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NAUTICA DA DIPORTO

Chiara Vagaggini 1
Evoluzione normativa

La navigazione da diporto è una disciplina speciale regolata dal Codice della


nautica da diporto approvato con d.lgs. 18 luglio 2005 n. 171, in attuazione
della delega contenuta nell’art. 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172

Con Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 29 luglio 2008,
n. 146 (entrato in vigore il successivo 22 dicembre 2008) viene emanato il
Regolamento di attuazione del codice della nautica, conformemente a
quanto previsto dall’art. 65 cod. dip.

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Evoluzione normativa (segue)
Il testo si compone di 94 articoli e 11 allegati

✓ Il titolo I del regolamento si occupa di:


✓ uso commerciale delle unità da diporto
✓ leasing nautico immatricolazioni delle navi da diporto e delle
imbarcazioni auto costruite, pubblicità navale, trasferimenti di iscrizione,
cancellazione dai registri, perdita di possesso, rinnovo della licenza di
navigazione e rilascio di targhe prova
✓ Il titolo II contempla la materia delle abilitazioni per il comando, la condotta
e la direzione nautica delle unità da diporto
✓ Il titolo III si occupa della materia della sicurezza della navigazione da
diporto
✓ Il titolo IV detta disposizioni complementari e finali e stabilisce
l’abrogazione di sei fonti regolamentari

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Evoluzione normativa (segue)

Il 13 febbraio 2018 entra in vigore il NUOVO CODICE DELLA


NAUTICA DA DIPORTO per effetto del d.lgs. 3 novembre 2017 n.
229 che revisiona e integra il d.lgs. n. 171/2005, in attuazione dell’art. 1
della legge 7 ottobre 2015, n. 167.

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Definizione navigazione da diporto

“Le disposizioni del presente codice si applicano alla navigazione da


diporto è esercitata per fini esclusivamente lusori o anche commerciali,
mediante le unità di cui all’art. 3 del presente codice, nonché alle navi di
cui all’art. 3 della legge 8 luglio 2003, n. 172” (art. 1, comma 1, cod. dip.).

“La navigazione da diporto è effettuata in acque marittime e interne a


scopi sportivi o ricreativi e senza fine di lucro, nonché quella
esercitata a scopi commerciali anche mediante le navi di cui
all’articolo 3 della legge 8 luglio 2003, n. 172” (art. 1, comma 2 cod. dip.).

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Obiettivi della riforma

Tra i principali obiettivi della riforma attuata dal d.lgs. n. 229/2017

✓ protezione ambiente marino

✓ sicurezza della navigazione

✓ salvaguardia della vita umana in mare

✓ diffusione della cultura e dell’educazione marinara

✓ sviluppo di un turismo sostenibile e costiero

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Le novità della riforma
In sintesi le novità introdotte dal d.lgs. n. 229/2017

• La navigazione da diporto commerciale viene riconosciuta ed equiparata a


quella lusoria

• le definizioni di natanti e imbarcazioni (lunghezza inf. ai 24 metri)


rimangono invariate :

✓ imbarcazioni da diporto, ovvero unità con scafo di lunghezza


compresa tra i 10,01 ed i 24 metri
✓ natanti da diporto, vale a dire le unità da diporto a remi oppure con
scafi di lunghezza inferiore o pari a 10 metri

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Le novità della riforma (segue)

Le navi da diporto si dividono in:

✓ Navi da diporto maggiore (unità con scafo di lunghezza superiore a 24 mt


e di stazza superiore alla 500 GT ovvero a 600 TSL)

✓ Navi da diporto minore (unità con scafo di lunghezza superiore a 24 mt e di


stazza fino a 500 GT ovvero a 600 TSL)

✓ Navi da diporto storiche (con più di 50 anni e di stazza fino a 120 GT)

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Le novità della riforma (segue)

Si introducono ulteriori categorie:

✓ Commercial yacht (unità da diporto utilizzate a fini commerciali ai sensi


dell’art. 2 del d. lgs. n. 229/2017)

✓ Moto d’acqua

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Le novità della riforma (segue)
• Il 28 novembre 2018 il consiglio dei Ministri approva il regolamento
per l’attuazione del Sistema telematico centrale della nautica da diporto
che include:

✓Archivio telematico centrale (ATCN) contenente le informazioni di


carattere tecnico, giuridico, amministrativo e di conservatoria riguardanti le
navi e le imbarcazioni da diporto
✓Sportello telematico del diportista (STED) che rilascia la licenza di
navigazione e procede agli aggiornamenti (cambio proprietà, residenza,
nomina armatore, ipoteca, leasing, etc…). Lo stesso è competente al rilascio,
rinnovo, convalida del certificato di sicurezza, del certificato di idoneità al
noleggio, dell’autorizzazione alla navigazione temporanea e del rilascio della
nuova licenza provvisoria.

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Le novità della riforma (segue)

• Introduzione di una nuova disciplina per l’iscrizione, anche provvisoria,


delle navi da diporto nonché modalità semplificate per l’iscrizione delle navi
da diporto provenienti da Stati esteri

• Annotazione nell’ATCN dell’utilizzo delle navi da diporto a fini


commerciali

• Rilascio del “Bollino Blu” a seguito di controlli di natura preventiva sulla


regolarità della documentazione di bordo, delle dotazioni di sicurezza e dei
titoli abilitativi delle unità da diporto

• Introduzione di una patente limitata D, con limitazioni di scafo, potenza


dei motori installati, limiti della navigazione e anagrafe delle patenti

• Disciplina per il transito all’interno dei porti

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Le novità della riforma (segue)

• Introduzione di nuove attività commerciali come assistenza


all’ormeggio, assistenza e traino in mare per natanti e imbarcazioni

• Istituzione della figura professionale del mediatore del diporto, per i


contratti di costruzione, compravendita, locazione, noleggio e ormeggio

• Istituzione della figura dell’istruttore di vela professionale con


iscrizione in apposito Elenco Nazionale

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Uso commerciale unità diporto

L’unità da diporto è utilizzata a fini commerciali quando (art. 2 cod. dip.):

✓ è oggetto di contratti di locazione e di noleggio

✓ è utilizzata per l’insegnamento della navigazione da diporto

✓ è utilizzata da centri di immersione e di addestramento subacqueo come

unità di appoggio per i praticanti immersioni subacquee a scopo


sportivo o ricreativo
✓ è utilizzata per attività di assistenza all’ormeggio delle unità di cui all’art.

3 nell’ambito delle strutture dedicate alla nautica da diporto


✓ l’unità è utilizzata per l’attività di assistenza e di traino delle unità da

diporto di cui all’art. 3

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di locazione

Il contratto di locazione (art. 42 cod. dip.) è quel contratto mediante il quale un


soggetto (locatore) si obbliga, verso corrispettivo, a cedere ad un altro soggetto
(conduttore) il godimento dell’unità da diporto per un periodo di tempo
determinato.

Mediante tale contratto il conduttore ottiene la piena disponibilità del bene che
dovrà utilizzare secondo le caratteristiche tecniche risultanti nella licenza e in
conformità alle finalità del diporto (art. 46 cod. dip.).

Con l’unità da diporto locata il conduttore esercita la navigazione e ne assume


la responsabilità ed i rischi (art. 42, comma 1, cod. dip).

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di locazione

La locazione delle unità da diporto (navi e imbarcazioni) deve essere stipulata in


forma scritta a pena di nullità (forma scritta ad substantiam), con obbligo di
presenza a bordo dell’originale del documento o di una sua copia conforme (art.
42, comma 3, cod. dip.)

Stessa formalità in caso di stipulazione di un contratto di sublocazione e di


cessione di locazione (art. 42, comma 4, cod. dip.)

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di locazione

L’ obbligo principale del locatore consiste nella consegna dell’unità da


diporto con:

✓ le relative pertinenze;
✓ tutte le dotazioni di sicurezza;
✓ i documenti necessari;
✓ la polizza assicurativa R.C.A.

(art. 45 cod. dip.).

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di locazione

Obbligo principale del conduttore

 utilizzo dell’unità da diporto secondo le caratteristiche tecniche risultanti dalla


licenza di navigazione e in conformità alle finalità del diporto;

 nel caso in cui l’unità da diporto subisca dei danni, responsabile degli stessi è il
conduttore che ha acquisito la detenzione del bene, a meno che non riesca a
dimostrare che l’evento derivi da causa a lui non imputabile (art. 1588 c.c.) e
comunque salva la possibilità di agire in rivalsa contro il soggetto che con dolo
o colpa abbia cagionato il danno.

 Il conduttore assumendo l’esercizio della navigazione è, inoltre, responsabile


verso i terzi e i soggetti trasportati, secondo quanto previsto dall’art. 2054 c.c.

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di locazione

Salvo il consenso del locatore, la locazione non può rinnovarsi tacitamente alla
scadenza del termine previsto dal contratto e ciò anche nell’ipotesi in cui il
conduttore abbia conservato la detenzione dell’unità da diporto (art. 43 cod.
dip.).

Se il ritardo nella consegna del bene dipenda da fatto del conduttore e non
ecceda la decima parte della durata del contratto di locazione, non si fa luogo a
liquidazione dei danni ma al locatore è dovuto, per il periodo di tempo eccedente
la durata del contratto, un corrispettivo in misura doppia a quella stabilita nel
contratto stesso.

In caso di ritardo superiore si potrà ricorrere a risarcimento dei danni.

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di noleggio

Con il contratto di noleggio (artt. 47 ss. cod. dip.) una della parti, in
corrispettivo del nolo pattuito, si obbliga a mettere a disposizione dell’altra l’unità
da diporto per un determinato periodo di tempo da trascorrere a scopo ricreativo
in zone marine o acque interne di sua scelta, da fermo o in navigazione alle
condizioni stabilite nel contratto.

L’unità noleggiata rimane nella disponibilità del noleggiante alle cui


dipendenze resta anche l’equipaggio

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di noleggio

Caratteristiche principali del contratto di noleggio:

 messa a disposizione dell’unità noleggiata che permane nella disponibilità


del noleggiante, alle cui dipendenze resta anche l’equipaggio;

 la finalità del contratto è di tipo ricreativo

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di noleggio

Il noleggio può consistere:

 nella navigazione (noleggio classico)

 nell’utilizzo statico dell’unità da parte del noleggiatore (c.d. noleggio “da


fermo”)

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di noleggio

Anche il contratto di noleggio, al pari della locazione, richiede la forma scritta a


pena di nullità (ad substantiam), con obbligo di tenere a bordo il contratto, in
originale o copia conforme.

Nella pratica il contratto di noleggio si caratterizza per la presenza dello skipper


che può essere lo stesso noleggiante o un terzo da lui procurato.

Nel caso in cui sia il noleggiatore ad ingaggiare lo skipper non si versa nell’ipotesi
di noleggio, bensì in quella di contratto di locazione, con applicazione delle
relativa disciplina

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di noleggio

Obblighi del noleggiante

Il noleggiante è tenuto a mettere a disposizione l’unità da diporto in perfetta


efficienza, armata ed equipaggiata convenientemente, completa di tutte le
dotazioni di sicurezza, munita dei documenti e coperta dall’assicurazione di cui
alla legge 24 dicembre 1969, n. 990 e successive modificazioni, estesa in favore
del noleggiatore e dei passeggeri per gli infortuni e i danni subiti in occasione o
in dipendenza del contratto di noleggio, in conformità alle disposizioni ed ai
massimali previsti per la responsabilità civile (art. 48 cod. dip.).

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di noleggio

Obblighi del noleggiatore

L’art. 49 cod. dip., regola gli obblighi del noleggiatore che è tenuto, salvo
diversa pattuizione, a provvedere al combustibile, all’acqua ed ai lubrificanti
necessari per il funzionamento dell’apparato motore e degli impianti ausiliari di
bordo per tutta la durata del contratto.

La responsabilità del noleggiante verso il noleggiatore e verso i terzi non è


disciplinata dal Codice della nautica.

In tale ipotesi si dovrà ricorrere ad un’applicazione analogica del diritto generale.

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Il noleggio occasionale

L’art. 49 bis disciplina il c.d. noleggio occasionale

“al fine di incentivare la nautica da diporto e il turismo nautico, il proprietario


persona fisica o società non avente come oggetto sociale il noleggio o la
locazione, ovvero l’utilizzazione a titolo di locazione finanziaria, di imbarcazioni
e navi da diporto , di cui all’art. 3 comma 1iscritte nei registri nazionali, può
effettuare, in forma occasionale, attività di noleggio della predetta unità. Tale
forma di noleggio non costituisce uso commerciale dell’unità”.

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di ormeggio

Con il contratto di ormeggio un soggetto (associazione o società),


concessionario di un’area demaniale comprensiva di uno specchio d’acqua,
riconosce ad un altro soggetto (proprio associato o socio, oppure terzo), verso
corrispettivo, il diritto di utilizzare un posto barca per periodi stagionali
determinati.

A tale prestazione principale seguono, nella pratica, dietro pagamento di un


compenso aggiuntivo, una serie di altri servizi strumentali come assistenza
all’ormeggio, al disormeggio, somministrazione di acqua ed energia elettrica,
allaccio telefonico ecc.

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di ormeggio

Il contratto di ormeggio non trova specifica regolamentazione normativa né


in ambito del Codice della navigazione, né nel Codice civile

Si tratta di un contratto atipico per il quale la disciplina applicabile deve essere


ricavata dall’analisi dei formulari adottati nella pratica

Ciò comporta una serie di difficoltà laddove le parti abbiano omesso di indicare
in maniera precisa obblighi e responsabilità derivanti dall’esecuzione del
contratto e si siano verificati dei danni al bene durante il periodo di tempo della
consegna

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di ormeggio

La prestazione del soggetto titolare della concessione demaniale potrà consistere


o nella semplice messa a disposizione del diportista di uno specchio
acqueo, oppure in un’obbligazione ulteriore di custodia del bene

La prima ipotesi configura un ormeggio-locazione

La seconda un ormeggio-deposito comportante l’obbligo di custodia dell’unità


da diporto

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Uso commerciale unità diporto. Il contratto di ormeggio

La custodia del bene

In mancanza di accordi specifici tra le parti la presenza nella struttura di un


custode dipendente del gestore può costituire elemento in base al quale si può
identificare l’assunzione dell’obbligo di custodia da parte del gestore

L’ormeggio-deposito si configura nell’ipotesi in cui l’imbarcazione viene


consegnata al concessionario nel periodo invernale allo scopo di effettuare
opere di manutenzione e miglioria sul bene (c.d. rimessaggio).

L’obbligo di custodia può desumersi dall’art. 1177 c.c., ai sensi del quale se un
soggetto assume la riconsegna di una cosa egli deve esplicare sulla stessa la
dovuta custodia

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