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Controlli periodici
La patente
La pesca sportiva
La pesca subacquea
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CLASSIFICAZIONE DELLE UNITÀ
Una unità da diporto si definisce a vela con motore ausiliario quando dividendo il
valore in metri quadrati della superficie di tutte le vele per la massima potenza di
esercizio del motore in cavalli, si ottiene un risultato superiore a 2. Se la
massima potenza di esercizio del motore è misurata in KW è richiesto un
risultato a 2,72. La superficie da prendere in considerazione per il calcolo
corrisponde alla superficie di tutte le vele che possono essere bordate
contemporaneamente in navigazione su opportune attrezzature fisse, compresi
l'eventuale fiocco genoa e le vele di strallo escluso lo spinnaker.
Sulla base della lunghezza fuori tutto l'unità da diporto viene classificata come:
• quando supera i 24
nave
metri.
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• se a motore, quando
supera i 7,50 metri;
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DOTAZIONI E CERTIFICAZIONI PER LA NAVIGAZIONE
Le unità da diporto con scafo lungo meno di 24 metri e abilitate a navigare oltre
le 6 miglia dalla costa, devono disporre almeno di un apparato ricetrasmittente
(VHF), secondo le norme stabilite dall'autorità. Le unità da diporto con scafo più
lungo di 24 metri devono disporre di un impianto ricetrasmittente in
radiotelefonia, secondo le norme stabilite dalle autorità.
DOCUMENTI
• patente
• licenza di navigazione
• certificato di stazza
• certificato d'uso del motore
• licenza di esercizio radioelettrico
• certificato e contrassegno di assicurazione
• tassa di stazionamento
• dichiarazione di conformità
• certificato di sicurezza
oltre agli eventuali altri documenti prescritti.
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ISCRIZIONE NEI REGISTRI
Le imbarcazioni e le navi devono essere iscritte in appositi registri.
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CONTROLLI PERIODICI
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LA PATENTE
Per ottenere la patente nautica è necessario superare una prova teorica e una
pratica. L'età minima richiesta per l'ammissione agli esami è diciotto anni.
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La patente nautica viene revocata quando il titolare perde definitivamente i
requisiti psicofisici prescritti.
Il Comandante può segnalare gli estremi della partenza all'autorità del porto.
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LA PESCA SPORTIVA
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LA PESCA SUBACQUEA
La pesca subacquea deve essere segnalata con l'apposita bandiera e non può
essere effettuata durante la notte.
La pesca subacquea può essere effettuata soltanto oltre i 500 metri dalle
spiagge frequentate da bagnanti, oltre i 100 metri dagli impianti stabili da pesca
e dalle navi all'ancora, e lontano dalle zone di transito.
Il fucile non deve essere armato, se non durante l'attività e comunque soltanto
nel mentre si è in immersione.
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NORME DI SICUREZZA A BORDO
Sicurezza bordo
Comportamento in caso di incendio
SICUREZZA BORDO
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A bordo devono essere sempre presenti e perfettamente pronti all'uso tutti i
mezzi di sicurezza prescritti.
Tra i mezzi di sicurezza è possibile elencare:
Estintori
Cinture di salvataggio
Mezzo di salvataggio collettivo
Fuochi a mano (10.000 candele; 6 miglia)
Segnali a mano (5.000 candele; 20 miglia)
Segnali fumogeni (colore arancione)
Razzi a paracadute (10.000 candele; 25
miglia di notte)
Cartucce pistola "Very" (10.000 candele)
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unità e da avere le fiamme sottovento. Le persone devono portarsi dal lato
opposto.
SICUREZZA IN NAVIGAZIONE
I segnalamenti
Disposizione dei segnali e dei fanali per le unità
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Rilevamento del pericolo di collisione
Comportamento in caso di rotte convergenti
Comportamento in caso di rotte opposte
Comportamento dell'unità raggiungente
Comportamento tra navi a vela
Priorità
Comportamento in prossimità dei porti
Navigazione con cattivo tempo
Soccorso di uomo in mare
Codice I.A.L.A.
I SEGNALAMENTI
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• sonori
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è una successione di una breve
Luce a lampi
emissione luminose.
è una successione di brevi emissioni
Luce a gruppi di lampi
luminose.
è una successione intermittente di
Luce scintillante emissioni luminose, con frequenza
relativamente elevata.
è una successione di emissioni
Luce alternata
luminose in differenti colori.
è una successione omogenea di
Luce intermittente
emissioni luminose.
Luce intermittente a è una successione di brevi interruzioni
gruppi di eclissi di emissioni luminose.
Luce scintillante è una successione di brevi interruzioni
intermittente di una luce scintillante.
Luce fissa a variazioni è una successione di emissioni
di intensità luminose variabili.
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simmetricamente un fascio di luce ampio 135° e di colore
bianco.
Definizioni
Ai fini del regolamento internazionale si condiderano le seguenti definizioni:
Qualsiasi unità viene definita nave.
Una nave è in navigazione se non è ormeggiata o ancorata.
Può essere tuttavia ferma.
Una nave può essere a propulsione meccanica o a vela, a
seconda della causa forzante.
Una nave non governa quando è temporaneamente
impossibilitata a manovrare.
Una nave ha difficoltà di governo quando l'attività corrente
condiziona le manovre.
Una nave è vincolata al pescaggio quando è a propulsione
meccanica e ha capacità di manovre limitate a causa del
fondale.
Una nave è impegnata in operazioni di pesca quando le
attrezzature da pesca condizionano le manovre.
Disposizione
Nave a propulsione meccanica di lunghezza superiore a 50 metri in
navigazione
Nave a propulsione meccanica di lunghezza inferiore a 50 metri in
navigazione
Nave a propulsione meccanica di inferiore a 7 metri e con velocità fino a
7 nodi
Nave a propulsione meccanica di lunghezza inferiore a 20 metri
Nave a cuscino d'aria
Nave che rimorchia con lunghezza del rimorchio superiore a 200 metri
Nave che rimorchia con lunghezza del rimorchio inferiore a 200 metri
Rimorchio laterale e per spinta
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Nave a vela di lunghezza superiore a 20 metri
Nave a vela di lunghezza inferiore a 20 metri
Nave superiore a 50 metri in navigazione con abbrivio che pesca non a
strascico
Nave inferiore a 50 metri in navigazione ferma senza abbrivio che pesca
non a strascico
Nave superiore a 50 metri in navigazione con abbrivio che pesca a
strascico
Nave inferiore a 50 metri in navigazione con abbrivio che pesca a
strascico
Nave che non governa con abbrivio
Nave senza abbrivio che non governa
Nave in navigazione con abbrivio con difficoltà di governo
Nave in navigazione ferma e senza abbrivio con difficoltà di governo
Nave impegnata nel dragaggio di mine
Nave vincolata al suo pescaggio
Nave pilota in navigazione
Nave inferiore a 50 metri alla fonda
Nave superiore a 50 metri alla fonda
Nave inferiore a 50 metri incagliata
Nave superiore a 50 metri incagliata
All'occorrenza, i segnali notturni possono essere utilizzati anche durante il
giorno.
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Non prevede segnali diurni.
Di notte prevede:
Albero di prora
un fanale bianco
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
Albero di poppa
un fanale bianco più in alto
che in prora
A poppa
un fanale bianco
Albero di prora
un fanale bianco
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
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Nave a propulsione meccanica di inferiore a 7 metri e con velocità fino a
7 nodi
Non prevede segnali diurni.
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
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Nave a propulsione meccanica di lunghezza inferiore a 20 metri
Albero di prora
un fanale bianco
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
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(oppure un fanale di via a luci combinate rosso/verde)
A poppa
un fanale bianco
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Nave a cuscino d'aria
Di notte prevede un fanale lampeggiante di colore giallo omnidirezionale
sull'orizzonte e inoltre:
Albero di prora
un fanale bianco
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
Nave che rimorchia con lunghezza del rimorchio superiore a 200 metri
Albero di prora
tre fanale bianchi
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
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La nave rimorchiata comprende il segnale diurno a forma di rombo, e, di notte, i
segnali di via e il fanale di poppa. La lunghezza del rimorchio comprende la
distanza dalla nave trainante.
Nave che rimorchia con lunghezza del rimorchio inferiore a 200 metri
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
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un fanale bianco
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Rimorchio laterale e per spinta
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Prevede il segnale diurno di colore nero a forma di rombo.
Di notte la nave che rimorchia prevede:
Albero di prora
due fanali bianchi
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
Di notte la nave rimorchiata prevede:
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
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Nave a vela di lunghezza superiore a 20 metri
Di notte prevede:
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A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
(è possibile eventualmente utilizzare un fanale di colore rosso e più in basso di
colore verde, entrambi omnidirezionali sull'orizzonte)
A poppa
un fanale bianco
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Nave a vela di lunghezza inferiore a 20 metri
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Non prevede segnali diurni.
Di notte prevede:
Albero di prora
un fanale bianco, seguito
in basso da un fanale
rosso e un fanale bianco
(questi ultimi
omnidirezionali)
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
Quando le attrezzature si discostano oltre 150 metri, di notte è previsto un
ulteriore fanale (bianco e omnidirezionale) nella direzione delle attrezzature.
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Nave inferiore a 50 metri in navigazione ferma senza abbrivio che pesca
non a strascico
La nave prevede un segnale diurno di colore nero a due coni contrapposti.
Quando la nave è lunga meno di 20 metri quale segnale diurno può essere
utilizzata una cesta.
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Nave superiore a 50 metri in navigazione con abbrivio che pesca a
strascico
La nave prevede un segnale diurno di colore nero a 2 coni contrapposti.
Di notte prevede:
Albero di prora
un fanale bianco, seguito
in basso da un fanale
bianco omnidirezionale
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
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Nave inferiore a 50 metri in navigazione con abbrivio che pesca a
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strascico
Quando la nave è lunga meno di 20 metri può utilizzare una cesta quale
segnale diurno.
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Nave che non governa con abbrivio
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
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Nave in navigazione con abbrivio con difficoltà di governo
Prevede un segnale diurno di colore nero a due sfere verticali intercalate da due
coni contrapposti per le basi.
Albero di prora
il fanale o i fanali prescritti
in funzione del tipo
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
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Nave in navigazione ferma e senza abbrivio con difficoltà di governo
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Nave impegnata nel dragaggio di mine
Prevede un segnale diurno di colore nero a 3 sfere (due sul pennone).
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Di notte prevede quanto prescritto per una nave corrispondente e inoltre tre
fanali di colore verde a emissione omnidirezionale (due sul pennone).
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Nave vincolata al suo pescaggio
Prevede un segnale diurno di colore nero.
Di notte prevede le segnalazioni per una nave del tipo corrispondente e inotlre
tre fanali in verticale di colore rosso a emissione omnidirezionale.
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Nave pilota in navigazione
Quale segnale diurno la nave prevede l'utilizzo della bandiera "H" (codice
internazionale).
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Di notte prevede:
Albero di prora
un fanale bianco e un
fanale rosso, entrambi a
emissione omnidirezionale
A sinistra A dritta
un fanale rosso un fanale verde
A poppa
un fanale bianco
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Nave inferiore a 50 metri incagliata
Prevede un segnale diurno di colore nero a 3 sfere in vericale.
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Nave superiore a 50 metri incagliata
Prevede un segnale diurno di colore nero a 3 sfere in verticale.
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RILEVAMENTO DEL PERICOLO DI COLLISIONE
Quando possibile, la prima nave deve cercare di passare di poppa alla seconda.
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COMPORTAMENTO IN CASO DI ROTTE
OPPOSTE
Ogni nave a propulsione meccanica deve accostare a dritta quando esiste una
possibilità di collisione frontale.
COMPORTAMENTO DELL'UNITÀ
RAGGIUNGENTE
PRIORITÀ
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obbligate.
Le navi vincolate dal proprio pescaggio hanno sempre diritto di rotta, tranne
negli incroci con navi che non governano e con navi con difficoltà di governo.
L'unità che accede al porto vedrà luce verde a destra e luce rossa a sinistra.
L'unità che esce dal porto vedrà luce rossa a dritta e la luce verde a sinistra.
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L'unità che accede al porto deve dare precedenza alle unità che escono dal
porto.
Per ridurre gli effetti sui movimenti dell'unità è possibile utilizzare l'ancora
galleggiante.
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Se l'evento non è accertato immediatamente, occorre prima provvedere ad
invertire la direzione di marcia portandosi esattamente sulla medesima direzione
iniziale.
SEGNALAMENTI I.A.L.A.
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• segnali speciali
• pericoli nuovi
Segnali cardinali
I segnali cardinali indicano le zone sicure in cui dirigersi.
Di notte i segnali cardinali emettono una luce di colore bianco.
Nella zona specificata dal segnalamento le acque sono navigabili.
Pertanto:
Segnali laterali
Sul lato a dritta di un canale navigabile viene utilizzato un segnalamento verde,
mentre sul lato a sinistra viene utilizzato un segnalamento rosso.
L'emissione luminosa non è mai comune ai segnali cardinali.
All'occorrenza vengono utilizzati opportuni segnalamenti modificati, che di notte
emettono luce a gruppi di lampi, per consentire di individuare il canale
navigabile principale rispetto al secondario.
I riferimenti sono indicati rispetto al senso convenzionale.
Segnali speciali
I segnali speciali indicano una zona non segnata sulla carta.
Di notte, il segnale emette una luce di colore giallo.
Pericoli nuovi
Questi segnali sono identificatori di pericoli non altrimenti o comunque non
adeguatamente segnalati.
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STRUTTURA E CARATTERISTICHE
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LA STRUTTURA DI UNO SCAFO IN LEGNO
Nella parte inferiore dello scafo si trova la chiglia, che è la trave che individua
l’asse longitudinale. Ai lati della chiglia si trovano, spaziati tra loro, i madieri.
Verso prora, la chiglia è seguita dal piede della ruota, con elementi rinforzanti
dalla parte interna ed elementi protettivi dalla parte esterna. Dall’altro lato, la
chiglia è seguita dal dritto di poppa e i relativi elementi rinforzanti.
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PERCHÉ LO SCAFO GALLEGGIA ?
Archimede misurò per primo la forza che l'acqua (più in generale, un fluido)
esercita su un corpo, e ne ricavò che questa forza corrisponde al peso
dell'acqua spostata ed è orientata verso l'alto.
Pertanto, se un oggetto sposta mille chili d'acqua, l'acqua spinge l'oggetto verso
l'alto con una forza di mille chili.
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Se l'oggetto pesa più di mille chili, l'oggetto tende ad immergersi. In questo
modo occupa un maggiore volume d'acqua, ovvero sposta una massa d'acqua
maggiore, e riceve una spinta maggiore.
Il volume d'acqua occupato dallo scafo è funzione del peso proprio della
struttura e del peso trasportato. In questo modo, finché non si supera una
particolare soglia di peso complessivo, lo scafo è in grado di galleggiare.
La parte immersa in acqua viene detta "opera viva". Il peso dell'acqua contenuta
nel volume occupato dall'opera viva corrisponde al peso dell'unità, il
dislocamento.
La distanza rettilinea tra l'estremità della prora e l'estremità della poppa, escluse
tutte le appendici quali le delfiniere o il bompresso, viene detta "lunghezza fuori
tutto".
La distanza tra la parte superiore e l'estremità superiore della chiglia viene detta
altezza.
I MOVIMENTI E LA STABILITÀ
La linea di galleggiamento varia nel corso della navigazione perché l'unità non
procede orizzontalmente su acqua piatta ma è soggetta a continue oscillazioni,
ed inoltre il peso del carico non è necessariamente lo stesso (si pensi, ad
esempio, al combustibile o alle scorte).
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elementari di una unità. Qualsiasi movimento complesso può essere ricostruito
come sovrapposizione dei movimenti elementari.
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LE UNITÀ A MOTORE
Generalità sul motore
Il motore a scoppio
L'impianto di alimentazione
L'impianto di lubrificazione
L'impianto di raffreddamento
L'impianto di accensione
Il motore Diesel
Il timone
L'elica
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GENERALITÀ SUL MOTORE
Il motore contiene alcune cavità, chiamate cilindri (per la loro forma), all'interno
delle quali sono presenti i pistoni. I pistoni, per effetto della combustione o
dell’inerzia dell’albero, hanno un movimento lineare nei cilindri, cioè si alzano e
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si abbassano ripetutamente
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denominate valvole di scarico. L’apertura delle valvole avviene per mezzo
dell’albero a camme, detto anche albero della distribuzione. La chiusura delle
valvole avviene attraverso molle di richiamo.
Per ridurre gli attriti tra le parti in movimento, viene utilizzato un olio lubrificante.
L’olio viene raccolto nella parte inferiore del motore, chiamata coppa. Per
evitare la presenza di olio nella parte utile dei cilindri, i pistoni dispongono di
fascie di tenuta laterali, chiamate fasce elastiche.
IL MOTORE A SCOPPIO
Per effetto della pressione dei gas liberati dalla combustione, i pistono vengono
messi in movimento. Quando il pistone raggiunge l’estremità inferiore del
cilindro, la sua corsa si interrompe, e il movimento si inverte. Pertanto, la
posizione di fine corsa inferiore del pistone viene chiamata “punto morto
inferiore”, spesso denotata con l’acronimo p.m.i. Analogamente, la posizione di
fine corsa superiore del pistone corrisponde al “punto morto superiore”, ovvero
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p.m.s.
Nella fase di scoppio, nel mentre il pistone avanza verso l’alto, la candela
emette una scintilla, e la miscela si incendia. A causa della combustione della
miscela, il pistone viene spinto verso il basso.
La fase attiva, corrispondente alla fase in cui viene liberata energia utile alla
rotazione dell’albero motore, è la fase di scoppio. Nelle altre fasi il movimento è
conservato grazie al momento d’inerzia del volano.
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L'IMPIANTO DI ALIMENTAZIONE
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Quando disponibile, è possibile agevolare l'avviamento a freddo del motore
azionando un comando, chiamato starter, che arricchisce la miscela composta
da aria e benzina.
L'IMPIANTO DI LUBRIFICAZIONE
In questo caso esiste una certa quantità di energia che viene dissipata sotto
forma di calore.
Per questo motivo viene distribuito olio lubrificante sulle parti in movimento.
L'olio lubrificante garantisce una maggiore scorrevolezza delle parti, quindi una
dissipazione in calore inferiore.
Una pompa spinge il lubrificante lungo due percorsi: uno connesso all'albero
motore, e l'altro all'albero a camme.
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Da un lato, il lubrificante agisce sui perni delle parti in rotazione, quindi viene
portato sulle pareti del cilindro, sotto il pistone: durante il movimento di discesa,
il pistone spinge il lubrificante nella coppa, attraverso le fasce elastiche.
Dall'altro lato, il lubrificante agisce sui perni delle parti in rotazione e sulle parti
mobili relative alle valvole, quindi cade nella coppa.
L'IMPIANTO DI RAFFREDDAMENTO
Nel primo caso l'acqua di raffreddamento viene raffreddata per scambio termico
con acqua di mare in un apposito circuito.
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L'IMPIANTO DI ACCENSIONE
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continua, ad esempio attraversando un ponte di diodi (componenti elettronici).
IL MOTORE DIESEL
Nei motori Diesel il carburante è il gasolio.
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FASI DI UN MOTORE DIESEL A QUATTRO TEMPI
Nella fase di scarico viene aperta la valvola di scarico. Mentre il pistone si porta
all'estremità superiore, libera il cilindro dai gas combusti.
La fase attiva, corrispondente alla fase in cui viene liberata energia utile alla
rotazione dell’albero motore, è la fase di combustione. Nelle altre fasi il
movimento è conservato grazie al momento d’inerzia del volano.
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IL TIMONE
Il timone è il dispositivo che consente di controllare la direzione di navigazione.
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comando a ruota.
Quando l’asse di rotazione della pala non coincide con un suo bordo, il timone si
dice compensato, con riferimento al momento d’inerzia, in quanto viene ridotta
la resistenza opposta alle rotazioni comandate dalla ruota o dalla barra.
L’acqua che raggiunge la pala si divide in due flussi: un primo flusso percorre la
zona priva di pala, e si comporta sostanzialmente come in assenza di ostacoli; il
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secondo flusso incontra la pala lungo il suo percorso, comunicandole le propria
pressione. In queste condizioni alla pala è applicata una differenza di pressione,
quindi una forza. La pala trasmette questa forza all’intera unità, che subisce una
rotazione.
L'ELICA
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caratteristiche dell’elica, quali ad esempio il numero di pale, il peso, le
dimensioni e la forma. In funzione della forma delle pale, l’elica è detta destrorsa
oppure sinistrorsa.
LE UNITÀ A VELA
La teoria della vela
Struttura e caratteristiche dell'unità a vela
Cenni sulle manovre a vela
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LA TEORIA DELLA VELA
Le vele consentono di trasferire all’unità la forza del vento, che fornisce la spinta
propulsiva. La carena consente di controllare i movimenti laterali.
Il vento che soffia su una unità ferma è detto vento reale. Quando l’unità è in
movimento, però, il vento che soffia sulle vele non corrisponde al vento reale.
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Per comprendere questo fenomeno, ricorriamo ad un esempio.
Il vento che soffia sulle vele corrisponde alla combinazione del vento reale con il
vento di velocità, e prende il nome di vento apparente, ovvero vento relativo
all’unità a vela.
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La velocità del vento apparente è diversa dalla velocità del vento reale, e
dipende dall’andatura, cioè dall’angolo compreso tra la direzione di
avanzamento dell’unità e la direzione del vento reale. Infatti, la direzione di
avanzamento coincide con la direzione del vento di velocità (cambia soltanto il
verso), quindi l’andatura determina l’intensità e la direzione del vento apparente.
La spinta che riceve la vela deriva dalla differenza di pressione che si forma tra i
suoi lati.
Quando il vento raggiunge la vela, l’aria si divide in due flussi che percorrono la
vela nello stesso tempo. Il tempo di percorrenza dovrà essere lo stesso, perché
i flussi d’aria considerati sono seguiti da ulteriori flussi d’aria che si muovono alla
velocità del vento.
Il lato della vela esposto all’azione diretta del vento prende il nome di lato di
sopravvento; il lato opposto prende il nome di lato di sottovento.
Il flusso sul lato di sottovento avrà percorso una distanza maggiore rispetto al
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flusso sull’altro lato, a causa della curvatura della vela. Per comprendere questo
fenomeno, consideriamo un esempio che presenta alcune analogie: se due
automobili percorrono la stessa curva su corsie diverse, l’automobile che
avanza sulla corsia esterna avrà percorso una distanza maggiore rispetto
all’automobile che avanza sulla corsia interna. Nel nostro caso, il lato di
sopravvento corrisponde alla corsia interna, mentre il lato di sottovento
corrisponde alla corsia esterna, quindi alla corsia più lunga.
Il flusso di sottovento avrà percorso la vela ad una velocità più elevata, perché
ha coperto una distanza maggiore a parità di tempo.
STRUTTURA E CARATTERISTICHE
DELL'UNITÀ A VELA
Lo scafo delle unità a vela possiede un'alberatura per il sostegno delle vele, che
consentono di trasferire sull'unità la forza del vento. Nella parte inferiore viene
generalmente montata una deriva, che consente di controllare i movimenti
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laterali.
Alcune unità hanno un solo albero, quali ad esempio le untità di tipo "sloop".
Per analizzare gli effetti delle forze applicate sull'unità utilizziamo un modello
equivalente che approssima la situazione reale ma semplifica la trattazione.
Assumiamo che le forze siano applicate in un punto opportuno della vela,
denominato "centro velico", e in un punto opportuno della deriva, chiamato
"centro di deriva".
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La componente trasversale della forza applicata al centro velico costituisce lo
scarroccio, mentre la componente trasversale applicata al centro di deriva
costituisce la deriva subita dall'imbarcazione. Quando il centro di deriva e il
centro velico non si trovano sulla medesima verticale, le forze applicate alterano
la direzione dell'imbarcazione, facendola orzare se la prua si avvicina al vento
oppure poggiare se la prua si allontana dal vento.
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BORDEGGIO
Per avanzare verso la zona di provenienza del vento non è possibile avanzare
direttamente nella direzione del vento.
VIRATA IN PRUA
Per effettuare la virata in prua, occorre superare la zona in cui il vento non
fornisce spinta.
STRAMBATA
Per effettuare la strambata è possibile disporsi lungo la direzione del vento con
le scotte allentate e ruotare la vela.
Occorre comunque raggiungere il naufrago con il vento che soffia sulla prua.
ANCORAGGIO E ORMEGGIO
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Ancoraggio
Ormeggio
ANCORAGGIO
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Le ancore vengono utilizzate per bloccare la nave rispetto al fondo.
In alcuni casi l'ancora non ha presa sul fondo, e viene trascinata dal moto di
deriva della nave. Per verificare se sussiste questa condizione, è possibile
utilizzare lo scandaglio e verificare se si producono variazioni significative.
Per ridurre l'ampiezza dell'elongazione può essere utilizzato l'afforco, con due
ancore opportunamente divaricate e alla medesima distanza dall'unità.
L'ancoraggio può essere effettuato inoltre con due ancore parallele, per
migliorare la presa.
In alcune circostanze, viene fatto uso di appositi "corpi morti" per effettuare
l'ancoraggio in punti predefiniti.
ORMEGGIO
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Per assicurare l'unità ad una banchina occorre ormeggiare e utilizzare gli
elementi paracolpi.
I cavi devono essere fissati in modo da evitare elongazioni dell'unità. Alcuni cavi
vengono disposti in modo incrociato. All'occorrenza è possibile provvedere
anche all'ancoraggio.
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SISTEMI DI COORDINATE
Per individuare la posizione di un oggetto, ad esempio la posizione di un faro o
di una nave, occorre un metodo che consenta di associare all’oggetto un valore
esclusivo.
Ad esempio, nel gioco degli scacchi i pezzi vengono collocati all’interno di celle.
Per individuare la posizione di un pezzo è possibile specificare la riga e la
colonna corrispondenti alla cella occupata. Questo meccanismo di associazione
è un sistema di coordinate.
LE COORDINATE SFERICHE
La sfera costituisce un modello geometrico semplice e sufficientemente
adeguato per rappresentare la Terra. La Terra, infatti, si presenta lievemente
schiacciata soltanto in prossimità dei punti attraversati dall’asse di rotazione,
ovvero il polo Nord e il polo Sud.
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Circondiamo la sfera da un reticolo le cui maglie sono formate da curve,
chiamate paralleli e meridiani, che si incrociano con angoli di 90°.
Ogni punto della superficie può quindi essere individuato con due valori,
denominati coordinate del punto. Un valore individua il punto lungo i meridiani,
l’altro valore individua il punto lungo i paralleli.
Come riferimento per i paralleli viene utilizzato l’equatore. Come riferimento per i
meridiani viene utilizzato il meridiano che passa per un punto particolare,
l’osservatorio di Greenwich.
Un magnete è un corpo che irradia energia lungo curve chiuse tra due suoi
punti, il polo magnetico positivo e il polo magnetico negativo.
In ogni magnete esistono sempre due poli: anche suddividendo la sostanza di
cui è composto il magnete, non è possibile ottenere il solo polo positivo oppure il
solo polo negativo.
• polo Nord magnetico, per indicare il polo magnetico terrestre che si trova
in prossimità del polo Nord e corrisponde al polo magnetico negativo;
• polo Sud magnetico, per indicare il polo magnetico terrestre che si trova
in prossimità del polo Sud e corrisponde al polo magnetico positivo.
Le linee di forza irradiate dalla Terra sono curve simili ai meridiani, e vengono
pertanto indicate con il termine di meridiani magnetici.
La bussola magnetica
POSIZIONI ANGOLARI
Le rette su cui giacciono i punti cardinali individuano 4 regioni, chiamate
quadranti. La nostra posizione è nell’incrocio delle rette, corrispondente al punto
comune dei quadranti.
Il punto di partenza per misurare gli angoli coincide con la direzione Nord, e le
misure si effettuano procedendo in senso orario.
Poiché i punti cardinali sono sfasati tra loro di 90°, al punto cardinale Nord sono
associati l’angolo di 0° e 360°, al punto cardinale Est è associato l’angolo di 90°,
al punto cardinale Sud è associato l’angolo di 180°, e al punto cardinale West è
associato l’angolo di 270°.
E’ possibile realizzare una classificazione dei quadranti sulla base degli angoli
che contengono.
Nord-Est
Sud-Est
Sud-Ovest
Nord-Ovest
• Nord-Est/Sud-Ovest
• Sud-Est/Nord-Ovest
N Tramontana
NE Greco
E Levante
SE Scirocco
S Ostro
SW Libeccio
W Ponente
NW Maestrale
Il termine Ovest può essere espresso con il termine inglese West, che si
abbrevia con la lettera W.
A causa del peso proprio e del peso degli aghi, il disco oppone una resistenza
alla rotazione che può ridurre la precisione dello strumento.
Quando il disco è immerso in un liquido, la bussola viene indicata come
bussola a liquido, diversamente viene indicata come bussola a secco.
Nella maggior parte dei casi il liquido utilizzato è una miscela, ad esempio di
acqua e alcol, al fine di abbassare il punto di congelamento. All’occorrenza il
livello corretto del liquido deve essere ripristinato.
La lettura della bussola consiste nel rilevare l’angolo assunto dalla direzione
della prora rispetto alla direzione del campo magnetico.
La direzione del campo magnetico è indicata dal Nord della rosa dei venti,
rappresentato dal simbolo N.
Per semplificare la rilevazione, sul corpo della bussola è tracciata una linea
corrispondente alla direzione della prora, denominata linea di fede.
Per ridurre gli effetti della deviazione magnetica, tecnici autorizzati provvedono
ad effettuare operazioni di compensazione utilizzando magneti. Le deviazioni
residue devono essere annotate, perché essenziali per i calcoli di navigazione.
Allo stesso modo, se la bussola indica che la prora è a 6°, e siamo in presenza
di una deviazione magnetica di -2°, la prora è a 4° rispetto al Nord magnetico.
Una volta trovato l’angolo che la prora forma con il Nord magnetico, è sufficiente
sommare il valore della declinazione magnetica presente nel luogo.
Carte nautiche
Pubblicazioni nautiche
• ortodromica, ovvero la traiettoria tra due punti per la distanza più breve
sulla superficie sferica;
• lossodromica, ovvero la traiettoria tra due punti per angoli costanti con i
meridiani.
CARTE NAUTICHE
La carta nautica contiene le informazioni geografiche rilevate per un determinato
luogo.
Lungo i bordi verticali della carta sono disponibili i valori corrispondenti alla
latitudine, mentre lungo i bordi orizzontali della carta sono disponibili i valori
corrispondenti alla longitudine.
Come per ogni documento geografico, anche una carta nautica rappresenta la
realtà secondo un determinato fattore di scala delle dimensioni.
AAAAff.aa
nn
Sulle carte nautiche sono riportate inoltre iscrizioni relative ai fondali e alle linee
batimetriche, i simboli corrispondenti ad elementi di particolare interesse per la
navigazione (boe, relitti, ecc..), e l'innalzamento medio (Z0) rispetto al
riferimento degli scandagli.
Le unità da diporto con scafo lungo meno di 24 metri e abilitate a navigare oltre
le 6 miglia dalla costa, devono disporre almeno di un apparato ricetrasmittente
(VHF), secondo le norme stabilite dall'autorità. In questo caso la frequenza per
le chiamate di soccorso è 156,8 MHz (canale 16).
OPERAZIONI FONDAMENTALI
Il carteggio
La rotta considerata congiunge due punti attraverso una linea retta tracciata
sulla carta nautica.
• l'ipotesi implicita sul valore della velocità è che questo resti costante
durante l'intervallo di tempo considerato. Pertanto, ogni variazione
comporta un errore sul risultato;
I FENOMENI METEOROLOGICI
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I fenomeni meteorologici, come ad esempio la pioggia o il vento,
influenzano le condizioni di navigazione.
• la temperatura
• l’umidità
• la pressione
In realtà la temperatura è una misura di energia, cioè è una misura legata alla
capacità di un oggetto di compiere una trasformazione.
Quando la temperatura di un oggetto aumenta, l’oggetto subisce una
dilatazione. Quando la temperatura di un oggetto diminuisce, l’oggetto subisce
una contrazione.
L’umidità può essere espressa anche in forma relativa, come valore percentuale
riferito alla massima quantità di vapore d’acqua che l’aria può assorbire ad una
data temperatura, ovvero alla concentrazione di saturazione dell’aria.
L’umidità relativa può essere misurata con uno strumento chiamato igrometro.
Per densità della forza peso si intende l’intensità della forza, dovuta al proprio
peso, esercitata sopra una superficie ampia 1 centimetro quadrato.
Come qualsiasi altro corpo, anche l’aria contenuta nell’atmosfera è attratta dalla
Terra, quindi ha un peso.
• quando cresce la
l’intensità del vento dovuto ad differenza di pressione;
una differenza di pressione
aumenta: • quando decresce la
distanza tra le isobare.
• quando decresce la
l’intensità del vento dovuto ad differenza di pressione;
una differenza di pressione
diminuisce: • quando cresce la
distanza tra le isobare.
La Terra ruota attorno all’asse che attraversa il polo Nord e il polo Sud.
Il verso di rotazione differisce in base al punto di riferimento: vista dal polo Nord,
la Terra ruota in senso antiorario, cioè un osservatore vede ruotare la Terra nel
senso contrario delle lancette del proprio orologio; vista dal polo Sud, la Terra
ruota in senso orario, cioè un osservatore vede ruotare la Terra nello stesso
verso delle lancette del proprio orologio.
Per semplicità vengono trascurate le forze non rilevanti per la descrizione del
fenomeno. Il flusso d’aria proveniente dalla zona di alta pressione subisce due
forze: la prima forza dirige il flusso; la seconda forza, la forza di Coriolis, è
costantemente ruotata verso destra rispetto alla prima.
Le brezze sono masse d’aria che si spostano dalla terra verso il mare oppure
dal mare alla terra. Si tratta di movimenti dovuti alla differente capacità termica
del suolo e dell’acqua.
In una zona di confine tra terra e mare, durante il giorno l’aria fredda del mare
tende a sostituire l’aria calda della terra; durante la notte l’aria fredda di terra
tende a sostituire l’aria fredda di mare.