccorsi l’obbligo di:
a) eseguire le operazioni di soccorso con la dovuta diligenza;
b) esercitare la dovuta diligenza nel prevenire o ridurre il danno all'ambiente;
c) sollecitare l'assistenza di altri soccorritori, ove le circostanze lo richiedano;
d) accettare l'intervento di altri soccorritori, che venga ragionevolmente
richiesto dagli interessati alle cose soccorse; qualora tale richiesta non sia
ragionevole, l'ammontare del suo compenso non sarà pregiudicato.
► I soggetti che ricevono il soccorso (armatore, comandante della nave,
proprietario delle cose in pericolo), hanno nei confronti del soccorritore
l’obbligo di:
a) cooperare pienamente col soccorritore durante le operazioni di soccorso;
b) esercitare la dovuta diligenza nel prevenire o ridurre il danno all'ambiente;
c) quando la nave o altri beni siano stati condotti in luogo sicuro, accettarne la
riconsegna ragionevolmente offerta dal soccorritore.
86