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REGOLAMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE DELLE NAVI

Parte E Notazioni di servizio

Capitoli 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 Capitolo 9 Capitolo 10 Capitolo 11 Capitolo 12 Capitolo 13 Capitolo 14 Capitolo 15 Capitolo 16 Capitolo 17 Capitolo 18 Capitolo 19 Capitolo 20 Capitolo 21 Capitolo 22

NAVI DA CARICO RO - RO NAVI PORTACONTENITORI NAVI PER TRASPORTO DI BESTIAME VIVO NAVI PORTARINFUSA NAVI MINERALIERE NAVI PER SERVIZIO COMBINATO NAVI CISTERNA PER IL TRASPORTO DI PRODOTTI PETROLIFERI NAVI CHIMICHIERE NAVI PER IL TRASPORTO DI GAS LIQUEFATTI NAVI CISTERNA NAVI DA PASSEGGERI NAVI DA PASSEGGERI RO - RO NAVI PER ATTIVIT DI DRAGAGGIO RIMORCHIATORI NAVI APPOGGIO NAVI ANTINCENDIO NAVI PER IL RECUPERO DI SOSTANZE OLEOSE NAVI POSACAVI NAVI PRIVE DI PROPULSIONE PROPRIA NAVI DA PESCA NAVI PER ATTIVITA DI RICERCA NAVI POSATUBI

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 1

NAVI DA CARICO RO - RO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI IMPIANTI ELETTRICI

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Parte E, Cap 1, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) (2)

1.1.1 La notazione di servizio ro-ro cargo ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.2.3], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo, che sono specifiche per navi da carico di tipo ro-ro.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

(2)

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo ro-ro.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo ro-ro Le prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo roro sono date in Parte C, Capitolo 4

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Parte E, Cap 1, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

3
3.1

Criteri di progetto delle strutture


Generalit

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a navi a pi ponti, con doppio fondo e, in alcuni casi, con cisterne laterali estendentesi dal fondo fino al ponte pi basso al di sopra dellimmersione di pieno carico, destinate al trasporto di: veicoli con imbarco e sbarco sulle proprie ruote e/o carichi disposti su pianali (pallets) o in containers, caricati e scaricati per mezzo di veicoli dotati di ruote, rotabili ferroviari su rotaie fisse, con imbarco e sbarco sulle proprie ruote.

3.1.1 Si raccomanda la protezione dei ponti per il trasporto di veicoli cingolati e veicoli non usuali mediante controfasciame in legno. Si raccomanda di sistemare, al di sotto di ogni cavalletto di sostegno dei semi-rimorchi, un pannello di legno di adeguato spessore in modo da distribuire la massa sul fasciame e sui rinforzi ordinari sistemati in corrispondenza.

3.2
3.2.1

Strutture dello scafo


Tipo di struttura

1.2
1.2.1

Definizioni
Locali da carico ro-ro (1/1/2005)

In generale, il ponte di resistenza e il fondo devono essere a struttura longitudinale. Qualora tuttavia sia utilizzata, per tali navi, la struttura trasversale, questa deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ.

I locali da carico Ro-ro sono spazi normalmente non suddivisi in alcun modo e che si estendono per tutta la lunghezza della nave o per una parte sostanziale della stessa, nei quali autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione e/o merci (in colli o alla rinfusa, entro o su carri ferroviari o stradali, veicoli, incluse le cisterne stradali o ferroviarie, rimorchi, contenitori, piattaforme mobili (pallets), cisterne smontabili o entro o su unit di stivaggio simili o altri mezzi di contenimento) possono essere caricate o scaricate con movimentazione normalmente orizzontale. 1.2.2 Locali di categoria speciale (1/1/2005)

4
4.1

Carichi di progetto
Carichi su ruote

4.1.1 I carichi su ruote indotti dai veicoli trasportati sono specificati in Parte B, Cap 5, Sez 6, [6]

5
5.1

Robustezza della trave nave


Criteri di base
Ponte di resistenza

I locali di categoria speciale sono spazi chiusi, situati sopra o sotto il ponte delle paratie, destinati al trasporto di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione, nei quali e dai quali gli autoveicoli possono entrare o uscire guidati dai conducenti e ai quali i passeggeri possono accedere. I locali di categoria speciale possono essere sistemati su pi di un ponte, a condizione che la loro altezza libera complessiva non sia superiore a 10 m.

5.1.1

In aggiunta alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.2], il contributo fornito alla robustezza della trave nave dalle strutture dello scafo fino al ponte di resistenza deve essere determinato mediante una analisi ad elementi finiti della nave intera nei seguenti casi: quando le finestrature sui fasciami di fianchi e/o di paratie longitudinali, ubicate al di sotto del ponte designato come ponte di resistenza dal progettista, siano di entit tale da far diminuire in modo significativo la capacit dei fasciami di trasmettere gli sforzi di taglio al ponte di resistenza, quando le estremit di sovrastrutture che devono efficacemente contribuire alla robustezza longitudinale possono essere considerate non collegate efficacemente alle corrispondenti strutture dello scafo.

2
2.1

Stabilit
Stabilit in caso di avaria
Generalit

2.1.1

Qualsiasi tipo di nave ro-ro da carico aventi lunghezza maggiore di o uguale a 80 m deve soddisfare i criteri di compartimentazione e di stabilit in caso di falla specificati in Parte B, Cap 3, App 3.

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Parte E, Cap 1, Sez 2

6
6.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame

separati che segnalino che i portelloni sono chiusi ed i loro dispositivi di fissaggio e bloccaggio sono correttamente posizionati. Il pannello di segnalazione deve essere provvisto di mezzi idonei per provare le lampade di indicazione. Deve essere impedito lo spegnimento delle segnalazioni ottiche. 7.2.5 (1/1/2005) Il dispositivo di segnalazione deve essere progettato in modo da rispondere al principio della "sicurezza in caso di guasto" (fail-safe) e deve mostrare, con allarmi ottici, se la porta non completamente chiusa e bloccata e, con allarmi acustici, se i dispositivi di fissaggio si aprono o se i dispositivi di bloccaggio si disinseriscono. L'alimentazione per il dispositivo di segnalazione di apertura e chiusura delle porte deve essere indipendente da quella per le operazioni di apertura e chiusura delle porte stesse e deve essere provvista di una alimentazione di energia elettrica di sostegno (back-up) fornita dalla sorgente di energia elettrica di emergenza o da altra sorgente sicura di energia, per esempio UPS. I sensori dei dispositivi di segnalazione devono essere protetti dall'acqua, da formazioni di ghiaccio e da danni meccanici.
Nota 1: Il dispositivo di segnalazione considerato progettato in modo da rispondere al principio della "sicurezza in caso di guasto" (fail-safe) quando si verificano le seguenti condizioni: Il pannello di segnalazione provvisto di: un allarme per mancanza di alimentazione un allarme per avaria al sistema di messa a massa una lampadina di prova indicazioni separate per: "porta chiusa", "porta bloccata", "porta non chiusa" e "porta non bloccata".

6.1.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto dei fasciami del ponte esposto di resistenza e dei ponti di cofani deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: t = 2,1 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s dove: s : lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

6.1.2 Fasciame soggetto a carichi su ruote Lo spessore netto dei pannelli di fasciame soggetti a carichi su ruote deve essere ottenuto in accordo con le specifiche prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 1.

6.2

Rinforzi ordinari

6.2.1 Rinforzi ordinari soggetti a carichi su ruote I controlli della resistenza di rinforzi ordinari soggetti a carichi su ruote devono essere eseguiti in accordo con le specifiche prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 2.

6.3

Travi rinforzate

6.3.1 Travi rinforzate soggette a carichi su ruote I controlli della resistenza di travi rinforzate soggette a carichi su ruote devono essere eseguiti in accordo con le specifiche prescrizioni applicabili Parte B, Cap 7, Sez 3 e in Parte B, Cap 7, App 2.

7
7.1

Altre strutture
Portelloni prodieri e porte interne

Interruttori di limitazione chiusi elettricamente quando la porta chiusa (quando siano provvisti pi interruttori di limitazione, essi possono essere collegati in serie). Interruttori di limitazione chiusi elettricamente quando i sistemi di fissaggio sono in posto (quando siano provvisti pi interruttori di limitazione, essi possono essere collegati in serie). Due circuiti elettrici (anche in un cavo con anima multipla), uno per l'indicazione di "porta chiusa" o di "porta non chiusa" e l'altro per l'indicazione di "porta bloccata" o di "porta non bloccata". Nel caso di spostamento degli interruttori di limitazione, segnalazione che indichi: "porta non chiusa" o "porta non bloccata" o "sistemi di fissaggio non in posto", come appropriato.

7.1.1 I portelloni prodieri e le porte interne devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 5.

7.2

Portelloni laterali e poppieri

7.2.1 I portelloni laterali e poppieri possono essere situati sia sotto, sia sopra il ponte di bordo libero. 7.2.2 I portelloni laterali e poppieri devono soddisfare le specifiche prescrizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 6. 7.2.3 (1/1/2005) Le prescrizioni di cui da [7.2.4] a [7.2.7] si applicano a portelloni, sistemati sui contorni di locali da carico ro-ro e di locali di categoria speciale, definiti in [1.2.1] e [1.2.2], attraverso i quali tali locali possano essere allagati. Non necessario applicare le prescrizioni di cui da [7.2.4] a [7.2.7] ai portelloni, nessuna parte dei quali si trovi al di sotto della pi alta linea di galleggiamento e la cui area libera di apertura non superi 6 m2. 7.2.4 Devono essere previsti, in plancia e su ogni quadro di comando, lampade di indicazione e allarmi acustici

7.2.6

(1/1/2005)

Il pannello di segnalazione in plancia deve essere munito di un selettore "porto/navigazione", predisposto in modo che venga emesso un allarme acustico in plancia se la nave lascia il porto con il portellone di prora o la porta interna non chiusi o con uno qualsiasi dei dispositivi di fissaggio non in posizione corretta. 7.2.7 Deve essere sistemato un dispositivo di rivelazione di entrate d'acqua, con un allarme acustico e una sorveglianza televisiva, che segnalino alla plancia e alla centrale di comando delle macchine eventuali perdite dacqua attraverso la porta interna.

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Parte E, Cap 1, Sez 2

7.3

Ponti mobili e rampe mobili interne

8
8.1

Allestimento
Armamento marinaresco
Numero dei cavi di ormeggio

7.3.1 Le prescrizioni applicabili ai ponti mobili e alle rampe mobili interne sono specificate in Parte B, Cap 9, Sez 8, [1].

7.4

Rampe esterne

8.1.1

7.4.1 Le prescrizioni applicabili alle rampe esterne sono specificate in Parte B, Cap 9, Sez 8, [2].

Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.5.7] specifiche per le navi con notazione di servizio ro-ro cargo ship.

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Parte E, Cap 1, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI

1
1.1

Ombrinali e scarichi sanitari


Scarichi dai locali da carico ro-ro destinati al trasporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propulsione

sciugamento deve essere tale da impedire il formarsi di specchi liquidi. Se ci non fosse possibile, leffetto negativo del peso aggiunto e dello specchio liquido sulla stabilit dovr essere tenuto in considerazione, come ritenuto necessario dalla Societ, nella sua approvazione delle informazioni sulla stabilit. Vedere anche Sez 2, [2]. 1.1.2 Scarichi dagli ombrinali

Prevenzione della formazione di specchi liquidi Ni locali da carico destinati al trasporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propulsione, in cui sia sistemato un impianto fisso di estinzione incendi ad acqua spruzzata in pressione, limpianto di pro-

1.1.1

Gli ombrinali scaricanti dai locali da carico destinati al trasporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propulsione, non devono scaricare in locali macchine o in altre posizioni dove possono essere presenti fonti di ignizione.

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Parte E, Cap 1, Sez 4

SEZIONE 4

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Norme applicabili

1.1.1 Gli impianti elettrici nei locali destinati al trasporto di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione devono rispondere, oltre che alle pertinenti norme della Parte C, Capitolo 2 e a quelle contenute nella presente Sezione anche a quelle della Parte C, Capitolo 4.

Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.1.6] e cavi elettrici del tipo indicato in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.2.3], a condizione che limpianto di ventilazione sia progettato e funzioni in modo da garantire una ventilazione continua dei locali da carico con un numero di ricambi daria allora non inferiore a 10 per tutto il tempo in cui i veicoli sono a bordo. 2.1.3 Le apparecchiature ed i cavi elettrici entro le condotte di estrazione daria devono essere del tipo indicato in [2.1.1]. 2.1.4 Le prescrizioni contenute in questo Sotto-articolo sono riassunte in Tab 1.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, la seguente deve essere inviata per approvazione: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi.

2.2

Impianti in locali da carico diversi dai locali da carico ro-ro, ma destinati al trasporto di autoveicoli

2.2.1 Si applicano le norme di cui in [2.1]. 2.2.2 Tutti i circuiti elettrici che terminano nelle stive per il carico devono essere provvisti di interruttori multipolari di sezionamento ubicati fuori delle stive. Devono essere previsti mezzi per il blocco di tali dispositivi nella posizione di aperto. Questa prescrizione non si applica a impianti installati per ragioni di sicurezza come gli impianti di rivelazione di incendio, fumo o gas.

1.3

Caratteristiche di sicurezza

1.3.1 Il gruppo di esplosione e la classe di temperatura delle costruzioni elettriche di tipo certificato di sicurezza per impiego in miscele esplosive di benzina devono essere almeno IIA e T3.

2
2.1

Installazione
Installazione in locali da carico ro-ro

3
3.1

Componenti per i quali richiesta lapprovazione di tipo

2.1.1 Ad eccezione di quanto prescritto in [2.1.2], le apparecchiature elettriche devono essere dei tipi certificati di sicurezza indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.1.5] ed i cavi elettrici dei tipi indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.2.2]. 2.1.2 Al di sopra di 450 mm dal ponte e da ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, eccetto piattaforme dotate di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina, sono ammesse apparecchiature elettriche del tipo indicato in

3.1.1 I sistemi di allarme per i mezzi di chiusura delle aperture ed i sistemi per la rivelazione di entrate dacqua se di tipo elettronico, e gli impianti per la sorveglianza televisiva devono essere di tipo approvato o in accordo con [3.1.2]. 3.1.2 Caso per caso una accettazione basata sullinvio di una documentazione adeguata e sullesecuzione di prove pu essere concessa a discrezione della Societ.

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Parte E, Cap 1, Sez 4

Tabella 1 : Apparecchiatura elettrica permessa nei locali da carico ro-ro chiusi


Luoghi pericolosi Zona 1 Spazi N 1 Descrizione Locali da carico ro-ro chiusi eccetto gli spazi di cui in 3. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi elettrici e componenti (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, cassette di collegamento, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); cavi elettrici protetti con almeno uno dei seguenti rivestimenti: una guaina non metallica impermeabile in combinazione con trecce o altro rivestimento metallico una guaina in rame o in acciaio inossidabile (per cavi ad isolamento minerale soltanto) Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 1. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); c) apparecchiature elettriche a sovrapressione interna; d) apparecchiature elettriche incapsulate; e) apparecchiature elettriche il cui tipo assicuri lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento (grado minimo di protezione IP55). f) cavi elettrici rivestiti con almeno una guaina impermeabile esterna non metallica. Apparecchiature elettriche

Zona 1 Zona 2

2 3

Condotte di estrazione daria. A condizione che limpianto di ventilazione sia progettato e funzioni in modo da garantire una ventilazione continua dei locali da carico con un numero di ricambi daria allora non inferiore a 10 per tutto il tempo in cui i veicoli sono a bordo: al di sopra di 450 mm dal ponte al di sopra di 450 mm da ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, non dotata di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina al di sopra di ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, dotata di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina.

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Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 2

NAVI PORTACONTENITORI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SCAFO E STABILIT (NAVI PORTACONTENITORI) MACCHINARI

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Parte E, Cap 2, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portacontenitori. Tabella 1
Oggetto Sistemazione generale della nave Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) (1)

1.1.1 La notazione di servizio container ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.2.5] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi alle quali stata assegnata la notazione addizionale equipped for carriage of containers devono soddisfare le prescrizioni applicabili del presente Capitolo ed in particolare con le prescrizioni in Sez 2, [3.2.1], Sez 2, [3.3.1], Sez 2, [3.5.4] e Sez 2, [4.2]. 1.1.3 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da carico di tipo portacontenitori.

Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portacontenitori

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Parte E, Cap 2, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.1.2 Criteri addizionali In aggiunta a [2.1.1], laltezza metacentrica iniziale deve essere uguale o maggiore di 0,20 m. 2.1.3 Criteri alternativi per navi di lunghezza maggiore di 100 m Per navi di lunghezza maggiore di 100 m, il RINA pu applicare i seguenti criteri invece di quelli della Parte B, Cap 3, Sez 2: larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ), in m.rad, non deve essere inferiore a 0,009/C fino ad un angolo dinclinazione di 30, n minore di 0,016/C fino a 40 ovvero fino allangolo di allagamento f se questultimo inferiore a 40, larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ), in m.rad, fra gli angoli di inclinazione di 30 e 40 ovvero fra 30 e f, se questultimo minore di 40, non deve essere inferiore a 0,006/C, il braccio di stabilit GZ, in m, deve essere almeno 0,033/C ad un angolo dinclinazione uguale o maggiore di 30, il massimo braccio di stabilit GZ, in m, deve essere almeno 0,042/C, larea totale sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ), in m.rad, fino allangolo di allagamento f non deve essere inferiore a 0,029/C. dove: C : coefficiente definito da:
C =
2 T 100 C B TD-------- --------- ------ -------KG L C W B m 2

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano alle navi con doppio fondo e con fianchi a doppio o singolo fasciame, destinate al trasporto di contenitori nelle stive o sui ponti. Quando adottato la tipologia con fianchi a singolo fasciame, deve essere realizzata nella parte alta del fianco una trave scatolare longitudinale resistente a torsione oppure una struttura equivalente. Sezioni maestre tipiche sono illustrate in Fig 1 e in Fig 2. Lapplicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di navi considerata nei singoli casi dalla Societ. Figura 1 : Nave portacontenitori con fianchi a doppio fasciame

Figura 2 : Nave portacontenitori con fianchi a singolo fasciame

T KG

CB CW D

: immersione media, in m, : altezza del centro di massa dalla linea di costruzione, in m, corretta per leffetto degli specchi liquidi liberi, da assumere non inferiore a T, : coefficiente di finezza totale, : coefficiente di finezza della figura di galleggiamento, : altezza di costruzione dalla L.C., in m, corretta per determinate parti di volumi dentro le mastre delle boccaporte ottenuta con la formula seguente:
2b B D 2l H D = D + ------------------ ------------ h BD L

2
2.1

Stabilit
h

Stabilit allo stato integro


b

2.1.1 Criteri generali La stabilit per le condizioni di caricazione definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.4] deve soddisfare le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 2.

Bm, BD

: altezza media, in m, delle mastre delle boccaporte entro L/4 avanti e addietro dalla Pp al mezzo, (ved. Fig 3), : larghezza media, in m, delle mastre delle boccaporte entro L/4 avanti e addietro dalla Pp al mezzo, (ved. Fig 3), : larghezze, in m, definite in Fig 3,

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Parte E, Cap 2, Sez 2

lH

: lunghezza, in m, di ciascuna mastra di boccaporta entro L/4 avanti e addietro dalla Pp al mezzo, (ved. Fig 4). Figura 3 : Definizione delle dimensioni

B/4 D' D T T/2 KG

trollo della chiusura di tali portelli sia affidabile ed efficace a soddisfazione della Societ. Per la condizione a stive allagate relativa alla nave integra, gli specchi liberi possono essere determinati come segue: le stive devono essere considerate completamente cariche di contenitori, lacqua di mare che entra nei contenitori non deve fuoriuscire durante linclinazione, condizione simulata definendo i quantitativi dacqua nei contenitori come pesi fissi, lo spazio libero intorno ai contenitori deve essere considerato allagato, lo spazio libero deve essere uniformemente distribuito lungo tutta la lunghezza delle stive aperte.

2.2
Bm B BD

Stabilit in allagamento

Figura 4 : Definizione delle dimensioni


H L/4 L H L/4 H

2.2.1 Generalit Qualunque tipo di nave portacontenitori di lunghezza maggiore od uguale a 80 m, deve soddisfare i criteri di compartimentazione e stabilit in allagamento in Parte B, Cap 3, App 3. Per le navi portacontenitori con stive senza boccaporte, la mastra delle stive aperte deve essere considerata come zona di allagamento progressivo.

3
3.1
2.1.4 Prescrizioni addizionali per navi portacontenitori con stive senza boccaporte

Criteri di progetto delle strutture


Materiali

La stabilit a nave integra dovr essere esaminata considerando leffetto dellingresso di acqua per effetto delle onde attraverso le boccaporte aperte nel seguente modo: per la condizione di nave integra descritta in [2.1.5] con le ipotesi di cui in [2.1.6], la stabilit della nave deve essere conforme ai criteri di sopravvivenza della Parte B, Cap 3, App 3: il fattore di sopravvivenza "s" deve essere uguale ad uno. Condizioni di carico per navi portacontenitori a ponte aperto

3.1.1 Acciai per le strutture dello scafo Le classi dei materiali, richieste in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.4] per il fasciame del ponte di resistenza, della cinta e delle travi scatolari longitudinali resistenti a torsione nella zona entro lo 0,4 L al mezzo, devono essere mantenute per tutta la zona delle stive.

3.2

Criteri di resistenza

2.1.5

3.2.1 Generalit Devono essere previsti rinforzi locali sotto gli angoli dei contenitori e le eventuali guide cellulari. 3.2.2 Continuit strutturale Nelle navi con fianchi a doppio fasciame, i fianchi interni devono in generale proseguire entro il locale apparato motore quando questo situato tra due stive del carico. Quando lapparato motore situato a poppa, i fianchi interni devono estendersi il pi possibile verso poppa e devono essere rastremati alle estremit.

La nave deve trovarsi alla linea di carico corrispondente al minimo bordo libero assegnato, in aggiunta tutte le stive aperte devono essere assunte completamente piene dacqua, con una permeabilit di 0,70 per le stive contenitori, fino al livello del margine superiore del fianco della boccaporta o della mastra della boccaporta ovvero, nel caso di una nave munita di portelli di scarico acqua per le stive del carico, al livello di tali portelli. Devono essere prese in considerazione condizioni intermedie di allagamento delle stive aperte (varie percentuali di riempimento delle stive aperte con acqua dei marosi). 2.1.6 Ipotesi per i calcoli di stabilit delle navi portacontenitori con stive senza boccaporte

3.3

Strutture del fondo

Quando sono previsti portelli di scarico acqua per le stive del carico, essi devono essere considerati chiusi al fine della determinazione dellangolo di allagamento, purch il con-

3.3.1 Intervallo tra i madieri e tra i paramezzali I madieri devono essere intervallati in modo tale da essere situati in corrispondenza degli angoli dei contenitori. Devono essere sistemati madieri anche in corrispondenza delle paratie trasversali stagne. I paramezzali devono in generale essere situati in corrispondenza degli angoli dei contenitori.

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Parte E, Cap 2, Sez 2

3.3.2

Rinforzi in corrispondenza delle guide cellulari Le strutture del fondo e del cielo del doppio fondo che sostengono le guide cellulari devono essere adeguatamente rinforzati mediante raddoppi, squadre o altri rinforzi equivalenti.

Figura 5 : Strutture del ponte tra le boccaporte

Sezione di trasferimento delle forze

3.4

Strutture dei fianchi

3.4.1 Sistemazione dei rinforzi ordinari Le strutture scatolari resistenti a torsione, situate nella parte alta dei fianchi, devono essere a struttura longitudinale. Quando i fianchi sono a struttura longitudinale, le travi rinforzate verticali dei fianchi devono essere allineate coi madieri.

Struttura del ponte tra le boccaporte trave rinforzata del fianco

3.5

Struttura del ponte

3.5.1 Travi rinforzate longitudinali tra le boccaporte La larghezza delle travi rinforzate longitudinali situate tra le boccaporte e quella delle piattabande delle mastre devono essere tali da consentire la sistemazione delle coperture e la manovra dei loro dispositivi di chiusura. I collegamenti tra le travi rinforzate longitudinali e le mastre delle boccaporte con le strutture del locale apparato motore e delle zone avanti e addietro della nave devono garantire unappropriata trasmissione delle tensioni tra le travi stesse e le strutture adiacenti. 3.5.2 Strutture del ponte tra le boccaporte Le strutture del ponte tra le boccaporte sono soggette alle forze, trasmesse dalle travi rinforzate longitudinali, centrali e laterali, dovute alla flessione della trave nave e alla flessione locale delle travi stesse. Qualora la sistemazione delle boccaporte comporti linterruzione delle travi rinforzate longitudinali (come nel caso di una stiva con due boccaporte adiacente a una stiva con una sola boccaporta), le strutture del ponte tra le boccaporte devono essere in grado di sopportare le forze longitudinali trasmesse dalle travi interrotte. In tal caso, la resistenza delle strutture deve essere verificata mediante calcolo diretto. Le strutture del ponte tra le boccaporte sono anche soggette a una forza di taglio indotta dalla torsione della trave nave. Pertanto la resistenza di tali strutture deve essere verificata tenendo conto anche di tale forza. Le strutture del ponte tra le boccaporte devono essere adeguatamente sovrapposte alle estremit. Si deve verificare che le forze trasmesse da tali strutture possano essere trasferite alle strutture dei fianchi (vedere Fig 5). Collegamento delle travi rinforzate longitudinali con le strutture trasversali del ponte tra le boccaporte Dove le travi rinforzate longitudinali si uniscono alle strutture trasversali del ponte tra le boccaporte, il collegamento tra le loro piattabande deve in generale essere eseguito come illustrato in Fig 6. Se necessario, laltezza delle travi rinforzate longitudinali deve essere gradualmente modificata per consentire il suddetto collegamento. 3.5.3

Figura 6 : Collegamento delle travi rinforzate longitudinali con le strutture trasversali del ponte tra le boccaporte
piattabanda dellanguilla

piattabanda della struttura trasversale del ponte

piatto " a diamante"

3.5.4

Rinforzi del ponte e delle coperture delle boccaporte Le strutture del ponte e delle coperture delle boccaporte devono essere adeguatamente rinforzate per sostenere i carichi trasmessi dagli angoli dei contenitori e dalle guide cellulari.

3.6
3.6.1

Struttura delle paratie

Strutture scatolari trasversali situate in corrispondenza delle paratie trasversali In corrispondenza delle paratie trasversali devono, in generale, essere sistemate strutture scatolari trasversali, al livello del doppio fondo e del ponte. 3.6.2 Travi rinforzate Le travi rinforzate delle paratie trasversali devono essere allineate con le anguille e i paramezzali corrispondenti. 3.6.3 Rinforzi in corrispondenza delle guide cellulari Le strutture delle paratie longitudinali o trasversali delimitanti la stiva che sostengono guide cellulari devono essere adeguatamente rinforzate per sostenere i carichi trasmessi dalle guide stesse.

36

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 2, Sez 2

4
4.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave
Sollecitazioni in acqua tranquilla

Tabella 2 : Livello i di contenitori - Forze in acqua tranquilla e dinerzia


Condiz. della nave Acqua tranquilla Nave diritta (moto di sussulto positivo) Nave inclinata (angolo di rollio negativo) Nota 1: g : Mi CFA : : a b Cond. di carico Forza in acqua tranquilla FS e dinerzia FW , in kN FS,i = Mig Nessuna forza dinerzia
F W ,X ,i = M i a X1 F W ,Z ,i = M i a Z1 in direzione x in direzione z

4.1.1

Deve essere considerato il momento torcente di progetto in acqua tranquilla indotto dalla disuniforme distribuzione del carico, dai liquidi di consumo e dalla zavorra. In assenza di pi precise valutazioni fornite dal Progettista, tale momento deve essere ottenuto, in ogni sezione trasversale della trave nave, in kN.m, dalla seguente formula:
M SW, T = 31 ,4 F T STB

c d
F W ,Y ,i = M i C FA a Y2 in direzione y F W ,Z ,i = M i C FA a Z2 in direzione z

dove: FT : fattore di distribuzione definito in Tab 1 in funzione della coordinata x della sezione trasversale della trave nave, rispetto al sistema di coordinate di riferimento definito in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4], : numero di pile di contenitori nella larghezza B, : numero di strati di contenitori nella stiva del carico in mezzeria nave (esclusi, quindi, i contenitori trasportati sul ponte o sulle coperture delle boccaporte).

S T

aX1, aZ1

Se il valore del momento torcente MSW,T ottenuto dalla precedente formula maggiore di 49000 kN.m, la Societ pu richiedere che tale momento torcente sia calcolato dal Progettista mediante analisi pi precise. Tabella 1 : Fattore di distributione FT
Posizione della sezione trasversale della nave 0 x < 0,5L 0,5L x L Fattore di distribuzione FT x/L (1- x / L)

aY2, aZ2

accelerazione di gravit, in m/s2: g = 9,81 m/s2, massa, in t, del contenitore considerato situato al livello i, fattore di combinazione, da assumere uguale a: CFA = 0,7 per la condizione di carico c CFA = 1,0 per la condizione di carico d accelerazioni, in m/s2, calcolate nel baricentro del contenitore per condizioni di nave diritta e definite in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4], accelerazioni, in m/s2, calcolate nel baricentro del contenitore per condizioni di nave inclinata e definite in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4]

Figura 7 : Livelli di contenitori in una pila Rizzaggio al livello N


Contenitore al livello N

4.2
4.2.1

Forze agenti sui contenitori


Forze in acqua tranquilla e dinerzia agenti su un contenitore

Rizzaggio al livello i Contenitore al livello i Rizzaggio al livello i - 1

Le forze in acqua tranquilla e dinerzia agenti su un contenitore situato al livello i, come specificato in Fig 7, devono essere calcolate sulla base delle forze specificate, in kN, in Tab 2. Quando sono sistemati contenitori vuoti sulla sommit della pila, le pressioni e le forze interne devono essere calcolate considerando la massa dei contenitori vuoti uguale a: 0,14 volte la massa di un contenitore pieno, in caso di contenitori in acciaio, 0,08 volte la massa di un contenitore pieno, in caso di contenitori in alluminio,

Rizzaggio al livello 2 Contenitore al livello 2 Rizzaggio al livello1 Contenitore al livello 1

Regolamenti RINA 2005

37

Parte E, Cap 2, Sez 2

4.2.2 Forze del vento agenti su un contenitore Le forze dovute alleffetto del vento, agenti su un contenitore stivato sul ponte al livello i della pila, devono essere ottenute, in kN, dalle seguenti fomule: in direzione x: Fx,wind,i = 1,2hCbC in direzione y: Fy,wind,i = 1,2 hClC dove: hC : altezza, in m, di un contenitore,

conto del numero di pile al livello considerato (vedere esempio in Fig 8). Figura 8 : Distribuzione delle forze del vento nel caso di pile aventi altezze diverse
F wind distribuita su 3 pile y, F wind distribuita su 4 pile y, F wind distribuita su 5 pile y, F wind distribuita su 5 pile y,

: dimensioni, in m, della pila di contenitori,rispettivamente nelle direzioni longitudinale e trasversale della nave. Tali forze agiscono solamente sulla pila esposta allazione del vento. Nel caso di M pile, affiancate e collegate tra loro, aventi la stessa altezza, le forze del vento devono essere distribuite sulle M pile. In caso di pile, affiancate e collegate tra loro, aventi diverse altezze, le forze del vento devono essere distribuite tenendo

lC, bC

4.2.3

Pile di contenitori

Le forze in acqua tranquilla, dinerzia e del vento, da considerarsi agenti nel baricentro di una pila di contenitori, e quelle trasmesse agli angoli di tale pila devono essere ottenute, in kN, come specificato in Tab 3.

Tabella 3 : Pile di contenitori - Forze in acqua tranquilla, dinerzia e del vento


Forza in acqua tranquilla FS e forza dinerzia e del vento FW, in kN, agenti su ciascuna pila di contenitori
N

Condizione della nave

Condizione di carico

Forza verticale in acqua tranquilla RS e forza dinerzia e del vento RW, in kN, trasmesse agli angoli di ciascuna pila di contenitori FS R S = ---4 Nessuna forza dinerzia

Acqua tranquilla
FS =

F
i=1

S ,i

Nave diritta (vedere Fig 9)

a b

Nessuna forza dinerzia in direzione x


N

F W ,X =

(F
i=1

W ,X ,i

+ F X ,wind ,i )

F W, Z N C h C F W, X R W ,1 = --------- + -----------------------4 4l C F W, Z N C h C F W, X R W ,2 = --------- ----------------------4 4l C

in direzione z
N

F W ,Z =

F
i=1

W , Z ,i

Nave inclinata (angolo di rollio negativo) (vedere Fig 10)

c e d

in direzione y
N

F W ,Y =

(F
i=1

W ,Y ,i

+ F Y ,wind ,i )

F W, Z N C h C F W, Y R W ,1 = --------- + -----------------------4 4b C F W, Z N C h C F W, Y R W ,2 = --------- ----------------------4 4b C

in direzione z
N

F W ,Z =

F
i=1

W , Z ,i

Nota 1: N : hC : lC , b C :

numero di contenitori in ciascuna pila, altezza, in m, di un contenitore, dimensioni, in m, della pila di contenitori, rispettivamente, nelle direzioni longitudinale e trasversale della nave.

38

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 2, Sez 2

4.2.4

Effetto delle guide cellulari

Quando sono sistemate guide cellulari per sostenere i contenitori entro le stive, i valori di RW,1 e RW,2 calcolati in accordo con [4.2.3] per condizioni di nave inclinata possono essere assunti non maggiori di (FW,Z / 4 + 160), a condizione che la sistemazione delle guide e delle travi trasversali, in accordo con [7.2], garantiscano il bloccaggio degli angoli dei contenitori. Altre sistemazioni possono essere accettate, a giudizio della Societ.

6.1.3 Gli interstizi non stagni tra i pannelli delle coperture delle boccaporte devono essere considerati come aperture non dotate di chiusura ai fini dei calcoli di stabilit allo stato integro e in allagamento. Le dimensioni dei suddetti interstizi devono essere il pi possibile contenute, in rapporto alla quantit dacqua che si prevede possa entrare nelle stive e alla capacit dellimpianto di sentina, nonch alla capacit e allefficienza operativa del sistema di protezione anti-incendio. In generale, comunque, tali interstizi devono essere minori di 50 mm. Figura 9 : Forze dinerzia e del vento - Condizioni di nave diritta

5
5.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessore del corso di fasciame sotto la cinta

5.1.1

Lo spessore del corso di fasciame sotto la cinta non pu essere minore di 0,7 volte quello della cinta stessa. 5.1.2 Spessore del corso di fasciame sotto il corso superiore delle travi scatolari longitudinali resistenti a torsione

Lo spessore del corso di fasciame sotto il corso superiore delle travi scatolari longitudinali resistenti a torsione non pu essere minore di 0,7 volte quello del suddetto corso superiore.

5.2

Travi rinforzate

5.2.1 I dimensionamenti delle travi rinforzate di navi di lunghezza superiore a 150 m devono essere analizzati in accordo con Parte B, Cap 7, App 3, come ritenuto necessario dalla Societ nei singoli casi.

6
6.1

Altre strutture
Coperture non stagne delle boccaporte sul ponte delle sovrastrutture

Figura 10 : Forze dinerzia e del vento - Condizioni di nave inclinata

6.1.1 Coperture non stagne possono essere sistemate sulle boccaporte dei ponti esposti che si trovano almeno due altezze standard di sovrastruttura al di sopra del ponte di bordo libero assunto in modo tale che a partire da esso possa essere calcolato un bordo libero risultante in un immersione non minore di quella corrispondente al bordo libero assegnato. Se una boccaporta situata interamente o in parte a proravia di 0,25L dalla perpendicolare avanti, la boccaporta pu essere dotata di coperture non stagne se appartiene a un ponte esposto che si trova almeno tre altezze standard di sovrastruttura al di sopra del ponte di bordo libero reale o assunto. Il ponte di bordo libero assunto utilizzato soltanto allo scopo di misurare laltezza del ponte al quale appartiene la boccaporta e pu essere un ponte reale o un ponte virtuale; in questultimo caso, tale ponte non pu essere utilizzato per lassegnazione del bordo libero. 6.1.2 Laltezza delle mastre delle boccaporte deve essere non minore di 600 mm.

6.1.4 Sistemi di scolo a labirinto, ghiotte o equivalenti devono essere realizzati in prossimit dei margini dei pannelli delle coperture in corrispondenza degli interstizi non stagni, in modo tale da minimizzare la quantit dacqua

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39

Parte E, Cap 2, Sez 2

che pu entrare nelle stive dei contenitori scorrendo sulla superificie superiore dei pannelli stessi. 6.1.5 I dimensionamenti dei pannelli delle coperture e delle sistemazioni di fissaggio alle strutture di supporto e alle mastre devono essere equivalenti a quelli richiesti per le coperture stagne e devono essere ottenuti in accordo con le prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 9, Sez 7.

relativi supporti deve essere approvato e verificato sulla base dei criteri di cui in [7.2] e [7.3].

7.2

Sistemazione delle guide cellulari fisse

7.2.1 Le guide verticali sono, in generale, costituite da angolari a lati uguali, aventi spessore non minore di 12 mm, estese per una altezza sufficiente a fornire un appoggio continuo ai contenitori. 7.2.2 Le guide devono essere collegate fra loro e alle strutture di supporto dello scafo per mezzo di travi trasversali e longitudinali che ne impediscano la deformazione sotto lazione delle forze trasmesse dai contenitori. In generale, lintervallo tra le travi trasversali di collegamento delle guide deve essere non maggiore di 5 m e la loro posizione deve coincidere per quanto possibile con quella dei blocchi dangolo dei contenitori (vedere Fig 12). Le travi trasversali devono essere vincolate logitudinalmente in uno o pi punti, in modo che la loro deformazione elastica dovuta allazione della spinta longitudinale dei contenitori, sia, in ogni punto, non maggiore di 20 mm.

7
7.1

Guide cellulari fisse


Generalit

7.1.1 I contenitori possono essere sistemati entro guide cellulari fisse, permanentemente collegate alle strutture dello scafo mediante saldatura, che impediscono lo spostamento e il ribaltamento dei contenitori stessi (vedere Fig 11). 7.1.2 Quando i contenitori sono tenuti in posizione da guide cellulari fisse, il dimensionamento di tali guide e dei

Figura 11 : Contenitori sistemati entro guide cellulari fisse

40

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 2, Sez 2

Figura 12 : Struttura tipica di guide cellulari


Guide cellulari

7.2.4 Lestremit superiore delle guide deve essere munita di un dispositivo atto a facilitare lentrata del contenitore. Tale dispositivo deve essere di costruzione robusta per resistere agli urti e agli sfregamenti.

7.3
Massimo 5 m
Squadre Travi trasversali A A

Criteri di resistenza

7.3.1 Le tensioni locali agenti negli elementi delle guide cellulari, delle travi trasversali e longitudinali e dei collegamenti con le strutture dello scafo devono essere minori dei seguenti valori: tensione normale: 150/k N/mm2, tensione tangenziale: 100/k N/mm2, tensione equivalente di von Mises: 175/k N/mm2, dove k il coefficiente dipendente dal materiale, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3].

8
Sezione A -A

Costruzione e prove
Dettagli strutturali speciali

8.1
7.2.3 Nella sistemazione dei contenitori allinterno delle guide, il gioco tra il contenitore e la guida deve essere non maggiore di 25 mm in senso trasversale e di 38 mm in senso longitudinale.

8.1.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.7] specifiche per le navi con notazione di servizio container ship.

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41

Parte E, Cap 2, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI

1
1.1

Navi portacontenitori con stive senza boccaporte

porte devono soddisfare le prescrizioni relative contenute nella pubblicazione IMO MSC/Circ.608/rev.1 Interim guidelines for open top container ships.

1.1.1 Limpianto di sentina e le sistemazioni di estinzione incendi delle navi portacontenitori con stive prive di bocca-

42

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 3

NAVI PER TRASPORTO DI BESTIAME VIVO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI RELATIVI AGLI SPAZI PER IL TRASPORTO DEL BESTIAME PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI

Regolamenti RINA 2005

43

Parte E, Cap 3, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3

1.1.1 La notazione di servizio livestock carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.2.6] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi per il trasporto di bestiame vivo.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti relativi agli spazi per il trasporto di bestiame vivo Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

(1) (1) Sez 4

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi per il trasporto di bestiame vivo.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi per il trasporto di bestiame vivo

Regolamenti RINA 2005

45

Parte E, Cap 3, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Sistemazioni generali
Sistemazione del bestiame

1.3

Mezzi di sfuggita e di accesso

1.1.1 Il bestiame deve essere trasportato chiuso entro recinti, di dimensioni adeguate al tipo di bestiame. In generale, la larghezza e la lunghezza dei recinti non possono essere maggiori rispettivamente di 4,5 m e 9 m. Il bestiame non pu essere trasportato sulle coperture delle boccaporte a meno che queste ultime non siano efficacemente protette.

1.3.1 Generalit Devono essere sistemati almeno due mezzi di sfuggita per le persone da ogni locale in cui il bestiame trasportato, distanti tra loro e che conducano a un ponte scoperto. Gli accessi ai locali per il bestiame devono essere sicuri per le persone. Se sono combinati con rampe utilizzate per spostare il bestiame tra i vari ponti, gli accessi per le persone devono essere separati da quelli per il bestiame per mezzo di recinzioni protettive. 1.3.2 Sistemazioni di chiusura Recinti, stalle e analoghe sistemazioni devono essere provviste di un mezzo di accesso per le persone dotato di sistemazioni di chiusura la cui resistenza strutturale deve essere considerata dalla Societ nei singoli casi. 1.3.3 Larghezza delle vie di passaggio Se, ai fini di una corretta e sicura condotta della nave, richiesto il passaggio tra i fianchi della nave e recinti, stalle o analoghe sistemazioni, la larghezza di tale passaggio deve essere non minore di 550 mm, misurata al netto tra le ringhiere o i parapetti della nave e le ringhiere o contenitori dei recinti, delle stalle o delle analoghe sistemazioni.

1.2

Sistemazione dei compartimenti destinati al trasporto del bestiame


Generalit

1.2.1

Le prescrizioni del presente sottoarticolo si applicano alla sistemazione dei compartimenti destinati al trasporto del bestiame. Quando ritenuto necessario dalla Societ, tali compartimenti possono dover essere adattati o integrati in funzione del tipo di animali di cui si prevede il trasporto. 1.2.2 Protezione del bestiame

Devono essere adottate sistemazioni che proteggano il bestiame da ferite, sofferenze evitabili ed esposizione alle intemperie, al mare o a parti dello scafo a elevata temperatura. 1.2.3 Sistemazione del bestiame

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

Il bestiame non pu essere n trasportato, n caricato per il trasporto, in zone della nave in cui il bestiame stesso, le relative attrezzature e le sistemazioni per il trasporto possano: ostruire laccesso ai locali di alloggio o di lavoro necessari per il sicuro funzionamento della nave o la sfuggita dalle stive o dai locali sottostanti, interferire con le sistemazioni di salvataggio o di protezione anti-incendio, interferire con le apparecchiature di sondaggio delle cisterne o di pompaggio dalle sentine, interferire con la movimentazione dei mezzi di chiusura, limitare la funzionalit della aperture per lo scarico di grandi masse, interferire con lilluminazione o la ventilazione di altre parti della nave, interferire con la corretta condotta della nave.

2.1.1 Generalit La stabilit per le condizioni di caricazione definite nel manuale di stabilit e assetto deve soddisfare le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 2. 2.1.2 Criteri addizionali Nel caso in cui si applichino Norme nazionali o internazionali, la Societ pu applicare le Norme dello Stato in cui la nave registrata o in cui effettua servizio.

2.2

Stabilit in condizioni di avaria

2.2.1 Generalit Le navi di lunghezza superiore o uguale a 80 m devono soddisfare le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 3.

3
3.1

Robustezza della trave nave


Applicabilit

3.1.1 In generale, i ponti e i copertini situati al di sopra del ponte di resistenza e utilizzati per il trasporto del bestiame non possono essere tenuti in conto nel calcolo del modulo di resistenza della trave nave.

46

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 3, Sez 2

4
4.1

Dimensionamenti dello scafo


Dimensionamenti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate
Elementi strutturali rimovibili o rientranti al di sopra del ponte di resistenza

stoccaggio e la distribuzione del bestiame sui ponti o sui copertini della nave, non sono oggetto di classe. Nonostante ci, quando la sicurezza della nave pu essere compromessa da uneventuale cedimento strutturale dei suddetti elmenti, questi ultimi devono essere verificati in accordo coi criteri in Parte B, Capitolo 7 o Parte B, Capitolo 8, come applicabili. In tal caso, i dimensionamenti delle barriere che circondano ogni recinto devono tener conto dei carichi applicati dal bestiame a causa dei moti di rollio e di beccheggio della nave.

4.1.1

In generale, gli elementi strutturali rimovibili o rientranti situati al di sopra del ponte di resistenza, e utilizzati per lo

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47

Parte E, Cap 3, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI RELATIVI AGLI SPAZI PER IL TRASPORTO DEL BESTIAME

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.2.2

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano agli impianti delle navi con notazione di servizio livestock carrier in relazione alla: fornitura alimenti, acqua ed aria al bestiame, pulizia degli spazi occupati dal bestiame, drenaggio dei rifiuti organici prodotti dal bestiame.

Portata dellimpianto di ventilazione meccanica La portata dellimpianto di ventilazione meccanica non deve essere inferiore a: 20 ricambi daria allora per gli spazi chiusi, 15 ricambi daria allora per ciascuno spazio parzialmente chiuso, in base al volume lordo dello spazio, avendo dedotto, se applicabile, il volume di ogni cassa o condotta in quello spazio.
Nota 1: Qualora laltezza netta dello spazio sia inferiore a 2,30 m, la Societ pu richiedere un numero pi alto di ricambi daria, con un massimo di: 30 ricambi allora per gli spazi chiusi, 22,5 ricambi allora per gli spazi parzialmente chiusi.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati nella Tab 1.

2
2.1

Progetto degli impianti


Generalit

2.1.1 Gli impianti di tubolature coperti dalla presente Sezione devono essere progettati, costruiti e provati in accordo con le prescrizioni applicabili in Parte C, Cap 1, Sez 10.

2.2.3 Ventilatori a) I circuiti di ventilazione devono essere alimentati da almeno due ventilatori indipendenti, ciascuno dei quali con una portata tale da mantenere la ventilazione normale di tutti gli spazi con un ventilatore non funzionante. b) I ventilatori azionati da motori elettrici devono essere considerati ausiliari essenziali. La loro alimentazione elettrica deve essere in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 2, Sez 3.

2.2
2.2.1

Impianto di ventilazione
Generalit

2.3
2.3.1

Impianti per il mangime e lacqua dolce


Generalit

Deve essere previsto un impianto di ventilazione meccanica per gli spazi seguenti contenenti bestiame: spazi chiusi, spazi parzialmente chiusi muniti di recinti che si estendono per pi di un livello di ponti con una larghezza maggiore di 20 m,

a) Gli spazi utilizzati per il bestiame devono avere contenitori per nutrire ed abbeverare gli animali. b) La capacit di ciascun contenitore deve essere non inferiore al 33% del consumo giornaliero degli animali da esso serviti, a meno che non vi sia un impianto dalimentazione automatico.

Tabella 1 : Documenti da inviare


No. 1 2 3 4 (1) Descrizione del documento (1) Schema dellimpianto di ventilazione con indicazione del volume lordo degli spazi chiusi Schema degli impianti per limmagazzinamento e la distribuzione del mangime e dellacqua Schema dellimpianto dellacqua per la pulizia Schema dellimpianto di drenaggio

Gli schemi devono comprendere, se applicabile: gli impianti di comando e controllo (locali e a distanza) e gli impianti dautomazione, le istruzioni per il funzionamento e la manutenzione dellimpianto in questione (per informazione).

48

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 3, Sez 3

2.3.2 Impianto dacqua dolce a) Limpianto dacqua dolce per gli spazi del bestiame deve essere totalmente indipendente dallimpianto dacqua dolce che serve i locali dellequipaggio. b) Tutti gli spazi per il bestiame devono essere provvisti di sistema di distribuzione dellacqua dolce. c) Limpianto dacqua dolce deve comprendere almeno: una pompa principale di alimentazione, di capacit sufficiente a fornire acqua dolce con continuit al bestiame, una pompa di riserva avente almeno la stessa portata.
Nota 1: Quando limpianto di alimentazione dellacqua non automatico, la pompa di riserva pu essere sostituita con una pompa portatile che possa essere collegata rapidamente ad almeno una cisterna di acqua dolce.

b) Limpianto di drenaggio che serve gli spazi utilizzati per il trasporto del bestiame deve essere indipendente da ogni altro impianto di tubolature che serva altre parti della nave ed in particolare limpianto di sentina. 2.5.2 Materiali I tubi e gli altri componenti dellimpianto di drenaggio devono essere di materiali resistenti alla corrosione che potrebbe essere provocata dalle sostanze scaricate. 2.5.3 Tubi di drenaggio e di scarico a) Gli scarichi dagli spazi utilizzati per il trasporto del bestiame sono soggetti alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [8]. b) I canali di drenaggio e le parti superiori dei tubi di drenaggio devono essere coperti da una grata, quando necessario. c) I tubi di drenaggio dagli spazi utilizzati per il trasporto del bestiame devono scaricare entro casse di raccolta, pozzetti o fuori bordo.
Nota 1: Gli scarichi fuori bordo sono soggetti alle prescrizioni della MARPOL Annex IV - Regulations for the Prevention of Pollution by Sewage. Vedere anche Parte F, Cap 7, Sez 1.

d) Qualora la mandata dacqua sia automatica, gli abbeveratoi devono essere forniti di: mezzi per il controllo automatico del livello dellacqua, dispositivi che impediscano il ritorno dellacqua dagli abbeveratoi nei depositi dellacqua dolce.

2.4

Impianto di lavaggio

d) Devono essere previsti mezzi per arrestare lo scarico fuori bordo quando la nave in porto. 2.5.4 Casse di raccolta a) Le casse di raccolta devono essere munite di mezzi per indicare visivamente la quantit del loro contenuto. b) Le casse e i pozzetti di drenaggio devono essere accessibili dal di fuori dei recinti degli animali per ispezione e pulizia. 2.5.5 Pompe ed eiettori Le pompe e gli eiettori che servono le casse o i pozzetti di raccolta devono avere la capacit di convogliare sostanze semisolide.

2.4.1 Deve essere previsto un impianto di lavaggio ad acqua munito dei collegamenti appropriati per lavare gli spazi occupati dal bestiame.

2.5

Impianto di drenaggio

2.5.1 Generalit a) Ogni spazio utilizzato per il trasporto del bestiame deve essere munito di un tubo o canale di scolo di dimensioni sufficienti per drenare i rifiuti organici e gli scarichi di lavaggio.

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49

Parte E, Cap 3, Sez 4

SEZIONE 4

PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 La presente Sezione contiene prescrizioni specifiche per lestinzione degli incendi negli spazi adibiti al trasporto di bestiame, per navi con la notazione di servizio livestock carrier. Tali prescrizioni sono in aggiunta a quelle date in Parte C, Capitolo 4.

2.1.2 Devono essere sistemate manichette per: ciascuna presa da incendio sistemata in uno spazio chiuso, e per ogni 50 m di lunghezza, o frazione, di area di ponte scoperto. 2.1.3 Le manichette devono essere sistemate in posizioni ben visibili, vicino alle prese da incendio, e vicino agli ingressi dei vari locali.

2.2
2.2.1

Sistemi antincendio addizionali

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati in Tab 1.

2
2.1

Sistemazioni antincendio
Manichette

Spazi per il bestiame contenenti fieno o paglia Se fieno o paglia sono caricati o adoperati negli spazi per il trasporto del bestiame, deve essere previsto uno dei seguenti impianti antincendio: un impianto antincendio ad acqua fisso, o estintori ad acqua portatili distanziati fra loro di non pi di 18 m; uno di tali estintori deve essere sistemato in prossimit dellingresso dello spazio in questione. 2.2.2 Spazi per il trasporto del bestiame contenenti apparecchiature elettriche diverse dagli impianti dilluminazione Se in uno spazio chiuso per il trasporto del bestiame sono sistemate apparecchiature elettriche diverse da quelle di cui alla Parte C, Cap 2, Sez 10, [2], devono essere sistemati mezzi antincendio che siano adatti a tali apparecchiature.

2.1.1 Il numero e la posizione delle prese da incendio devono essere tali che almeno due getti dacqua non provenienti dalla stessa presa da incendio possano raggiungere qualsiasi parte degli spazi destinati al bestiame. Almeno uno di questi getti deve provenire da ununica lunghezza di manichetta.

Tabella 1 : Documenti da inviare


No. 1 2 Descrizione del documento Disegno con lindicazione della posizione delle apparecchiature antincendio sistemate negli spazi adoperati per il trasporto del bestiame Specifica delle sistemazioni antincendio

50

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 4

NAVI PORTARINFUSA

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 APPENDICE 1

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT MACCHINARI CRITERI DI STABILIT ALLO STATO INTEGRO PER CARICAZIONE DI GRANAGLIE

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51

Parte E, Cap 4, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Tabella 1 (1/1/2003)
Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi Stabilit allo stato integro per il trasporto di grano (1) Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) (1) (1) App 1

1.1.1 La notazione di servizio bulk carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.2] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da carico di tipo portarinfusa (bulk carriers).

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portarinfusa.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portarinfusa

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53

Parte E, Cap 4, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit
(1/7/2001)

Comunque, essi devono essere evitati nelle zone dove potrebbero verificarsi alte sollecitazioni di taglio.

1.1.1

2.2

Le prescrizioni di cui in Sez 2 e Sez 3 si applicano alle navi con un ponte, con fianchi a singolo o doppio fasciame, con doppio fondo e con casse longitudinali alte e basse, destinate prevalentemente al trasporto di carichi secchi alla rinfusa. Sezioni maestre tipiche sono illustrate in Fig 1. Una nave portarinfusa a scafo non a doppio fasciame una nave portarinfusa nella quale una o pi stive del carico sono delimitate solo dal fasciame del fianco o da due delimitazioni stagne all'acqua, una delle quali il fasciame del fianco, che distano meno di 1000 mm in almeno una posizione. La distanza tra le due delimitazioni stagne all'acqua deve essere misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. L'applicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di nave considerata nei singoli casi dalla Societ. Figura 1 : Navi portarinfusa Struttura del fianco a singolo e doppio fasciame

Sistemazione degli accessi alle stive del carico


Mezzi daccesso

2.2.1

Per quanto praticabile, mezzi daccesso permanenti o mobili e conservati a bordo devono essere previsti per assicurare unadeguata sorveglianza e manutenzione delle stive del carico e, in particolare, della parte inferiore delle costole del fianco nelle stive del carico. 2.2.2 Boccaportelli daccesso a grandi stive del carico

Se sono usati boccaportelli separati come accesso alle scale, come richiesto in [2.2.3], ciascun boccaportello deve avere una luce libera di almeno 600mm x 600mm. Quando laccesso ad una stiva del carico attraverso la boccaporta di carico, lestremit superiore della scala deve essere sistemata il pi vicino possibile alla mastra della boccaporta. Gli accessi e le scale devono essere sistemati in modo tale che il personale equipaggiato con autorespiratori possa facilmente entrare nella ed uscire dalla stiva del carico. Le mastre di boccaportelli aventi unaltezza maggiore di 900 mm devono avere gradini allesterno in congiunzione con la scala di stiva. 2.2.3 Scale entro grandi stive del carico

2
2.1

Sistemazioni generali
Sistemazione degli accessi al doppio fondo e alle gallerie tubi
Mezzi daccesso

Ciascuna stiva del carico deve essere provvista di almeno due scale distanziate longitudinalmente il massimo possibile. Tali scale devono possibilmente essere disposte diagonalmente, cio una scala vicino alla paratia prodiera a sinistra nave, laltra vicino alla paratia poppiera a dritta, rispetto al piano di simmetria della nave. Le scale devono essere progettate e sistemate in modo tale da minimizzare il rischio di danni da parte delle attrezzature di manovra del carico. Possono essere consentite scale verticali purch siano sistemate una sopra laltra in linea con altre scale alle quali esse formano accesso e siano previste posizioni di sosta ad intervalli non superiori a 9 metri. Gallerie attraversanti le stive del carico devono essere dotate di scale oppure di gradini a ciascuna estremit della stiva cosicch il personale possa scavalcare tali gallerie. Quando fosse necessario lavorare entro una stiva del carico in preparazione della caricazione, devono essere prese in considerazione sistemazioni atte ad un maneggio in sicurezza di ponteggi e piattaforme mobili.

2.1.1

Devono essere previsti adeguati mezzi daccesso al doppio fondo e alla galleria tubi. 2.1.2 Passi duomo sul cielo del doppio fondo, nei madieri e nei paramezzali

I passi duomo tagliati sul cielo del doppio fondo devono distare dal cassonetto inferiore della paratia trasversale, o dalla paratia in assenza di cassonetto, non meno di un intervallo fra i madieri. Il posizionamento e le dimensioni dei passi duomo nei madieri e paramezzali devono essere determinati in modo da facilitare laccesso al doppio fondo e la sua ventilazione.

54

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
D1 : Distanza, in m, dalla linea di costruzione al ponte di bordo libero in corrispondenza della murata, in mezzeria nave (vedere Fig 13) : Altezza, in m, del doppio fondo : Altezza media, in m, del cassonetto inferiore, misurata dal cielo del doppio fondo : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Sovraspessore di corrosione in mm, definito in Parte B, Cap 4, Sez 2, Tab 2 : Campata, in m, delle costole, vedere [3.2.3] : Altezza, in mm, dellanima delle costole, vedere [3.2.3] : Campata, in m, delle corrugazioni delle paratie trasversali stagne corrugate verticalmente, vedere [3.5.2] : Intervallo delle corrugazioni, in m, vedere Fig 5 : Tensione minima di snervamento del materiale, in N/mm2, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 2,06.105 N/mm2 per gli acciai in genere E = 1,95.105 N/mm2 per gli acciai inossidabili B : Densit, in t/m3, del carico secco alla rinfusa; devono essere assunti, in generale, i seguenti valori: = 3,0 t/m3 per il minerale di ferro = 1,3 t/m3 per il cemento : Angolo di natural declivio, in gradi, del carico secco alla rinfusa; in assenza di pi precise valutazioni si possono assumere i seguenti valori: = 30 in generale

1
1.1

Generalit
Manuale di caricazione e strumento per il controllo della caricazione

hDB hLS k tC

1.1.1 Le navi con notazione di servizio bulk carrier ESP di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2.

2
2.1

Stabilit
Definizioni

l
d

lC
sC ReH E

2.1.1 Granaglie Il termine granaglie comprende frumento, mais (granoturco), avena, segala, orzo, riso, legumi, sementi e forme lavorate di ci, il cui comportamento simile a quello del grano al suo stato naturale. 2.1.2 Compartimenti pieni stivati Il termine compartimento pieno stivato si riferisce ad ogni spazio per il carico nel quale, a caricazione e stivaggio ultimati in accordo all App 1, le granaglie alla rinfusa sono al loro pi alto livello possibile. 2.1.3 Compartimenti pieni non stivati Il termine compartimento pieno non stivato si riferisce ad uno spazio del carico che pieno al massimo livello possibile in corrispondenza dellapertura della boccaporta, ma che non stato stivato al di l della periferia dellapertura della boccaporta. 2.1.4 Compartimenti riempiti parzialmente Il termine compartimento riempito parzialmente si riferisce ad ogni spazio per il carico dove le granaglie alla rinfusa non sono state caricate come prescritto in [2.1.2] o [2.1.3]. 2.1.5 Fattore di stivaggio Il termine fattore di stivaggio, allo scopo di calcolare il momento inclinante delle granaglie dovuto allo spostamento delle stesse, indica il volume per unit di peso del carico come indicato dai servizi di carico, cio non viene dato credito allo spazio perso quando lo spazio del carico riempito nominalmente. 2.1.6 Compartimenti specialmente idonei Il termine compartimento specialmente idoneo si riferisce ad uno spazio per il carico avente almeno due divisioni longitudinali verticali o inclinate, stagne alle granaglie che coincidono con le anguille ai lati delle boccaporte oppure sono posizionate in modo tale da limitare leffetto di qualunque spostamento trasversale delle granaglie stesse. Se inclinate, le divisioni devono avere uninclinazione non inferiore a 30 sullorizzontale.

= 35 per il minerale di ferro = 25 per il cemento hF, zF : Densit dellacqua di mare, t/m3 : Battente di allagamento e sua distanza dalla linea di costruzione, in m, definiti in [4.6.3] per le paratie trasversali e in [4.7.3] per il doppio fondo : Altezza della superficie di compenso del carico secco alla rinfusa e sua distanza dalla linea di costruzione, in m, definite in [4.6.4] per le paratie trasversali e in [7.2.6] per il doppio fondo : Accelerazione di gravit, in m/s2, da assumere uguale a 9,81 m/s2.

hB, zB

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55

Parte E, Cap 4, Sez 3

2.2

Stabilit allo stato integro

maniera descritta in App 1 e nella Fig 1, dei momenti sbandanti dovuti allo spostamento delle granaglie: langolo di sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie non deve risultare maggiore di 12 ovvero dellangolo al quale si verifica limmersione del ponte a murata, se minore; nel diagramma di stabilit statica, larea netta o residua fra la curva dei bracci sbandanti e la curva dei bracci raddrizzanti fino allangolo di sbandamento corrispondente alla massima differenza fra le ordinate delle due curve, ovvero 40 o langolo di allagamento, scegliendo il valore minore, deve risultare in tutte le condizioni di carico non inferiore a 0,075 m.rad; laltezza metacentrica trasversale iniziale, corretta per leffetto degli specchi liberi dei liquidi nelle casse cisterne, come specificato nella Parte B, Cap 3, Sez 2, [4], non deve risultare inferiore a 0,30 m.

2.2.1 Generalit La stabilit della nave per le condizioni di carico in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.5] deve soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, Sez 2. In aggiunta, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [2.2.2] e [2.2.3]. Libretto di stabilit per caricazione di granaglie Devono essere disponibili a bordo informazioni, sotto forma di fascicolo stampato, che permettano al Comandante di assicurarsi che la nave soddisfi alle norme di stabilit indicate nei Regolamenti, in caso di caricazioni di granaglie alla rinfusa. Tale fascicolo comunemente denominato Libretto di stabilit per caricazione di granaglie e deve contenere le seguenti informazioni: caratteristiche principali della nave; dislocamento della nave vacante e lordinata del centro di gravit (KG) della nave vacante rispetto alla L.C; tabella delle correzioni per gli specchi liberi dei liquidi; capacit e centri di gravit; curva o tabella degli angoli di allagamento, se minori di 40, per tutti i dislocamenti ammissibili; curve o tabelle delle carene diritte adeguate al campo dimmersioni operative; curve delle carene inclinate trasversalmente, sufficienti per gli scopi relativi ai requisiti in [2.2.3] e comprendenti le curve a 12 e 40; curve o tabelle dei volumi, ordinate dei centri di volume e momenti sbandanti volumetrici assunti per ogni stiva, completamente o parzialmente piene, oppure ogni combinazione di ci, incluso leffetto di divisioni temporanee; tabelle o curve dei massimi momenti sbandanti ammissibili per vari dislocamenti e varie ordinate del centro di gravit che permettano al Comandante di dimostrare la conformit con le prescrizioni specificate in [2.2.3]; istruzioni per la caricazione in forma di note riassumenti le prescrizioni del presente Regolamento; un esempio dettagliato per guida del Comandante; condizioni di carico tipiche di servizio, partenza e arrivo, e, se necessario, le peggiori condizioni di servizio intermedie. Si raccomanda che le condizioni di carico siano preparate per almeno tre fattori di stivaggio rappresentativi. Il Libretto di stabilit per caricazione di granaglie pu essere preparato nella lingua, o lingue, ufficiale(i) dellAmministrazione del Paese emittente; se la lingua usata non n inglese n francese, il testo deve comprendere una traduzione in una di queste lingue. 2.2.3 Criteri di stabilit allo stato integro per caricazione di granaglie Le caratteristiche di stabilit allo stato integro di qualunque nave trasportante granaglie alla rinfusa devono essere dimostrate soddisfacenti, per tutta la durata del viaggio, ad almeno i seguenti criteri dopo aver tenuto conto, nella 2.2.2

A caricazione ultimata, il Comandante deve assicurarsi che la nave sia diritta prima di uscire in mare.

2.3

Stabilit in allagamento

2.3.1 Generalit Navi portarinfusa di lunghezza superiore od uguale a 80 m sono soggette al metodo probabilistico riportato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.3] e devono soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, App 3. 2.3.2 Bordo libero ridotto Navi portarinfusa di lunghezza maggiore di 100 m, a cui sia stato assegnato un bordo libero ridotto come permesso dalla regola 27 della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966, come indicato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.2] devono soddisfare alle prescrizioni specificate nella Parte B, Cap 3, App 4. Pertanto la verifica dellottemperanza delle prescrizioni di cui in [2.3.1] non richiesta. 2.3.3 Prescrizioni addizionali per navi portarinfusa con fianchi a fasciame singolo di lunghezza superiore od uguale a 150 m Le prescrizioni specificate in [2.3.4] a [2.3.6] si applicano a navi portarinfusa con fianchi a fasciame singolo, di lunghezza superiore od uguale a 150 m, destinate alla caricazione di carichi alla rinfusa aventi una massa volumica alla rinfusa a secco pari a 1,0 t/m3, o maggiore. Navi che soddisfano le prescrizioni di cui in [2.3.2] non devono soddisfare le prescrizioni di cui in [2.3.4] a [2.3.6]. 2.3.4 Allagamento delle stive del carico Le navi portarinfusa specificate in [2.3.3], se caricate al bordo libero estivo, devono essere in grado di sopportare lallagamento di una qualunque stiva del carico in ogni condizione di carico e rimanere galleggianti in soddisfacenti condizioni di equilibrio come specificato in [2.3.5]. 2.3.5 Criteri dallagamento Dopo lallagamento, la nave deve soddisfare alle prescrizioni della Parte B, Cap 3, App 4. Lallagamento assunto deve tener conto soltanto dellallagamento dello spazio delle stive del carico, considerando i valori di permeabilit specificati in [2.3.6].

56

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 1 : Diagramma di stabilit

curva dei bracci raddrizzanti

bracci raddrizzanti

angolo di sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie stabilit dinamica residua A

curva dei bracci sbandanti dovuta allo spostamento trasversale della granaglia che pu essere approssimata dalla linea retta AB B

l0
0

l40
40 angolo di sbandamento, in gradi

2.3.6

Ipotesi relative allallagamento

La permeabilit di una stiva carica deve essere assunta pari a 0,9, a meno che una permeabilit relativa ad un particolare carico venga assunta per il volume di una stiva allagata occupato dal carico e una permeabilit di 0,95 venga assunta per il rimanente volume vuoto della stiva. Nellultimo caso, devono essere assunte le permeabilit e i corrispondenti pesi specifici del carico specificate in [4.4.2]. La permeabilit di una stiva vuota deve essere assunta pari a 0,95.

casi. In tal caso, comunque, lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 2 volte lintervallo di ossatura. 3.1.3 Madieri in corrispondenza delle paratie trasversali

Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri in corrispondenza delle paratie trasversali e delle travi rinforzate delle gallerie tubi devono essere non minori di quelle richieste per il fasciame delle paratie o, nel caso sia previsto un cassonetto inferiore, del fasciame laterale del cassonetto.

3
3.1

Criteri di progetto delle strutture


Strutture del doppio fondo
Doppio fondo a struttura longitudinale

3.2
3.2.1

Strutture dei fianchi a singolo fasciame


Generalit

3.1.1

Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse laterali basse devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.1.2 Doppio fondo a struttura longitudinale

I fianchi allinterno delle casse longitudinali alte e basse devono in generale essere a struttura longitudinale. Possono essere a struttura trasversale quando tale struttura adottata per il doppio fondo e il ponte, in accordo rispettivamentecon [3.1.2] e [3.4.1] . 3.2.2 Intervallo delle costole (1/7/2001)

In generale, l'intervallo delle costole nelle stive del carico delimitate solo dal fasciame del fianco deve essere non superiore ai valori ottenuti, in m, dalle seguenti formule:
L s = 0, 6 + --------320 L s = 0, 9 + 1, 25 --------- 100
0, 25

per L < 90 m per L 90 m

Il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse laterali basse possono essere a struttura trasversale nella navi di lunghezza minore di o uguale a 120 m, quando questa soluzione ritenuta accettabile dalla Societ nei singoli

3.2.3

Campata delle costole e altezza dellanima

La campata delle costole l e laltezza dellanima d devono essere misurate come indicato in Fig 2.

Regolamenti RINA 2005

57

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 2 : Geometria delle costole e delle squadre di estremit


Cassa longitudinale alta
0,5d Z BB r

3.2.7

Sezione B -B
0,25l d

(in generale)

Squadre di collegamento entro le casse laterali basse e alte Devono essere sistemate squadre di collegamento entro le casse laterali basse e alte, come indicato in Fig 3, in modo tale da garantire continuit strutturale alle estremit delle costole. Figura 3 : Collegamento con le squadre entro le casse laterali basse e alte

0,125l r Z AA

l
0,25l

Sezione A -A Cassa longitudinale bassa


"SOFT TOE"

3.2.4 Costole a sezione simmetrica La sezione delle costole deve essere simmetrica e integrare, alle estremit inferiore e superiore, squadre sagomate con soft toes in modo tale da evitare punti rigidi ai piedi delle squadre stesse. Il rapporto tra laltezza e lo spessore dellanima deve essere non maggiore di 60 k0,5. La larghezza della piattabanda a sbalzo rispetto allanima deve essere non maggiore di 10 k0,5 volte lo spessore della piattabanda stessa. Le estremit della piattabanda devono essere smentate. Il raccordo tra la piattabanda delle costole e quella delle squadre deve essere circolare (non a spigolo). Il raggio di curvatura, vedere Fig 2, deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
0, 4b f r = -------------tf
2

3.2.8 Squadre anti-instabilit Entro la stiva pi a prua, le costole a sezione non simmetrica devono essere provviste di squadre inclinate anti-instabilit, posizionate ogni due costole, come indicato in Fig 4. Entro le altre stive, le costole a sezione non simmetrica devono essere provviste di squadre inclinate anti-instabilit, posizionate ogni due costole, se laltezza d dellanima maggiore di 600 mm o la campata l maggiore di 6 m. Figura 4 : Squadre anti-instabilit

dove bf e tf sono, rispettivamente, la larghezza e lo spessore della piattabanda in mm. 3.2.5 Costole a sezione non simmetrica Nella navi di lunghezza minore di 190 m, la sezione delle costole in acciaio ordinario pu essere non simmetrica e le squadre di estremit possono essere saldate alle costole. La piattabanda delle squadre deve essere smentata a entrambe le estremit. Le squadre devono essere sagomate con soft toes in modo tale da evitare punti rigidi ai piedi delle squadre stesse. Il rapporto tra laltezza e lo spessore dellanima deve essere non maggiore di 50 k0,5. La larghezza della piattabanda a sbalzo rispetto allanima deve essere non maggiore di 10 k0,5 volte lo spessore della piattabanda stessa. 3.2.6 Squadre alle estremit inferiore e superiore Il modulo di resistenza di ogni squadra di estremit o che sia parte integrante della costola, calcolato, con una striscia di fasciame associato in accordo con Parte B, Cap 4, Sez 3, [3.3], alle estremit della campata l (sezioni AA e BB in Fig 2), deve essere non minore di due volte il modulo di resistenza richiesto per la costola a met campata in Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi. Le dimensioni delle squadre alle estremit inferiore e superiore devono essere non minori di quelle indicate in Fig 2.

3.3

Strutture dei fianchi a doppio fasciame

3.3.1 Generalit I fianchi allinterno delle casse laterali alte e basse devono in generale essere a struttura longitudinale. Possono essere a struttura trasversale quando tale struttura adottata per il doppio fondo e il ponte, in accordo rispettivamente con [3.1.2] e [3.4.1] . 3.3.2 Strutture rinforzate dei fianchi Lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

58

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

In ogni caso, le strutture rinforzate trasversali dei fianchi devono essere allineate con quelle delle casse laterali basse e alte.

dallestremit superiore del cassonetto inferiore non minore di 0,15lC. Gli spessori della parte intermedia delle corrugazioni, considerati nellapplicazione delle disposizioni di cui in [3.5.10] e [7.1.3], devono essere mantenuti per una distanza dal ponte (se non c cassonetto superiore) o dallestremit inferiore del cassonetto superiore non maggiore di 0,3lC. Il modulo di resistenza della corrugazione, nella rimanente parte superiore della paratia, deve essere non minore del 75% di quello richiesto per la parte intermedia, corretto eventualmente per una diversa tensione minima di snervamento del materiale. Figura 5 : Geometria delle corrugazioni

3.4
3.4.1

Strutture del ponte

Zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e lamiere inclinate delle casse laterali alte Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, la zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e le lamiere inclinate delle casse laterali alte devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo delle strutture rinforzate nelle casse laterali alte deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.4.2 Zona del ponte entro la linea delle boccaporte

La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. Il collegamento della zona laterale del ponte di resistenza con la zona di ponte tra le boccaporte deve essere assicurato da una lamiera di spessore intermedio. Collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte Un adeguato collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di strutture trasversali o squadre addizionali allinterno delle casse laterali alte. 3.4.4 Struttura delle casse laterali alte Le strutture delle casse laterali alte devono estendersi il pi possibile allinterno della zona dellapparato motore e devono essere adeguatamente rastremate. 3.4.3
A

CL
C

j 55

tw SC tF

3.5.2

Campata delle corrugazioni

La campata lC delle corrugazioni deve essere assunta uguale alla distanza specificata in Fig 6. Ai fini della definizione di lC, lestremit inferiore del cassonetto superiore non pu essere assunta ad una distanza dal ponte in mezzeria maggiore di: 3 volte laltezza delle corrugazioni, in generale, 2 volte laltezza delle corrugazioni, nel caso di cassonetti superiori a sezione rettangolare. 3.5.3 Cassonetto inferiore (1/7/2001)

3.5

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

3.5.1 Generalit (1/7/2004) Nelle navi di lunghezza uguale o superiore a 190 m, le paratie trasversali stagne corrugate verticalmente devono essere dotate di un cassonetto inferiore e, in generale, di un cassonetto superiore posto sotto il ponte della nave. Nelle navi di minori dimensioni, le corrugazioni si possono estendere dal cielo del doppio fondo fino al ponte; se sistemato, il cassonetto deve soddisfare le prescrizioni di cui da [3.5.1] a [3.5.5]. Langolo della corrugazione, indicato in Fig 5, deve essere non minore di 55. Gli spessori della parte bassa delle corrugazioni considerati nellapplicazione delle disposizioni di cui in [3.5.9] e [7.1.3] devono essere mantenuti per una distanza dal cielo del doppio fondo (se non c cassonetto inferiore) o

Il cassonetto inferiore, se adottato, deve, in generale, avere altezza non inferiore a 3 volte l'altezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale della lamiera superiore del cassonetto devono essere non inferiori a quelli richiesti per il fasciame della paratia soprastante. Lo spessore e le caratteristiche del materiale della parte superiore del fasciame laterale, verticale o inclinato, del cassonetto inferiore, per una altezza dall'estremit superiore del cassonetto pari alla larghezza della piattabanda della corrugazione, devono essere non minori di quelli della piattabanda stessa, per soddisfare le prescrizioni di rigidezza della paratia all'estremit inferiore della corrugazione. Le estremit dei rinforzi ordinari dello scivolo devono essere collegati tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto.

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59

Parte E, Cap 4, Sez 3

La distanza tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione deve essere in accordo con quanto indicato in Fig 7. La base del cassonetto basso deve essere posta in corrispondenza dei madieri del doppio fondo e deve avere larghezza non inferiore a 2,5 volte l'altezza media delle corrugazioni della paratia. All'interno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con i paramezzali del doppio fondo al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi all'unione con il fasciame costituente la parte superiore del cassonetto. Dove le corrugazioni sono interrotte sul cassonetto inferiore, le corrugazioni stesse e lo scivolo laterale del cassonetto devono essere saldati alla lamiera superiore del cassonetto in accordo con [11.1]. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore e i sottostanti madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1]. 3.5.4 Cassonetto superiore Il cassonetto superiore, se adottato, deve, in generale, avere altezza non minore di 2 volte e non maggiore di 3 volte laltezza della corrugazione. I cassonetti rettangolari devono avere, in generale, unaltezza, misurata a livello del ponte in prossimit dellanguilla laterale della boccaporta, pari a 2 volte laltezza della corrugazione. Il cassonetto superiore deve essere adeguatamente supportato da anguille o da squadre alte collegate ai bagli adiacenti alle boccaporte. La larghezza della lamiera inferiore del cassonetto superiore deve, in generale, essere uguale a quella della lamiera superiore del cassonetto inferiore. La parte alta dei cassonetti non rettangolari deve avere una larghezza non minore di 2 volte laltezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale della lamiera inferiore del cassonetto superiore devono essere uguali a quelli richiesti per il fasciame della paratia sottostante. Lo spessore della parte inferiore del fasciame laterale del cassonetto deve essere non minore dell80% di quello richiesto per la parte alta della paratia quando viene usato lo stesso materiale.

Le estremit dei rinforzi ordinari laterali del cassonetto devono essere collegati tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con le anguille del ponte, a cui dovranno essere efficacemente collegati, estesi sino alle mastre delle boccaporte al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte inferiore del cassonetto. Figura 6 : Campata delle corrugazioni

lc
n

lc

asse neutro delle corrugazioni


(*)

lc lc lc lc

lc

(*) Vedere [3.5.2]

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Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 7 : Distanza ammessa, d, tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione (1/7/2001)

Piattabanda della corrugazione

Piattabanda della corrugazione

t fg

t fg
lamiera della parte superiore del cassonetto

t fg
d

lamiera della parte superiore del cassonetto

d t fg

t fg : spessore adottato della piattabanda (as built)


3.5.5 Allineamento Sul ponte, in prosecuzione delle flange delle corrugazioni, nel caso in cui non ci sia il cassonetto superiore, devono essere sistemati due bagli rinforzati. Sul cielo del doppio fondo, nel caso in cui non sia sistemato il cassonetto inferiore, le piattabande delle corrugazioni devono essere allineate con i madieri di sostegno. Le corrugazioni e i madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1]. Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri di sostegno devono essere non minori di quelli delle piattabande delle corrugazioni. Inoltre gli intagli sui madieri per il passaggio dei longitudinali del cielo del doppio fondo devono essere chiusi con mascherine. I madieri di sostegno devono essere collegati tra di loro tramite diaframmi atti ad assorbire il taglio. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore deve essere allineato con le piattabande delle corrugazioni e i rinforzi verticali delle pareti del cassonetto stesso e le relative squadre devono essere allineate con i longitudinali del cielo del doppio fondo, il tutto per garantire una efficace trasmissione dello sforzo tra i suddetti elementi di rinforzo. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore non pu presentare pieghe tra il cielo del doppio fondo e la lamiera superiore del cassonetto stesso. 3.5.6 Larghezza efficace della piattabanda compressa La larghezza efficace della piattabanda della corrugazione da considerarsi nella verifica di resistenza della paratia deve essere ottenuta, in m, dalla seguente formula:
b EF = C E A

: coefficiente uguale a:
3 A R eH = 10 --- ------tf E

A tf

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 5), : spessore netto della piattabanda, in mm.

3.5.7 Shedders efficaci Shedders efficaci sono quelli che hanno le seguenti caratteristiche: non sono piegate, sono saldate alle corrugazioni e allestremit del cassonetto basso in accordo con [11.1], sono sistemate con un minimo angolo di inclinazione di 45 e la loro estremit inferiore allineata con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, hanno spessore non inferiore al 75% di quello richiesto per le piattabande delle corrugazioni, sono costituite da materiale con caratteristiche almeno equivalenti a quello delle piattabande delle corrugazioni. 3.5.8 Gussets efficaci Gussets efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: sono sistemate insieme a shedders di spessore, tipo di materiale e collegamenti saldati in accordo con [3.5.7], hanno altezza non inferiore a met della larghezza della piattabanda della corrugazione, sono allineate con il fasciame laterale del cassonetto inferiore,

dove: CE

: coefficiente uguale a:
C E = 2, 25 ----------------------- 1, 25 2 C E = 1, 0 per > 1,25 per 1, 25

sono saldate alla lamiera del cassonetto inferiore, alle corrugazioni e alle shedders in accordo con [11.1], hanno spessore e caratteristiche del materiale almeno equivalenti a quelli delle piattabande delle corrugazioni.

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Parte E, Cap 4, Sez 3

3.5.9

Modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni a) Il modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni (sezioni 1 da Fig 8 a Fig 12) deve essere calcolato considerando per la piattabanda compressa una larghezza efficace bef non superiore a quanto specificato in [3.5.6]. b) Anime delle corrugazioni non scontrate da squadre. Ad eccezione del caso e), se le anime delle corrugazioni non sono scontrate da squadre poste sotto la lamiera superiore del cassonetto inferiore (o sotto il cielo del doppio fondo), il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 30%. c) Shedders efficaci. Se sono sistemate shedders efficaci, come definite in [3.5.7] (ved. Fig 8 e Fig 9), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 in Fig 8 e Fig 9), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I SH = 2 ,5A t F t SH

caci al 100%. Per angoli inferiori a 45, lefficacia dellanima potr essere ottenuta tramite interpolazione lineare tra 30% per 0 e 100% per 45. Se sono sistemate gussets efficaci, nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni, larea della piattabanda pu essere aumentata secondo quanto specificato in d). La presenza di sole shedders non pu essere tenuta in considerazione per aumentare larea della piattabanda. Figura 8 : Shedders simmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

da assumersi non superiore a 2,5AtF, dove: A tSH tF : larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (ved. Fig 5), : spessore netto delle shedders, in mm, : spessore netto della piattabanda, in mm.

d) Gussets efficaci. Se sono sistemate gussets efficaci, come definite in [3.5.8] (vedere da Fig 10 a Fig 12), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 da Fig 10 a Fig 12), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I G = 7h G t F

Figura 9 : Shedders non simmetriche

dove: hG

: altezza delle gussets, in m, (ved. da Fig 10 a Fig 12), da assumersi non superiore a (10/7)SGU, : larghezza delle gussets, in m, : spessore netto della piattabanda, in mm, ricavato dallo spessore adottato.

"shedder" hg

SGU tF

1 Cassonetto basso

e) Lamiera superiore del cassonetto inferiore inclinata Se le anime delle corrugazioni sono saldate ad una lamiera superiore di cassonetto inferiore inclinata di un angolo non inferiore a 45 rispetto al piano orizzontale, il modulo di resistenza della corrugazione deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni effi-

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Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 10 : Gussets con Shedders simmetriche

Figura 12 : Gussets con Shedders non simmetriche - Lamiera superiore del cassonetto inferiore inclinata

"gusset"

hg

gusset "gusset" pl plate


1 Cassonetto basso

hg

= =
Cassonetto basso

Figura 11 : Gussets con Shedders non simmetriche

3.5.11 Area a taglio Larea a taglio deve essere opportunamente ridotta per tenere conto di possibili non perpendicolarit tra le anime e le piattabande delle corrugazioni stesse. In generale, larea a taglio ridotta pu essere ottenuta moltiplicando larea dellanima per (sin ), ove langolo tra lanima e la piattabanda della corrugazione (vedere Fig 5).

4
4.1
hg "gusset"

Carichi di progetto
Sollecitazioni sulla trave nave

1 Cassonetto basso

4.1.1 Campo di applicazione (1/7/2003) In aggiunta alle prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono essere calcolate per le condizioni di caricazione indicate in [4.2] e in [4.3]. Ai fini dell'applicazione delle prescrizioni di cui in [4.2] e in [4.3], l'immersione massima deve essere assunta uguale all'mmersione del bordo libero estivo riferita alla linea di costruzione. 4.1.2 Generalit (1/7/2003) Una nave portarinfusa pu essere caricata, nelle effettive condizioni operative, in modo diverso dalle condizioni di caricazione di progetto indicate nel manuale di caricazione, a condizione che non siano superati i limiti per la robustezza longitudinale e locale indicati nel manuale di caricazione e nello strumento elettronico di bordo e siano rispettate le prescrizioni applicabili relative alla stabilit.

3.5.10 Modulo di resistenza delle corrugazioni nelle sezioni diverse da quella allestremit inferiore della corrugazione Il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando lanima della corrugazione pienamente efficace e per la piattabanda compressa una larghezza efficace bEF non superiore a quanto specificato in [3.5.6].

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63

Parte E, Cap 4, Sez 3

4.1.3

Condizioni alla partenza ed all'arrivo (1/7/2003) A meno che non sia diversamente indicato, ciascuna delle condizioni di caricazione di progetto definite in [4.2] e in [4.3] deve essere verificata per le condizioni alla partenza ed all'arrivo, definite come segue: Condizione alla partenza: con cisterne del combustibile liquido riempite non meno del 95% e con gli altri materiali di consumo al 100% Condizione all'arrivo: con materiali di consumo al 10%.

carico che la nave autorizzata a trasportare deve essere indicata nella caratteristica assegnata; per esempio: caratteristica addizionale di servizio allowed combination of specified empty holds, with maximum cargo density (in t/m3). 4.2.4 Cisterne di zavorra parzialmente riempite in condizioni di stive cariche (1/7/2003)

Per condizioni di caricazione che prevedono gavoni e/o altre cisterne di zavorra parzialmente riempiti, le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], b) si applicano solo ai gavoni.

4.2
4.2.1

Sollecitazioni sulla trave nave in condizioni di stive cariche

4.3
4.3.1

Sollecitazioni sulla trave nave in condizioni di zavorra


Capacit e disposizione delle cisterne di zavorra (1/7/2003)

Sollecitazioni in acqua tranquilla per navi con caratteristica addizionale di servizio BC-C (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate in condizioni omogenee di carico, con la massa volumica del carico corrispondente a tutte le stive, comprese le boccaporte, riempite al 100% alla massima immersione e con tutte le cisterne di zavorra vuote. Sollecitazioni in acqua tranquilla per navi con caratteristica addizionale di servizio BC-B (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate nelle seguenti condizioni di caricazione: condizioni omogenee di carico, come definite in [4.2.1] condizioni omogenee di carico con massa volumica del carico uguale a 3,0 t/m3, e con il medesimo grado di riempimento (rapporto tra la massa del carico ed il volume della stiva) in tutte le stive del carico, alla massima immersione e con tutte le cisterne di zavorra vuote. Nel caso in cui la massa volumica del carico considerata per questa condizione di caricazione sia inferiore a 3,0 t/m3, deve essere indicata la massima massa volumica del carico che la nave autorizzata a trasportare con la caratteristica addizionale di servizio maximum cargo density (in t/m3). Sollecitazioni in acqua tranquilla per navi con caratteristica addizionale di servizio BC-A (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate nelle seguenti condizioni di caricazione: condizioni omogenee di carico, come definite in [4.2.2] almeno una condizione di caricazione con determinate stive vuote, con massa volumica del carico uguale a 3,0 t/m3, e con il medesimo grado di riempimento (rapporto tra la massa del carico ed il volume della stiva) in tutte le stive del carico, riempite, alla massima immersione e con tutte le cisterne di zavorra vuote. La combinazione di determinate stive vuote deve essere indicata con la caratteristica addizionale di servizio allowed combination of specified empty holds In tali casi, se la massa volumica del carico considerata inferiore a 3,0 t/m3, la massima massa volumica del 4.2.3 4.2.2

Tutte le navi portarinfusa devono avere cisterne di zavorra di sufficiente capacit e disposte in modo da soddisfare pienamente le prescrizioni di cui in [4.3.2] e in [4.3.3]. 4.3.2 Condizione normale di zavorra (1/7/2003)

Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate per la condizione normale di zavorra. La condizione normale di zavorra una condizione di zavorra (senza carico) in cui: le cisterne di zavorra possono essere piene, parzialmente riempite o vuote. Quando si scelga il riempimento parziale delle cisterne, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], b) qualsiasi stiva del carico e le stive del carico adattate per il trasporto di acqua di zavorra in navigazione devono essere vuote l'elica deve essere totalmente immersa, e l'assetto deve essere con nave appoppata per non pi di 0,015LLL, essendo LLL la lunghezza tra le perpendicolari della nave, come definita in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.2]. Nella valutazione dell'immersione dell'elica e dell'assetto, possono essere usate le immesioni in corrispondenza delle perpendicolari avanti e addietro. In aggiunta alle prescrizioni di cui sopra, le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate considerando una condizione con cisterne di zavorra riempite al 100 %. 4.3.3 Condizione di zavorra pesante (1/7/2003)

Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate per la condizione di zavorra pesante. La condizione di zavorra pesante una condizione di zavorra (senza carico) in cui: a) le cisterne di zavorra possono essere piene, parzialmente riempite o vuote. Quando si scelga il riempimento parziale delle cisterne, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], b) b) almeno una stiva del carico adattata per il trasporto di acqua di zavorra in navigazione, quando richiesta o prevista, deve essere piena

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Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

c) l'immersione dell'elica I/D deve essere almeno del 60%, essendo: I = la distanza dall'asse dell'elica alla linea di galleggiamento D = diametro dell'elica d) l'assetto deve essere con nave appoppata per non pi di 0.015LLL, essendo LLL la lunghezza tra le perpendicolari della nave, come definita in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.2]. e) l'immersione prodiera riferita alla linea di costruzione, nella condizione di zavorra pesante, non deve essere inferiore a 0,03L o a 8 m. In aggiunta alle prescrizioni di cui sopra, le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate per: una condizione con tutte le cisterne di zavorra riempite al 100 % e una stiva del carico adattata o destinata al trasporto di acqua di zavorra in navigazione, se prevista, riempita al 100 %, e qualora pi di una cisterna sia adattata e destinata al trasporto di acqua di zavorra in navigazione, non richiesto che due o pi stive siano assunte simultaneamente caricate al 100 % nel cacolo delle sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave, a meno che tali condizioni non siano previste nella condizione di zavorra pesante. A meno che ciascuna stiva non sia verificata individualmente, la stiva destinata ad essere caricata di zavorra pesante e qualsiasi restrizione o tutte le restrizioni per l'uso di altre stive di zavorra devono essere indicate sul manuale di caricazione.

La permeabilit di ogni spazio destinato al carico rimasto vuoto e di ogni volume sovrastante il carico in ogni spazio destinato al carico, deve essere assunta pari a 0,95. Per carichi stivati (come acciai laminati), si deve assumere la massa volumica propria del carico unitamente ad una permeabilit pari a zero. Sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla in condizioni di allagamento devono essere calcolate per ciascuna delle condizioni di carico e di zavorra considerate nei calcoli di robustezza longitudinale allo stato integro come specificato in [4.1], [4.2] e [4.3]. 4.4.4 Sollecitazioni di trave nave donda (1/7/2003) I carichi d'onda in condizioni di allagamento devono essere assunti pari all'80% di quelli definiti in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1]. 4.4.3

4.5

Pressioni interne e forze dovute ai carichi secchi alla rinfusa

4.5.1 Campo di applicazione (1/7/2003) Le prescrizioni del presente punto [4.5] si applicano per la valutazione della massa del carico da considerare per il calcolo delle pressioni e delle forze in acqua tranquilla e d'onda dovute ai carichi secchi alla rifusa. 4.5.2 Definizioni (1/7/2003) La massa massima ammissibile e quella minima richiesta del carico in una stiva, o in due stive adiacenti caricate, riferita al carico netto sul doppio fondo. Il carico netto sul doppio fondo una funzione dell'immersione, della massa del carico nella stiva, cos come della massa del combustibile liquido e dell'acqua di zavorra contenuta nelle cisterne del doppio fondo. Si applicano le seguenti definizioni: MH : massa effettiva del carico in una stiva, corrispondente ad una condizione di caricazione omogenea alla massima immersione. : massa del carico in una stiva, corrispondente al carico con massa volumica virtuale (rapporto tra massa e volume della stiva omogeneo, con minimo di 1,0 t/m3) riempita fino al lembo superiore della mastra della boccaporta. In nessun caso MFull deve essere inferiore a MH. : massa massima ammissibile del carico da trasportare in una stiva, secondo le condizioni di carico di progetto, con determinate stive vuote ed alla massima immersione.

4.4

Sollecitazioni della trave nave in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m

4.4.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla (1/7/2003) Le seguenti prescrizioni si applicano in aggiunta a quelle di cui in Parte B, Cap 6, Sez 2, alle navi portarinfusa con caratteristica addizionale di servizio BC-A o BC-B. 4.4.2 Ipotesi di allagamento (1/7/2003) Ogni stiva del carico deve essere considerata singolarmente allagata fino alla linea di galleggiamento di equilibrio, eccettuate le eventuali stive del carico a doppio fasciame di larghezza non inferiore a 1000 mm, in qualsiasi posizione entro l'intera lunghezza della stiva, misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. Per calcolare la quantit di acqua imbarcata, devono essere rispettate le seguenti ipotesi. Si devono assumere adeguate permeabilit e masse volumiche alla rinfusa a seconda del tipo di carico trasportato. Per minerali di ferro, si deve assumere una permeabilit minima di 0,3 e una corrispondente massa volumica alla rinfusa di 3,0 t/m3. Per il cemento, si deve assumere una permeabilit minima di 0,3 e una corrispondente massa volumica alla rinfusa di 1,3 t/m3. In questo contesto, "permeabilit" per carichi solidi alla rinfusa da intendersi come il rapporto tra il volume allagabile tra le varie parti di carico, granuli o ogni altra pi grossa parte di carico e il volume totale occupato dal carico.

MFull

MHD

Condizioni generali applicabili a tutte le navi (1/7/2003) Ogni stiva del carico deve essere capace di trasportare MFull con le eventuali cisterne del combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote alla massima immersione.

4.5.3

Regolamenti RINA 2005

65

Parte E, Cap 4, Sez 3

Ogni stiva del carico deve essere capace di trasportare il 50% di MH, con tutte le cisterne nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote alla massima immersione. Ogni stiva del carico deve essere capace di essere vuota, con tutte le cisterne nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote alla immersione corrispondente alla massima zavorra. 4.5.4 Condizione applicabile per tutte le notazioni, eccetto il caso in cui alla nave sia assegnata la caratteristica addizionale di servizio no MP (1/7/2003)

combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza delle stive stesse, riempite al 100% e con le cisterne di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza delle stive stesse, vuote, alla massima immersione. In esercizio, la massima massa ammissibile deve essere limitata al massimo carico previsto dalle condizioni di carico di progetto. 4.5.6 Condizioni addizionali applicabili solo per le stive adibite a zavorra (1/7/2003)

Ogni stiva del carico deve essere capace di trasportare MFull con le eventuali cisterne del combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote al 67% della massima immersione. Ogni stiva del carico deve essere capace di essere vuota, con tutte le cisterne nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote all'87% della massima immersione. Ogni due cisterne adiacenti devono essere capaci di trasportare MFull con le eventuali cisterne del combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote al 67% della massima immersione. Questa prescrizione relativa alla massa del carico ed al combustibile liquido nelle cisterne del doppio fondo in corrispondenza della stiva del carico considerata vale anche per la condizione in cui la stiva del carico adiacente riempita con acqua di zavorra, se applicabile. Ogni due stive del carico adiacenti devono essere capaci di essere vuote con tutte le cisterne del doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse vuote al 75% della massima immersione. 4.5.5 Condizioni addizionali applicabili solo alle navi con caratteristica addizionale di servizio BC-A (1/7/2003)

Le stive del carico che sono progettate come stive adibite ad acqua di zavorra devono essere capaci di essere riempite con acqua di zavorra al 100% della loro capacit, comprese le boccaporte, con tutte le cisterne del doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse piene al 100 %, a qualsiasi immersione corrispondente alla zavorra pesante. Per le stive adibite a zavorra, adiacenti alle casse laterali alte, alle case laterali basse ed alle cisterne del doppio fondo, accettabile dal punto di vista della robustezza che le stive adibite a zavorra siano riempite quando le casse laterali alte, le casse laterali basse e le cisterne del doppio fondo sono vuote. 4.5.7 Condizioni addizionali applicabili solo durante le operazioni di caricazione e scaricazione in porto (1/7/2003)

Ogni singola stiva del carico deve essere capace di contenere la massima massa ammissibile in navigazione al 67% dell'immersione massima, in condizioni di nave in porto. Ogni due stive adiacenti devono essere capaci di trasportare MFull, con le eventuali cisterne per combustibile liquido nel doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse riempite al 100% e con le cisterne di zavorra nel doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse vuote, al 67% della massima immersione, in condizioni di nave in porto. Ad immersione ridotta, durante la caricazione e la scaricazione in porto, la massa massima ammissibile in una stiva del carico pu essere incrementata del 15% della massa massima ammissibile in condizioni di navigazione ma non non pu essere superiore alla massa ammissibile all'immersione massima nelle condizioni di navigazione. La massa minima richiesta pu essere ridotta della stessa quantit. 4.5.8 Curve delle masse nelle stive (1/7/2003)

Tutte le stive del carico che sono previste essere vuote alla massima immersione devono essere capaci di essere vuote con tutte le cisterne del doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse ugualmente vuote. Le stive del carico che sono previste essere caricate con carico ad alta massa volumica devono essere capaci di trasportare MHD pi il 10% di MH, con le eventuali cisterne per combustibile liquido nel doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra in corrispondenza delle stive stesse vuote alla massima immersione. In esercizio, la massima massa ammissibile del carico deve essere limitata a MHD. Ogni due stive adiacenti che, in accordo con una condizione di carico di progetto, possono essere riempite, essendo la stive ad esse adiacenti vuote, devono essere capaci di trasportare il 10% di MH in ciascuna stiva in aggiunta al massimo carico corrispondente a quella condizione di carico di progetto, con le eventuali cisterne per

Sulla base dei carichi di progetto per la robustezza locale, come precisato da [4.5.1] a [4.5.7], eccetto [4.5.6], le curve delle masse nelle stive devono essere incluse nel Manuale di caricazione e nello strumento elettronico e devono indicare la massa massima ammissibile e quella minima richiesta in funzione dell'immersione, nelle condizioni di navigazione cos come durante la caricazione e la scaricazione in porto (Vedere Parte B, Cap 11, Sez 2). Ad immersioni diverse da quelle indicate nelle condizioni di carico di progetto di cui sopra, la massa massima ammissibile e quella minima richiesta devono essere corrette per il cambio della spinta agente sul fondo. Il cambio della spinta deve essere calcolato usando l'area di galleggiamento a ciascuna immersione. Devono essere incluse anche le curve delle masse per ciascuna singola stiva, cos come per ogni due stive adiacenti.

66

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

4.6

Carichi locali sulle paratie trasversali stagne corrugate in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m
Applicabilit (1/7/2001)

riore o uguale a 1,78 t/m3 in condizioni non omogenee, si dovr considerare anche la condizione di stiva riempita fino al livello del ponte col massimo carico trasportabile dalla stiva stessa. 4.6.3 Battente di allagamento

4.6.1

Queste prescrizioni si applicano, al posto di quelle di cui in Parte B, Cap 5, Sez 6, [9] a tutte le navi con fianchi a singolo fasciame, di lunghezza uguale o superiore a 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3, con paratie trasversali stagne corrugate verticalmente. Ogni stiva del carico deve essere considerata singolarmente allagata, eccettuate le eventuali stive del carico a doppio fasciame di larghezza non inferiore a 1000 mm in qualsiasi posizione entro l'intera lunghezza della stiva, misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. 4.6.2 Generalit

Il battente di allagamento hF (vedere Fig 13) la distanza, in m, misurata verticalmente a nave dritta, tra il punto di calcolo e una quota situata a una distanza zF, in m, dalla linea di costruzione uguale a: in generale: D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,9D1 per le altre paratie,

nel caso in cui la nave debba trasportare carichi aventi massa volumica alla rinfusa minore di 1,78 t/m3 in condizioni di caricazione non omogenee, si possono assumere i seguenti valori: 0,95D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,85D1 per le altre paratie,

I carichi da considerarsi agenti sulle paratie sono quelli dovuti alla combinazione di quelli indotti dal carico trasportato con quelli indotti dallallagamento di una stiva adiacente alla paratia in esame. In ogni caso, si deve considerare la pressione dovuta allallagamento della stiva agente da sola. Ai fini del dimensionamento di ogni paratia, si devono considerare le pi sfavorevoli combinazioni di carico trasportato e allagamento sulla base delle condizioni di caricazione incluse nel Manuale di Caricazione e cio: condizioni di caricazione omogenee, condizioni di caricazione non omogenee, per ognuna considerando lallagamento singolo sia delle stive piene, sia delle stive vuote. Ai fini del presente calcolo, condizione di caricazione omogenea significa una condizione di caricazione nella quale il rapporto tra il maggiore e il minore grado di riempimento, tra quelli di ogni stiva, minore o uguale a 1,20, tenendo eventualmente conto della correzione per le differenti masse volumiche dei carichi trasportati nelle varie stive. Non necessario considerare ai fini delle presenti prescrizioni condizioni di caricazione non-omogenee parziali associate a operazioni di caricazione e/o scaricazione tra pi porti per condizioni di caricazione omogenee. I limiti dei carichi di progetto specificati per le stive del carico, devono essere rappresentati dalle condizioni di carico definite dal progettista nel Manuale di Caricazione. Stive caricate con carichi stivati devono essere considerate vuote ai fini di questo calcolo. A meno che la nave trasporti solo minerale di ferro o comunque carico avente massa volumica alla rinfusa supe-

per navi aventi portata lorda inferiore a 50000 t e bordo libero di tipo B: 0,95D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,85D1 per le altre paratie,

nel caso in cui la nave debba trasportare carichi aventi massa volumica alla rinfusa minore di 1,78 t/m3 in condizioni di caricazione non omogenee, si possono assumere i seguenti valori: 4.6.4 0,9D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,8D1 per le altre paratie. Altezza di compenso del carico secco alla rinfusa

Laltezza di compenso hB del carico secco alla rinfusa la distanza verticale, in m, dal punto di calcolo al piano orizzontale di compenso del carico, situato a una distanza zB (vedere Fig 13), dalla linea di costruzione. In assenza di pi precise valutazioni, zB pu essere ottenuta come specificato in Parte B, Cap 5, Sez 6, [3.1.2]. 4.6.5 Pressioni e forze su una corrugazione nelle stive caricate con carico alla rinfusa non allagate

In ogni punto della paratia, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B = B g z B tan 45 -- 2

La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
2 ( z B h DB h LS ) F B = B g s C --------------------------------------- tan 45 -- 2 2 2

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67

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 13 : Paratie trasversali - Battente di allagamento e altezza di compenso del carico secco alla rinfusa

D1

h F
P

z zB

zB

V= Volume occupato dal carico P = Punto di calcolo

4.6.6

Pressioni e forze su una corrugazione nelle stive caricate con carico alla rinfusa allagate

Si devono considerare due casi, in funzione dei valori di zF e zB (vedere [4.6.3] e [4.6.4]): zF zB In ogni punto della paratia situato a una distanza compresa tra zB e zF dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p B ,F = gh F

dove perm la permeabilit del carico, da assumere uguale a 0,3 per il minerale di ferro, il carbone e il cemento. La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
2 ( zB zF ) F B ,F = s C B g ---------------------- tan 45 -- 2 2 2 2 B g ( z B -z F ) tan 45 -- + ( p B ,F ) LE 2 +s C ---------------------------------------------------------------------------------- ( z F -h DB -h LS ) 2

In ogni punto della paratia situato a una distanza minore di zB dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B ,F = g h F + [ B ( 1 perm ) ]g h B tan 45 -- 2

dove (pB,F)LE la pressione pB,F, in kN/m2, calcolata allestremit inferiore della corrugazione. Pressioni e forze su una corrugazione nelle stive vuote allagate In ogni punto della paratia, la pressione in acqua tranquilla indotta dal battente di allagamento hF da considerare deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p F = gh F

4.6.7

dove perm la permeabilit del carico, da assumere uguale a 0,3 per il minerale di ferro, il carbone e il cemento. La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
g ( z F -z B )+ ( p B ,F ) LE ( z F -z B ) F B ,F =s C g ------------------- + ---------------------------------------------- ( z B -h DB -h LS ) 2 2
2

La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
( z F h DB h LS ) 2 F F = s C g ------------------------------------2

dove (pB,F)LE la pressione pB,F, in kN/m2, calcolata allestremit inferiore della corrugazione. zF < zB In ogni punto della paratia situato a una distanza compresa tra zF e zB dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B ,F = B g z B tan 45 -- 2

In ogni punto della paratia situato a una distanza minore di zF dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B ,F = g h F + [ B h B ( 1-perm ) h F ] g tan 45 -- 2

4.6.8 Pressioni e forze risultanti Le pressioni e le forze risultanti devono essere calcolate per condizioni di caricazione omogenee e non omogenee utilizzando le seguenti formule: Condizioni di caricazione omogenee In ogni punto delle strutture della paratia, la pressione risultante da considerarsi per il dimensionamento della paratia deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p = p B ,F 0 ,8p B

La forza risultante agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
F = F B ,F 0 ,8F B

68

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

dove: pB pB,F FB,F : pressione nelle stive non allagate, in kN/m , da calcolarsi come specificato in [4.6.5], : pressione nelle stive allagate, in kN/m , da calcolarsi come specificato in [4.6.6], : forza agente su una corrugazione nelle stive allagate, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.6].
2 2

m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3. Ogni stiva del carico deve essere considerata singolarmente allagata, eccettuate le eventuali stive del carico a doppio fasciame di larghezza non inferiore a 1000 mm in qualsiasi posizione entro l'intera lunghezza della stiva, misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. 4.7.2 Generalit

Condizioni di caricazione non omogenee In ogni punto delle strutture della paratia, la pressione risultante da considerarsi per il dimensionamento della paratia deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p = p B ,F

I carichi da considerarsi agenti sul doppio fondo sono quelli dovuti alla pressione esterna del mare e alla combinazione di quelli indotti dal carico trasportato con quelli indotti dallallagamento della stiva alla quale il doppio fondo appartiene. Si devono considerare le pi sfavorevoli combinazioni di carico trasportato e allagamento, sulla base delle condizioni di caricazione incluse nel Manuale di Caricazione e cio: condizioni di caricazione omogenee, condizioni di caricazione non omogenee,

La forza risultante agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
F = F B ,F

dove: pB,F FB,F : pressione nelle stive allagate, in kN/m2, da calcolarsi come specificato in [4.6.6], : forza agente su una corrugazione nelle stive allagate, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.6]. Momento flettente, taglio e tensioni tangenziali in una corrugazione

condizioni di caricazione che prevedono il trasporto di carichi stivati (acciai laminati e simili). Per ciascuna condizione di caricazione, nel calcolo del carico ammissibile nella stiva si deve considerare, tra i carichi che possono essere trasportati, quello avente la massa volumica alla rinfusa maggiore. 4.7.3 Battente di allagamento

4.6.9

Il momento flettente di progetto in una corrugazione deve essere ottenuto, in kN.m, dalla seguente formula:
Fl C M = ------8

Il battente di allagamento hF (vedere Fig 14) la distanza, in m, misurata verticalmente a nave diritta, tra il cielo del doppio fondo e una quota situata a una distanza zF, in m, dalla linea di costruzione uguale a: in generale: D1 per la stiva prodiera, 0,9D1 per le altre stive.

dove F la forza risultante, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.8]. Il taglio di progetto in una corrugazione deve essere ottenuto, in kN, dalla seguente formula:
Q = 0 ,8F

per le navi avente portata lorda inferiore a 50000 t e bordo libero di tipo B: 0,95D1 per la stiva prodiera, 0,85D1 per le altre stive.

Le tensioni tangenziali in una corrugazione devono essere ottenute, in N/mm2, dalla seguente formula:
Q = 10 -------A SH

4.8

dove ASH larea a taglio, in cm2, da calcolarsi come specificato in [3.5.11]

Prescrizioni addizionali relative ai carichi locali per le navi con la notazione di servizio completata dalla caratteristica addizionale di servizio heavycargo
Applicazione

4.7

Carichi locali sul doppio fondo in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m
Applicabilit (1/7/2001)

4.8.1

4.7.1

Queste prescrizioni si applicano, al posto di quelle di cui in Parte B, Cap 5, Sez 6, [9], alle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame, di lunghezza uguale o superiore a 150

Per le navi con la notazione di servizio completata dalla caratteristica addizionale di servizio heavycargo [HOLDi, Xi kN/m2, i kN/m3 - HATCHi, Yi kN/m2] (vedere Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.2]), i valori Xi e i, relativi al carico alla rinfusa trasportato nelle stive, e Yi, relativi al carico uniforme trasportato sulle coperture delle boccaporte, devono essere calcolati come specificato rispettivamente in [4.8.2] e [4.8.3], .

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Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 14 : Doppio fondo - Battente di allagamento e altezza di compenso del carico secco alla rinfusa

hB D1 hF h B
V

ZF

V = Volume occupato dal carico


4.8.2 Caratteristiche del carico alla rinfusa trasportato nelle stive

5
5.1

Robustezza della trave nave


Robustezza longitudinale della trave nave in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con caratteristica addizionale di servizio BC-A o BC-B

i , per ciascuna stiva, la densit del carico che riempie la stiva, fino al livello del ponte superiore in mezzeria, con la massa massima trasportabile nella stiva stessa. In generale, i deve essere definita dal Progettista. Xi la pressione locale massima ammissibile sul cielo del doppio fondo di ciascuna stiva e deve essere definita dal Progettista. In ogni caso, essa deve essere non minore del valore ottenuto, per ciascuna stiva, dalla formula per pS sul cielo del doppio fondo riportata in Parte B, Cap 5, Sez 6, [3.1.1]. Nellapplicazione di tale formula, la stiva deve essere considerata completamente riempita e B deve essere assunta uguale al valore i sopra definito. 4.8.3 Caratteristiche del carico uniforme trasportato sulle coperture delle boccaporte

5.1.1 Applicabilit (1/7/2003) Le presenti prescrizioni si applicano, in aggiunta a quelle di cui in Parte B, Cap 6, Sez 2, alle navi portarinfusa con una delle caratteristiche addizionali di servizio BC-A o BC-B. Dette navi devono avere la robustezza della loro trave nave verificata per specifiche condizioni di allagamento, in ciascuna delle condizioni di carico e di zavorra definite in Parte B, Cap 6, Sez 2, [2.1] e in [4.1], [4.2] e [4.3] ed in ogni altra condizione considerata nei calcoli di robustezza longitudinale a nave integra, incluse quelle comprese nel Manuale di caricazione, in accordo con le disposizioni di cui in Parte B, Cap 11, Sez 2, eccetto che non devono essere considerate le condizioni in porto, le condizioni di visita di carena a nave galleggiante, le condizioni transitorie di caricazione e scaricazione in porto e le condizioni che si verificano durante il cambio dell'acqua di zavorra. Si assume che la struttura danneggiata rimanga pienamente efficiente nel resistere ai carichi applicati. 5.1.2 Tensioni Le tensioni normali in ogni punto devono essere ottenute, in N/mm2, dalla seguente formula:
M SW, F + M WV, F 3 1F = ----------------------------------- 10 ZA

Yi la pressione locale massima ammissibile su ciascuna copertura e deve essere definita dal Progettista. Per ciascuna copertura, essa deve essere uguale al valore pS utilizzato in Parte B, Cap 5, Sez 6, [4.1.1] per il dimensionamento della copertura stessa.

4.9

Condizione di caricazione per lanalisi della struttura rinforzata

4.9.1 Nellanalisi della struttura rinforzata devono essere considerate le seguenti condizioni di caricazione: caricazione omogenea caricazione a stive alterne, essendo la stiva carica completamente riempita dal carico caricazione a stive alterne, essendo la massa volumica del carico quella minima ottenuta dal manuale di caricazione, ma assunta non inferiore a 3 t/m3 zavorra pesante, essendo la stiva della zavorra completamente piena. Qualora non altrimenti specificato, queste condizioni di caricazione devono essere associate alle condizioni di nave diritta.

dove: MSW,F

MWV,F

: momento flettente in acqua tranquilla, in kNm, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo come specificato in [4.4], : momento flettente donda verticale, in kNm, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da assumere, in accordo con [4.4], uguale a:

70

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Parte E, Cap 4, Sez 3

momento inarcante: MWV,F = 0,8MWV,H momento insellante: MWV,F = 0,8MWV,S MWV,H, MWV,S : momenti flettenti verticali donda, in kN.m, inarcante e insellante, nella sezione trasversale della trave nave in esame, definiti in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1], ZA : modulo di resistenza, in cm3, nel punto della trave nave in esame.

6
6.1

Dimensionamenti delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame


Fasciame

6.1.1

Spessore minimo netto del fasciame dei fianchi Lo spessore netto del fasciame dei fianchi compreso tra le casse laterali basse e quelle alte deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = L0,5 - tC

Le tensioni tangenziali in ogni punto devono essere ottenute, in N/mm2, dalla seguente formula:
S 1F = 0, 5 ( Q SW, F + Q WV, F Q C ) ----IY t

6.1.2

dove: QSW,F : taglio in acqua tranquilla, in kN, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo con [4.4], : taglio verticale donda, in kN, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da assumere, in accordo con [4.4], uguale a: QWV,F = 0,8QWV QWV : taglio verticale donda, in kN, nella sezione trasversale della trave nave in esame, definito in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.4],

Verifica a instabilit per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza maggiore o uguale a 150 m Queste prescrizioni si applicano, in aggiunta a quelle in Parte B, Cap 7, Sez 1, [5], alle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza superiore o uguale a 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa superiore o uguale a 1,0 t/m3.

QWV,F

Per tali navi, la resistenza a instabilit del fasciame che contribuisce alla robustezza longitudinale della trave nave deve essere verificata anche nelle condizioni di allagamento specificate in [4.4]. Tale verifica deve essere eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1, [5.4.1] e Parte B, Cap 7, Sez 1, [5.4.2], calcolando le tensioni di compressione mediante la seguente formula:
X1, F = S1 S1, F + W1 WV1, F

dove: S1, W1 : coefficienti parziali di sicurezza, definiti in Parte B, Cap 7, Sez 1, [1.2] per le verifiche a instabilit, S1,F, WV1,F : tensioni normali di trave nave, in N/mm2, definite in Tab 1.

= sgn(QSW,F) QC : correzione del taglio, in kN, da calcolarsi come specificato in Parte B, Cap 6, Sez 2, [2.4.1], dove la massa P deve includere la massa dellacqua imbarcata nella stiva e limmersione T1 deve essere misurata alla linea di galleggiamento di equilibrio, : momento dinerzia, in m , della sezione trasversale della nave intorno al suo asse neutro orizzontale, da calcolarsi come specificato in Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.4], : momento statico, in m3, della sezione trasversale della nave intorno al suo asse neutro orizzontale, da calcolarsi come specificato Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.5], : spessore, in mm, del fasciame dei fianchi. Criteri di verifica
4

6.2

Rinforzi ordinari

IY

6.2.1 Spessore netto minimo delle costole Lo spessore netto delle costole e delle loro squadre, entro le stive del carico, deve essere non minore dei valori specificati in Tab 2. 6.2.2 Dimensionamento delle costole adiacenti alla paratia di collisione I dimensionamenti netti delle costole, nella stiva del carico prodiera, immediatamente adiacenti alla paratia di collisione devono essere aumentati del 25% rispetto a quelli determinati in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi, al fine di prevenire eccessive deformazioni del fasciame dei fianchi. In alternativa, devono essere sistemate strutture di sostegno delle costole che assicurino la continuit strutturale, entro la stiva prodiera, dei correnti nel gavone di prora. 6.2.3 Rinforzi ordinari delle casse laterali alte e basse Queste prescrizioni si applicano ai rinforzi ordinari dei fianchi e delle paratie longitudinali inclinate delle casse laterali alte e basse, che svolgono funzione di sostegno delle squa-

t 5.1.3

Le tensioni 1F e 1F, calcolate come specificato in [5.1.2], devono soddisfare le seguenti condizioni: 1F 1,ALL 1F 1,ALL dove 1,ALL e 1,ALL sono le tensioni ammissibili normali e tangenziali definite rispettivamente in Parte B, Cap 6, Sez 2, [3.1] e Parte B, Cap 6, Sez 2, [3.2].

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71

Parte E, Cap 4, Sez 3

dre di collegamento sistemate in corrispondenza delle squadre delle costole, in accordo con [3.2.7]. I dimensionamenti di tali rinforzi ordinari devono essere determinati in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi, con la loro campata misurata in accordo con Parte B, Cap 4, Sez 3, [3.2] tra gli elementi rinforzati delle casse laterali alte e basse. Sistemazioni alternative possono essere considerate nei singoli casi dalla Societ. Ad ogni modo, i dimensionamenti dei rinforzi ordinari devono essere determinati sufficienti a garantire un efficace supporto delle suddette squadre di collegamento. 6.2.4 Verifica a instabilit per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza superiore o uguale a 150 m Queste prescrizioni si applicano, in aggiunta a quelle in Parte B, Cap 7, Sez 2, [4], alle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame, di lunghezza superiore o uguale a 150

m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa superiore o uguale a 1,0 t/m3. Per tali navi, la resistenza dei rinforzi ordinari che contribuiscono alla robustezza longitudinale della trave nave deve essere verificata anche nelle condizioni di allagamento specificate in [4.4]. Tale verifica deve essere eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2, [4.4.1], dove le tensioni di compressione devono essere calcolate in accordo con la seguente formula:
X1, F = S1 S1, F + W1 WV1, F

dove: S1, W1 : coefficienti parziali di sicurezza, definiti in Parte B, Cap 7, Sez 2, [1.2] per le verifiche a instabilit, S1,F, WV1,F : tensioni normali di trave nave, in N/mm2, definite in Tab 1.

Tabella 1 : Tensioni normali di compressione nella trave nave in condizioni di allagamento


Condizione zN z<N S1,F in N/mm2
M SW ,FS --------------- ( z N ) 10 3 IY M SW ,FH ---------------- ( z N ) 10 3 IY 0 ,5M WV ,S ----------------------- ( z N ) 10 3 IY 0 ,5M WV ,H ------------------------ ( z N ) 10 3 IY

WV1,F in N/mm2

Nota 1: MSW,FS, MSW,FH : momenti flettenti in acqua tranquilla, in kNm, in condizioni di allagamento, rispettivamente insellante e inarcante, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo con [4.4], MWV,S, MWV,H : momenti flettenti verticali donda, in kN.m, rispettivamente insellante e inarcante, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo con Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1],

Tabella 2 : Minimo spessore netto delle costole


Elemento Anima delle costole Squadra inferiore Spessore minimo netto, in mm CL (7,0 + 0,03L1) - tC Il maggiore tra: CL (7,0 + 0,03L1) + 2 - tC lo spessore netto adottato per lanima delle costole Il maggiore tra: CL (7,0 + 0,03L1) - tC lo spessore netto adottato per lanima delle costole

Dimensionamento delle paratie trasversali stagne corrugate verticalmente e del doppio fondo delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m
Dimensionamento delle paratie trasversali stagne corrugate verticalmente in condizioni di allagamento

7.1

Squadra superiore

Nota 1: : CL

L1

coefficiente uguale a: 1,15 per le costole entro la stiva del carico prodiera, 1,0 per le costole entro le altre stive del carico, lunghezza della nave, in m, definita in Parte B, Cap 1, Sez 2, [2].

7.1.1 Applicabilit (1/7/2001) Queste prescrizioni si applicano alle paratie trasversali stagne corrugate delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3, che sono delimitate da almeno una stiva del carico, che deve essere considerata singolarmente allagata in accordo con le prescrizioni di cui in [4.6.1]. 7.1.2 Fasciame Lo spessore netto locale della paratia t deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:

72

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Parte E, Cap 4, Sez 3

1, 05p t = 14, 9s W ---------------R eH

gussets, a seconda dei casi, come specificato in [3.5.10], Q : taglio in una corrugazione, da calcolarsi come specificato in [4.6.9], : altezza, in m, delle shedders o delle gussets, a seconda dei casi (vedere da Fig 8 a Fig 12), : pressione risultante, in kN/m2, da calcolarsi a met altezza delle shedders o delle gussets, a seconda dei casi, come specificato in [4.6.8], : modulo di resistenza netto, in cm3, di met passo di una corrugazione, da calcolarsi a met campata delle corrugazioni come specificato in [3.5.10], senza assumerlo maggiore di 1,15WLE. Verifica a snervamento a taglio delle corrugazioni

dove: p sW : pressione risultante, in kN/m2, definita in [4.6.8], : larghezza del pannello, in m, da assumere uguale alla maggiore tra quella della piattabanda e quella dellanima della corrugazione (vedere Fig 5 ).

hG

pG

Per corrugazioni costituite da lamiere saldate, se gli spessori della piattabanda e dellanima sono diversi: lo spessore netto del pannello di larghezza minore deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
t N = 14, 9s N 1, 05p ---------------R eH

WM

7.1.4

lo spessore netto del pannello di larghezza maggiore deve essere non minore del maggiore tra i valori ottenuti, in mm, dalle seguenti formule:
t W = 14, 9s W 1, 05p ---------------R eH tW = 462sW p 2 --------------------- t NP R eH
2

La tensione tangenziale , calcolata come specificato in [4.6.9], deve soddisfare la seguente condizione:
R eH ------2

7.1.5

Verifica a instabilit a taglio delle anime delle corrugazioni

La tensione tangenziale , calcolata come specificato in [4.6.9], deve soddisfare la seguente condizione:
C

dove: tNP : spessore netto adottato per il pannello di larghezza minore, in mm, da assumere non maggiore di:
1, 05p t NP = 14, 9s W ---------------R eH

dove: C : tensione tangenziale critica di instabilit, che deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E R eH R eH c = ------- 1 --------------- 3 4 3 E R eH per E ---------2 3 R eH per E > ---------2 3

7.1.3

Capacit flessionale delle corrugazioni

La capacit flessionale delle corrugazioni deve essere tale da soddisfare la seguente condizione:
M 3 10 ------------------------------------------------ 0 ,95 ( 0 ,5W LE + W M )R eH

: tensione di instabilit tangenziale di Eulero, che deve essere ottenuta, in N/mm2, dalla seguente formula:
tW 2 E = 0 ,9k t E ------------ 10 3 C

dove: M F WLE : momento flettente in una corrugazione, da calcolarsi come specificato in [4.6.9], : forza risultante, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.8], : modulo di resistenza netto, in cm3, di met passo di una corrugazione, da calcolarsi allestremit inferiore delle corrugazioni come specificato in [3.5.9], senza assumerlo maggiore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula:
W LE, M
3 Qh G 0 ,5h G s C p G = W G + 10 -------------------------------------------- R eH 2

kt tW C

: coefficiente da assumere uguale a 6,34, : spessore netto, in mm, delle anime delle corrugazioni, : larghezza, in m, dellanima delle corrugazioni (vedere Fig 5). Fasciame e rinforzi ordinari dei cassonetti inferiore e superiore

7.1.6

WG

: modulo di resistenza netto, in cm3, di met passo di una corrugazione, da calcolarsi allestremit superiore delle shedders o delle

Quando sono sistemati cassonetti inferiore e superiore in accordo rispettivamente con [3.5.3] e [3.5.4], lo spessore netto dei loro fasciami laterali e il modulo di resistenza dei loro rinforzi ordinari devono essere non minori di quelli richiesti in Parte B, Cap 7, Sez 1, [3.5] e Parte B, Cap 7, Sez 2, [3.8] per condizioni di allagamento, considerando il modello di carico in [4.6].

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73

Parte E, Cap 4, Sez 3

7.2

Valutazione della resistenza del doppio fondo e del carico ammissibile nella stiva in condizioni di allagamento

7.2.1 Applicabilit (1/7/2001) Queste prescrizioni si applicano al doppio fondo delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3, che appartiene alle stive che devono essere considerate singolarmente allagate in accordo con le prescrizioni di cui in [4.7.1]. 7.2.2 Resistenza a taglio del doppio fondo La resistenza a taglio del doppio fondo deve essere calcolata come la somma delle resistenze a taglio, ad ambedue le estremit, di: ogni madiere esteso tra le casse laterali basse meno met della resistenza a taglio dei due madieri adiacenti ai cassonetti inferiori delle paratie trasversali, o alle due paratie trasversali stesse della stiva se non esiste cassonetto inferiore (ved. Fig 15); la resistenza a taglio dei madieri deve essere calcolata come specificato in [7.2.4], ogni paramezzale del doppio fondo esteso tra i due cassonetti inferiori delle paratie trasversali, o tra le due paratie trasversali stesse della stiva se non esiste cassonetto inferiore; la resistenza a taglio dei paramezzali deve essere calcolata come specificato in [7.2.5]. Nelle stive di estremit, ove paramezzali e madieri si interrompono e non sono direttamente uniti ai cassonetti inferiori di estremit delle paratie trasversali o ai paramezzali delle casse laterali basse, la loro resistenza al taglio dovr essere calcolata a una sola estremit. I paramezzali e i madieri da considerare ai fini del suddetto calcolo sono quelli posti entro i confini della stiva formati dalle casse laterali basse e dai cassonetti inferiori delle paratie trasversali (o dalle paratie trasversali stesse se queste non sono dotate di cassonetti inferiori). I paramezzali delle casse laterali basse e i madieri sottostanti i cassonetti inferiori delle paratie trasversali (o sottostanti le paratie trasversali stesse se queste non sono dotate di cassonetti inferiori) non possono essere considerati ai fini di questo calcolo. Qualora la geometria e/o la struttura stessa del doppio fondo siano tali da rendere inadeguate le suddette assunzioni, la resistenza a taglio del doppio fondo deve essere calcolata mediante calcolo diretto in accordo con Parte B, Cap 7, App 1, per quanto applicabile.

7.2.3 Spessori netti La resistenza a taglio dei madieri e dei paramezzali deve essere calcolata considerando le anime di tali elementi con i loro spessori netti, da ottenersi, in mm, dalla seguente formula:
t N = t 2 ,5

dove: t : spessore lordo, in mm, adottato per lanima dei madieri e dei paramezzali.

7.2.4 Resistenza a taglio dei madieri La resistenza a taglio dei madieri, in kN, deve essere ottenuta dalle seguenti formule: in corrispondenza dei pannelli, che costituiscono le anime dei madieri, adiacenti alle casse laterali basse:
A 3 S F1 = A F ----- 10 1

in corrispondenza delle aperture pi esterne (cio quelle nei pannelli, che costituiscono le anime dei madieri, pi vicini alle casse laterali basse):
A 3 S F2 = A F, H ----- 10 2

dove: AF AF,H : area di sezione netta, in mm2, del pannello adiacente alla cassa laterale bassa, : area di sezione netta, in mm2, del pannello in corrispondenza dellapertura pi esterna (cio quella pi vicina alla cassa laterale bassa), : tensione tangenziale ammissibile, in N/mm2, da assumere uguale alla minore tra:
R eH A = 0, 645 -------------------0 ,8 ( s tN )
0 ,6

R eH A = ------3

tN s 1 2

: spessore netto dellanima del madiere, in mm, definito in [7.2.3], : intervallo, in m, degli elementi di irrigidimento del pannello di madiere in esame, : coefficiente da assumere uguale a 1,1, : coefficiente da assumere uguale, in generale, a 1,2; pu essere ridotto a 1,1 quando sono sistemati idonei rinforzi in corrispondenza dellapertura pi esterna, la cui adeguatezza deve essere esaminata dalla Societ nei singoli casi.

74

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 15 : Struttura del doppio fondo


Cassonetto basso Paratia trasversale

Madiere adiacente Madiere adiacente alla al cassonetto paratia trasversale CL

Paramezzali

Madieri

7.2.5

Resistenza a taglio dei paramezzali

La resistenza a taglio dei paramezzali, in kN, deve essere ottenuta dalle seguenti formule: in corrispondenza dei pannelli, che costituiscono le anime dei paramezzali, adiacenti ai cassonetti inferiori (o alle paratie trasversali se non sono sistemati cassonetti inferiori):
A 3 S G1 = A G ----- 10 1

deve essere esaminata dalla Societ nei singoli casi. 7.2.6 Carico ammissibile nella stiva Il carico ammissibile nella stiva, deve essere ottenuto, in t, dalla seguente formula:
1 W = B V -F

dove: F : coefficiente da assumere uguale a: F = 1,1 in generale, F = 1,05 per acciai laminati, V hB : volume, in m3, occupato dal carico allaltezza hB (vedere Fig 14), : altezza di compenso del carico, in m, da ottenersi dalla seguente formula:
X h B = -------B g

in corrispondenza delle pi grandi aperture esterne (cio quelle nei pannelli, che costituiscono le anime dei paramezzali, pi vicini ai cassonetti inferiori, o alle paratie trasversali se non sono sistemati cassonetti inferiori):
A 3 S G2 = A G, H ----- 10 2

AG

: area di sezione netta, in mm2, del pannello adiacente al cassonetto inferiore (o alla paratia trasversale se non sistemato un cassonetto inferiore), : area di sezione netta, in mm2, del pannello in corrispondenza della pi grande apertura esterna (cio quella pi vicina al cassonetto inferiore, o alla paratia trasversale se non sistemato un cassonetto inferiore), : tensione tangenziale ammissibile, in N/mm2, definita in [7.2.4], dove tN lo spessore netto dellanima del paramezzale, : coefficiente da assumere uguale a 1,1, : coefficiente da assumere uguale, in generale, a 1,15; pu essere ridotto a 1,1 quando sono sistemati idonei rinforzi in corrispondenza dellapertura pi esterna, la cui adeguatezza

: pressione, in kN/m2, da ottenersi dalle seguenti formule: per carichi secchi alla rinfusa, il minore tra:
Z + g ( z F 0 ,1D 1 h F ) X = -------------------------------------------------------- 1 + ---- ( perm 1 ) B X = Z + g ( z F 0 ,1D 1 h F perm )

AG,H

per acciai laminati:


Z + g ( z F 0 ,1D 1 h F ) X = -------------------------------------------------------- 1 ---B

1 2

perm Z

: permeabilit del carico, che pu essere assunta non maggiore di 0,3, : pressione, in kN/m2, da assumere uguale alla minore tra:

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75

Parte E, Cap 4, Sez 3

CH Z = -----------A DB ,H CE Z = ----------A DB ,E

8
8.1

Parte prodiera
Rinforzo dell'area prodiera del fondo piatto

CH

: resistenza a taglio del doppio fondo, in kN, da calcolarsi come specificato in [7.2.2], considerando, per ogni madiere, la minore delle resistenze a taglio SF1 ed SF2 (vedere [7.2.4]) e, per ogni paramezzale, la minore delle resistenze a taglio SG1 e SG2 (vedere [7.2.5]), : resistenza a taglio del doppio fondo, in kN, da calcolarsi come specificato in [7.2.2], considerando, per ogni madiere, la resistenza a taglio SF1 (vedere [7.2.4]) e, per ogni paramezzale, la minore delle resistenze a taglio SG1 e SG2 (vedere [7.2.5])
n

8.1.1 Immersione minima a prora (1/7/2003) La struttura del fondo a prora deve essere rinforzata in accordo con le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 1, [3] contro le pressioni dinamiche dovute all'impatto sul fondo per la condizione indicata in [4.3.2] alla immersione minima a prora.

CE

9
9.1

Allestimento dello scafo


Castello di prora

A DB ,H =

S B
i i=1 n i

9.1.1 Generalit (1/1/2004) Le navi con notazione di servizio bulk carrier ESP devono essere provviste di un castello di prora chiuso sul ponte di bordo libero. Le dimensioni richieste del castello di prora sono indicate in [9.1.2].

DB ,i

A DB ,E =

S (B
i=1

DB

s)

Le sistemazioni strutturali ed il dimensionamento del castello di prora devono soddisfare le disposizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 2. 9.1.2 Dimensioni (1/1/2004) Il castello di prora deve essere ubicato sul ponte di bordo libero con la sua paratia poppiera collocata in corrispondenza della paratia prodiera della stiva pi a proravia, come indicato in Fig 17. L'altezza del castello di prora HF al di sopra del ponte principale non deve essere inferiore al maggiore tra i seguenti due valori: l'altezza standard di una sovrastruttura, come precisato in Parte B, Cap 1, Sez 2, Tab 2, o HC + 0.5 m, essendo HC l'altezza della mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva del carico No.1. Tutti i punti dell'estremit poppiera del castello di prora devono essere ubicati ad una distanza lF dalla lamiera della mastra della boccaporta tale da poter applicare il carico ridotto alla mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva No.1 ed alla copertura della boccaporta No.1 quando si applichino le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 7, [6.2.1] e in Parte B, Cap 9, Sez 7, [7.3.8], rispettivamente. La suddetta distanza lF , in m, deve essere:
lF 5 HF HC

: numero dei madieri tra i cassonetti inferiori (o le paratie trasversali se non sono sistemati cassonetti inferiori), : intervallo delli-esimo madiere, in m, : lunghezza, in m, da assumere uguale a: BDB,i = BDB - s per i madieri per i quali SF1 < SF2 (vedere [7.2.4]), BDB,i = BDB,h per i madieri per i quali SF1 SF2 (vedere [7.2.4]),

Si BDB,i

BDB BDB,h s

: larghezza, in m, del doppio fondo tra le casse laterali basse (vedere Fig 16), : distanza, in m, tra due aperture prese in esame (vedere Fig 16), : intervallo, in m, dei rinforzi ordinari longitudinali del cielo del doppio fondo adiacenti alle casse laterali basse. Figura 16 : Dimensioni BDB e BDB,h
B DB,h

B DB

Sul ponte del castello di prora pu non essere sistemato un paraonde per proteggere la mastra e la copertura della boccaporta. Se esso viene sistemato per altre ragioni, deve essere ubicato in modo che il suo lembo superiore nella mezzeria nave non sia inferiore a HB / tan 20 a proravia del lembo poppiero del castello di prora, essendo HB l'altezza del paraonde al di sopra del castello (vedere Fig 17).

76

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 17 : Sistemazione del castello di prora (1/1/2004)


Estremit superiore alla mastra della boccaporta HF HC HB

Figura 18 : Fianchi a singolo fasciame - Aree da pitturare Cassa longitudinale alta

lF Paratia prodiera

Area da pitturare

10 Protezione delle strutture metalliche dello scafo


10.1 Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra
10.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzate quando adeguata.

30

Cassa longitudinale bassa

10.2.4 Aree dei fianchi a doppio fasciame da pitturare Le aree da pitturare sono le superfici interne di: fasciame dei fianchi interni, le superfici interne delle lamiere inclinate delle casse laterali alte e delle casse longitudinali basse fino a una distanza di 300 mm al di sotto della loro estremit superiore. Tali aree sono illustrate in Fig 19. Figura 19 : Fianchi a doppio fasciame - Aree da pitturare
Cassa longitudinale alta

10.2 Protezione delle stive del carico


10.2.1 Pitturazione La scelta della pitturazione adeguata al carico di cui si prevede il trasporto, in particolare per quanto riguarda la sua compatibilit col carico stesso, e le modalit di applicazione in accordo con le raccomandazioni del produttore sono responsabilit del Cantiere e dellArmatore. 10.2.2 Applicabilit Tutte le superfici interne ed esterne delle mastre e delle coperture delle boccaporte e tutte le superfici interne delle stive del carico (fianchi e paratie trasversali) devono essere protette per mezzo di un efficace pitturazione, di tipo epossidico o equivalente, applicata in accordo con le raccomandazioni del produttore. Le aree dei fianchi (a singolo o doppio fasciame) e delle paratie trasversali da pitturare sono specificate da [10.2.3] a [10.2.5]. 10.2.3 Aree dei fianchi a singolo fasciame da pitturare Le aree da pitturare sono: le superfici interne del fasciame dei fianchi, le costole con relative squadre di estremit, le superfici interne delle lamiere inclinate delle casse laterali alte e, fino a una distanza di 300 mm al di sotto delle lamiere inclinate delle casse laterali basse. Tali aree sono illustrate in Fig 18.

Area da pitturare

30

Cassa longitudinale bassa

10.2.5 Aree delle paratie trasversali da pitturare Le aree da pitturare sono la parte superiore fino a 300 mm al di sotto delle estremit superiori dei cassonetti inferiori. Quando non sono sistemati cassonetti inferiori, le paratie

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77

Parte E, Cap 4, Sez 3

trasversali devono essere pitturate interamente. Le aree da pitturare sono illustrate in Fig 20.

11 Costruzione e prove
11.1 Saldature e collegamenti saldati
11.1.1 In Tab 3 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2

per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo dei collegamenti a T, in accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 3 devono essere eseguiti mediante saldature continue a cordoni dangolo.

11.2 Particolari strutturali speciali


11.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.5] specifiche per le navi con notazione di servizio bulk carrier ESP.

Figura 20 : Paratie trasversali - Aree da pitturare

Area da pitturare

Area da pitturare

Area da pitturare

300 mm

300 mm 300 mm 300 mm

300 mm

300 mm

Figura 21 : Zone a e b delle saldature delle costole

Cassa longitudinale alta

Zona "a"

0,25l

Zona "b"

Zona "a"
0,25l

Cassa longitudinale bassa

78

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Tabella 3 : Coefficiente di saldatura wF (1/7/2002)


Zona dello scafo Doppi fondi in corrispondenza delle stive del carico Collegamento di paramezzali madieri con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza di paratie o dei loro cassonetti inferiori, in generale fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza di paratie stagne corrugate o dei loro cassonetti inferiori madieri (paramezzali interrotti) Paratie strutture delle paratie di cisterne e delle paratie stagne (di compartimentazione) lamiere superiori dei cassonetti inferiori o, se non sono sistemati cassonetti inferiori, cielo del doppio fondo e lamiere inclinate delle casse basse laterali fasciami e rinforzi ordinari (paratie piane) corrugazioni verticali (paratie corrugate)

Coeff. di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 Saldatura a piena o parziale penetrazione 0,35 0,45 Saldatura a piena penetrazione

lamiere inferiori dei cassonetti superiori o, se non sono sistemati cassonetti superiori, strutture del ponte e lamiere inclinate delle casse laterali alte strutture dei fianchi strutture dei cassonetti inferiori contorni fasciame dei cassonetti inferiori, in generale

0,45

0,35 0,45

Saldatura a piena o parfasciame dei cassonetti inferiori che supportano paratie stagne cor- ziale penetrazione rugate rinforzi ordinari e diaframmi strutture dei cassonetti superiori shedders efficaci (vedere [3.5.7]) gussets efficaci (vedere [3.5.8]) contorni corrugazioni verticali e lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere superiori dei cassonetti inferiori corrugazioni verticali e shedders 0,45 0,45 Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente Saldatura a piena penetrazione Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente 0,45 (2) 0,4 (2)

Fianchi

anima delle costole e relative squadre di estremit

fasciame dei fianchi, delle lamiere inclinate delle casse laterali basse e alte, delle piattabande

nella zona a (1) nella zona b (1)

(1) (2)

Le zone a e b sono definite in Fig 21. Qualora le forme dello scafo siano tali da impedire la realizzazione di un efficiente cordone di saldatura dangolo, la Societ pu richiedere una preparazione adeguata delle anime delle costole e delle relative squadre di estremit, al fine di assicurare lo stesso grado di efficienza di quello della saldatura richiesta.

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79

Parte E, Cap 4, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI

1
1.1

Drenaggio e svuotamento dei locali prodieri


Applicabilit

1.2

Capacit di rimozione dell'acqua

1.1.1 (1/1/2005) Le presenti prescrizioni si applicano alle navi portarinfusa che devono soddisfare le disposizioni della Regola 13 del Capitolo XII della Convenzione SOLAS.

1.2.1 (1/1/2005) L'impianto di rimozione dell'acqua per le cisterne di zavorra ubicate a proravia della paratia di collisione e per le sentine di spazi asciutti, qualsiasi parte dei quali si estenda a proravia della stiva ubicata pi verso prora, deve essere progettato per rimuovere l'acqua dagli spazi prodieri con una portata che non sia inferiore a 320A m3/h, essendo A l'area, in m2, della sezione trasversale del pi grande dei tubi di sfogo d'aria o della pi grande tromba di ventilazione collegati dal ponte esposto ad uno spazio chiuso prodiero per il quale sia richiesta la rimozione dell'acqua mediante detto impianto.

80

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, App 1

APPENDICE 1

CRITERI DI STABILIT ALLO STATO INTEGRO PER CARICAZIONE DI GRANAGLIE

Calcolo dei momenti inclinanti assunti dovuti allo spostamento del carico
Stivaggio delle granaglie alla rinfusa
Generalit

A caricazione ultimata, tutte le superfici libere delle granaglie nei "compartimenti parzialmente pieni" devono essere livellate. 1.1.5 Fissaggio del carico

1.1
1.1.1

Tutte le operazioni necessarie e ragionevoli devono essere eseguite per livellare tutte le superfici libere delle granaglie e per ridurre al minimo leffetto dello spostamento delle granaglie (stivaggio). 1.1.2 Compartimenti pieni stivati

In ogni "compartimento pieno stivato", come definito in Sez 3, [2.1.2], le granaglie alla rinfusa devono essere stivate in modo da riempire tutti gli spazi sotto i ponti e i coperchi delle boccaporte fino al massimo possibile. 1.1.3 Compartimenti pieni non stivati

A meno che si tenga conto dello sfavorevole effetto dello sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie in accordo con il presente Regolamento, la superficie delle granaglie alla rinfusa in ogni "compartimento parzialmente pieno" deve essere fissata per prevenire un movimento delle granaglie, con un fermacarico come descritto in [1.9.1] a [1.9.3]. In alternativa, nei "compartimenti parzialmente pieni", la superficie delle granaglie alla rinfusa pu essere fissata per mezzo di fascette o legature come descritto in [1.9.4] o [1.9.5]. Gli spazi inferiori del carico e gli interponti in corrispondenza degli stessi possono essere caricati come un unico compartimento purch, nel calcolare i momenti sbandanti trasversali, sia tenuto debito conto del fluire delle granaglie negli spazi inferiori. 1.1.6 Divisioni longitudinali

In ogni "compartimento pieno non stivato", come definito in Sez 3, [2.1.3], si deve riempire di granaglie alla rinfusa fino al massimo possibile lo spazio in corrispondenza dellapertura della boccaporta, ma le granaglie possono essere al loro angolo di natural declivio al di fuori della periferia dellapertura della boccaporta. Un "compartimento pieno" pu qualificarsi come tale se ricade in una delle seguenti categorie: a) la Societ pu, in base a [1.7], dispensare dallo stivaggio in quei casi dove viene tenuto conto, nel calcolare le altezze dei vuoti, della geometria del vuoto sotto il ponte risultante dal libero fluire delle granaglie in un compartimento, che pu essere provvisto di condotti di alimentazione, ponti perforati o altri simili mezzi, oppure b) il compartimento "specialmente idoneo" come definito in Sez 3, [2.1.6], nel qual caso si possono dispensare dallo stivaggio le estremit di detto compartimento. 1.1.4 Granaglie in compartimenti parzialmente pieni

Nei "compartimenti pieni, stivati", "compartimenti pieni, non stivati" e "compartimenti parzialmente pieni" possono essere installate divisioni longitudinali come mezzo per ridurre lavverso effetto di sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie, purch: a) la divisione sia stagna alle granaglie, b) la costruzione soddisfi le norme della Parte B per le paratie longitudinali; se non prevista nessuna norma particolare vedere MSC Res. 23(59) sect.11-14; e c) se installate negli interponti, le divisioni devono estendersi da ponte a ponte e negli altri spazi del carico le divisioni devono estendersi verso il basso dalla faccia inferiore del ponte o copertura di boccaporta, come descritto in [1.3.2] a) (secondo punto), Nota 2 , [1.3.2] b), Nota 7, oppure [1.6.1] b), in quanto applicabili.

Se non vi sono granaglie alla rinfusa o altri carichi al di sopra di uno spazio inferiore per il carico contenente granaglie, le coperture delle boccaporte devono essere assicurate chiuse in modo approvato con riguardo alla massa e alle sistemazioni permanenti fornite per assicurare chiusi tali coperchi. Quando le granaglie alla rinfusa sono stivate sopra ai coperchi chiusi di boccaporte dinterponte che non sono stagni alle granaglie, tali coperchi devono essere resi stagni alle granaglie sigillando i giunti, coprendo lintera boccaporta con incerate o teli di separazione o altri mezzi adatti.

1.2
1.2.1

Ipotesi generali
Vuoti negli spazi caricati con granaglie

Allo scopo di calcolare lo sfavorevole momento sbandante dovuto ad uno spostamento della superficie del carico nelle navi che trasportano granaglie alla rinfusa si assume che: a) Nei compartimenti pieni che sono stati stivati in accordo con [1.1.2], esista un vuoto sotto tutte le superfici di contorno, che hanno uninclinazione rispetto allorizzontale inferiore a 30, e quel vuoto parallelo alla

Regolamenti RINA 2005

81

Parte E, Cap 4, App 1

superficie di contorno avendo unaltezza media calcolata con la formula:


V d = V d1 + 0 ,75 ( d 600 )

Tabella 1 : Altezza standard del vuoto


Distanza, in m, dallestremit o dal fianco della boccaporta al contorno del compartimento 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0 Altezza standard del vuoto Vd1, in mm 570 530 500 480 450 440 430 430 430 430 450 470 490 520 550 590

dove: Vd Vd1 d : altezza media del vuoto, in mm, : altezza standard del vuoto, in mm, dalla Tab 1, : altezza effettiva della trave, in mm.

In ogni caso, Vd deve essere assunto maggiore od uguale a 100 mm. b) Entro le boccaporte piene e in aggiunta ad ogni vuoto aperto entro il coperchio della boccaporta, esista un vuoto di altezza media pari a 150 mm misurato verso il basso fino alla superficie del grano, dalla parte inferiore della copertura della boccaporta ovvero dal punto pi alto della mastra laterale della boccaporta, assumendo il valore minore. c) In un "compartimento pieno, non stivato" che esentato dallo stivaggio al di fuori della periferia della boccaporta in base alle disposizioni in [1.1.3] a), si deve assumere che la superficie delle granaglie a caricazione ultimata sia inclinata, entro lo spazio vuoto sottoponte in tutte le direzioni, con un angolo di 30 sullorizzontale a partire dal margine dellapertura che determina il vuoto. d) In un "compartimento pieno, non stivato" che sia esentato dallo stivaggio nelle estremit del compartimento in base alle disposizioni in [1.1.3] b), si deve assumere che la superficie delle granaglie a caricazione ultimata sia inclinata in tutte le direzioni dalla zona di riempimento con un angolo di 30 dal margine inferiore del baglio di testa della boccaporta. Peraltro, se sono praticati fori di alimentazione nei bagli di testa della boccaporta in accordo con la Tab 2, allora si deve assumere che la superficie delle granaglie, dopo la caricazione, sia inclinata in tutte le direzioni con un angolo di 30 da una linea sul baglio di testa che la media dei picchi e degli avvallamenti della superficie reale delle granaglie, come indicato nella Fig 1. La descrizione del modo di comportarsi della superficie delle granaglie da assumersi nei compartimenti parzialmente pieni contenuta in [1.6].

Nota 1: Per distanze dal contorno maggiori di 8,0 m, laltezza standard del vuoto Vd1 deve essere estrapolata linearmente con incrementi di 80 mm per ciascun 1,0 m di aumento della lunghezza. Nota 2: Nella zona dangolo di un compartimento la distanza del contorno la distanza perpendicolare dalla linea dellanguilla laterale della boccaporta ovvero dalla linea del baglio di testa della boccaporta al contorno del compartimento, se maggiore. Laltezza della trave d da assumersi laltezza dellanguilla laterale della boccaporta ovvero del baglio di testa, se minore. Nota 3: Laddove esista un ponte rialzato al di l della boccaporta, la profondit media del vuoto misurata dalla faccia inferiore del ponte rialzato deve essere calcolata sulla base dellaltezza standard in associazione con unaltezza di trave del baglio di testa pi laltezza del ponte rialzato.

82

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, App 1

Tabella 2 : Prescrizioni per i fori di alimentazione


Diametro minimo, in mm 90 100 110 120 130 140 150 160 170 Area, in cm2 63,6 78,5 95,0 113,1 133,0 154,0 177,0 201,0 227,0 Intervallo massimo, in m 0,60 0,75 0,90 1,07 1,25 1,45 1,67 1,90 2,00

tro del volume dellintero compartimento di carico senza tener conto dei vuoti. In tutti i casi il peso del carico deve essere il volume del carico (risultante dalle ipotesi indicate in [1.2.1] c) oppure [1.2.1] d)) diviso per il fattore di stivaggio. 1.2.4 Ipotesi per i compartimenti parzialmente pieni Nei compartimenti parzialmente pieni dello sfavorevole effetto dello spostamento verticale della superficie delle granaglie deve essere tenuto conto come segue:
M H ,T = 1 ,12 M H ,C

dove MH,T e MH,C sono definiti in [1.2.2]. 1.2.5 Metodi equivalenti Ogni altro metodo egualmente efficace pu essere adottato per ottenere le compensazioni prescritte in [1.2.2] e [1.2.4].

1.2.2 Ipotesi per i compartimenti pieni, stivati Nelle verifiche dei criteri di stabilit specificati in Sez 3, [2.2.3], i calcoli di stabilit della nave devono normalmente essere basati sullipotesi che il centro di gravit del carico in un "compartimento pieno, stivato" corrisponda al centro volumetrico dellintero spazio di carico. In quei casi dove la Societ autorizza a tenere conto delleffetto dei vuoti assunti sottoponte sulla posizione verticale del centro di gravit del carico nei "compartimenti pieni, stivati", necessario compensare lo sfavorevole effetto dello spostamento verticale della superficie delle granaglie aumentando lassunto momento inclinante dovuto allo spostamento trasversale delle granaglie come segue:
M H ,T = 1 ,06 M H ,C

1.3

Momenti volumetrici inclinanti assunti per un compartimento pieno, stivato

1.3.1 Generalit Il movimento della superficie delle granaglie riferito alla sezione trasversale della parte di compartimento presa in considerazione e il momento inclinante che ne risulta deve essere moltiplicato per la lunghezza della stessa parte di compartimento per ottenere il momento inclinante relativo. Il momento inclinante trasversale dovuto allo spostamento delle granaglie una conseguenza dei cambiamenti finali di forma e posizione dei vuoti dopo che le granaglie si sono mosse trasversalmente. La superficie risultante delle granaglie dopo lo spostamento deve essere assunta inclinata a 15 sullorizzontale. Nel calcolare larea del massimo vuoto che si pu formare contro un elemento strutturale longitudinale, gli effetti di ogni superficie orizzontale, per esempio le flange o le piattabande, devono essere ignorati. Le aree totali dei vuoti iniziali e finali devono risultare uguali.

dove: : momento inclinante totale, in t.m MH,T MH,C : momento inclinante trasversale calcolato, in t.m In tutti i casi il peso del carico in un "compartimento pieno, stivato" deve essere il volume dellintero spazio di carico diviso per il fattore di stivaggio. 1.2.3 Ipotesi per i compartimenti pieni non stivati Il centro di gravit del carico in un "compartimento pieno non stivato deve essere assunto in corrispondenza del cen-

Figura 1 : Superficie efficace delle granaglie da assumersi

30
fori di alimentazione baglio di testa della boccaporta

superficie reale delle granaglie

superficie efficace delle granaglie

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Parte E, Cap 4, App 1

Elementi strutturali longitudinali stagni alle granaglie possono essere considerati efficaci per tutta la loro altezza eccetto dove essi sono intesi come mezzo per ridurre leffetto sfavorevole dello spostamento delle granaglie, nel qual caso si applicano le disposizioni di [1.1.6]. Una divisione longitudinale discontinua pu essere considerata efficace per tutta la sua lunghezza. 1.3.2 Ipotesi

Nota 3: AB: Ogni area in eccesso di quella che pu formarsi contro languilla in B deve essere trasferita nellarea finale del vuoto entro la boccaporta. Nota 4: CD: Ogni area in eccesso di quella che pu formarsi contro languilla in E deve essere trasferita nellarea finale del vuoto del lato alto.

Figura 4 : Andamento finale del vuoto


150 mm pi ogni vuoto aperto della copertura entro il vuoto della boccaporta C D E

Nei paragrafi seguenti si assume che il momento inclinante totale per un compartimento si ottenga sommando i risultati delle singole parti seguenti: a) avanti e addietro le boccaporte: se un compartimento ha due o pi boccaporte principali attraverso le quali pu effettuarsi la caricazione, laltezza del vuoto sottoponte per la parte o le parti fra dette boccaporte deve essere determinata usando la distanza in senso longitudinale al punto di mezzo fra le boccaporte, dopo lo spostamento ipotizzato delle granaglie landamento finale del vuoto come indicato in Fig 2.
Vd

lato basso

J C L

lato alto 0.6 m

Nota 5: Larea del vuoto in eccesso da AB deve trasferirsi nella met verso il lato basso della boccaporta nella quale si formano due aree separate del vuoto finale: una contro la divisione in mezzeria e laltra contro la mastra longitudinale della boccaporta e languilla del lato alto. Nota 6: Se viene formata una scodella di granaglie in sacchi oppure un imballaggio riempito di granaglie alla rinfusa dentro una boccaporta si deve assumere, allo scopo di calcolare il momento inclinante trasversale, che tale dispositivo sia almeno equivalente alla divisione in mezzeria. Nota 7: Se la divisione in mezzeria stata sistemata in accordo con [1.1.6], essa deve estendersi ad almeno 0,6 m sotto H ovvero J, se ne risulta unaltezza maggiore.

b) Allinterno e a fianco delle boccaporte senza divisione longitudinale, dopo lo spostamento ipotizzato delle granaglie landamento finale del vuoto come mostrato in Fig 3 oppure in Fig 4. Figura 2 : Andamento finale del vuoto
A B C

Vd
lato basso

lato alto

1.3.3 Compartimenti caricati in combinazione I seguenti paragrafi descrivono la maniera di comportarsi dei vuoti che devono essere assunti quando i compartimenti vengono caricati in combinazione: a) Senza efficace divisione in mezzeria: Sotto il ponte superiore: come nel caso di ponte singolo descritto in [1.3.2] a) (secondo punto) e [1.3.2] b). Sotto il secondo ponte (se applicabile): larea del vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso, cio larea del vuoto originale meno larea contro languilla sotto la mastra della boccaporta deve assumersi che si trasferisca come segue: una met nella boccaporta del ponte superiore e un quarto ciascuno verso il lato alto sotto il ponte superiore e il secondo ponte. Sotto il terzo ponte e ponti inferiori (se applicabile): le aree dei vuot disponibil per il trasferimento dal lato basso di ciascuno di questi ponti devono assumersi che si trasferiscano in quantit uguali in tutti i vuoti sotto i ponti nel lato alto e nel vuoto nella boccaporta del ponte superiore. b) Con effettiva divisione in mezzeria che si estende nella boccaporta del ponte superiore: A livello di tutti i ponti ai lati della divisione le aree dei vuoti disponibili per il trasferimento dal lato basso devono assumersi che si trasferiscano nel vuoto sotto la met dal lato basso della boccaporta del ponte superiore

D C Ldivisione longitudinale

Nota 1: Se larea del massimo vuoto che si pu formare contro languilla in B inferiore allarea iniziale del vuoto sotto AB, cio AB.Vd, si assume che larea in eccesso si trasferisca nel vuoto finale del lato alto. Nota 2: Se, per esempio, la divisione longitudinale in C stata sistemata in accordo con [1.1.6], essa deve essere estesa almeno fino a 0,6 m sotto D ovvero E se ne risulta unaltezza maggiore.

Figura 3 : Andamento finale del vuoto


150 mm pi ogni vuoto aperto della copertura entro il vuoto della boccaporta

C A
Vd

D E F

lato alto lato basso

84

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Parte E, Cap 4, App 1

A livello del ponte immediatamente sotto il fondo della divisione, larea del vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso deve assumersi che si trasferisca come segue: una met nel vuoto sotto la met dal lato basso della boccaporta del ponte superiore e il rimanente in eguali quantit nei vuoti sotto i ponti nel lato alto A livello dei ponti pi bassi di quelli descritti sopra, larea del vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso di ciascuno di quei ponti deve assumersi che si trasferisca in eguali quantit nei vuoti in ciascuna delle due met della boccaporta del ponte superiore per ciascun lato della divisione e i vuoti sotto i ponti nel lato alto.

a) La superficie risultante delle granaglie a fianco della boccaporta dopo lo spostamento deve assumersi inclinata di 15 sullorizzontale b) La superficie risultante delle granaglie alle estremit, avanti e addietro della boccaporta dopo lo spostamento deve assumersi inclinata di 25 sullorizzontale.

1.5

Momenti inclinanti volumetrici assunti per i cofani delle boccaporte

1.5.1 Dopo lo spostamento assunto delle granaglie landamento finale del vuoto come indicato nella Fig 5.
Nota 1: Se gli spazi laterali in corrispondenza del cofano non possono essere opportunamente stivati in accordo con [1.1], si deve assumere che si verifichi uno spostamento della superficie a 25.

c) Con efficaci divisioni in mezzeria che non si estendano nella boccaporta del ponte superiore: Poich si pu assumere che non si verifichino trasferimenti orizzontali di vuoti allo stesso livello del ponte come della divisione, larea di vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso a questo livello deve assumersi che si trasferisca sopra la divisione nei vuoti nel lato alto in accordo con i principi di a) e b).

1.6

Momenti incliananti volumetrici assunti per un compartimento parzialmente pieno

1.6.1 a) Quando la superficie libera delle granaglie alla rinfusa non stata bloccata in accordo ai paragrafi da [1.9.1] a [1.9.3], [1.9.4], o [1.9.5], si deve assumere che la superficie delle granaglie dopo lo spostamento sia inclinata di 25 sullorizzontale. b) In un compartimento parzialmente pieno, una divisione, se sistemata, deve estendersi da un ottavo della massima larghezza del compartimento sopra il livello della superficie delle granaglie fino alla stessa distanza sotto la superficie delle granaglie. c) In un compartimento nel quale le divisioni longitudinali non sono continue fra i limiti trasversali, la lunghezza per la quale ogni tale divisione efficace come mezzo per prevenire spostamenti a piena larghezza della superficie delle granaglie deve essere assunta la lunghezza reale della parte di divisione in considerazione meno due settimi della maggiore delle distanze trasversali fra la divisione e quelle adiacenti ovvero il fianco della nave. Questa correzione non si applica nei compartimenti inferiori di ogni carico in combinazione nel quale il compartimento superiore o un compartimento pieno o uno parzialmente pieno.

1.4

Momenti inclinanti volumetrici assunti per un compartimento pieno non stivato


Generalit

1.4.1

Tutte le disposizioni per i "compartimenti pieni, stivati" stabilite in [1.3] si applicano anche ai "compartimenti pieni non stivati" eccetto come indicato in [1.4.2]. 1.4.2 Prescrizioni addizionali

Nei "compartimenti pieni, non stivati" che sono esentati dallo stivaggio fuori della periferia della boccaporta secondo le disposizioni di [1.1.3] a) si applicano le seguenti ipotesi: a) La superficie risultante delle granaglie dopo lo spostamento deve assumersi inclinata di 25 sullorizzontale. Comunque, se in una qualunque sezione del compartimento, avanti, addietro o di fianco alla boccaporta, larea trasversale media del vuoto in quella sezione uguale o inferiore allarea che si otterrebbe applicando la [1.2.1] a), allora langolo della superficie delle granaglie dopo lo spostamento in quella sezione deve essere assunto pari a 15 sullorizzontale, b) Larea del vuoto in ogni sezione trasversale del compartimento deve assumersi essere la stessa sia prima che dopo lo spostamento delle granaglie, cio si deve assumere che non si verifichi unalimentazione addizionale al momento dello spostamento delle granaglie. Nei "compartimenti pieni, non stivati" che sono esentati dallo stivaggio nelle estremit, avanti e addietro della boccaporta, secondo le disposizioni in [1.1.3] b) si applicano le seguenti ipotesi:

1.7

Altre ipotesi

1.7.1 la Societ pu autorizzare deroghe alle ipotesi contenute in questo Regolamento in quei casi dove esso consideri c giustificato avendo riguardo alle disposizioni di caricazione oppure per le sistemazioni strutturali, purch siano soddisfatti i criteri di stabilit in Sez 3, [2.2.3] . Quando tale autorizzazione concessa in base a questa regola, i particolari relativi devono esseri inclusi nel "Libretto di stabilit per la caricazione di granaglie". Tali particolari comprendono i calcoli addizionali dei momenti inclinanti per stive piene con estremit non stivate; un esempio dei quali riportato in [2.1].

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Figura 5 : Andamento finale del vuoto

15

15

lato basso Vedere nota


25

lato alto Vedere nota

15

15

2 area del vuoto in eccesso in mezzeria 3 1 3 area del vuoto sul lato alto

1.8

Scodelle

1.8.1 Allo scopo di ridurre il momento inclinante pu essere usata una scodella al posto di una divisione longitudinale, in corrispondenza dellapertura di una boccaporta, soltanto in un compartimento "pieno e stivato" come definito in Sez 3, [2.1.2], eccetto nel caso di semi di lino e altri semi aventi caratteristiche analoghe, dove una divisione longitudinale non pu essere sostituita con una scodella. Se viene sistemata una divisione longitudinale, essa deve soddisfare i requisiti di [1.1.6]. 1.8.2 Laltezza della scodella, misurata dal fondo della stessa fino alla linea del ponte, deve essere come segue: per navi aventi larghezza fuori ossatura fino a 9,1 m, non meno di 1,2 m, per navi aventi larghezza fuori ossatura di 18,3 m o pi, non meno di 1,8 m, per navi aventi larghezza fuori ossatura fra 9,1 m e 18,3 m, la minima altezza della coppa deve essere ricavata per interpolazione.

1.8.4 In alternativa al riempimento della scodella con granaglie in sacchi o altro carico adatto, in un compartimento "pieno e stivato" si pu usare un imballaggio di granaglie alla rinfusa purch: a) le dimensioni e i mezzi per mantenere limballaggio in posto siano gli stessi specificati per la scodella in [1.8.2] e [1.8.3], b) la scodella sia foderata con materiale a soddisfazione della Societ avente un carico di rottura per trazione non inferiore a 2,687 N per striscia di 5 cm e che sia provvisto di mezzi di fissaggio adatti alla sommit, c) come alternativa a b), un materiale a soddisfazione della Societ avente un carico di rottura non inferiore a 1,344 N per striscia di 5 cm si pu usare se la scodella costruita come segue: legature trasversali a soddisfazione della Societ siano sistemate entro la scodella formata nelle granaglie alla rinfusa a intervalli non superiori a 2,4 m. Queste legature devono essere di lunghezza sufficiente da permettere di venire tirate saldamente e assicurate alla sommit della scodella, un pagliolo in legno di spessore non inferiore a 25 mm o altro materiale adatto di egual robustezza, largo tra 150 mm e 300 mm, deve essere sistemato longitudinalmente sopra queste legature per prevenire tagli o logoramento del materiale che deve essere impiegato per foderare la scodella,

1.8.3 La parte superiore della scodella (bocca) deve essere formata dalla struttura sottoponte in corrispondenza della boccaporta, cio anguille laterali o mastre e bagli di testa della boccaporta. La scodella e la boccaporta soprastante devono essere completamente riempite di granaglie in sacchi, o altro carico adatto, steso su teli di separazione o equivalenti e stivato strettamente contro le strutture adiacenti, in modo tale da avere una superficie di contatto con tali strutture per unaltezza uguale a o maggiore della met dellaltezza specificata in [1.8.2]. Se la struttura dello scafo non adatta per procurare tale superficie di contatto, la coppa deve essere fissata in posizione per mezzo di cavi dacciaio, catene, o doppi nastri dacciaio come specificato in [1.9.4] d) ad intervalli non superiori a 2,4 m.

d) la scodella deve essere riempita con granaglie alla rinfusa e assicurata alla sommit eccetto che, quando viene usato materiale approvato in conformit con c), un ulteriore pagliolo deve essere sovrapposto dopo il posizionamento del materiale prima che la scodella sia chiusa saldamente sistemando le legature, e) se viene usato p di uno strato di materiale per foderare la scodella, essi devono essere uniti in fondo o cucendoli o raddoppiando il lembo,

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Parte E, Cap 4, App 1

f) la sommit della scodella deve coincidere con il lato inferiore dei bagli quando questi sono in posto e un adatto carico generale o granaglie alla rinfusa possono essere posti fra i bagli sopra la scodella.

1.9

Fermacarico e fissaggio

1.9.1 Granaglie in sacchi Quando vengono utilizzate granaglie in sacchi o altri carichi adatti allo scopo di fissare saldamente "compartimenti parzialmente pieni", la superficie libera delle granaglie deve essere spianata e deve essere coperta da un telo di separazione o equivalente o da unadeguata piattaforma. Tale piattaforma deve consistere di supporti a intervalli di non p di 1,2 m e di tavole da 25 mm posate sopra tali supporti e intervallate non p di 100 mm. Le piattaforme possono essere costruite di altri materiali purch ritenuti equivalenti dalla Societ. 1.9.2 Piattaforme di separazione La piattaforma o il telo di separazione deve essere coperto con granaglie in sacchi strettamente stivati ed estendentisi fino ad unaltezza non inferiore ad un sedicesimo della massima larghezza della superficie libera delle granaglie ovvero 1,2 m, se questultimo valore risulta maggiore. 1.9.3 Carico equivalente Le granaglie in sacchi devono essere sistemate in sacchi robusti che devono essere ben riempiti e chiusi con sicurezza. Invece di granaglie in sacchi, possono essere usati altri adatti carichi strettamente stivati ed esercitanti almeno la stessa pressione delle granaglie in sacchi stivati in accordo con [1.9.2]. 1.9.4 Nastrature o legature Quando, allo scopo di eliminare i momenti inclinanti nei compartimenti parzialmente pieni, viene utilizzata una nastratura o legatura, il fissaggio deve essere ottenuto come segue: a) le granaglie devono essere stivate e livellate fino al punto che risultino molto leggermente convesse e coperte con teli di separazione di canapa o iuta, incerate o equivalenti, b) i teli di separazione e/o le incerate devono avere i lembi sovrapposti per almeno 1,8 m, c) due paglioli solidi di tavole di circa 25 mm larghe da 150 mm a 300 mm devono esseri sistemati con il pagliolo superiore in senso longitudinale e inchiodato a quello inferiore sistemato trasversalmente. In alternativa, pu essere usato un solo pagliolo pieno di tavole da 50 mm, sistemato in senso longitudinale e inchiodato su un supporto da 50 mm, largo non meno di 150 mm. I supporti devono estendersi per tutta la larghezza del compartimento e devono avere intervalli di non pi di 2,4 m. Possono essere accettate sistemazioni utilizzanti altri materiali se ritenuti equivalenti dalla Societ, d) possono essere usati come legature cavi dacciaio (19 mm di diametro o equivalente), doppia nastratura dacciaio (50 mm x 1,3 mm avente carico di rottura di almeno 49 kN), oppure catene di robustezza equiva-

lente, ciascuno di questi teso per mezzo di arridatoio da 32 mm. Un tenditore a manovella, usato assieme con un braccio di bloccaggio, pu sostituire larridatoio da 32 mm quando usata nastratura dacciaio, purch siano disponibili chiavi adatte per montare il tutto come necessario. Quando vengono usate nastrature in acciaio, per bloccare le estremit devono essere usate non meno di tre tenute pieghettate. Quando viene usato il cavo dacciaio, per formare le gasse delle legature devono essere usati non meno di quattro serrafili. e) prima del completamento della caricazione, le legature devono essere collegate in modo sicuro alle ossature in un punto approssimativamente 450 mm sotto la prevista superficie finale delle granaglie per mezzo di un maniglione da 25 mm oppure di una staffa di robustezza equivalente, f) le legature devono avere intervalli di non p di 2,4 m e ciascuna di esse deve essere sostenuta da un supporto inchiodato sul pagliolo longitudinale. Questo supporto deve consistere di una tavola non inferiore a 25 mm per 150 mm o equivalente e deve estendersi per tutta la larghezza del compartimento, g) durante il viaggio, la nastratura deve essere regolarmente ispezionata e tesa se necessario. 1.9.5 Fissaggio con rete metallica

Quando, allo scopo di eliminare i momenti inclinanti delle granaglie nei compartimenti "parzialmente pieni", vengono utilizzate nastrature o legature, il fissaggio pu, in alternativa al metodo descritto in [1.9.4], essere ottenuto come segue: a) le granaglie devono essere stivate e livellate fino al punto che siano molto leggermente convesse lungo la mezzeria longitudinale del compartimento, b) lintera superficie delle granaglie deve essere coperta con teli di separazione di canapa o iuta, incerate, o equivalenti. Il materiale di copertura deve avere un carico di rottura non inferiore a 1,344 N per striscia di 5 cm, c) due strati di rete metallica di rinforzo devono essere stesi sopra ai teli o altre coperture. Lo strato inferiore deve essere steso trasversalmente e lo strato superiore longitudinalmente. Le lunghezze di rete metallica devono sovrapporsi almeno per 75 mm. Lo strato superiore di rete deve essere posizionato sopra quello inferiore in maniera tale che i quadrati formati dagli strati alternati misurino approssimativamente 75 mm per 75 mm. La rete metallica di rinforzo deve essere del tipo usato nelle costruzioni in cemento armato. Essa fabbricata con filo dacciaio da 3 mm di diametro avente carico di rottura non inferiore a 52 kN/cm2, saldato in quadrati da 150 mm x 150 mm. Reti metalliche presentanti ossido dofficina possono essere usate, ma reti presentanti ruggine in scaglie staccate non possono essere usate, d) i contorni delle reti metalliche, sui lati di dritta e di sinistra del compartimento, devono essere fermati da assi di legno 150 mm x 50 mm,

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Parte E, Cap 4, App 1

e) legature di fermo, stese da fianco a fianco attraverso il compartimento, devono essere intervallate non pi di 2,4 m eccetto la prima e lultima legatura che non devono essere a pi di 300 mm rispettivamente dalla paratia prodiera o poppiera. Prima del completamento della caricazione, ciascuna legatura deve essere collegata in modo positivo alle ossature, in un punto approssimativamente a 450 mm sotto la prevista superficie finale delle granaglie, per mezzo di un maniglione da 25 mm oppure una staffa di robustezza equivalente. La legatura deve essere condotta da questo punto sopra gli assi di legno di contorno descritti in d), che hanno la funzione di distribuire la pressione verso il basso esercitata dalla legatura. Due strati di tavole da 150 mm x 25 mm devono essere stesi trasversalmente centrati al di sotto di ciascuna legatura ed estesi per tutta la larghezza del compartimento, f) le legature di fermo devono consistere di tondino dacciaio (19 mm di diametro o equivalente), doppia nastratura dacciaio (50 mm x 1,3 mm avente un carico di rottura di almeno 49 kN), oppure catene di robustezza equivalente, ciascuno dei quali teso per mezzo di arridatoio da 32 mm. Un tenditore a manovella, usato assieme a un braccio di bloccaggio, pu sostituire larridatoio da 32 mm quando usata nastratura dacciaio, purch chiavi adatte siano disponibili per montare il tutto come necessario. Quando vengono usate nastrature in acciaio, non meno di tre tenute pieghettate devono essere usate per bloccare le estremit. Quando viene usato il cavo dacciaio, non meno di quattro serrafili devono essere usati per formare le gasse delle legature, g) durante il viaggio le legature di fermo devono essere regolarmente ispezionate e tese se necessario.

Nel calcolare la geometria dei vuoti oltre lestremit della boccaporta, si pu tener conto dei fori di alimentazione nei bagli di testa della boccaporta, purch soddisfino i requisiti indicati nella Tab 2. La effettiva profondit deve essere assunta uguale alla distanza tra la faccia inferiore del ponte ed una linea orizzontale sul baglio di testa tracciata a compenso dei picchi e degli avallamenti della superficie effettiva delle granaglie, come indicato nella Fig 1. 2.1.2 Ipotesi

Nello sviluppare il calcolo del momento inclinante volumetrico, si assume che le granaglie nella boccaporta siano al massimo livello e la superficie risultante sia inclinata di un angolo di 15 sullorizzontale. Nelle estremit non stivate la superficie delle granaglie si dispone a mucchio attorno allarea di alimentazione, con un angolo di inclinazione di 30 sullorizzontale dal punto pi basso dei bagli di testa oppure, in certi casi, dal pi alto livello in cui sono praticati i fori di alimentazione. La somma dei momenti calcolati per le estremit e i momenti calcolati per la boccaporta fornisce il momento inclinante volumetrico totale per il compartimento "pieno con le estremit non stivate", che deve essere incluso per ogni compartimento simile nel "Libretto di stabilit per la caricazione delle granaglie. Le informazioni concernenti stive piene assunte stivate e stive parzialmente piene devono rimanere le stesse come al presente. 2.1.3 Calcolo delle aree dei vuoti

Dispensa dallo stivaggio delle estremit delle stive in certe navi


Esempi di calcolo
Generalit

Nelle navi aventi casse laterali alte inclinate in ciascuna stiva, la superficie delle granaglie va a lambire le casse laterali alte se queste sono inclinate rispetto allorizzontale di un angolo uguale o superiore a 30; in questo caso non si ha la presenza di vuoti e la disposizione della superficie delle granaglie quella indicata nella Fig 6. Figura 6 : Profondit del vuoto - Sezione trasversale

2.1
2.1.1

Come risultato di quanto specificato in [1.1.3] e [1.7.1], pu essere concessa deroga allo stivare le estremit delle stive in navi specialmente adatte, quando richiesto, purch dati addizionali circa i momenti inclinanti per "stive piene con estremit non stivate" vengano approvati e inclusi nel "Libretto di stabilit per caricazione di granaglie" richiesto in Sez 3, [2.2.2]. Le estremit non stivate devono essere trattate come spazi parzialmente pieni e, perci, la superficie delle granaglie in queste parti di stiva deve assumersi spostata fino ad un angolo di 25 dallorizzontale. Dopo aver tenuto conto dei momenti inclinanti dovuti allo spostamento delle granaglie nelle estremit non stivate, la deroga dello stivaggio pu essere concessa purch la nave soddisfi i criteri di stabilit specificati in Sez 3, [2.2.3]. La deroga pu essere concessa solo a navi con paratie inclinate formanti a dritta e sinistra i contorni longitudinali interni delle casse alte laterali e la cui inclinazione sia superiore od uguale a 30 sullorizzontale.

Vd

AA

BB

Nella zona avanti e addietro della boccaporta, la superficie delle granaglie si dispone in modo che laltezza del vuoto standard Vd aumenta con la distanza dalla boccaporta, come indicato nella Fig 7. Per il calcolo dellaltezza del vuoto, si prendono in considerazione tre diverse sezioni trasversali, AA, BB e CC e per ciascuna di queste sezioni ci si deve riferire a tre punti (A1, A2, A3, B1, B2, B3, e C1, C2, C3) come indicato nella Fig 8.

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Parte E, Cap 4, App 1

La distanza tra i punti C3 e B2, in m, risulta:


C3 B2 = ( 3 + 2 ) = 3 ,61
2 2

Area AV,II, in m2, relativa al vuoto II, eguale a: AV,II = 5 2,91 = 14,55 Area totale AT,AA del vuoto dritta e sinistra, in m2, nella sezione AA, eguale a: AT,AA = 2 (7,64 + 14,55) = 44,38 Con la stessa procedura si calcola il vuoto relativo alla sezione BB che risulta: Area totale AT,BB del vuoto, dritta e sinistra, in m2, nella sezione BB, AT,BB = 22,98 Area totale AT,CC del vuoto, dritta e sinistra, in m2, nella sezione CC, AT,CC = 2 (5 0,60) = 6,00 Figura 7 : Profondit del vuoto - Sezione longitudinale

e laltezza del vuoto Vd2, in m, misurata in B2 risulta:


V d2 = 3 ,61 tan 30 + 0 ,60 = 2 ,68
o

Larea della cassa alta AW, in m2, (I + II) risulta:


6 ( tan 30 )6 A W = ( 6 + 0 ,60 ) + ----------------------------- = 13 ,99 2
o

Le altezze dei vuoti Vd3, Vd2, Vd1, in m, relative ai punti A3, A2, A1 della sezione AA risultano:
V d3 = 4 tan 30 + 0 ,60 = 2 ,91 V d2 = ( 3 + 4 ) tan 30 + 0 ,60 = 3 ,49
2 2 o o

V d1 = ( 6 + 4 ) tan 30 + 0 ,60 = 4 ,76


2 2 o

Larea AV,AA, in m , del vuoto della sezione trasversale AA (calcolata per integrazione con la Regola di Simpson) risulta:
A1 A2 A V ,AA = ------------ ( V d3 + 4 V d2 + V d1 ) = 21 ,63 3

Con riferimento alla Fig 9 e alla Fig 10 sono calcolate le seguenti aree: Area A1A3G1G3 (che larea AV,AA calcolata sopra), in m2, eguale a: 21,63 Area della cassa laterale alta AW , in m2, eguale a: 13,99 Area AV,I, in m2, relativa al vuoto I, eguale a: AV,I = 21,63 - 13,99 = 7,64 Figura 8 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto
A A1 A2 A3 3 2 B B1 B2 B3 2 0,6 [1] C C1 C2 C3 22 6 10 6

Angolo della boccaporta

[1] Questa altezza pu essere ridotta se sono sistemati fori di alimentazione 6 C3 I 0,60 0,60

3,6t B2

Vd2

30 II Superficie delle granaglie

30

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Parte E, Cap 4, App 1

Figura 9 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto

Area A2, in m2, relativa alla zona 2:


13 ( tan 25 )13 A 2 = ------------------------------------ 13 ,99 = 25 ,41 2
o

)

)!

Area A3, in m2, relativa alla zona 3:


16 ( tan 25 )16 A 3 = ------------------------------------ 13 ,99 = 45 ,70 2
o

/! / /
Figura 10 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto
5 C3

I momenti delle aree M1, M2, M3, in m3, relativi alle aree A1, A2 ed A3, riferiti allasse di simmetria risultano:

11 1

Momento dellarea M1:


2 2 M 1 = 17 ,81 -- .8 ,74 + 2 ,26 3 ,6 ( 3 + 5 ) 10 ,38 -- .6 + 5 3 3 = 21 ,80

Momento dellarea M2:


2 2 M 2 = 39 ,39 -- .13 2 3 ,6 ( 3 + 5 ) 10 ,38 -- .6 + 5 3 3 = 140 ,38

Momento dellarea M3:


2 2 M 3 = 59 ,68 -- .16 5 3 ,6 ( 3 + 5 ) 10 ,38 -- .6 + 5 3 3

0,6

= 215 ,97

Nella Tab 3 riportato il sommario dei valori ottenuti. 2.1.5 Calcolo del momento inclinante volumetrico a) Momento inclinante volumetrico nelle estremit non stivate. Nella Tab 4 sono riportati i valori delle aree e dei momenti delle aree ricavati dalla curva della Fig 11. Pertanto, essendo la distanza longitudinale fra i punti A, B, C, uguale a 2 m, il momento inclinante volumetrico nella estremit non stivata MI, in m4, risulta:
2 I M = -- [ 1 34 + 4 128 + 1 212 ] = 505 ,33 3

2.1.4

Calcolo delle aree e dei momenti delle aree

Trovare la superficie di ciascuna sezione dopo lo scorrimento, che porta ad unarea del vuoto esattamente uguale a quella precedente allo scorrimento, un calcolo complicato se eseguito direttamente. Tuttavia se le aree e i corrispondenti momenti delle aree sono calcolati per una serie di angoli di scorrimento dallorizzontale fino a 25, e si traccia una curva delle aree in funzione dei momenti delle aree, entrando nella curva con il valore dellarea del vuoto per ogni posizione prima dello scorrimento, si pu ottenere con buona approssimazione il momento dellarea dopo lo scorrimento. Un esempio di tale curva riportato nella Fig 11. Un altro vantaggio di questo metodo consiste nel fatto che mentre le lunghezze delle sezioni di estremit possono variare, le dimensioni delle sezioni trasversali sono generalmente uniformi lungo la maggior parte della nave. Pertanto la stessa curva delle aree in funzione dei momenti delle aree pu essere usata in diverse posizioni. Con riferimento alla Fig 12, le aree relative alle zone 1,2 e 3 risultano: Area A1, in m2, relativa alla zona 1:
8 ,74 ( tan 25 )8 ,74 A 1 = ---------------------------------------------- 13 ,99 = 3 ,82 2
o

b) Momento inclinante volumetrico nella boccaporta. Il calcolo seguente valido per spazi vuoti entro la boccaporta (ved. Fig 13). Larea del vuoto AH, in m2, risulta:
A H = 10 ( 0 ,4 + 0 ,15 ) = 5 ,5

Centro di gravit x, in m, relativo ad AH:


x = 5 ,5 2 ----------------- = 6 ,41 o tan 15

Il momento dellarea MH, in m3, risulta:


6 ,41 M H = 5 ,5 5 ----------- = 15 ,75 3

Essendo la lunghezza della boccaporta uguale a 15 m, il momento inclinante volumetrico dentro la boccaporta MII, in m4, risulta:
M = 15 ,75 15 = 236 ,25
II

Inoltre, si deve tener conto delleventuale vuoto relativo ad una anguilla come descritto in Fig 14, cos come delleventuale vuoto relativo alla geometria della cassa alta laterale come descritto in Fig 15; al contrario,

90

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, App 1

leventuale vuoto relativo ai rinforzi longitudinali della cassa alta laterale come descritti in Fig 16 pu essere trascurato. c) Momento inclinante volumetrico. Il momento inclinante volumetrico totale in una stiva, come riportato nella Tab 4, la somma dei contributi di a) e b) di cui sopra. Figura 11 : Curva delle aree in funzione dei momenti delle aree Area, in m2
50 A 40

Figura 14 : Vuoto eventuale dovuto ad unanguilla


25

30

Anguilla

Figura 15 : Vuoto eventuale dovuto alla geometria della cassa alta laterale
25

30 B 20

30

10 C

20

40

60

80

120

160

200

Momento dell'area, in m 3

Figura 16 : Vuoto eventuale dovuto ai rinforzi longitudinali della cassa alta laterale
25

Figura 12 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto 11

5
25

6 3,6m2
30
1

10,38m

Tabella 3 : Aree e momenti delle aree


Zona Area, in m2 3,83 25,41 45,70 Momento dellarea, in m3 21,80 140,38 215,97

Figura 13 : Momento inclinante volumetrico nella boccaporta


10,0 0,15 15 0,4 Copertura della boccaporta

1 2 3

Tabella 4 : Momento volumetrico totale in una stiva, con estremit non stivate
Zona di stiva Estremit prodiera Boccaporta Momento sbandante in m4 505,33 236,25 505,33 1246,91

30

Livello delle granaglie prima dello spostamento Livello delle granaglie dopo lo spostamento

Estremit poppiera Totale

Regolamenti RINA 2005

91

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 5

NAVI MINERALIERE

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT

Regolamenti RINA 2005

93

Parte E, Cap 5, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento Sez 2 Sez 3 (1) (1) (1) (1)

1.1.1 La notazione di servizio ore carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.3], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da carico per il trasporto alla rinfusa di minerali (mineraliere).

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico mineraliere

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni applicabili alle navi mineraliere.

Regolamenti RINA 2005

95

Parte E, Cap 5, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Quando laccesso ad una stiva del carico avviene attraverso la boccaporta di carico, lestremit superiore della scala deve essere sistemata il pi vicino possibile alla mastra della boccaporta. Gli accessi e le scale devono essere sistemati in modo tale che il personale equipaggiato con autorespiratori possa facilmente entrare ed uscire dalla stiva del carico. Le mastre dei boccaportelli di accesso aventi unaltezza maggiore di 900 mm devono avere gradini allesterno in corrispondenza della scala di stiva. 2.2.3 Scale entro grandi stive del carico

1.1.1 Le prescrizioni della Sez 2 e Sez 3 si applicano alle navi con un ponte, con due paratie longitudinali e con doppio fondo esteso nella zona del carico, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa, inclusi minerali, nelle sole stive centrali. Una sezione maestra tipica illustrata in Fig 1. Lapplicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di nave deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ.

2
2.1

Sistemazioni generali
Sistemazione degli accessi al doppio fondo e alla galleria tubi
Mezzi daccesso

Ciascuna stiva del carico deve essere provvista di almeno due scale distanziate longitudinalmente il massimo possibile. Tali scale devono possibilmente essere disposte diagonalmente, cio una scala vicino alla paratia prodiera a sinistra nave, laltra vicino alla paratia poppiera a dritta, rispetto al piano di simmetria della nave. Le scale devono essere progettate e sistemate in modo tale da minimizzare il rischio di danni da parte delle attrezzature di manovra del carico. Possono essere consentite scale verticali purch siano sistemate una sopra laltra in linea con altre scale alle quali esse formano accesso e siano previste posizioni di sosta ad intervalli non superiori a 9 metri. Gallerie attraversanti le stive del carico devono essere dotate di scale oppure di gradini a ciascuna estremit della stiva cosicch il personale possa attraversare tali gallerie. Quando fosse necessario lavorare entro una stiva del carico in preparazione della caricazione, devono essere prese in considerazione sistemazioni atte ad un maneggio in sicurezza di ponteggi mobili o piattaforme mobili. Figura 1 : Nave per il trasporto di minerale

2.1.1

Devono essere previsti adeguati mezzi daccesso al doppio fondo e alla galleria tubi. 2.1.2 Passi duomo sul cielo del doppio fondo, madieri e paramezzali

I passi duomo aperti sul cielo del doppio fondo devono distare dal cassonetto inferiore alla paratia trasversale non meno di un intervallo tra i madieri. Il posizionamento e le dimensioni dei passi duomo nei madieri e paramezzali devono essere determinati in modo da facilitare laccesso alle strutture del doppio fondo e la sua ventilazione. Comunque, essi devono essere evitati nelle zone dove potrebbero verificarsi alte sollecitazioni di taglio.

2.2

Sistemazione degli accessi alle stive del carico


Mezzi daccesso

2.2.1

Per quanto praticabile, mezzi daccesso permanenti o mobili e conservati a bordo devono essere previsti per assicurare unadeguata sorveglianza e manutenzione delle stive del carico. 2.2.2 Boccaportelli daccesso a grandi stive del carico

Se sono usati boccaportelli separati come accesso alle scale, come richiesto in [2.2.3], ciascun boccaportello deve avere una luce libera di almeno 600 mm x 600 mm.

96

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 5, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
Ry : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale utilizzato, da assumere uguale a 235/k N/mm2, salvo ove diversamente specificato : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 2,06.105 N/mm2 per gli acciai in genere, E = 1,95.105 N/mm2 per gli acciai inossidabili.

3
3.1

Criteri di progetto delle strutture


Strutture del doppio fondo

k E

3.1.1 Il doppio fondo deve essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Devono essere sistemati madieri pieni allineati con le strutture rinforzate delle cisterne laterali; a met intervallo tra le strutture rinforzate devono essere sistemati madieri intermedi. 3.1.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.1.3 Deve essere assicurata unadeguata rastremazione della struttura del doppio fondo entro le cisterne laterali. In generale, il fasciame del cielo del doppio fondo deve essere prolungato entro le cisterne laterali in corrispondenza dei madieri mediante squadre orizzontali adeguatamente dimensionate.

1
1.1

Generalit
Manuale di caricazione e strumento per il controllo della caricazione

1.1.1 Le navi con notazione di servizio ore carrier ESP di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2.

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro
Generalit

2.1.1

3.2

Strutture dei fianchi

La stabilit della nave per le condizioni di carico indicate nella Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.5] deve soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, Sez 2. Nel caso in cui la nave debba anche trasportare granaglie, devono essere soddisfatte le prescrizioni del Cap 4, Sez 3, [2.2.2] e Cap 4, Sez 3, [2.2.3].

3.2.1 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m i fianchi devono essere a struttura longitudinale. In generale, lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. 3.2.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

2.2
2.2.1

Stabilit in condizioni di avaria


Generalit

Navi trasporto minerali di lunghezza superiore od uguale a 80 m sono soggette al metodo probabilistico riportato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.3] e devono soddisfare le prescrizioni di Parte B, Cap 3, App 3. 2.2.2 Bordo libero ridotto

3.3

Strutture del ponte

3.3.1 La zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte deve essere a struttura longitudinale. 3.3.2 La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. 3.3.3 Un adeguato collegamento tra i bagli rinforzati in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di costole o squadre addizionali allinterno delle cisterne laterali.

Navi trasporto minerali di lunghezza maggiore di 100 m, a cui sia stato assegnato un bordo libero ridotto come permesso dalla regola 27 della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966, come indicato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.2] devono soddisfare le prescrizioni specificate nella Parte B, Cap 3, App 4. Pertanto la verifica della rispondenza alle prescrizioni di cui in [2.2.1] non richiesta.

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97

Parte E, Cap 5, Sez 3

3.4

Strutture delle paratie longitudinali

3 volte laltezza delle corrugazioni, in generale, 2 volte laltezza delle corrugazioni, nel caso di cassonetti superiori a sezione rettangolare. Figura 2 : Campata delle corrugazioni

3.4.1 Le paratie longitudinali devono essere piane, ma possono essere piegate nella parte inferiore o superiore per assumere una forma a tramoggia che favorisca lo stivaggio e lo scarico. In tal caso, la sistemazione delle pieghe e delle strutture adiacenti deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. 3.4.2 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, le paratie longitudinali devono essere a struttura longitudinale. 3.4.3 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

(*)

lc
n n

lc

lc

3.5

Strutture delle paratie trasversali


n= asse neutro delle corrugazioni
(*) Ved. [3.6.2]

3.5.1 Qualora la sistemazione strutturale delle paratie trasversali entro le cisterne laterali sia diversa da quella entro le stive centrali, deve essere garantita unadeguata continuit strutturale della paratia trasversale attraverso quella longitudinale.

3.6

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

3.6.3 Cassonetto inferiore (1/7/2002) Il cassonetto inferiore deve, in generale, avere altezza non inferiore a 3 volte l'altezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame superiore del cassonetto inferiore deve essere non minore di quello richiesto per il fasciame della paratia soprastante. Lo spessore e le caratteristiche del materiale della parte superiore del fasciame laterale, verticale o inclinato, del cassonetto inferiore, per una altezza dall'estremit superiore del cassonetto pari alla larghezza della piattabanda della corrugazione, devono essere non minori di quelli della piattabanda stessa, per soddisfare i requisiti di rigidezza della paratia all'estremit inferiore della corrugazione. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegate tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto stesso. La distanza tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione deve essere quella indicata in Fig 3. La base del cassonetto inferiore deve essere posta in corrispondenza di madieri del doppio fondo e deve avere larghezza non inferiore a 2,5 volte laltezza media delle corrugazioni della paratia. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati coi paramezzali del doppio fondo al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte superiore del cassonetto. Dove le corrugazioni sono interrotte sul cassonetto inferiore, le corrugazioni stesse e lo scivolo laterale del cassonetto devono essere saldati al fasciame superiore del cassonetto inferiore in accordo con [8.1]. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore e i sottostanti madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [8.1].

3.6.1 Generalit Le paratie trasversali stagne corrugate verticalmente devono in generale essere dotate di cassonetto inferiore e di un cassonetto superiore posto sotto il ponte della nave. Langolo della corrugazione definito nella Fig 1 deve essere non minore di 55. Figura 1 : Geometria delle corrugazioni

CL
A C

j 55

tw SC tF

3.6.2 Campata delle corrugazioni La campata lC delle corrugazioni (da utilizzare nelle verifiche di resistenza in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi) deve essere assunta quale la distanza specificata in Fig 2. Ai fini della definizione di lC, lestremit inferiore del cassonetto superiore non pu essere assunta ad una distanza dal ponte in mezzeria maggiore di:

98

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Parte E, Cap 5, Sez 3

Figura 3 : Distanza ammessa, d, tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione (1/7/2001)

Piattabanda della corrugazione

Piattabanda della corrugazione

t fg

t fg
lamiera della parte superiore del cassonetto

t fg
d

lamiera della parte superiore del cassonetto

d t fg

t fg : spessore adottato della piattabanda (as built)


3.6.4 Cassonetto superiore 3.6.5 Allineamento

Il cassonetto superiore, deve, in generale, avere altezza non minore di 2 volte e non maggiore di 3 volte laltezza della corrugazione. I cassonetti rettangolari devono avere, in generale, unaltezza, misurata a livello del ponte in prossimit dellanguilla laterale della boccaporta, pari a 2 volte laltezza della corrugazione. Il cassonetto superiore deve essere adeguatamente supportato da anguille o da squadre alte collegate ai bagli adiacenti alle boccaporte. La larghezza del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve, in generale, essere uguale a quella del fasciame superiore del cassonetto inferiore. La parte alta dei cassonetti non rettangolari deve avere una larghezza non minore di 2 volte laltezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve essere uguale a quello richiesto per il fasciame della paratia sottostante. Lo spessore della parte inferiore del fasciame laterale del cassonetto deve essere non minore dell80% di quello richiesto per la parte alta della paratia quando viene usato lo stesso materiale. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegate tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con le anguille del ponte, a cui dovranno essere efficacemente collegati, estesi sino alle mastre delle boccaporte al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte inferiore del cassonetto.

Il fasciame laterale del cassonetto deve essere allineato con le piattabande delle corrugazioni e i rinforzi verticali delle pareti del cassonetto inferiore e le relative squadre devono essere allineate con i longitudinali del cielo del doppio fondo, il tutto per garantire una efficace trasmissione dello sforzo tra i suddetti elementi. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore non pu presentare pieghe tra il fasciame del cielo del doppio fondo e il fasciame superiore del cassonetto stesso. 3.6.6 Larghezza efficace della piattabanda compressa

La larghezza efficace della piattabanda compressa da considerarsi nella verifica di resistenza della paratia deve essere ottenuta, in m, dalla seguente formula:
b EF = C E A

dove: CE : coefficiente uguale a:


2, 25 1, 25 C E = ------------ -----------2 C E = 1, 0 per > 1,25 per 1, 25

: coefficiente uguale a:
3 A R eH = 10 --- ------tf E

A tf ReH

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (ved. Fig 1), : spessore netto della piattabanda, in mm, : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale delle piattabande, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2].

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99

Parte E, Cap 5, Sez 3

3.6.7

Shedders efficaci

A tSH tF

Shedders efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: non sono piegate, sono saldate alle corrugazioni e al fasciame superiore del cassonetto inferiore in accordo con [8.1], sono sistemate con un angolo di inclinazione di almeno 45 e la loro estremit inferiore allineata con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, hanno spessore non inferiore al 75% di quello prescritto per le piattabande delle corrugazioni, siano costituite da materiale con caratteristiche almeno equivalenti a quelle prescritte per le piattabande delle corrugazioni. 3.6.8 Gussets efficaci

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1), : spessore netto delle shedders, in mm, : spessore netto della piattabanda, in mm.

d) Gussets efficaci. Se sono sistemate gussets efficaci, come definite in [3.6.8], (vedere da Fig 6 a Fig 8), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 da Fig 6 a Fig 8), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I G = 7h G t F

dove: hG : altezza delle gussets, in m, (vedere da Fig 6 a Fig 8), da assumersi non superiore a (10/7)SGU, : larghezza delle gussets, in m, : spessore netto della piattabanda, in mm, ricavato dallo spessore adottato.

Gussets efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: sono sistemate insieme a shedders di spessore, tipo di materiale e collegamenti saldati in accordo con [3.6.7], hanno altezza non inferiore a met della larghezza della piattabanda della corrugazione, sono allineate con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, sono saldate allestremit del cassonetto inferiore, alle corrugazioni e alle shedders in accordo con [8.1], hanno spessore e caratteristiche del materiale almeno equivalente a quelli prescritti per le piattabande delle corrugazioni. 3.6.9 Modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni SGU tF

e) Lamiera superiore inclinata del cassonetto Se le anime delle corrugazioni sono saldate ad un cassonetto inferiore avente la lamiera superiore inclinata di un angolo non inferiore a 45 rispetto al piano orizzontale, il modulo di resistenza della corrugazione pu essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 100%. Per angoli inferiori a 45, lefficacia dellanima potr essere ottenuta tramite interpolazione lineare tra 30% per 0 e 100% per 45. Se sono sistemate gussets efficaci, nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni, larea della piattabanda pu essere aumentata secondo quanto specificato in d). La presenza di sole shedders non pu essere tenuta in considerazione per aumentare larea della piattabanda. Figura 4 : Shedders simmetriche

a) Il modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni (sezioni 1 da Fig 4 a Fig 8) deve essere calcolato considerando per la piattabanda compressa una larghezza efficace bef , non superiore a quanto specificato in [3.6.6]. b) Anime delle corrugazioni non scontrate da squadre. Ad eccezione del caso e), se le anime delle corrugazioni non sono scontrate nella parte inferiore da squadre locali poste sotto il pannello di fasciame costituente lestremit superiore del cassonetto inferiore, il modulo di resistenza delle corrugazioni deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 30%. c) Shedders efficaci. Se sono sistemate shedders efficaci, come definite in [3.6.7], (vedere Fig 4 e Fig 5), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 in Fig 4 e Fig 5), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I SH = 2 ,5A t F t SH

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

da assumersi non superiore a 2,5AtF, dove:

100

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Parte E, Cap 5, Sez 3

Figura 5 : Shedders asimmetriche

e le piattabande delle corrugazioni stesse. In generale, larea a taglio ridotta pu essere ottenuta moltiplicando larea dellanima per (sin ), ove langolo tra lanima e la flangia della corrugazione (vedere Fig 1). Figura 7 : Gussets con Shedders asimmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

hg

"gusset"

Figura 6 : Gussets con Shedders simmetriche


1

Cassonetto basso

"gusset" plate

Figura 8 : Gussets con Shedders asimmetriche Lamiera superiore del cassonetto inclinata

hg

1 Cassonetto basso

"gusset"

gusset plate

3.6.10 Modulo di resistenza delle corrugazioni nelle sezioni diverse da quella allestremit inferiore della corrugazione Il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando lanima della corrugazione pienamente efficace e per la piattabanda compressa una larghezza efficace, bEF, non maggiore di quella specificata in [3.6.6]. 3.6.11 Area a taglio Larea a taglio deve essere opportunamente ridotta per tenere conto di eventuali non perpendicolarit tra le anime

hg

= =
Cassonetto basso

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101

Parte E, Cap 5, Sez 3

4
4.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave

identificato come asse y, mentre quello nel piano dellanima lasse x (vedere le figure in Tab 2). La forza assiale pu essere di trazione o di compressione. In funzione di ci, devono essere eseguiti due tipi di verifica, rispettivamente in accordo con [5.2.2] o [5.2.3]. Tabella 1 : Spessore minimo netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive
Fasciame Cielo del doppio fondo entro le stive Spessore minimo netto, in mm Struttura longitudinale Struttura trasversale 2,15 (L1/3 k1/6) + 4,5 s 2,35 (L1/3 k1/6) + 4,5 s

4.1.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla (1/7/2002) In aggiunta alle prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono esser calcolate per le seguenti condizioni di caricazione, distinguendo tra condizioni alla partenza e condizioni all'arrivo, come appropriato: condizioni di caricazione a stive alterne (carichi leggeri e pesanti) alla massima immersione, condizioni di caricazione omogenee alla massima immersione, con carichi sia leggeri, sia pesanti, alla massima immersione, condizioni di zavorra; condizioni di caricazioni adottate per brevi viaggi, nelle quali la nave caricata alla massima immersione, ma con una quantit ridotta di combustibile, condizioni di caricazione adottate per operazione di carico e scarico tra pi porti , condizioni di caricazione che prevedono il trasporto di carichi sul ponte, quando ci ammesso, sequenze tipiche di caricazione della nave, dallinizio delle operazioni fino al raggiungimento della massima portata lorda, per condizioni di caricazione omogenee, per condizioni di caricazione parziali e, se ammesse, per condizioni di caricazione a stive alterne. Devono anche essere considerate sequenze tipiche di scaricazione della nave per le suddette caricazioni. Le sequenze tipiche di carico e scarico devono essere definite in modo tale che i limiti di resistenza ammissibili non siano superati. Le sequenze tipiche di carico devono essere definite anche tenendo in considerazione la velocit di caricazione e la capacit di sbarco della zavorra. sequenze tipiche di cambio della zavorra in mare, quando ci ammesso.

Nota 1: s :

lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

5.2.2

Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di trazione e a momenti flettenti I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
Ry FT 3 M 10 ------ + 10 ------- ---------w yy R m A ct

dove: FT Act M : forza assiale di trazione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone, : max (|M1|, |M2|),

M1, M2 : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, wyy R m : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : cefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : cefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 5.2.3 Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di compressione e a momenti flettenti I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare le seguenti condizioni:
Ry 1 e 10F C ------ + ------- --------- A ct w xx R m FC Ry 3 M max 10 ------ + 10 ----------- ---------A ct w yy R m

5
5.1

Dimensionamenti dello scafo


Prescrizioni addizionali

Spessore minimo netto del fasciame del cielo del doppio fondo Lo spessore netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive del carico deve essere non minore dei valori in Tab 1.

5.1.1

5.2

Verifica di resistenza dei puntoni mediante analisi con modelli tridimensionali a travi

dove: FC Act : forza assiale di compressione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone,

5.2.1 Generalit Un puntone verificato mediante in un modello tridimensionale a travi in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 deve, nel caso pi generale, essere considerato soggetto a una forza assiale e a un momento flettente intorno allasse neutro perpendicolare allanima del puntone stesso. Questo asse

1 = ---------------FC 1 -----F EX

102

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 5, Sez 3

FEX

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse x:


2 EI xx F EX = -------------5 2 10 l

schematizzazione fine in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 e Parte B, Cap 7, App 1, c R : Tensione critica, in N/mm2, definita in [5.3.2], : Coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 m : Coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 5.3.2 La tensione critica di instabilit dei puntoni deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E Ry c = R y 1 -------- 4 E R per E ----y 2 per R E > ----y 2

Ixx

: momento dinerzia netto, in cm , del puntone intorno allasse x, : campata, in m, del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : modulo di resistenza netto, in cm , del puntone intorno allasse x, : max (|M0|, |M1|, |M2|),
3

l
e

www Mmax

1 + t 2 ( M1 + M2 ) M 0 = ------------------------------------------2 cos ( u ) 1 - M2 M1 t = ---------------- -------------------- tan ( u ) M 2 + M 1 FC u = -- -----2 F EY

dove: E = Min (E1, E2), E1 : Tensione di Eulero di instabilit flessionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
2 EI E1 = --------------------4 2 10 A ct l

FEY

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse y:


2 EI yy F EY = -------------5 2 10 l

I Ixx Iyy Act,

: Min (Ixx, Iyy), : Momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x definito in [5.2.1], : Momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y definito in [5.2.1], : Area netta di sezione, in cm2, del puntone, : Campata, in m, del puntone, : Tensione di Eulero di instabilit torsionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
J 2 EI w E2 = ----------------- + 0 ,41 E --4 2 Io 10 I o l

Iyy M1,M2

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y, : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : cefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02

wyy R m

l
E2

: cefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02. Iw

5.3

Verifica di resistenza dei puntoni mediante analisi con modelli tridimensionali a elementi finiti

: Momento dinerzia settoriale netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : Momento dinerzia polare netto, in cm4, del puntone,
I o = I xx + I yy + A ct ( y o + e ) 2

Io

5.3.1 In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4] e Parte B, Cap 7, Sez 3, [6], i dimensionamenti netti dei puntoni soggetti a tensoni assiali di compressione devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
C ---------R m

yo

: Distanza, in cm, dal centro di torsione allanima del puntone, specificata in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : Distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : Momento dinerzia di St. Venant netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone.

dove: : Tensione di compressione, in N/mm , ottenuta dallanalisi tridimensionale a elementi finiti a


2

Regolamenti RINA 2005

103

Parte E, Cap 5, Sez 3

Tabella 2 : Calcolo delle caratteristiche geometriche dei puntoni


Sezione del puntone e y0 J IW

T simmetrica
bf X tf

tw hw O Y

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

2 t f h w b f3 --------------24

tf

T asimmetrica
b 1f
X

tf
O Y

hw

tw

1 3 -- ( b 1 + b 2 )t f3 + h w t w 3

2 t f h w b 1f b 2f ------------------------------3 3 12 ( b 1f + b 2f )

tf b2 f

Asimmetrica
bf

X
tf

hw

yo

b 2 tf -----------------------ht w + 2bt f
e

3b f2 t f ----------------------------6b f t f + h w t w

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

t f b f3 h 2 3b f t f + 2h w t w -------------- -------------------------------12 6b f t f + h w t w

O
tw

6
6.1

Allestimento dello scafo


Castello di prora

6.1.2

Dimensioni (1/1/2004)

6.1.1 Generalit (1/1/2004) Le navi con notazione di servizio ore carrier ESP devono essere provviste di un castello di prora chiuso sul ponte di bordo libero. Le dimensioni richieste del castello di prora sono indicate in [6.1.2]. Le sistemazioni strutturali ed il dimensionamento del castello di prora devono soddisfare le disposizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 2.

Il castello di prora deve essere ubicato sul ponte di bordo libero, con la sua paratia poppiera collocata in corrispondenza della paratia prodiera della stiva pi a proravia, come indicato in Fig 9. L'altezza del castello di prora HF al di sopra del ponte principale non deve essere inferiore al maggiore tra i seguenti due valori: l'altezza standard di una sovrastruttura, come precisato in Parte B, Cap 1, Sez 2, Tab 2, o HC + 0,5 m, essendo HC l'altezza della mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva del carico N. 1.

104

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 5, Sez 3

Tutti i punti dell'estremit poppiera del castello di prora devono essere ubicati ad una distanza lF , dalla lamiera della mastra della boccaporta tale da poter applicare il carico ridotto alla mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva N.1 ed alla copertura della boccaporta N.1 quando si applichino le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 7, [6.2.1] e in Parte B, Cap 9, Sez 7, [7.3.8], rispettivamente. La suddetta distanza lF , in m, deve essere:
lF 5 HF H C

7
7.1

Protezione delle strutture metalliche dello scafo


Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra

Sul ponte del castello di prora pu non essere sistemato un paraonde per proteggere la mastra e la copertura della boccaporta. Se esso viene sistemato per altre ragioni, deve essere ubicato in modo che il suo lembo superiore nella mezzeria nave non sia inferiore a HB / tan 20 a proravia del lembo poppiero del castello di prora, essendo HB l'altezza del paraonde al di sopra del castello (vedere Fig 9). Figura 9 : Sistemazione del castello di prora (1/1/2004)
Estremit superiore alla mastra della boccaporta HF HC HB

7.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzata quando adeguata.

8
8.1

Costruzione e prove
Saldature e collegamenti saldati

8.1.1 In Tab 3 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2, per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo di giunti a T, in accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 3 devono essere eseguiti mediante saldature continue a cordoni dangolo.

lF Paratia prodiera

8.2

Dettagli strutturali speciali

8.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.6] specifiche per le navi con notazione di servizio ore carrier ESP.

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105

Parte E, Cap 5, Sez 3

Tabella 3 : Coefficiente di saldatura wF (1/7/2002)


Zona dello scafo Doppi fondi in corrispondenza delle stive del carico Collegamento di paramezzali con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) madieri fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza dei cassonetti inferiori, in generale fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza dei cassonetti inferiori di paratie stagne corrugate paramezzali (madieri interrotti) Paratie nelle stive del carico strutture delle paratie stagne lamiere superiori dei cassonetti bassi fasciami e rinforzi ordinari (paratie piane) lamiere delle corrugazioni verticali (paratie corrugate) lamiere inferiori dei cassonetti alti paratie longitudinali strutture dei cassonetti inferiori contorni fasciame dei cassonetti inferiori, in generale fasciame dei cassonetti inferiori di paratie stagne corrugate rinforzi ordinari e diaframmi strutture dei cassonetti superiori shedders efficaci (vedere [3.6.7]) gussets efficaci (vedere [3.6.8]) contorni lamiere delle corrugazioni verticali e lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere delle corrugazioni verticali e shedders Coeff. di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 Saldatura a piena o parziale penetrazione 0,35 0,45 Saldatura a piena penetrazione 0,45 0,35 0,45 Saldatura a piena o parziale penetrazione 0,45 0,45

Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente


Saldatura a piena penetrazione Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente

106

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Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 6

NAVI PER SERVIZIO COMBINATO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE (NAVI TRASPORTO CARICHI COMBINATI) SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

Regolamenti RINA 2005

107

Parte E, Cap 6, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) (1) (2)

1.1.1 La notazione di servizio combination carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.4], e Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.5], pu essere assegnata alle navi progettate secondo le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi miste petroliere-portarinfusa (combination carriers).

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti del carico Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

(2)

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi miste petroliere-portarinfusa.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi miste petroliere-portarinfuse Le prescrizioni specifiche per navi miste petroliereportarinfusa sono date in Parte C, Capitolo 4

Regolamenti RINA 2005

109

Parte E, Cap 6, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.1.2

Segregazione del carico

1.1.1 Le prescrizioni in Sez 2 e Sez 3 si applicano alle: navi con un ponte, con fianchi a doppio fasciame, con doppio fondo, con casse laterali basse a tramoggia e casse laterali alte, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa, inclusi minerali, o carichi petroliferi alla rinfusa (navi con notazione combination carrier/OBO ESP); una sezione maestra tipica illustrata in Fig 1, navi con un ponte, con due paratie longitudinali e con doppio fondo esteso nella zona del carico, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa, inclusi minerali, o carichi petroliferi nelle stive centrali (navi con notazione di servizio combination carrier/OOC ESP); sezioni maestre tipiche sono illustrate in Fig 2. Lapplicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di nave considerata nei singoli casi dalla Societ.

Salvo dove espressamente indicato altrimenti, cisterne contenenti prodotti petroliferi o residui di prodotti petroliferi devono essere segregate dagli spazi destinati ad alloggi, servizi e locali macchinari, casse di acqua potabile e depositi destinati a carichi per consumi umani per mezzo di una intercapedine, od ogni altro simile compartimento. Dove alloggi e compartimenti di servizio sono previsti immediatamente sopra i compartimenti contenenti liquidi infiammabili, lintercapedine pu essere omessa soltanto dove il ponte non ha aperture daccesso ed rivestito con uno strato di materiale riconosciuto adeguato dalla Societ. Lintercapedine pu essere omessa anche dove tali compartimenti sono adiacenti ad un passaggio, purch siano soddisfatte le seguenti condizioni: gli spessori delle lamiere del comune contorno delle casse adiacenti siano aumentati, rispetto a quelli ottenuti in base alle prescrizioni applicabili della Parte B, Cap 6, Sez 2, di 2 mm nel caso di casse per lacqua dolce o acqua dalimento della caldaia, e di 1 mm in tutti gli altri casi, la somma delle gole dei cordoni di saldatura ai margini di tali lamiere non sia minore dello spessore delle lamiere stesse, la prova idrostatica sia effettuata con un battente aumentato di 1 m rispetto a quello prescritto nella Parte B, Cap 12, Sez 3. Figura 1 : Nave petroliera-portarinfusa

2
2.1

Sistemazioni generali
Generalit

2.1.1 Intercapedini Una intercapedine o simile compartimento di larghezza non inferiore a 760 mm deve essere prevista alla estremit posteriore della zona delle cisterne del carico. La sua paratia deve estendersi dalla chiglia al ponte per tutta la larghezza della nave. Con il termine "intercapedine" sintende, per gli scopi di questo paragrafo, un compartimento isolante tra due paratie dacciaio o ponti adiacenti. La distanza minima tra le due paratie o ponti deve essere sufficiente per un sicuro accesso e ispezione. Allo scopo di soddisfare il principio della singola avaria, nel caso particolare che si verifichi una situazione di angolo contro angolo, tale principio pu essere soddisfatto saldando una lamiera diagonale attraverso langolo. Le intercapedini devono anche essere costruite in modo da assicurare unadeguata ventilazione.

Figura 2 : Nave mista petroliera-portarinfusa

110

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale o superiore a 600 t non sono autorizzate a trasportare prodotti petroliferi in alcun compartimento estendentesi a proravia della paratia di collisione situata in accordo con la Parte B, Cap 2, Sez 1, [2]. 2.1.3 Cisterne slop

zeria, le ghiotte non possono essere accettate senza una verifica della stabilit iniziale (GMo) in accordo con le relative prescrizioni, tenendo conto degli effetti di superficie libera causati dai liquidi contenuti dalle ghiotte stesse. 2.1.5 Tubolature

Le cisterne "slop" devono essere delimitate da intercapedini eccetto quando le delimitazioni di tali cisterne, nei casi in cui esse possano contenere slops (acque sporche di lavaggio cisterne) mentre la nave trasporta carico secco, siano costituiti dallo scafo, dal ponte principale sopra il carico, dalla paratia del locale pompe del carico oppure di un deposito dolio combustibile. Tali intercapedini non devono avere aperture di comunicazione con doppi fondi, gallerie tubi, locali pompe od altri spazi chiusi. Devono essere previsti mezzi per riempire dacqua le intercapedini e per svuotarle. Quando il contorno di una cisterna "slop" la paratia del locale pompe del carico, il locale pompe non deve avere aperture di comunicazione con il doppio fondo, galleria tubi od altro spazio chiuso; tuttavia, aperture provviste di mezzi di chiusura imbullonati stagni ai gas possono essere ammesse. 2.1.4 Traboccamenti sul ponte

Si devono provvedere mezzi per intercettare le tubolature che collegano il locale pompe alle cisterne "slop". I mezzi dintercettazione devono consistere in una valvola seguita da una flangia ad occhiale ovvero un branchetto smontabile con appropriate flange cieche. Tali mezzi devono essere situati adiacenti alle cisterne "slop", ma dove ci irragionevole o impraticabile essi possono essere situati entro il locale pompe direttamente dopo che la tubolatura attraversa la paratia. Un sistema separato di pompe e tubolature deve essere installato per scaricare il contenuto delle cisterne "slop" direttamente al di sopra del ponte aperto quando la nave effettua il trasporto di solo carico secco. Le tubolature del carico petrolifero sotto il ponte devono essere sistemate in condotti speciali. 2.1.6 Aperture nelle paratie stagne e nei ponti

Devono essere previsti mezzi per tenere lontano dagli alloggi e dalle aree di servizio i traboccamenti sul ponte. Ci pu essere ottenuto sistemando una mastra permanente e continua di altezza adeguata che si estenda da fianco a fianco della nave. Se sono installate ghiotte sul ponte di coperta di navi miste petroliere-portarinfusa in corrispondenza dei collettori delle tubolature del carico e sono estese a poppa fino ad una paratia poppiera di sovrastrutture, allo scopo di contenere i traboccamenti di carico sul ponte durante le operazioni di carico e scarico, gli effetti delle superfici liquide libere, causati dal contenimento di un traboccamento del carico durante operazioni di trasferimento ovvero dellacqua di mare intrappolata in coperta durante il viaggio, devono essere presi in considerazione nei confronti del margine disponibile della stabilit inziale positiva della nave (GMo). Se le ghiotte installate sono pi alte di 300 mm, esse devono essere trattate come parapetti con aperture per lo scarico di masse dacqua in accordo a Parte B, Cap 9, Sez 9, [5] e devono essere dotate di chiusure efficienti da usarsi durante le operazioni di carico e scarico. I mezzi di chiusura permanenti devono essere predisposti in modo tale che non possa verificarsi un bloccaggio mentre la nave in mare, con la sicurezza che le aperture di scarico rimangano sempre efficienti. Nelle navi senza bolzone o quando laltezza delle ghiotte supera quella del bolzone e, indipendentemente dallaltezza di tali mastre, quando la larghezza delle cisterne del carico delle navi miste petroliere-portarinfusa supera il 60% della massima larghezza della nave in mez-

Aperture intese per la manovra del carico secco non sono permesse nelle paratie e nei ponti che separano le cisterne del carico petrolifero da altri compartimenti non designati ed equipaggiati per il trasporto di prodotti petroliferi, a meno che tali aperture siano equipaggiate con mezzi alternativi approvati dalla Societ che assicurino una equivalente integrit. 2.1.7 Aperture per il lavaggio delle cisterne

Boccaporte ed aperture per il lavaggio delle cisterne "slop" sono permesse soltanto sul ponte aperto e devono essere dotate di mezzi di chiusura. Eccetto quando questi consistono di lamiere imbullonate con bulloni ad intervallo stagno, tali mezzi di chiusura devono essere dotati di sistemi di bloccaggio che devono essere sotto il controllo dellufficiale della nave responsabile.

2.2
2.2.1

Casse e compartimenti del doppio fondo


Generalit

Casse del doppio fondo adiacenti alle cisterne del carico non possono essere usate come casse per olio combustibile. 2.2.2 Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t

Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o deposito del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, come indicato in Fig 3, non deve essere minore di B/15, in m, ovvero 2,0 m, se minore. La distanza h non deve essere minore di 1,0 m.

Regolamenti RINA 2005

111

Parte E, Cap 6, Sez 2

Figura 3 : Linee delimitanti le cisterne del carico

h>w

w
w

h<w

1.5 . h Linea di costruzione

2.2.3

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda inferiore a 5000 t e uguale a o maggiore di 600 t

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne del carico e slop


Cisterne del carico

Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o deposito del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, non deve essere minore di B/15, in m, con un valore minimo di 0,76 m. Nella zona del ginocchio e nelle posizioni senza un ginocchio definito, la linea di contorno della cisterna del carico deve correre parallela alla linea del fondo piatto in sezione maestra, come indicato in Fig 4. Figura 4 : Linee delimitanti le cisterne del carico

3.1

3.1.1 Le cisterne del carico nelle navi miste petroliere-portarinfusa devono essere di dimensioni e sistemazione tali che lipotetico efflusso OC ovvero OS calcolato in accordo con le disposizioni di [3.2] in ogni punto della nave non deve eccedere: 30000 m3, o
400 3 DW

dove DW la portata lorda, in t, scegliendo il valore maggiore, ma soggetto ad un massimo di 40000 m3. 3.1.2 La lunghezza di ciascuna cisterna del carico non deve superare 10 m o uno dei valori della Tab 1, per quanto applicabile, scegliendo il valore maggiore. Tabella 1 : Lunghezza delle cisterne del carico
Disposizione delle paratie longitudinali Condizione (1) Lunghezza delle cisterne del carico, in m (0,5 bi / B + 0,1) L (2) 0,2 L (0,5 bi / B + 0,1) L

h Linea di costruzione

Nessuna paratia (combination carrier/OBO ESP) Due paratie (combination carrier/OOC ESP) (1)

2.3

Stazione di navigazione

bi / B 1/5 bi / B < 1/5

2.3.1 Quando si dimostra necessario installare una stazione di navigazione sopra la zona del carico, tale stazione deve essere usata soltanto ai fini della navigazione e deve essere separata dal ponte della cisterna del carico da uno spazio aperto di almeno 2 m di altezza.

(2)

bi la minima distanza dalla murata alla paratia stagna longitudinale laterale della i-esima cisterna, misurata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Non deve superare 0,2 L.

112

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

3.1.3 Impianto di trasferimento del carico Allo scopo di non superare i limiti di volume stabiliti in [3.1.1] e indipendentemente dal tipo accettato di impianto di trasferimento del carico installato, quando tale impianto collega due o pi cisterne del carico, valvole o altri simili mezzi di chiusura devono essere previsti per separare le cisterne una dallaltra. 3.1.4 Tubolature attraversanti le cisterne del carico Linee di tubolature che attraversano le cisterne del carico liquido a una distanza dalla murata minore di tC o ad una distanza minore di vC dal fondo della nave devono essere dotate di valvole o simili mezzi di chiusura al punto in cui esse entrano in qualunque cisterna del carico. Tali valvole devono essere mantenute sempre chiuse in navigazione quando le cisterne contengono carico di prodotti petroliferi, eccetto che esse possono venire aperte soltanto per trasferire il carico allo scopo di cambiare lassetto della nave. I valori di tC e vC sono rispettivamente lestensione trasversale e verticale della penetrazione della falla laterale come definita in Sez 3, [2.3.2]. 3.1.5 Pozzetti daspirazione nelle cisterne del carico I pozzetti di aspirazione nelle cisterne del carico possono sporgere nel doppio fondo sotto la linea di delimitazione definita dalla distanza h di cui a [2.2.2] o [2.2.3], come applicabile, purch tali pozzetti siano piccoli il pi possibile e la distanza fra il fondo del pozzetto e il fasciame del fondo sia non minore di 0,5 h.

dove: Wi : volume di una cisterna laterale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [2.3.2]; Wi per una cisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero, : volume di una cisterna centrale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [2.3.2]; Ci per una cisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero, : coefficiente: Zi bi 1 - bi / tC per bi < tC , 0 per bi tC ,

Ci

Ki

: coefficiente: 1 - hi / vS per hi < vS , 0 per hi vS ,

: larghezza in m, della cisterna laterale in esame misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Nel caso in cui la larghezza bi non sia costante lungo una particolare cisterna laterale, per la determinazione delle fuoriuscite ipotetiche OC ed OS, deve essere usato il minimo valore di bi nella cisterna, : altezza minima, in m, del doppio fondo in esame; se non esiste doppio fondo hi deve essere assunto uguale a zero, : estensione trasversale della falla sul fianco come definita in Sez 3, [2.3.2], : estensione verticale della falla sul fondo come definita in Sez 3, [2.3.2].

hi

3.2

Fuoriuscita di prodotti petroliferi

tC vS 3.2.3

3.2.1 Generalit Allo scopo di limitare linquinamento da idrocarburi causato da navi miste petroliere-portarinfusa dovuto a falle sul fianco o sul fondo, le ipotetiche fuoriuscite OC e OS come indicate in [3.1.1] devono essere calcolate con le formule di [3.2.2] rispetto ai compartimenti interessati dalla falla in ogni possibile posizione lungo lo scafo e per lestensione definita in Sez 3, [2.3.2]. Nel calcolare la fuoriuscita ipotetica di prodotti petroliferi, deve essere considerato quanto segue: il volume di una cisterna del carico deve includere il volume della boccaporta fino al lembo superiore delle mastre della stessa, indipendentemente dalla costruzione della boccaporta, ma il volume di ogni copertura della boccaporta pu essere escluso, per misurare il volume fuori ossatura, non ammessa alcuna deduzione per il volume delle strutture interne. Calcolo generale della fuoriuscita di prodotti petroliferi La fuoriuscita di prodotti petroliferi per falla sul fianco e sul fondo calcolata con le seguenti formule: a) per falla sul fianco:
O C = W i + K i C i

Falla simultanea del fondo in quattro cisterne centrali Nel caso in cui la falla del fondo interessi simultaneamente quattro cisterne centrali, il valore di OS pu essere calcolato con la seguente formula:
1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 4

dove Zi, Wi, Ci sono definiti in [3.2.2]. 3.2.4 Ipotesi Nel calcolo di OS , si pu tener conto soltanto delle casse del doppio fondo tenute vuote ovvero contenenti acqua pulita, quando le cisterne soprastanti contengono del carico. I pozzetti di aspirazione possono essere trascurati nel determinare il valore di hi purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano sotto la cisterna per una distanza minima ma in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Se laltezza di tali pozzetti supera met dellaltezza del doppio fondo hi deve essere assunto uguale allaltezza del doppio fondo meno laltezza del pozzetto. Tubolature che servono tali pozzetti, se installate dentro il doppio fondo, devono essere munite di valvole o altri mezzi di chiusura situati nel punto di collegamento alla cassa ser-

3.2.2

b) per falla sul fondo:


1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 3

Regolamenti RINA 2005

113

Parte E, Cap 6, Sez 2

vita per prevenire un efflusso di prodotti petroliferi nel caso di danno alla tubolatura. 3.2.5 Riduzione dellefflusso di prodotti petroliferi la Societ pu tener conto, come mezzo per ridurre la fuoriuscita di prodotti petroliferi in caso di falla sul fondo, di un impianto di trasferimento del carico avente una forte aspirazione di emergenza installato in ciascuna cisterna del carico, capace di trasferire da una cisterna/e danneggiata/e a cisterne di zavorra segregata ovvero a cisterne del carico disponibili se pu essere assicurato che tali cisterne abbiano spazio sufficiente. Lefficienza di tale impianto verrebbe determinato dalla capacit di trasferire in due ore una quantit di carico uguale a met della maggiore delle cisterne danneggiate interessate e dalla disponibilit di una equivalente capacit di ricevimento nelle cisterne del carico o di zavorra. Lefficienza deve essere limitata per permettere il calcolo di Os in accordo con la formula in [3.2.3]. I tubi di tali aspirazioni devono essere installati almeno ad una altezza non inferiore allestensione verticale vs del danno del fondo. vs lestensione verticale del danno del fianco come definita in Sez 3, [2.3.2]. Metodi alternativi per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi In alternativa alle formule indicate in [3.2.2] ovvero [3.2.3], pu essere applicato il metodo probabilistico per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi come descritto nella IMO Resolution MEPC.66(37). 3.2.6

gio cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto. Il termine "cisterne a pareti lisce" comprende le cisterne principali del carico petrolifero di navi miste petroliereportarinfusa che sono costruite con ossature verticali di piccola altezza. Le paratie corrugate verticalmente sono considerate pareti lisce. 3.3.2 Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t Le navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t devono essere dotate di almeno due cisterne "slop".

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra o compartimenti di protezione


Generalit

4.1

4.1.1 Queste prescrizioni si applicano a navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 600 t.

4.2

Dimensionamento e sistemazione di cisterne di zavorra o compartimenti

3.3
3.3.1

Cisterne slop

Navi miste petroliere-portarinfusa di stazza lorda uguale a o maggiore di 150 t Le sistemazioni delle cisterne "slop" o combinazioni di cisterne "slop" devono avere una capacit necessaria per contenere le acque sporche generate dal lavaggio delle cisterne, residui oleosi e di zavorra sporca. La capacit totale della cisterna o cisterne "slop" non deve essere inferiore al 3% della capacit di carico di prodotti petroliferi della nave, eccetto che la Societ pu accettare: 2% per quelle navi miste petroliere-portarinfusa dove il sistema di lavaggio delle cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, 2% quando sono previste cisterne di zavorra segregata in accordo con [5]. Questa capacit pu essere ulteriormente ridotta a 1,5% per quelle navi miste petroliereportarinfusa dove il sistema di lavaggio cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, 1% per navi miste petroliere-portarinfusa dove il carico di prodotti petroliferi trasportato soltanto in cisterne a pareti lisce. Questa capacit pu essere ulteriormente ridotta a 0,8% per quelle navi dove il sistema di lavag-

4.2.1 Generalit Le cisterne del carico devono essere protette per lintera lunghezza da cisterne di zavorra o compartimenti diversi da quelli del carico e del combustibile come indicato in [4.2.2] fino a [4.2.5] per navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t, oppure [4.2.6] se di portata lorda minore di 5000 t. 4.2.2 Cisterne o compartimenti laterali Le cisterne o compartimenti laterali devono estendersi per tutta laltezza della murata oppure dal cielo del doppio fondo al ponte pi alto, trascurando il trincarino curvo se presente. Essi devono essere sistemati in modo tale che le cisterne del carico petrolifero siano poste allinterno della superficie interna del fasciame del fianco, in nessun punto a meno della distanza w che, come indicato in Fig 3, misurata in ogni sezione trasversale perpendicolarmente al fasciame del fianco, come sotto specificato, essendo DW la portata lorda in t: w = 0,5 + DW / 20000, o w = 2,0 m scegliendo il valore minore. Il valore di w non deve essere minore di 1,0 m. 4.2.3 Casse o compartimenti del doppio fondo Si applicano le prescrizioni di cui in [2.2.1] e [2.2.2]. 4.2.4 Capacit totale delle cisterne zavorra Sulle navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e sulle "product carriers" di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t, la capacit

114

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

totale delle cisterne laterali, casse del doppio fondo, gavoni di prora e di poppa non deve essere inferiore alla capacit delle cisterne di zavorra segregata necessaria per soddisfare le prescrizioni di [5]. Le cisterne laterali o i compartimenti laterali e le casse del doppio fondo usati per soddisfare le prescrizioni di [5] devono essere distribuiti in maniera pi uniforme possibile lungo la zona delle cisterne del carico. Zavorra segregata addizionale da impiegarsi per ridurre le sollecitazioni di flessione longitudinali della trave nave, lassetto, ecc. pu essere sistemata in ogni punto della nave. Nel calcolare la capacit totale, si deve tener conto di quanto segue: la capacit delle casse zavorra nel locale apparato motore deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra; la capacit delle cisterne di zavorra poste dentro il doppio scafo deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra (vedere Fig 5).

cisterne del carico per l acqua di zavorra. In tutti i casi, tuttavia, la capacit delle SBT deve essere almeno tale che, in qualunque condizione di zavorra in qualunque parte del viaggio, compresa la condizione di nave vacante pi la sola zavorra segregata, le immersioni e lassetto della nave soddisfino ciascuno dei requisiti seguenti: limmersione dalla linea di costruzione a met nave, dm, in m (trascurando ogni deformazione della nave) deve essere non minore di 2,0 + 0,02 L, le immersioni sulle perpendicolari AV e AD devono corrispondere a quelle determinate per mezzo dellimmersione al mezzo dm suddetta, in unione con lassetto appoppato non maggiore di 0,015 L, in ogni caso limmersione alla perpendicolare addietro deve essere non minore di quella necessaria per ottenere la completa immersione dellelica o delle eliche, in nessun caso lacqua di zavorra deve essere trasportata nelle cisterne del carico, eccetto: in quei rari viaggi quando le condizioni meteorologiche sono cos severe che, a giudizio del Comandante, sia necessario imbarcare acqua di zavorra addizionale nelle cisterne del carico per la sicurezza della nave, in casi eccezionali dove il particolare carattere delloperazione di una nave mista petroliera-portarinfusa renda necessario imbarcare acqua di zavorra in eccesso della quantit richiesta per soddisfare le prescrizioni suddette, purch tale operazione delle navi miste petroliere-portarinfusa rientri nella categoria dei casi eccezionali. Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza minore di 150 m

Ogni zavorra trasportata in estensioni localizzate, rientranze o recessi del doppio scafo, come i cassonetti delle paratie, pu considerarsi zavorra in eccesso sopra il minimo richiesto per la capacit di zavorra segregata in accordo con [5]. 4.2.5 Criteri alternativi di progettazione e costruzione

Altri criteri di progettazione e costruzione di navi miste petroliere-portarinfusa possono essere accettati come alternative alle prescrizioni di cui in [4.2.2] fino a [4.2.4], purch tali metodi assicurino almeno lo stesso livello di protezione contro linquinamento da idrocarburi nel caso di collisione o incaglio. Tali metodi devono essere ritenuti accettabili dalla Societ.
Nota 1: la Societ considera accettabile il metodo descritto nella Risoluzione IMO MEPC.66(37).

5.2.2

4.2.6

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda minore di 5000 t

La capacit delle cisterne di zavorra segregata deve essere considerata dalla Societ nei singoli casi.

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda minore di 5000 t devono soddisfare le prescrizioni in [2.2.3].

6
6.1

Sistemazione degli accessi


Accessi al doppio fondo e alla galleria tubi
Mezzi di accesso

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra segregata (SBT)


Generalit

6.1.1

5.1

Devono essere previsti adeguati mezzi di accesso al doppio fondo e alla galleria tubi. 6.1.2 Passi duomo sul cielo del doppio fondo, madieri e paramezzali

5.1.1 Ogni nave mista petroliera-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e ogni "product carrier" di di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t devono essere dotate di cisterne di zavorra segregata e devono soddisfare le prescrizioni in [5.2].

5.2
5.2.1

Capacit delle SBT


Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m

Passi duomo non possono essere tagliati nel cielo del doppio fondo in corrispondenza delle cisterne del carico; laccesso al doppio fondo deve essere, in generale, fornito di garitte che conducano al ponte di coperta. Il posizionamento e le dimensioni dei passi duomo nei paramezzali e nei madieri devono essere determinati in modo da facilitare laccesso alle strutture del doppio fondo e la sua ventilazione. Comunque, essi devono essere evitati nelle aree dove potrebbero verificarsi alte sollecitazione di taglio.

La capacit delle cisterne per zavorra segregata deve essere determinata in modo tale che la nave possa operare in sicurezza nei viaggi in zavorra senza far ricorso alluso delle

Regolamenti RINA 2005

115

Parte E, Cap 6, Sez 2

Figura 5 : Cisterne di zavorra segregata poste dentro il doppio scafo


A

SBT

SBT

SBT SBT

SBT

SBT

APT

F/R

P/R

FPT SBT

SBT

SBT

SBT
A

SBT

SBT

SBT

COT

COT

SBT

Linea del doppio scafo assunta

SEZIONE A-A

6.1.3

Accesso alla galleria tubi sotto le cisterne del carico

6.2.2

Boccaporte delle grandi stive del carico

La galleria tubi posta nel doppio fondo sotto le cisterne del carico deve soddisfare le seguenti prescrizioni: non deve comunicare con il locale apparato motore, devono essere previste almeno due uscite sul ponte aperto sistemate alla massima distanza una dallaltra. Una di queste uscite, munita di chiusura stagna allacqua, pu condurre nel locale pompe del carico. 6.1.4 Porte fra la galleria tubi e il locale pompe principale

Quando laccesso ad una stiva del carico secco avviene attraverso la boccaporta di carico, lestremit superiore della scala deve essere sistemata il pi vicino possibile alla mastra della boccaporta, come richiesto in [6.2.3]. Accessi e scale devono essere sistemati in modo tale che il personale equipaggiato con autorespiratori possa facilmente entrare nella e uscire dalla stiva del carico secco. Le mastre dei boccaportelli daccesso aventi altezza maggiore di 900 mm devono avere anche dei gradini allesterno in corrispondenza della scala di stiva del carico secco. 6.2.3 Scale

Dove esiste un accesso permanente da una galleria tubi al locale pompe principale, deve essere sistemata una porta stagna che soddisfi le prescrizioni in Parte B, Cap 2, Sez 1, [6.2.1] per le porte stagne aperte in navigazione e poste sotto il ponte di bordo libero. Inoltre devono essere soddisfatti i seguenti punti: in aggiunta al comando dalla plancia, la porta stagna deve potersi chiudere manualmente dallesterno dellentrata del locale pompe principale, la porta stagna deve essere mantenuta chiusa durante le normali operazioni della nave eccetto quando sia richiesto di accedere alla galleria tubi. Un avviso deve essere affisso alla porta, informante che essa non pu essere lasciata aperta.

Ciascuna stiva per carico secco deve essere provvista di almeno due scale alla massima distanza praticabile in senso longitudinale. Se possibile queste scale devono essere sistemate diagonalmente, per esempio una scala vicino alla paratia prodiera a sinistra, laltra vicino alla paratia poppiera a dritta, rispetto al piano di simmetria della nave. Le scale devono essere progettate e sistemate in modo tale da minimizzare il rischio di danni da parte delle attrezzature di manovra del carico. Possono essere consentite scale verticali purch siano sistemate una sopra laltra in linea con altre scale alle quali esse formano accesso e siano previste posizioni di sosta ad intervalli non superiori a 9 metri. Gallerie attraversanti le stive del carico devono essere dotate di scale oppure di gradini a ciascuna estremit della stiva in modo che il personale possa scavalcare tali gallerie. Quando fosse necessario lavorare entro una stiva del carico secco per la preparazione della caricazione, devono essere prese in considerazione sistemazioni atte ad un maneggio in sicurezza di ponteggi mobili o piattaforme mobili.

6.2
6.2.1

Accesso alle stive del carico secco


Mezzi daccesso

Per quanto praticabile, mezzi di accesso permanenti o mobili e conservati a bordo devono essere previsti per assicurare unadeguata sorveglianza e manutenzione delle stive del carico secco.

116

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

6.3

Accessi a compartimenti nella zona del carico petrolifero

6.3.1 Generalit Gli accessi alle intercapedini, cisterne di zavorra, stive per carico secco, cisterne per prodotti petroliferi e altri compartimenti nella zona del carico petrolifero devono essere diretti dal ponte aperto e tali da assicurare la loro completa ispezione. 6.3.2 Accesso al gavone di prora (1/7/2001) L'accesso al gavone di prora deve avvenire direttamente dal ponte scoperto. Se il gavone di prora separato mediante intercapedini dalle cisterne del carico, pu essere accettato un accesso attraverso un passo d'uomo imbullonato stagno ai gas, ubicato in uno spazio chiuso. In tal caso, deve essere posto un avviso in corrispondenza del passo duomo che informi che la cisterna pu essere aperta solamente dopo che sia stato verificato che libera da gas o dopo che le apparecchiature elettriche ubicate nel locale chiuso che non siano elettricamente sicure sono state isolate. 6.3.3 Accessi attraverso aperture orizzontali Per gli accessi attraverso aperture orizzontali, le dimensioni devono essere sufficienti da permettere ad una persona

indossante un autorespiratore ed equipaggiamento protettivo di salire e scendere ogni scala senza impedimenti e inoltre per provvedere unapertura libera che consenta un facile sollevamento di una persona ferita dal fondo del compartimento. La minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 600 mm. 6.3.4 Accessi attraverso aperture verticali

Per gli accessi attraverso aperture verticali la minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 800 mm ad unaltezza di non pi di 600 mm dal fasciame del fondo a meno che siano installati grigliati o altri punti dappoggio.

6.4

Accessi agli spazi della prora

6.4.1 Le navi miste petroliere-portarinfusa devono essere dotate dei mezzi per permettere allequipaggio di accedere in sicurezza alla prora anche in cattive condizioni meteorologiche. Tali mezzi devono essere a soddisfazione della Societ.
Nota 1: la Societ considera accettabili mezzi che siano conformi alle "Guidelines" adottate dal "Maritime Safety Committee" dellIMO con la Risoluzione MSC.62(67) del 5/12/1996.

Regolamenti RINA 2005

117

Parte E, Cap 6, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
Ry : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale utilizzato, da assumere uguale a 235/k N/mm2, salvo ove diversamente specificato : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 2,06.105 N/mm2, per gli acciai in genere, E = 1,95.105 N/mm2, per gli acciai inossidabili. condizioni le cisterne di zavorra devono assumersi smezzate. b) Laltezza metacentrica iniziale GMo, in m, corretta per gli specchi liberi dei liquidi misurati a 0 di sbandamento, deve essere non inferiore a 0,15. Allo scopo di calcolare GMo, le correzioni per gli specchi liberi dei liquidi devono essere basate sugli appropriati momenti dinerzia delle superfici libere a nave diritta. c) La nave deve essere caricata come segue: tutte le cisterne riempite fino ad un livello corrispondente al massimo totale combinato del momento verticale del volume pi il momento dinerzia degli specchi liberi a 0 di sbandamento, per ogni singola cisterna, la massa volumica del carico deve corrispondere alla portata di carico disponibile al dislocamento per il quale il valore del KM trasversale raggiunge il minimo, consumabili completi alla partenza, 1% della capacit totale dellacqua di zavorra. Il massimo momento degli specchi liberi deve essere assunto per tutte le cisterne di zavorra.

k E

1
1.1

Generalit
Manuale di caricazione e strumento per il controllo della caricazione

1.1.1 Le navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP o combination carrier/OOC ESP di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2.

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

2.1.3

2.1.1 Generalit La stabilit della nave per le condizioni di carico di cui alla Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.5] deve soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, Sez 2. Nel caso in cui la nave debba trasportare anche granaglie, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui al Cap 4, Sez 3, [2.2.2] e Cap 4, Sez 3, [2.2.3]. Inoltre, per il trasporto di liquidi, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [2.1.3]. 2.1.2 Operazioni di trasferimento dei liquidi Navi con compartimentazione particolare possono essere soggette a ingavonarsi durante le operazioni di movimentazione di liquidi come caricazione, discarica o zavorramento. Allo scopo di prevenire gli effetti dellingavonamento, il progetto delle petroliere di portata lorda uguale o superiore a 5000 t deve soddisfare i seguenti criteri: a) I criteri di stabilit allo stato integro riportati in b) devono essere rispettati per la peggiore condizione di carico e zavorra come definita in c), in accordo con la buona pratica operativa, includendo gli stadi intermedi delle operazioni di movimentazione di liquidi. In tutte le

Prescrizioni alternative per le operazioni di movimentazione di liquidi In alternativa alle prescrizioni in [2.1.2], semplici procedure operative supplementari devono essere seguite quando la nave trasporta carichi petroliferi oppure durante le operazioni di movimentazione di liquidi. Semplici procedure operative supplementari per le operazioni di trasferimento di liquidi significano procedure scritte a disposizione del Comandante che: siano approvate dalla Societ, indichino quelle cisterne del carico o di zavorra che possono, in ogni specifica condizione di movimentazione di liquidi e possibile campo di masse volumiche del carico, risultare smezzata continuando a permettere che i criteri di stabilit siano soddisfatti. Le cisterne smezzate possono variare durante le operazioni di movimentazione di liquidi e formare qualsiasi combinazione purch esse soddisfino i criteri, siano prontamente comprensibili allufficiale in carico delle operazioni di movimentazione di liquidi, forniscano sequenze pianificate per operazioni di movimentazione di carico/zavorra, permettano di confrontare la stabilit conseguita con quella richiesta usando criteri di verifica della stabilit in forma grafica o tabulare, non richiedano estesi calcoli matematici da parte dellufficiale in carico,

118

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

forniscano azioni correttive da adottarsi da parte dellufficiale in carico nel caso di scostamento dai valori raccomandati ed in caso di situazioni di emergenza, siano esposte in maniera prominente nel fascicolo approvato delle istruzioni relative alla stabilit, nella stazione di controllo della movimentazione di carico/zavorra e nei programmi di ogni "computer" per mezzo di cui si eseguono i calcoli di stabilit.

in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Se da unavaria di estensione inferiore alla massima estensione di danno specificata nella Tab 1 derivasse una pi severa condizione, si dovr prendere in considerazione tale avaria. 2.3.3 Standard di avaria Il danno in [2.3.2] deve essere applicato a tutte le concepibili posizioni lungo lo scafo, in accordo con la Tab 2. 2.3.4 Metodo di calcolo Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilit (GZ) e le posizioni del centro di gravit (KG) per giudicare le condizioni finali di sopravvivenza devono essere calcolate col metodo del dislocamento costante (perdita di spinta). 2.3.5 Ipotesi relative allallagamento I requisiti di [2.3.8] devono essere confermati da calcoli che tengano in considerazione le caratteristiche di progetto della nave, le sistemazioni trasversali, configurazione e i contenuti dei compartimenti allagati e distribuzione, masse volumiche ed effetto degli specchi liberi dei liquidi. Dove il danno interessante paratie trasversali considerato come specificato in [2.3.3], le paratie stagne trasversali devono essere poste almeno ad una distanza uguale allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [2.3.2] al fine di essere considerate efficaci. Dove le paratie trasversali sono poste a distanza minore, una o pi di queste paratie entro tale estensione di avaria deve essere assunta come inesistente allo scopo di determinare i compartimenti allagati. Dove il danno fra paratie stagne trasversali adiacenti considerato come specificato in [2.3.3], non deve assumersi danneggiata alcuna paratia trasversale principale che delimiti le cisterne laterali o quelle del doppio fondo, a meno che: lintervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [2.3.2] oppure esista uno scalino oppure un recesso in una paratia trasversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri, posto entro lestensione della penetrazione dellavaria ipotizzata. Lo scalino formato dalla paratia del gavone di poppa e del cielo del gavone di poppa non deve essere considerato come tale. 2.3.6 Allagamento progressivo Se tubolature, condotti o gallerie sono situati entro lestensione ipotizzata della penetrazione dellavaria di cui in [2.3.2], devono essere prese disposizioni in modo che un allagamento progressivo non possa di conseguenza estendersi in compartimenti diversi da quelli ipotizzati allagabili nel calcolo per ciascun caso di avaria. 2.3.7 Permeabilit Le masse volumiche dei carichi trasportati, cos come ogni efflusso di liquidi dai compartimenti danneggiati, devono essere tenuti in conto per ogni cisterna vuota o parzialmente piena. La permeabilit di compartimenti assunti come allagati devono essere come indicato nella Tab 3.

2.2

Stabilit in condizioni di avaria - Condizioni di carico secco o di zavorra

2.2.1 Generalit Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza maggiore di od uguale a 80 m sono soggette al metodo probabilistico riportato in Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.3] e devono soddisfare ai requisiti in Parte B, Cap 3, App 3, per le condizioni di carico che comportano trasporto di carichi secchi o di zavorra, a meno che soddisfino le prescrizioni di cui in [2.2.2] ovvero [2.3]. 2.2.2 Bordo libero ridotto Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza maggiore di 100 m, a cui sia stato assegnato un bordo libero ridotto come permesso dalla regola 27 della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966, come indicato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.2] devono soddisfare alle prescrizioni specificate nella Parte B, Cap 3, App 4. Pertanto la verifica dei requisiti in Cap 5, Sez 3, [2.2.1] non richiesta.

2.3

Stabilit in condizioni di avaria - Carichi liquidi

2.3.1 Generalit Nelle condizioni di carico che comportano il trasporto di carichi liquidi, le navi miste petroliere-portarinfusa devono soddisfare i criteri di compartimentazione e stabilit in condizioni di avaria specificati in [2.3.8], dopo lavaria ipotizzatadel fondo o del fianco specificata in [2.3.2], per lo standard di avaria descritto in [2.3.3], e per ogni immersione operativa che rifletta le condizioni effettive di pieno o parziale carico compatibili con lassetto e la robustezza della nave come pure con le masse volumiche del carico. Le effettive condizioni di pieno o parziale carico da considerarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali la nave non trasporta liquidi nelle cisterne del carico, esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate. 2.3.2 Dimensioni dellavaria Lestensione ipotizzata dellavaria definita nella Tab 1. Lestensione trasversale dellavaria misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello del bordo libero estivo. Lestensione verticale dellavaria misurata dalla linea del garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria della nave. Allo scopo di determinare lestensione dellavaria ipotizzata, i pozzetti daspirazione possono essere trascurati, purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano al di sotto della cisterna per una distanza minima

Regolamenti RINA 2005

119

Parte E, Cap 6, Sez 3

Tabella 1 : Estensione dellavaria


Avaria Fianco Fondo Per 0,3 L dalla PpAV ogni altra parte (1) Scegliendo il valore minore Estensione longitudinale lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) lS = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) lS = 1/3 L2/3 o 5 m (1) Estensione trasversale tC = B/5 o 11,5 m (1) tS = B/6 o 10 m tS = B/6 o 5 m (1) (1) Estensione verticale vC = senza limite vS = B/15 o 6 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

Tabella 2 : Standard di avaria


Lunghezza della nave, in m L 100 100 < L 150 150 < L 225 L > 225 (1) (2) Avaria ovunque lungo la nave No No Si Si Avaria tra le paratie trasversali Si (1) (2) Si (1) No No Soltanto apparato motore allagato No No Si No

essere aumentato fino a 30 se non si verifica limmersione del margine del ponte. c) La stabilit deve essere esaminata e pu essere considerata sufficiente se la curva dei bracci raddrizzanti ha almeno unestensione di 20 oltre la posizione di equilibrio in unione con un massimo residuo braccio raddrizzante, in m, di almeno 0,1 entro lestensione di 20; larea, in m.rad, sotto la curva entro questa estensione non deve essere inferiore a 0,0175. 2.3.10 Stadio intermedio di allagamento la Societ deve essere convinto che la stabilit sia sufficiente durante gli stadi intermedi di allagamento. A tal fine la Societ applica gli stessi criteri relativi allo stadio finale di allagamento anche durante gli stadi intermedi di allagamento. 2.3.11 Avaria allo slancio del fondo

Apparato motore non allagato. Esenzioni dalle prescrizioni di cui in [2.3.8] possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

Tabella 3 : Permeabilit
Compartimenti Adatti a magazzini Occupati da alloggi Occupati da macchinari Compartimenti vuoti Destinati a liquidi consumabili Destinati ad altri liquidi (1) Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0,95 da 0 a 0,95 (1) da 0 a 0,95 (1)

Questa prescrizione si applica a navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale o superiore a 20000 t. Le ipotesi di avaria relative allavaria al fondo prescritte in [2.3.2] devono essere integrate dallavaria allo slancio del fondo ipotizzato di Tab 4. I requisiti di [2.3.8] devono essere soddisfatti per lavaria di raking al fondo ipotizzata. Tabella 4 : Estensione dellavaria al fondo
Portata lorda < 75000 t 75000 t (1) (2) Estensione longitudinale 0,4 L (1) 0,6 L (1) Estensione trasversale B/3 B/3 Estensione verticale (2) (2)

La permeabilit di compartimenti parzialmente pieni deve essere coerente con il quantitativo di liquido trasportato nel compartimento.

2.3.8

Requisiti di sopravvivenza

Navi miste petroliere-portarinfusa, nel caso di avaria di cui a [2.3], devono essere considerate come soddisfacenti i criteri di stabilit in condizioni di avaria se i requisiti di [2.3.9] e [2.3.10] sono soddisfatti. 2.3.9 Stadio finale di allagamento

Misurata dalla perpendicolare avanti. Rottura dello scafo esterno.

2.3.12 Impianti di equalizzazione Impianti di equalizzazione richiedenti mezzi meccanici come valvole o tubi di livellamento, se collocati, non possono essere considerati per ridurre langolo di sbandamento o per raggiungere la minima stabilit residua che soddisfi i requisiti di [2.3.9] e sufficiente stabilit residua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi dove usata equalizzazione. Compartimenti che sono collegati da condotti di grande sezione trasversale possono essere considerati in comune.

a) Il galleggiamento finale, tenendo conto di affondamento, sbandamento e assetto, deve risultare sotto al margine inferiore di ogni apertura attraverso la quale si pu verificare un allagamento progressivo. Lallagamento progressivo deve essere considerato in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. b) Langolo di sbandamento dovuto ad allagamento asimmetrico non pu superare 25, tuttavia tale angolo pu

120

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

2.3.13 Informazioni al Comandante Il Comandante di ogni nave cisterna deve essere fornito, in forma approvata, di: informazioni relative alla caricazione e distribuzione del carico necessarie per assicurare la conformit ai requisiti relativi alla stabilit, dati circa labilit della nave di soddisfare i criteri di stabilit in condizioni di avaria come determinati in [2.3.8] incluso leffetto di esenzioni che possono essere state concesse come specificato in Tab 2.

Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. In ogni caso, le strutture rinforzate trasversali dei fianchi devono essere allineate con quelle delle casse laterali basse e alte.

3.3
3.3.1

Strutture del ponte

Criteri di progetto delle strutture delle navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP
Strutture del doppio fondo

Zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e lamiere inclinate delle casse alte laterali Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, la zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e le lamiere inclinate delle casse laterali alte devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo delle strutture rinforzate nelle casse laterali alte deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.3.2 Zona del ponte entro la linea delle boccaporte La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. 3.3.3 Collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte Un adeguato collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di costole o squadre addizionali allinterno delle casse laterali alte. 3.3.4 Strutture delle classi laterali alte Le strutture delle casse laterali alte devono estendersi il pi possibile allinterno della zona dellapparato motore e devono essere adeguatamente rastremate.

3.1

3.1.1 Doppio fondo a struttura longitudinale Nella navi di lunghezza maggiore di 120 m, il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse basse laterali devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.1.2 Doppio fondo a struttura trasversale Il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse basse laterali possono essere a struttura trasversale nella navi di lunghezza minore di o uguale a 120 m, quando questa soluzione ritenuta accettabile dalla Societ nei singoli casi. In tal caso, comunque, lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 2 volte lintervallo di ossatura. 3.1.3 Madieri in corrispondenza delle paratie trasversali Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri in corrispondenza delle paratie trasversali e delle travi rinforzate delle chiglie condotto devono essere non minori di quelle richieste per il fasciame delle paratie o, nel caso sia previsto un cassonetto inferiore, del fasciame laterale del cassonetto.

3.4

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

3.2

Strutture dei fianchi a doppio fasciame

3.2.1 Generalit I fianchi allinterno delle casse laterali alte e basse devono in generale essere a struttura longitudinale. Possono essere a struttura trasversale quando tale struttura adottata per il doppio fondo e il ponte, in accordo rispettivamente con [3.1.2] e [3.3.1]. 3.2.2 Strutture rinforzate dei fianchi Lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura.

3.4.1 Generalit (1/7/2004) Nelle navi di lunghezza uguale o superiore a 190 m, le paratie trasversali stagne corrugate verticalmente devono essere dotate di un cassonetto inferiore e, in generale, di un cassonetto superiore posto sotto il ponte della nave. Nelle navi di minori dimensioni, le corrugazioni si possono estendere dal cielo del doppio fondo fino al ponte; se sistemato, il cassonetto deve soddisfare le prescrizioni di cui in [3.4.1] a [3.4.5]. Langolo della corrugazione indicato in Fig 1 deve essere non minore di 55. 3.4.2 Campata delle corrugazioni La campata lC delle corrugazioni (da utilizzare nelle verifiche di resistenza in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi) deve essere assunta uguale alla distanza specificata in Fig 2. Ai fini della definizione di lC, lestremit inferiore del cassonetto

Regolamenti RINA 2005

121

Parte E, Cap 6, Sez 3

superiore non pu essere assunta ad una distanza dal ponte in mezzeria maggiore di: 3 volte laltezza delle corrugazioni, in generale, 2 volte laltezza delle corrugazioni, nel caso di cassonetti superiori a sezione rettangolare. 3.4.3 Cassonetto inferiore (1/7/2001)

Figura 1 : Geometria delle corrugazioni

Il cassonetto inferiore deve, in generale, avere altezza non inferiore a 3 volte l'altezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame superiore del cassonetto inferiore devono essere non inferiori a quelli richiesti per il fasciame della paratia soprastante. Lo spessore e le caratteristiche del materiale della parte superiore del fasciame laterale, verticale o inclinato, del cassonetto inferiore, per una altezza dall'estremit superiore del cassonetto pari alla larghezza della piattabanda della corrugazione, devono essere non minori di quelli della piattabanda stessa, per soddisfare i requisiti di rigidezza della paratia all'estremit inferiore della corrugazione. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegati tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto stesso. La distanza tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione deve essere quella indicata in Fig 3. La base del cassonetto inferiore deve essere posta in corrispondenza di madieri del doppio fondo e deve avere larghezza non inferiore a 2,5 volte laltezza media delle corrugazioni della paratia. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati coi paramezzali del doppio fondo al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte superiore del cassonetto. Dove le corrugazioni sono interrotte sul cassonetto inferiore, le corrugazioni stesse e lo scivolo laterale del cassonetto devono essere saldati al fasciame superiore del cassonetto inferiore in accordo con [11.1]. Il fasciame del cassonetto inferiore e i sottostanti madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1].
lc
n

CL
A C

j 55

tw SC tF

Figura 2 : Campata delle corrugazioni

lc

n= asse neutro delle corrugazioni


(*)

lc lc lc lc

lc

(*) Ved. [3.4.2].

122

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

Figura 3 : Distanza ammessa, d, tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione (1/7/2001)

Piattabanda della corrugazione

Piattabanda della corrugazione

t fg

t fg
lamiera della parte superiore del cassonetto

t fg
d

lamiera della parte superiore del cassonetto

d t fg

t fg : spessore adottato della piattabanda (as built)


3.4.4 Cassonetto superiore Sul cielo del doppio fondo, nel caso in cui non sia sistemato il cassonetto inferiore, le piattabande delle corrugazioni devono essere allineate con i madieri di sostegno. Le corrugazioni e i madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1]. Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri di sostegno devono essere non minori di quelli delle piattabande delle corrugazioni. Inoltre gli intagli sui madieri per il passaggio dei longitudinali del cielo del doppio fondo devono essere chiusi con mascherine. I madieri di sostegno devono essere collegati tra di loro tramite diaframmi atti ad assorbire il taglio. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore deve essere allineato con le piattabande delle corrugazioni e i rinforzi verticali delle pareti del cassonetto stesso e le relative squadre devono essere allineate con i longitudinali del cielo del doppio fondo, il tutto per garantire una efficace trasmissione dello sforzo tra i suddetti elementi di rinforzo. Il fasciame laterale del cassonetto non pu presentare pieghe tra il cielo del doppio fondo e il fasciame superiore del cassonetto stesso. 3.4.6 Larghezza efficace della piattabanda compressa La larghezza efficace della piattabanda compressa da considerarsi nella verifica di resistenza della paratia deve essere ottenuta, in m, dalla seguente formula:
b EF = C E A

Il cassonetto superiore, se adottato, deve, in generale, avere altezza non minore di 2 volte e non maggiore di 3 volte laltezza della corrugazione. I cassonetti rettangolari devono avere, in generale, unaltezza, misurata a livello del ponte in prossimit dellanguilla laterale della boccaporta, pari a 2 volte laltezza della corrugazione. Il cassonetto superiore deve essere adeguatamente supportato da anguille o da squadre alte collegate ai bagli adiacenti alle boccaporte. La larghezza del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve, in generale, essere uguale a quella del fasciame superiore del cassonetto inferiore. La parte alta dei cassonetti non rettangolari deve avere una larghezza non minore di 2 volte laltezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve essere uguale a quello richiesto per il fasciame della paratia sottostante. Lo spessore della parte inferiore del fasciame laterale del cassonetto deve essere non minore dell80% di quello richiesto per la parte alta della paratia quando viene usato lo stesso materiale. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegate tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con le anguille del ponte, a cui dovranno essere efficacemente collegati, estesi sino ai rinforzi delle mastre di estremit delle boccaporte al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte inferiore del cassonetto. 3.4.5 Allineamento

dove: CE : coefficiente uguale a:


2, 25 1, 25 C E = ------------ -----------2 C E = 1, 0 per > 1,25 per 1, 25

Sul ponte, in prosecuzione delle piattabande delle corrugazioni, nel caso in cui non ci sia il cassonetto superiore, devono essere sistemati due bagli rinforzati.

: coefficiente uguale a:
3 A R eH = 10 --- ------tf E

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123

Parte E, Cap 6, Sez 3

A tf ReH

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1), : spessore netto della piattabanda, in mm, : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale della piattabanda, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2].

I SH = 2 ,5A t F t SH

da assumersi non superiore a 2,5AtF, dove: A tSH tF : larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1), : spessore netto delle shedders, in mm, : spessore netto della piattabanda, in mm.

3.4.7 Shedders efficaci Shedders efficaci sono quelli che hanno le seguenti caratteristiche: non sono piegate, sono saldate alle corrugazioni e alla lamiera superiore del cassonetto inferiore in accordo con [11.1], sono sistemate con un angolo di inclinazione di almeno 45 e la loro estremit inferiore allineata con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, hanno spessore non inferiore al 75% di quello prescritto per le piattabande delle corrugazioni, siano costituite da materiale con caratteristiche almeno equivalenti a quelle prescritte per le piattabande delle corrugazioni. 3.4.8 Gussets efficaci Gussets efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: sono sistemate insieme a shedders di spessore, tipo di materiale e collegamenti saldati in accordo con [3.4.7], hanno altezza non inferiore a met della larghezza della piattabanda della corrugazione, sono allineate con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, sono saldate alla lamiera del cassonetto inferiore, alle corrugazioni e alle shedders in accordo con [11.1], hanno spessore e caratteristiche del materiale almeno equivalenti a quelli prescritti per le piattabande delle corrugazioni. 3.4.9 Modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni a) Il modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni (sezioni 1 da Fig 4 a Fig 8) deve essere calcolato considerando per la piattabanda compressa una larghezza efficace bef, non superiore a quanto specificato in [3.4.6]. b) Anime delle corrugazioni non scontrate da squadre. Ad eccezione del caso e), se le anime delle corrugazioni non sono scontrate nella parte inferiore da squadre poste sotto il pannello di fasciame costituente lestremit superiore del cassonetto inferiore (o sotto il cielo del doppio fondo), il modulo di resistenza delle corrugazioni deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 30%. c) Shedders efficaci. Se sono sistemate shedders efficaci, come definite in [3.4.7] (vedere Fig 4 e Fig 5), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 in Fig 4 e Fig 5), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:

d) Gussets efficaci. Se sono sistemate gussets efficaci, come definite in [3.4.8] (vedere da Fig 6 a Fig 8), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 da Fig 6 a Fig 8), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I G = 7h G t F

dove: hG

: altezza delle gussets, in m, (vedere da Fig 6 a Fig 8), da assumersi non superiore a (10/7)SGU, : larghezza delle gussets, in m, : spessore netto della piattabanda, in mm, ricavato dallo spessore adottato.

SGU tF

e) Lamiera superiore inclinata del cassonetto Se le anime delle corrugazioni sono saldate ad un cassonetto inferiore avente la lamiera superiore inclinata di un angolo non inferiore a 45 rispetto al piano orizzontale, il modulo di resistenza della corrugazione deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 100%. Per angoli inferiori a 45, lefficacia dellanima potr essere ottenuta tramite interpolazione lineare tra 30% per 0 e 100% per 45. Se sono sistemate gussets efficaci, nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni, larea della piattabanda pu essere aumentata secondo quanto specificato in d). La presenza di sole shedders non pu essere tenuta in considerazione per aumentare larea della piattabanda. Figura 4 : Shedders simmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

124

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Parte E, Cap 6, Sez 3

Figura 5 : Shedders asimmetriche

e le piattabande delle corrugazioni stesse. In generale, larea a taglio ridotta pu essere ottenuta moltiplicando larea di sezione dellanima per (sin ), ove langolo tra lanima e la piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1). Figura 7 : Gussets con Shedders asimmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

hg
Figura 6 : Gussets con Shedders simmetriche

"gusset"

Cassonetto basso

"gusset"
Figura 8 : Gussets con Shedders asimmetriche Lamiera superiore del cassonetto inclinata

hg

1 Cassonetto basso

gusset "gusset" plate

3.4.10 Modulo di resistenza delle corrugazioni nelle sezioni diverse da quella allestremit inferiore della corrugazione Il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando lanima della corrugazione pienamente efficace e per la piattabanda compressa una larghezza efficace, bEF, non superiore a quanto specificato in [3.4.6]. 3.4.11 Area a taglio Larea a taglio deve essere opportunamente ridotta per tenere conto di eventuali non perpendicolarit tra le anime

hg

= =
Cassonetto basso

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Parte E, Cap 6, Sez 3

Criteri di progetto delle strutture delle navi con notazione di servizio combination carrier/OOC ESP
Strutture del doppio fondo

4.4.2 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, le paratie longitudinali devono essere a struttura longitudinale. 4.4.3 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

4.1

4.1.1 Il doppio fondo deve essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Devono essere sistemati madieri pieni allineati con le strutture rinforzate trasversali delle cisterne laterali; a met intervallo tra le strutture rinforzate devono essere sistemati madieri intermedi. 4.1.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 4.1.3 Deve essere assicurata unadeguata rastremazione della struttura del doppio fondo entro le cisterne laterali. In generale, in corrispondenza dei madieri devono essere sistemate squadre orizzontali di dimensionamento adeguato in prosecuzione del cielo del doppio fondo.

4.5

Strutture delle paratie trasversali

4.5.1 Qualora la sistemazione strutturale delle paratie trasversali entro le cisterne laterali sia diversa da quella entro le stive centrali, deve essere garantita unadeguata continuit strutturale della paratia trasversale attraverso quella longitudinale.

4.6

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

4.6.1 Si applicano le prescrizioni in [3.4], con leccezione che i cassonetti inferiori e superiori sono in generale richiesti, indipendentemente dalla lunghezza della nave (vedere [3.4.1]).

5
5.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave

4.2

Strutture dei fianchi

4.2.1 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m i fianchi devono essere a struttura longitudinale. In generale, lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. 4.2.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

4.3

Strutture del ponte

4.3.1 La zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte deve essere a struttura longitudinale. 4.3.2 La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. 4.3.3 Un adeguato collegamento tra i bagli rinforzati in corrispondenza delle mastre di estremit delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di costole o squadre addizionali allinterno delle cisterne laterali.

4.4

Strutture delle paratie longitudinali

4.4.1 Le paratie longitudinali devono essere piane, ma possono essere piegate nella parte inferiore o superiore per assumere una forma a tramoggia che favorisca lo stivaggio e lo scarico. In tal caso, la sistemazione delle pieghe e delle strutture adiacenti deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ.

5.1.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla (1/7/2002) In aggiunta alle prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono essere calcolate per le seguenti condizioni di caricazione, distinguendo tra condizioni alla partenza e condizioni all'arrivo: condizioni di caricazione a stive alterne con carichi leggeri e pesanti (carichi secchi e carichi petroliferi) alla massima immersione, quando ci ammesso, condizioni di caricazione omogeneee alla massima immersione, con carichi sia leggeri, sia pesanti (carichi secchi e carichi petroliferi), condizioni di zavorra. Per navi aventi stive di zavorra adiacenti alle casse laterali alte e basse, o alle cisterne laterali, e ai doppi fondi, accettabile, dal punto di vista della robustezza strutturale, che le stive di zavorra siano piene quando i suddetti compartimenti sono vuoti. condizioni di caricazione adottate per brevi viaggi, nelle quali la nave caricata alla massima immersione, ma con una quantit ridotta di combustibile, condizioni di caricazione adottate per operazione di carico e scarico tra pi porti, condizioni di caricazione che prevedono il trasporto di carichi sul ponte, quando ci ammesso, sequenze tipiche di caricazione della nave, dallinizio delle operazioni fino al raggiungimento della massima portata lorda, per condizioni di caricazione omogenee, per condizioni di caricazione parziali e, se ammesse, per condizioni di caricazione a stive alterne. Devono anche essere considerate sequenze tipiche di scaricazione della nave per le suddette caricazioni. Le sequenze tipiche di carico e scarico devono essere definite in modo tale che i limiti di resistenza ammissibili

126

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Parte E, Cap 6, Sez 3

non siano superati. Le sequenze tipiche di carico devono essere definite anche tenendo in considerazione la velocit di caricazione e la capacit di sbarco della zavorra. sequenze tipiche di cambio della zavorra in mare, quando ci ammesso.

6.2

Rinforzi ordinari

6.2.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalle seguenti formule: tMIN = 0,75 L1/3 k1/6 + 4,5 s per L < 275 m tMIN = 1,5 k1/2 + 7,0 + s per L 275 m

5.2
5.2.1

Carichi locali
Pressione dimpatto sul fondo

dove s lintervallo, in m, tra i rinforzi ordinari.

Nelle navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t, limmersione TF, da considerare nel calcolo della pressione dimpatto sul fondo in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 1, [3.2], quella calcolata considerando la zavorra nelle sole cisterne di zavorra segregata. 5.2.2 Densit del carico (prodotti petroliferi)

6.3

Travi rinforzate

6.3.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto del fasciame che costituisce lanima delle travi rinforzate deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = 1,45 L1/3 k1/6 6.3.2 Verifica di resistenza dei madieri della struttura delle cisterne del carico con casse basse laterali analizzate mediante modelli tridimensionali a travi Quando la struttura di una cisterna con casse basse laterali analizzata mediante un modello tridimensionale a travi, in accordo con Parte B, Cap 7, App 1, per ogni madiere larea di sezione netta a taglio entro 0,1 l dalle estremit (vedere Fig 9 per la definizione di l) deve essere non minore del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
Q A Sh = 2 ---------------R m Ry

In assenza di pi precise valutazioni, la densit del carico petrolifero da utilizzare nel calcolo delle pressioni e delle forze interne nelle cisterne del carico, in accordo con Parte B, Cap 5, Sez 6, deve essere assunta uguale a 0,9 t/m3.

6
6.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessori minimi netti (1/7/2002)

6.1.1

Lo spessore netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive destinate a trasportare carico minerale, del ponte di resistenza e delle paratie entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico deve essere non minore dei valori indicati in Tab 5. Tabella 5 : Spessore minimo netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive destinate a trasportare carico minerale, del ponte di resistenza e delle paratie
Fasciame Cielo del doppio fondo entro le stive destinate a trasportare carico minerale Ponte di resistenza Spessore minimo netto, in mm Struttura longitudinale Struttura trasversale 2,15 (L1/3 k1/6) + 4,5 s 2,35 (L1/3 k1/6) + 4,5 s per L < 200 m per L 200 m per L < 275 m per L 275 m per L < 275 m per L 275 m

dove: Q R : taglio, in kN, nel madiere alle estremit di l, ottenuto dallanalisi strutturale, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,2 m : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 Figura 9 : Zone di estremit dei madieri

(5,5 + 0,02 L) k1/2 (8 + 0,0085 L) k1/2

0,1

Paratie di cisterne L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 8,2 + s Paratie di compartimentazione Paratie di sbattimento Nota 1: s : 0,85 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 7,5 + s

6.3.3

Verifica di resistenza dei puntoni nei modelli tridimensionali a travi

0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s per L < 275 m per L 275 m 3,0 k1/2 + 4,5 + s

lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

a) Un puntone verificato mediante in un modello tridimensionale a travi in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 deve, nel caso pi generale, essere considerato soggetto a una forza assiale e a un momento flettente intorno allasse neutro perpendicolare allanima del puntone stesso. Questo asse identificato come asse y, mentre

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127

Parte E, Cap 6, Sez 3

quello nel piano dellanima lasse x (vedere le Figure in Tab 6). La forza assiale pu essere di trazione o di compressione. In funzione di ci, devono essere eseguiti due tipi di verifica, rispettivamente in accordo con b) o c). b) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di trazione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
Ry FT 3 M 10 ------ + 10 ------- ---------w yy R m A ct

1 = ---------------FC 1 -----F EX

FEX

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse x:


2 EI xx F EX = -------------5 2 10 l

Ixx

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x, : campata, in m, del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse x, : max (|M0|, |M1|, |M2|),

l
e

dove: FT Act M : forza assiale di trazione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone, : max (|M1|, |M2|),

www Mmax

M1, M2 : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, wyy R : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 m : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 c) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di compressione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare le seguenti condizioni:
Ry 1 e 10F C ------ + ------- --------- A ct w xx R m FC Ry 3 M max 10 ------ + 10 ----------- ---------A ct w yy R m

1 + t 2 ( M1 + M2 ) M 0 = ------------------------------------------2 cos ( u ) M2 M1 1 t = ---------------- -------------------- tan ( u ) M 2 + M 1 FC u = -- -----2 F EY

FEY

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse y:


2 EI yy F EY = -------------5 2 10 l

Iyy M1,M2

wyy R

dove: FC Act : forza assiale di compressione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone, m

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y, : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

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Parte E, Cap 6, Sez 3

Tabella 6 : Calcolo delle caratteristiche geometriche dei puntoni


Sezione del puntone e y0 J IW

T simmetrica
bf X tf

tw hw O Y

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

2 t f h w b f3 --------------24

tf

T asimmetrica
b 1f
X

tf
O Y

hw

tw

1 3 -- ( b 1 + b 2 )t f3 + h w t w 3

2 t f h w b 1f b 2f ------------------------------3 3 12 ( b 1f + b 2f )

tf b 2f

Asimmetrica
bf

X
tf

hw

yo

b 2 tf -----------------------ht w + 2bt f
e

3b f2 t f ----------------------------6b f t f + h w t w

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

t f b f3 h 2 3b f t f + 2h w t w -------------- -------------------------------12 6b f t f + h w t w

O
tw

6.3.4

Verifica di resistenza dei puntoni mediante analisi con modelli tridimensionali a elementi finiti

a) In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4] e Parte B, Cap 7, Sez 3, [6], i dimensionamenti netti dei puntoni soggetti a tensioni assiali di compressione devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
C ---------R m

: tensione di compressione, in N/mm2, ottenuta dallanalisi tridimensionale a elementi finiti a schematizzazione fine in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 e Parte B, Cap 7, App 1, : tensione critica, in N/mm2, definita nel seguente punto b), : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02

c R

dove:

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Parte E, Cap 6, Sez 3

: coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

dell'acqua di mare deve essere assunta uguale a 0C. I calcoli devono essere inviati alla Societ per informazione. 6.4.2 Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono soddisfare le verifiche di resistenza in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4.3].

b) La tensione critica di instabilit dei puntoni deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E Ry c = R y 1 -------- 4 E R per E ----y 2 per R E > ----y 2

7
7.1

Altre strutture
Locale apparato motore

dove: E = min (E1, E2), E1 : tensione di Eulero di instabilit flessionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
2 EI E1 = --------------------4 2 10 A ct l

7.1.1

I Ixx Iyy Act

: min (Ixx, Iyy), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x definito in [6.3.3] a), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y definito in [6.3.3] a), : area netta di sezione, in cm2, del puntone, : campata, in m, del puntone, : tensione di Eulero di instabilit torsionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
J 2 EI w E2 = ----------------- + 0 ,41 E --4 2 Io 10 I o l

Estensione delle strutture dello scafo entro il locale apparato motore Le paratie longitudinali o i fianchi interni, a seconda dei casi, passanti attraverso i cofani devono continuare entro il locale apparato motore e devono, per quanto possibile, costituire le paratie longitudinali delle casse per trasporto di liquidi ivi situate. In ogni caso, lestensione delle suddette strutture entro il locale apparato motore deve essere compatibile con la forma delle strutture del doppio fondo, dei ponti e dei copertini. Quando sono presenti casse laterali alte, le loro strutture devono estendersi il pi possibile entro il locale apparato motore e devono essere adeguatamente rastremate.

7.2

Sistemazione delle aperture

E2

Iw

: momento dinerzia settoriale netto, in cm6, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia polare netto, in cm4, del puntone,
I o = I xx + I yy + A ct ( y o + e ) 2

Io

yo

: distanza, in cm, dal centro di torsione allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia di St. Venant netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone.

7.2.1 Collegamento a terra per il servizio del carico Porte dingresso, prese daria e aperture dei locali di alloggio, dei locali di servizio, delle stazioni di comando e dei locali macchine non possono essere prospicienti la zona del collegamento a terra, a prora o a poppa, per le operazioni di carico e scarico. Essi devono essere ubicati sulle delimitazioni esterne di sovrastrutture e di tughe ad una distanza pari ad almeno il 4% della lunghezza della nave, ma in nessun caso inferiore a 3 m, dalla estremit della sovrastruttura o tuga prospiciente la zona del collegamento a terra a prora o a poppa. Non tuttavia necessario che tale distanza sia superiore a 5 m. Finestre e portellini prospicienti la zona del collegamento a terra o sistemati su delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe entro i limiti sopra specificati devono essere di tipo fisso (non apribile). Inoltre, durante le operazioni di carico e scarico a prora o a poppa tutte le porte, tutti i portellini e tutte le altre aperture sulle delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe devono essere tenute chiuse. la Societ pu consentire deroghe alle suddette prescrizioni nel caso di piccole navi, quando, a suo giudizio, il loro soddisfacimento richieda soluzioni praticamente non realizzabili. Sfoghi daria e altre aperture di locali chiusi, diversi da quelli sopra specificati, devono essere protette da spruzzi che potrebbero scaturire da eventuali tubi o collegamenti scoppiati. Locale dell impianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte E permesso un accesso al locale dellimpianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte (comprendente le casse della schiuma e la stazione di comando) entro i limiti specificati in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2], a condizione che la porta di accesso a tale locale sia sistemata a raso con la parete. 7.2.2

6.4

Verifica di resistenza nei confronti delle tensioni indotte dai gradienti di temperatura

6.4.1 (1/7/2001) Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono essere determinate, mediante calcoli diretti, nelle navi destinate al trasporto di carichi a temperatura maggiore di 75C. In tali calcoli, la temperatura

130

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

7.2.3

Coperchi delle aperture nelle cisterne del carico

lembo poppiero del castello di prora, essendo HB l'altezza del paraonde al di sopra del castello (vedere Fig 10).

I coperchi delle aperture nelle cisterne del carico devono essere robusti e in grado di assicurare la tenuta stagna agli idrocarburi e allacqua. Tali coperchi non possono essere costruiti in alluminio. Luso di coperchi in fibra di vetro considerato nei singoli casi dalla Societ.

9
9.1

Allestimento
Armamento marinaresco
Sistemazioni per il rimorchio demergenza

9.1.1

8
8.1

Allestimento dello scafo


Castello di prora
Generalit (1/1/2004)

Le navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP o combination carrier/OOC ESP di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4]. Figura 10 : Sistemazione del castello di prora (1/1/2004)
Estremit superiore alla mastra della boccaporta HF HC HB

8.1.1

Le navi con notazione di servizio combination carrier ESP devono essere provviste di un castello di prora chiuso sul ponte di bordo libero. Le dimensioni richieste del castello di prora sono indicate in [8.1.2]. Le sistemazioni strutturali ed il dimensionamento del castello di prora devono soddisfare le disposizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 2. 8.1.2 Dimensioni (1/1/2004)

lF Paratia prodiera

Il castello di prora deve essere ubicato sul ponte di bordo libero con la sua paratia poppiera collocata in corrispondenza della paratia prodiera della stiva pi a proravia, come indicato in Fig 10. L'altezza del castello di prora HF al di sopra del ponte principale non deve essere inferiore al maggiore tra i seguenti due valori: l'altezza standard di una sovrastruttura, come precisato in Parte B, Cap 1, Sez 2, Tab 2, o HC + 0.5 m, essendo HC l'altezza della mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva del carico No.1. Tutti i punti dell'estremit poppiera del castello di prora devono essere ubicati ad una distanza lF , dalla lamiera della mastra della boccaporta tale da poter applicare il carico ridotto alla mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva No.1 ed alla copertura della boccaporta No.1 quando si applichino le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 7, [6.2.1] e in Parte B, Cap 9, Sez 7, [7.3.8], rispettivamente. La suddetta distanza lF , in m, deve essere:
lF 5 HF H C

10 Protezione delle strutture metalliche dello scafo


10.1 Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra
10.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzate quando adeguata.

10.2 Protezione mediante pitture a base di alluminio


10.2.1 Luso di pitture a base di alluminio non permesso nelle cisterne per il carico, nelle zone del ponte in corrispondenza delle cisterne per il carico, nel locale pompe, nei cofani e in ogni altra zona dove i vapori del carico si possono accumulare.

Sul ponte del castello di prora pu non essere sistemato un paraonde per proteggere la mastra e la copertura della boccaporta. Se esso viene sistemato per altre ragioni, deve essere ubicato in modo che il suo lembo superiore nella mezzeria nave non sia inferiore a HB / tan 20 a proravia del

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131

Parte E, Cap 6, Sez 3

11 Costruzione e prove
11.1 Saldature e collegamenti saldati
11.1.1 In Tab 7 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2 per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo di giunti a T, in

accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 7 devono essere eseguiti mediante saldature continue a cordoni dangolo.

11.2 Dettagli strutturali speciali


11.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.6] specifiche per le navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP o combination carrier/OOC ESP.

Tabella 7 : Coefficiente di saldatura wF (1/7/2002)


Zona della nave Doppi fondi in corrispondenza delle stive del carico e delle cisterne Collegamento di paramezzali madieri con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza dei cassonetti inferiori, in generale paramezzali (madieri interrotti) Paratie delle stive del carico secco strutture dei cassonetti inferiori e superiori shedders efficaci (vedere [3.4.7]) gussets efficaci (vedere [3.4.8]) Paratie delle cisterne del carico petrolifero rinforzi ordinari contorni corrugazioni verticali e lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere superiori dei cassonetti inferiori fasciame delle paratie

Coefficiente di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 0,35 0,45 Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente Saldatura a piena penetrazione 0,35

132

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Parte E, Cap 6, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2
2.1

Prescrizioni generali
Ventilazione e rilevazione gas

1.1.1 Le navi con notazione di servizio combination carrier sono soggette alle prescrizioni in Cap 7, Sez 4 relative alle navi con notazione di servizio oil tankers o oil tankers flash point > 60C, come appropriato. Inoltre esse sono soggette alle prescrizioni della presente Sezione.

2.1.1 Ventilazione Tutti gli spazi adibiti al carico e tutti gli spazi chiusi adiacenti a quelli adibiti al carico devono poter essere ventilati meccanicamente. La ventilazione meccanica pu essere provvista mediante ventilatori portatili. Vedere anche Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3]. 2.1.2 Rivelazione dei gas

1.2
1.2.1

Documenti
Documenti da inviare

a) Le sistemazioni per la rivelazione dei gas devono essere in accordo con le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3]. b) Gli allarmi ottici ed acustici relativi agli impianti rivelatori di gas devono essere sistemati in plancia o in un altro spazio opportuno continuamente presidiato.

Devono essere inviati allapprovazione, in aggiunta a quelli indicati in Cap 7, Sez 4, Tab 2, i documenti elencati nella seguente Tab 1.

2.2
2.2.1

Sistemazione delle tubolature del carico

Tabella 1 : Documenti da inviare


Nr 1 Descrizione del documento (1) Schema degli impianti di ventilazione per gli spazi adibiti al carico e gli spazi chiusi adiacenti agli spazi adibiti al carico Schema degli impianti per la rivelazione dei gas nei locali pompe del carico, gallerie tubi ed intercapedini adiacenti alle casse e cisterne residui (slop tanks) Schema degli impianti di riempimento dacqua e drenaggio per le intercapedini Schema degli impianti di pompaggio e tubolature per le casse e cisterne residui (slop tanks) I diagrammi devono comprendere anche, se applicabile: limpianto di comando e controllo (locale e a distanza) e limpianto dautomazione, le istruzioni per il funzionamento e la manutenzione degli impianti in questione (per informazione).

a) Quando sono previste cisterne laterali per il carico, le tubolature del carico sotto il ponte devono essere installate in dette cisterne. Tuttavia la Societ pu permettere che le tubolature del carico siano sistemate in condotte speciali che siano in grado di essere adeguatamente pulite, ventilate e che siano a soddisfazione della Societ. Tali condotte, se collegate al locale pompe del carico, devono essere considerate come locali pompe del carico ai fini della sicurezza. b) Nel caso in cui non siano previste cisterne laterali per il carico, le tubolature del carico al di sotto del ponte possono essere sistemate in condotte speciali. c) Vedere anche Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1].

3 4 (1)

2.3

Aperture per il carico

2.3.1 Aperture che possano essere utilizzate per le operazioni di carico non sono premesse nelle paratie e nei ponti che separano le zone del carico petrolifero dagli altri spazi non progettati ed equipaggiati per il trasporto di carichi petroliferi, a meno che non siano provvisti mezzi alternativi approvati che assicurino unintegrit equivalente.

1.2.2

Manuale distruzioni

2.4

Deve essere tenuto a bordo un manuale che dia tutte le istruzioni per il trasporto sicuro delle morchie contaminate nelle casse e cisterne residui (slop tanks) quando la nave si trova in condizioni di carico secco.

Riempimento e drenaggio delle intercapedini

2.4.1 Devono essere previsti mezzi per riempire dacqua e drenare le intercapedini che circondano le casse e le cisterne per i residui (slop tanks). Vedere Sez 2, [2.1.3].

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133

Parte E, Cap 6, Sez 4

3
3.1

Cisterne residui (slop tanks)


Segregazione delle tubolature

3.1.1 a) I tubi per le casse e cisterne residui devono essere segregati dalle altre parti degli impianti di pompaggio e tubolature mediante dispositivi dintercettazione in accordo con le prescrizioni in b) o c). b) Le sistemazioni per lisolamento delle casse e cisterne dei residui contenenti prodotti petroliferi o residui di prodotti petroliferi dalle altre cisterne del carico devono consistere in flange cieche da mantenere in posizione tutte le volte che vengono trasportati carichi diversi dai carichi liquidi indicati in Parte C, Cap 4, Sez 1, [2.5.1]. c) Devono essere previsti mezzi per isolare le tubolature che uniscono i locali pompe alle casse e cisterne residui. I dispositivi disolamento devono consistere in una valvola seguita da una flangia a otto o in un branchetto di tubo mobile con appropriate flange cieche. Tale dispositivo deve essere sistemato in una posizione adia-

cente alle casse e alle cisterne residui, ma quando ci non ragionevole o non possibile, esso pu essere sistemato nel locale pompe immediatamente dopo che il tubo ha attraversato la paratia.

3.2

Impianti di sfogo dei gas

3.2.1 Le casse e cisterne residui devono avere un impianto di sfogo dei gas separato che soddisfi le prescrizioni in Cap 7, Sez 4, [4.2].

3.3

Sistemazioni delle pompe e delle tubolature di scarico

3.3.1 Deve essere previsto un impianto di pompe e tubolature separato comprendente un collettore di scarico per scaricare il contenuto delle casse e delle cisterne residui direttamente alla coperta e quindi in una stazione di raccolta terrestre mentre la nave si trova in condizioni di caricazione secca. Vedere anche Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1].

134

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 7

NAVI CISTERNA PER IL TRASPORTO DI PRODOTTI PETROLIFERI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 SEZIONE 6 APPENDICE 1 APPENDICE 2 APPENDICE 3 APPENDICE 4

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI DISPOSITIVI PER IMPEDIRE IL PASSAGGIO DI FIAMMA NELLE CISTERNE DEL CARICO PROGETTO DEGLI IMPIANTI DI LAVAGGIO CON PETROLIO GREGGIO ELENCHI DEI PRODOTTI PETROLIFERI E DELLE SOSTANZE SIMILI A PRODOTTI PETROLIFERI ELENCO DEGLI "EASY CHEMICALS"

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135

Parte E, Cap 7, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Notazione di servizio oil tanker

tura al di sopra del punto di infiammabilit del prodotto trasportato.

1.1.1

a) Le prescrizioni del presente Capitolo si applicano a navi che hanno la notazione di servizio oil tanker, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.2]. Esse si applicano anche a navi con le notazioni addizionali di servizio FP > 60 C e asphalt carrier, tenendo conto delle attenuazioni date nelle varie Sezioni.
Nota 1: Le attenuazioni indicate in a) non si applicano a navi adibite al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa ad una temperatura al di sopra del punto di infiammabilit del prodotto trasportato.

b) Ulteriori prescrizioni per navi con notazioni di servizio FLS tanker e FLS tanker, FP > 60 C che trasportano sostanze di categoria D per quanto riguarda il rischio dinquinamento sono date in Sez 4, [9]. c) Lelenco delle sostanze il cui trasporto alla rinfusa permesso per navi con notazione di servizio FLS tanker e FLS tanker, FP > 60 C dato in App 4.
Nota 2: La notazione di servizio FLS tanker non copre carichi contenenti quantit di benzene pari al 10% o pi. Le navi che trasportano tali carichi devono soddisfare le prescrizioni del Capitolo 8. Nota 3: Quando sono soddisfatte contemporaneamente le prescrizioni di questo Capitolo per la notazione di servizio oil tanker e per la notazione di servizio FLS tanker, possono essere assegnate alla nave entrambe le notazioni oil tanker - FLS tanker o oil tanker - FLS tanker, FP > 60 C, come applicabile.

b) Ulteriori attenuazioni sono concesse alle navi con notazione addizionale di servizio oil tanker, FP > 60 C adibite esclusivamente al trasporto di prodotti liquidi alla rinfusa: che siano trasportati ad una temperatura di almeno 15 C al di sotto del loro punto dinfiammabilit, o che abbiano un punto dinfiammabilit al di sopra di 100 C. c) Ulteriori prescrizioni per navi con notazione di servizio oil tanker, asphalt carrier sono contenute in Sez 4, [8]. d) Lelenco delle sostanze il cui trasporto alla rinfusa permesso per navi con notazioni di servizio oil tanker, oil tanker, FP>60 C e oil tanker, asphalt carrier dato in App 3, Tab 1.
Nota 2: I prodotti elencati in App 3, Tab 2 (sostanze simili a prodotti petroliferi), bench siano trattati nel Capitolo 8, possono anche essere trasportati da navi con notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP > 60 C, come applicabile, purch siano soddisfatte le condizioni seguenti: la nave soddisfi le prescrizioni del presente Capitolo per quanto riguarda le navi porta prodotti, come definite in [1.3.12], nel caso di sostanze di categoria C la nave soddisfi le prescrizioni in Sez 3, [1.3] o in Cap 8, Sez 2 per una nave di tipo 3, e il misuratore del contenuto di olio dellimpianto di comando e controllo degli scarichi dolio in mare della nave sia approvato per luso nel controllo delle sostanze simili ai prodotti petroliferi che si intendono trasportare.

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi con le seguenti notazioni di servizio: oil tanker oil tanker, FP > 60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, FP > 60 C

1.3
1.3.1

Definizioni
Zona del carico

La zona del carico quella parte della nave che contiene le cisterne del carico nonch le cisterne dei residui (slop tanks), i locali pompe del carico, comprendenti i locali pompe, le intercapedini, gli spazi, sia vuoti che adibiti a zavorra adiacenti alle cisterne del carico o cisterne residui, nonch larea di ponte per tutta la larghezza e per tutta la lunghezza della parte di nave al di sopra degli spazi sopra definiti. Qualora nelle stive del carico siano installate cisterne indipendenti, le intercapedini, gli spazi vuoti o adibiti a zavorra sistemati allestremit poppiera della stiva del carico poppiera o allestremit prodiera della stiva del carico prodiera sono escluse dalla zona del carico. 1.3.2 Locale pompe del carico

1.1.2

Notazione di servizio FLS tanker

a) Le prescrizioni del presente Capitolo si applicano alle navi con notazione di servizio FLS tanker, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.5]. Esse si applicano anche alle navi con la notazione addizionale FP > 60 C, tenendo conto delle attenuazioni date in Sez 4.
Nota 1: Le attenuazioni indicate in a) non si applicano a navi adibite al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa ad una tempera-

Il locale pompe del carico uno spazio che contiene le pompe, comprensive dei loro accessori, per la movimentazione dei prodotti coperti dalla notazione di servizio assegnata alla nave.

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137

Parte E, Cap 7, Sez 1

Tabella 1 : Contenuto del Capitolo 7


Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti del carico Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi Dispositivi per impedire il passaggio di fiamme entro cisterne del carico Impianto di lavaggio col greggio Elenco dei prodotti petroliferi e delle sostanze simili a prodotti petroliferi Elenco degli Easy chemicals (1) Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) Sez 5 (2) Sez 6 App 1

1.3.6

Nave petroliera per greggio (crude oil tanker)

Nave petroliera per greggio significa una nave petroliera impiegata per il trasporto di greggio. 1.3.7 Stive del carico

Stive del carico sono gli spazi racchiusi dalle strutture della nave nei quali sono sistemate le cisterne indipendenti. 1.3.8 Combustibile liquido

Combustibile liquido significa qualsiasi prodotto petrolifero impiegato come combustibile per i macchinari di propulsione e ausiliari della nave sulla quale tale prodotto petrolifero viene trasportato. 1.3.9 Impianto integrato del carico e di zavorra (1/1/2004)

App 2 App 3 App 4

(2)

Nella sezione contenuta una tabella indicante lelenco delle attenuazioni applicabili a ciascuna notazione di servizio Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi con notazione di servizio oil tanker e FLS tanker

Un impianto integrato del carico e di zavorra qualsiasi impianto integrato idraulico e/o elettrico utilizzato per azionare entrambe le pompe del carico e di zavorra (compresi i sistemi attivi di comando e di sicurezza ed esclusi i componenti passivi come, ad esempio, le tubolature). 1.3.10 Sostanze simili a prodotti petroliferi Sostanze simili a prodotti petroliferi sono le sostanze elencate in App 3, Tab 2. 1.3.11 Miscela oleosa

1.3.3

Locali di servizio per il carico

Miscela oleosa significa una miscela con qualsiasi contenuto di prodotti petroliferi. 1.3.12 Nave porta prodotti (product carrier) Nave porta prodotti significa una nave petroliera per il trasporto di prodotti diversi dal greggio. 1.3.13 Locale pompe Il locale pompe un locale, sistemato nella zona del carico, contenente le pompe ed i loro accessori per la movimentazione della zavorra e del combustibile liquido, o carichi diversi da quelli per i quali stata assegnata la notazione di servizio alla nave. 1.3.14 Zavorra segregata Zavorra segregata significa l'acqua di zavorra introdotta in una cisterna che sia completamente separata dall'impianto del carico di prodotti petroliferi e da quello del combustibile liquido e che sia destinata in modo permanente al trasporto di zavorra o al trasporto di zavorra o carichi diversi da prodotti petroliferi o sostanze nocive come variamente definite nel Capitolo 7 e nel Capitolo 8. 1.3.15 Cisterna residui (slop tank)

I locali di servizio per il carico sono spazi entro la zona del carico adoperati per officine, armadi e depositi di pi di 2 m2 darea, adibiti agli equipaggiamenti relativi alla movimentazione del carico. 1.3.4 Zavorra pulita

Zavorra pulita significa la zavorra in una cisterna che, avendo in precedenza contenuto prodotti petroliferi, stata pulita in modo tale che gli effluenti dalla cisterna stessa, se fossero scaricati da una nave ferma in acqua calma pulita in un giorno chiaro non darebbero luogo a tracce oleose visibili sulla superficie dell'acqua o sulle linee di costa adiacenti o a depositi di morchie o emulsioni sotto la superficie dell'acqua o sulle linee di costa adiacenti. Se la zavorra viene scaricata attraverso un impianto di comando e controllo degli scarichi di olio in mare approvato dalla Societ, la prova basata su tale impianto dimostrante che il contenuto di olio nell'effluente non supera le 15 parti per milione deve essere determinante per dimostrare che la zavorra era pulita, nonostante la presenza di tracce visibili. 1.3.5 Greggio

Greggio significa qualsiasi miscela liquida di idrocarburi che si trova naturalmente nella terra, sia che venga o non venga trattata per renderla trasportabile e comprende: a) greggio dal quale possono essere state rimosse certe frazioni distillate; e b) greggio al quale possono essere state aggiunte alcune frazioni distillate.

Cisterna residui significa una cisterna destinata in modo specifico alla raccolta di drenaggi delle cisterne, lavaggi delle cisterne e altre miscele oleose. 1.3.16 Spazio vuoto Spazio vuoto uno spazio chiuso nella zona del carico esterna alle cisterne del carico, che non sia una stiva del carico, uno spazio adibito a zavorra, una cassa del combustibile liquido, un locale pompe del carico, un locale pompe o uno spazio normalmente adoperato dal personale.

138

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 Le prescrizioni di cui in Sez 2 e Sez 3 si applicano a navi ad un ponte, con lapparato motore a poppa, doppio fondo in tutta la zona delle cisterne del carico, doppio fasciame del fianco ed eventuali paratie longitudinali, oppure semplice fasciame del fianco e una o pi paratie longitudinali lungo la zona delle cisterne del carico. Il ponte pu essere a semplice o doppio fasciame, con o senza cofano. Lapplicazione di dette prescrizioni ad altri tipi di navi deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. 1.1.2 Le prescrizioni di questa Sezione si applicano a navi con notazione di servizio oil tanker ESP, ad eccezione delle prescrizioni di cui in [2.1] e [6.2.2], che si applicano alle navi con notazione di servizio FLS tanker.

Dove alloggi e compartimenti di servizio sono previsti immediatamente sopra i compartimenti contenenti liquidi infiammabili, lintercapedine pu essere omessa soltanto dove il ponte non ha aperture daccesso ed rivestito con uno strato di materiale riconosciuto adeguato dalla Societ. Lintercapedine pu essere omessa anche dove tali compartimenti sono adiacenti ad un passaggio, purch siano soddisfatte le seguenti condizioni: gli spessori delle lamiere del comune contorno delle casse adiacenti siano aumentati , rispetto a quelli ottenuti in base alle prescrizioni applicabili della Parte B e della Sez 3, di 2 mm nel caso di casse per lacqua dolce o acqua dalimento della caldaia, e di 1 mm in tutti gli altri casi, la somma delle gole dei cordoni di saldatura ai margini di tali lamiere non sia minore dello spessore delle lamiere stesse, la prova idrostatica sia effettuata con un battente aumentato di 1 m rispetto a quello richiesto nella Parte B, Cap 12, Sez 3. 2.1.4 Traboccamenti sul ponte Devono essere previsti mezzi per tenere lontano dagli alloggi e dalle aree di servizio i traboccamenti sul ponte. Ci pu essere ottenuto sistemando una mastra permanente e continua di altezza adeguata che si estenda da fianco a fianco della nave. Se ghiotte sono installate sul ponte di coperta di navi petroliere in corrispondenza dei collettori del carico e sono estese verso poppa fino alla paratia poppiera delle soprastrutture, allo scopo di contenere i traboccamenti di carico sul ponte durante le operazioni di carico e scarico, gli effetti delle superfici liquidi libere, causati dal contenimento di un traboccamento del carico durante operazioni di trasferimento di liquidi ovvero da mare in coperta durante il viaggio, devono essere presi in considerazione nei confronti del margine disponibile della stabilit iniziale positiva della nave (GMo). Se le ghiotte installate sono pi alte di 300 mm, esse devono essere trattate come parapetti con aperture per lo scarico di masse dacqua in accordo a Parte B, Cap 9, Sez 9, [5] e chiusure efficienti da usarsi durante le operazioni di carico e scarico. Le chiusure fisse devono essere predisposte in modo tale che non possa verificarsi un bloccaggio mentre la nave in mare, con la sicurezza che le aperture di scarico rimangano sempre efficienti. Su navi senza bolzone, o dove laltezza delle ghiotte supera il bolzone, e per navi petroliere aventi le cisterne del carico eccedenti il 60% della larghezza massima della nave alla sezione maestra qualunque sia laltezza delle ghiotte, queste non possono essere accettate senza una verifica della stabilit iniziale (GMo) per conformit con le relative prescrizioni di stabilit, tenendo conto degli effetti degli specchi liquidi liberi causati dai liquidi trattenuti da tali ghiotte.

2
2.1

Sistemazioni generali
Generalit

2.1.1 Applicabilit Le prescrizioni di cui da [2.1.2] a [2.1.4] si applicano anche alle navi con notazione di servizio FLS tanker. 2.1.2 Intercapedini Una intercapedine o simile compartimento di larghezza non inferiore a 760 mm deve essere prevista alla estremit posteriore della zona delle cisterne del carico. Le sue paratie devono estendersi dalla chiglia al ponte per tutta la larghezza della nave. Con il termine "intercapedine" sintende, per gli scopi di questa prescrizione, un compartimento isolante fra due paratie o ponti dacciaio adiacenti. La distanza minima tra le due paratie o ponti deve essere sufficiente per un accesso ed ispezione in sicurezza. Allo scopo di soddisfare il principio della singola avaria, nel caso particolare che si verifichi una situazione di angolo contro angolo, tale principio pu essere soddisfatto saldando una lamiera diagonale attraverso langolo. Le intercapedini devono essere costruite in modo da assicurare unadeguata ventilazione. 2.1.3 Segregazione del carico Salvo dove espressamente indicato altrimenti, cisterne contenenti carico o residui di carico devono essere segregate dagli spazi destinati ad alloggi, servizi e locali macchinari, casse di acqua potabile e depositi destinati a carichi per consumi umani per mezzo di una intercapedine, od ogni altro simile compartimento.

Regolamenti RINA 2005

139

Parte E, Cap 7, Sez 2

2.2
2.2.1

Casse o compartimenti del doppio fondo


Generalit

T1

: minima immersione operativa, in m, fra quelle di tutte le previste condizioni di carico, : densit dellacqua di mare, in t/m3. Navi petroliere di portata lorda inferiore a 5000 t ma uguale o superiore a 600 t

2.2.3

Casse del doppio fondo adiacenti alle cisterne del carico non possono essere usate come casse per olio combustibile. 2.2.2 Navi petroliere di portata lorda uguale o maggiore di 5000 t

a) Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o compartimento del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, come indicato in Fig 1, non deve essere minore di B/15, in m, ovvero 2,0 m, se minore. La distanza h non deve essere minore di 1,0 m. b) Le casse o i compartimenti del doppio fondo come richiesti da a) possono non essere richiesti, purch il progetto della nave cisterna sia tale che la pressione del carico e dei vapori esercitata sul fasciame del fondo formante una singola linea di confine fra il carico e il mare non superi la pressione idrostatica esterna dellacqua, come espressa dalla seguente formula:
fh c c g + 1000p T 1 g

Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o compartimento del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, non deve essere minore di B/15, in m, con un valore minimo di 0,76 m. Nella zona del ginocchio e nelle posizioni senza un ginocchio definito, la linea di contorno della cisterna del carico deve correre parallela alla linea del fondo piatto in sezione maestra, come indicato in Fig 2.

2.3

Stazione di navigazione

2.3.1 Quando si dimostra necessario installare una stazione di navigazione sopra la zona del carico, tale stazione deve essere impiegata soltanto ai fini della navigazione e deve essere separata dal ponte della cisterna del carico da uno spazio aperto di almeno 2 m di altezza.

dove: f hc : coefficiente di sicurezza uguale ad 1,1, : altezza, in m, del carico in contatto con il fasciame del fondo, : massima densit del carico, in t/m3, : accelerazione standard di gravit uguale a 9,81 m/s2, : massima pressione di taratura, in MPa, della valvola di pressione/vuoto sistemata sulla cisterna del carico,

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne del carico e slop


Cisterne del carico
Generalit

c
g

3.1
3.1.1

Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 600 t non possono trasportare prodotti petroliferi in qualsiasi compartimento esteso a proravia della paratia di collisione sistemata secondo Parte B, Cap 2, Sez 1, [2].

Figura 1 : Linee delimitanti le cisterne del carico

h>w

w
w
h<w

1.5 . h
linea di costruzione

140

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

Figura 2 : Linee delimitanti le cisterne del carico

3.1.4

Impianto di trasferimento del carico

Allo scopo di non superare i limiti di volume stabiliti in [3.1.2] o [3.1.3] e indipendentemente dal tipo accettato di impianto di trasferimento del carico installato, quando tale impianto collega due o pi cisterne del carico, valvole o altri simili mezzi di chiusura devono essere previsti per separare le cisterne una dallaltra. 3.1.5
h h

Tubolature attraversanti le cisterne del carico

linea di costruzione

3.1.2

Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t a) Le cisterne del carico nelle navi petroliere devono avere dimensioni e sistemazione tali che lipotetico efflusso OC ovvero OS calcolato in accordo con le prescrizioni di [3.2] in qualsiasi punto lungo la nave non superi il maggiore dei due valori seguenti: 30000 m , o
400 3 DW
3

Linee di tubolature che attraversano le cisterne del carico liquido ad una distanza uguale a o minore di tC dalla murata o uguale a o minore di vC dal fondo della nave devono essere dotate di valvole o simili mezzi di chiusura nel punto in cui esse entrano in qualunque cisterna del carico. Tali valvole devono essere mantenute sempre chiuse in navigazione quando le cisterne contengono carico di prodotti petroliferi, eccetto che esse possono venire aperte soltanto per trasferire il carico allo scopo di cambiare lassetto della nave. I valori di tC e vC sono rispettivamente lestensione trasversale e verticale della penetrazione dellavaria laterale come definita in Sez 3, [1.3.2]. 3.1.6 Pozzetti daspirazione nelle cisterne del carico

dove DW la portata lorda, in t, ma in ogni caso tale efflusso non deve superare 40000 m3. b) La lunghezza di ciascuna cisterna del carico non deve superare 10 m o uno dei valori della Tab 1, in quanto applicabile, scegliendo il valore maggiore. 3.1.3 Navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t ma uguale a o maggiore di 600 t Tali navi petroliere devono avere le cisterne del carico dimensionate in modo che la capacit di ciascuna cisterna non superi 700 m3 a meno che le cisterne o compartimenti laterali siano in accordo con [4.2.2] in conformit di quanto segue:
2 ,4 DW w = 0 ,4 + ------------------ con un valore minimo di 0,76 m 20000

I pozzetti di aspirazione nelle cisterne del carico possono sporgere nel doppio fondo sotto la linea limite definita dalla distanza h di cui in [2.2.2] o [2.2.3], come applicabile, purch tali pozzetti siano quanto pi piccoli possibile e la distanza fra il fondo del pozzetto e il fasciame del fondo sia non minore di 0,5 h.

3.2
3.2.1

Fuoriuscita di prodotti petroliferi


Generalit

dove w la distanza descritta in Fig 1 e DW la portata lorda.

Allo scopo di limitare linquinamento da idrocarburi causato da navi petroliere dovuto a falle sui fianchi o sul fondo, lipotetica fuoriuscita OC e OS come indicato in [3.1.2] deve essere calcolata con le formule di [3.2.2] rispetto ai compartimenti interessati dalla falla in ogni possibile posizione lungo lo scafo e per lestensione definita in Sez 3, [1.3.2].

Tabella 1 : Lunghezza delle cisterne del carico


Disposizione delle paratie longitudinali Nessuna paratia Paratia centrale Due o pi paratie Disposizione della paratia centrale No Si (1) (2) Lunghezza delle cisterne del carico, in m (0,5 bi / B + 0,1) L (2) (0,25 bi / B + 0,15) L 0,2 L 0,2 L (0,5 bi / B + 0,1) L (0,25 bi / B + 0,15) L

Cisterna del carico Cisterna laterale Cisterna centrale

Condizione (1) bi / B 1/5 bi / B < 1/5

bi la minima distanza dalla murata alla paratia stagna longitudinale laterale della i-esima cisterna, misurata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Non deve superare 0,2 L.

Regolamenti RINA 2005

141

Parte E, Cap 7, Sez 2

3.2.2

Calcolo generale della fuoriuscita di prodotti petroliferi La fuoriuscita di prodotti petroliferi per falla sul fianco e sul fondo calcolato con le seguenti formule: a) per falla sul fianco:
O C = W i + K i C i

3.2.4

Falla simultanea al fondo in quattro cisterne centrali Nel caso in cui la falla del fondo interessi simultaneamente quattro cisterne centrali, il valore di OS pu essere calcolato con la seguente formula:
1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 4

b) per falla sul fondo:


1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 3

dove Zi, Wi, Ci sono definiti in [3.2.2]. 3.2.5 Ipotesi Allo scopo di calcolare OS , si pu dare credito soltanto a casse del doppio fondo vuote ovvero contenenti acqua pulita, quando le cisterne soprastanti contengono del carico. Se il doppio fondo non si estende per tutta la lunghezza e larghezza della cisterna interessata, il doppio fondo considerato non esistente e il volume delle cisterne sopra la zona dellavaria al fondo deve includersi nella formula di Os in [3.2.2] anche se la cisterna non considerata sfondata a causa dellinstallazione di tale doppio fondo parziale. I pozzetti di aspirazione possono essere trascurati nel determinare il valore di hi purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano sotto la cisterna per una distanza minima in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Se laltezza di tali pozzetti supera met dellaltezza del doppio fondo, hi deve essere assunto uguale allaltezza del doppio fondo meno laltezza dei pozzetti. Tubolature che servono tali pozzetti se installate dentro il doppio fondo devono essere munite di valvole o altri mezzi di chiusura situati nel punto di collegamento alla cassa servita per impedire un efflusso nel caso di danno alla tubolatura. 3.2.6 Riduzione dellefflusso di prodotti petroliferi la Societ pu tener conto, come mezzo per ridurre la fuoriuscita di prodotti petroliferi nel caso di falla sul fondo, di un impianto di trasferimento del carico avente una forte aspirazione di emergenza installato in ciascuna cisterna del carico, che possa effettuare il trasferimento da una cisterna/e danneggiata/e a cisterne di zavorra segregata ovvero a cisterne del carico disponibili se pu essere assicurato che tali cisterne abbiano spazio sufficiente. Lefficienza di tale impianto verrebbe determinato dallabilit di trasferire in due ore di funzionamento una quantit di carico uguale a met della maggiore delle cisterne danneggiate interessate e dalla disponibilit di una equivalente capacit di ricezione nelle cisterne del carico o di zavorra. Lefficienza deve essere limitata a permettere il calcolo di Os secondo la formula in [3.2.4]. I tubi di tali aspirazioni devono essere installati almeno ad una altezza non inferiore allestensione verticale vs del danno del fondo. vs lestensione verticale del danno al fianco come definita in Sez 3, [1.3.2]. 3.2.7 Metodi alternativi per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi In alternativa alle formule indicate in [3.2.2] ovvero [3.2.4], pu essere applicato il metodo probabilistico per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi come descritto nella IMO Resolution MEPC.66(37).

dove: Wi

Ci

Ki

: volume di una cisterna laterale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [1.3.2]; Wi per una cisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero, : volume di una cisterna centrale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [1.3.2]; Ci per unacisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero. : coefficiente: 1 - bi / tC per bi < tC , 0 per bi tC , : coefficiente definito come: 1 - hi / vS per hi < vS , 0 per hi vS , : larghezza in m, della cisterna laterale considerata misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Nel caso in cui la larghezza bi non sia costante lungo una particolare cisterna laterale, per la determinazione degli efflussi ipotetici di Oc e Os deve essere impiegato il minimo valore di bi nella cisterna, : altezza minima, in m, del doppio fondo considerato; se non esiste doppio fondo hi deve essere assunta uguale a zero, : estensione trasversale dellavaria al fianco come definita in Sez 3, [1.3.2], : estensione verticale dellavaria al fondo come definita in Sez 3, [1.3.2].

Zi

bi

hi

tC vS 3.2.3

Compartimento fra cisterne laterali che trasportano prodotti petroliferi Se un compartimento vuoto o cisterna di zavorra segregata di lunghezza inferiore ad lC, come definita in Sez 3, [1.3.2], situato fra cisterne laterali trasportanti prodotti petroliferi, OC nella formula di [3.2.2] pu essere calcolato sulla base del volume Wi essendo il volume effettivo di una di tali cisterne (dove esse sono di eguale capacit) o la pi piccola delle due cisterne (se esse sono di capacit differenti) adiacenti a tale compartimento, moltiplicato per Si come definito sotto e prendendo per tutte le altre cisterne laterali interessate da tale collisione il valore del volume effettivo totale. Si = 1 - li / lC dove li la lunghezza, in m, del compartimento vuoto o cisterna di zavorra segregata considerata.

142

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

3.3
3.3.1

Cisterne slop
Navi cisterna di stazza lorda uguale a o maggiore di 150 t

Le sistemazioni delle cisterne "slop" o combinazioni di cisterne "slop" devono avere una capacit necessaria per contenere le acque sporche generate dal lavaggio delle cisterne, residui oleosi e di zavorra sporca. La capacit totale della cisterna o cisterne "slop" non deve essere inferiore al 3% della capacit di carico di prodotti petroliferi della nave, eccetto che la Societ pu accettare: 2% per quelle navi cisterna dove il sistema di lavaggio delle cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, 2% quando sono previste cisterne di zavorra segregata in accordo con [5]. Questa capacit pu essere ulteriormente ridotta a 1,5% per quelle navi petroliere dove il sistema di lavaggio cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto. Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t

presente. Essi devono essere sistemati in modo tale che le cisterne del carico siano poste allinterno della linea del garbo del fasciame del fianco, in nessun punto a meno della distanza w che, come indicato in Fig 1, misurata in ogni sezione trasversale perpendicolarmente al fasciame del fianco, come sotto specificato: w = 0,5 + DW / 20000, oppure w = 2,0 m

assumendo il valore minore. Il valore di w non deve essere minore di 1,0 m. 4.2.3 Cisterne o compartimenti laterali di navi petroliere conformi a 2.2.2 b)

La posizione delle cisterne o compartimenti laterali di navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t che sono esentate dalle prescrizioni di [2.2.2] a) deve essere come definita in [4.2.2], eccetto che, sotto ad un livello pari a 1,5 h sopra la linea di costruzione dove h definita in [2.2.2] a), la linea di contorno della cisterna del carico pu essere verticale fino al fasciame del fondo, come indicato in Fig 3. Dette cisterne o compartimenti laterali non possono contenere carico o combustibile liquido. 4.2.4 Casse o compartimenti del doppio fondo

3.3.2

Si applicano le prescrizioni di cui in [2.2.1] e [2.2.2]. 4.2.5 Capacit totale delle cisterne di zavorra

Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t devono essere dotate di almeno due cisterne "slop".

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra di protezione o compartimenti di protezione


Generalit

4.1

4.1.1 Questa prescrizione si applica a navi cisterna di portata lorda uguale a o maggiore di 600 t.

4.2

Dimensionamento e sistemazione di cisterne di zavorra o compartimenti


Generalit

Sulle navi petroliere per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e sulle navi portaprodotti (product carriers) di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t, la capacit totale delle cisterne laterali, delle casse del doppio fondo e dei gavoni di prora e di poppa non deve essere inferiore alla capacit delle cisterne di zavorra segregata necessaria per soddisfare le prescrizioni di cui in [5]. Le cisterne o compartimenti laterali e le casse del doppio fondo impiegati per soddisfare le prescrizioni di cui in [5] devono essere distribuiti in maniera pi uniforme possibile lungo la zona delle cisterne del carico. Zavorra segregata addizionale da impiegarsi per ridurre le sollecitazioni di flessione longitudinali della trave nave, lassetto, ecc. pu essere ubicata in ogni punto della nave. Nel calcolare la capacit totale, deve tenersi conto di quanto segue: la capacit delle casse zavorra nel locale apparato motore deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra; la capacit delle casse di zavorra poste dentro il doppio scafo deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra (vedere Fig 4).

4.2.1

Le cisterne del carico devono essere protette per lintera lunghezza da cisterne di zavorra o compartimenti diversi da quelli del carico e del combustibile liquido come indicato in [4.2.2] fino a [4.2.6] per navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t, oppure [4.2.7] per le navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t. 4.2.2 Cisterne o compartimenti laterali

Le cisterne o compartimenti laterali devono estendersi per tutta laltezza della murata oppure dal cielo del doppio fondo al ponte pi alto, trascurando il trincarino curvo se

Ogni zavorra trasportata in estensioni entro bordo localizzate, rientranze o recessi del doppio scafo, come i cassonetti delle paratie, pu considerarsi zavorra in eccesso oltre il minimo richiesto per la capacit di zavorra segregata in accordo con [5].

Regolamenti RINA 2005

143

Parte E, Cap 7, Sez 2

Figura 3 : Linee di contorno delle cisterne del carico

1.5. h
linea di costruzione

Figura 4 : Cisterne di zavorra segregata poste dentro il doppio scafo


A

SBT

SBT

SBT SBT

SBT

SBT

APT

E/R

P/R

FPT SBT

SBT

SBT

SBT
A

SBT

SBT

SBT

COT

COT

SBT

linea del doppio scafo assunta

SEZIONE A - A

4.2.6

Criteri alternativi di progettazione e costruzione

Altri criteri di progettazione e costruzione di navi petroliere possono essere accettati come alternative alle prescrizioni di cui in [4.2.2] fino a [4.2.5], purch tali metodi assicurino almeno lo stesso livello di protezione contro linquinamento da idrocarburi nel caso di collisione o incaglio. Tali metodi devono essere ritenuti accettabili per la Societ.
Nota 1: la Societ considera il metodo descritto nella Risoluzione IMO MEPC.66(37) come accettabile.

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra segregata (SBT)


Generalit

5.1

5.1.1 Ogni nave petroliera per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e ogni nave porta prodotti di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t deve essere dotata di cisterne di zavorra segregata e deve soddisfare [5.2] ovvero [5.3], come appropriato.

4.2.7

Navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t

5.2

Capacit delle SBT per navi petroliere di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m

Navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t devono soddisfare le prescrizioni in [2.2.3] e [3.1.3].

5.2.1 La capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere determinata in modo tale che la nave possa

144

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

operare in sicurezza nei viaggi in zavorra senza far ricorso alluso delle cisterne del carico per lacqua di zavorra. In tutti i casi, tuttavia, la capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere almeno tale che, in qualunque condizione di zavorra in qualunque parte del viaggio, compresa la condizione di nave vacante pi la sola zavorra segregata, le immersioni e lassetto della nave soddisfino ciascuna delle prescrizioni seguenti: limmersione dalla linea di costruzione a met nave, dm in m (trascurando ogni deformazione della nave) deve essere non minore di 2,0 + 0,02 L, le immersioni sulle perpendicolari AV e AD devono corrispondere a quelle determinate per mezzo dellimmersione al mezzo dm suddetta, unitamente ad un assetto appoppato non maggiore di 0,015 L, in ogni caso limmersione alla perpendicolare addietro deve essere non minore di quella necessaria per ottenere la completa immersione dellelica o delle eliche, in nessun caso lacqua di zavorra deve essere trasportata nelle cisterne del carico, eccetto: in quei rari viaggi quando le condizioni meteorologiche sono cos severe che, a giudizio del Comandante, sia necessario imbarcare acqua di zavorra addizionale nelle cisterne del carico per la sicurezza della nave, in casi eccezionali dove il particolare carattere delloperazione di una nave petroliera renda necessario imbarcare acqua di zavorra in eccesso della quantit richiesta per soddisfare i requisiti suddetti, purch tale operazione della nave petroliera rientri nella categoria dei casi eccezionali.

Limmersione media minima, in m, e lassetto massimo, in m, sono ottenuti rispettivamente dalle seguenti formule: dm = 0,2 + 0,032 L tm = (0,024 - 6,0.10-5L) L 5.3.3 Formulazione B Le seguenti formule risultano da investigazioni basate su ricerche teoriche, prove su modelli e al vero. Queste formule sono basate su di un mare forza 6 (Scala internazionale dello stato del mare). Le immersioni minime, in m, a poppa e a prora sono ottenute rispettivamente dalle seguenti formule: dm,S = 2,3 + 0,030 L dm,B = 0,7 + 0,0170 L oppure limmersione media minima, in m, e lassetto massimo, in m, sono ottenuti rispettivamente dalle seguenti formule: dm = 1,55 + 0,023 L tm = 1,6 + 0,013 L 5.3.4 Formulazione C Le seguenti formule forniscono, per certe immersioni aumentate, un aiuto nella prevenzione dellaffioramento dellelica e dello "slamming" nelle navi di maggior lunghezza. Le immersioni minime, in m, a poppa e a prora sono ottenute rispettivamente dalle seguenti formule: dm,S = 2,0 + 0,0275 L dm,B = 0,5 + 0,0225 L

5.3

Capacit delle SBT per navi petroliere di lunghezza minore di 150 m

6
6.1

Sistemazione degli accessi


Generalit

5.3.1 Generalit La capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere considerata dalla Societ nei singoli casi. In generale, la capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere almeno tale che, in qualunque condizione di zavorra in qualunque parte del viaggio, compresa la condizione di nave vacante pi la sola zavorra segregata, limmersione e lassetto della nave soddisfino i requisiti sui minimi e massimi valori forniti, per sola guida, in [5.3.2], [5.3.3] e [5.3.4]. Questi valori sono i risultati di differenti formulazioni. Le formulazioni sono basate sia su ricerche teoriche sia su studi della pratica reale riguardanti navi petroliere di differenti configurazioni, che considerano vari gradi di affioramento dellelica, vibrazioni, "slamming", perdita di velocit, rollio, entrata in bacino e altro. Inoltre, sono comprese informazioni concernenti lo stato del mare ipotizzato. 5.3.2 Formulazione A Le seguenti formule furono derivate da uno studio di 26 navi petroliere di lunghezza da 50 a 150 m. Le immersioni vennero estratte dai libretti distruzioni relative alla stabilit e rappresentano casi di zavorra alla partenza. I casi di zavorra rappresentano condizioni di navigazione con tempo fino a Beaufort 5 compreso.

6.1.1 Per quanto praticabile, mezzi daccesso permanenti o mobili conservati a bordo devono essere forniti per assicurare una adeguata sorveglianza e manutenzione delle cisterne del carico e dei compartimenti zavorra. 6.1.2 Mezzi daccesso alle cisterne centrale e laterali non devono essere posti nella stessa sezione trasversale.

6.2

Accessi alla galleria tubi e sistemazione delle aperture

6.2.1 Accesso alla galleria tubi nel doppio fondo La galleria tubi posta nel doppio fondo deve soddisfare i seguenti requisiti: essa non deve comunicare con il locale macchine, devono essere previste almeno due uscite sul ponte aperto sistemate alla massima distanza luna dallaltra. Una di queste uscite, munita di chiusura stagna allacqua, pu condurre nel locale pompe del carico. 6.2.2 Porte fra la galleria tubi e il locale pompe principale Questa prescrizione si applica alle navi con notazione di servizio FLS tanker.

Regolamenti RINA 2005

145

Parte E, Cap 7, Sez 2

Dove esiste un accesso permanente da una galleria tubi al locale pompe principale, deve essere sistemata una porta stagna che soddisfi i requisiti in Parte B, Cap 2, Sez 1, [6.2.1] per le porte stagne aperte in mare e poste sotto il ponte di bordo libero. Inoltre devono essere soddisfatti i seguenti punti: in aggiunta al comando dalla plancia, la porta stagna deve potersi chiudere manualmente dallesterno dellentrata del locale pompe, la porta stagna deve essere mantenuta chiusa durante le normali operazioni della nave eccetto quando sia richiesto di accedere alla galleria tubi. Un avviso deve essere affisso alla porta, informante che essa non pu essere lasciata aperta.

6.3.3 Accessi attraverso aperture orizzontali Per gli accessi attraverso aperture orizzontali, le dimensioni devono essere sufficienti da permettere ad una persona indossante un autorespiratore ed equipaggiamento protettivo di salire e scendere ogni scala senza impedimenti e inoltre da provvedere unapertura libera che faciliti il sollevamento di una persona ferita dal fondo del compartimento. La minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 600 mm. 6.3.4 Accessi attraverso aperture verticali Per gli accessi attraverso aperture verticali la minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 800 mm ad unaltezza di non pi di 600 mm dal fasciame del fondo a meno che siano installati grigliati o altri punti dappoggio per i piedi. 6.3.5 Navi petroliere di portata lorda inferiore a 5000 t Per navi petroliere di portata lorda inferiore a 5000 t la Societ pu approvare dimensioni inferiori in speciali circostanze, se la capacit di attraversare tali aperture o di rimuovere una persona ferita pu essere provata a soddisfazione della stessa Societ.

6.3

Accesso ai compartimenti nella zona del carico

6.3.1 Generalit Laccesso alle intercapedini, cisterne di zavorra, cisterne del carico e altri compartimenti nella zona del carico deve avvenire direttamente dal ponte scoperto e deve essere tale da consentire una loro completa ispezione. Laccesso ai compartimenti del doppio fondo pu avvenire attraverso un locale pompe del carico, un locale pompe, unintercapedine alta, una galleria tubi o compartimenti simili, soggetti a considerazione degli aspetti della ventilazione. 6.3.2 Accesso al gavone di prora (1/7/2001) L'accesso al gavone di prora deve avvenire direttamente dal ponte scoperto. Se il gavone di prora separato mediante intercapedini dalle cisterne del carico, pu essere accettato un accesso attraverso un passo d'uomo imbullonato stagno ai gas, ubicato in uno spazio chiuso. In tal caso, deve essere posto un avviso in corrispondenza del passo duomo che informi che la cisterna pu essere aperta solamente dopo che sia stato verificato che libera da gas o dopo che le apparecchiature elettriche ubicate nel locale chiuso che non siano elettricamente sicure siano state isolate.

6.4

Accessi agli spazi della prora

6.4.1 Le navi petroliere devono essere fornite di una passerella fra la sovrastruttura o tuga poppiera e il castello di prora, ovvero una sistemazione equivalente in accordo con la Convenzione internazionale sul Bordo Libero, 1966, e relativi emendamenti. 6.4.2 Le navi cisterna devono essere dotate dei mezzi per permettere allequipaggio di accedere in sicurezza alla prora anche in cattive condizioni meteorologiche. Tali mezzi devono essere a soddisfazione della Societ.
Nota 1: la Societ considera accettabili mezzi che siano conformi alle "Guidelines" adottate dal "Maritime Safety Committee" dellIMO con la Risoluzione MSC.62(67) del 5/12/1996.

146

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
Ry : Minima tensione di snervamento, in N/mm2, del materiale, da assumere uguale a 235/k N/mm2, salvo ove diversamente specificato : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumersi uguale a: E = 2,06.10 N/mm per acciai in generale, E = 1,95.105 N/mm2 per acciai inossidabili.
5 2

c) La nave deve essere caricata come segue: tutte le cisterne del carico riempite fino ad un livello corrispondente al massimo totale combinato del momento verticale del volume pi il momento dinerzia degli specchi liberi dei liquidi a 0 di sbandamento, per ogni singola cisterna, la massa volumica del carico deve corrispondere alla portata di carico disponibile al dislocamento per il quale il valore di KM trasversale raggiunge il minimo, dotazioni di consumo complete alla partenza, 1% della capacit totale dellacqua di zavorra. Per tutte le cisterne di zavorra deve essere assunto il massimo momento degli specchi liberi dei liquidi.

k E

1
1.1

Stabilit
Applicabilit

1.1.1 Le prescrizioni di cui in [1.2.2] e [1.3] si applicano alle navi con notazione di servizio oil tanker ESP.

1.3
1.3.1

Stabilit in condizioni di avaria


Generalit

1.2
1.2.1

Stabilit allo stato integro


Generalit

La stabilit della nave per le condizioni di carico in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.6] deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2. Inoltre devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [1.2.2]. 1.2.2 Operazione di trasferimento dei liquidi

Ogni nave petroliera deve soddisfare i criteri di compartimentazione e stabilit in condizioni di avaria specificati in [1.3.8], dopo lavaria ipotizzata al fondo o al fianco specificata in [1.3.2], per lo standard di avaria descritto in [1.3.3], e per ogni immersione operativa che rifletta le reali condizioni di pieno o parziale carico compatibili con lassetto e la robustezza della nave come pure con le masse volumiche del carico. Le condizioni effettive di pieno o parziale carico da considerarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali la nave petroliera non trasporta liquidi nelle cisterne del carico, esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate. 1.3.2 Dimensioni dellavaria

Navi con compartimentazione particolare possono essere soggette a ingavonarsi durante le operazioni di trasferimento dei liquidi come caricazione, scaricazione o zavorramento. Allo scopo di prevenire gli effetti dellingavonamento, il progetto di navi cisterna di portata lorda uguale o superiore a 5000 t deve soddisfare i seguenti criteri: a) I criteri di stabilit allo stato integro riportati in b) devono essere rispettati per la peggiore condizione di carico e zavorra come definita in c), in accordo con la buona pratica operativa, compresi gli stadi intermedi delle operazioni di trasferimento dei liquidi. In tutte le condizioni le cisterne di zavorra devono ipotizzarsi smezzate. b) Laltezza metacentrica iniziale GMo, in m, corretta per gli specchi liberi dei liquidi misurati a 0 di sbandamento, deve essere non inferiore a 0,15. Allo scopo di calcolare GMo, le correzioni per gli specchi liberi dei liquidi devono essere basate sugli appropriati momenti dinerzia degli specchi liberi dei liquidi a nave diritta.

Lestensione ipotizzata dellavaria definita nella Tab 1. Lestensione trasversale dellavaria misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello del bordo libero estivo. Allo scopo di determinare lestensione dellavaria ipotizzata, i pozzetti daspirazione possono essere trascurati, purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano al di sotto della cisterna per una distanza minima in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Lestensione verticale dellavaria misurata dalla linea del garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria della nave.

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147

Parte E, Cap 7, Sez 3

Tabella 1 : Estensione dellavaria


Avaria Fianco Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti ogni altra parte (1) Assumendo il valore minore Estensione longitudinale lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) lS = 1/3 L
2/3

Estensione trasversale tC = B/5 o 11,5 m (1) tS = B/6 o 10 m (1) tS = B/6 o 5 m (1)

Estensione verticale vC = senza limite vS = B/15 o 6 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

o 14,5 m (1) (1)

lS = 1/3 L 2/3 o 5 m

Se da unavaria di estensione inferiore alla massima estensione di avaria specificata nella Tab 2 derivasse una condizione pi severa, si dovr prendere in considerazione tale avaria di minore estensione. 1.3.3 Standard di avaria

dersi a compartimenti diversi da quelli ipotizzati allagabili nel calcolo per ciascun caso di danno. 1.3.7 Permeabilit

Lavaria in [1.3.2] deve essere applicata a tutte le concepibili posizioni lungo lo scafo, in accordo con la Tab 2. 1.3.4 Metodo di calcolo

Le masse volumiche dei carichi trasportati, cos come ogni efflusso di liquidi dai compartimenti danneggiati, devono essere tenuti in considerazione per ogni cisterna vuota o parzialmente piena. La permeabilit di compartimenti ipotizzati come allagati devono essere come indicato nella Tab 3. 1.3.8 Prescrizioni di sopravvivenza

Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilit (GZ) e le posizioni del centro di gravit (KG) per giudicare le condizioni finali di sopravvivenza devono essere calcolate col metodo del dislocamento costante (perdita di spinta). 1.3.5 Assunzioni relative allallagamento

Le navi petroliere devono essere considerate come soddisfacenti i criteri di stabilit in condizioni di avaria se sono soddisfatte le prescrizioni di cui in [1.3.9] e [1.3.10]. Tabella 2 : Standard di avaria
Lunghezza della nave, in m L 100 100 < L 150 150 < L 225 L > 225 (1) (2) Avaria ovunque lungo la nave No No Si Si Avaria tra le paratie trasversali Si (1) (2) Si (1) No No Soltanto apparato motore allegato No No Si No

Le prescrizioni di cui in [1.3.8] devono essere confermate da calcoli che tengano in considerazione le caratteristiche di progetto della nave , le sistemazioni, configurazione e contenuti dei compartimenti allagati e la distribuzione, masse volumiche ed effetto degli specchi liberi dei liquidi. Se lavaria interessante paratie trasversali considerato come specificato in [1.3.3], le paratie stagne trasversali devono essere poste almeno ad una distanza uguale allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [1.3.2] al fine di essere considerate efficaci. Dove le paratie trasversali sono poste a distanza minore, una o pi di queste paratie entro tale estensione di danno deve essere assunta come inesistente allo scopo di determinare i compartimenti allagati. Se il danno fra paratie stagne trasversali adiacenti considerato come specificato in [1.3.3], non deve assumersi danneggiata alcuna paratia trasversale principale che delimiti le cisterne laterali o quelle del doppio fondo, a meno che: lintervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [1.3.2] oppure, esista uno scalino oppure un recesso in una paratia trasversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri, posto entro lestensione della penetrazione dellavaria ipotizzata. Lo scalino formato dalla paratia del gavone di poppa e dal cielo del gavone stesso non deve essere considerato come tale. Allagamento progressivo

Apparato motore non allagato. Esenzioni dalle prescrizioni di cui in [1.3.8] possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

Tabella 3 : Permeabilit
Compartimenti Adatti a magazzini Occupati da alloggi Occupati da macchinari Compartimenti vuoti Destinati a liquidi di consumo Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0,95 da 0 a 0,95 (1) da 0 a 0,95 (1)

1.3.6

Se tubolature, condotti o gallerie sono situati entro lestensione ipotizzata della penetrazione dellavaria di cui in [1.3.2], devono essere prese disposizioni in modo che un allagamento progressivo non possa di conseguenza esten-

Destinati ad altri liquidi (1)

La permeabilit di compartimenti parzialmente pieni deve essere coerente con il quantitativo di liquido trasportato nel compartimento.

148

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

1.3.9

Stadio finale di allagamento

a) Il galleggiamento finale, tenendo conto di affondamento, sbandamento e assetto, deve risultare sotto al margine inferiore di ogni apertura attraverso la quale si possa verificare un allagamento progressivo. Lallagamento progressivo deve essere considerato in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. b) Langolo di sbandamento dovuto ad allagamento asimmetrico non pu superare 25, tuttavia tale angolo pu essere aumentato a 30 se non si verifica limmersione del margine del ponte. c) La stabilit deve essere esaminata e pu essere considerata sufficiente se la curva dei bracci raddrizzanti ha almeno unestensione di 20 oltre la posizione di equilibrio unitamente a un massimo residuo braccio raddrizzante, in m, di almeno 0,1 m entro lestensione di 20; larea, in m.rad, sotto la curva entro questa estensione non deve essere inferiore a 0,0175. 1.3.10 Stadio intermedio di allagamento la Societ deve essere convinto che la stabilit sia sufficiente durante gli stadi intermedi di allagamento. A questo proposito la Societ applica gli stessi criteri relativi allo stadio finale di allagamento anche durante gli stadi intermedi di allagamento. 1.3.11 Danno allo slancio del fondo La presente prescrizione si applica a navi petroliere di portata lorda uguale o superiore a 20000 t. Le ipotesi di avaria relative allavaria al fondo prescritte in [1.3.2] devono essere integrate dallavaria ipotizzata allo slancio del fondo di Tab 4. Per lavaria ipotizzata allo slancio del fondo devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [1.3.8]. 1.3.12 Sistemi di equalizzazione Sistemi di equalizzazione richiedenti mezzi meccanici come valvole o tubi di livellamento, se collocati, non possono essere considerati per ridurre langolo di sbandamento o per raggiungere la minima stabilit residua che soddisfi le prescrizioni di cui in [1.3.9] e sufficiente stabilit residua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi dove impiegata lequalizzazione. Compartimenti che siano collegati da condotti di grande sezione trasversale possono essere considerati in comune. Tabella 4 : Estensione dellavaria al fondo
Portata lorda < 75000 t 75000 t (1) (2) Estensione longitudinale 0,4 L (1) 0,6 L (1) Estensione trasversale B/3 B/3 Estensione verticale (2) (2)

1.3.13 Informazioni al Comandante Il Comandante di ogni nave petroliera deve essere fornito, in forma approvata, di: Informazioni relative alla caricazione e distribuzione del carico necessarie per assicurare la conformit con le prescrizioni relative alla stabilit, dati circa la capacit della nave di soddisfare i criteri di stabilit in condizioni di avaria come determinati in [1.3.8] compreso leffetto di esenzioni che possono essere state concesse come specificato in Tab 2.

2
2.1

Criteri di progetto delle strutture


Sistemazione dei rinforzi ordinari

2.1.1 In generale, il fondo, il doppio fondo e il ponte devono essere a struttura longitudinale nella zona del carico delle navi di lunghezza maggiore di 90 m. Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, se giustificate dai risultati di calcoli diretti.

2.2

Strutture delle paratie

2.2.1 Generalit Le paratie trasversali possono essere piane o corrugate. 2.2.2 Paratie corrugate (1/7/2002) Nelle navi di lunghezza minore di 120 m, le paratie trasversali o longitudinali con corrugazioni verticali possono essere collegate direttamente al doppio fondo e al ponte. Nelle navi di lunghezza uguale o superiore a 120 m, devono essere sistemati, in generale, un cassonetto inferiore e un cassonetto superiore. La Societ pu considerare sistemazioni diverse, caso per caso, a condizione che esse siano supportate da calcoli diretti eseguiti in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 7, Sez 3. Detti calcoli devono verificare in particolare le zone di collegamento della paratia con il fasciame del ponte e del doppio fondo e devono essere sottoposti all'esame della Societ.

3
3.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave

3.1.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono esser calcolate per le seguenti condizioni di caricazione, distinguendo tra condizioni alla partenza e condizioni allarrivo come appropriato: condizioni di caricazione omogenee (escludendo le cisterne destinate unicamente a zavorra segregata) alla massima immersione, condizioni di caricazione parziali, ogni specificata condizione di caricazione non omogenea, condizioni di zavorra leggere e pesanti,

Misurata dalla perpendicolare avanti. Rottura dello scafo esterno.

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149

Parte E, Cap 7, Sez 3

condizioni intermedie durante il viaggio utilizzate per la pulizia delle cisterne o altre operazioni se, a giudizio della Societ, tali condizioni sono significativamente diverse da quelle di zavorra.

tMIN = 0,75 L1/3 k1/6 + 4,5 s per L < 275 m tMIN = 1,5 k1/2 + 7,0 + s per L 275 m

dove s lintervallo, in m, tra i rinforzi ordinari.

3.2
3.2.1

Carichi locali 4.3


Pressione dimpatto sul fondo 4.3.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto del fasciame che costituisce lanima delle travi rinforzate deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = 1,45 L1/3 k1/6 4.3.2 Condizioni di caricazione da considerare nellanalisi delle travi rinforzate

Travi rinforzate

Nelle navi petroliere di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t e nelle navi petroliere porta prodotti di portata lorda maggiore di o uguale a 30000 t, limmersione TF, da considerare nel calcolo della pressione dimpatto sul fondo in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 1, [3.2], quella calcolata considerando soltanto le cisterne di zavorra segregata. 3.2.2 Densit del carico

In assenza di pi precise valutazioni, la densit del carico da utilizzare nel calcolo delle pressioni e delle forze interne indotte nelle cisterne dai prodotti petroliferi trasportati, in accordo con Parte B, Cap 5, Sez 6, deve essere assunta uguale a 0,9 t/m3.

4
4.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessori minimi netti (1/7/2002)

I carichi in acqua tranquilla e donda devono essere calcolati per le condizioni di caricazione pi gravose che, tra quelle specificate nel manuale di caricazione, inducono le maggiori tensioni nelle strutture longitudinali e nelle travi rinforzate. In assenza di manuale di caricazione, le condizioni di caricazione da considerare nellanalisi delle travi rinforzate delle cisterne del carico e della zavorra sono quelle specificate in: Fig 1 per le navi di lunghezza minore di 200 m Fig 2 e Fig 3 per le navi di lunghezza maggiore di o uguale a 200 m. Verifica di resistenza dei madieri della struttura delle cisterne del carico con cisterne basse laterali nei modelli tridimensionali a travi

4.1.1

Lo spessore netto del ponte di resistenza e del fasciame delle paratie entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico deve essere non minore dei valori indicati in Tab 5. Tabella 5 : Spessore minimo netto del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie
Fasciame Ponte di resistenza Paratie di cisterne Paratie di compartimentazione Paratie di sbattimento Nota 1: s : Spessore minimo netto, in mm (5,5 + 0,02 L) k1/2 (8 + 0,0085 L) k1/2 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 8,2 + s 0,85 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 7,5 + s per L < 200 per L 200 per L < 275 per L 275 per L < 275 per L 275

4.3.3

Quando la struttura di una cisterna con casse basse laterali analizzata mediante un modello tridimensionale a travi, in accordo con Parte B, Cap 7, App 1, per ogni madiere larea di sezione netta a taglio entro 0,1 l dalle estremit (vedere Fig 4 per la definizione di l) deve essere non minore del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
Q A Sh = 2 ---------------R m Ry

0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s per L < 275 3,0 k1/2 + 4,5 + s per L 275 lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

dove: Q R : taglio, in kN, nel madiere alle estremit di l, ottenuto dallanalisi strutturale, : coefficiente parziale di resistenza sulla resistenza: R = 1,2 m : coefficiente parziale di resistenza sul materiale: m = 1,02

4.2
4.2.1

Rinforzi ordinari
Spessori minimi netti

Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalle seguenti formule:

150

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Parte E, Cap 7, Sez 3

Figura 1 : Condizioni di caricazione per le navi di lunghezza uguale o superiore a 200 m (1/7/2002)
Condizione di pieno carico uniforme all'immersione T Condizione di pieno carico non uniforme all'immersione T

Condizione di caricazione parziale a un'immersione uguale a 0,5 D

Condizione di zavorra leggera alla relativa immersione

Caricazione a scacchiera a un'immersione uguale a 0,5 D

Figura 2 : Condizioni di caricazione per le navi di lunghezza uguale o superiore a 200 m (1/7/2002)

Condizione di pieno carico uniforme all'immersione T

Condizione di pieno carico non uniforme all'immersione T

Condizione di zavorra leggera alla relativa immersione

Caricazione a scacchiera a un'immersione uguale a 0,5D

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151

Parte E, Cap 7, Sez 3

Figura 3 : Condizioni di caricazione per le navi di lunghezza uguale o superiore a 200 m


Condizioni di caricazione parziali a un'immersione uguale a 0,5 D

Condizioni di caricazione parziali a un'immersione uguale a 0,4 D

Condizioni di zavorra pesante (quando applicabili) alle relative immersioni

Figura 4 : Zone di estremit dei madieri

M1, M2 : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, wyy : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : cefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 m : cefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 c) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di compressione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare le seguenti condizioni:
Ry 1 e 10F C ------ + ------- --------- A ct w xx R m FC Ry 3 M max 10 ------ + 10 ----------- ---------A ct w yy R m

0,1

4.3.4

Verifica di resistenza dei puntoni nei modelli tridimensionali a travi

a) Un puntone verificato mediante un modello tridimensionale a travi in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 deve, nel caso pi generale, essere considerato soggetto a una forza assiale e a un momento flettente intorno allasse neutro perpendicolare allanima del puntone stesso. Questo asse identificato come asse y, mentre quello nel piano dellanima lasse x (vedere le Figure in Tab 6). La forza assiale pu essere di trazione o di compressione. In funzione di ci, devono essere eseguiti due tipi di verifica, rispettivamente, in accordo con b) o c). b) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di trazione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
Ry FT 3 M 10 ------ + 10 ------- ---------w yy R m A ct

dove: FC Act : forza assiale di compressione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area di sezione netta, in cm2, del puntone,

dove: FT Act M : forza assiale di trazione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area di sezione netta, in cm2, del puntone, : max (|M1|, |M2|),

1 = ---------------FC 1 -----F EX

FEX

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse x:


2 EI xx F EX = -------------5 2 10 l

152

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

Ixx

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x, : campata, in m, del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse x, : max (|M0|, |M1|, |M2|),

b) La tensione critica di instabilit dei puntoni deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E Ry c = R y 1 -------- 4 E R per E ----y 2 per R E > ----y 2

l
e

www Mmax

dove: E = min (E1, E2), E1 : tensione di Eulero di instabilit flessionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
2 EI E1 = --------------------4 2 10 A ct l

1 + t 2 ( M1 + M2 ) M 0 = ------------------------------------------2 cos ( u ) M2 M1 1 t = ---------------- -------------------- tan ( u ) M 2 + M 1 FC u = -- -----2 F EY

I Ixx Iyy Act

: min (Ixx, Iyy), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x definito in [4.3.4] a), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y definito in [4.3.4] a), : area netta, in cm2, del puntone, : campata, in m, del puntone, : tensione di Eulero di instabilit torsionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
J 2 EI w E2 = ----------------- + 0 ,41 E --4 2 Io 10 I o l

FEY

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse y:


F EY 2 EI yy = -------------5 2 10 l

Iyy M1,M2

wyy R

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y, : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

l
E2

Iw

: momento dinerzia settoriale netto, in cm6, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia polare netto, in cm4, del puntone,
I o = I xx + I yy + A ct ( y o + e ) 2

Io

4.3.5

Verifica di resistenza dei puntoni nei modelli tridimensionali a elementi finiti a) In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4] e Parte B, Cap 7, Sez 3, [6], i dimensionamenti netti dei puntoni soggetti a tensioni assiali di compressione devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
C ---------R m

yo

: distanza, in cm, dal centro di torsione allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia di St. Venant netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone.

dove:

c R

: tensione di compressione, in N/mm2, ottenuta dallanalisi tridimensionale a elementi finiti a schematizzazione fine in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 e Parte B, Cap 7, App 1, : tensione critica, in N/mm2, definita nel seguente punto b), : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

4.4

Verifica di resistenza nei confronti delle tensioni indotte dai gradienti di temperatura

4.4.1 (1/7/2001) Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono essere determinate, mediante calcoli diretti, nelle navi destinate al trasporto di carichi a temperatura maggiore di 75 C. In tali calcoli, la temperatura dell'acqua di mare deve essere assunta uguale a 0 C. I calcoli devono essere sottoposti alla Societ per informazione.

Regolamenti RINA 2005

153

Parte E, Cap 7, Sez 3

Tabella 6 : Calcolo delle caratteristiche geometriche dei puntoni


Sezione del puntone e y0 J IW

T simmetrica
bf X tf

tw hw O Y

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

2 t f h w b f3 --------------24

tf

T asimmetrica

b 1f
X

tf
O Y

hw

tw

1 3 -- ( b 1f + b 2f )t f3 + h w t w 3

2 t f h w b 1f b 2f ------------------------------3 3 12 ( b 1f + b 2f )

tf b 2f

Asimmetrica
bf

X
tf

hw

yo

O
tw

b 2 tf -----------------------ht w + 2bt f

3b f2 t f ----------------------------6b f t f + h w t w

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

t f b f3 h 2 3b f t f + 2h w t w -------------- -------------------------------12 6b f t f + h w t w

154

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

4.4.2 Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono soddisfare le verifiche di resistenza in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4.3].

Tali coperchi non possono essere costruiti in alluminio. Luso di coperchi in fibra di vetro rinforzata considerato nei singoli casi dalla Societ.

5
5.1

Altre strutture
Locale apparato motore

6
6.1

Allestimento
Armamento marinaresco
Sistemazioni per il rimorchio demergenza

5.1.1

Estensione delle strutture dello scafo entro il locale apparato motore Le paratie longitudinali passanti attraverso le intercapedini devono continuare entro il locale apparato motore e devono, per quanto possibile, costituire le paratie longitudinali delle casse per liquidi ivi situate. In ogni caso, lestensione delle suddette strutture entro il locale apparato motore deve essere compatibile con la forma delle strutture del doppio fondo, dei ponti e dei copertini del locale apparato motore.

6.1.1

Le navi con notazione di servizio oil tanker ESP or FLS tanker di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4].

Protezione delle strutture metalliche dello scafo


Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra

5.2

Sistemazione delle aperture

7.1

5.2.1 Collegamento a terra Porte dingresso, prese daria e aperture dei locali di alloggio, dei locali di servizio, delle stazioni di comando e dei locali macchine non possono essere prospicienti la zona del collegamento a terra, a prua o a poppa, per le operazioni di carico e scarico. Essi devono essere ubicati sulle delimitazioni esterne di sovrastrutture e di tughe ad una distanza pari ad almeno il 4% della lunghezza della nave, ma in nessun caso inferiore a 3 m, dalla estremit della sovrastruttura o tuga prospiciente la zona del collegamento a terra a prora o a poppa per le operazioni di carico e scarico. Non tuttavia necessario che tale distanza sia superiore a 5 m. Finestre e portellini prospicienti la zona del collegamento a terra o sistemati su delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe entro i limiti sopra specificati devono essere di tipo fisso (non apribile). Inoltre, durante le operazioni di carico e scarico di prora e di poppa tutte le porte, tutti i portellini e tutte le altre aperture sulle delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe devono essere tenute chiuse. la Societ pu consentire deroghe alle suddette prescrizioni nel caso di piccole navi, quando il loro soddisfacimento richieda soluzioni praticamente non realizzabili. Prese daria e altre aperture di locali chiusi, diversi da quelli sopra specificati, devono essere protette da spruzzi che potrebbero scaturire da eventuali tubi o collegamenti scoppiati. 5.2.2 Locale dell impianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte E permesso un accesso al locale dellimpianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte (comprendente le casse della schiuma e la stazione di comando) entro i limiti specificati in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2], a condizione che la porta di accesso a tale locale sia sistemata a raso con la parete. 5.2.3 Coperchi delle aperture nelle cisterne del carico I coperchi delle aperture nelle cisterne del carico devono essere robusti e in grado di assicurare la tenuta stagna agli idrocarburi e allacqua.

7.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere esclusivamente acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzate quando adeguata.

7.2

Protezione mediante pitture a base di alluminio

7.2.1 Limpiego di pitture a base di alluminio non permesso nelle cisterne del carico, nelle zone del ponte in corrispondenza delle cisterne del carico, nel locale pompe, nelle intercapedini e in ogni altra zona dove i vapori del carico si possono accumulare.

8
8.1

Costruzione e prove
Saldature e collegamenti saldati

8.1.1 In Tab 7 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2 per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo di giunti a T, in accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 7 devono essere eseguiti mediante saldature dangolo continue a cordoni dangolo.

8.2

Dettagli strutturali speciali

8.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.3] specifiche per le navi con notazione di servizio oil tanker ESP.

Regolamenti RINA 2005

155

Parte E, Cap 7, Sez 3

Tabella 7 : Coefficiente di saldatura wF


Zona della nave Doppi fondi in corrispondenza delle cisterne del carico Collegamento di paramezzali con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) madieri fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza di paratie o dei loro cassonetti inferiori paramezzali (madieri interrotti) Paratie (1) (1) rinforzi ordinari fasciame delle paratie
o

Coefficiente di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 0,35 0,35

Non richiesto per le navi con caratteristica addizionale di servizio flash point > 60 C

156

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Attenuazioni relative a certe notazioni di servizio Le norme seguenti da [2] a [7] forniscono prescrizioni applicabili a navi con notazione di servizio oil tanker, e, quando indicato nelle note relative, le attenuazioni che possono essere accettate per navi di stazza lorda inferiore a 500 ton e per navi con le notazioni di servizio seguenti: oil tanker, Flashpoint > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FLS tanker, Flashpoint > 60 C. Tali attenuazioni sono riassunte nella Tab 1.

1.1.1

1.1.2 Ulteriori prescrizioni Ulteriori prescrizioni sono contenute in: [8] per navi con notazione di servizio oil tanker, asphalt carrier, [9] per navi adibite al trasporto di sostanze inquinanti di categoria D.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati nella Tab 2.

1.3

Abbreviazioni

1.3.1 In questa Sezione adoperata labbreviazione seguente. FP : Punto dinfiammabilit (in C)

Tabella 1
Oggetto Pompe azionate meccanicamente per sentina, zavorra, ecc. Drenaggio delle intercapedini Pompe di zavorra Riferimento al regolamento [2.1.4] Notazione di servizio o altre caratteristiche della nave alla quale si applicano le attenuazioni <500 ton di stazza lorda Attenuazioni Possono essere accettate sistemazioni equivalenti Permesse pompe a mano Non sono richiesti dispositivi di compensazione dei disallineamenti degli alberi, tenuta ai gas delle tenute sugli alberi e sensori di temperatura NA (1)

[2.2.5] [2.3.2]

<500 ton di stazza lorda oil tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C

Sfoghi daria e tubi sonda di spazi diversi dalle cisterne del carico Pompe del carico

[2.4]

[3.2.3] [3.2.4] [3.2.5] [3.4.4]

Non sono richiesti dispositivi di compensazione dei disallineamenti degli alberi, tenuta ai gas delle tenute sugli alberi e sensori di temperatura NA (1)

Generazione di elettricit statica Sistemazioni per la caricazione e scaricazione da prora o da poppa Sfoghi gas delle cisterne del carico

[3.4.5]

NA (1)

[4.2]

vedere Tab 4

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157

Parte E, Cap 7, Sez 4

Oggetto Spurghi e degassificazione delle cisterne del carico Indicatori di livello delle cisterne del carico Lavaggio delle cisterne del carico Ritenzione di olio a bordo

Riferimento al regolamento [4.3]

Notazione di servizio o altre caratteristiche della nave alla quale si applicano le attenuazioni oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint > 60 C FLS tanker, FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, con stazza lorda minore di 150 ton oil tanker, Flashpoint>60 C, e con stazza lorda minore di 150 ton oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, Flashpoint > 60 C FLS tanker FLS tanker, Flashpoint > 60 C FLS tanker FLS tanker, Flashpoint > 60 C NA (1)

Attenuazioni

[4.4]

vedere Tab 4

[4.6] [5.2]

NA (1) NA (1)

Impianto di controllo e comando degli scarichi dolio in mare

[5.3]

NA (1)

Sistemazioni per lo scarico di acque contaminate Sorveglianza delle apparecchiature per la prevenzione dellinquinamento (1)

[5.4] [6.3.2]

NA (1) NA (1)

NA significa che le prescrizioni indicate nella seconda colonna della tabella non sono applicabili

Tabella 2 : Documenti da inviare


No. 1 Descrizione del documento (1) Vista generale del locale pompe del carico con i particolari: degli attraversamenti delle paratie dellimpianto di rivelazione di gas di altri allarmi e sistemazioni di sicurezza Diagramma dellimpianto delle tubolature del carico Diagramma dellimpianto di sfogo gas dalle cisterne del carico con: indicazione delle posizioni degli sbocchi particolari delle valvole di pressione/depressione e dei dispositivi per impedire il passaggio di fiamma particolari degli impianti di drenaggio, se esistenti Schemi degli impianti degli indicatori di livello delle cisterne del carico e dei sistemi di controllo del rigurgito Schema dellimpianto di lavaggio delle cisterne del carico Schema dellimpianto di sentina e zavorra per gli spazi sistemati nella zona del carico Schema dellimpianto di riscaldamento del carico Schemi dellimpianto di gas inerte con i particolari della sua installazione Schema dellimpianto di rivelazione dei gas negli spazi compresi entro il doppio scafo ed il doppio fondo

2 3

4 5 6 7 8 9 (1)

Gli schemi devono anche comprendere, se applicabile, limpianto di comandi e controlli (locali ed a distanza) e limpianto dautomazione

158

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Parte E, Cap 7, Sez 4

2
2.1

Impianti di tubolature diversi dagli impianti delle tubolature del carico


Generalit

b) Le pompe di sentina per i locali entro le zone del carico devono essere sistemate nel locale pompe del carico o in un altro locale opportuno nella zona del carico. 2.2.2 Prosciugamento dei locali situati al di fuori della zona del carico Per lesaurimento della sentina dei locali sistemati al di fuori della zona del carico fare riferimento a Parte C, Cap 1, Sez 10, [6].

2.1.1 Materiali (1/7/2002) a) I materiali sono soggetti alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 1, Sez 10. b) La ghisa sferoidale pu essere accettata per tubolature di sentina o di zavorra. 2.1.2 Indipendenza degli impianti di tubolature a) Gli impianti di sentina, zavorra ed ombrinali relativi a spazi nella zona del carico: devono essere indipendenti da qualsiasi impianto di tubolatura relativo a spazi sistemati al di fuori della zona del carico, non devono essere estesi al di fuori della zona del carico. b) Gli impianti del combustibile liquido devono: essere indipendenti dallimpianto delle tubolature del carico, non avere collegamenti con le tubolature relative a cisterne del carico o cisterne residui (slop tanks). 2.1.3 Passaggi attraverso cisterne del carico e cisterne residui (slop tanks) a) Eccetto quando altrimenti specificato, le tubolature di sentina, zavorra e del combustibile liquido relative a spazi sistemati al di fuori della zona del carico non devono passare attraverso cisterne del carico o cisterne residui. Esse possono passare attraverso cisterne di zavorra o spazi vuoti sistemati entro la zona del carico.

Nota 1: Quando le pompe di sentina devono provvedere al solo esaurimento del locale macchine, il diametro interno d, in mm, del collettore principale di sentina pu essere inferiore a quello calcolato con la formula in Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.8.1]], ma non deve essere, in ogni caso, inferiore a quello calcolato con la seguente formula:

d = 35 + 3 L 0 ( B + D )
essendo:

L0 B D

: : :

Lunghezza del locale macchine, in m Larghezza della nave, in m Altezza di costruzione della nave misurata al ponte delle paratie, in m

In ogni caso la sezione interna del collettore di sentina non deve essere inferiore a due volte quella dei branchetti daspirazione della sentina determinata con la formula Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.8.3]. Deve essere prestata attenzione a quanto stabilito in Parte C, Capitolo 4 per quanto riguarda il diametro da adottare per la determinazione della capacit delle pompe da incendio

2.2.3

Prosciugamento dei locali pompe

a) Nel locale pompe deve essere prevista una sistemazione per lesaurimento della sentina per mezzo di pompe o di eiettori.
Nota 1: Nel caso di navi cisterna aventi una stazza lorda inferiore a 500 ton, lesaurimento della sentina del locale pompe pu essere effettuato con una pompa a mano avente il condotto di aspirazione di diametro non inferiore a 50 mm.

b) Quando esplicitamente permesso, i tubi di zavorra che passano attraverso le cisterne del carico devono soddisfare le prescrizioni seguenti: devono avere giunti saldati o robustamente flangiati il cui numero deve essere il minimo possibile, devono avere spessore extra-rinforzato secondo quanto indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 5, devono essere adeguatamente sopportati e protetti contro i danneggiamenti meccanici. 2.1.4 Pompe Devono essere sistemate, in adatto locale a proravia delle cisterne del carico, una o pi pompe azionate da energia meccanica per i servizi di sentina, di zavorra ed eventualmente del combustibile liquido.
Nota 1: Per navi cisterna aventi una stazza lorda inferiore a 500 ton, la pompa o le pompe di cui sopra possono essere omesse, purch si provveda ai citati servizi con sistemazioni equivalenti da sottoporre, di volta in volta, allapprovazione della Societ.

b) Per laspirazione della sentina dei locali pompe possono essere usate anche le pompe per il carico, o quelle per il prosciugamento delle cisterne, purch: laspirazione di sentina sia munita di valvole conmandate di non ritorno, e sia sistemata una valvola comandata a distanza sulla tubolatura di collegamento della predetta pompa con la cassa valvole di sentina. c) Il diametro interno dei tubi di aspirazione di sentina deve, in ogni caso, essere non inferiore a 50 mm. d) Limpianto di sentina dei locali pompe del carico deve poter essere comandato dallesterno. e) Lalto livello della sentina deve attivare un allarme ottico ed acustico nella centrale di controllo del carico e in plancia. 2.2.4 Prosciugamento delle gallerie e dei locali pompe diversi dai locali pompe del carico Devono essere previste sistemazioni per prosciugare le gallerie tubi ed i locali pompe diversi dai locali pompe del carico. Possono essere adoperate per questo servizio le pompe del carico secondo le prescrizioni in [2.2.3], b).

2.2

Impianti di sentina

2.2.1 Pompe di sentina a) Deve essere sistemata almeno una pompa di sentina per drenare gli spazi sistemati entro la zona del carico. Possono essere adoperate a tale scopo le pompe del carico o le pompe desaurimento .

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159

Parte E, Cap 7, Sez 4

2.2.5

Prosciugamento delle intercapedini sistemate alle estremit prodiere e poppiere della zona del carico

Nota 1: Le prescrizioni di cui sopra non si applicano alle navi cisterna che hanno una delle notazioni seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

a) Le intercapedini sistemate alle estremit prodiera e poppiera della zona del carico, che non siano destinate ad essere riempite con acqua di zavorra, devono essere munite di sistemazioni per il prosciugamento. b) Le intercapedini poppiere adiacenti al locale pompe del carico possono essere esaurite mediante una pompa del carico in accordo con le prescrizioni in [2.2.3], b) e c), o con eiettori di sentina. c) Lesaurimento della sentina delle intercapedini a proravia delle cisterne del carico pu essere effettuato con le pompe di sentina o di zavorra indicate in [2.1.4], o con eiettori di sentina. d) Non permesso il prosciugamento dellintercapedine poppiera mediante limpianto di sentina di macchina.
Nota 1: Nelle navi petroliere con una stazza lorda inferiore a 500 ton, le intercapedini possono essere prosciugate mediante pompe a mano con un diametro daspirazione non minore di 50 mm.

2.3.3

Impianti di pompaggio per le cisterne di zavorra entro la zona del carico a) Gli impianti per la zavorra segregata nella zona del carico devono essere sistemati interamente entro la zona del carico e non devono essere collegati ad altri impianti di tubolature. b) Le cisterne per la zavorra segregata sistemate entro la zona del carico devono avere due impianti. Almeno uno di essi deve essere costituito da una pompa o un eiettore adoperato esclusivamente per la zavorra. 2.3.4 Sistemazioni di pompaggio per intercapedini situate alle estremit prodiera e poppiera degli spazi del carico Se le intercapedini sistemate alle estremit poppiera e prodiera degli spazi del carico possono essere riempite con acqua di zavorra, una pompa di zavorra del locale macchine o nel locale prodiero menzionato in [2.1.4] pu essere usata per lesaurimento, purch: la tubolatura di zavorra sia collegata direttamente alla detta pompa e non agli impianti di tubolatura dei locali macchine, la pompa stessa abbia uno scarico diretto fuori bordo indipendente. 2.3.5 Scarico della zavorra segregata in emergenza Pu essere previsto uno scarico di emergenza della zavorra segregata per mezzo di un collegamento ad una pompa del carico attraverso un branchetto smontabile, purch: sui collegamenti della zavorra segregata siano sistemate valvole di non ritorno per impedire il passaggio del prodotto petrolifero nelle cisterne di zavorra, e siano previste valvole di intercettazione per intercettare le tubolature del carico e di zavorra prima che il branchetto smontabile venga rimosso. Il branchetto smontabile deve essere sistemato in una posizione ben visibile nel locale pompe e in prossimit di esso deve essere affisso, in posizione prominente, un cartello permanente che ne limiti limpiego. 2.3.6 Trasporto di acqua di zavorra nelle cisterne del carico a) Devono essere previsti mezzi per riempire le cisterne del carico con acqua di mare, quando ci permesso. Tale acqua di mare deve essere trattata e scaricata adoperando le apparecchiature indicate in [5]. b) Le prese a mare e gli scarichi fuori bordo delle cisterne del carico per quanto riguarda la prescrizione in a) non devono avere collegamenti con limpianto di zavorra per le cisterne di zavorra segregata. c) Le pompe del carico possono essere utilizzate per pompare acqua di zavorra da o per le cisterne del carico, purch siano sistemate due valvole dintercettazione per isolare limpianto del carico dalle prese a mare e dagli scarichi fuori bordo.

Prosciugamento delle altre intercapedini o spazi vuoti ubicati nella zona del carico Le altre intercapedini e gli spazi vuoti ubicati nella zona del carico e non destinati ad essere riempiti con acqua di zavorra devono essere muniti di adeguati mezzi desaurimento.

2.2.6

2.3
2.3.1

Impianto di zavorra
Generalit

a) Ogni nave petroliera per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tonnellate ed ogni nave per prodotti di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 tonnellate deve essere munita di cisterne di zavorra segregata. b) Eccetto quando esplicitamente permesso. gli impianti di zavorra per le cisterne di zavorra segregata devono essere completamente separati dagli impianti del carico e del combustibile liquido. c) Nelle navi petroliere di stazza lorda uguale a o maggiore di 150 ton, non deve essere normalmente caricata acqua di zavorra in alcuna cisterna del combustibile liquido. Vedere Parte C, Cap 1, Sez 10, [7.1.3]. d) Nelle: navi petroliere per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tonnellate, navi per prodotti di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 tonnellate, non deve essere caricata acqua di zavorra nelle cisterne del carico se non in casi eccezionali. 2.3.2 Pompe di zavorra

a) Le pompe di zavorra devono essere sistemate nel locale pompe del carico o in uno spazio simile entro la zona del carico non contenente alcuna sorgente di ignizione. b) Se le pompe di zavorra sono sistemate nel locale pompe del carico devono essere soddisfatte le prescrizioni applicabili in [3.2.3] e [3.2.4].

160

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

d) Le pompe di zavorra per la zavorra segregata possono essere utilizzate per riempire le cisterne del carico con acqua di mare purch il collegamento sia effettuato sopra il cielo delle cisterne e consista in un branchetto smontabile ed una valvola comandata di non ritorno in modo da evitare leffetto sifone. 2.3.7 Tubi di zavorra passanti attraverso le cisterne a) Nelle navi petroliere aventi una portata lorda uguale a o maggiore di 600 tonnellate, i tubi di zavorra non devono passare attraverso le cisterne del carico, eccetto per il caso di tubi che soddisfino le prescrizioni in [2.1.3], b). b) Non devono essere adoperati, per compensare le dilatazioni, accoppiatoi a scorrimento quando le tubolature di zavorra passano attraverso le cisterne del carico. Sono esclusivamente permesse curve di dilatazione. 2.3.8 Impianto di zavorra per il gavone di prora nelle navi petroliere (1/7/2001) Il gavone di prora pu essere zavorrato utilizzando l'impianto che serve le cisterne del carico entro la zona del carico, a condizione che: a) il gavone sia considerato luogo pericoloso, b) le aperture per lo sfogo gas siano ubicate sul ponte scoperto ad almeno 3 metri di distanza da sorgenti di agnizione, c) siano provvisti mezzi, sul ponte scoperto, per permettere la misurazione della concentrazione di gas infiammabili entro il gavone mediante un idoneo strumento portatile, d) le sistemazioni per il sondaggio sono azionate direttamente dal ponte scoperto. 2.3.9 Impianto integrato del carico e di zavorra (1/1/2004) Le prescrizioni per gli impianti integrati del carico e di zavorra sono contenute in [3.5].

avere al loro sbocco un dispositivo tagliafiamma facilmente smontabile. 2.4.4 Passaggi attraverso le cisterne del carico Nelle petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 600 ton, gli sfoghi daria ed i tubi sonda indicati in [2.4.2] non devono passare attraverso le cisterne del carico, ad eccezione che nei casi seguenti; brevi tratti di tubolature per le cisterne di zavorra, tubolature che servono le casse nei doppi fondi della zona del carico, eccetto nel caso di navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 tonnellate, purch siano soddisfatte le prescrizioni in [2.1.3], b).

2.5

Ombrinali

2.5.1 I tubi degli ombrinali non devono passare attraverso le cisterne del carico, eccetto, quando ci non possibile, nel caso di brevi tratti di tubi che soddisfino le prescrizioni seguenti: devono essere di acciaio, devono essere solamente saldati o uniti con flange robuste il cui numero deve essere ridotto al minimo, devono essere di spessore rinforzato in accordo con quanto indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 23, colonna 1.

2.6
2.6.1

Impianti di riscaldamento del carico


Generalit (1/7/2001)

a) Gli impianti di riscaldamento del carico sono soggetti alle prescrizioni pertinenti di cui in Parte C, Cap 1, Sez 10. b) La temperatura del vapore e del fluido riscaldante nella zona del carico non deve superare 220 C. c) Flange cieche o dispositivi simili devono essere sistemati sui circuiti di riscaldamento installati nelle cisterne che trasportano carichi che non devono essere riscaldati. d) Gli impianti di riscaldamento devono essere progettati in modo che la pressione mantenuta nei circuiti riscaldanti sia maggiore di quella esercitata dal carico. Ci pu non essere applicato ai circuiti di riscaldamento che non sono in servizio, purch essi siano drenati ed intercettati con flange cieche. e) Devono essere previste valvole di intercettazione sui collegamenti dentrata e duscita dei circuiti di riscaldamento delle cisterne. Devono essere previste sistemazioni per permettere la regolazione manuale del flusso. f) I tubi e le serpentine di riscaldamento entro le cisterne devono essere costruite di un materiale compatibile con i prodotti riscaldati e di spessore rinforzato in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 5. Essi devono avere unicamente collegamenti saldati.

2.4

Sfoghi daria e sonde in spazi diversi dalle cisterne del carico

2.4.1 Applicabilit Le seguenti prescrizioni in [2.4] non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C. 2.4.2 Generalit Gli sfoghi daria e tubi sonda negli spazi seguenti: intercapedini sistemate alle estremit prodiera e poppiera della zona del carico, cisterne ed intercapedini sistemate entro la zona del carico non destinate al carico, devono essere portati allaperto. 2.4.3 Sfoghi daria Gli sfoghi daria indicati in [2.4.2] devono essere sistemati come indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9] e devono

2.6.2 Riscaldamento a vapore Al fine di ridurre il rischio di entrate di carico liquido o gassoso entro i locali macchine o caldaie, limpianto di riscal-

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161

Parte E, Cap 7, Sez 4

damento a vapore delle cisterne del carico deve soddisfare una delle prescrizioni seguenti: essere indipendente dagli altri servizi della nave, eccettuati gli impianti di riscaldamento o raffreddamento del carico senza ritorno del condensato nel locale macchine, o essere munito di una cassa di osservazione in corrispondenza del ritorno del condensato situata nella zona del carico. Tuttavia tale cassa pu essere situata nel locale macchine in zona ben ventilata, lontana dalle caldaie e da altre fonti di ignizione. Il suo sfogo daria deve essere portato allaperto e munito di dispositivo tagliafiamma. 2.6.3 Riscaldamento ad acqua calda Gli impianti ad acqua calda per le cisterne del carico devono essere indipendenti dagli altri impianti. Essi non devono ritornare nei locali macchine a meno che non sia sistemata una cassa despansione munita di: mezzi per la rivelazione di vapori infiammabili, uno sfogo daria portato allaperto e munito di dispositivo tagliafiamma. 2.6.4 Riscaldamento con olio diatermico Gli impianti di riscaldamento con olio diatermico per le cisterne del carico devono essere costituiti da un sistema secondario separato completamente contenuto nella zona del carico. Tuttavia un unico circuito pu essere accettato purch: limpianto sia sistemato in modo tale da assicurare una pressione positiva nelle serpentine pari ad una colonna dacqua di almeno 3 m al di sopra dellaltezza statica del carico quando la pompa di circolazione non in funzione, siano previsti nella cassa despansione dispositivi per la rivelazione di gas infiammabili; a tale scopo possono essere accettate apparecchiature portatili; siano previste valvole per le serpentine di riscaldamento individuali con sistema di bloccaggio per assicurare che le serpentine siano in ogni momento sotto pressione statica.

b) Le pompe del carico devono essere sistemate in: un locale pompe dedicato, o sul ponte, o dentro le cisterne del carico, quando sono appositamente progettate a tale fine. 3.2.2 Impiego delle pompe del carico a) Eccetto per quanto esplicitamente permesso in [2.2] e [2.3], le pompe del carico liquido devono essere impiegate esclusivamente per tale scopo e non devono avere collegamenti con spazi diversi dalle cisterne del carico. b) Se compatibile con le loro prestazioni, le pompe del carico possono essere adoperate come pompe desaurimento. c) Se necessario, le pompe del carico possono essere adoperate per lavare le cisterne del carico. 3.2.3 Motori primi delle pompe del carico a) I motori primi delle pompe del carico non devono essere sistemati nella zona del carico, eccetto che nei casi seguenti: macchine a vapore azionate da vapore con una temperatura non superiore a 220 C, motori oleodinamici. b) Non sono permesse nelle cisterne del carico pompe con motori elettrici sommersi. c) Quando le pompe del carico sono azionate da motori sistemati al di fuori del locale pompe del carico, devono essere previste le sistemazioni seguenti: 1) gli alberi di trasmissione devono essere muniti di giunti elastici o altri mezzi atti a mantenere lallineamento, 2) i passaggi a paratia o a ponte devono essere di tipo stagno ai gas, di tipo approvato dalla Societ e muniti di un efficace mezzo di lubrificazione ubicato fuori del locale pompe e devono essere progettati in modo tale da prevenire surriscaldamenti. Le parti costituenti le tenute del passaggio a paratia o a ponte deve essere di un materiale che non dia luogo a scintille, 3) per i cuscinetti dei passaggi a paratia devono essere previsti dei sensori di temperatura. Vedere [3.2.5].
Nota 1: Le prescrizioni di cui sopra si applicano anche alle pompe di zavorra ed alle pompe di esaurimento. Nota 2: Le prescrizioni di cui al punto c) non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

3
3.1

Pompe e tubolature del carico


Generalit

3.1.1 Deve essere sistemato, per il servizio del carico liquido, un impianto completo di pompe e tubolature. Eccetto quando esplicitamente permesso, e precisamente per le stazioni di carico prodiere e poppiere, tale impianto non deve essere esteso al di fuori della zona del carico e deve essere indipendente dagli altri impianti di tubolature di bordo.

3.2
3.2.1

Pompe del carico


Numero e sistemazione delle pompe del carico

3.2.4 Progetto delle pompe del carico a) I materiali adoperati per la costruzione delle pompe del carico devono essere compatibili con i prodotti trasportati. b) Le pompe del carico devono essere munite di valvole automatiche di ritorno dalla mandata allaspirazione della pompa stessa (by-pass), debitamente regolate in modo da realizzare un circuito chiuso. Tali valvole possono essere omesse nel caso di pompe centrifughe

a) Ciascuna cisterna del carico deve avere almeno due sistemi fissi separati per la scaricazione e lesaurimento. Tuttavia, il secondo sistema pu essere costituito da una pompa barellabile per le cisterne munite di pompe sommerse individuali.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

aventi una pressione massima sulla mandata, con la valvola di mandata chiusa, non maggiore di quella di progetto della tubolatura. c) Sensori di temperatura devono essere sistemati sulle casse delle pompe. Vedere [3.2.5].
Nota 1: Le prescrizioni di cui alla voce c) non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

misure per impedire la generazione di cariche elettrostatiche. 3.3.3 Collegamenti dei tratti di tubolatura

I tratti delle tubolature del carico possono essere collegati soltanto mediante giunti saldati o, eccetto quando altrimenti specificato, mediante collegamenti flangiati. 3.3.4 Giunti di dilatazione

a) Le tubolature per il carico, dove necessario, devono essere provviste di giunti o curve di dilatazione. b) I giunti di dilatazione, compresi quelli a soffietto devono essere di un tipo approvato dalla Societ. c) I giunti di dilatazione di materiale non-metallico possono essere accettati unicamente entro le cisterne purch essi siano: di un tipo approvato, progettati per resistere alla pressione massima esterna ed interna, elettricamente conduttivi. d) Nelle navi con notazione di servizio oil tanker, non devono essere adoperati giunti di tipo scorrevole ai fini di permettere la dilatazione quando le tubolature del carico passano attraverso cisterne per zavorra segregata. e) Nelle navi con notazione di servizio FLS tanker, non devono essere adoperati giunti di tipo scorrevole per le tubolature del carico con leccezione delle sezioni di tubolatura entro le cisterne del carico servite da dette sezioni di tubolatura. 3.3.5 Valvole con comandi a distanza

3.2.5

Controlli delle pompe del carico

Le pompe del carico devono essere dotate di controlli, come definiti nella Tab 3. 3.2.6 Comandi delle pompe del carico

Deve essere possibile arrestare le pompe del carico da: una posizione al di fuori del locale pompe, e una posizione vicino alle pompe.

3.3
3.3.1

Progetto della tubolatura del carico


Generalit

a) Eccetto quando altrimenti specificato, le tubolature del carico devono essere progettate e costruite in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10 relative agli impianti di tubolature di: classe III, per navi con la notazione di servizio oil tanker, classe II, per navi con notazione di servizio FLS tanker, con leccezione dei tubi del carico e degli accessori ad estremit aperta o che siano situati entro le cisterne del carico, per i quali pu essere accettata la classe III. b) Per le prove, fare riferimento a [6]. 3.3.2 Materiali (1/7/2002)

a) Le valvole con comandi a distanza sono soggette alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [2.7.3] b) Le valvole sommerse devono essere comandate a distanza. Nel caso vi sia un impianto oleodinamico di comando a distanza, le cassette di azionamento devono essere sistemate al di fuori della cisterna in modo tale da poter permettere i comandi delle valvole in emergenza. c) Gli azionatori delle valvole situati allinterno delle cisterne del carico non devono essere azionati con aria compressa. 3.3.6 Manichette del carico

a) In generale le tubolature del carico devono essere in acciaio o ghisa. b) I terminali dei tubi, le valvole, i giunti e gli altri accessori, ai quali vengono collegate le manichette per l'imbarco e lo sbarco del carico, devono essere di acciaio o di altro idoneo materiale tenace. c) La ghisa sferoidale pu essere impiegata per le tubolature del carico. d) La ghisa grigia pu essere accettata per le tubolature del carico: entro le cisterne del carico, e sul ponte esposto per pressioni fino a 1,6 Mpa. Essa non pu essere adoperata per le traverse collegate alle manichette per l'imbarco e lo sbarco del carico, nonch per le valvole ed accessori. e) Possono essere adoperati tubi di plastica alle condizioni indicate in Parte C, Cap 1, App 3. Devono essere prese

a) Le manichette del carico devono essere di un tipo approvato dalla Societ per le condizioni duso previste. b) Le manichette sottoposte alla pressione della cisterna o alla pressione di mandata delle pompe devono essere progettate per una pressione di scoppio non minore di 5 volte la pressione massima durante il trasferimento del carico. c) A meno che non sia previsto un sistema di messa a terra in accordo con le prescrizioni in Section 6, la resistenza elettrica delle manichette del carico non deve superare 106 .

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Parte E, Cap 7, Sez 4

Tabella 3 : Controlli delle pompe del carico


Apparecchiatura, parametro Pompa, pressione alla mandata Cassa della pompa, temperatura (4) Cuscinetti dei passaggi a paratia, temperatura (4) (1) (2) (3) (4) H (4) H (4) Allarme (1) L Indicazione (2) Commenti sulla pompa (3), o vicino alla stazione di comando della scaricazione

ottico ed acustico, nella stazione di controllo del carico o nella postazione di comando delle pompe ottico ed acustico, nella stazione di controllo del carico o nella postazione di comando delle pompe

H=alto L=basso e vicino al motore primo, se questo sistemato in un compartimento separato non richiesto per le cisterne con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

3.4

Sistemazione ed installazione delle tubolature del carico


Tubi del carico che passano attraverso cisterne o compartimenti

3.4.4

3.4.1

Prevenzione della generazione di cariche elettrostatiche a) Al fine di impedire la generazione di cariche elettrostatiche, i tubi di riempimento devono essere portati il pi in basso possibile nella cisterna. b) I tratti di tubolature del carico ed i loro accessori devono essere collegati elettricamente fra di loro ed allo scafo della nave.
Nota 1: Le prescrizioni in [3.4.4] non si applicano alle navi con una della notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

a) Le tubolature del carico non devono passare attraverso cisterne o compartimenti sistemati al di fuori della zona del carico. b) Le tubolature del carico e le tubolature similari per le cisterne del carico non devono passare attraverso le cisterne di zavorra eccetto che per tratti di tubi che soddisfino le prescrizioni in [2.1.3], b). c) Le tubolature del carico possono passare attraverso cisterne del combustibile verticali adiacenti alle cisterne del carico purch siano soddisfatte le prescrizioni in [2.1.3], b). 3.4.2 Tubolature del carico che passano attraverso le paratie

3.4.5

Sistemazioni per la caricazione e la scaricazione da prora o da poppa (1/7/2001) Quando la nave munita di sistemazioni per la caricazione e scaricazione al di fuori della zona del carico devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni: a) la tubolatura al di fuori della zona del carico deve essere munita di una valvola d'intercettazione al suo collegamento con la tubolatura entro la zona del carico e devono essere provvisti mezzi di separazione quali flange cieche o branchetti smontabili o mezzi equivalenti (vedere Nota 1) quando la tubolatura entro la zona del carico non in uso,
Nota 1: I mezzi indicati nella pubblicazione IMO MSC/Circ. 474 sono considerati equivalenti.

Le tubolature del carico che attraversano le paratie devono essere sistemate in modo da impedire sollecitazioni eccessive sulla paratia. Non possono essere adoperate flange imbullonate sulle paratie. 3.4.3 Valvole

a) Devono essere sistemate valvole dintercettazione per isolare ciascuna cisterna. b) Deve essere sistemata una valvola dintercettazione a ciascuna estremit delle traverse del carico. c) Quando una pompa del carico nel locale delle pompe del carico serve pi di una cisterna del carico, deve essere sistemata una valvola dintercettazione nel locale pompe del carico sulla tubolatura che porta a ciascuna cisterna. d) Le valvole principali del carico sistemate nel locale pompe del carico del carico al di sotto del pagliolato del fondo, devono essere comandate a distanza da una posizione al di sopra del pagliolato stesso.

b) il collegamento a terra deve essere munito di flangia cieca e valvola d'intercettazione, c) i collegamenti dei tubi al di fuori della zona del carico devono essere esclusivamente di tipo saldato, d) devono essere previste sistemazioni per permettere che le tubolature al di fuori della zona del carico siano efficacemente prosciugate e spurgate.
Nota 2: Le prescrizioni di cui in [3.4.5] non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker / FP > 60 C,, oil tanker / asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C..

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Parte E, Cap 7, Sez 4

3.4.6

Prosciugamento delle pompe e delle tubolature del carico

cano ai sistemi di comando e di sicurezza delle valvole del carico e di zavorra. 3.5.2 Caratteristiche di progetto (1/1/2004) Devono essere previste, tra l'altro, le seguenti caratteristiche: a) i circuiti di arresto di emergenza degli impianti del carico e di zavorra devono essere indipendenti dai circuiti per i sistemi di comando. Una singola avaria nei sistemi di comando o nei circuiti di arresto di emergenza non devono mettere fuori servizio l'impianto integrato del carico e di zavorra; b) l'arresto manuale di emergenza delle pompe del carico deve essere sistemato in modo che esso non possa causare l'arresto dellunit di potenza mettendo fuori servizio le pompe di zavorra; c) i sistemi di commando devono essere provvisti con una sorgente di energia di sostegno, che pu essere realizzata con una alimentazione di energia duplicata dal quadro elettrico principale. L'avaria di una qualunque sorgente di energia deve attivare un allarme acustico ed ottico in qualsiasi posizione in cui sia sistemato il pannello di controllo; d) nel caso di avaria dei sistemi di commando automatico o a distanza, deve essere reso disponibile un secondo sistema di comando per il funzionamento dell'impianto integrato del carico e di zavorra. Ci pu essere realizzato mediante un cavallottamento manuale e/o sistemazioni ridondanti nei sistemi di comando.

Ogni nave cisterna per la quale sono richieste cisterne di zavorra segregata o munite di impianto di lavaggio col greggio deve soddisfare le prescrizioni seguenti: a) deve essere equipaggiata con tubolature del carico progettate ed installate in modo che sia ridotta al minimo la ritenzione di carico, e b) siano previsti mezzi per prosciugare tutte le pompe del carico e tutte le tubolature del carico al completamento della scaricazione, quando necessario mediante un dispostivo desaurimento. I drenaggi dalle tubolature e dalle pompe devono poter essere scaricati a terra e in una cisterna del carico o in una cisterna residui. Per lo scarico a terra deve essere prevista una tubolatura speciale di piccolo diametro con una sezione non superiore al 10% della tubolatura principale di scaricazione e collegata a valle della valvola delle traversa del carico su entrambi i lati, mentre il carico viene scaricato. Vedere Fig 1. Per le navi cisterna con impianto di lavaggio col greggio, fare riferimento anche all App 2, [2.4.5]. 3.4.7 Pulizia e degassificazione

a) Limpianto delle tubolature del carico deve essere progettato e sistemato in modo da permettere la sua pulizia e degassificazione efficace. b) Le prescrizioni per limpianto di gas inerte sono date in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5] e Parte C, Cap 4, Sez 13, [15]. Figura 1 : Collegamento della tubolatura di piccolo diametro alla valvola della traversa
a terra

4
4.1

Cisterne del carico ed accessori


Applicabilit

4.1.1 a) Le prescrizioni del presente Articolo [4] si applicano alle cisterne del carico ed alle cisterne residui (slop tanks).

tubolatura di piccolo diametro

s/p= pompa di prosciugamento


s/p p/c p/c

ponte di coperta locale cisterna pompe del carico tubolatura del carico

p/c= pompa del carico

b) Le prescrizioni del presente Articolo [4] si applicano secondo le varie notazioni di servizio in accordo con quanto indicato nella Tab 4.

4.2
dalla cisterna residui ( slop tank)

Sfoghi gas delle cisterne del carico

3.5
3.5.1

Impianti integrati del carico e di zavorra


Prescrizioni operative (1/1/2004)

Il funzionamento degli impianti del carico e/o di zavorra pu essere necessario, in particolari situazioni di emergenza o nel corso della navigazione, per aumentare la sicurezza delle navi cisterna. Come tali, devono essere adottate misure per impedire che le pompe del carico e di zavorra vadano contemporaneamente fuori servizio a seguito di una singola avaria nell'impianto integrato del carico e di zavorra, compresi i sistemi di comando e di sicurezza. Gli stessi criteri si appli-

4.2.1 Principi Le cisterne del carico devono essere munite di impianti di sfogo gas completamente separati dai tubi di sfogo aria di altri compartimenti della nave. Le sistemazioni e la posizione delle aperture sul ponte delle cisterne del carico, dalle quali pu verificarsi lemissione di vapori infiammabili, devono essere tali da ridurre al minimo la possibilit che i detti vapori infiammabili penetrino in spazi chiusi che contengano fonti di ignizione, oppure che si raccolgano in prossimit di macchinari di coperta e di apparecchiature che possano costituire pericolo di ignizione. 4.2.2 Progetto della sistemazione degli sfoghi gas Le sistemazioni per lo sfogo gas devono essere progettate e funzionare in modo tale da assicurare che le cisterne del carico non siano assoggettate a valori di pressione e vuoto

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Parte E, Cap 7, Sez 4

superiori a quelli di progetto e devono essere tali da permettere: a) il flusso di piccoli volumi di miscele di vapori di idrocarburi, aria o gas inerte, causato da variazioni termiche in una cisterna del carico, in tutte le condizioni, attraverso valvole di pressione e depressione, e b) il passaggio di grandi volumi di miscele di vapori di idrocarburi, aria o gas inerte, durante le operazioni di caricazione e zavorramento o di scaricazione, c) il rilascio del pieno flusso, attraverso un mezzo alternativo, di vapori, aria o miscele di gas inerte, tale da preve-

nire sovrappressioni o depressioni nel caso di avaria dei dispositivi previsti per soddisfare quanto richiesto nel punto b) di cui sopra. In alternativa possono essere installati sensori di pressione per ciascuna cisterna del carico per la quale sono previsti i dispositivi di cui in b). I valori della pressione devono essere segnalati nella centrale di controllo del carico, oppure nella posizione dalla quale vengono normalmente effettuate le operazioni del carico. Nel sistema di segnalazione deve essere inoltre previsto un allarme che venga attivato allorch allinterno di una cisterna si verificano condizioni di sovrappressione o depressione.

Tabella 4 : Prescrizioni applicabili alle cisterne del carico in accordo con le notazioni di servizio Prescrizioni alternative per le notazioni di servizio alle quali non si applica la norma in riferimento
Devono essere soddisfatte le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9] e Parte C, Cap 1, Sez 10, [11]. Gli impianti di sfoghi gas devono essere aperti allatmosfera ad unaltezza di almeno 760 mm al di sopra del ponte di coperta. (1) Le cisterne possono essere munite di impianto di sfogo gas di tipo aperto munito di dispositivo tagliafiamma. (2)

Riferimento [4.2]

Oggetto sfoghi gas delle cisterne

Notazioni di servizio alle quale si applica il riferimento oil tanker FLS tanker

[4.3]

spurghi e degassificazione delle cisterne indicatori di livello delle cisterne

oil tanker FLS tanker oil tanker FLS tanker

Nessuna prescrizione

[4.4]

Devono essere soddisfatte le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9] e Parte C, Cap 1, Sez 10, [11]. Le cisterne possono avere indicatori di livello di tipo aperto, quali tubi di sondaggio manuale o indicatori di livello portatili.

[4.5]

protezione contro il rigurgito delle cisterne

oil tanker oil tanker, FP>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, FP>60 C oil tanker oil tanker, FP>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker and FLS tanker, FP>60 C quando caricano sostanze simili a prodotti petroliferi come definite in Sez 1, [1.3.10] Devono essere soddisfatte le prescrizioni pertinenti in [9.2.2] quando vengono trasportate sostanze simili a prodoti petroliferi come definiti in Sez 1, [1.3.10].

[4.6]

lavaggio delle cisterne

(1) (2)

Per navi con notazione oil tanker, FP>60 C che trasportano carichi con temperatura superiore a FP-15 C, questa altezza deve essere aumentata a 2,4 m. Per navi che hanno al notazione oil tanker, FP>60 C che trasportano carichi conFP>100C, il dispositivo tagliafiamma pu essere omesso.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

4.2.3

Combinazione degli impianti di sfogo gas

a) Le sistemazioni per lo sfogo gas di ciascuna cisterna del carico possono essere indipendenti oppure combinate con quelle di altre cisterne del carico e possono essere incorporate nel sistema di tubolature per il gas inerte. b) Se le sistemazioni per lo sfogo gas sono in comune con quelle di altre cisterne del carico, devono essere previste valvole di intercettazione o altri mezzi equivalenti, per isolare ogni cisterna del carico. Quando vengono installate valvole di intercettazione, devono essere sistemate per le stesse dispositivi di bloccaggio che devono essere sotto il controllo di un ufficiale responsabile della nave. Deve esservi una chiara indicazione visiva dello stato operativo delle valvole o altri dispositivi accettabili. Quando delle cisterne sono state isolate, ci si deve assicurare che le relative valvole dintercettazione vengano aperte prima dellinizio della caricazione, dello zavorramento e della scaricazione di tali cisterne. Ogni intercettazione deve comunque permettere il flusso causato dalle variazioni termiche nelle cisterne del carico, in accordo con il comma a) del punto [4.2.2] a). c) Se prevista la caricazione e lo zavorramento o la scaricazione di una cisterna del carico o di un gruppo di cisterne isolate dallimpianto comune di sfogo gas, detta cisterna o gruppo di cisterne deve essere munita di mezzi per la protezione contro la sovrapressione o depressione come prescritto al comma c) del punto [4.2.2] c). 4.2.4 Sistemazione delle tubolature di sfogo gas

4.2.6 Valvole di pressione e depressione (1/7/2002) a) Uno o pi dispositivi di rilascio della pressione/depressione devono essere sistemati per impedire che le cisterne del carico siano assoggettate a: 1) una pressione positiva superiore alla pressione di pressatura delle cisterne del carico, se il carico deve essere caricato alla massima portata delle pompe del carico e tutte le altre aperture di scarico sono state lasciate chiuse; e 2) una pressione negativa superiore a 700 mm di colonna d'acqua, qualora il carico dovesse essere scaricato alla massima portata delle pompe del carico e le soffianti dell'impianto di gas inerte dovessero andare in avaria Tali dispositivi devono essere installati sul collettore dell'impianto di gas inerte, a meno che essi non siano installati nell'impianto di sfogo gas richiesto dal presente [4.2] o sulle singole cisterne del carico. b) Le valvole di pressione e depressione devono essere tarate ad un valore di pressione non superiore a 0,021 MPa e ad un valore di depressione non superiore a 0,007 MPa. Valori di taratura pi alti, ma non superiori a 0,07 MPa di pressione positiva, possono essere accettati se i dimensionamenti delle cisterne sono adeguati. c) Le valvole di pressione/depressione richieste in [4.2.2] a), quando siano installate sui collettori di sfogo gas oppure all'estremit verticale degli stessi, possono essere provviste di dispositivi per il loro sorpasso. Se tale dispositivo previsto, devono essere installati idonei indicatori che segnalino se il sorpasso aperto o chiuso. d) Le valvole di pressione/depressione devono essere di un tipo approvato dalla Societ secondo quanto indicato in App 1. e) Le valvole di pressione/depressione devono essere facilmente accessibili. f) Le valvole di pressione/depressione devono essere provviste di un dispositivo di apertura manuale in modo da poter essere bloccate in posizione aperta. Non sono ammissibili dispositivi di blocco in posizione chiusa. 4.2.7 Sbocchi degli sfoghi gas (1/7/2002) Gli scarichi all'aperto degli sfoghi gas per le operazioni di caricazione, scaricazione e zavorramento richiesti in [4.2.2] b) devono: a) assicurare: 1) il libero efflusso di miscele di vapori di idrocarburi, oppure 2) uno strozzamento allo scarico delle miscele di vapori di idrocarburi tale da realizzare una velocit di efflusso non inferiore a 30 m/s, b) essere sistemati in modo tale che la miscela di vapore venga scaricata verticalmente verso l'alto, c) qualora sia impiegato il metodo di libero efflusso delle miscele di vapori di idrocarburi, essere tali che lo sbocco all'aperto sia a non meno di 6 m sopra il ponte delle cisterne del carico, oppure sopra le passerelle prodiera e poppiera se lo sbocco sistemato entro 4 m dalle passerelle stesse. Devono inoltre essere sistemati ad una distanza non inferiore a 10 m, misurata orizzon-

Le sistemazioni per lo sfogo gas devono essere collegate al cielo di ciascuna cisterna del carico e devono essere autodrenanti verso le cisterne del carico in tutte le normali condizioni di assetto e sbandamento della nave. Nel caso in cui non sia possibile sistemare tubolature autodrenanti, devono essere previste sistemazioni permanenti per drenare le tubolature di sfogo gas e convogliare i drenaggi in una cisterna del carico. Tappi o mezzi equivalenti devono essere sistemati sulle tubolature a valle delle valvole di sicurezza. 4.2.5 Aperture per il controllo della pressione (1/7/2002)

Le aperture per il controllo della pressione prescritte in [4.2.2] a) devono: a) avere la massima altezza possibile rispetto al ponte delle cisterne del carico, allo scopo di ottenere la massima dispersione dei vapori infiammabili; tale altezza non deve essere, in alcun caso, inferiore a 2 m, b) essere sistemate il pi distante possibile, ed in nessun caso a meno di 5 m, dalle pi vicine prese d'aria ed aperture di spazi chiusi che contengono sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta ed apparecchiature che possano costituire pericolo di ignizione. I verricelli salpancore e le aperture dei pozzi catene costituiscono sorgenti d'ignizione.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

talmente, dalle pi vicine prese d'aria ed aperture di spazi chiusi che contengano sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta che possono comprendere verricelli salpancore, aperture per pozzi catene ed apparecchiature che possono costituire un pericolo di ignizione, d) qualora sia impiegato il metodo di scarico ad alta velocit di efflusso, essere sistemati ad una altezza non inferiore a 2 m rispetto al ponte delle cisterne del carico e ad una distanza non inferiore a 10 m, misurata orizzontalmente, dalle pi vicine prese d'aria ed aperture di spazi chiusi che contengano sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta che possono comprendere verricelli salpancore, aperture per pozzi catene ed apparecchiature che possono costituire un pericolo di ignizione. Tali scarichi all'aperto devono essere provvisti di dispositivi di scarico ad alta velocit di tipo approvato dalla Societ, e) essere progettati sulla base della massima portata di caricazione di progetto moltiplicata per un fattore pari ad almeno 1,25, per tener conto dello sviluppo di gas. Ci allo scopo di impedire che la pressione in qualsiasi cisterna del carico superi la pressione di progetto. Al Comandante della nave devono essere fornite istruzioni circa la massima portata di caricazione ammissibile per ciascuna cisterna e, nel caso di sfoghi gas combinati, per ciascun gruppo di cisterne. f) Le sistemazioni per lo sfogo dei vapori emessi dalle cisterne del carico durante le operazioni di caricazione e di zavorramento devono soddisfare le prescrizioni del presente [4.2] e devono consistere in uno o pi collettori verticali o in un certo numero di valvole ad alta velocit di efflusso. Per tale sistema di sfogo pu essere utilizzato il collettore di alimentazione del gas inerte. 4.2.8 Valvole ad alta velocit di efflusso

4.2.10 Prevenzione delle risalite di liquidi nellimpianto di sfogo gas a) Devono essere prese precauzioni per impedire la risalita di liquidi nellimpianto di sfogo gas. Fare riferimento a [4.5]. b) Limpianto di sfogo gas delle cisterne del carico non pu essere adoperato come impianto rigurgiti. c) Le spill valves non possono essere considerate come equivalenti ad un impianto dei rigurgiti.

4.3
4.3.1

Spurgo e/o degassificazione delle cisterne del carico


Generalit

a) Devono essere previste sistemazioni per lo spurgo e/o la degassificazione delle cisterne del carico. Tali sistemazioni devono essere tali da ridurre al minimo i rischi dovuti alla dispersione di vapori infiammabili nellatmosfera ed alla presenza di miscele infiammabili in una cisterna del carico. Pertanto devono essere soddisfatte le prescrizioni in [4.3.2] e [4.3.3], come applicabile. b) Le tubolature di ventilazione/degassificazione, fra i ventilatori e le cisterne del carico, devono essere munite di mezzi, quali branchetti smontabili, che impediscano il riflusso di idrocarburi gassosi attraverso i ventilatori quando essi non sono in uso. c) Gli sbocchi degli scarichi devono essere sistemati ad almeno 10 m, misurati orizzontalmente, dalle prese daria pi vicine e dalle aperture verso spazi interni nei quali potrebbero essere presenti fonti dignizione, nonch dai macchinari di coperta che possono costituire un pericolo dignizione. 4.3.2 Navi provviste di impianto di gas inerte Nel caso di navi provviste di impianto di gas inerte, le cisterne del carico devono essere dapprima spurgate in conformit con quanto prescritto in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5] fino a quando la concentrazione di vapori di idrocarburi nelle cisterne stesse sia stata ridotta a meno del 2% in volume; successivamente la degassificazione pu avvenire al livello del ponte delle cisterne del carico. 4.3.3 Navi sprovviste di impianti di gas inerte (1/7/2002) Nel caso di navi non provviste di impianti di gas inerte, la procedura per lo spurgo e/o la degassificazione delle cisterne del carico deve essere tale che i vapori infiammabili vengano dapprima scaricati: a) attraverso gli scarichi degli sfoghi gas prescritti in [4.2.7], oppure b) attraverso aperture poste ad almeno 2 m di altezza sul livello del ponte delle cisterne del carico, con una velocit di efflusso verticale di almeno 30 m/s, mantenuta durante le operazioni di degassificazione; oppure c) attraverso aperture poste ad almeno 2 m di altezza sul livello del ponte delle cisterne del carico, con una velocit di efflusso verticale di almeno 20 m/s, che siano protette da idonei dispositivi per impedire di passaggio della fiamma.

a) Le valvole ad alta velocit di efflusso devono essere facilmente accessibili. b) Le valvole ad alta velocit di efflusso per le quali non siano necessari i dispositivi tagliafiamma (vedere [4.2.9]) non devono poter essere bloccate in posizione aperta. 4.2.9 Prevenzione del passaggio delle fiamme entro le cisterne del carico (1/7/2002)

a) Le sistemazioni per lo sfogo gas devono essere munite di dispositivi per impedire il passaggio di fiamma nelle cisterne del carico. La progettazione, le prove e l'ubicazione di detti dispositivi devono soddisfare i requisiti di cui in App 1. Le aperture per la misurazione del livello del carico nelle cisterne non possono essere utilizzate per bilanciare la pressione. Esse devono essere provviste di mezzi di auto-chiusura e di coperchi a chiusura ermetica. Non sono ammessi su dette aperture retine o altri dispositivi tagliafiamma. b) Pu essere accettato un dispositivo tagliafiamma integrato nell'impianto di sfogo gas. c) Le reti ed i dispostivi tagliafiamma devono essere progettati per una facile manutenzione e pulizia.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

Le suddette aperture devono essere ubicate ad una distanza misurata in orizzontale non inferiore a 10 metri dalle pi vicine prese d'aria e aperture di spazi chiusi che contengono sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta che possono comprendere verricelli salpancore, aperture per pozzi catene ed apparecchiature che possono costituire un pericolo di ignizione. Quando la concentrazione di vapori infiammabili in corrispondenza delle suddette aperture si sia ridotta al 30% del limite inferiore di infiammabilit, la degassificazione pu successivamente essere continuata al livello del ponte delle cisterne del carico.

efflusso limitato. Le aperture per sonde possono essere usate unicamente come un mezzo di sondaggio di riserva e devono avere un dispositivo di chiusura stagno. b) Quando vengono adoperati dispositivi di misura ristretti, devono essere prese precauzioni al fine di: impedire pericolose sfuggite di liquido o vapore in pressione attraverso il dispositivo, scaricare la pressione nella cisterna prima che il dispositivo venga adoperato. c) I tubi sonda, quando usati, devono essere muniti di dispositivo di chiusura automatico.

4.4
4.4.1

Impianto di indicatori di livello delle cisterne del carico


Generalit

4.5

Protezione contro i sovraccarichi delle cisterne


Generalit

a) Ciascuna cisterna del carico o cisterna residui (slop tank) deve avere un impianto di indicatori di livello che indichi il livello di liquido per tutta laltezza della cisterna. Eccetto quando altrimenti specificato, lindicatore di livello pu essere portatile o fisso a lettura locale. b) I dispositivi misuratori di livello e limpianto di lettura a distanza devono essere di tipo approvato. c) Le aperture per sonde e gli altri dispositivi di misura che potrebbero sviluppare vapori del carico allatmosfera non devono essere sistemati in spazi chiusi. 4.4.2 Definizioni

4.5.1

a) Devono essere prese precauzioni per impedire la risalita di liquidi nellimpianto di sfogo gas delle cisterne del carico e delle cisterne residui (slop tanks) fino ad unaltezza che potrebbe superare il battente di progetto delle cisterne stesse. Ci pu essere ottenuto mediante un allarme di alto livello o con un impianto di controllo dei rigurgiti o altri mezzi equivalenti, insieme con dispositivi misuratori di livello e procedure di riempimento del carico.
Nota 1: Per navi con notazione di servizio FLS tanker, sono permessi solamente allarmi di alto livello.

a) Un dispositivo di misura ad efflusso limitato un dispositivo che entra nella cisterna e che, quando in uso, permette che una piccola quantit di vapore o liquido venga rilasciata allatmosfera. Quando non in uso, il dispositivo deve essere completamente chiuso. Esempio sono i tubi sonda. b) Un dispositivo di misura chiuso un dispositivo che separato dallatmosfera della cisterna ed impedisce che il contenuto della cisterna stessa possa essere rilasciato. Esso pu: penetrare nella cisterna, quale un impianto a galleggiare, sonde elettriche, sonde magnetiche o vetri dosservazione protetti, non penetrare nella cisterna, per esempio dispositivi a radar o ultrasonici. c) Un dispositivo di misura indiretto un dispositivo che determina il livello di liquido per esempio mediante misuratori di peso o di portata. 4.4.3 Navi cisterna con impianto di gas inerte

b) Deve essere lasciato spazio sufficiente al termine del riempimento della cisterna per permettere la libera espansione del carico durante il trasporto. c) Gli allarmi di alto livello, il sistema di controllo dei rigurgiti e le altre sistemazioni indicate in a) devono essere indipendenti dallimpianto di misura indicato in [4.4]. 4.5.2 Allarmi di alto livello

a) Gli allarmi di alto livello devono essere di tipo approvato. b) Gli allarmi di alto livello devono dare luogo a segnali ottici ed acustici nella stazione di controllo, se esistente. 4.5.3 Altri mezzi di protezione

a) In una nave cisterna con impianto di gas inerte, i dispositivi di misura devono essere di tipo chiuso. b) Sar oggetto di considerazione speciale luso di impianti di misura indiretti. 4.4.4 Navi cisterna sprovviste di impianto di gas inerte

a) Quando gli impianti degli indicatori di livello, i comandi delle pompe del carico e di zavorra e gli impianti di comando delle valvole sono riuniti in ununica posizione, le prescrizioni in [4.5.1] possono essere soddisfatte sistemando un indicatore di livello che segnali il termine della caricazione, in aggiunta a quelli richiesti per ciascuna cisterna in [4.4]. Le letture di entrambi gli indicatori devono essere per ciascuna cisterna le pi vicine possibile tra di loro e sistemate in modo tale che qualsiasi discordanza fra di esse possa essere facilmente rilevata. b) Qualora una cisterna sia riempita solamente dalle altre cisterne, le prescrizioni in [4.5.1] possono considerrsi soddisfatte.

a) Nelle navi cisterna senza impianto di gas inerte, i dispositivi di misura devono essere di tipo chiuso o ad

Regolamenti RINA 2005

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Parte E, Cap 7, Sez 4

4.6

Impianto di lavaggio delle cisterne

4.6.1 Generalit a) Devono essere previsti mezzi adeguati per pulire le cisterne del carico. b) Ogni nave petroliera per greggio con una portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tonnellate deve essere munita di un impianto di pulizia delle cisterne del carico che utilizzi il lavaggio con il greggio e che sia in accordo con le prescrizioni in App 2. c) Gli impianti di lavaggio col greggio sistemati su petroliere diverse dalle navi cisterna per greggio con una portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tons devono essere in accordo con le prescrizioni in App 2 che riguardano la sicurezza. 4.6.2 Macchinette per il lavaggio a) Le macchinette per il lavaggio delle cisterne devono essere di un tipo approvato dalla Societ. b) Le macchinette per il lavaggio devono essere in acciaio o altro materiale elettricamente conduttivo con limitata attitudine a produrre scintille per contatto. 4.6.3 Tubi di lavaggio a) I tubi di lavaggio devono essere costruiti, installati, ispezionati e provati in accordo con le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, secondo il tipo di fluido di lavaggio impiegato, acqua o greggio. b) I tubi di lavaggio col greggio sono anche soggetti alle prescrizioni in [3.3]. 4.6.4 Impiego di macchinette per il lavaggio con greggio per operazioni di lavaggio con acqua Le macchinette per il lavaggio con greggio possono essere collegate ai tubi di lavaggio con acqua, purch siano previste sistemazioni disolamento, quali una valvola e un branchetto smontabile, per isolare i tubi dellacqua. 4.6.5 Installazione degli impianti di lavaggio a) Le aperture per la pulizia delle cisterne non possono essere sistemate in spazi chiusi. b) Linstallazione completa deve essere permanentemente collegata a massa allo scafo.

dei residui di pulizia contaminati in una stazione di ricezione a terra, a meno che non siano previste installazioni adeguate che assicurino che lo scarico di ogni effluente in mare, quando permesso, sia controllato efficacemente in modo da assicurare che la quantit totale di olio scaricato in mare non superi 1/30000 della quantit totale di quel particolare carico di cui il residuo ha fatto parte. 5.1.3 Deroghe a) le prescrizioni in [5.2] e [5.3] possono essere derogate nei casi seguenti: navi petroliere impiegate unicamente in viaggi entro 50 miglia dalla costa pi vicina e di durata pari a o minore di 72 ore e limitati a rotte fra porti o terminali concordati con la Societ, purch le miscele oleose siano ritenute a bordo per susseguente scaricazione in una stazione di ricezione, navi petroliere che trasportano prodotti soggetti alle prescrizioni del Capitolo 7 che a causa delle loro caratteristiche fisiche impediscano lefficace separazione del prodotto dallacqua e relativo controllo, per le quali il controllo dello scarico deve essere effettuato mediante la ritenzione dei residui a bordo con la scaricazione di tutti i residui contaminati del lavaggio in una stazione di ricezione, le petroliere con notazione di servizio oil tanker, asphalt carrier. b) Qualora, a parere della Societ, le apparecchiature indicate in [5.3.1] e [5.3.2] non siano disponibili per il controllo dello scarico di prodotti raffinati (oli bianchi), tali prescrizioni possono essere derogate purch lo scarico sia permesso solamente secondo le procedure applicabili.

5.2

Ritenzione dellolio a bordo

5.2.1 Generalit Devono essere previsti mezzi adeguati per trasferire i residui della zavorra sporca ed i residui del lavaggio delle cisterne dalle cisterne del carico a una cisterna residui (slop tank) approvata dalla Societ. 5.2.2 Capacit delle cisterne residui La sistemazione della cisterna residui o combinazione di cisterne residui deve avere la capacit necessaria a ritenere i residui generati dal lavaggio delle cisterne, i residui oleosi ed i residui di zavorra sporca. La capacit totale della o delle cisterne residui non deve essere inferiore al 3% della capacit di carico di prodotti petroliferi della nave, con leccezione che la Societ potr accettare: a) il 2% per quelle navi petroliere nelle quali la sistemazione dellimpianto di lavaggio delle cisterne sia tale che, una volta che la o le cisterne residui siano cariche di acqua di lavaggio, questacqua sia sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, quando applicabile, per fornire il fluido di azionamento degli eiettori senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, b) il 2% quando sono previste cisterne di zavorra segregata in accordo con Sez 2, [5], o quando limpianto di pulizia delle cisterne del carico che impieghi greggio per il lavaggio sia sistemato in accordo con le prescrizioni in

5
5.1

Prevenzione dellinquinamento dal carico


Generalit

5.1.1 Applicabilit (1/7/2001) Eccetto quando specificato altrimenti, le prescrizioni di cui in [5.2] e [5.3] si applicano esclusivamente a navi con notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C di stazza lorda uguale a o superiore a 150 ton. 5.1.2 Prescrizioni per navi cisterna di stazza lorda inferiore a 150 ton Il controllo dello scarico per navi con la notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C di stazza lorda minore di 150 ton deve essere ottenuto mediante ritenzione a bordo dei prodotti petroliferi con conseguente scaricazione

170

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

[4.6]. Tale capacit pu essere ulteriormente ridotta all1,5% per quelle petroliere nelle quali la sistemazione per il lavaggio delle cisterne sia tale che, una volta che la o le cisterne residui siano cariche di acqua di lavaggio, tale acqua sia sufficiente per il lavaggio delle cisterne stesse, e, quando applicabile, per provvedere fluido di azionamento degli eiettori, senza introduzione di ulteriore acqua nellimpianto. Le petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 tonnellate devono avere almeno due cisterne residui. 5.2.3 Progetto delle cisterne residui

residui e devono essere disponibili per luso nelle altre cisterne in cui si effettua la separazione dellolio e dellacqua e dalle quali si intenda scaricare leffluente direttamente in mare.

5.4

Sistemazioni di pompaggio, tubolature e scarichi


Collettore di scarico

5.4.1

Le cisterne residui devono essere progettate con particolare considerazione alla posizione delle prese, sbocchi, deflettori o stramazzi, quando sistemati, in modo da impedire leccessiva turbolenza e lintrappolamento di olio o emulsioni nellacqua.

In ciascuna petroliera deve essere sistemato sul ponte scoperto in corrispondenza di entrambi i lati della nave un collettore di scarico per il collegamento alla stazione di ricezione per lo scarico dellacqua sporca di zavorra o delle acque contaminate da sostanze oleose. 5.4.2 Tubolature di scarico

5.3
5.3.1

Impianti di comando e controllo dello scarico dellolio


Generalit

a) Deve essere sistemato un impianto per il comando e controllo dello scarico dellolio. b) Deve essere previsto un mezzo alternativo azionato manualmente. 5.3.2 Progetto dellimpianto di comando e controllo dello scarico

In ogni petroliera le tubolature per lo scarico di acqua di zavorra o acqua contaminata da residui oleosi dalle zone delle cisterne del carico al mare, quando permesso, devono portare al ponte scoperto o ai lati della nave al di sopra della linea di galleggiamento in condizioni di zavorra pesante, con leccezione che: a) La zavorra segregata e la zavorra pulita possono essere scaricate al di sotto della linea di galleggiamento: nei porti e nei terminali offshore, oppure in mare per gravit, purch la superficie dellacqua di zavorra sia stata esaminata immediatamente prima dello scarico per assicurare che non vi sia stata alcuna contaminazione con sostanze oleose. b) Su ciascuna petroliera in mare, lacqua di zavorra sporca o lacqua contaminata dalle cisterne nella zona del carico, diverse dalle cisterne residui possono essere scaricate per gravit al di sotto della linea di galleggiamento, purch sia passato un tempo sufficiente per permettere la separazione fra acqua e sostanze oleose e lacqua di zavorra sia stata esaminata immediatamente prima dello scarico con un rilevatore dellinterfaccia olio/acqua, come indicato in [5.3.3], al fine di assicurare che laltezza dellinterfaccia sia tale che lo scarico non porti ad un aumento del rischio di danni per lambiente marino. 5.4.3 Arresto della scaricazione

a) Limpianto di comando e controllo dello scarico deve essere di un tipo approvato in accordo con le prescrizioni della Risoluzione A.586(14) dellIMO.
Nota 1: Quando vengono trasportate sostanze simili a prodotti petroliferi (vedere Sez 1, [1.1.1]), devono essere effettuate prove specifiche per dimostrare che limpianto pu controllare le concentrazioni di tali sostanze in accordo con le prescrizioni della Risoluzione A.586 dellIMO. Se necessario regolare limpianto di controllo quando si passa da prodotti petroliferi a sostanze simili a prodotti petroliferi, devono essere provviste informazioni circa le regolazioni da effettuare.

b) Limpianto di comando e controllo dello scarico deve essere munito di un dispositivo di registrazione che provveda una registrazione continua dello scarico in litri per miglio marino e la quantit totale scaricata o il contenuto dolio e la portata di scarico. Deve essere identificabile il tempo e la data della registrazione. c) Limpianto di comando e controllo dello scarico dellolio deve entrare in funzione quando vi sono scarichi deffluenti in mare e deve essere tale da assicurare che qualsiasi scarico di miscela oleosa sia bloccato automaticamente quando la portata istantanea di scarico del contenuto di olio supera i 30 litri per miglio marino. d) Qualsiasi avaria allimpianto di comando e controllo deve bloccare lo scarico. 5.3.3 Rilevatori dellinterfaccia olio/acqua

Rilevatori efficaci dellinterfaccia olio/acqua approvati dalla Societ devono essere previsti per una determinazione rapida ed accurata dellinterfaccia olio/acqua nelle cisterne

Devono essere previsti mezzi per arrestare la scaricazione in mare dellacqua di zavorra o dellacqua contaminata da sostanze oleose provenienti dalla zona delle cisterne del carico, diverse da quelle scaricate al di sotto della linea di galleggiamento secondo la prescrizione in [5.4.2], da una posizione sul ponte di coperta o al di sopra di esso situata in modo tale che possano essere osservati visivamente il collettore in funzione indicato in [5.4.1] e lo scarico in mare dalle tubolature indicate in [5.4.2]. Non occorre che siano previsti mezzi per arrestare la scaricazione nella posizione dosservazione nel caso in cui sia previsto un sistema di comunicazioni efficace, quale un telefono o un impianto radio, fra il punto dosservazione e la stazione di controllo dello scarico.

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171

Parte E, Cap 7, Sez 4

6
6.1

Certificazione, ispezioni e prove


Applicabilit

6.3.2

Sorveglianza delle apparecchiature per la prevenzione dellinquinamento

6.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo sono relative alle tubolature del carico ed alle altre apparecchiature sistemate nella zona del carico. Esse sono addizionali rispetto a quelle date in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20] per gli impianti di tubolature.

Ogni nave con la notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C e con stazza lorda uguale a o superiore a 150 ton deve essere sottoposta ad una visita iniziale prima che la nave entri in servizio per assicurare che le apparecchiature, gli impianti, gli accessori, le sistemazioni e i materiali siano in pieno accordo con le prescrizioni di cui in [4.6] e [5].

6.2

Prove in officina

6.2.1 Prove sui materiali Quando richiesto nella Tab 5, i materiali utilizzati per i tubi, valvole ed accessori sono soggetti alle prove richieste in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.3.2]. 6.2.2 Ispezione dei giunti saldati Quando richiesto in Tab 5, i giunti saldati devono essere sottoposti agli esami specificati in Parte C, Cap 1, Sez 10, [3.6] per i tubi di classe II. 6.2.3 Prove idrostatiche a) Quando richiesto in Tab 5, i tubi del carico, le valvole, gli accessori, e le casse delle pompe devono essere sottoposte a prove idrostatiche in accordo con le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.4]. b) Giunti di dilatazione e manichette del carico devono essere sottoposti a prove idrostatiche secondo le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.4]. c) Quando sistemate, le parti a soffietto delle tenute stagne ai gas dei passaggi stagni devono essere provate a pressione. 6.2.4 Prove di tenuta Deve essere controllata la tenuta dei dispositivi seguenti: passaggi stagni ai gas, valvole di pressione/depressione e valvole ad alta velocit di efflusso per le cisterne del carico.
Nota 1: Tali prove possono essere eseguite o in officina o a bordo.

7
7.1

Organi di governo
Generalit

7.1.1 In aggiunta alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 11, gli organi di governo delle navi con notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C, di stazza lorda uguale a o maggiore di 10000 ton sono soggette alle prescrizioni del presente Articolo [7].

7.2

Progetto degli organi di governo

7.2.1 Tutte le navi cisterna di stazza lorda uguale o superiore a 10000 ton devono, subordinatamente alle prescrizioni in [7.3], soddisfare alle prescrizioni seguenti: a) La macchina di governo principale deve essere realizzata in modo che, nel caso di perdita della capacit di governare dovuta ad una singola avaria in qualsiasi parte di uno degli impianti di azionamento meccanico della macchina di governo principale, ad eccezione della barra, del settore o di altri componenti destinati allo stesso scopo, o del blocco degli azionatori del timone, sia possibile ripristinare la capacit di governare in non pi di 45 s dopo la perdita di un impianto di azionamento meccanico; b) la macchina di governo principale deve comprendere:

6.2.5

Controllo della taratura delle valvole di sicurezza La taratura della pressione delle valvole di pressione/depressione deve essere controllata prestando particolare attenzione alle prescrizioni in [4.2.6]. 6.2.6 Tabella riassuntiva Le ispezioni e le prove richieste per le tubolature del carico e per le altre apparecchiature sistemate nella zona del carico sono riassunte in Tab 5.

1) due impianti di azionamento meccanico separati e indipendenti, ciascuno in grado di soddisfare alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.2.1]; o 2) almeno due impianti identici di azionamento meccanico che, funzionando simultaneamente nelle normali condizioni operative, siano capaci di soddisfare alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.2.1]. Se necessario per soddisfare a questa prescrizione, devono essere sistemate interconnessioni tra i sistemi idraulici di azionamento. Nel caso di perdita del fluido idraulico da un impianto, essa deve poter essere segnalata, e limpianto in avaria deve poter essere isolato automaticamente in modo che laltro o gli altri impianti di azionamento rimangano completamente funzionanti; c) macchine di governo diverse da quelle idrauliche devono avere uno standard equivalente.

6.3

Prove a bordo

6.3.1 Prove di pressatura a) Dopo linstallazione a bordo le tubolature del carico devono essere controllate per eventuali perdite in condizioni operative. b) Le tubolature adoperate per il lavaggio con olio devono essere sottoposte a prove idrostatiche in accordo con le prescrizioni in App 2, [3.2.1].

172

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Parte E, Cap 7, Sez 4

Tabella 5 : Ispezioni e prove in officina


Prove sui materiali N. Voce Y/N (1) Y Tipo del certificato per il materiale (2) C quando ND > 100 mm W quando ND 100 mm (ND = diametro nominale) Ispezioni e prove sui prodotti Durante la fabbricazione (1) Dopo il completamento (1) (3) Tipo del certificato di prodotto (2) Riferimenti

Tubi, valvole ed accessori di classe II (vedere [3.3.1])

[6.2.1] [6.2.1] Y (4) Y C [6.2.2] [6.2.3] [6.2.1] N Y C [6.2.3]

Giunti di dilatazione e manichette del carico


Pompe del carico

Y (5)

C Y (6) Y C vedere nota (6) [6.2.3]

Tenute stagne ai gas nei passaggi a paratia e a ponte Valvole di pressione/depressione e ad alta velocit di efflusso delle cisterne del carico
Dispositivi tagliafiamma

N N Y C Y C Y Y C [6.2.1] [6.2.2] [6.2.3], [6.2.4] [6.2.3], [6.2.4]

N N Y C vedere nota (3)

Impianto di comando e controllo dello scarico di sostanze oleose Rivelatore dellinterfaccia olio/acqua

N Y (7) C N Y (7) C vedere nota (3) vedere nota (3)

(1) (2) (3) (4) (5) (6) (7)

Y= richiesto, N= non richiesto C=certificato di classe, W=certificato dofficina comprende il controllo delle caratteristiche regolamentari in accordo con i disegni approvati solamente nel caso di costruzione saldata se metallico deve essere eseguita lispezione durante la costruzione secondo un programma approvato dalla Societ. pu anche essere eseguito a bordo

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173

Parte E, Cap 7, Sez 4

7.3

Progetto alternativo per navi di portata lorda inferiore a 100000 tonnellate

c) Tensioni ammissibili Per la determinazione del dimensionamento generale delle parti degli azionatori del timone soggette a pressione interna idraulica, le tensioni ammissibili non devono superare i seguenti valori:

7.3.1 Generalit Per le navi cisterna di stazza lorda uguale a o superiore a 10.000 ton, ma aventi portata lorda inferiore a 100.000 t, possono essere accettate soluzioni diverse da quelle stabilite nel precedente [7.2], per le quali non necessaria lapplicazione del criterio della singola avaria allazionatore od agli azionatori del timone, purch sia raggiunto uno standard di sicurezza equivalente e purch: a) in caso di perdita della capacit di governare dovuta ad una singola avaria in qualunque parte delle tubolature o in una delle unit di potenza sia possibile ripristinare la capacit di governare in non pi di 45 s; e b) quando la macchina di governo comprende un solo azionatore del timone, sia preso in particolare considerazione un metodo di analisi delle tensioni per il progetto che comprenda lanalisi della fatica e lanalisi della meccanica della frattura, come appropriato, i materiali impiegati, la sistemazione di dispositivi di tenuta, il collaudo, le ispezioni ed i provvedimenti per una efficace manutenzione. 7.3.2 Materiali Le parti soggette a pressione interna idraulica o che trasmettono forze meccaniche allasta del timone, devono essere costruite con materiali tenaci debitamente collaudati e rispondenti a normative riconosciute. I materiali per parti in pressione devono corrispondere a standard riconosciuti per recipienti in pressione. Tali materiali non devono avere un allungamento inferiore al 12% n un carico di rottura per trazione superiore a 650 N/mm2. 7.3.3 Progetto

m f l 1,5.f b 1,5.f l +b 1,5.f m +b 1,5.f


essendo:

m l b
f

: Tensione ideale primaria generale di membrana : Tensione ideale primaria locale di membrana : Tensione ideale primaria di flessione, : Il minore fra B/A e y/B : Valore di specifica del minimo carico unitario di rottura per trazione del materiale alla temperatura ambiente : Valore di specifica del minimo carico unitario di snervamento, o carico al quale corrisponde un allungamento permanente dello 0,2%, del materiale alla temperatura ambiente : uguale a: 4 per lacciaio 4,6 per lacciaio fuso 5,8 per la ghisa sferoidale 2 per lacciaio 2,3 per lacciaio fuso 3,5 per la ghisa sferoidale

B y

: uguale a:

a) Pressione di progetto La pressione di progetto deve essere assunta almeno uguale al maggiore dei seguenti due valori: 1) 1,25 volte la massima pressione di esercizio prevista nelle condizioni operative prescritte in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.3.1], 2) la pressione di taratura della valvola o delle valvole di sicurezza. b) Analisi 1) I costruttori degli azionatori dei timoni devono presentare calcoli particolareggiati dimostranti lidoneit del progetto al servizio previsto. 2) Deve essere eseguita una analisi particolareggiata delle tensioni delle parti in pressione dellazionatore al fine di determinare le tensioni alla pressione di calcolo. 3) Ove ritenuto necessario a causa della complessit del progetto o dei procedimenti costruttivi, possono essere richieste unanalisi di fatica e unanalisi di meccanica della frattura. In relazione a tali analisi devono essere considerati tutti i carichi dinamici previsti. In dipendenza della complessit del progetto pu essere richiesta, in aggiunta o in sostituzione dei calcoli teorici, unanalisi sperimentale delle tensioni.

d) Prova di scoppio 1) Le parti in pressione per le quali non viene richiesta lanalisi di fatica e lanalisi di meccanica della frattura possono essere accettate, a giudizio della Societ, in base a una prova di scoppio certificata; in tal caso non necessario effettuare lanalisi particolareggiata prescritta in [7.3.3], b). 2) La minima pressione di scoppio deve essere calcolata con la seguente formula:
Ba P b = P A ------B

essendo: Pb P A : Pressione minima di scoppio, : Pressione di progetto, come definita in [7.3.3], a) : Coefficiente di cui in [7.3.3], c) : Valore effettivo del minimo carico unitario di rottura per trazione del materiale : Valore del minimo carico unitario di rottura per trazione del materiale come definito in [7.3.3], c).

Ba B

174

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

7.3.4

Particolari di costruzione

b) Altre prove 1) Devono essere eseguite prove idrostatiche a 1,5 volte la pressione di progetto su tutte le parti soggette a pressione. 2) Dopo linstallazione a bordo, lazionatore del timone deve essere sottoposto ad una prova idrostatica e ad una prova di funzionamento.

a) Generalit La costruzione deve essere tale da ridurre al minimo le concentrazioni di tensioni locali. b) Saldature 1) I particolari di saldatura ed i relativi procedimenti devono essere approvati. 2) Tutti i giunti saldati entro la zona soggetta a pressione di un azionatore del timone o colleganti organi che trasmettono carichi meccanici devono essere a piena penetrazione o di resistenza equivalente. c) Tenute oleodinamiche 1) Le tenute oleodinamiche tra parti non in movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido idraulico in pressione, devono essere del tipo metallo su metallo o di tipo equivalente. 2) Le tenute oleodinamiche tra parti in movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido idraulico in pressione, devono essere duplicate, in modo che lavaria ad una tenuta non metta fuori servizio lazionatore. Sistemazioni alternative che diano una protezione equivalente contro le perdite possono essere accettate a giudizio della Societ. d) Valvole dintercettazione In corrispondenza del collegamento dei tubi allazionatore devono essere sistemate valvole dintercettazione montate direttamente sullazionatore. e) Valvole di sicurezza Le valvole di sicurezza per la protezione dellazionatore del timone dalle sovrappressioni, come richiesto in Parte C, Cap 1, Sez 11, [2.2.5], devono soddisfare le seguenti prescrizioni: 1) La pressione di taratura non deve essere inferiore a 1,25 volte la massima pressione di esercizio prevista nelle condizioni di funzionamento prescritte in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.3.1], b), 2) la minima capacit di scarico delle valvole di sicurezza non deve essere minore della portata totale di tutte le pompe dellolio che forniscono energia allazionatore, aumentata del 10%. In tali condizioni laumento di pressione non deve superare il 10% della pressione di taratura. A tale riguardo devono essere tenute in considerazione le condizioni ambientali estreme previste in relazione alla viscosit dellolio. 7.3.5 Ispezioni e prove

Prescrizioni aggiuntive per navi con caratteristica addizionale di servizio asphalt carrier
Applicabilit

8.1

8.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano in aggiunta a quelle contenute negli Articoli da [1] a [7], a navi petroliere con caratteristica addizionale di servizio asphalt carrier.

8.2

Prescrizioni aggiuntive

8.2.1 Impianto di riscaldamento a) Le cisterne del carico destinate al trasporto di soluzioni bituminose devono essere dotate di un impianto di riscaldamento in grado di mantenere dette soluzioni allo stato liquido. Devono essere sistemate valvole alle entrate ed alle uscite dellimpianto di riscaldamento. b) Le tubolature del carico ed i relativi accessori, fuori dalle cisterne, devono essere dotati di idonei mezzi di riscaldamento. Fare riferimento a [3.4.7]. 8.2.2 Termometri Ogni cisterna del carico deve essere dotata di non meno di due termometri per rilevare la temperatura delle soluzioni bituminose. 8.2.3 Coibentazione Le tubolature del carico ed i relativi accessori, fuori dalle cisterne, devono essere adeguatamente coibentati, dove necessario.

Prescrizioni specifiche per navi con notazione di servizio FLS tanker o FLS tanker, flashpoint >60C
Applicabilit

9.1

a) Prove non distruttive Lazionatore del timone deve essere sottoposto ad idonee e complete prove non distruttive intese a rivelare difetti sia superficiali che interni. La procedura e i criteri di accettazione per le prove non distruttive devono essere conformi alle prescrizioni di normative riconosciute. Se ritenuto necessario pu essere effettuata, la determinazione della massima entit ammissibile dei difetti applicando unanalisi di meccanica della frattura.

9.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo, derivate dallAppendice II della MARPOL 73/78, sono relative alla prevenzione dellinquinamento da sostanze liquide nocive. Esse si applicano come segue: a) Quando ad una nave assegnata la notazione di servizio FLS tanker o FLS tanker, flashpoint > 60 C, le prescrizioni seguenti sostituiscono quelle in [5] relative alla prevenzione dellinquinamento da sostanze oleose. b) Quando ad una nave sono assegnate entrambe le notazione di servizio oil tanker - FLS tanker, o oil tanker FLS, flashpoint > 60 C, queste prescrizioni sono aggiuntive a quelle in [5].

Regolamenti RINA 2005

175

Parte E, Cap 7, Sez 4

9.2

Prescrizioni di progetto

9.2.1 Generalit Le prescrizioni del presente [9.2] si applicano a navi che trasportano sostanze di categoria D (vedere Sez 3, Tab 6). 9.2.2 Apparecchiature di ventilazione a) Se i residui sono rimossi dalle cisterne del carico mediante ventilazione, devono essere sistemate apparecchiature di ventilazione in accordo con le prescrizioni seguenti.
Nota 1: Le procedure di ventilazione possono essere applicate solamente per quelle sostanze che hanno una pressione di vapore superiore a 5.103 Pa a 20 C.

il fondo della cisterna. La Fig 2 pu essere adoperata per valutare ladeguatezza dellapparecchiatura di ventilazione impiegata per ventilare una cisterna di una data altezza. c) Lapparecchiatura di ventilazione deve essere sistemata in corrispondenza dellapertura della cisterna pi vicina al pozzetto della cisterna stessa o al punto daspirazione. d) Quando possibile, lapparecchiatura di ventilazione deve essere posizionata in modo che il getto daria sia diretto verso il pozzetto della cisterna o verso il punto daspirazione e che sia impedito per quanto possibile che il getto daria colpisca le strutture della cisterna.

b) Le apparecchiature di ventilazione devono essere in grado di produrre un getto daria che possa raggiungere

Figura 2 : Portata minima in funzione della profondit di penetrazione del getto

PORTATA MINIMA PER CIASCUNA ENTRATA DI CISTERNA (m 3/ min.)

600

500

diametro di entrata =61 cm

400

300 46 cm

200 30 cm 100 23 cm 15 cm 10 20 30 38,1

ALTEZZA DI PENETRAZIONE DEL GETTO ALLENTRATA (m)

Nota: la profondit di penetrazione del getto deve essere confrontata con laltezza della cisterna.

176

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 5

SEZIONE 5

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

a) i circuiti a sicurezza intrinseca collegati a massa ed a soddisfazione della Societ, b) alimentazioni, circuiti di comando e di strumentazione in luoghi non pericolosi, se ragioni tecniche o di sicurezza non consentono limpiego di impianti senza collegamenti a massa, purch la corrente attraverso lo scafo in condizioni normali e di guasto sia limitata a non pi di 5 A; o c) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come impianti di distribuzione dellenergia nelle cucine o nelle lavanderie alimentati tramite trasformatori di isolamento con secondario connesso a massa, purch qualunque possibile corrente di scafo risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; o d) impianti di potenza in corrente alternata a tensione pari o superiore a 1,000 V valore efficace (tra le fasi) purch qualunque possibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; a tale scopo, se limpianto di distribuzione si estende a spazi lontani dei locali macchine, devono essere previsti trasformatori di isolamento o altri mezzi adeguati. 2.1.4 Non sono ammessi collegamenti a massa di parti in tensione di sistemi di distribuzione isolati eccetto che: a) attraverso un dispositivo per la verifica dello stato di isolamento b) attraverso componenti usati per la soppressione delle interferenze nei circuiti radio.

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano in aggiunta a quelle contenute in Parte C, Capitolo 2 alle navi petroliere o a quelle con notazione FLS.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, deve essere inviata allapprovazione la seguente: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi c) Schemi degli impianti di indicazione del livello di cisterne e depositi, degli impianti di allarme di alto livello e quelli di controllo del rigurgito ove richiesti.

Norme particolari per le navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit inferiore od uguale a 60C (prova in vaso chiuso)
Impianti di alimentazione

2.1

2.1.1 Sono ammessi i seguenti impianti di generazione e di distribuzione dellenergia elettrica: a) a corrente continua: a due conduttori isolati b) a corrente alternata: monofase a due conduttori isolati trifase a tre conduttori isolati. 2.1.2 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo salvo i seguenti a soddisfazione della Societ: a) impianti di protezione catodica a corrente impressa b) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come i sistemi di avviamento e di accensione dei motori a combustione interna, purch qualsiasi possibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso c) dispositivi per la verifica dello stato di isolamento purch la corrente di circolazione non superi 30 mA nelle condizioni pi sfavorevoli. 2.1.3 Non sono ammessi impianti a massa senza ritorno attraverso lo scafo salvo:

2.2

Dispositivi per la verifica dello stato di isolamento verso massa

2.2.1 I dispositivi per il controllo continuo dello stato di isolamento verso massa di tutti i sistemi di distribuzione, devono anche controllare tutti i circuiti, eccetto quelli a sicurezza intrinseca, collegati ad apparecchiature in luoghi pericolosi o che attraversano tali luoghi. I dispositivi devono fornire una segnalazione di allarme ottica ed acustica, in una postazione presidiata, in caso di livello di isolamento eccessivamente basso.

2.3

Ventilazione meccanica dei luoghi pericolosi

2.3.1 I motori elettrici dei ventilatori per la ventilazione di locali pericolosi devono essere sistemati esternamente alle condotte di ventilazione. 2.3.2 A soddisfazione della Societ, possono essere ubicati entro le condotte di ventilazione i motori dei ventilatori purch siano di tipo certificato di sicurezza e siano provvisti di una custodia addizionale (avente grado di protezione almeno IP 44) che impedisca al flusso daria entro la condotta di colpire direttamente la custodia del motore.

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177

Parte E, Cap 7, Sez 5

2.3.3 I materiali utilizzati per i ventilatori e le loro casse devono essere in accordo con quanto specificato in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.4].

2.4
2.4.1

Precauzioni per gli impianti elettrici 3.1


Precauzioni contro le infiltrazioni di gas o vapori

Norme particolari per le navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit superiore a 60C
Prodotti non riscaldati e prodotti riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15 C dal loro punto di infiammabilit

Deve essere impedito, mediante opportuni accorgimenti, a soddisfazione della Societ, che gas o vapori possano passare da un locale pericoloso ad un altro locale attraverso le aperture per il passaggio dei cavi o attraverso le loro condotte.

3.1.1 Per gli impianti di alimentazione e per i dispositivi per la verifica dello stato di isolamento a massa si applicano le prescrizioni di cui in [2.1] e [2.2]. 3.1.2 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 2 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

2.5

Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi

3.2

2.5.1 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 1 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati. 2.5.2 Le apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza devono avere al minimo il gruppo di esplosione IIA e la classe di temperatura T3 nel caso di navi adibite al trasporto di greggio o altri prodotti petroliferi. Altre caratteristiche potrebbero essere necessarie per prodotti pericolosi diversi dai suddetti. 2.5.3 I locali chiusi o parzialmente chiusi (non contenenti sorgenti di pericolo) aventi aperture dirette, comprese quelle per la ventilazione su un qualsiasi luogo pericoloso, devono essere considerati luoghi pericolosi allo stesso modo dello spazio verso cui posizionata lapertura. Le apparecchiature elettriche devono soddisfare le norme degli spazi o dei locali ai quali lapertura d accesso.
Nota 1: Per le aperture, gli accessi e le condizioni di ventilazione che possono avere influenza sullestensione dei luoghi pericolosi, vedere la Pubblicazione IEC 60092-502.

Prodotti riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit

3.2.1 Per gli impianti di alimentazione ed i dispositivi per la verifica dello stato di isolamento a massa si applicano le prescrizioni di cui in [2.1] e [2.2]. 3.2.2 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 3 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

3.3

Prodotti riscaldati ad una temperatura superiore al loro punto di infiammabilit

3.3.1 Si applicano le prescrizioni di cui in [2].

4
4.1

Norme particolari per le navi cisterna FLS


Generalit, luoghi pericolosi e tipi di apparecchiature

4.1.1 Si applicano le prescrizioni di cui in Cap 8, Sez 10.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Tabella 1 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi per navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit inferiore od uguale a 60C (1/7/2003)
Luoghi pericolosi Zona 0 Spazi N 1 Descrizione Linterno delle cisterne del carico, le cisterne per residui (slop tanks), qualsiasi tubolatura per il controllo della pressione delle cisterne del carico o altri impianti di sfogo gas per le cisterne del carico e le cisterne residui, le tubolature e gli impianti contenenti il carico o che sviluppano gas o vapori infiammabili. Spazi vuoti al di sopra, al di sotto o adiacenti a cisterne o depositi strutturali per il carico. a) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi elettrici e componenti (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) apparecchi particolarmente progettati e certificati dallautorit competente per lutilizzo nella Zona 0. Apparecchiature elettriche

Zona 1

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi elettrici e componenti (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione.

Zona 1

Stive contenenti le cisterne o i depositi indipendenti per il carico.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso; e) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ; f) cavi elettrici attraversanti detti locali.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 4 Descrizione Intercapedini e cisterne di zavorra permanenti (per esempio zavorra segregata) adiacenti alle cisterne del carico.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. In compartimenti che possono essere riempiti con acqua di mare (p.e. cisterne di zavorra permanente) devono essere impiegati tubi di materiale resistente alla corrosione che forniscano una adeguata protezione meccanica.

Zona 1

Locali pompe del carico.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto g); e) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione. Limpianto di illuminazione normale deve essere interbloccato con la ventilazione in modo che esso non possa essere messo in funzione senza ventilazione. Un guasto dellimpianto di ventilazione non deve causare la perdita dellilluminazione. Limpianto di illuminazione di emergenza, se previsto, non deve essere interbloccato; f) indicatori ottici e/o acustici di tipo certificato di sicurezza (p.e. per lallarme generale, per lallarme di immissione dellagente estinguente, ecc.);

g) sensori di tipo certificato di sicurezza per impianti di rivelazione gas. h) cavi elettrici diversi da quelli di alimentazione degli apparecchi di illuminazione e da quelli dei circuiti a sicurezza intrinseca se necessario che attraversino il locale pompe del carico. Essi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunti stagni ai gas.

180

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 6 Descrizione Locali chiusi o parzialmente chiusi, immediatamente sovrastanti le cisterne del carico (p.e. spazi di interponte) o aventi paratie in prosecuzione verso lalto di paratie di cisterne del carico, a meno che non siano protette da una lamiera diagonale a soddisfazione della Societ.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali; f) negli spazi di interponte immediatamente sovrastanti le cisterne del carico, qualsiasi apparecchiatura elettrica diversa da quella di cui ai punti (a), (b), (c) e (d), purch sia ubicata entro un compartimento: ventilato meccanicamente in modo adeguato, accessibile solamente dal ponte sovrastante, il cui pavimento sia separato dalle cisterne del carico da una intercapedine, le cui delimitazioni siano stagne agli idrocarburi ed ai gas rispetto alle intercapedini ed agli spazi di interponte.

Zona 1

Locali chiusi o parzialmente chiusi immediatamente sovrastanti i locali pompe o le intercapedini verticali adiacenti alle cisterne del carico, se non separati da un ponte stagno ai gas e ventilati in maniera adeguata.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 8 Descrizione

Apparecchiature elettriche

Locali diversi dalle interca- a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; pedini adiacenti alle b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); cisterne e sottostanti il c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, cielo di queste (p.e. cofani, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circorridoi di passaggio e cuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o stive) cos come i doppi generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme fondi e le gallerie sottorelative. stanti le cisterne del carico. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto f); e) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; f) cavi elettrici attraversanti detti locali; tali attraversamenti costituiranno oggetto di particolare considerazione da parte della Societ, eccetto quelli relativi a cavi associati ad apparecchiature a sicurezza intrinseca.

Zona 1

Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m da qualunque apertura delle cisterne del carico (portelli delle cisterne, portellini di visita, aperture per il lavaggio delle cisterne, aperture per il sondaggio delle cisterne, tubi sonda ecc.), valvole dei collettori del carico, valvole del carico, flange sulle tubolature del carico, ingressi e scarichi della ventilazione dei locali pompe del carico e di altri locali pericolosi chiusi ed aperture per il controllo della pressione nelle cisterne del carico previste per permettere il flusso di piccoli volumi di gas o vapori causato da variazioni termiche.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria "ib" incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); cavi elettrici attraversanti detti spazi. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 10 Descrizione Spazi sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto sopra ed in prossimit delle aperture degli scarichi degli sfoghi per il passaggio di grandi volumi di miscele di gas o vapori durante le operazioni di caricazione e zavorramento o durante la discarica, entro un cilindro verticale di altezza illimitata avente raggio di 6 m centrato in corrispondenza del centro dello scarico, ed entro una semisfera avente raggio di 6 m al di sotto dello scarico. Luoghi su ponti scoperti o entro spazi parzialmente chiusi su ponti scoperti entro 1,5 m dagli accessi al locale pompe del carico, dalle aperture di ventilazione del locale pompe del carico, dalle aperture delle intercapedini o altri spazi di Zona 1.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

11

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

12

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9. Spazi su ponti scoperti entro 3 m dalle mastre antispandimento sistemate attorno ai collegamenti del collettore del carico. Spazi sul ponte scoperto sopra a tutte le cisterne ed a tutti i depositi del carico (comprese tutte le cisterne di zavorra entro la zona delle cisterne e dei depositi per il carico) dove le strutture limitano la ventilazione naturale ed estesi per tutta la larghezza della nave pi 3 m sia avanti la paratia pi a prora delle cisterne del carico che addietro la paratia pi a poppa delle cisterne del carico, fino ad una altezza di 2,4 m sopra il ponte. Compartimenti per le manichette del carico. Locali chiusi o parzialmente chiusi nei quali sono ubicate le tubolature contenenti carico. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9 con leccezione che in tali spazi sono permesse curve di dilatazione.

Zona 1

13

Zona 1 Zona 1

14 15

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 7. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 7.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 2

Spazi N 16 Descrizione Luoghi che circondano per 1,5 m gli spazi di Zona 1 definiti in 9.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche il cui tipo assicura lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche incapsulate ed accettabili dalla Societ.

Zona 2

17

Aree 4 m oltre il cilindro e 4 m oltre la sfera definiti in 10. Luoghi su ponti scoperti che si estendono dalle mastre destinate a trattenere gli spandimenti del ponte lontani dai locali alloggio e di servizio e 3 m oltre questi fino ad una altezza di 2,4 m al di sopra del ponte.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

Zona 2

18

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

184

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 2

Spazi N 19 Descrizione

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16. Spazi sul ponte scoperto sopra a tutte le cisterne ed a tutti i depositi per il carico (comprese tutte le cisterne di zavorra entro la zona delle cisterne e dei depositi del carico) dove la ventilazione naturale non limitata da strutture o altro ed estesi per tutta la larghezza della nave pi 3 m sia avanti la paratia pi a prora delle cisterne del carico che addietro la paratia pi a poppa delle cisterne del carico, fino ad una altezza di 2,4 m sopra il ponte che circondano le aree o gli spazi parzialmente chiusi di Zona 1. Locali a proravia delle zone del ponte esposto di cui in 13 e 19, sottostanti il livello del ponte principale, ed aventi unapertura sul ponte principale o a un livello inferiore a 0,5 m sopra il ponte principale, a meno che: a) gli accessi a tali spazi non siano prospicienti la zona delle cisterne del carico e, unitamente a tutti gli altri accessi a tali locali, compresi le aperture di aspirazione e gli sfoghi per l'impianto di ventilazione, siano situati ad almeno 5 m dalla cisterna per il carico prodiera ed almeno 10 m misurati orizzontalmente da qualunque sbocco delle cisterne per il carico o sbocco di gas o vapori. b) i locali siano meccanicamente ventilati. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

Zona 2

20

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Tabella 2 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi per navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit superiore a 60C non riscaldati o riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15C dal loro punto di infiammabilit
Luoghi pericolosi N Zona 1 1 Spazi Descrizione Allinterno delle cisterne del carico, delle cisterne residui (slop tanks), qualsiasi tubolatura per il controllo della pressione o altro impianto di sfogo gas per le cisterne del carico e quelle per residui, tubi ed apparecchiature contenenti il carico o che sviluppano gas o vapori infiammabili. Locali pompe per il carico. a) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia) o Ex(ib); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia o ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) cavi elettrici attraversanti detti spazi. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. Apparecchiature elettriche

Zona 2

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche il cui tipo assicura lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche per atmosfere gas-aria potenzialmente esplosive con modo di protezione per incapsulamento "m".

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Tabella 3 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi per navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit (1/7/2003)
Luoghi pericolosi N Zona 0 1 Spazi Descrizione Cisterne e depositi per il carico e tubolature per il carico. a) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. a) apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza. a) apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza.

Apparecchiature elettriche

Zona 1 Zona 1

2 3

Locali pompe del carico. Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dalle aperture di accesso o di ventilazione dei locali pompe del carico e di altri locali pericolosi chiusi. Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dalle aperture di accesso o di ventilazione dei locali pompe del carico e di altri locali pericolosi chiusi.

Zona 1

a) apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza.

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187

Parte E, Cap 7, Sez 6

SEZIONE 6

PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 La presente sezione contiene per ciascuna delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker oil tanker, FP>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, FP>60 C le prescrizioni applicabili relative alla protezione contro gli incendi.

Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C, le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1] devono essere sostituite con le seguenti: a) Le cisterne che contengono carico o residui del carico devono essere segregate dai locali di alloggio e di servizio, locali macchine, casse dacqua potabile e cambuse mediante intercapedini o altri spazi simili. b) I doppi fondi adiacenti alle cisterne del carico non possono essere usati come casse del combustibile liquido. c) Devono essere previsti mezzi per mantenere eventuali perdite sul ponte lontane dalle zone di alloggio e di servizio. Vedere anche Sez 2, [2].

3.1.2

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati in Tab 1.

3.2
3.2.1

Aperture

2
2.1

Prescrizioni generali per zone o spazi pericolosi


Sorgenti dignizione

Navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker Su navi con notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker, le aperture nelle pareti perimetrali devono essere sistemate in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2]. Vedere anche Sez 2, [6]. 3.2.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier or FLS tanker, FP>60C Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier or FLS tanker, FP>60 C, le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2] devono essere sostituite con la seguente: Le porte daccesso, le prese daria e le aperture per i locali dalloggio, i locali di servizio e le stazioni di comando non devono essere prospicienti alla zona del carico. Vedere anche Sez 2, [6].

2.1.1 Le zone o spazi pericolosi non devono contenere: motori a combustione interna, turbine a vapore e tubolature di vapore con una temperatura del vapore maggiore di 220 C, altre tubolature e scambiatori di calore con una temperatura del fluido maggiore di 220 C, qualsiasi altra fonte dignizione.
Nota 1: Le zone e gli spazi pericolosi sono definiti in Sez 5.

2.2

Apparecchiature elettriche

2.2.1 Per linstallazione delle apparecchiature elettriche vedere Sez 5.

3.3
3.3.1

Ventilazione

3
3.1

Separazione delle cisterne del carico, aperture e ventilazione


Separazione delle cisterne del carico

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Per le navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker, la ventilazione dei locali sistemati nelle zone del carico soggetta alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3] e delle seguenti: a) I locali sistemati nella zona del carico devono essere ventilati efficacemente. Eccetto quando specificato altrimenti, sono permessi sistemi di ventilazione portatili. I ventilatori devono essere di tipo antiscintilla. b) Gli impianti di ventilazione relativi ai locali delle pompe del combustibile liquido e delle pompe zavorra

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Per navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker, le zone del carico devono essere separate dagli altri spazi in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1]. Vedere anche Sez 2, [2].

3.1.1

188

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 6

sono soggetti alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1], a). Le prese daria devono essere sistemate ad una distanza non inferiore a 3 m dagli scarichi della ventilazione dei locali delle pompe del carico. 3.3.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C

soggetta alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.6], e [4.3] della presente Sezione. 4.2.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C

a) Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C destinate unicamente al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa aventi punto dinfiammabilit maggiore di 100 C, le prescrizioni di cui alla Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3] devono essere sostituite con le seguenti: I locali sistemati entro la zona del carico devono essere efficacemente ventilati. Eccetto quando altrimenti specificato altrimenti, sono permessi sistemi di ventilazione portatili. Il locale delle pompe del carico deve essere ventilato meccanicamente. b) Le navi con notazioni di servizio oil tanker, FP> 60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C destinate al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit uguale a o minore di 100 C sono soggette alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3] ed alle prescrizioni seguenti: gli spazi sistemati entro la zona del carico devono essere ventilati efficacemente. Eccetto quando specificato altrimenti sono permessi sistemi di ventilazione portatili. I ventilatori devono essere del tipo antiscintilla.

Linstallazione di apparecchiature per la rivelazione dei gas su navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C soggetta a: Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.6], e [4.3] della presente Sezione, nel caso di trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit uguale a o minore di 100 C,

nessuna prescrizione nel caso di trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit superiore a 100 C.

4.3

Controllo della concentrazione dei gas di idrocarburi

4.3.1 Deve essere installato un impianto per il controllo continuo della concentrazione dei gas di idrocarburi. Punti di campionatura o testine rivelatrici devono essere sistemate in posizioni opportune al fine di rivelare prontamente perdite potenzialmente pericolose. Una campionatura sequenziale accettabile quando essa dedicata esclusivamente al locale pompe, condotte di estrazione incluse, e il tempo di campionatura ragionevolmente breve. Posizioni idonee possono essere le condotte di estrazione e la parte bassa del locale pompe al di sopra del pagliolato. L'impianto deve dare un allarme se la concentrazione dei gas di idrocarburi supera il 10 % del limite inferiore di infiammabilit (LFL). I segnali di allarme (ottici ed acustici) devono essere previsti nella stazione di controllo del carico e in plancia.
Nota 1: Le prescrizioni del presente punto [4.3.1] non si applicano alle FLS tankers non destinate al trasporto di prodotti che generano gas di idrocarburi. In questo caso gli specifici prodotti trasportati devono essere indicati nelle caratteristiche addizionali di servizio in accordo con le disposizioni di cui in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.5].

Impianti del gas inerte, rivelazione e controllo del gas


Impianti del gas inerte

4.1
4.1.1

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Linstallazione dellimpianto di gas inerte su navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker soggetta alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5]. 4.1.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C, le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5], da a) a d), devono essere sostituite con le prescrizioni seguenti: gli impianti di gas inerte, quando installati, devono essere in accordo con le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 13, [15].

5
5.1

Impianti destinzione incendi


Impianto idrico antincendio
(1/7/2003)

5.1.1

a) Limpianto idrico antincendio per navi con notazione di servizio oil tanker, oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker o FLS tanker, FP>60 C soggetto alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 13, [15] Parte C, Cap 4, Sez 13, [7]. b) Devono essere sistemate valvole dintercettazione sul collettore principale, in corrispondenza della parete frontale del cassero poppiero, in posizione protetta e sul ponte al di sopra delle cisterne, ad intervalli di non pi di 40 m, allo scopo di preservare lintegrit del collettore antincendio nel caso di incendio o esplosione.

4.2
4.2.1

Rivelazione del gas

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Linstallazione delle apparecchiature per la rivelazione del gas su navi con notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker

Regolamenti RINA 2005

189

Parte E, Cap 7, Sez 6

5.2

Protezione della zona delle cisterne del carico


Notazione di servizio oil tanker

5.2.3

5.2.1

Le navi con notazione di servizio oil tanker devono essere provviste di un impianto fisso destinzione a schiuma sul ponte in accordo con le prescrizioni di cui alla Parte C, Cap 4, Sez 13, [14] o di unaltra installazione fissa equivalente. Vedere Parte C, Cap 4, Sez 13, [7.1]. 5.2.2 Notazioni di servizio FLS tanker o FLS tanker, FP>60C (1/7/2003)

Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C o oil tanker, asphalt carrier Navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C o oil tanker, asphalt carrier devono essere provviste di un impianto fisso destinzione a schiuma sul ponte in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 13, [14] o con un impianto fisso equivalente ad eccezione dei casi seguenti: navi di stazza lorda inferiore a 2000 ton, navi adibite solamente al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit maggiore di 100C, purch le cisterne del carico siano munite di coperture di boccaporte in acciaio e di dispositivi di chiusura opportuni per tutte le aperture di scarico dei gas per tutte le altre aperture delle cisterne del carico.

Le navi con notazioni di servizio FLS tanker o FLS tanker, FP>60 C devono essere provviste di un impianto fisso d'estinzione a schiuma sul ponte in accordo con le prescrizioni di cui in [11.3] dell'IBC Code, costruito il 1 luglio 2002 o successivamente, salvo che pu essere accettato una portata inferiore di schiuma sulla base degli esiti di prove di funzionamento. Per le FLS tanker provviste di impianto a gas inerte, pu essere accettata una quantit di liquido schiumogeno sufficiente per la generazione di schiuma della durata di 20 minuti. Il tipo di schiumogeno da utilizzare indicato in App 4, Tab 1. Quando sono considerati accettabili liquidi schiumogeni di tipo "regular", sono accettabili impianti di estinzione incendi a schiuma in accordo con le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 13, [14]. Navi aventi notazioni di servizio FLS tanker o FLS tanker, FP>60 C, costruite prima del 1 luglio 2002 devono essere provviste con un impianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte rispondente alle prescrizioni di cui in [5.2.1].

5.3
5.3.1

Protezione dei locali pompe del carico

Notazione di servizio oil tanker o FLS tanker I locali delle pompe del carico delle navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker devono essere provvisti di un impianto fisso destinzione incendi in accordo con Parte C, Cap 4, Sez 7, [8]. Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C o oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C I locali pompe del carico di navi con notazione di servizio oil tanker, FP>60 C o oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C devono essere provvisti di un impianto fisso destinzione incendi in accordo con Parte C, Cap 4, Sez 7, [8], eccetto quando il carico trasportato ad una temperatura inferiore di almeno 15 C al di sotto del suo punto dinfiammabilit. 5.3.2

Tabella 1 : Documenti da inviare


No 1 2 Documento (1) Schema dellimpianto idrico antincendio nella zona del carico Per limpianto destinzione a schiuma nella zona del carico: schema di sistemazione relazione di calcolo specifica del liquido schiumogeno caratteristiche delle spingarde e delle manichette Per limpianto destinzione incendi nel locale pompe del carico: schema della sistemazione relazione di calcolo Disegni della ventilazione naturale e meccanica con lindicazione di: prese e scarichi daria numero di ricambi daria allora posizione dei comandi dei ventilatori

(1)

Gli schemi devono anche comprendere, se applicabile, gli impianti di comando e controllo (locale ed a distanza) e gli impianti dautomazione

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Parte E, Cap 7, App 1

APPENDICE 1

DISPOSITIVI PER IMPEDIRE IL PASSAGGIO DI FIAMMA NELLE CISTERNE DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

b) aperture destinate ad evitare pressione o vuoto eccessivi durante le operazioni di caricazione, zavorramento e scaricazione (vedere Sez 4, [4.2.2], b)); c) scarichi destinati alle operazioni di degassificazione (vedere Sez 4, [4.3.3]). 1.1.6 I dispositivi devono essere tali da non poter essere sorpassati o bloccati aperti, a meno che essi non siano stati sottoposti, in tali condizioni, alle prove previste in [4]. 1.1.7 La presente Appendice non prende in esame le sorgenti di ignizione quali le scariche elettriche atmosferiche, in quanto mancano informazioni sufficienti alla formulazione di idonei requisiti per i dispositivi stessi. Tutte le operazioni di movimentazione del carico, di pulizia e zavorramento delle cisterne devono essere sospese allavvicinarsi di una tempesta elettrica. 1.1.8 La presente Appendice non prende in esame la possibilit del passaggio di fiamma da una cisterna del carico ad unaltra su navi petroliere dotate di un impianto di sfogo gas in comune per pi cisterne. 1.1.9 Quando richiesto che le aperture di scarico di impianti di degassificazione su navi cisterna, non munite di impianto di gas inerte, vengano protette con dispositivi, essi devono soddisfare alle norme della presente Appendice, tranne che le prove specificate in in [4.2.3] e [4.3.3] non sono richieste. 1.1.10 Alcune delle prove prescritte in [4] della presente Appendice sono potenzialmente pericolose, ma la presente Appendice non intesa a formulare prescrizioni di sicurezza per tali prove.

1.1.1 La presente Appendice relativa alla progettazione, alle prove, allubicazione ed alla manutenzione dei "dispositivi per impedire il passaggio di fiamma nelle cisterne del carico" (nel seguito richiamati semplicemente come "dispositivi") di navi aventi le notazioni di servizio oil tanker o combination carrier, che trasportano greggio e prodotti petroliferi aventi punto di infiammabilit non superiore a 60 C (prova in vaso chiuso) e tensione di vapore Reid inferiore alla pressione atmosferica, e altri prodotti liquidi che presentano rischi di incendio similari. Essa si applica anche a navi aventi la notazione di servizio FLS tanker che trasportano prodotti infiammabili aventi il suddetto punto di infiammabilit. 1.1.2 Le navi aventi le notazioni di servizio oil tanker, combination carrier o FLS tanker dotate di impianto di gas inerte conforme alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 13, [15], devono essere munite di dispositivi che devono soddisfare le norme della presente Appendice ad eccezione di quelle relative alle prove di cui in [4.2.3] e [4.3.3], che non sono richieste. Tali dispositivi devono essere ubicati solamente in corrispondenza delle aperture, a meno che essi non siano stati sottoposti a prova in conformit con quanto previsto in [4.4]. 1.1.3 La presente Appendice si applica ai dispositivi per la protezione delle cisterne del carico contenenti greggio, prodotti petroliferi e prodotti chimici infiammabili. Nel caso di trasporto di prodotti chimici, possono essere usati i fluidi di prova previsti in [4]. Tuttavia, i dispositivi per le navi chimichiere adibite al trasporto di prodotti con MESG inferiore a 0,9 mm devono essere provati con fluidi appropriati.
Nota 1: Per MESG "Maximum Experimental Safe Gap (Massimo gioco di sicurezza sperimentale)", fare riferimento alla Pubblicazione IEC 79-1.

1.2
1.2.1

Definizioni
Premessa

Agli effetti della presente Appendice, si applicano le definizioni di cui ai seguenti paragrafi. 1.2.2 Filtro tagliafiamma

1.1.4 I dispositivi devono essere sottoposti a prove ed ubicati in accordo con la presente Appendice. 1.1.5 I dispositivi sono installati per proteggere: a) aperture destinate ad evitare pressione o vuoto eccessivi causati da variazioni termiche (vedere Sez 4, [4.2.2], a));

Un filtro tagliafiamma un dispositivo per impedire il passaggio di fiamma in accordo con una norma di funzionamento specificata. Il suo elemento tagliafiamma basato sul principio dellassorbimento di calore. 1.2.3 Rete tagliafiamma

Una rete tagliafiamma un dispositivo a maglie metalliche per impedire il passaggio di fiamma causata da un incendio o da unesplosione allaperto in accordo con una norma di funzionamento specificata.

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Parte E, Cap 7, App 1

1.2.4

Velocit della fiamma

2) spegnersi. 2.1.3 Allo scopo di impedire il passaggio di fiamma in una cisterna del carico, i dispositivi devono essere in grado di svolgere una o pi delle seguenti funzioni: a) permettere ai vapori di attraversare il dispositivo senza passaggio di fiamma e senza ignizione dei vapori sul lato protetto, quando il dispositivo soggetto a riscaldamento per un determinato periodo di tempo; b) mantenere lefflusso dei vapori ad una velocit superiore a quella della fiamma relativa ai vapori stessi, qualunque sia la configurazione geometrica del dispositivo, e senza ignizione dei vapori sul lato protetto, quando il dispositivo soggetto a riscaldamento per un determinato periodo di tempo; e c) impedire lingresso di fiamma quando allinterno delle cisterne del carico si verificano condizioni di depressione.

La velocit della fiamma la velocit con la quale la fiamma si propaga in un tubo od in un altro ambiente. 1.2.5 Passaggio di fiamma

Passaggio di fiamma il passaggio della fiamma attraverso un dispositivo. 1.2.6 Valvola ad alta velocit defflusso

Una valvola ad alta velocit defflusso un dispositivo atto ad impedire il passaggio di fiamma, consistente in una valvola meccanica che regola la sezione di passaggio dei gas, in funzione della pressione a monte della valvola stessa, in modo tale che la velocit di efflusso non sia inferiore a 30 m/s. 1.2.7 Valvola di pressione-depressione

Una valvola di pressione-depressione un dispositivo progettato per mantenere la pressione ed il vuoto in un contenitore chiuso entro valori prefissati.
Nota 1: Le valvole di pressione/depressione sono dispositivi atti ad impedire il passaggio di fiamma quando progettati e provati in accordo con la presente Appendice.

2.2

Caratteristiche costruttive

1.3

Manuale distruzioni

2.2.1 Linvolucro esterno o il corpo del dispositivo deve soddisfare ai requisiti di robustezza, resistenza al calore e resistenza alla corrosione simili a quelli relativi alla tubolatura sulla quale esso installato. 2.2.2 I dispositivi devono essere di costruzione tale da permettere una facile ispezione e rimozione degli elementi interni per la loro sostituzione, pulizia o riparazione. 2.2.3 Tutte le giunzioni piane del corpo devono essere completamente lavorate di macchina ed avere contatto metallo su metallo adeguato. 2.2.4 Lelemento tagliafiamma deve essere sistemato nel corpo in modo tale che la fiamma non possa passare tra lelemento ed il corpo stesso. 2.2.5 Tenute elastiche possono essere usate solo se progettate in modo tale che il dispositivo sia ancora in grado di impedire efficacemente il passaggio di fiamma, anche quando esse sono parzialmente o totalmente danneggiate o bruciate. 2.2.6 I dispositivi devono permettere un efficiente drenaggio della condensa senza che la loro efficienza nellimpedire il passaggio di fiamma venga menomata. 2.2.7 I materiali del corpo, dellelemento tagliafiamma e delle guarnizioni devono essere idonei per le pi alte pressioni e temperature alle quali il dispositivo pu essere sottoposto sia in condizioni normali che in quelle specifiche di prova al fuoco. 2.2.8 I dispositivi sistemati allestremit terminale della tubolatura devono essere costruiti in modo tale da dirigere lefflusso dei vapori verticalmente verso lalto. 2.2.9 I mezzi di fissaggio essenziali per il funzionamento del dispositivo, cio i bulloni ecc, devono essere protetti contro lallentamento.

1.3.1 Il Costruttore deve fornire una copia del manuale distruzioni, che deve essere tenuto a bordo della nave cisterna e deve contenere: a) istruzioni per linstallazione;

b) istruzioni operative; c) prescrizioni per la manutenzione, compresa la pulizia (vedere [2.3.3]); d) copia dei rapporti del laboratorio indicati in [4.6]; e e) dati delle prove defflusso, comprese le portate defflusso a pressione positiva e negativa, la sensibilit operativa, la resistenza al flusso e la velocit.

2
2.1

Progettazione dei dispositivi


Principi

2.1.1 In funzione del loro servizio e della loro ubicazione, i dispositivi devono proteggere contro la propagazione di: a) fiamme in movimento; e/o b) fiamme stazionarie di vapori premiscelati a seguito dellignizione dei vapori, qualunque ne sia la causa. 2.1.2 Quando vapori infiammabili, uscenti da unapertura, vengono accesi, si possono verificare le seguenti situazioni: a) con bassa velocit di efflusso dei vapori la fiamma pu: 1) propagarsi allinterno; o 2) stabilizzarsi come se lapertura fosse un bruciatore; b) con alta velocit di efflusso dei vapori la fiamma pu: 1) bruciare ad una certa distanza sopra lapertura; o

192

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Parte E, Cap 7, App 1

2.2.10 Devono essere previsti mezzi per accertare che le valvole si aprano facilmente senza rimanere in posizione aperta. 2.2.11 I dispositivi nei quali larresto della fiamma viene ottenuto mediante il funzionamento di una valvola e che non sono muniti di filtri tagliafiamma (p.e. valvole ad alta velocit di efflusso) devono avere una larghezza della zona di contatto del seggio della valvola non inferiore a 5 mm. 2.2.12 I dispositivi devono essere resistenti alla corrosione, in conformit con quanto previsto in [4.5.1]. 2.2.13 Gli elementi, le guarnizioni e le tenute devono essere di materiale resistente sia allazione dellacqua di mare che a quella dei prodotti trasportati. 2.2.14 Linvolucro esterno od il corpo devono essere in grado di superare la prova di pressatura idrostatica richiesta in [4.5.2]. 2.2.15 I dispositivi sistemati lungo la tubolatura devono essere in grado di resistere, senza danneggiamenti o deformazioni permanenti, alla pressione interna di detonazione quando sono sottoposti a prova in conformit a quanto previsto in [4.4]. 2.2.16 La progettazione dei dispositivi deve prevedere un controllo di qualit durante la produzione in modo da garantire la corrispondenza delle loro caratteristiche al prototipo sottoposto alle prove previste dalla presente Appendice.

2.3.3 I dispositivi devono essere progettati e costruiti in modo da ridurre al minimo le conseguenze dellintasamento nelle normali condizioni operative. Il manuale di istruzioni del costruttore deve contenere, per ciascun dispositivo, istruzioni circa i metodi di pulizia e per stabilire quando la pulizia stessa necessaria. 2.3.4 I dispositivi devono essere in grado di funzionare in condizioni di gelo. I dispositivi muniti di mezzi di riscaldamento tali che la temperatura della superficie possa superare gli 85 C, devono essere sottoposti alle prove alla massima temperatura operativa. 2.3.5 I dispositivi basati sul mantenimento di una velocit di efflusso minima devono aprirsi in modo da realizzare immediatamente una velocit di efflusso di 30 m/s e devono mantenere almeno tale velocit a tutte le portate e, quando il flusso di gas interrotto, devono chiudersi in modo da mantenere questa velocit minima fino alla completa chiusura della valvola. 2.3.6 Per le valvole ad alta velocit di efflusso deve essere considerata la possibilit di involontario e dannoso martellamento che pu portare al danneggiamento e/o allavaria delle valvole stesse, al fine di eliminarlo.
Nota 1: Per martellamento si intende una rapida completa apertura/chiusura non prevista dal fabbricante durante il funzionamento normale.

2.4

Reti tagliafiamma

2.4.1 Le reti tagliafiamma devono:

2.3

Caratteristiche di funzionamento

2.3.1 I dispositivi devono essere sottoposti alle prove specificate in [4.5] ed essere successivamente in grado di superare le pertinenti prove da [4.2] a [4.4], come appropriato.
Nota 1: La prova di resistenza alle fiamme stazionarie specificata in [4.2.3] non richiesta per dispositivi di estremit da installare solamente allo sbocco allatmosfera di aperture di cisterne inertizzate. Nota 2: Quando cuffie, cappellotti contro lingresso degli agenti atmosferici, deflettori, ecc. sono previsti per i dispositivi ubicati allestremit degli sfoghi gas, le prove descritte in [4.2] devono essere effettuate con tali accessori in loco. Nota 3: Quando lo scarico allatmosfera non viene effettuato attraverso un dispositivo ubicato allestremit dello sfogo gas secondo Nota 2, o attraverso un dispositivo resistente alla detonazione secondo [3.2.2], il dispositivo ubicato lungo la tubolatura deve essere sottoposto a prova specifica, includendo tutti i tubi, raccordi a T, curve, cuffie, cappellotti contro lingresso degli agenti atmosferici ecc, che possono essere sistemati tra il dispositivo stesso e latmosfera. La prova deve consistere in una prova di resistenza al passaggio di fiamma di cui in [4.2.2] e, se per una data installazione possibile la permanenza di una fiamma stazionaria in corrispondenza del dispositivo stesso, la prova deve comprendere anche la prova di resistenza alle fiamme stazionarie di cui in [4.2.3].

a) essere progettate in modo da non poter essere inserite impropriamente sullapertura; b) essere saldamente sistemate sullapertura in modo che la fiamma non possa aggirare la rete stessa; c) essere conformi alle prescrizioni della presente Appendice. La prova specificata in [4.2.3] non richiesta per le reti tagliafiamma sistemate sulle aperture di entrata aria per depressione, attraverso le quali non possa esservi fuoriuscita di vapori; d) essere protette contro i danneggiamenti meccanici.

2.5

Marcatura dei dispositivi

2.5.1 Su ciascun dispositivo devono essere indicati, con marcatura permanente o su targhetta in acciaio inossidabile o altro materiale resistente alla corrosione fissata in modo permanente, i seguenti dati: a) nome del fabbricante o marchio di fabbrica; b) versione, tipo, modello, od altra designazione data dal fabbricante del dispositivo; c) dimensioni dellapertura per la quale il dispositivo approvato; d) posizione di installazione per la quale il dispositivo stato approvato con lindicazione della massima o minima lunghezza delleventuale tubolatura che pu essere sistemata tra il dispositivo e latmosfera; e) direzione del flusso dei vapori attraverso il dispositivo;

2.3.2 Le caratteristiche di funzionamento quali la portata in condizioni sia di pressione che di depressione, la rispondenza operativa, la resistenza dellefflusso e la velocit devono essere dimostrati mediante idonee prove.

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193

Parte E, Cap 7, App 1

f)

indicazione del laboratorio che ha effettuato le prove e del numero del relativo rapporto; e

di bordo di raggiungere i dispositivi situati ad una altezza sul ponte superiore a 2 m.

g) indicazione che il dispositivo conforme alle prescrizioni della presente Appendice.

4
4.1

Procedure per le prove di tipo


Principi

Dimensionamento, ubicazione ed installazione dei dispositivi


Dimensionamento dei dispositivi

3.1

4.1.1 Le prove devono essere effettuate da un laboratorio riconosciuto dalla Societ. 4.1.2 Ciascuna dimensione di ciascun modello di dispositivo deve essere sottoposta alle prove di tipo. Tuttavia, nel caso di filtri tagliafiamma le prove possono essere limitate alla dimensione pi piccola, alla dimensione pi grande e ad una dimensione intermedia scelta dalla Societ. I dispositivi devono avere le stesse dimensioni e le tolleranze pi sfavorevoli previste in produzione. Qualora il dispositivo sottoposto alle prove venga modificato nel corso delle prove stesse, le prove devono essere ripetute dallinizio. 4.1.3 Le prove descritte nel presente Articolo [4] che prevedono luso di vapori di benzina (distillato di petrolio senza piombo consistente essenzialmente di composti di idrocarburi alifatici con un punto di ebollizione approssimativamente compreso nel campo 65 C 75 C), di vapori di esano commerciale, o di propano commerciale, come appropriato, sono idonee per tutti i dispositivi che proteggono le cisterne contenenti atmosfere infiammabili dei prodotti ai quali si fa riferimento in Sez 1, [1.1.1]. Quanto sopra non preclude limpiego di vapori di benzina o di vapori di esano commerciale per tutte le prove indicate nel presente Articolo [4]. 4.1.4 A conclusione delle prove il dispositivo non deve evidenziare danneggiamenti meccanici che compromettano le prestazioni originali. 4.1.5 Prima di iniziare le prove devono essere tarate le seguenti apparecchiature, come appropriato: a) misuratori di concentrazione dei vapori; b) termometri;

3.1.1 Per la determinazione delle dimensioni dei dispositivi, al fine di evitare eccessive pressioni o depressioni nelle cisterne del carico durante le operazioni di caricazione e di scaricazione, si deve effettuare un calcolo delle cadute di pressione. Devono essere tenuti in considerazione i seguenti parametri: a) portata di caricazione e di scaricazione; b) sviluppo di vapori; c) caduta di pressione attraverso i dispositivi, tenendo conto del coefficiente di resistenza; d) caduta di pressione nella tubolatura di sfogo gas; e) pressione di apertura dello sfogo gas nel caso di valvole ad alta velocit di efflusso, e f) massa volumica della miscela satura di aria e vapori di idrocarburi;

g) eventuali intasamenti dei filtri tagliafiamma; il calcolo delle cadute di pressione nellimpianto deve essere effettuato considerando il 70% delle caratteristiche nominali.

3.2
3.2.1

Ubicazione ed installazione dei dispositivi


Generalit

a) I dispositivi devono essere ubicati allo sbocco allatmosfera dello sfogo gas, a meno che essi non siano stati sottoposti a prove ed approvati per essere installati lungo la tubolatura. b) Dispositivi destinati ad essere installati lungo la tubolatura non possono essere ubicati allo sbocco allatmosfera, a meno che essi non siano stati anche sottoposti alle prove previste ed approvati per quella posizione. 3.2.2 Dispositivi resistenti alla detonazione

c) misuratori di portata; d) misuratori di pressione e e) dispositivi per la registrazione del tempo. 4.1.6 Nel corso delle prove devono essere registrati i seguenti parametri, come appropriato: a) concentrazione di combustibile nella miscela infiammabile; b) temperatura della miscela infiammabile di prova allentrata del dispositivo e

Quando vengono installati dispositivi resistenti alla detonazione, come dispositivi ubicati lungo la tubolatura con sbocco allatmosfera, essi devono essere situati ad una sufficiente distanza dallestremit terminale aperta della tubolatura stessa, in modo da impedire la possibilit di permanenza di fiamme stazionarie in corrispondenza del dispositivo. 3.2.3 Accesso ai dispositivi

c) portata di miscela infiammabile di prova, quando applicabile. 4.1.7 Il passaggio di fiamma deve essere rilevato registrando, ad esempio, la temperatura, la pressione o lemissione di luce con idonei sensori sistemati sul lato protetto del dispositivo; in alternativa il passaggio di fiamma pu essere registrato su video-nastro.

Per facilitare la manutenzione, la riparazione e lispezione, devono essere previsti mezzi che permettano al personale

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Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 1

4.2

Procedure di prova dei filtri tagliafiamma sistemati allo sbocco allatmosfera

dispositivi di cui in [2.3.1] Nota 3, il filtro tagliafiamma deve essere posizionato in modo da riflettere il suo orientamento finale. b) Le fiamme stazionarie devono essere ottenute usando la miscela aria/vapori di benzina di massima combustibilit o la miscela aria/vapori di esano commerciale di massima combustibilit con lausilio di una fiamma pilota mantenuta continuamente accesa o di un accendino a scintilla mantenuto continuamente in funzione allo sbocco. Il gas di prova deve essere introdotto a monte del contenitore indicato nella Fig 1. Mantenendo la concentrazione della miscela infiammabile al valore sopra indicato, variando la portata, il filtro tagliafiamma deve essere riscaldato fino a raggiungere la massima temperatura ottenibile sul lato carico del dispositivo. Le temperature devono essere misurate, ad esempio, in corrispondenza del lato protetto della matrice del filtro assorbente il calore della fiamma (o in corrispondenza del seggio della valvola nel caso di prove di valvole ad alta velocit di efflusso eseguite in conformit al punto [4.3]). Si considera raggiunta la massima temperatura ottenibile quando laumento di temperatura non supera 0,5 C al minuto, per un periodo di dieci minuti. Questa temperatura deve essere mantenuta per un periodo di dieci minuti dopo di che si arrester il flusso e si osserveranno le condizioni. La temperatura del fluido di prova deve essere compresa tra 15 C e 40 C. Nel caso in cui non avvenga alcun incremento di temperatura deve essere trovata una pi adeguata posizione per il sensore di temperatura, tenendo conto della posizione della fiamma stazionaria, come memorizzata visivamente, durante la prima parte della prova. Devono essere considerate posizioni che richiedono di realizzare piccoli fori nelle parti fisse del filtro. Qualora la modifica della posizione del sensore di temperatura non dia alcun risultato, il detto sensore deve essere sistemato in corrispondenza del lato a valle del filtro vicino alla fiamma stazionaria. Qualora insorgano difficolt nel realizzare condizioni di temperatura stazionaria (per valori elevati della temperatura stessa) deve essere seguito il seguente criterio: utilizzando il flusso che ha prodotto la temperatura massima durante le precedenti fasi di prova, le fiamme stazionarie devono essere mantenute per un periodo di due ore dal momento in cui si stabilito il detto flusso. Dopo tale periodo si arrester il flusso e si osserveranno le condizioni. Durante tale prova non deve verificarsi passaggio di fiamma. 4.2.4 Caso in cui una valvola pressione/vuoto integrata con un filtro tagliafiamma

4.2.1 Impianto di prova Limpianto di prova deve consistere in una apparecchiatura per la produzione della miscela esplosiva, un piccolo serbatoio con diaframma, un prototipo del filtro tagliafiamma con flangia di accoppiamento, un sacco di plastica ed una fonte di ignizione in tre posizioni (vedere Fig 1). Impianti di prova diversi possono essere impiegati purch le prove richieste nel presente Articolo [4] possano essere eseguite a soddisfazione della Societ.
Nota 1: Le dimensioni del sacco di plastica dipendono da quelle del filtro tagliafiamma. Per filtri tagliafiamma normalmente usati sulle navi cisterna, il sacco di plastica pu avere una circonferenza di 2 m, una lunghezza di 2,5 m ed uno spessore di 0,05 mm. Nota 2: Al fine di evitare che residui del sacco di plastica ricadano sul dispositivo provato dopo lignizione della miscela combustibile/aria, pu essere utile montare un telaio grossolano di filo metallico attraverso il dispositivo entro il sacco di plastica. Il telaio deve essere costruito in modo tale da non interferire con il risultato della prova.

4.2.2

Prova di resistenza al passaggio della fiamma

La prova di resistenza al passaggio di fiamma deve essere eseguita con le seguenti modalit. a) Il serbatoio, il filtro tagliafiamma ed il sacco di plastica (vedere [4.2.1]) che avvolge il prototipo del filtro devono essere riempiti in modo tale che il loro volume contenga la miscela aria/propano di massima combustibilit (Vedere Pubblicazione IEC - 79/1). La concentrazione della miscela deve essere verificata mediante un appropriato controllo della composizione dei gas nel sacco di plastica. Per le prove da effettuarsi sui dispositivi di cui in [2.3.1] Nota 3, il sacco di plastica deve essere sistemato allo sbocco allatmosfera. Devono essere previste tre fonti di ignizione lungo lasse del sacco, una vicina al filtro tagliafiamma, unaltra il pi lontano possibile e la terza in posizione intermedia tra le due precedenti. Le tre fonti devono essere accese in successione, due volte in ciascuna delle tre posizioni richieste. La temperatura del fluido di prova deve essere compresa tra 15 C e 40 C. b) Nel caso in cui si verifichi passaggio di fiamma, il diaframma sulla cisterna viene rotto dallesplosione interna e ci udibile e visibile dalloperatore in seguito alla fuoriuscita di fiamma. Sensori rivelatori di fiamma, calore e pressione possono essere usati in alternativa al diaframma che scoppia. 4.2.3 Prova di resistenza alle fiamme stazionarie

La prova di resistenza alle fiamme stazionarie deve essere effettuata, in aggiunta alla prova di resistenza al passaggio di fiamma, per i filtri tagliafiamma destinati alle aperture attraverso le quali si pu prevedere fuoriuscita di vapori infiammabili. a) Pu essere impiegato lo stesso impianto di prova di cui in [4.2.1], senza sacco di plastica. Il filtro tagliafiamma deve essere installato in modo che lefflusso della miscela sia verticale. In questa posizione la miscela deve essere incendiata. Per la prova da effettuarsi sui

Nei casi in cui una valvola pressione/vuoto integrata con un filtro tagliafiamma, la prova di resistenza al passaggio di fiamma deve essere effettuata con la valvola pressione/vuoto bloccata aperta. Qualora non vi sia alcun elemento addizionale che assorba calore, integrato nella valvola lato pressione, la valvola stessa deve essere considerata e provata come valvola ad alta velocit di efflusso in conformit a quanto indicato in [4.3].

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Parte E, Cap 7, App 1

4.3

Prove delle valvole ad alta velocit defflusso

impianti di prova appropriati. Impianti diversi possono essere usati purch le prove possano essere eseguite a soddisfazione della Societ.

4.3.1 Impianto di prova Limpianto di prova deve essere in grado di fornire le portate richieste. Nelle Fig 2 e Fig 3 sono riportati gli schemi di Figura 1 : Impianto di prova per prova di resistenza al passaggio della fiamma

3 1

(1): Diaframma a rottura di plastica (2): Ingresso della miscela esplosiva (3): Serbatoio (4): Dispositivo di arresto della fiamma (5): Sacco di plastica (6): Fonte dignizione

196

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Parte E, Cap 7, App 1

Figura 2 : Piano schematico dellimpianto di prova per le valvole ad alta velocit defflusso (unicamente prove di resistenza alla fiamme stazionarie)

1 11

ARIA

MISCELA aria/vapori

10 9 15

12 13

13 5 4 VAPORI

2 3

8 14

N2

VAPORE ACQUEO

6 BENZINA

CONDENSATO

(1): Ventilatore a velocit variabile (2): Indicatore di portata volumetrica (3): Tubo (diametro=500 mm, lunghezza=30 m) (4): Tubo riscaldato per i vapori (5): Sorpasso dellaria (6): Evaporatore e serbatoio benzina (7): Sorpasso miscela aria vapori (8): Fluidi estinguenti (9): Valvola automatica di comando e ad azionamento rapido (10): Filtro tagliafiamma a nastro increspato con sensori di temperatura per la protezione dellimpianto di prova (11): Valvola ad alta velocit di efflusso da provare (12): Rivelatore di fiamma (13): Diaframma a rottura (14): Indicatore di concentrazione (15): Serbatoio

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Parte E, Cap 7, App 1

Figura 3 : Impianto di prova per gli sfoghi gas ad alta velocit defflusso

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(1): Fonte di ignizione primaria (2): Fonte di ignizione secondaria (3): Rubinetti (4): Portello di antiesplosione (5): Alimentazione del gas (6): Rivelatore del passaggio di fiamma (7): Registratore grafico (8): Misuratore di flusso (9): Ventilatore (10): Serranda e linea di sorpasso per le basse portate (11): Manometro (12): Analizzatore del gas (13): Valvola ad alta velocit di efflusso da provare

4.3.2 Prova di efflusso La prova di efflusso deve essere effettuata per le valvole ad alta velocit di efflusso usando aria compressa o gas alle predeterminate portate. Devono essere registrati i seguenti parametri: a) la portata. Quando per la prova usata aria od un gas in luogo dei vapori dei prodotti per i quali il dispositivo destinato, la portata ottenuta deve essere corretta per riferirla alla massa volumica dei vapori di tali prodotti; b) la pressione prima dellapertura della valvola. La pressione nella cisterna di prova sulla quale il dispositivo installato non deve avere un incremento maggiore di 0,01 MPa al minuto; c) la pressione di apertura della valvola; d) la pressione di chiusura della valvola; e) la velocit di efflusso allo sbocco. Essa non deve essere inferiore a 30 m/s per tutto il tempo durante il quale la valvola rimane aperta. 4.3.3 Prove di sicurezza contro il passaggio della fiamma Le seguenti prove di sicurezza contro il passaggio di fiamma devono essere effettuate, tenendo conto di quanto indicato in [2.3.6], impiegando una miscela di vapori di benzina ed aria o di vapore di esano commerciale ed aria che realizza la miscela di massima combustibilit in corri-

spondenza del punto di ignizione. Tale miscela deve essere accesa con lausilio di una fiamma pilota permanente o di un accendino a scintilla allo sbocco. a) La prova di resistenza al passaggio di fiamma nella quale, invece che benzina o esano, pu essere utilizzato propano deve essere effettuata con lo sfogo gas in posizione verticale e poi con lo sfogo gas inclinato di 10 rispetto alla verticale. Per soluzioni particolari dellimpianto di sfogo gas pu essere necessaria lesecuzione di ulteriori prove con lo sfogo gas inclinato in pi di una direzione. In ciascuna di queste prove, che devono essere almeno 50, il flusso di miscela deve essere ridotto fino alla chiusura della valvola ed allestinzione della fiamma. Il lato in depressione di valvole con pi funzioni deve essere sottoposto a prova in conformit con quanto previsto in [4.2.2] con la valvola di depressione mantenuta aperta per tutta la durata della prova stessa, allo scopo di accertare lefficienza del dispositivo installato. b) La prova di resistenza alle fiamme stazionarie deve essere effettuata in conformit a quanto previsto in [4.2.3]. In prosecuzione di questa prova la fiamma sul dispositivo deve essere spenta e quindi, con la fiamma pilota mantenuta accesa, o con un accendino a scintilla in funzione, devono essere fatte uscire, per un periodo di dieci minuti, piccole quantit di miscela di massima combustibilit, mantenendo la pressione a monte della

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Parte E, Cap 7, App 1

valvola al 90% della sua pressione di apertura. Durante il suddetto periodo non deve verificarsi passaggio di fiamma. Per lesecuzione di questa prova devono essere rimossi tenute o seggi morbidi.

4.5

Procedure per le prove funzionali

4.4

Impianto e procedure di prova dei filtri tagliafiamma resistenti alle detonazioni installati lungo le tubolature

4.4.1 Il filtro tagliafiamma deve essere installato ad una estremit di un tubo di lunghezza appropriata e dello stesso diametro della flangia del dispositivo. La flangia opposta del dispositivo deve essere collegata a un tubo avente lunghezza pari a dieci volte il diametro del tubo la cui estremit deve essere chiusa con un sacco di plastica od un diaframma. Il tubo deve essere riempito con una miscela aria/propano di massima combustibilit, che deve quindi essere accesa. Deve essere misurata la velocit di propagazione della fiamma vicino al filtro tagliafiamma. Tale velocit deve avere il valore corrispondente alle condizioni di stabile detonazione.
Nota 1: Le dimensioni del sacco di plastica devono essere almeno 4 m di circonferenza, 4 m di lunghezza, 0,05 mm di spessore.

4.5.1 Prova di resistenza alla corrosione Deve essere effettuata una prova di resistenza alla corrosione. In questa prova il dispositivo completo, comprensivo di un tratto del tubo al quale collegato, deve essere esposto ad uno spruzzo di soluzione di cloruro di sodio al 5%, ad una temperatura di 25 C per un periodo di 240 ore e fatto quindi asciugare per 48 ore. Pu essere effettuata una prova equivalente a soddisfazione della Societ. Al termine della prova tutte le parti mobili devono funzionare correttamente e non devono esservi depositi di corrosione che non possano essere eliminati con il lavaggio. 4.5.2 Prova di pressatura idrostatica Sullinvolucro esterno o sul corpo di un dispositivo campione deve essere effettuata una prova di pressatura idrostatica in accordo con [2.2.15].

4.6

Rapporto del laboratorio

4.6.1 Il rapporto del laboratorio deve comprendere: a) disegni dettagliati del dispositivo; b) tipi di prove effettuate. Se vengono provati dispositivi installati lungo le tubolature, devono essere indicate anche le massime pressioni e velocit rilevate durante la prova; c) informazioni specifiche sugli accessori approvati; d) tipi di prodotti per i quali il dispositivo approvato; e) schemi dellimpianto di prova; f) pressioni di apertura e di chiusura e velocit di efflusso, nel caso di valvole ad alta velocit di efflusso;

4.4.2 Devono essere effettuate tre prove di resistenza alla detonazione, durante le quali non si deve verificare passaggio di fiamma attraverso il dispositivo. Il filtro tagliafiamma non deve risultare danneggiato n evidenziare deformazioni permanenti in alcuna sua parte. 4.4.3 Impianti di prova diversi possono essere impiegati purch le prove possano essere eseguite a soddisfazione della Societ. Uno schema dellimpianto di prova riportato in Fig 4.

g) tutte le altre informazioni riportate sul dispositivo di cui in [2.5].

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Parte E, Cap 7, App 1

Figura 4 : Impianto di prova dei filtri tagliafiamma installati lungo la tubolatura

6 5.2

4 3 0.1 0.1

5.1

SEZIONE A- A

(1): Ingresso della miscela esplosiva (2): Fonte di ignizione; ignizione entro la miscela non fluente (3): Serbatoio (4): Sistema di misura per la velocit della fiamma di una detonazione stabile (5): Dispositivo tagliafiamma sistemato sulla tubolatura; (5.1): Elemento tagliafiamma; (5.2): Smorzatore dellonda durto (6): Sacco di plastica (7): l/d = 100

200

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Parte E, Cap 7, App 2

APPENDICE 2

PROGETTO DEGLI IMPIANTI DI LAVAGGIO CON PETROLIO GREGGIO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

essi possono essere assoggettate e devono essere adeguatamente collegate e sopportate.


Nota 1: Potr essere accettata ghisa grigia nellimpianto dalimentazione del petrolio greggio di lavaggio quandessa in accordo con normative nazionali approvate.

1.1.1 La presente Appendice si applica a navi aventi la notazione oil tanker nelle condizioni di cui in Sez 4, [4.6.1].

1.2

Definizioni

1.2.1 Zavorra allarrivo Ai fini della presente Appendice, zavorra allarrivo significa zavorra pulita come definita in Sez 1, [1.3.4]. 1.2.2 Zavorra alla partenza Ai fini della presente Appendice, zavorra alla partenza significa zavorra di tipo diverso dalla zavorra allarrivo.

2.1.2 Limpianto di lavaggio con petrolio greggio deve essere costituito da tubolature permanentemente installate e deve essere indipendente dal collettore dincendio e da qualsiasi altro impianto diverso dallimpianto per il lavaggio delle cisterne, ad eccezione di sezioni dellimpianto del carico della nave che possono essere incorporate nellimpianto di lavaggio col petrolio greggio purch esse soddisfino le prescrizioni per le tubolature di petrolio greggio. Come eccezione alle prescrizioni precedenti, possono essere permesse per le navi miste petroliere-portarinfusa le seguenti sistemazioni: a) la possibilit di rimozione per le apparecchiature, se necessario, durante il trasporto di carichi diversi dal petrolio greggio, purch quando dette apparecchiature vengono reinstallate, limpianto sia come installato originariamente e sia provata la sua tenuta al petrolio; b) limpiego di manichette flessibili per collegare limpianto di lavaggio con petrolio greggio alle macchinette di lavaggio, se necessario sistemare tali macchinette sulle coperture delle boccaporte delle cisterne del carico. Tali manichette flessibili devono avere collegamenti flangiati, devono essere costruite e provate secondo una norma accettabile dalla Societ, e devono essere compatibili con i compiti che dovranno svolgere. La lunghezza di tali manichette non deve essere maggiore di quella necessaria a collegare le macchinette di lavaggio ad un punto adiacente appena al di fuori della mastra della boccaporta. Tali manichette devono essere sistemate in un deposito appositamente preparato e protetto quando non vengono adoperate. 2.1.3 Devono essere prese misure per impedire sovrapressioni nella tubolatura di alimento di petrolio greggio per il lavaggio. Le valvole di sicurezza sistemate per impedire la sovrapressione devono scaricare sul lato di aspirazione delle pompe di alimento. Possono essere accettati metodi alternativi a soddisfazione della Societ purch essi provvedano un grado equivalente di sicurezza e di protezione dellambiente.
Nota 1: Per impianti muniti esclusivamente di pompe centrifughe progettate in modo tale che la loro pressione non possa superare la pressione di progetto della tubolatura richiesto un sensore di temperatura sistemato nella cassa della pompa che possa azionare un dispositivo di arresto della pompa nel caso di surriscaldamento.

1.3

Manuale operativo e delle apparecchiature

1.3.1 Deve essere inviato alla Societ per conoscenza il manuale operativo e delle apparecchiature relativo allimpianto di lavaggio con petrolio greggio. Tale manuale deve contenere almeno le informazioni seguenti: a) piano schematico dellimpianto di lavaggio con petrolio greggio con lindicazione delle posizioni rispettive delle pompe, tubolature e macchinette di lavaggio relative allimpianto di lavaggio con greggio, b) una descrizione dellimpianto ed un elenco di procedure per controllare che le apparecchiature funzionino soddisfacentemente durante le operazioni di lavaggio col petrolio greggio. Esso deve contenere un elenco dei parametri degli impianti e delle apparecchiature che devono essere controllati, quali pressione nelle tubolature, livelli dossigeno, numero di giri delle macchine, durata dei cicli, ecc. Devono essere inclusi i valori stabiliti per tali parametri. Devono anche essere indicati i risultati delle prove effettuate in accordo con [3.3] ed i valori di tutti i parametri controllati durante tali prove, c) le altre informazioni indicate in [2.1.8], [2.3.2], [2.3.5], [2.4.3] e [3.3.1]. [2.2.2],

2
2.1

Progetto ed installazione
Tubolature

2.1.1 Le tubolature del petrolio greggio per il lavaggio e tutte le valvole inserite nellimpianto dalimento devono essere dacciaio o altro materiale equivalente, devono avere robustezza adeguata per quanto riguarda la pressione a cui

2.1.4 Quando sulle prese da incendio sono sistemate valvole per la pulizia ad acqua delle tubolature di lavaggio delle cisterne, tali valvole devono essere di robustezza ade-

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201

Parte E, Cap 7, App 2

guata e devono essere prese misure affinch tali collegamenti possano essere chiusi con flange cieche quando le tubolature di lavaggio contengono petrolio greggio. In alternativa le valvole delle prese da incendio devono essere isolate dallimpianto di lavaggio con petrolio greggio mediante flange cieche. 2.1.5 Tutti i collegamenti per i manometri o per altra strumentazione devono essere provvisti di valvole dintercettazione adiacenti alle tubolature a meno che gli accessori non siano di tipo autosigillante. 2.1.6 Nessuna parte dellimpianto di lavaggio con petrolio greggio pu entrare nei locali macchine. Quando limpianto di lavaggio delle cisterne munito di riscaldatore a vapore per luso durante il lavaggio con acqua, il riscaldatore deve essere sistemato al di fuori dei locali macchine e deve essere efficacemente isolato durante il lavaggio col petrolio greggio da una doppia valvola dintercettazione o da flange cieche facilmente identificabili. 2.1.7 Qualora sia adoperato un impianto combinato di lavaggio delle cisterne con greggio e acqua, la tubolatura di alimento deve essere progettata in modo tale da poter permettere, per quanto possibile, il drenaggio del petrolio greggio in uno spazio apposito, prima di incominciare il lavaggio con acqua. Tali spazi possono essere casse residui (slop tanks) o altre cisterne del carico. 2.1.8 Le tubolature devono essere di un diametro tale da poter far funzionare contemporaneamente il numero massimo di macchinette di lavaggio prescritte ed indicate nel manuale operativo e delle apparecchiature alla loro pressione e portata di progetto. La sistemazione della tubolatura deve essere tale che il numero richiesto delle macchinette di lavaggio delle cisterne sistemate in ciascuna cisterna in accordo con quanto indicato nel manuale operativo e delle apparecchiature possa essere fatto funzionare simultaneamente. 2.1.9 Le tubolature di alimento di petrolio greggio per il lavaggio devono essere ancorate (collegate solidamente) alle strutture della nave in posizioni appropriate e devono essere previsti mezzi per permettere la libert di movimento nei punti non sopportati per compensare le dilatazioni termiche e le flessioni della nave. Lancoraggio deve essere tale da assorbire qualsiasi colpo dariete senza indebiti movimenti della tubolatura dalimento. Gli ancoraggi devono essere sistemati generalmente in corrispondenza dellestremit pi lontana dallingresso del petrolio greggio nella tubolatura dalimento. Qualora le macchinette di lavaggio siano adoperate come ancoraggio dei branchetti, devono essere previste sistemazioni particolari per ancorare tali branchetti quando le macchinette di lavaggio vengono rimosse per qualsiasi ragione.

2.2

Macchinette per il lavaggio delle cisterne

2.2.1 Le macchinette per il lavaggio col petrolio greggio devono essere montate permanentemente e devono essere di un progetto accettabile dalla Societ. 2.2.2 Le caratteristiche di comportamento di una macchinetta per il lavaggio delle cisterne dipende dal diametro dellugello, dalla pressione di esercizio, dal tipo e dalla tempistica del suo movimento. Ciascuna macchinetta di lavaggio installata deve avere caratteristiche tali da assicurare che la parte di cisterna coperta da tale macchinetta possa essere lavata efficacemente entro il tempo indicato nel manuale operativo e delle apparecchiature. 2.2.3 Le macchinette di lavaggio devono essere sistemate in ciascuna cisterna del carico ed il metodo di sostegno deve essere a soddisfazione della Societ. Qualora le macchinette di lavaggio siano sistemate molto al di sotto del cielo nelle cisterne del carico per scavalcare protuberanze nelle cisterne, deve essere presa in considerazione la necessit di provvedere un supporto addizionale per la macchinetta e per la sua tubolatura dalimentazione. 2.2.4 Ciascuna macchinetta deve poter essere isolata mediante valvole dintercettazione nelle tubolature dalimento. Se per qualche ragione viene rimossa una macchinetta di lavaggio montata sul ponte, deve essere previsto un dispositivo per intercettare la tubolatura dalimentazione del petrolio alla macchinetta per il periodo in cui la macchinetta stessa rimossa. Allo stesso modo devono essere prese misure per intercettare le aperture delle cisterne con lamiere o metodi equivalenti.
Nota 1: Quando pi di una macchinetta immersa collegata alla stessa tubolatura dalimento, pu essere accettabile ununica valvola dintercettazione nella tubolatura dalimento purch possa essere verificata la rotazione della macchinetta sommersa secondo quanto indicato in [2.2.10]

2.2.5 Il numero e la sistemazione delle macchinette di lavaggio delle cisterne deve essere a soddisfazione della Societ. 2.2.6 La posizione delle macchinette dipende dalle caratteristiche descritte in [2.2.2] e dalla configurazione delle strutture interne della cisterna. 2.2.7 Il numero e la sistemazione delle macchinette in ciascuna cisterna del carico deve essere tale che tutte le aree verticali ed orizzontali possano essere lavate o dal getto diretto o da deviazione o spruzzo efficace del getto. Nella valutazione di un grado accettabile di deviazione del getto e degli spruzzi deve essere prestata particolare attenzione al lavaggio delle parti orizzontali rivolte verso lalto e devono essere adoperati i parametri seguenti: a) Per le aree orizzontali del fondo delle cisterne e per la superficie superiore delle traverse o altre travi rinforzate delle cisterne, larea totale schermato al getto diretto da traverse del ponte o del fondo, anguille rinforzate, correnti del fianco o altre simili travi rinforzate non deve essere maggiore del 10% dellarea totale della superficie orizzontale del fondo della cisterna, della superficie superiore dei correnti e delle altre travi rinforzate.

202

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Parte E, Cap 7, App 2

b) Per le aree verticali dei fianchi delle cisterne, larea totale dei fianchi della cisterna schermata al getto diretto dal ponte o dalle traverse del ponte o del fondo, anguille rinforzate, correnti del fianco o altre simili travi rinforzate non deve essere maggiore del 15% dellarea totale dei fianchi della cisterna. In alcune installazioni pu essere necessario considerare la sistemazione di pi di un tipo di macchinette di lavaggio al fine di ottenere una copertura adeguata.
Nota 1: Per quanto riguarda lapplicazione di tale prescrizione, una cisterna residui (slop tank) deve essere considerata come una cisterna del carico.

2.3.2 La capacit delle pompe deve essere sufficiente a provvedere la portata necessaria alla pressione prescritta per il numero massimo delle macchinette che devono funzionare simultaneamente come specificato nel manuale operativo e delle apparecchiature. Oltre a quanto qui sopra prescritto, le pompe devono avere la capacit di alimentare gli eiettori, nel caso in cui sia adottato un impianto con eiettori, in accordo con le prescrizioni in [2.4.2] per esaurire le cisterne. 2.3.3 La capacit delle pompe deve essere tale che le prescrizioni in [2.3.2] possano essere soddisfatte con una qualsiasi pompa non funzionante. Gli impianti di pompe e tubolature devono essere tali che limpianto di lavaggio con petrolio greggio possa essere fatto funzionare efficacemente con una pompa qualsiasi non funzionante. 2.3.4 Il trasporto di diversi tipi di carico non deve impedire il lavaggio delle cisterne con petrolio greggio. 2.3.5 Allo scopo di permettere che il lavaggio con petrolio greggio possa essere eseguito in modo efficace quando la contropressione del terminale di terra minore della pressione richiesta per il lavaggio con il greggio, devono essere prese misure per mantenere una pressione adeguata nelle macchinette di lavaggio secondo quanto indicato in [2.3.2]. Tale prescrizione deve essere soddisfatta con una qualsiasi pompa del carico non funzionante. La pressione dalimentazione minima prescritta per il lavaggio con petrolio greggio deve essere indicata nel manuale operativo e delle apparecchiature. Nel caso in cui non sia possibile ottenere detta pressione minima dalimento, non devono essere eseguite le operazioni di lavaggio col petrolio greggio.

2.2.8 In fase di progetto deve essere utilizzata la procedura seguente minima per determinare larea della superficie della cisterna bagnata dal getto diretto: a) utilizzando un piano strutturale adatto devono essere tracciate delle linee dalla punta della macchinetta a quelle parti della cisterna che si trovino nel campo raggiungibile dai getti; b) quando la configurazione della cisterna considerata complicata dalla Societ, pu essere adoperata una sorgente di luce puntiforme situata in corrispondenza delle punte delle macchinette di lavaggio in un modello in scala della cisterna. 2.2.9 Il progetto delle macchinette di lavaggio montate sul ponte deve essere tale che vi siano dispositivi esterni alla cisterna che indichino la rotazione e larco di movimento delle macchinette stesse, mentre loperazione di lavaggio col petrolio greggio in corso. Qualora le macchinette montate sul ponte siano di tipo non programmabile, con ugelli di tipo doppio, potranno essere accettati mezzi alternativi a soddisfazione della Societ purch sia possibile ottenere un grado di verifica equivalente. 2.2.10 Qualora siano richieste macchinette sommerse, esse devono essere di tipo non programmabile e, allo scopo di verificare le prescrizioni in [2.2.7], deve essere possibile verificare la loro rotazione mediante uno dei metodi seguenti: a) indicatori esterni alla cisterna; b) controllo delle caratteristiche dellandamento del suono della macchinetta, nel qual caso il funzionamento della macchinetta deve essere verificato verso la fine di ciascun ciclo di lavaggio. Quando sulla stessa tubolatura dalimento sono installate due o pi macchinette sommerse, devono essere sistemate valvole in modo tale che il funzionamento di ciascuna macchinetta possa essere verificato indipendentemente dalle altre macchinette sulla stessa tubolatura dalimento; c) degassificazione della cisterna e controllo del funzionamento delle macchinette con acqua durante il viaggio in zavorra.

2.4

Impianto desaurimento

2.4.1 Il progetto dellimpianto per lesaurimento del petrolio greggio dal fondo di ciascuna cisterna del carico deve essere a soddisfazione della Societ. 2.4.2 Il progetto e la capacit dellimpianto di easurimento devono essere tali che il fondo della cisterna nella quale si esegue il lavaggio sia privo di accumuli di petrolio e di sedimenti verso il completamento del processo di lavaggio. 2.4.3 Limpianto di easurimento deve avere una capacit pari ad almeno 1,25 volte la portata totale di tutte le macchinette di lavaggio delle cisterne che sono fatte funzionare simultaneamente durante il lavaggio del fondo delle cisterne del carico come descritto nel manuale operativo e delle apparecchiature. 2.4.4 Dispositivi quali indicatori di livello, sonde manuali, ed indicatori del funzionamento dellimpianto desaurimento descritto in [2.4.8] devono essere previsti onde verificare che il fondo di ciascuna cisterna del carico sia asciutto dopo il lavaggio con petrolio greggio. Devono essere previste sistemazioni adeguate per sondaggi manuali nella zona poppiera della cisterna ed in tre altre posizioni opportune a meno che non siano sistemati mezzi approvati per assicurare in modo efficace che il fondo di ogni cisterna sia asciutto. Ai fini del presente paragrafo, il fondo delle cisterne del carico considerato asciutto quando vi sia

2.3

Pompe

2.3.1 Le pompe che inviano il petrolio greggio alle macchinette per il lavaggio delle cisterne devono essere o pompe del carico o pompe specifiche per questa operazione.

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203

Parte E, Cap 7, App 2

non pi di piccole quantit di petrolio vicino alle aspirazioni di esaurimento senza accumuli di petrolio in altre zone della cisterna. 2.4.5 Devono essere previsti mezzi per drenare tutte le pompe e tubolature del carico al completamento della scaricazione, se necessario mediante collegamento con un dispositivo di esaurimento. Deve essere possibile scaricare il drenaggio delle tubolature e delle pompe in una cisterna del carico o a terra. Per lo scarico a terra, deve essere prevista una tubolatura speciale di piccolo diametro collegata alla valvola esterna della traversa di scaricazione. Larea della sezione di questa tubolatura non deve essere maggiore del 10% della tubolatura principale di scaricazione.
Nota 1: Per le petroliere per il trasporto di petrolio greggio che hanno una pompa individuale collegata ad un impianto individuale di tubolatura in ciascuna cisterna del carico, pu essere considerata lesenzione dalla tubolatura speciale di piccolo diametro prescritta, qualora la quantit totale di petrolio residuo nella cisterna dopo lesaurimento e nella tubolatura dalla cisterna alla traversa di scaricazione sia inferiore a 0,00085 volte il volume della cisterna del carico. La considerazione di cui sopra si applica anche nel caso in cui sia previsto un impianto di pompe del carico sommerse provviste di un dispositivo per levacuazione del petrolio residuo.

per lo zavorramento possano essere drenati in modo sicuro ed efficace dal petrolio, prima di essere adoperati per operazioni di zavorra.

3
3.1

Ispezioni e prove
Visita iniziale

3.1.1 La visita iniziale richiesta in Sez 4, [6.3.2] deve comprendere unispezione completa delle apparecchiature e della sistemazione dellimpianto per il lavaggio con petrolio greggio e deve comprendere, eccetto che nei casi contemplati in [3.3.3], un esame delle cisterne dopo che esse siano state lavate con petrolio greggio ed i controlli aggiuntivi specificati in [3.3.1] e [3.3.2] onde assicurare che lefficienza dellimpianto di lavaggio sia in accordo con le prescrizioni della presente Appendice.

3.2

Tubolature

3.2.1 Le tubolature devono essere sottoposte a prova idrostatica ad una pressione pari a 1,5 volte la pressione desercizio dopo linstallazione a bordo.

2.4.6 Lesaurimento del petrolio nelle cisterne del carico pu essere ottenuto mediante pompe volumetriche, pompe centrifughe autoadescanti, eiettori o altri metodi a soddisfazione della Societ. Qualora una tubolatura desaurimento sia collegata a diverse cisterne, devono essere previsti mezzi idonei ad isolare ciascuna cisterna che non debba essere esaurita in quel particolare momento. 2.4.7 Il trasporto di pi di un tipo di carico non deve impedire la possibilit di lavare le cisterne con il greggio. 2.4.8 Devono essere sistemate apparecchiature idonee a controllare lefficienza dellimpianto desaurimento. Tali apparecchiature devono avere mezzi di lettura a distanza sistemati nella centrale di controllo del carico o in qualche altro locale sicuro, comodo e di facile accesso per lufficiale responsabile delle operazioni di caricazione e di lavaggio con petrolio greggio. Qualora sia prevista una pompa desaurimento, le apparecchiature di controllo devono comprendere o un indicatore di flusso, o un contatore di cicli o un contatore di giri, come appropriato, nonch manometri ai collegamenti di ingresso e di mandata della pompa o equivalente apparecchiatura. Qualora siano previsti eiettori, le apparecchiature di controllo devono comprendere manometri allingresso ed alluscita del fluido dazionamento ed un misuratore di pressione/depressione in corrispondenza della presa daspirazione. 2.4.9 La struttura interna della cisterna deve essere tale che il drenaggio del petrolio in corrispondenza delle bocche daspirazione dellimpianto di esaurimento sia adeguato a soddisfare le prescrizioni in [2.4.2] e [2.4.4].

3.3

Macchinette per il lavaggio delle cisterne

3.3.1 Allo scopo di verificare la pulizia della cisterna ed il progetto con riferimento al numero ed al posizionamento delle macchinette di lavaggio deve essere eseguita unispezione visiva entrando nella cisterna dopo il lavaggio con petrolio greggio, ma prima di un eventuale risciacquo con acqua che potrebbe essere richiesto nel manuale operativo e delle apparecchiature. Il fondo della cisterna da ispezionare pu tuttavia essere lavato con acqua ed esaurito allo scopo di rimuovere qualsiasi residuo di petrolio greggio liquido sul fondo stesso prima della degassificazione necessaria per laccesso. Tale ispezione deve assicurare che la cisterna sia essenzialmente priva di scorie e depositi. Se viene adottata una procedura di lavaggio per la prova specificata in [3.3.2], deve essere utilizzata una cisterna simile non innaffiata. 3.3.2 Per verificare lefficacia delle sistemazioni di esaurimento e drenaggio, deve essere misurata la quantit di petrolio galleggiante sulla superficie della zavorra alla partenza. Il rapporto tra il volume del petrolio greggio sulla superficie dellacqua di zavorra alla partenza ed il volume delle cisterne contenenti tale acqua non deve essere maggiore di 0,00085. Questa prova deve essere eseguita dopo il lavaggio con petrolio greggio ed esaurimento in una cisterna simile in tutti i rispetti alla cisterna esaminata in accordo con [3.3.1], che non sia stata assoggettata a risciacquo con acqua o al lavaggio con acqua se permesso in [3.3.1]. 3.3.3 Quando la Societ convinto che le navi sono simili per tutti gli aspetti rilevanti, le prescrizioni in [3.3.1] e [3.3.2] possono essere applicate ad una nave solamente. Inoltre quando una nave ha una serie di cisterne che sono simili per tutti gli aspetti rilevanti, allora per quella serie di

2.5

Tubolature di zavorra

2.5.1 Qualora non sia previsto un impianto di zavorra separato per zavorrare le cisterne del carico, limpianto deve essere tale che le pompe del carico, i collettori e i tubi

204

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 2

cisterne le prescrizioni in [3.3.1] possono essere applicate ad ununica cisterna della serie solamente.

3.4

Impianto desaurimento

3.4.1 Deve essere prestata particolare cura affinch il drenaggio trasversale e longitudinale sia soddisfacente e ci deve essere verificato durante la visita prescritta in [3.3].

Regolamenti RINA 2005

205

Parte E, Cap 7, App 3

APPENDICE 3

ELENCHI DEI PRODOTTI PETROLIFERI E DELLE SOSTANZE SIMILI A PRODOTTI PETROLIFERI

1
1.1

Applicabilit
Estensione degli elenchi dei prodotti petroliferi e delle sostanze simili a prodotti petroliferi

2
2.1

Elenchi dei prodotti


Elenco dei prodotti petroliferi

1.1.1 Gli elenchi nella presente appendice comprendono i nomi commerciali in inglese: dei prodotti petroliferi, e delle sostanze simili a prodotti petroliferi il cui trasporto alla rinfusa coperto dalle notazioni di servizio oil tanker o oil tanker, flashpoint >60 C o oil tanker, asphalt carrier, secondo le prescrizioni in Sez 1, [1.1.1].

2.1.1 Lelenco in Tab 1 estratto dallAppendice 1 della Convenzione MARPOL 73/78, con leccezione che opinione della Societ che il prodotto naphtha solvent debba essere considerato un prodotto chimico soggetto alle prescrizioni del Capitolo 8. Tale elenco non necessariamente comprensivo di tutti i prodotti petroliferi.

2.2

Elenco delle sostanze simili a prodotti petroliferi

2.2.1 Lelenco in Tab 2 estratto dallInterpretazione unificata 7 dellAnnesso II della Convenzione MARPOL 73/78.

206

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 3

Tabella 1 : Elenco dei prodotti petroliferi


Asphalt solutions Blending stocks Roofers flux Straight run residue Oils Clarified Crude oil Mixtures containing crude oil Diesel oil Fuel oil n 4 Fuel oil n 5 Fuel oil n 6 Residual fuel oil Road oil Transformer oil Aromatic oil (excluding vegetable oil) Lubricating oils and blending stocks Mineral oil Spindle oil Turbine oil Distillates Straight run Flashed feed stocks Gas oil Cracked Gasoline blending stock Alkylates - fuel Reformates Polymer - fuel Gasolines Casinghead (natural) Automotive Aviation Straight run Fuel oil n 1 (kerosene) Fuel oil n 1-D Fuel oil n 2 Fuel oil n 2-D Jet fuels JP-1 (kerosene) JP-3 JP-4 JP-5 (kerosene, heavy) Turbo fuel Kerosene Mineral spirit Naphtha Petroleum Heartcut distillate oil

Tabella 2 : Elenco delle sostanze simili a prodotti petroliferi


Category C substances Aviation alkylates Cycloheptane Cyclohexane Cyclopentane p-Cymene Diethylbenzene Dipentene Ethylbenzene Ethylcyclohexane Heptene (all isomers) Hexane (all isomers) Hexene (all isomers) Isopropyl cyclohexane Methylcyclohexane 2-Methyl-1-pentene Nonane (all isomers) Octane (all isomers) Olein mixtures (C5 - C7) Pentane (all isomers) Pentene (all isomers) 1-Pheny-l-xylylethane Propylene dimer Tetrahydronaphtalene Toluene Xylenes Category D substances Alkyl (C9 - C17) benzenes Diisopropyl naphtalene Dodecane (all isomers) Nota 1: Le sostanze di categoria C e D si riferiscono alle categorie di inquinamento definite nellAnnesso II della MARPOL 73/78.

Regolamenti RINA 2005

207

Parte E, Cap 7, App 4

APPENDICE 4

ELENCO DEGLI EASY CHEMICALS

1
1.1

Applicabilit
Estensione dellelenco degli easy chemicals

trasporto in sicurezza. In tal caso la Societ potrebbe richiedere prescrizioni di sicurezza appropriate. c) Alcuni prodotti chimici appartengono alla categoria dinquinamento D e pertanto sono soggetti a certe prescrizioni operative dellAnnesso II della MARPOL 73/78. d) Le miscele liquide che sono provvisoriamente valutate ricadere sotto le prescrizioni della Regola 3(4) dellAnnesso II della MARPOL 73/78 per quanto riguarda la categoria dinquinamento D, e che non presentano pericoli per la sicurezza, possono essere trasportati secondo le prescrizioni per liquidi nocivi, non altrimenti specificati nella presente Appendice. In modo simile quelle miscele, provvisoriamente valutate non ricadere nelle categorie dinquinamento A, B, C or D, e che non presentano pericoli per la sicurezza, possono essere trasportati secondo le prescrizioni per liquidi non nocivi, non altrimenti specificati nella presente Appendice. e) I prodotti che appartengono alla categoria dinquinamento III non sono soggetti alle prescrizioni dellAnnesso II della MARPOL 73/78 con particolare riguardo a: lo scarico dellacqua di sentina o di zavorra o altri residui o miscele contenenti unicamente tali prodotti, lo scarico in mare di zavorra pulita o segregata.

1.1.1 Lelenco nella presente Appendice comprende i prodotti chimici per i quali lIBC Code non applicabile. Tali prodotti definiti come easy chemicals possono essere trasportati da navi con notazione di servizio FLS tanker o, qualora il loro punto di infiammabilit sia superiore a 60 C, anche da navi con notazione di servizio FLS tanker flashpoint > 60 C. Quando indicato nellelenco, anche permesso che alcuni prodotti siano trasportati da navi con notazione di servizio tanker.

1.2

Pericoli relativi alla sicurezza e allinquinamento

1.2.1 a) I prodotti seguenti sono prodotti chimici che sono stati valutati per quanto riguarda i loro pericoli relativi alla sicurezza e allinquinamento e per i quali stato riscontrato che non presentano rischi di tale ampiezza da richiedere lapplicazione dellIBC Code. Lelenco pu essere adoperato come una guida per la considerazione del trasporto di prodotti chimici alla rinfusa i cui rischi non siano stati ancora valutati. b) Bench i prodotti chimici elencati nella presente Appendice non richiedano lapplicazione dellIBC Code, alcune precauzioni possono essere necessarie per il loro

2
2.1

Elenco degli easy chemicals

2.1.1 Lelenco degli easy chemicals dato in Tab 1. I simboli e le notazioni relativi impiegati in Tab 1 sono indicati in Tab 2.

208

Regolamenti RINA 2005

Tabella 1 : Elenco degli easy chemicals

Nome del prodotto (t/m3)

Regolamenti RINA 2005

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Indicatori di livello Allarme di alto livello Notazione di servizio

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

(a) III D III III III D D III D D III III D D D D D III D Cont Cont T2 T2 Cont T2 Cont T2 IIA IIA IIA IIA Aperti Aperti Aperti NF NF NF 48 33 20 abt 40 Aperti NF O O O O R R R R Aperti >60 O F F F F Aperti NF O Aperti >60 O Aperti >60 O A, B A A A A A A Aperti >60 O N N N N N N N N N Y Y Y Y Aperti >60 O A N Cont <60 R F A Y 32 43 43 8 43 43 20 20 20 20 Aperti >60 O A N 20 Cont da 20 a 60 (1) R F A Y 1,00 1,00 1,50 0,90 1,50 0,86 0,00 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 0,81 0,82 0,81 0,82 Aperti >60 O N 15 1,50 Cont T1 IIA -18 R F A Y 18 0,79 -30 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS FLS>60 FLS FLS>60 FLS FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 T T T T FLS FLS FLS FLS

Acetone

1090

Acrylonitrile-Styrene copolymer dispersion in polyether polyol

Alcoholic beverages, not otherwise specified.

3065

Alcohols (C13+)

n-Alkanes (C10+)

Alkenyl (C11+) amide

Alkyl (C8+) amine, Alkenyl (C12+) acid ester mixture

Alkyl (C9+) benzenes

Alkyldithiodathiadizole (C6 - C24)

Aluminium sulphate solution

Aminoethyldiethanolamine/Aminoethylethanolamine solution

2-Amino-2-hydroxymethyl-1,3 propanediol solution (40% or less)

Ammonium hydrogen phosphate solution

Ammonium polyphosphate solution

Ammonium sulphate solution

n-Amyl alcohol

1105

sec-Amyl alcohol

1105

tert-Amyl alcohol

1105

Amyl alcohol, primary

1105

Parte E, Cap 7, App 4

209

210
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

Parte E, Cap 7, App 4

(a)

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Animal and fish acid oils and distillates, not otherwise specified (n.o.s.), including: Animal acid oil Fish acid oil Lard acid oil Mixed acid oil Mixed general acid oil Mixed hard acid oil Mixed soft acid oil D Aperti >60 O N 34 1,00 -

FLS>60

Animal and fish oils, n.o.s., including: Cod liver oil Lanolin Neatsfoot oil Pilchard oil Sperm oil D Aperti >60 O A, B N 34 III D III Aperti >60 O Aperti >60 Aperti >60 O A A, B Aperti NF O N N N N -

1,00

FLS>60

Apple juice

1,00 1,50 1,50

T FLS>60 FLS>60 FLS>60

Aryl polyolefins (C11 - C50)

Behenil alcohol

Benzenetricarboxylic acid, ester

trioctyl

Brake fluid base mix: (Poly(2-8)alkylene (C2 - C3) glycols / Polyalkylene (C2 - C10) glycols monoalkyl (C1 - C4) ethers and their borate esters D Aperti >60 O III III III D III D Aperti Aperti T1 Aperti T2 Cont T1 Cont T2 IIA IIA IIA Cont T2 IIA Cont 17 29 24 4 >60 >60 >60 R R R O O O

1,50

FLS>60

sec-Butyl acetate

F F F -

A A A A A B, C A

Y Y Y Y N N N

20 20 20 20 99

0,81 0,81 0,79 1,01 1,50 1,12

25 16 -

FLS FLS FLS FLS FLS>60 FLS>60 FLS>60

n-Butyl alcohol

1120

sec-Butyl alcohol

1120

tert-Butyl alcohol

1120

Butylene glycol

Butyl stearate

Regolamenti RINA 2005

gamma-Butyrolactone

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) III D D D III III D III D D III III D D D III D D D Aperti Aperti Cont T1 T3 Aperti Aperti IIA IIB Cont Aperti T2 IIA Aperti >60 >60 57 >60 NF 8 to 60 (4) >60 >60 Aperti NF Aperti NF O O O O R O R O O Aperti >60 O Aperti NF O F F Aperti >60 O >60 A A, B A, B A A, B A, B A B, C A Aperti >60 O A N N N N N N N N N Y N N Y N N Aperti NF O N Aperti >60 O N 22 20 20 43 20 34 40 Aperti >60 O N 1,50 1,50 1,50 0,70 1,50 1,10 1,54 1,50 1,50 1,00 0,95 0,89 1,30 0,94 0,96 1,12 Aperti >60 O N 1,50 Aperti NF O N 1,50 70 25 Aperti NF O N 33 1,50 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) T T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 T T FLS>60 FLS>60 FLS FLS>60 T FLS FLS>60 FLS>60

Calcium carbonate slurry

Calcium hydroxide slurry

Calcium long-chain alkaryl sulphonate (C11 - C50)

Calcium long-chain alkyl phenate sulphide (C8 - C40)

Calcium long-chain alkyl phenolic amine (C8 - C40)

Calcium nitrate / Magnesium nitrate / Potassium chloride solution

epsilon-Caprolactam (molten or aqueous solutions)

Cetyl / Stedryl alcohol

Chlorinated paraffins (C14 - C17) (with 52% chlorine)

Choline chloride solutions

Citric acid (70% or less)

Clay slurry

Coal slurry

Coconut oil fatty acid methyl ester

Cyclohexanol

Decahydronaphthalene

1147

Decylbenzene

Dextrose solution

Diacetone alcohol

1148

Dialkyl (C7-C13) phthalates

Parte E, Cap 7, App 4

Diethylene glycol

211

212
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) D III D III D III III III D D D III D III D D III III Aperti Aperti T2 Aperti Aperti Aperti Aperti >60 >60 >60 >60 >60 >60 Aperti T1 IIA >60 Aperti >60 O O O O O O O O Aperti >60 O Cont T2 IIA 49 R F Aperti NF O A, B, D+C A, B, C A B, C A, B A B, C B, C A Aperti >60 O B, C Aperti >60 O B, C Aperti >60 O A N N N N Y N N N N N N N N N Aperti NF O N 43 34 34 18 34 34 34 32 34 20 34 34 40 Aperti >60 O N Aperti >60 A N Aperti >60 A N 1,50 1,30 0,93 0,99 1,00 1,50 0,81 097 1,50 0,98 0,96 1,50 1,50 0,97 0,99 1,02 Aperti >60 A N Aperti >60 A N Aperti >60 O A N 40 1,50 Aperti >60 A N Aperti >60 A N FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Diethylene glycol butyl ether

Diethylene glycol butyl ether acetate

Diethylene glycol dibutyl ether

Diethylene glycol diethyl ether

Diethylene glycol ethyl ether

Diethylene glycol ethyl ether acetate

Diethylene glycol methyl ether acetate

Diethylene glycol phthalate

Diethylenetriamine pentaacetic acid, pentasodium salt solution

Di-(2-ethylhexyl) adipate

Diheptyl phthalate

Dihexyl phthalate

1,4-Dihydro-9,10-dihydroxy anthracene, disodium salt solution

Diisobutyl ketone

1157

Diisodecyl phthalate

Diisononyl adipate

Diisooctyl phthalate

Diisopropyl naphthalene

Dimethyl polysiloxane

2,2-Dimethylpropane-1,3-diol

Dinonyl phthalate

Dioctyl phthalate

Regolamenti RINA 2005

Dipropylene glycol

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D D III D III III Aperti Aperti >60 O A, B N Aperti NF O N 32 Cont da 43 a 74 (1) R F B, D Y 31 Aperti >60 O B, C N 34 1,50 0,76 1,50 0,86 Aperti >60 O B, C N 1,50 Aperti >60 A, C, D+C -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS T FLS>60 FLS>60

Dipropylene glycol methyl ether

Ditridecyl phthalate

Diundecyl phthalate

Dodecane (all isomers)

Dodecenyl succinic acid, dipotassium salt solution

Dodecyl benzene

Dodecyl xylene

Drilling brines: calcium bromide solution calcium chloride solution sodium chloride solution III Aperti NF D D D III D III D D D D D D Cont Aperti Cont Cont Aperti Aperti T2 IIB Aperti T2 IIA Aperti T2 >60 NF >60 >60 43 da 22 a 40 (2) 42 >60 Cont 12 Cont T2 IIA 13 R R O O O O R R O T3 >60 O Cont T1 IIA -5 R F F F F F Cont T3 IIB 50 R F A A A A A A A A A A, C, D+C B, C

FLS>60

2-Ethoxyethanol

1171

Y Y N Y Y N N N Y Y N

20 34 34 20 34 43 20 34 40 40 40

0,93 0,90 1,03 0,79 1,50 1,32 1,31 1,12 1,50 1,50 0,85 1,10

36 -

FLS FLS FLS>60 FLS FLS FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS>60

Ethyl acetate

1173

Ethyl acetoacetate

Ethyl alcohol

1170

Ethyl propionate

1195

Ethylene carbonate

Ethylenediamine tetraacetic acid tetrasodium salt solution

Ethylene glycol

Ethylene glycol acetate

Ethylene glycol isopropyl ether

Ethylene glycol methyl butyl ether

Ethylene glycol methyl ether

Parte E, Cap 7, App 4

Ethylene glycol phenyl ether

213

214
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

Parte E, Cap 7, App 4

(a) D III D III D III D III III D III III III D D D III D D D III D Aperti Aperti T2 Aperti Aperti IIA Aperti Aperti >60 NF >60 >60 >60 NF Aperti NF Aperti >60 O O O O O O O O Aperti NF O Aperti NF O Aperti >60 O Aperti >60 O A A A A A A B, C Aperti >60 O Aperti T2 IIA >60 O A N N N N N N N N N N N N N N Aperti NF O N Aperti >60 O B, C N 10 20 34 19 4 7 20 20 43 Aperti NF O N 34 Aperti NF O N 1,50 1,50 1,13 1,50 1,26 1,50 1,50 1,50 1,27 1,50 1,50 1,08 1,50 1,50 1,50 0,82 0,92 1,29 Aperti >60 O A N 1,00 Aperti T2 IIA >60 O B, C N 4 0,91 2 18 Aperti NF O A, C, D+C N 41 1,08 Aperti >60 O B, C N 40 1,50 14 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 T T FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T T FLS>60 T FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Ethylene glycol phenyl ether /Diethylene glycol phenyl ether mixture

Ethylene-vinyl acetate copolymer (emulsion)

2-Ethylhexanoic acid

Fatty acids (saturated C13+)

Ferric hydroxyethylethylene diamine triacetic acid, trisodium salt solution

Fish solubles

Formamide

Glucose solution

Glycerine

Glycerine (83%), Dioxanedimethanol (17%) mixture

Glycerol polyalkoxylate

Glyceryl triacetate

Glycine, sodium salt solution

Glyoxal solution (40% or less)

n-Heptanoic acid

Hexamethylenediamine adipate (50% in water)

Hexamethylene glycol

Hexamethylenetetramine solutions

Hexanoic acid

Hexanol

2282

Hexylene glycol

Regolamenti RINA 2005

N-(Hydroxyethyl) ethylenediamine triacetic acid, trisodium salt solution

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D III D III D D III III III D III D Aperti NF O Aperti >60 O A, B Aperti >60 O A Aperti NF O N N N N Cont 22 R F A Y Cont 16 R F A Y 34 20 43 4 34 Aperti T1 >60 O A, B N 18 Cont T2 IIA 10 R F A Y 34 Cont 28 R F A Y 20 0,80 0,87 0,92 0,87 0,78 1,50 1,24 1,50 1,10 Cont 45 (3) R F A Y 20 0,81 Aperti >60 O A N 1,50 17 Aperti >60 O A N 1,50 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS FLS>60 FLS FLS T FLS>60 FLS>60 T

Iso- and cyclo-alkanes (C10-C11)

Iso- and cyclo-alkanes (C12+)

Isoamyl alcohol

1105

Isobutyl alcohol

1212

Isobutyl formate

2393

Isophorone

Isopropyl acetate

1220

Isopropyl alcohol

1219

Kaolin slurry

Lactic acid

Lard

Latex, ammonia (1% or less) inhibited

Latex: carboxylated styrene-butadiene copolymer styrene-butadiene rubber III Aperti NF O III D III III III D III D Cont Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti >60 >60 NF NF >60 >60 >60 Aperti NF O O O O O O R O -

43

1,01

Lignin sulphonic acid, sodium salt solution

A A

N N N N N N Y N

99 -

1,23 1,50 1,00 1,25 1,23 1,50 1,50 1,50

T FLS>60 FLS>60 T T FLS>60 FLS FLS>60

Long chain alkaryl sulphonic acid (C16C60)

Long chain alkylphenate/phenol sulfide mixture

Magnesium chloride solution

Magnesium hydroxide slurry

Magnesium long chain alkaryl sulphonate (C11-C50)

3-Methoxy-1-butanol

Parte E, Cap 7, App 4

3-Methoxybutyl acetate

215

216
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) III D D D D D D D III D III III D D III D D D D D D III D Aperti Cont Cont Aperti Aperti Aperti NF >60 >60 <60 <60 >60 Aperti NF O O O O R R O Cont <60 R Aperti >60 O F F F Aperti >60 O Cont <60 R F A A A A A A A A A Aperti T2 >60 O A Aperti T2 >60 O A Cont T1 IIA 23 R F A Y N N Y N N Y N N N N Y Y N Cont T1 IIA -7 R F A Y Cont 25 (3) R F A Y 18 18 18 9 20 4 Cont 35 (3) R F A Y 18 Cont T1 IIB -10 R F A Y 41 0,74 1,50 1,50 0,80 0,80 0,93 0,96 0,82 1,03 1,45 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 1,00 1,00 1,50 Cont da 123 a 43 (1) R F A Y 1,50 Cont T1 IIA <60 R F A Y 18 0,81 Cont T1 IIA 12 (3) R F A Y 20 0,79 Aperti >60 O A N 34 1,50 Cont T1 IIA -9 R F A Y 34 0,93 FLS FLS>60 FLS FLS FLS FLS FLS FLS FLS FLS FLS>60 FLS>60 FLS FLS>60 FLS>60 FLS T T T FLS>60 FLS FLS FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Methyl acetate

1231

Methyl acetoacetate

Methyl alcohol

1230

Methyl amyl ketone

Methyl butenol

Methyl tert-butyl ether

2398

Methyl butyl ketone

Methyl butynol

Methyl ethyl ketone

1193

Methyl isobutyl ketone

1245

3-Methyl-3-methoxy butanol

3-Methyl-3-methoxy butyl acetate

Methyl propyl ketone

N-Methyl-2-pyrrolidone

Molasses

Myrcene

Naphthalene sulphonic acid/Formaldehyde copolimer, sodium salt solution

Nitrilotriacetic acid, trisodium salt solution

Nonanoic acid (all isomers)

Nonyl methacrylate monomer

Noxious liquid, not otherwise specified, Cat. D

Non-noxious liquid, not otherwise specified, Cat. III

Regolamenti RINA 2005

Octanoic acid (all isomers)

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) III D III D D D III D D III III III D III III III III III III D D Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti T3 IIA >60 >60 >60 >60 >60 >60 >60 Aperti T1 IIA >60 Aperti T6 >60 O O O O O O O O O Aperti T1 IIA >60 O Aperti NF O Aperti >60 O B, C, D+C B, D+C A A A A Aperti >60 O A Aperti >60 O A N N N N N N N N N N N N N N Aperti T3 >60 O B N Aperti >60 O A N 31 33 30 40 Aperti >60 O A N Aperti T2 >60 O B, C N 4 Aperti >60 O B, C, D+C N 0,80 0,90 1,00 1,50 0,90 1,50 1,50 0,82 1,25 0,91 1,50 1,50 1,04 1,27 1,50 1,35 1,50 0,99 0,90 Aperti ? O ? A N 1,50 14 50 49 Aperti >60 O A N 1,50 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60

Octyl decyl adipate

Olefin/Alkyl ester copolymer (molecular mass 2000+)

Olefins (C13+, all isomers)

Oleic acid

Palm oil fatty acid methyl ester

Palm stearin

Paraffin wax

Pentaethylenehexamine

Pentanoic acid

Petrolatum

Polyaluminium chloride solution

Polybutene

Polyether (molecular mass 2000+)

Polyethylene glycol

Polyethylene glycol dimethyl ether

Polyglycerin, sodium salt solution (containing less than 3% sodium hydroxide)

Polyglycerol

Poly (4+) isobutylene

Polyolefin (molecular mass 300+)

Polyolefin amide alkeneamine (C28+)

Polyolefin amide alkeneamine borate (C28-C250)

Parte E, Cap 7, App 4

217

218
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

Parte E, Cap 7, App 4

(a) III D D D D III III D III D III III III D D D D III D D III III III D D Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti >60 NF NF NF >60 >60 >60 Aperti NF Aperti NF Cont >36 (1) R O O O O O O O O O Cont <60 R Cont 33 R F F F Aperti T2 IIA >60 O Aperti >60 O B A A A A A A B, C Cont T2 IIA abt 20 R F A Cont T1 IIA 15 R F A Y Y N N Y Y Y N N N N N N N N N Aperti >60 O A N Aperti T3 IIA >60 O A N Aperti >60 O A N 40 34 20 30 20 40 5 43 20 39 Aperti >60 O N Aperti >60 O N 0,90 1,50 1,50 1, 05 1,50 0,88 0,80 1,50 1,03 0,92 0,90 1,50 1,45 1,38 1,50 1,50 1,50 1,45 1,50 1,50 1,26 Aperti >60 O N 0,90 Aperti >60 O N 0,91 27 Aperti >60 O N 0,92 Aperti >60 O N 0,90 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS T T FLS>60 T T T FLS>60 FLS>60 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Polyolefin amide alkeneamine/molybdenum oxysulfide mixture

Polyolefin amide alkeneamine polyol

Polyolefin anhydride

Polyolefin ester (C28-C250)

Polyolefin phenolic amine (C28-C250)

Poly (20) oxyethylene sorbitan monooleate

Poly (5+) propylene

Polypropylene glycol

Polysiloxane

n-Propyl acetate

1276

n-Propyl alcohol

1274

Propylene/Butylene copolymer

Propylene glycol

Propylene glycol methyl ether

Propylene glycol methyl ether acetate

Propylene glycol monoalkyl ether

Sodium acetate solutions

Sodium aluminosilicate slurry

Sodium benzoate

Sodium carbonate solution

Sodium poly (4+) acrylate solutions

Sodium sulphate solutions

Sorbitol solution

Sulphohydrocarbon (C3-C88)

Regolamenti RINA 2005

Sulpholane

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D D III III III III D III D III III D D D III III Aperti NF Aperti NF Aperti NF O O O Aperti NF O Aperti NF O Aperti >60 O A, B, C Aperti >60 O Aperti >60 O A N N N N N N N N Aperti >60 O A N Aperti >60 O N 34 8 40 43 43 Aperti T2 IIA >60 O A N 40 Cont >60 R? F? N Aperti >60 O B N 34 1,50 1,50 1,12 1,07 0,99 1,50 1,50 1,02 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 Aperti >60 O A N 40 1,50 Aperti >60 O A N 34 1,00 58 Aperti >60 O AB N 34 1,00 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T T

Tallow

Tallow fatty acid

Tetraethylene glycol

Tridecane

Tridecyl acetate

Triethylene glycol

Triethyl phosphate

Triisopropanolamine

Trimethylol propane polyethoxylate

2,2,4-Trimethyl-1,3-pentanediol diisobutyrate

Tripropylene glycol

Urea/Ammonium mono- and di-hydrogen phosphate/Potassium chloride solution

Urea/Ammonium nitrate solution

Urea/Ammonium phosphate solution

Urea formaldehyde resin solution

Urea solution

Parte E, Cap 7, App 4

219

220
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) D Aperti >60 O D N 1,00 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Vegetable acid oils and distillates not otherwise specified, including: corn acid oil cotton seed acid oil dark mixed acid oil groundnut acid oil mixed acid oil mixed general acid oil mixed hard acid oil mixed soft acid oil rapeseed acid oil safflower acid oil soya acid oil sunflower acid oil

Regolamenti RINA 2005

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D Aperti >60 O A, D+C N 34 1,00 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60

Vegetable oils, not otherwise specified, including: babassu oil beech nut oil castor oil cocoa butter coconut oil corn oil cotton seed oil groundnut oil hazelnut oil linseed oil nutmeg butter oiticica oil olive oil palm oil palm nut oil peel oil (oranges and lemons) perilla oil poppy oil raisin seed oil rape seed oil rice bran oil safflower oil salad oil sesame oil soya bean oil sunflower oil tucum oil tung oil walnut oil III III Aperti Aperti NF NF O O N N 1,20 1,00 -

Vegetable protein solution (hydrolysed)

T T

Water

Parte E, Cap 7, App 4

221

222
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) D Aperti >60 O N 1,50 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Waxes

(1) (2) (3) (4)

Secondo la composizione Secondo lisomero Punto dinfiammabilit non determinato col metodo a recipiente chiuso Secondo il contenuto dacetato

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 4

Tabella 2 : Simboli e notazioni adoperati nellelenco degli easy chemicals


Voce Nome del prodotto Numero ONU Col. (a) (b) Commento Fornisce il nome commerciale in lingua inglese del prodotto (in ordine alfabetico) Il numero relativo a ciascun prodotto indicato nelle raccomandazioni proposte dall United Nations Committee of Experts on the Transport of Dangerous Goods. I numeri ONU, quando disponibili, sono dati esclusivamente per conoscenza. La lettera D fa riferimento alla categoria dinquinamento D come definita nellAnnesso II della MARPOL 73/78. Il simbolo III indica che il prodotto stato valutato e trovato non appartenete alle categorie A, B, C e D definite nellAnnesso II della MARPOL 73/78. Cont = sfoghi gas controllati I simboli da T1 a T6 fanno riferimento alla classe di apparecchiature elettriche relativa alla temperatura secondo quanto definito nella pubblicazione IEC 79-0. I simboli IIA e IIB fanno riferimento ai gruppi di apparecchiature elettriche secondo quanto definito nella pubblicazione IEC 79-0.

Categoria dinquinamento

(c)

Sfoghi gas delle cisterne Classe di temperatura delle apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto dinfiammabilit Indicatori di livello Rivelazione dei vapori Protezione antincendio

(d) (e)

(f) (g) (h) (i) (j)

O = indicatori di livello di tipo aperto R = indicatori di livello ad efflusso limitato

Le lettere A, B, C e D fanno riferimento ai seguenti agenti estinguenti, che sono stati riscontrati efficaci per certi prodotti: A : schiume resistenti allalcool (o schiume per scopi multipli), B : schiuma normale, comprende tutte le schiume che non sono resistenti agli alcool, comprese le fluoro-proteine e le schiume che formano una pellicola acquosa (AFFF), C : acqua spruzzata, D : polveri chimiche.

Allarmi di alto livello Famiglia chimica Massa volumica Punto di fusione Notazione di servizio

(k) (l) (m) (n) (o) I simboli FLS, FLS>60 e T sono definiti come segue:

FLS : prodotti che possono essere trasportati da navi con notazione di servizio FLS tanker, FLS>60 : prodotti che possono essere trasportati da navi con notazione di servizio FLS tanker, T
: flashpoint > 60 C, prodotti che possono essere trasportati da navi con notazione di servizio tanker.

Regolamenti RINA 2005

223

Parte E Notazioni di Servizio

Capitolo 8

NAVI CHIMICHIERE

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 SEZIONE 6 SEZIONE 7 SEZIONE 8 SEZIONE 9 SEZIONE 10 SEZIONE 11 SEZIONE 12 SEZIONE 13 SEZIONE 14 SEZIONE 15 SEZIONE 16 SEZIONE 17 SEZIONE 18 SEZIONE 19 SEZIONE 20 SEZIONE 21

GENERALIT CAPACIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO SISTEMAZIONI DELLA NAVE CONTENIMENTO DEL CARICO MOVIMENTAZIONE DEL CARICO MATERIALI PER LA COSTRUZIONE CONTROLLO DELLA TEMPERATURA DEL CARICO IMPIANTI DI SFOGO GAS E SISTEMAZIONI DI DEGASSIFICAZIONE PER LE CISTERNE DEL CARICO CONTROLLO DELLATMOSFERA ALLINTERNO DELLE CISTERNE IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI VENTILAZIONE MECCANICA NELLA ZONA DEL CARICO STRUMENTAZIONE MEZZI PER LA PROTEZIONE DEL PERSONALE PRESCRIZIONI PARTICOLARI PRESCRIZIONI OPERATIVE ED ULTERIORI MISURE PER LA PROTEZIONE DELLAMBIENTE MARINO RIASSUNTO DELLE PRESCRIZIONI MINIME ELENCO DEI PRODOTTI CHIMICI AI QUALI NON SI APPLICA IL PRESENTE CAPITOLO PRESCRIZIONI PER NAVI ADIBITE ALLINCENERIMENTO IN MARE DI RESIDUI DI PRODOTTI CHIMICI LIQUIDI TRASPORTO DI RESIDUI LIQUIDI DI PRODOTTI CHIMICI INDICE DEI PRODOTTI CHIMICI PERICOLOSI TRASPORTATI ALLA RINFUSA

Regolamenti RINA 2005

225

Parte E, Cap 8, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Campo di applicazione
Applicabilit
Navi chimichiere (1/7/2002)

1.1.4

1.1.1

La notazione di servizio chemical tanker, secondo quanto indicato in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.3], pu essere assegnata alle navi progettate per il trasporto dei prodotti elencati nella tabella della Sezione 17 del presente Capitolo. Tali navi devono essere in accordo con le prescrizioni della versione pi aggiornata dell' "International Code for the Construction and Equipment of Ships Carrying Dangerous Chemicals in Bulk (IBC Code)", compreso il primo gruppo di emendamenti all'IBC-Code di cui alle Risoluzioni IMO MEPC.32(27) e MEPC.55(33) e degli Emendamenti 2000, in accordo con la Risoluzione MSC 102(73) e le Risoluzioni MEPC 79(43) e MEPC 90(45). Nel presente Capitolo la dizione "IBC Code" usata per fare riferimento a detto Codice ed ai suoi emendamenti. 1.1.2 Prescrizioni dellIBC Code e prescrizioni della Societ

Trasporto di prodotti non elencati nellIBC Code Le prescrizioni dellIBC Code e le prescrizioni aggiuntive del presente Capitolo sono anche applicabili a prodotti nuovi, che possono essere considerati nel campo di applicazione dei presenti Regolamenti, ma che non sono al momento elencati nelle tabelle dei Capitoli 17 o 18 dellIBC Code. 1.1.5 Prodotti di particolare pericolosit La Societ si riserva il diritto di stabilire prescrizioni e/o condizioni aggiuntive a quelle delle presenti norme per il trasporto alla rinfusa di prodotti, non elencati nelle tabelle dei Capitoli 17 o 18 dellIBC Code, che potrebbero presentare pericoli superiori a quelli contemplati per i prodotti coperti dallIBC Code. 1.1.6 Corrispondenza dellIBC Code con le prescrizioni del presente Capitolo 8 Tutte le prescrizioni del presente Capitolo fanno riferimento al Capitolo, Sezione o Paragrafo dellIBC Code applicabile, come appropriato.

a) Per le navi con notazione di servizio chemical tanker, le prescrizioni dellIBC Code devono essere considerate come prescrizioni di classe, con le eccezioni indicate in [1.1.3]. b) Le prescrizioni del presente Capitolo sono aggiuntive rispetto alle prescrizioni dellIBC Code. Le presenti prescrizioni comprendono prescrizioni di classe aggiuntive obbligatorie, nonch interpretazioni dellIBC Code da parte della Societ che sono anche considerate obbligatorie ai fini della classificazione. c) In generale il presente Capitolo si applica alle sistemazioni per il contenimento e la movimentazione del carico nonch allinterfacciamento fra queste sistemazioni ed il resto della nave, che deve essere in accordo con le sezioni applicabili dei Regolamenti relativi allo scafo ed ai macchinari. 1.1.3 Prescrizioni dellIBC Code che non fanno parte delle prescrizioni per la classificazione

1.1.7 Equivalenze Per quanto riguarda le prescrizioni per la classificazione, alle espressioni dellIBC Code di cui alla Tab 1 deve essere dato il significato indicato nella Tab 1 stessa. 1.1.8 Certificate of Fitness

a) La responsabilit delle interpretazioni delle prescrizioni dellIBC Code allo scopo dellemissione di un "International Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk" dellAmministrazione di bandiera della nave. b) Qualora la Societ sia delegata da unAmministrazione ad emettere il "Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk" per suo conto, o qualora la Societ sia autorizzata a svolgere esami e visite per conto di unAmministrazione allo scopo di dare a questultima la possibilit di emanare il "Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk", o qualora alla Societ sia richiesto di certificare laderenza alla prescrizioni dellIBC Code, la Societ garantir la piena rispondenza alle prescrizioni dellIBC Code, comprese le prescrizioni operative indicate in [1.1.3].

Le seguenti prescrizioni dellIBC-Code non devono essere considerate prescrizioni per la classificazione: Capitolo 1, Sezione1.4 - Equivalenze Capitolo 1, Sezione 1.5 - Visite e certificazione Capitolo16 - Prescrizioni operative Capitolo 16A - Misure addizionali per la protezione dellambiente marino. Queste prescrizioni saranno applicate dalla Societ, qualora esso agisca per conto dellAmministrazione di bandiera della nave, entro i limiti della delega (vedere [1.1.8]).

2
2.1

Prescrizioni aggiuntive
Sistemazioni per il rimorchio in emergenza

2.1.1 Sistemazioni per il rimorchio in emergenza devono essere previste per le navi chimichiere di portata lorda

Regolamenti RINA 2005

227

Parte E, Cap 8, Sez 1

uguale o superiore a 20.000 tonnellate, in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4].

richieste in altre parti dei Regolamenti per quelle parti della nave che non siano influenzate dal carico trasportato, come applicabile.

2.2

Macchine di governo
Tabella 1
Significato valido solo ai fini della classificazione Societ Capitolo 9 della Parte E dei Regolamenti Regolamenti

2.2.1 Prescrizioni addizionali per le macchine di governo delle navi chimichiere di portata lorda uguale o superiore a 10000 tonnellate sono date in Cap 7, Sez 4, [7].

Espressione dellIBC Code

3
3.1

Documentazione da inviare

Amministrazione IGC Code o Gas Code Normativa riconosciuta

3.1.1 La Tab 2 elenca i disegni, le informazioni, le analisi, ecc. che devono essere inviati in aggiunta alle informazioni

Tabella 2 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 4 5 6 A/I I I A A A A Documento Elenco dei prodotti da trasportare, comprendente lindicazione di pressione massima di vapore, temperatura massima del carico liquido e di altre condizioni di progetto importanti Piano generale, indicante la posizione delle cisterne (o casse) del carico, del combustibile liquido, della zavorra e per altri servizi Piano delle zone pericolose per la possibile presenza di gas Posizione dei locali vuoti ed accessi alle zone pericolose Sistemazione delle condotte di ventilazione negli spazi pericolosi per la possibile presenza di gas e nelle zone adiacenti a detti spazi Particolari della struttura della nave in corrispondenza delle cisterne del carico, compresa la sistemazione dei supporti delle cisterne, le selle, i dispositivi anti-galleggiamento ed anti sollevamento, i dispositivi di tenuta del ponte, le cisterne indipendenti, ecc. Analisi delle tensioni dello scafo Analisi del movimento della nave in mare ondoso, quando un calcolo diretto preferibile ai metodi indicati in Sez 4 Calcoli della stabilit in condizioni di nave integra e di nave in avaria Dimensionamenti, materiali e sistemazione del sistema di contenimento del carico Particolari dei riporti in acciaio o dei rivestimenti Disegni e calcoli delle valvole di sicurezza Particolari della movimentazione del carico, compresi le sistemazioni e i particolari delle tubolature ed accessori Particolari delle pompe del carico Particolari dei recipienti in pressione di processo e del sistema di valvole relativo Impianto di sentina e di zavorra nella zona del carico Impianto di degassificazione nelle cisterne del carico compreso limpianto di gas inerte Impianto di ventilazione nella zona del carico Particolari delle apparecchiature elettriche installate nella zona del carico, compreso lelenco delle apparecchiature e degli impianti con certificati di sicurezza per luso in zone pericolose ed i particolari della messa a terra delle cisterne del carico e delle tubolature Schema diagrammatico dei circuiti elettrici Impianto di rivelazione gas Strumentazione delle cisterne del carico Particolari degli impianti e delle apparecchiature antincedio nella zona del carico Descrizione delle operazioni di carico e scarico, compresi i limiti di riempimento delle cisterne, quando applicabile

7 8 9 10 11 12 13

A A A A A A A A A A A A A

14 15 16 17
18 19

20 21 22 23 24

A A A A I

Nota 1: A = da inviare allapprovazione in quadruplice copia I = da inviare per conoscenza in duplice copia

228

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 2

SEZIONE 2

CAPACIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO

Bordo libero e stabilit allo stato integro


Stabilit allo stato integro
Generalit

sentina contaminata del locale pompe del carico oppure acqua di lavaggio delle cisterne, come eccezione alle prescrizioni in IBC 2.6.1.1.

1.1
1.1.1

3.2
3.2.1

Pozzetti daspirazione

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.2 La stabilit della nave, nelle condizioni di carico definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.7], deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2. 1.1.2 Effetto degli specchi liberi dei liquidi

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.6.2 In generale, larea dei pozzetti daspirazione non deve essere maggiore di quella richiesta per alloggiare le pompe del carico, i tubi di aspirazione, le valvole, le serpentine di riscaldamento, ecc., e per assicurare un flusso efficace ed il necessario accesso per la pulizia e la manutenzione.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.3 Leffetto degli specchi liberi dei liquidi deve essere calcolato in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [4]. 1.1.3 Informazioni da fornire 4.1.1 Robustezza delle strutture interne RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.7.7 Gallerie, condotte, tubi, porte, paratie e ponti che possano formare contorni stagni di spazi intatti in caso di unavaria convenzionale, devono avere robustezza minima adeguata a resistere alla pressione corrispondente al battente del massimo galleggiamento di equilibrio in condizioni di avaria. 4.1.2 Allagamento progressivo

4
4.1

Ipotesi relative allallagamento


Gallerie, condotte e tubi in zona di falla

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.5 Al Comandante della nave devono essere forniti un Manuale di caricazione come specificato in Parte B, Cap 11, Sez 2, [3] ed un Fascicolo di informazioni sullassetto e la stabilit come specificato in Parte B, Cap 3, App 2.

2
2.1

Condizioni di carico
Condizioni di carico addizionali

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.7.7 Lallagamento progressivo deve essere considerato in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3].

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9.2.3 I criteri applicati alla stabilit residua durante le fasi intermedie di allagamento sono quelli relativi alla fase finale di allagamento come descritta in IBC Code 2.9.3. Tuttavia piccole deviazioni da questi criteri possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

5
5.1

Norme relative alla falla


Falla sulla paratia prodiera con scalino del locale macchine

3
3.1

Posizione delle cisterne del carico


Minima distanza delle cisterne del carico dal fasciame esterno
Eccezioni

5.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.8 Il concetto di scalino nella paratia prodiera del locale macchine gi implicito nelle prescrizioni in IBC Code 3.2.1 e nella Regola II-2/56 della SOLAS 74(83). A fini della stabilit in caso di falla, quando il recesso per il locale pompe o locale pompe del carico si estende nelladiacente locale macchine o cisterna del carico per pi di 3 m, la falla deve essere trattata come definito in Fig 1.

3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.6.1 Qualunque cisterna del carico, indipendentemente dalla sua posizione, pu essere usata per raccogliere acqua di

Regolamenti RINA 2005

229

Parte E, Cap 8, Sez 2

Figura 1 : Falla sulla paratia prodiera con scalino del locale macchine
3m

6
6.1

Criteri di sopravvivenza
Generalit

PARATIA

6.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9


AVARIA 2

AVARIA 1

MURATA O FONDO

>3 m

Le navi devono essere in grado di sopravvivere nel caso di falla come specificata in IBC Code 2.5.1 e 2.5.2 secondo le norme in IBC Code 2.8.1 e per le condizioni di carico di cui nella Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.7] in condizioni di equilibrio stabile verificando i criteri in IBC 2.9.

PARATIA

6.2
AVARIA 2

Fasi intermedie di allagamento

AVARIA 1

6.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9.2.3 I criteri applicati alla stabilit residua durante le fasi intermedie dellallagamento devono essere gli stessi relativi alla fase finale di allagamento come specificato in IBC Code 2.9.3.

MURATA O FONDO

>3 m

PARATIA

AVARIA 1

AVARIA 2

6.3
6.3.1

MURATA O FONDO

Definizione del campo di stabilit positiva

>3 m

>3 m

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9 Il campo di 20 pu essere misurato a partire da ogni angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e langolo di 25 (o 30 se non si verifica limmersione del ponte) (vedi Fig 3).

AVARIA 1

PARATIA

AVARIA 2

MURATA O FONDO

6.4 5.2
5.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.8 Lestensione longitudinale della falla nella sovrastruttura, in caso di falla sul fianco in un locale macchine poppiero, con la falla convenzionale dellIBC Code 2.8.1, deve essere, in generale, uguale allestensione longitudinale della falla a murata nel locale macchine (vedere Fig 2). Figura 2 : Estensione longitudinale della falla nella sovrastruttura

Navi di tipo 3 di lunghezza inferiore a 125 m

Estensione longitudinale della falla nella sovrastruttura

6.4.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.8.1.6 Lallagamento del locale macchine se collocato a poppa, in una nave di tipo 3 di lunghezza inferiore a 125 m, deve soddisfare per quanto possibile i criteri di cui in IBC 2.9. Deroghe parziali a queste prescrizioni possono essere concesse caso per caso. Figura 3 : Campo di stabilit positiva
G = angolo al quale si ha l'allagamento progressivo
h(m)

h = braccio di stabilit

0.1m

h max-0,1

LOCALE MACCHINE

25 20

H 

230

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 3

SEZIONE 3

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Segregazione dei carichi


Segregazione di carichi che possono reagire fra di loro
Angoli in comune

2.2
2.2.1

Finestrini, portellini e porte


Prescrizioni generali

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.2.3 a) Gli accessi prospicienti la zona del carico o altre zone proibilte devono essere limitati ai depositi di apparecchiature relative al carico o alla sicurezza, alle stazioni di controllo del carico ed ai locali per le docce demergenza. b) Gli ingressi e le aperture dei locali di servizio sistemati a proravia della zona del carico non devono essere prospicienti a detta zona. Tuttavia per navi piccole soluzioni alternative potranno essere oggetto di considerazioni particolari da parte della Societ. c) La distanza fra i bulloni delle lamiere indicate nel paragrafo 3.2.3 dellIBC Code deve essere tale da garantire una idonea tenuta al passaggio dei gas. 2.2.2 Navi con una tuga al di sopra del ponte principale

1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.1.2 Un angolo in comune in un giunto cruciforme, sia verticale che orizzontale, pu essere considerato una barriera doppia ai fini della segregazione: fra prodotti che possono reagire fra di loro (vedi Fig 1), fra prodotti che reagiscono con lacqua e lacqua (vedi Fig 1). 1.1.2 Pozzi catene

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.1.2 I pozzi catene devono essere sistemati al di fuori della zona del carico.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.2.3 Su tutte le navi chimichiere, indipendentemente dal tipo di prodotto trasportato, qualora sia sistemata una tuga sul ponte principale in luogo di una sovrastruttura ed i prodotti liquidi potrebbero scorrere lungo i lati della tuga, la parete frontale della tuga deve essere prolungata fino ai lati della nave in modo da formare una mastra, oppure deve essere sistemata una barriera permanente contro il gocciolamento come descritto in Regulation II-2/56.6 della SOLAS 74(83).

1.2
1.2.1

Sistemazione delle tubolature del carico


Sistemazioni per la caricazione da prora o da poppa

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.1.3 Le prescrizioni del paragrafo 3.1.3 dellIBC Code possono considerarsi soddisfatte se sono soddisfatte le prescrizioni relative alla caricazione e scaricazione da prora o da poppa del paragrafo 3.7 dellIBC Code.

3
3.1

Locali per le pompe del carico


Prescrizione generale
Mezzi di sfuggita

Locali dalloggio, locali per macchinari e di servizio e stazioni di comando


Ubicazione delle prese daria ed altre aperture dei locali dalloggio

3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.3.1 In genere nel locale delle pompe del carico deve essere sistemata una scala di accesso e/o di fuga. Quando si prevede che nel locale delle pompe del carico debba esserci personale in permanenza o quando il locale pompe pi grande del normale, pu essere prescritto un mezzo di sfuggita addizionale. 3.1.2 Segregazione

2.1
2.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.2.2 Le prescrizioni relative alle prese daria nel paragrafo 3.2.2 dellIBC Code devono essere considerate applicabili anche agli sbocchi della ventilazione. Tale interpretazione si applica anche alle prescrizioni dei paragrafi 3.2.3, 3.7.4, 8.3, 15.12.1.3 e 19.3.8 dellIBC Code.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.3.1 I locali delle pompe del carico e gli altri locali pompe non devono avere un accesso diretto agli altri locali della nave e devono essere separati dai locali adiacenti mediante paratie e/o ponti stagni ai gas.

Regolamenti RINA 2005

231

Parte E, Cap 8, Sez 3

Figura 1 : Segregazione fra carichi che possono reagire fra di loro


PRIMO TIPO DI CARICO

SECONDO TIPO DI CARICO

PRIMO TIPO DI CARICO

DOPPIO FONDO

SECONDO TIPO DI CARICO

3.2

Macchinari azionati da alberi che attraversano le paratie del locale pompe

3.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.3.7 a) Gli attraversamenti delle paratie o dei ponti dei locali delle pompe del carico o di altri locali pompe azionanti gli alberi delle pompe e/o ventilatori devono essere muniti di tenute stagne ai gas a soddisfazione della Societ. b) La lubrificazione delle suddette tenute stagne o gli altri dispositivi che assicurano il mantenimento della loro tenuta stagna ai gas devono essere sistemati in modo tale da poter essere ispezionati dal di fuori del locale pompe del carico.

essere approvata in circostanze speciali, purch, restando inteso che le sfuggite hanno le dimensioni prescritte, possa essere provato a soddisfazione della Societ che gli spazi in questione possano essere attraversati rapidamente in modo da poter portare fuori una persona ferita.

4.2

Aperture orizzontali

4.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.2 La Fig 2 indica la forma della minima apertura netta accettabile da 600 mm per 600 mm.

4.3

Aperture verticali

4
4.1

Accessi ai locali nella zona del carico


Generalit

4.3.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.3 Solo per le cisterne del carico in pressione, le aperture daccesso possono essere aperture circolari di diametro non minore di 600 mm. La Fig 3 indica le dimensioni minime delle aperture verticali.

4.1.1 Accesso ai depositi del combustibile liquido RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.1 Le prescrizioni del paragrafo 3.4.1 dellIBC Code si applicano ai depositi del combustibile liquido adiacenti alle cisterne del carico, anche se tali depositi non sono compresi nella zona del carico come definita nel paragrafo 1.3.5 dellIBC Code. 4.1.2 Accessi e sfuggite dalle casse dei doppi fondi e/o da spazi similari RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.1 Allo scopo di tener conto delle limitazioni di movimento del personale e per ridurre il tempo necessario per una possibile fuga in emergenza dalle casse dei doppi fondi o da spazi similari nei quali le ostruzioni potrebbero rendere difficili i movimenti, devono essere sistemati due accessi separati. I due accessi devono essere lontani fra di loro per quanto possibile. La sistemazione di un unico accesso pu

5
5.1

Sistemazione degli impianti di sentina e di zavorra


Segregazione della zavorra

5.1.1 Eiettori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.1 Un eiettore sistemato nella zona del carico azionato da acqua pompata dalle pompe sistemate nel locale macchine, pu essere accettato come mezzo per lo scarico della zavorra permanente dalle cisterne e/o dai doppi fondi adiacenti alle cisterne del carico, purch la tubolatura dalimento sia sistemata al di sopra del livello del ponte ed una valvola di non ritorno ed un branchetto smontabile siano sistemati nella tubolatura dalimento al di fuori del locale macchine (vedere Fig 4).

232

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 3

Figura 2 : Forma della minima apertura netta accettabile da 600 mm per 600 mm

Figura 4 : Sistemazione di scarico

LOCALE MACCHINE

100

LOCALE POMPE

CISTERNA ACQUA DI ZAVORRA

600

5.3.2

Uso delle pompe del carico come pompe di sentina

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.3 a) Le pompe del carico possono essere adoperate anche come pompe di sentina purch esse siano collegate alla tubolatura di sentina attraverso una valvola di intercettazione ed una valvola di non ritorno sistemate in serie. b) Nel caso di trasporto di liquidi corrosivi, una delle pompe del carico, come previsto nel paragrafo 3.5.3 dellIBC Code, pu essere adoperata per il servizio di sentina purch essa sia collegata alla tubolatura di sentina tramite due valvole di intercettazione pi una valvola di non ritorno sistemate in serie. c) Nei locali pompe del carico delle navi che trasportano prodotti tossici o corrosivi devono essere previsti mezzi adeguati per convogliare stillicidi dalle pompe del carico e dalle valvole in raccoglitori di contenimento. I raccoglitori possono anche consistere in parte del fondo del locale pompe, opportunamente delimitata e protetta dallazione dei prodotti corrosivi. Lo stillicidio pu essere eliminato per mezzo di pompe adeguate o eiettori adeguati. Nel caso di trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili fra di loro, i sistemi per raccogliere ed eliminare gli stillicidi, indicati sopra, devono essere differenti e separati fra di loro.

600

Figura 3 : Dimensioni minime delle aperture verticali

300

300

600

5.2

Sistemazione di riempimento della zavorra


Chiarimento

5.2.1

800

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.2 Il riempimento delle cisterne del carico con zavorra pu essere eseguito dal livello del ponte per mezzo di pompe che normalmente servono le cisterne e/o le casse di zavorra permanente, come indicato nel paragrafo 3.5.2 dellIBC Code, purch sia sistemato in corrispondenza dellingresso nella cisterna del carico un branchetto smontabile o un tubo flessibile con una valvola di intercettazione. La valvola di intercettazione in aggiunta alla prescritta valvola di non ritorno. Deve essere considerata con attenzione la sistemazione delle tubolature entro le cisterne e la possibilit che si creino cariche elettrostatiche (vedere Fig 4).

Sistemazioni per la caricazione e scaricazione da prora o da poppa


Mastre

6.1
6.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.7.7 In genere laltezza della mastra non deve essere inferiore a 150 mm. In ogni caso, essa non deve essere inferiore a 50 mm misurata dal margine superiore della cinta.

5.3
5.3.1

Sentina
Sistemazione

7
7.1

Sistemazioni di scafo
Equipaggiamento
Sistemazioni di rimorchio demergenza

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.3 Le deroghe relative allimpianto di sentina per gli spazi che sono separati dalle cisterne del carico da una paratia doppia sono limitate a quegli spazi che non abbiano al loro interno tubolature contenenti carico.

7.1.1

Per le navi con notazione di servizio chemical tanker aventi portata lorda non inferiore a 20000 tonnellate devono essere osservate le prescrizioni specifiche in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4].

Regolamenti RINA 2005

233

Parte E, Cap 8, Sez 4

SEZIONE 4

CONTENIMENTO DEL CARICO

Simboli
k : Coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] tamente al fasciame del doppio fondo e del ponte (vedi Fig 1). Per navi aventi L 120 m, devono generalmente essere installati un cassonetto inferiore ed uno superiore (vedi Fig 2). Diverse sistemazioni possono essere considerate dalla Societ caso per caso, purch siano supportate da calcoli diretti eseguiti in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3. Questi calcoli devono investigare, in particolare, le zone di collegamento della paratia col fasciame del fondo e del ponte e devono essere inviati alla Societ per esame. Figura 1 : Collegamenti delle paratie corrugate senza cassonetto

1
1.1

Criteri di progetto delle strutture


Materiali

1.1.1 Acciai per strutture di scafo RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In aggiunta alle prescrizioni di Parte B, Cap 4, Sez 1, [2], i materiali delle cisterne del carico devono essere considerati dalla Societ caso per caso per tutti i prodotti che si vogliono trasportare. 1.1.2 Lamiere laminate RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lamiere laminate di acciaio non legato oppure acciaio inossidabile possono essere usate per la costruzione delle cisterne. Caratteristiche meccaniche, procedura dapprovazione e collaudi di queste lamiere devono soddisfare i requisiti applicabili della Parte D. 1.1.3 Modulo di elasticit longitudinale per acciai inossidabili RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Per acciai inossidabili il modulo di elasticit longitudinale deve essere assunto uguale a 193000 N/mm2. 1.1.4 Rivestimento di gomma e materiali sintetici RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Ladeguatezza del rivestimento di gomma o materiale sintetico deve essere considerata dalla Societ caso per caso.

Figura 2 : Collegamenti delle paratie corrugate con cassonetto superiore ed inferiore

1.2

Strutture dello scafo

1.2.1 Tipo di struttura RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, entro la zona delle cisterne del carico di navi chimichiere di lunghezza superiore a 90 m, il fondo, il cielo del doppio fondo e il ponte devono avere struttura longitudinale. Differenti tipi di struttura possono essere considerati dalla Societ caso per caso, purch siano supportati da calcoli diretti.

2
2.1

Sollecitazioni di trave nave


Sollecitazioni in acqua tranquilla

2.1.1 Condizioni di carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1], i carichi in acqua tranquilla devono essere calcolati per le seguenti condizioni di carico: condizioni di carico omogeneo (escludendo le cisterne destinate esclusivamente a zavorra segregata) alla massima immersione, condizioni di carico parziale, condizioni di carico con carico di alta massa volumica, carico riscaldato e carichi segregati,

1.3

Struttura delle paratie

1.3.1 Collegamenti delle paratie corrugate RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Per navi aventi L < 120 m, le paratie trasversali o longitudinali corrugate verticalmente possono essere collegate diret-

234

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 4

qualunque condizione di carico non omogeneo specificata, condizioni di zavorra leggera e pesante, condizioni a met del viaggio relative a lavaggio delle cisterne o altre operazioni se queste differiscono sensibilmente dalle condizioni di zavorra.

EI tS

: modulo delasticit, in N/mm2, della lamiera dacciaio inossidabile laminata, : spessore, in mm, della placcatura dacciaio inossidabile, da assumere non inferiore a 2,0 mm. Spessori di placcatura in acciaio inossidabile diversi da quelli suddetti devono essere considerati dalla Societ caso per caso.

3
3.1

Dimensionamento delle cisterne strutturali


Fasciame

3.2

Rinforzi ordinari

3.1.1 Spessori netti minimi (1/7/2002) Lo spessore netto del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico non deve essere inferiore ai valori indicati in Tab 1. Tabella 1 : Spessore netto minimo del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie
Fasciame Ponte di resistenza Paratia di cisterna Paratia stagna Paratia di sbattimento Nota 1: s : Spessore netto minimo, in mm (5,5 + 0,02 L) k1/2 per L < 200 (8 + 0,0085 L) k1/2 per L 200 L1/3 k1/6 + 4,5 s 0,85 L1/3 k1/6 + 4,5 s 0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s

3.2.1 Spessori netti minimi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, con la seguente formula: tMIN = 0,75 L1/3 k1/6 + 4,5 s dove s lintervallo, in m, dei rinforzi ordinari.

3.3

Travi rinforzate

3.3.1 Spessori minimi netti RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lo spessore netto delle lamiere che formano le anime delle travi rinforzate non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, con la seguente formula: tMIN = 1,45 L1/3 k1/6 3.3.2 Condizioni di carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 I carichi in acqua tranquilla e donda devono essere calcolati per la pi severa delle condizioni di carico specificate in [2.1.1], allo scopo di massimizzare le sollecitazioni nella struttura longitudinale e nelle travi rinforzate. 3.3.3 Struttura delle cisterne del carico con parte inferiore a tramoggia analizzata per mezzo di un modello di trave tridimensionale RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Se la struttura di una cisterna del carico inferiormente configurata a tramoggia viene analizzata con un modello di trave tridimensionale, in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, larea netta resistente al taglio della sezione dei madieri entro una zona pari a 0,1l dalle estremit del madiere (vedi Fig 3 per la definizione di l) non deve essere inferiore al valore ottenuto, in cm2, con la seguente formula:
Q A Sh = 2 ---------------R m Ry

lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di lamiera.

3.1.2

Calcolo dello spessore equivalente per lamiere placcate di acciaio non legato acciaio inossidabile RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lo spessore di lamiere placcate non deve essere inferiore a quello ottenuto con la seguente formula:
EI t P = t + t S 1 ------------------- 206000

dove: t : spessore, in mm, della lamiera placcata, da ottenersi con le formule applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 1, come se essa fosse costituita di materiale omogeneo con le seguenti caratteristiche: modulo di elasticit, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 206000 coefficiente dipendente dal materiale, da ottenere con la formula seguente:
EI k 0 = k ------------------206000

dove: Q R m : massimo sforzo di taglio, in kN, ottenuto dai calcoli diretti, : coefficiente parziale di sicurezza di resistenza: R = 1,2 : coefficiente parziale di sicurezza del materiale: m = 1,02

: coefficiente dipendente dal materiale della lamiera dacciaio inossidabile laminata, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3]

Regolamenti RINA 2005

235

Parte E, Cap 8, Sez 4

Figura 3 : Zona allestremit dei madieri

in [2.1.1], allo scopo di massimizzare le tensioni nella struttura longitudinale e nelle travi rinforzate. 4.3.2 Controlli di robustezza

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4


0,1

I dimensionamenti netti delle travi rinforzate sia dello scafo sia delle cisterne indipendenti devono essere ottenuti per mezzo di calcoli diretti basati su criteri concordati con la Societ caso per caso.

4
4.1

Dimensionamento delle strutture delle cisterne indipendenti


Fasciame

5
5.1

Supporti delle cisterne indipendenti


Sistemazioni strutturali
Generalit

4.1.1 Controlli di robustezza RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, lo spessore netto del fasciame delle cisterne indipendenti non deve essere inferiore a quello ottenuto con le formule applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 1, dove le pressioni laterali devono essere calcolate in accordo con Parte B, Capitolo 5 e le sollecitazioni della trave nave possono essere assunte uguali a zero. Se, a causa della sistemazione delle cisterne, lapprossimazione suddetta ritenuta non accettabile dalla Societ, devono essere tenute in conto le sollecitazioni nella cisterna dovute ai carichi della trave nave . Queste sollecitazioni devono in generale essere calcolate per mezzo di calcoli diretti basati su un modello a elementi finiti dello scafo e della cisterna con il suo sistema di supporto e bloccaggio. 4.1.2 Calcolo dello spessore equivalente per lamiere placcate di acciaio non legato acciaio inossidabile RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Si applicano le prescrizioni in [3.1.2].

5.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Le forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne devono essere trasmesse il pi direttamente possibile alle travi rinforzate di scafo, minimizzando le concentrazioni di tensioni. Se le forze di reazione non sono nel piano delle travi rinforzate, devono essere installate lamiere di rinforzo e squadre in modo da trasmettere questi carichi per mezzo degli sforzi di taglio. 5.1.2 Aperture

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Nei supporti delle cisterne e nelle strutture di scafo in corrispondenza degli stessi, le aperture devono essere ridotte al massimo possibile e possono essere necessari rinforzi locali.

5.2
5.2.1

Calcolo delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne

4.2

Rinforzi ordinari

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Le forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne devono essere ottenuti dallanalisi strutturale della cisterna, considerando i carichi specificati in Parte B, Capitolo 5. Se i supporti della cisterna non hanno la possibilit di reagire in trazione, la distribuzione finale delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti pu non evidenziare sforzi di trazione.

4.2.1 Controlli di robustezza RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, lo spessore netto dei rinforzi ordinari delle cisterne indipendenti non deve essere inferiore a quello ottenuto con le formule applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 2, dove le pressioni laterali devono essere calcolate in accordo con Parte B, Capitolo 5 e le tensioni della trave nave possono essere assunte uguali a zero. Se, a causa della sistemazione delle cisterne, lapprossimazione suddetta ritenuta non accettabile dalla Societ, deve essere tenuto conto delle tensioni nella cisterna dovute ai carichi della trave nave. Tali tensioni devono, in generale, essere calcolate come specificato in [4.1.1].

5.3

Dimensionamento dei supporti delle cisterne indipendenti e delle strutture di scafo in corrispondenza degli stessi
Dimensionamento

5.3.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4

4.3

Travi rinforzate

4.3.1 Condizioni di carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 I carichi in acqua tranquilla e donda devono essere calcolati per la pi severa delle condizioni di carico specificate

I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei supporti delle cisterne e delle strutture di scafo in corrispondenza degli stessi, devono essere non inferiori a quelli ottenuti applicando i criteri in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e le pressioni laterali sono da calcolare secondo Parte B, Capitolo 5.

236

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 4

I valori delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne, da considerare per il dimensionamento di questi elementi strutturali, sono definiti in [5.2].

6
6.1

Altre strutture
Locale Macchine
Prolungamento delle strutture di scafo entro il locale macchine

esistente) e il collegamento con la parte inferiore degli scivoli, deve essere collegata, su navi chimichiere di tipo 2, per la sua intera lunghezza, alle strutture di scafo per mezzo di saldature a piena penetrazione, come definite in Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.4.1]. La parte rimanente dei contorni della cisterna pu essere collegata per mezzo di saldature d'angolo, come definite in Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.4.1]. Tuttavia la saldatura a parziale penetrazione, cos come definita in Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.4.1], pu essere presa in considerazione sulla base dei risultati di analisi di robustezza. Inoltre, qualsiasi altra prescrizione pi severa stabilita per specifici tipi di collegamento in Parte B, Cap 12, Sez 1 e Parte B, Cap 12, Sez 2, a seconda dei casi, deve essere soddisfatta. 8.1.3 Saldature dei rinforzi in acciaio non legato a lamiere di acciaio inossidabile

6.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Paratie longitudinali prolungate attraverso le intercapedini devono continuare entro il locale macchine ed essere usate preferibilmente come paratie longitudinali di cisterne per carico liquido. Tale prolungamento deve essere compatibile con la forma delle strutture del doppio fondo, del ponte e di copertini nel locale macchine.

Protezione delle strutture metalliche dello scafo


Pitture allalluminio

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, rinforzi in acciaio non legato non possono essere saldati direttamente a lamiere sottili di acciaio inossidabile. Tuttavia, se la saldatura dei rinforzi e dei componenti di scafo in acciaio di normale robustezza a lamiere di acciaio inossidabile ritenuta accettabile dalla Societ, la saldatura deve essere eseguita usando elettrodi austeno-ferritici con elevato contenuto di nichel e cromo come, per esempio, il tipo di elettrodo con 24% Cr, 14% Ni e 3% Mo. 8.1.4 Saldatura su lamiere placcate

7.1
7.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Limpiego di pitture allalluminio proibito nelle cisterne del carico, nellarea di ponte delle cisterne del carico, nei locali pompe, nelle intercapedini o in ogni altra zona dove possono accumularsi i vapori del carico.

7.2
7.2.1

Trattamento di passivazione

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Saldature eseguite su lamiere placcate devono essere considerate dalla Societ caso per caso. In particolare, quando la saldatura dangolo eseguita direttamente sulla lamiera laminata, lesame con ultrasuoni del collegamento deve essere effettuato su una striscia del collegamento larga 100 mm, centrata sulla lamiera perpendicolare al fasciame. Questo esame con ultrasuoni deve essere eseguito in accordo con Parte D, Cap 2, Sez 1, [8.9].

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Per una struttura di acciaio inossidabile, un trattamento di passivazione deve essere eseguito con attenzione in tutta la zona delle cisterne in una nave nuova e in tutta la zona riparata in caso di riparazioni. Ci vale in particolare anche per il trattamento di passivazione delle saldature.

8
8.1

Costruzione e collaudo
Saldature e collegamenti saldati
Saldatura delle paratie delle cisterne del carico di navi chimichiere di tipo 1

8.2
8.2.1

Particolari strutturali speciali

8.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Devono essere soddisfatte le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.3] per navi con notazione di servizio chemical tanker.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 I contorni delle paratie delle cisterne del carico di navi chimichiere di tipo 1 devono essere collegati, per la loro intera lunghezza, alle strutture di scafo per mezzo di saldature a piena penetrazione, come definite in "Guida per la saldatura". 8.1.2 Saldatura delle paratie delle cisterne del carico di navi chimichiere di tipo 2 (1/7/2003)

8.3
8.3.1

Collaudi
Collaudo di cisterne

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 La parte inferiore dei contorni delle paratie di cisterne del carico, cio il collegamento col fondo (o doppio fondo, se

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 3, [2] il collaudo di cisterne deve soddisfare la Tab 2.

Regolamenti RINA 2005

237

Parte E, Cap 8, Sez 4

Tabella 2 : Prescrizioni addizionali per il collaudo di cisterne di navi chimichiere


Struttura da collaudare Cisterne strutturali o indipendenti Prescrizioni di collaudo Collaudo strutturale dei contorni delle cisterne del carico da almeno un lato, come definito in Parte B, Cap 12, Sez 3, [2.2]. Pressione per il collaudo strutturale La maggiore delle seguenti: 2,4 m di battente dacqua sopra il punto pi alto della cisterna, pressione di taratura delle valvole di sicurezza, se pertinente.

238

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 5

SEZIONE 5

MOVIMENTAZIONE DEL CARICO

1
1.1

Dimensionamenti delle tubolature


Calcolo dello spessore dei tubi

austenitico o austenitico-ferritico, tubi con rivestimento interno o, se applicabile, con un rivestimento o una pittura protettiva esterno(a) accettabile.

1.1.1 Tubi soggetti a colpi di mare RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.1.1 Per i tubi che possono essere soggetti ai colpi di mare, la pressione di progetto P, in bar, indicata nella formula del paragrafo 5.1.1 dellIBC-Code deve essere sostituita da una pressione equivalente P data dalla formula seguente:
DC 1 P' = -- P + P 2 + 0 ,006R'K ------ 2 D

1.2

Classi dei tubi

1.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.1 In accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [1.5.2], i tubi del carico e gli accessori relativi sono considerati di: a) Classe I quando la pressione di progetto superiore a 1,5 MPa, o il tubo utilizzato per convogliare sostanze tossiche, b) Classe II quando la pressione di progetto uguale o inferiore a 1,5 MPa, c) Classe III quando i tubi terminano con unesremit aperta o quando sono sistemati allinterno delle cisterne del carico.

essendo: DC : Diametro esterno del tubo tenendo conto della coibentazione (in mm), il cui spessore deve essere assunto almeno uguale a: 40 mm 80 mm se D 50 mm se D 150 mm essere ottenuti

valori intermedi devono mediante interpolazione R

: Resistenza al trascinamento corrispondente alleffetto del colpo di mare, in daN/m2, come indicato nella Tab 1 in funzione della posizione del tubo e della sua altezza H (in m) al di sopra dellimmersione di pieno carico; valori intermedi possono essere ottenuti mediante interpolazione. : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2

Fabbricazione dei tubi e particolari delle giunzioni


Tubi che non richiedono giunzioni saldate

2.1

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.2.2 I tronchi delle tubolature per il carico devono essere collegati mediante saldatura ad eccezione, in aggiunta a quelli flangiati per valvole di intercettazione e giunti di dilatazione (come permessi nel paragrafo 5.2.2.1 dellIBC Code), di quelli flangiati per branchetti smontabili o sistemazioni similari o di quelli necessari per pitturazioni protettive, rivestimenti interni, costruzioni particolari, ispezioni e manutenzione.

1.1.2 Costante di corrosione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.1.1 Il coefficiente c (incremento di spessore per la corrosione) della formula nel paragrafo 5.1.1 dellIBC Code, deve normalmente essere non minore di 3 mm. La Societ potr accettare valori inferiori per tubi in acciaio inossidabile

Tabella 1
Diametro esterno del tubo (1) 25 50 75 100 150 (1) A poppavia di un quarto della lunghezza della nave H8 1500 1400 1100 700 500 H=13 250 250 250 250 250 H18 150 150 150 150 150 A proravia di un quarto della lunghezza della nave H8 2200 2000 1600 700 700 H=13 350 350 350 350 350 H18 150 150 150 150 150

DC se il tubo coibentato, D negli altri casi

Regolamenti RINA 2005

239

Parte E, Cap 8, Sez 5

2.2

Giunti di dilatazione

2.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.2.4 Non permesso limpiego di giunti a soffietto per prodotti corrosivi o polimerizzanti, a meno che non siano previsti mezzi che impediscano la stagnazione di liquidi.

particolari per i quali pu essere dimostrato alla Societ che non sono disponibili soluzioni alternative efficienti. In questi casi particolari le misure di sicurezza ritenute necessarie dalla Societ saranno considerate caso per caso.

4
4.1

Impianti di comando per la movimentazione del carico


Generalit

2.3

Controlli non distruttivi delle saldature

2.3.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.2.5 a) I tubi saldati testa a testa e gli accessori devono essere sottoposti ad esami a campione mediante raggi X ed esame completo mediante liquidi penetranti o altra metodologia equivalente. b) Gli esami mediante raggi X devono comprendere almeno il 10% dei collegamenti e possono essere estesi a richiesta del Tecnico in dipendenza dei risultati delle ispezioni. c) Deroghe alle prescrizioni di cui sopra potranno essere considerate caso per caso dalla Societ per tubi saldati in officina. Tuttavia tali deroghe potranno essere concesse dalla Societ solamente per navi progettate esclusivamente per il trasporto di carichi con basso rischio dincendio.

4.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.6.1 a) Una flangia cieca deve essere sistemata in aggiunta alla valvola dintercettazione prescritta nel paragrafo 5.6.1.2 dellIBC Code in corrispondenza di ciascun collegamento alle manichette del carico. b) Le prescrizioni del paragrafo 5.6.1 dellIBC Code non devono essere considerate come aggiuntive rispetto a quelle per le tubolature al di sotto dei ponti menzionate nei paragrafi 5.5.2 e 5.5.3 dellIBC Code.

4.2

Dispositivi di comando, controllo ed allarme e centrale di controllo del carico

4.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.6 a) Il comando delle pompe del carico deve essere ubicato in una posizione che sia prontamente accessibile, anche in caso di rottura delle tubolature o delle manichette del carico. La suddetta posizione deve essere chiaramente indicata. b) Qualora esista una centrale di controllo del carico, in essa devono essere sistemati i seguenti comandi, indicazioni ed allarmi: comando delle pompe del carico comando delle valvole di caricazione e di scaricazione indicatori di livello indicatori di temperatura allarmi di alto livello allarmi di altissimo livello allarmi di alta/bassa temperatura allarmi di alta/bassa pressione allarmi dellimpianto fisso di rivelazione dei gas. c) In genere gli allarmi di alta/bassa temperatura devono essere riportati anche in plancia. d) La centrale di controllo del carico deve essere ubicata al di sopra del ponte di coperta e pu essere considerata come locale pericoloso o locale sicuro in base alla sua ubicazione e alla possibile presenza in essa di prodotto o di suoi vapori. Qualora sia considerata un locale pericoloso, essa deve essere provvista di impianto di ventilazione in grado di effettuare non meno di 20 ricambi daria allora, non deve essere ubicata nella zona degli alloggi e le apparecchiature elettriche ammesse devono essere soltanto del tipo di sicurezza. e) Una centrale di controllo del carico priva del comando delle pompe e delle valvole del carico definita "stazione di controllo del carico".

3
3.1

Sistemazione delle tubolature


Sistemazione delle tubolature del carico

3.1.1

Sistemazione delle tubolature del carico sotto il ponte RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5.2 Lo scopo delle prescrizioni contenute nel paragrafo 5.5.2 dellIBC Code quello di prevenire il rischio di eventuali gocciolamenti del carico, attraverso il dispositivo di tenuta di una valvola di intercettazione, nel locale nel quale detta valvola sistemata. 3.1.2 Sistemazione delle tubolature del carico sul ponte RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5.2 Le tubolature del carico sistemate sopra le cisterne del carico devono essere prolungate fino al fondo delle singole cisterne. 3.1.3 Tubi con rivestimento dalluminio RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5 I tubi con rivestimento di alluminio sono accettabili nelle cisterne di zavorra, nelle cisterne del carico inertizzate, nonch, purch siano protetti da urti accidentali, nelle zone pericolose sui ponti scoperti.

3.2

Impianti di tubolature smontabili

3.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5 Le pompe, le tubolature ed i relativi accessori devono costituire un impianto permanentemente installato; in genere non sono permesse parti smontabili, eccettuati alcuni casi

240

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 5

5
5.1

Manichette del carico a bordo della nave


Compatibilit

dui, delle tubolature e delle apparecchiature e lo scafo della nave non deve essere maggiore di106 .. 6.1.2 Piattine per la messa a terra RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 10, 10.3 Devono essere sistemate piattine per la messa a terra per le cisterne del carico, le cisterne per i residui, le tubolature e le apparecchiature che non siano collegate permanentemente allo scafo della nave, come per esempio: a) cisterne del carico indipendenti; b) tubolature delle cisterne del carico che siano elettricamente separate dallo scafo della nave; c) collegamenti dei tubi mediante branchetti smontabili: Quando le piattine per la messa a terra sono prescritte, esse devono essere: a) chiaramente visibili in modo che qualsiasi interruzione possa essere chiaramente rivelata; b) progettate e sistemate in modo da essere protette contro danneggiamenti meccanici e da non essere influenzate negativamente da contaminazioni ad alta resistivit, per esempio prodotti corrosivi o pitture; c) facili da sistemare e sostituire.

5.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.7.1 Le prescrizioni del paragrafo 5.7.1 dellIBC Code si applicano alle manichette del carico sistemate a bordo della nave e la loro prescritta "compatibilit con il carico" richiede che: a) la manichetta non perda la sua resistenza meccanica o subisca indebiti deterioramenti qualora venga in contatto con i prodotti trasportati, e b) il materiale di cui sono fabbricate le manichette non reagisca pericolosamente con i prodotti trasportati. Con riferimento ai suddetti requisiti, deve essere posta particolare attenzione alle superfici interna ed esterna delle manichette quando le stesse possono essere impiegate come parti integranti di, o collegate a, pompe di emergenza per il carico e possono essere immerse allinterno di cisterne o depositi per il carico.

6
6.1

Messa a terra
Elettricit statica

6.1.1 Resistenza accettabile RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 10, 10.3 Allo scopo di evitare i rischi di scariche elettriche dovute al formarsi di elettricit statica risultante dal flusso dei liquidi/gas/vapori, la resistenza fra qualsiasi punto della superficie delle cisterne del carico, delle cisterne dei resi-

Impianto integrato del carico e di zavorra


Generalit

7.1

7.1.1 (1/1/2004) Le prescrizioni relative agli impianti integrati del carico e di zavorra sono quelle di cui in Cap 7, Sez 4, [3.5].

Regolamenti RINA 2005

241

Parte E, Cap 8, Sez 6

SEZIONE 6

MATERIALI PER LA COSTRUZIONE

1
1.1

Generalit
Caratteristiche dei materiali e dei rivestimenti

1.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 1 a) La scelta dei materiali e le metodologie di rivestimento delle strutture e delle apparecchiature che possono venire in contatto col carico liquido o col vapore devono essere basate sullelenco dei carichi che possono essere trasportati. b) Per quanto riguarda le prescrizioni generali, valgono le norme di cui alla Parte D del Regolamento. I materiali delle cisterne devono comunque avere caratteristiche non inferiori a quelle degli acciai da scafo adottati secondo le prescrizioni della Parte D del Regolamento; se di qualit diversa da quanto ivi prescritto, la loro adozione sar considerata caso per caso dalla Societ. c) I materiali suddetti devono essere di per se stessi resistenti alle azioni dei prodotti da trasportare. Possono, tuttavia, essere impiegati materiali di per se stessi non resistenti, ma protetti con altri materiali resistenti, dopo buon esito di preventivi accertamenti e prove da condurre a soddisfazione della Societ. In tal caso la Societ pu richiedere anche leffettuazione di visite ad intervalli pi ristretti di quelli normali. d) Nella costruzione di cisterne del carico, destinate alternativamente al carico ed ad acqua di mare di zavorra, dovr essere posta la massima cura nella scelta del materiale delle strutture (in genere acciaio inossidabile austenitico) con particolare riguardo alla resistenza dello stesso ai vari tipi di corrosione localizzata: vaiolatura (pitting), corrosione sotto tensione, corrosione interstiziale. Dette strutture dovranno inoltre essere realizzate con lo stesso tipo di materiale onde evitare corrosioni galvaniche che si genererebbero in presenza di materiali dissimili. Quanto sopra si intende esteso, oltre che alle strutture, anche ai materiali costituenti gli impianti, i dispositivi e gli apparecchi sistemati in dette cisterne. e) Le cisterne per acqua di mare di zavorra possono avere struttura in parte di acciaio inossidabile ed in parte di acciaio da scafo, sempre che siano prese idonee misure contro la corrosione dellacciaio da scafo. Limpiego di appositi rivestimenti protettivi subordinato al buon

esito di accertamenti e prove preliminari, a soddisfazione della Societ, che pu richiedere anche leffettuazione di visite ad intervalli pi ristretti di quelli normali. Nella valutazione della idoneit del sistema protettivo, la Societ potr anche richiedere che sia drasticamente ridotta larea catodica (ad esempio, proteggendo adeguatamente anche le strutture di acciaio inossidabile) al fine di evitare corrosioni fortemente localizzate nelle zone delle strutture di acciaio da scafo che eventualmente potrebbero risultare, per varie ragioni, non protette dal rivestimento. f) Limpiego di rivestimenti contenenti alluminio non permesso nelle cisterne del carico, nelle zone del ponte in corrispondenza delle cisterne del carico, nei locali pompe, nelle intercapedini ed in qualsiasi altra zona dove potrebbero accumularsi gas provenienti dal carico.

2
2.1

Prescrizioni particolari per i materiali


Deroghe

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 2 Parti strutturali, accessori ed apparecchiature dei locali pompe del carico diverse dalle apparecchiature elettriche che sono normalmente esposti solo ai vapori dei prodotti presenti nelle sentine dei locali pompe non sono soggetti alle prescrizioni di cui ai paragrafi 6.2.2 e 6.2.4 dellIBC Code. I materiali delle apparecchiature elettriche devono soddisfare le prescrizioni del paragrafo 6.2.3 dellIBC Code.

2.2
2.2.1

Prescrizioni varie
Materiali non metallici

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 2 I materiali non metallici adoperati nelle cisterne del carico e apparecchiature relative devono essere compatibili con i liquidi ed i vapori cui possono essere esposti. 2.2.2 Prima mano di pittura (Primers)

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 2 Per gli acciai inossidabili non possono essere adoperati primers contenenti zinco. Nel caso in cui tali primers siano adoperati per altre parti saldate ad acciaio inossidabile, devono essere prese misure per impedire che lacciaio inossidabile sia contaminato dallo zinco.

242

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 7

SEZIONE 7

CONTROLLO DELLA TEMPERATURA DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Impianti di riscaldamento e di raffreddamento del carico

1.1.4

Ridondanza (1/7/2002)

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.1 Qualora gli impianti di riscaldamento o di raffreddamento siano essenziali per la conservazione del carico, i componenti seguenti devono essere duplicati: a) Fonti di riscaldamento o raffreddamento; negli impianti di riscaldamento del carico, la Societ pu permettere solo una caldaia a fiamma in grado di fornire la potenzialit di riscaldamento che si richiede di installare, a condizione che siano disponibili a bordo sufficienti parti di rispetto per i bruciatori ed i relativi accessori al fine di rendere possibile la riparazione di qualsiasi avaria da parte del personale del bordo. b) Pompe di circolazione per il carico e per il fluido riscaldante o raffreddante. Se adatte all'impiego, le pompe del carico possono essere utilizzate come pompe di circolazione del fluido riscaldante o raffreddante c) Impianto di refrigerazione.

1.1.1

Mezzi per il controllo della temperatura del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.1 Qualora sia necessario mantenere una determinata temperatura (pi alta o pi bassa di quella ambiente) per la conservazione del carico, deve essere adottato uno dei sistemi seguenti: a) Cisterne isolate termicamente atte a mantenere la temperatura del carico entro limiti accettabili per tutta la durata del viaggio. b) Un impianto di riscaldamento o raffreddamento o un impianto frigorifero. c) Una combinazione dei sistemi indicati in a) e b). Prescrizioni addizionali per gli impianti di riscaldamento e raffreddamento RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.1 a) I collettori per la mandata e quelli per il ritorno del fluido riscaldante devono essere sistemati sul ponte di coperta; le derivazioni per lentrata nelle e luscita dalle cisterne del carico devono attraversare queste ultime in corrispondenza del loro cielo. b) Qualora il locale scambiatori di calore sia sistemato nella zona dei locali di alloggio, e considerato sicuro da gas, esso deve essere trattato come fosse un locale macchine (non di categoria A) e deve essere provvisto di ventilazione meccanica indipendente in estrazione e di ombrinali scaricanti direttamente nel locale macchine. 1.1.3 Temperature di riferimento RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 1.1 Qualora la temperatura del carico sia mantenuta per mezzo di un impianto di riscaldamento o di raffreddamento, limpianto deve essere progettato tenendo conto delle temperature di riferimento indicate nella Tab 1, a meno che non sia indicato diversamente nella specifica contrattuale della nave. Tabella 1
Temperatura di riferimento (C) Impianti di riscaldamento Mare Aria 0 5 Impianti di raffreddamento 32 45

1.1.2

1.2
1.2.1

Valvole ed altri accessori


Impianti di spurgo

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.3 Gli impianti per il riscaldamento od il raffreddamento del carico, devono essere dotati degli attacchi necessari per poter lavare il circuito riscaldante o raffreddante di ciascuna cisterna o di ciascun deposito per il carico, mediante gas inerte oppure aria compressa, e per poter effettuare pressature di prova dellimpianto.

1.3

Impianti di misura della temperatura del carico


Allarmi

1.3.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 1.5 a) Un impianto di allarme prescritto per quei prodotti che vengono trasportati riscaldati (vedere paragrafo 15.13.6 dellIBC Code) e per i quali nella colonna "o" delle Tabelle del Capitolo 17 dellIBC Code, si richiamano le prescrizioni di cui al paragrafo 15.13 dellIBC Code. b) Un impianto di allarme anche richiesto per quei prodotti per i quali, nel sopracitato Capitolo 15 dellIBC Code, prescritta una temperatura di trasporto non superiore a determinati limiti, come, ad esempio, il fosforo elementare e lo zolfo fuso. c) Lallarme deve essere trasdotto in plancia e nella stazione di controllo del carico, se esistente.

Regolamenti RINA 2005

243

Parte E, Cap 8, Sez 7

1.4
1.4.1

Prescrizioni per prodotti speciali

Prodotti che possono danneggiare limpianto di riscaldamento o di raffreddamento del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.6 a) Le prescrizioni del paragrafo 7.1.6 dellIBC Code si applicano anche a quei prodotti che potrebbero danneggiare limpianto di riscaldamento o di raffreddamento. b) Se il dispositivo per il prelievo dei campioni di cui al paragrafo 7.1.6.3 dellIBC Code costituito da una

cassa di osservazione degli spurghi, detta cassa deve, in generale, soddisfare le seguenti prescrizioni: deve essere ubicata nella zona del carico ed essere dotata di un tubo di sfogo aria il cui sbocco sia provvisto di una rete tagliafiamma regolamentare e sia ubicato ad una distanza non inferiore a 3 m da aperture di locali di alloggio e da fonti di ignizione; deve essere dotata di un collegamento per lo scarico nelle "slop tanks" con le relative valvole di intercettazione, nonch di un vetro spia e deve essere provvista di un rubinetto per il prelievo di campioni per lanalisi del fluido di ritorno.

244

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 8

SEZIONE 8

IMPIANTI DI SFOGO GAS E SISTEMAZIONI DI DEGASSIFICAZIONE PER LE CISTERNE DEL CARICO

1
1.1

Sfoghi gas delle cisterne del carico


Drenaggio dellimpianto di sfogo gas

condotte di immissione serventi locali pompe e locali pompe per il carico

1.1.1 Grandi quantit di drenaggi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 8, 8.2.2 Qualora siano previsti drenaggi in grande quantit dagli sfoghi gas delle cisterne e dei depositi del carico, deve essere provveduto un attacco per manichetta da collegarsi alla tubolatura spurghi della cisterna per i residui.

Degassificazione delle cisterne del carico


Ventilatori

3.1
3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 8, 8.5 a) Le ventole e le casse dei ventilatori, sia portatili che fissi, sistemati in spazi pericolosi, devono essere costruite in materiale antiscintilla avente le caratteristiche prescritte nel paragrafo 12.1.8 dellIBC Code. b) Nel caso di ventilatori ubicati in locali sicuri, devono essere installati due dispositivi di non ritorno atti ad evitare il ritorno nel locale di vapori del carico infiammabili e/o tossici quando limpianto di ventilazione fermo. Tali dispositivi di non-ritorno devono garantire la tenuta stagna in qualsiasi condizione normale di assetto e sbandamento della nave.

2
2.1

Tipi di impianti di sfogo gas


Posizioni degli sbocchi degli sfoghi gas

2.1.1

Sfoghi gas di cisterne per il trasporto di prodotti infiammabili e tossici RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 8, 8.3.3 Lo sbocco degli sfoghi gas delle cisterne e dei depositi per il carico adibiti al trasporto di prodotti infiammabili o tossici deve essere sistemato ad una distanza non inferiore a 3 m dalle condotte di estrazione ed il pi distante possibile dalle

Regolamenti RINA 2005

245

Parte E, Cap 8, Sez 9

SEZIONE 9

CONTROLLO DELLATMOSFERA ALLINTERNO DELLE CISTERNE

1
1.1

Generalit
Controllo mediante inertizzazione e separazione dallaria
Fluido di separazione

1.3.2

Trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 Limpianto del gas inerte deve essere in accordo con le prescrizioni del paragrafo 9.1.5.1 dellIBC Code, adattate, a giudizio della Societ, alle caratteristiche individuali dei prodotti da trasportare. Nel caso di trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili fra di loro, le tubolature di mandata di gas inerte in ciascuna cisterna del carico devono essere separate fra di loro. 1.3.3 Navi prive di un impianto fisso di gas inerte RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 Qualora non siano previste a bordo sistemazioni fisse per la produzione di gas inerte o di gas secco, la quantit minima da tenere a bordo deve essere stabilita dal Comandante in base alla durata del viaggio, alle variazioni giornaliere di temperatura previste, alle perdite di gas attraverso le tenute delle cisterne del carico e allesperienza proveniente da casi similari precedenti. 1.3.4 Prescrizioni addizionali RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 a) Le presenti prescrizioni si applicano quando a bordo di una nave chimichiera installato un impianto di gas inerte basato su un generatore di gas inerte a combustibile liquido. Sar oggetto di considerazione speciale qualsiasi proposta relativa alluso di altre fonti di gas inerte. b) Oltre a quanto indicato nel paragrafo 9.1.5.1 dellIBC Code, limpianto di gas inerte deve essere in accordo con le prescrizioni dell IMO Resolution A 567(14). Alla parola "Administration" nella Resolution deve essere dato il significato la Societ. c) In alternativa alla tenuta ad acqua nella tubolatura di gas inerte sul ponte, pu essere accettata una sistemazione consistente in due valvole dintercettazione in serie con una valvola di sfogo interposta fra di loro. A tale sistemazione si applicano le condizioni seguenti: Lazionamento della valvola deve essere automatico. Le indicazioni per lapertura/chiusura devono essere originate direttamente dal processo, per esempio dal flusso di gas inerte o dalla sua pressione differenziale. Deve essere sistemato un allarme per funzionamento difettoso delle valvole, per esempio le condizioni di fermo delle soffianti e valvole (valvola) di mandata aperte (aperta) devono essere considerate condizioni dallarme. d) Oltre alle prescrizioni della Resolution A567(14), devono essere soddisfatte le prescrizioni seguenti:

1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1.3 Il fluido di separazione deve essere compatibile, dal punto di vista della sicurezza, con i prodotti da trasportare, non deve reagire con essi e con laria e deve avere caratteristiche chimiche e fisiche ritenute idonee dalla Societ. Limpianto deve rispondere alle prescrizioni relative agli impianti di gas inerte, per quanto applicabile.

1.2
1.2.1

Controllo mediante deumidificazione


Trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1.4 Nel caso di trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili tra di loro, le tubolature di mandata del gas secco ai singoli spazi per il carico devono essere separate tra di loro.

1.3

Prescrizioni speciali per gli impianti di gas inerte sulle navi chimichiere
Applicabilit

1.3.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 a) Le navi chimichiere di portata lorda uguale o superiore a 20000 tonnellate progettate per il trasporto di idrocarburi liquidi con un punto dinfiammabilit non superiore a 60 C devono avere un impianto fisso di gas inerte installato in accordo con le prescrizioni di Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5]. b) Le navi chimichiere di portata lorda uguale o superiore a 20000 tonnellate che trasportano i liquidi elencati nei Capitoli 17 e 18 dellIBC Code, diversi da idrocarburi, con un punto dinfiammabilit non superiore a 60 C devono avere un impianto fisso di gas inerte installato in accordo con le prescrizioni di Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5], alle condizioni che: La capacit delle cisterne del carico sia maggiore di 3000 m3, o La portata totale combinata delle macchinette di lavaggio adoperate contemporaneamente in una cisterna del carico sia superiore a 110 m3/h.

246

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 9

1) Devono essere inviati per valutazione disegni diagrammatici comprendenti: particolari e sistemazioni dellimpianto di generazione di gas inerte compresi i dispositivi di controllo, la sistemazione delle tubolature per la distribuzione del gas inerte. 2) In ogni caso deve essere sistemato un dispositivo per il controllo automatico della combustione che sia atto a mantenere una produzione adeguata di gas inerte in ogni condizione di servizio. 3) Quando sono sistemate due soffianti, la portata totale di gas inerte richiesta deve essere preferibilmente divisa in parti uguali fra le due soffianti; in nessun caso una soffiante pu avere una portata inferiore a 1/3 della portata totale richiesta. 4) I materiali impiegati per limpianto di gas inerte devono essere adeguati al loro servizio in accordo con le prescrizioni del Regolamento. In particolare quelle parti delle torri di lavaggio, soffianti, dispositivi di non ritorno, tubi uscenti dalle torri di lavaggio ed altri tubi di drenaggio che potrebbero essere sog-

getti allazione corrosiva dei gas e/o dei liquidi devono essere costruiti con materiali resistenti alla corrosione o rivestiti di gomma, fibra di vetro, resine epossidiche o altro materiale di rivestimento equivalente. 5) Per quanto riguarda la protezione antincendio, il locale nel quale installato un generatore di gas inerte a combustibile liquido deve essere considerato come locale macchine di categoria A. 6) Tutte le apparecchiature devono essere installate a bordo e provate in condizioni di funzionamento a soddisfazione del Tecnico.

1.4

Ventilazione

1.4.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 Quando richiesto dalle presenti norme un impianto di ventilazione degli spazi per il carico, diverso dallimpianto di sfogo gas di cui al paragrafo 8.2 dellIBC Code, tale impianto deve rispondere alle prescrizioni che caso per caso vengono date dalla Societ.

Regolamenti RINA 2005

247

Parte E, Cap 8, Sez 10

SEZIONE 10

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

c) dispositivi per la verifica dello stato di isolamento purch la corrente circolante non superi 30 mA nelle condizioni pi sfavorevoli. 1.3.3 Impianti con collegamento a massa senza ritorno attraverso lo scafo RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa senza ritorno attraverso lo scafo salvo: a) i circuiti a sicurezza intrinseca collegati a massa e, a giudizio della Societ, i seguenti altri impianti b) alimentazioni, circuiti di comando e di strumentazione in luoghi non pericolosi, se ragioni tecniche o di sicurezza non consentono limpiego di impianti senza collegamenti a massa, purch la corrente attraverso lo scafo in condizioni normali e di guasto sia limitata a non pi di 5 A; o c) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come impianti di distribuzione dellenergia nelle cucine o nelle lavanderie alimentati tramite trasformatori di isolamento con secondario collegato a massa, purch qualunque possibile corrente di scafo risultante non passi direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; o d) impianti di potenza in corrente alternata a tensione pari a 1000 V valore efficace (tra le fasi) o superiore, purch qualunque possibile corrente risultante non passi direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; a tale scopo, se limpianto di distribuzione si estende a spazi lontani dai locali macchine, devono essere previsti trasformatori di isolamento o altri mezzi adeguati.

1.1.1 Le norme della presente Sezione si applicano alle navi chimichiere, in aggiunta a quelle contenute in Parte C, Capitolo 2.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, deve essere inviato allapprovazione quanto segue: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi c) Schemi degli impianti di indicazione del livello di cisterne e depositi, degli impianti di allarme di alto livello e quelli di controllo del rigurgito ove richiesti.

1.3

Impianti di alimentazione

1.3.1 Impianti di alimentazione ammessi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 Sono ammessi i seguenti impianti di generazione e di distribuzione dellenergia elettrica: a) a corrente continua: a due conduttori isolati b) a corrente alternata: monofase a due conduttori isolati trifase a tre conduttori isolati. Non sono ammessi collegamenti a massa di parti in tensione di impianti di distribuzione isolati eccetto che: a) attraverso un dispositivo per la verifica dello stato di isolamento b) attraverso componenti usati per la soppressione delle interferenze nei circuiti radio. 1.3.2 impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo salvo i seguenti a giudizio della Societ: a) impianti di protezione catodica a corrente impressa b) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come gli impianti di avviamento e di accensione dei motori a combustione interna, purch qualsiasi eventuale corrente risultante non passi direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso

1.4

Dispositivi per la verifica dello stato di isolamento verso massa

1.4.1 Controllo dei circuiti nei luoghi pericolosi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 I dispositivi per il controllo continuo dello stato di isolamento verso massa di tutti gli impianti di distribuzione devono anche controllare tutti i circuiti, eccetto quelli a sicurezza intrinseca, collegati ad apparecchiature in luoghi pericolosi o che attraversino tali luoghi. I dispositivi devono fornire una segnalazione di allarme ottica ed acustica, in una postazione presidiata, in caso di livello di isolamento eccessivamente basso.

1.5

Precauzioni per gli impianti elettrici

1.5.1 Precauzioni contro la corrosione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 10.1.2 Quando i prodotti possono, per loro natura, danneggiare i materiali usualmente impiegati negli impianti elettrici, si deve porre speciale cura nella scelta dei materiali per con-

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Parte E, Cap 8, Sez 10

duttori, isolanti e parti metalliche da installare nei luoghi pericolosi a causa dei gas. Le parti elettriche in rame o in alluminio e gli isolanti devono essere protetti quanto pi possibile in modo da impedirne il contatto con i prodotti e/o con i loro vapori corrosivi (per esempio. mediante incapsulamento). Tali disposizioni si applicano ai prodotti per i quali, nella colonna "m" delle Tabelle del Cap. 17 dellIBC Code, riportata lindicazione Z. 1.5.2 Precauzioni contro le infiltrazioni di gas o vapori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 10.1.2 Deve essere impedito, mediante opportuni accorgimenti, a soddisfazione della Societ, che gas o vapori possano passare da un locale pericoloso ad un altro locale attraverso le aperture per il passaggio dei cavi o attraverso le loro condotte.

2.1.2 I locali chiusi o parzialmente chiusi (non contenenti fonti di pericolo) aventi aperture dirette, comprese quelle per la ventilazione verso un qualsiasi luogo pericoloso, devono essere considerati luoghi pericolosi allo stesso modo del locale in cui posizionata lapertura. Le apparecchiature elettriche devono soddisfare le norme degli spazi o dei locali ai quali lapertura d accesso.

2.2

2
2.1

Luoghi pericolosi e tipi di apparecchiature


Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit inferiore o uguale a 60C e di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati oltre il loro punto di infiammabilit

Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C non riscaldati o riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15C dal loro punto di infiammabilit

2.2.1 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 2 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

2.3

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 10.2 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 1 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit

2.3.1 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 3 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Tabella 1 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit inferiore o uguale a 60C e di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati oltre il loro punto di infiammabilit (1/7/2003)
Luoghi pericolosi Zona 0 Spazi N. 1 Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.1 Cisterne, depositi e tubolature del carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio. termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) apparecchi particolarmente progettati e certificati dallautorit competente per lutilizzo nella Zona 0. Zona 1 2 RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.2 Spazi vuoti al di sopra, al di sotto o adiacenti a cisterne o depositi strutturali per il carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.2, dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.1, cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. Zona 1 3 RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.3 Stive contenenti depositi indipendenti per il carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE: 10.2.3.3.2, apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso; e) in base a IBC CODE: 10.2.3.3.3, dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ; f) in base a IBC CODE: 10.2.3.3.1, cavi elettrici attraversanti detti locali. Apparecchiature elettriche

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 4 Descrizione Intercapedini e cisterne di zavorra permanenti (per esempio zavorra segregata) adiacenti alle cisterne del carico.

Apparecchiature elettriche

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: , 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.2, dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.1, cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. In compartimenti che possono essere riempiti con acqua di mare (per esempio cisterne di zavorra permanente) devono essere impiegati tubi di materiale resistente alla corrosione che forniscano una adeguata protezione meccanica.

Zona 1

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.4 Locali pompe del carico e locali pompe nella zona del carico.

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.4.2 i motori elettrici per le pompe del carico ed ogni altra pompa ausiliaria associata devono essere separati da questi spazi per mezzo di paratie o ponti stagni ai gas. Giunti elastici, o altri mezzi per mantenere lallineamento, devono essere sistemati sugli alberi di trasmissione tra il macchinario condotto e i suoi motori primi e, inoltre, devono essere sistemati dispositivi di tenuta in accordo con standard riconosciuti in corrispondenza degli attraversamenti di paratie o ponti da parte degli alberi suddetti. Tali motori elettrici devono essere sistemati in un compartimento dotato di impianto di ventilazione capace di realizzare una sovrapressione nel compartimento stesso; e) in base a IBC CODE: 10.2.3.4.1, apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. f) in base a IBC CODE: 10.2.3.4.3, indicatori ottici e/o acustici di tipo certificato di sicurezza (per esempio per lallarme generale, per lallarme di immissione dellagente estinguente, ecc.).

g) sensori di tipo certificato di sicurezza per impianti di rivelazione gas.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 6 Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.6 Locali chiusi o parzialmente chiusi, immediatamente sovrastanti le cisterne del carico (per esempio spazi di interponte) o aventi paratie in prosecuzione verso lalto di paratie di cisterne del carico, a meno che non siano protette da una lamiera diagonale a soddisfazione della Societ.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali; f) negli spazi di interponte immediatamente sovrastanti le cisterne del carico, qualsiasi apparecchiatura elettrica diversa da quella di cui ai punti (a), (b), (c) e (d), purch sia ubicata entro un compartimento: ventilato meccanicamente in modo adeguato, accessibile solamente dal ponte sovrastante, il cui pavimento sia separato dalle cisterne del carico da una intercapedine, le cui delimitazioni siano stagne agli idrocarburi ed ai gas rispetto allintercapedine ed agli spazi di interponte.

Zona 1

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.6 Locali chiusi o parzialmente chiusi immediatamente sovrastanti i locali pompe del carico o le intercapedini verticali adiacenti alle cisterne del carico, se non separati da un ponte stagno ai gas e ventilati in maniera adeguata.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 8 Descrizione Locali diversi dalle intercapedini adiacenti alle cisterne e sottostanti il cielo di queste (per esempio cofani, corridoi di passaggio e stive) cos come i doppi fondi e le gallerie per le tubolature sottostanti le cisterne del carico.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi relativi devono essere protetti come indicato al punto f); e) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; f) cavi elettrici attraversanti detti locali; gli attraversamenti di cavi, con leccezione di quelli per apparecchiature a sicurezza intrinseca, saranno considerati in modo particolare dalla Societ.

Zona 1

In base a IBC CODE 10.2.3.5 Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m da qualunque apertura delle cisterne del carico, flange sulle tubolature del carico, valvole del carico o accesso ed apertura per la ventilazione dei locali pompe del carico o di altri locali pericolosi chiusi.

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria "ib" incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a sovrappressione interna Ex(p); f) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e);

g) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature a protezione speciale Ex(s); in base a IBC CODE 10.2.3.5.2, cavi elettrici attraversanti detti locali. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 10 Descrizione Spazi sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto sopra ed in prossimit delle aperture degli scarichi degli sfoghi gas del carico per il passaggio di grandi volumi di miscele di gas o vapori durante le operazioni di caricazione e zavorramento o durante la scaricazione, entro un cilindro verticale di altezza illimitata avente raggio di 6 m centrato in corrispondenza del centro dello scarico, ed entro una emisfera avente raggio di 6 m al di sotto dello scarico. Luoghi su ponti scoperti o entro spazi parzialmente chiusi su ponti scoperti entro 3 m da qualunque apertura per il controllo della pressione delle cisterne del carico prevista per permettere il flusso di piccoli volumi di miscele di gas o vapori causato da variazioni termiche.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

11

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

12

Spazi su ponti scoperti Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9. entro 3 m dalle mastre antispandimento sistemate attorno ai collegamenti del collettore del carico.

254

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 13 Descrizione In base a IBC CODE 10.2.3.5 Zona del carico sul ponte scoperto sopra a tutte le cisterne ed a tutti i depositi per il carico ed a tutte le stive contenenti i depositi indipendenti per il carico, comprese tutte le cisterne di zavorra e le intercapedini entro la zona delle cisterne e dei depositi per il carico, per lintera larghezza della nave, fino a 3 m a proravia ed a poppavia della suddetta zona e fino ad unaltezza di 2.4 m al di sopra del ponte. RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 Compartimenti per le manichette del carico.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9 con leccezione che in tali spazi sono permesse curve di dilatazione.

Zona 1

14

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: , 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE 10.2.3.6.1, apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza. Limpianto di illuminazione deve essere suddiviso su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso; e) in base a IBC CODE 10.2.3.6.2, cavi elettrici attraversanti detti locali.

Zona 1

15

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.6 Locali chiusi o parzialmente chiusi nei quali sono ubicate le tubolature contenenti carico. Spazi circondanti per 1,5 m gli spazi di Zona 1 definiti in 9 e 11.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 14.

Zona 2

16

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche il cui tipo assicuri lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (per esempio protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche incapsulate ed accettate dalla Societ.

Zona 2

17

Aree 4 m oltre il cilindro e 4 m oltre la sfera definiti in 10.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

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255

Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 2

Spazi N. 18 Descrizione Luoghi su ponti scoperti che si estendono fino alle mastre destinate a trattenere gli spandimenti del ponte lontani dai locali alloggio e di servizio e 3 m oltre questi fino ad una altezza di 2,4 m al di sopra del ponte. Locali a proravia delle zone del ponte esposto di cui in 13, sottostanti il ponte principale, ed aventi unapertura sul ponte principale o a un livello inferiore a 0,5 m sopra il ponte principale, a meno che: a) gli accessi a tali spazi non siano prospicienti la zona delle cisterne del carico e, unitamente a tutti gli altri accessi a tali locali, inclusi le aperture e gli sfoghi per l'impianto di ventilazione, siano situati ad almeno 5 m dalla cisterna del carico prodiera e ad almeno 10 m misurati orizzontalmente da qualunque sbocco dalle cisterne del carico o sbocco di gas o vapori; e b) i locali siano ventilati meccanicamente.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

Zona 2

19

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

256

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Tabella 2 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punti di infiammabilit superiore a 60C non riscaldati o riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15C dal loro punto di infiammabilit
Luoghi pericolosi N. Zona 1 1 Spazi Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.1 Cisterne, depositi e tubolature per il carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia) o Ex(ib); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia o ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.1 i motori delle pompe del carico di tipo sommerso ed i relativi cavi possono, in circostanze eccezionali e per un determinato prodotto o per una ben definita gamma di prodotti, essere ammessi dalla Societ, tenuto conto delle caratteristiche chimiche e fisiche dei prodotti. Devono essere presi provvedimenti atti ad impedire che i motori ed i relativi cavi vengano energizzati in presenza di miscele infiammabili di aria e gas e a far s che gli stessi motori e cavi siano disenergizzati in caso di basso livello del liquido. Tale disenergizzazione deve essere segnalata mediante un allarme nella stazione di controllo del carico. Zona 2 2 RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.2 Locali pompe del carico. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) in base a IBC CODE: 10.2.2.2, apparecchiature elettriche il cui tipo assicuri lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro funzionamento normale; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (per esempio protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche incapsulate ed accettabili dalla Societ. Apparecchiature elettriche

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Tabella 3 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit
Luoghi pericolosi N. Zona 0 1 Spazi Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.1 Cisterne, depositi e tubolature del carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. a) in base a IBC CODE: 10.2.2.3, apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza. Apparecchiature elettriche

Zona 1

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.3 Locali pompe del carico.

Zona 1

a) in base a IBC CODE: 10.2.2.3, apparecchiature elettriche di tipo certificato di RIFERIMENTO IBC sicurezza. CODE: 10.2.2.3 Aree sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dalle aperture delle cisterne o dei depositi entro cui riscaldato il carico. RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.3 Aree sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dagli accessi o dalle aperture per la ventilazione dei locali pompe del carico. a) in base a IBC CODE: 10.2.2.3, apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza.

Zona 1

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Parte E, Cap 8, Sez 11

SEZIONE 11

PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI

1
1.1

Locali delle pompe del carico


Impianti fissi per lestinzione degli incendi

2.3

Impiego contemporaneo degli impianti a schiuma e ad acqua

2.3.1 Numero richiesto di getti dacqua RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.12 Limpiego contemporaneo del minimo numero di getti dacqua richiesto deve essere, in generale, possibile sul ponte per tutta la lunghezza della nave, nei locali di alloggio e di servizio, nelle stazioni di comando e nei locali macchine.

1.1.1 Impianti ad idrocarburi alogenati RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.2.1.2 Con riferimento al paragrafo 11.2.1.2 dellIBC Code si precisa che linstallazione di nuovi impianti ad idrocarburi alogenati non pi ammessa a partire dal 1 ottobre 1994 su qualsiasi nave (nuova o esistente).

2.4

2
2.1

Zona del carico


Temperatura del vapore e dei fluidi per il riscaldamento entro la zona del carico
2.4.1

Apparecchi portatili per lestinzione degli incendi

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3 La temperatura massima del vapore e dei fluidi per il riscaldamento nella zona del carico deve essere definita in funzione della classe di temperatura del carico.

Capacit degli apparecchi portatili per lestinzione degli incendi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.14 La capacit di ciascun apparecchio portatile per lestinzione degli incendi deve essere quella richiesta dalle pertinenti disposizioni della Convenzione SOLAS 1974, come emendata.

2.2
2.2.1

Spingarde fisse e lance mobili per lerogazione della schiuma

2.5

Navi che trasportano prodotti infiammabili

Portata per navi di portata lorda inferiore a 4000 tonnellate RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.7 Nel caso di navi di portata lorda inferiore a 4000 t, la portata minima richiesta di una spingarda fissa deve essere di 1000 litri/min e ciascuna spingarda fissa deve essere capace di erogare non meno di 10 litri/min per ogni metro quadrato dellarea da essa protetta.

2.5.1 Motori a combustione interna RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.15 Nei locali pompe del carico, nei locali pompe e negli altri spazi adiacenti alle o soprastanti le cisterne per il carico, non devono essere sistemati motori a combustione interna. In tutti i suddetti locali e spazi possono tuttavia essere sistemate motrici a vapore con temperatura di funzionamento inferiore alla temperatura indicata in [2.1].

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259

Parte E, Cap 8, Sez 12

SEZIONE 12

VENTILAZIONE MECCANICA NELLA ZONA DEL CARICO

Locali normalmente frequentati durante le operazioni di movimentazione del carico


Prescrizioni varie
Arresto dellimpianto di ventilazione

1.1.5

Alternativa agli impianti di ventilazione del tipo ad estrazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 In alternativa agli impianti di ventilazione del tipo ad estrazione, richiesti in 12.1.4 dellIBC Code, pu essere accettato un impianto di ventilazione funzionante in mandata: nel caso di locali pompe del carico adiacenti a cisterne o depositi per il carico o ad altri locali pericolosi a causa dei gas; o nel caso in cui, nei locali adiacenti sicuri da gas, ivi compresi i locali contenenti i motori delle pompe del carico, sia mantenuta una adeguata sovrappressione rispetto ai locali pompe del carico stessi. 1.1.6 Posizione dellestremit superiore delle condotte dimmissione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Con riferimento a quanto richiesto in 12.1.5 dellIBC Code, lestremit superiore delle condotte di immissione, deve, in generale, essere ubicata a distanza non inferiore a 3 m dalle condotte di ventilazione e dalle prese daria serventi i locali sicuri menzionati nel suddetto paragrafo. 1.1.7 Distanza minima fra le estremit superiori delle condotte di immissione ed estrazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Con riferimento al paragrafo 12, 12.1.6 dellIBC Code, le estremit superiori delle condotte di ventilazione (estrazione ed immissione) serventi uno stesso locale devono essere a distanza luna dallaltra non inferiore a 3 m, misurati orizzontalmente, e devono, in generale, essere ubicate ad una adeguata altezza sul ponte di coperta, in ogni caso non inferiore a 2,4 m. Altezze superiori sono richieste nel paragrafo 15.17 dellIBC Code. Estremit superiori delle condotte di ventilazione su navi che trasportano prodotti che possono produrre vapori infiammabili RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Per prodotti infiammabili o che possono reagire con i materiali della nave dando luogo a vapori infiammabili (quali ad esempio gli acidi forti), le estremit superiori delle condotte di ventilazione devono essere ubicate a distanza non inferiore a 3 m da qualsiasi fonte di ignizione secondo le prescrizioni in Sez 8, [2.1]. 1.1.9 Serrande RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Le condotte di ventilazione devono essere munite di serrande metalliche dintercettazione, provviste degli indici di "aperto" e "chiuso". Dette serrande devono essere ubicate al 1.1.8

1.1
1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Tutti gli impianti di ventilazione prescritti devono poter essere fermati da una posizione ubicata al di fuori dei locali serviti e al di sopra del ponte di coperta. 1.1.2 Targhe davvertimento

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Deve essere apposta in vicinanza dellingresso di tutti i locali serviti dagli impianti di ventilazione meccanica prescritti, una targa ben visibile segnalante che laccesso a tali locali deve avvenire soltanto dopo che essi siano stati adeguatamente preventilati e che i relativi impianti di ventilazione devono essere mantenuti continuamente in funzione per tutto il tempo di permanenza delle persone nei locali stessi. 1.1.3 Precauzioni contro il funzionamento dei motori elettrici in condizione di pericolo

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Deve essere sistemato un idoneo dispositivo automatico che impedisca il funzionamento di motori elettrici azionanti le pompe del carico e di altre apparecchiature elettriche non certificate di sicurezza prima che i locali ove sono ubicati tali motori ed apparecchiature siano stati preventilati in modo da renderli sicuri da gas (a tale riguardo si precisa che le norme internazionali dellIEC richiedono una immissione di una quantit daria pari ad almeno 10 volte il volume del locale servito). 1.1.4 Precauzioni contro il funzionamento delle pompe del carico in condizione di pericolo

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 1 Deve essere sistemato un idoneo dispositivo automatico mediante il quale si arrestino i motori azionanti le pompe del carico e vengano disenergizzate le altre eventuali apparecchiature elettriche non certificate di sicurezza, in caso di arresto della ventilazione nei locali ove siano ubicati tali motori ed apparecchiature. Tali prescrizioni non si applicano ai motori e alle altre apparecchiature elettriche sistemati nel locale apparato motore.

260

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 12

di sopra del ponte di coperta, in posizione prontamente accessibile. 1.1.10 Posizione dei motori elettrici che azionano i ventilatori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Motori elettrici che azionino i ventilatori devono essere sistemati allesterno dei locali serviti ed allesterno delle condotte di ventilazione, in posizione adeguata in relazione alla presenza di vapori infiammabili. 1.1.11 Passaggi degli alberi dei motori attraverso le paratie RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Il passaggio dellalbero di trasmissione dei motori elettrici azionanti i ventilatori attraverso le paratie o i ponti dei locali pericolosi a causa dei gas o attraverso le condotte di ventilazione deve essere munito di dispositivo di tenuta stagna ai gas, a bagno dolio o equivalente, ritenuto idoneo dalla Societ.

austenitici) con una distanza di progetto fra le estremit della girante e cassa non inferiore a 13 mm. d) Le seguenti giranti e casse non sono considerate anti scintilla e non sono permesse: giranti costruite con leghe di alluminio o leghe di magnesio e casse costruite con materiali ferrosi, qualunque sia la distanza fra le estremit della girante e cassa, casse costruite con leghe di alluminio o leghe di magnesio e giranti costruite con materiali ferrosi, qualunque sia la distanza fra le estremit della girante e la cassa, qualsiasi combinazione di giranti e casse costruite con materiali ferrosi con una distanza di progetto fra le estremit della girante e la cassa inferiore a 13 mm. 1.2.3 Prove di tipo per i ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Prove di tipo sui prodotti finiti devono essere eseguite in accordo con le prescrizioni della Societ o con altre normative nazionali o internazionali equivalenti.

1.2

Prescrizioni addizionali per i ventilatori antiscintilla

1.2.1 Ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 a) Un ventilatore considerato antiscintilla se risulta improbabile la possibilit che esso possa produrre scintille sia in condizioni di funzionamento normali che in condizioni di funzionamento anormali. b) La distanza fra la girante e la cassa del ventilatore deve essere non minore di 0,1 volte il diametro dellalbero della girante in corrispondenza del cuscinetto della girante stessa, ma non inferiore a 2 mm. Non necessario che questa distanza sia superiore a 13 mm. 1.2.2 Materiali per i ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 a) Le giranti e le casse in corrispondenza delle giranti devono essere costruite in leghe riconosciute antiscintilla sulla base di prove appropriate. b) Deve essere impedita la formazione di cariche elettrostatiche sia nei corpi rotanti che nelle casse mediante luso di materiali antistatici. Inoltre linstallazione a bordo delle unit di ventilazione deve essere eseguita in modo da assicurare la loro messa a terra in maniera sicura. c) Possono non essere richieste prove per i ventilatori che hanno le combinazioni seguenti: giranti e/o casse costruite con materiali non metallici, tenuto conto delleliminazione dellelettricit statica, giranti e casse costruite con materiali non ferrosi, giranti costruite con leghe dalluminio o leghe di magnesio con una cassa costruita con materiali ferrosi (compresi acciai inossidabili austenitici), purch un anello di spessore appropriato di materiale non ferroso sia sistemato in corrispondenza della girante, qualsiasi combinazione di giranti e casse costruite con materiali ferrosi (compresi acciai inossidabili

2
2.1

Locali pompe ed altri locali chiusi normalmente frequentati


Chiarimenti delle prescrizioni generali

2.1.1 (1/1/2001) RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.2 a) Le sistemazioni per limpianto di ventilazione dei locali ai quali si applica il paragrafo 12.2 dellIBC Code devono soddisfare, in generale, le disposizioni indicate nel precedente articolo 1, come applicabili. b) Le disposizioni di cui al paragrafo 12.2 dellIBC Code, si applicano a tutti i locali pompe, indipendentemente dal fatto che il comando delle pompe e delle valvole in essi sistemate avvenga o no dallesterno di detti locali. c) La distanza delle estremit superiori delle condotte di estrazione e di immissione da prese daria ed altre aperture dei locali menzionati nel paragrafo 12.1.5 dellIBC Code non deve essere inferiore a 3 m misurati orizzontalmente. Tali impianti devono poter essere comandati dal di fuori dei locali serviti e deve essere apposta in vicinanza dellingresso dei locali stessi la targa di cui in [1.1.2].

3
3.1

Locali normalmente non frequentati


Ventilatori portatili

3.1.1 (1/1/2001) RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.3 a) Il tipo dei ventilatori portatili ed il loro collegamento ai locali da essi serviti devono essere ritenuti idonei dalla Societ. In ogni caso non sono ammessi ventilatori portatili azionati da motori elettrici o da motori a combustione interna. b) Le sistemazioni per la ventilazione di tali locali devono soddisfare, in generale, le disposizioni indicate nel precedente articolo 1, come applicabili.

Regolamenti RINA 2005

261

Parte E, Cap 8, Sez 13

SEZIONE 13

STRUMENTAZIONE

1
1.1

Indicatori di livello
Tipi di indicatori di livello

1.1.2

Esempio di indicatore ad efflusso limitato

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 13, 13.1.1 Un indicatore di livello del tipo ad efflusso limitato pu essere costituito da un tubo sonda avente il diametro interno non superiore a 200 mm e munito di un tappo a tenuta stagna ai vapori. Detto tubo sonda deve essere forato in modo da eguagliare la pressione esistente al suo interno con quella esistente allinterno della cisterna o del deposito del carico. A tal fine, i fori devono essere praticati allinterno della cisterna o del deposito, in prossimit del cielo di detti spazi per il carico.

1.1.1 Sistemazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 13, 13.1.1 a) In quasi tutti i casi un prodotto che richieda un allarme di alto livello ed un controllo del rigurgito richiede anche un indicatore di livello di tipo chiuso. Una cisterna od un deposito del carico contenente un tale prodotto richiede perci tre sensori: 1) un indicatore di livello 2) un allarme di alto livello 3) un controllo del rigurgito b) I sensori di 1), 2) e 3) devono essere separati sebbene i sensori di 2) e 3) (interruttori a lamella, camere di tipo galleggiante, dispositivi elettronici, ecc.) possano essere contenuti nello stesso tubo. c) I circuiti elettronici, pneumatici, idraulici richiesti per i sensori 1), 2) e 3) devono essere indipendenti gli uni dagli altri in modo tale che un guasto di uno di essi non renda nessuno degli altri inoperativo. d) Quando vengono utilizzate unit di processo per fornire indicazioni ottiche o digitali, come per esempio in una zona della plancia, lindipendenza dei circuiti deve essere mantenuta almeno oltre questo punto. e) Lalimentazione deve essere derivata da un quadro di distribuzione. f) Quando sono previsti una sala controllo od una zona della plancia contenenti una unit modulare, devono essere previste indicazioni di livello separate ed allarmi ottici separati per ciascuna delle funzioni 1), 2) o 3). Deve essere previsto anche un allarme acustico ma dato che non direzionale non necessario che sia separato.

2
2.1

Rivelazione della presenza di vapori


Dispositivi per la rivelazione della presenza di vapori
Locali da controllare

2.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 13, 13.2.1 I dispositivi, fissi o portatili, per la rivelazione della presenza di vapori, devono essere di tipo riconosciuto idoneo dalla Societ per i prodotti da trasportare. I locali da controllare sono: locali pompe del carico, locali contenenti i motori azionanti le pompe del carico, escluso il locale macchine, locali chiusi contenenti tubolature del carico, apparecchiature relative alla movimentazione del carico, intercapedini, locali chiusi e doppi fondi adiacenti a cisterne o depositi per il carico, gallerie di tubi, altri locali a giudizio della Societ, in relazione al tipo di nave. Qualora venga installato un impianto fisso, lo stesso deve servire i locali, tra quelli sopra elencati, che siano normalmente frequentati dallequipaggio.

g) Deve essere previsto un allarme acustico anche nella zona del carico. h) Quando non esiste una centrale del carico deve essere previsto un allarme ottico ed acustico nella stazione di controllo del carico. i) Dispositivi per la prova dei sensori devono essere sistemati al di fuori delle cisterne anche se non impedito lingresso nelle cisterne pulite dai prodotti. E accettabile la prova di simulazione dei circuiti elettronici o dei circuiti che sono auto-segnalatori di guasto.

j)

262

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 14

SEZIONE 14

MEZZI PER LA PROTEZIONE DEL PERSONALE

1
1.1

Equipaggiamento protettivo
Ubicazione dellequipaggiamento protettivo

quantit daria equivalente delle bombole di aria compressa di rispetto deve essere non inferiore a 4800 litri.

2.2
2.2.1

Presidi medici di pronto soccorso

1.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.1.2 a) I depositi per abiti da lavoro o equipaggiamenti protettivi che non siano nuovi o non siano stati sottoposti ad un accurato lavaggio non devono avere accesso diretto ai locali di alloggio. b) Qualora il deposito per tali indumenti non sottoposti ad un accurato lavaggio sia sistemato nella zona dei locali di alloggio, esso deve essere delimitato da paratie e ponti di Classe A-0 e provvisto di ventilazione meccanica indipendente in estrazione. Leventuale comunicazione con i locali di alloggio, se ammessa, deve avvenire tramite due porte di acciaio sostanzialmente stagne ai gas, a chiusura automatica e senza alcun mezzo di ritenuta in posizione di apertura.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.2.9 I presidi medici di pronto soccorso, della cui buona conservazione responsabile il Comando della nave, devono essere tenuti in un apposito deposito chiaramente segnalato.

2.3
2.3.1

Docce per decontaminazione

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.2.10 a) Affinch le docce e le apparecchiature per il lavaggio degli occhi possano essere utilizzati in qualsiasi condizione ambientale, deve essere sistemato un impianto di riscaldamento dei tubi dellacqua o un altra sistemazione adeguata che impedisca la formazione di ghiaccio allinterno dei tubi stessi. b) Le docce di decontaminazione e le apparecchiature per il lavaggio degli occhi devono essere sistemate almeno su entrambi i lati del ponte principale in corrispondenza del collettore di imbarco e sbarco del carico e davanti la parete frontale di sovrastrutture o tughe.

2
2.1

Equipaggiamento di sicurezza
Equipaggiamento addizionale per navi che trasportano prodotti tossici

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.2.4 Con riferimento al paragrafo 14.2.4 dellIBC Code, in luogo dellimpianto di tubolature daria a bassa pressione, la

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263

Parte E, Cap 8, Sez 15

SEZIONE 15

PRESCRIZIONI PARTICOLARI

Nitrato dammonio in soluzioni al 93% o inferiori


Immissione dellammoniaca nel carico
Procedure dimmissione

3.2

Giunzioni nelle tubolature del carico

3.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.12 Giunti filettati possono essere ammessi soltanto su linee accessorie e per la strumentazione aventi diametro esterno non superiore a 25 mm.

1.1
1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.2.6 Lammoniaca gassosa pu essere immessa nel carico mentre questo viene fatto circolare mediante la pompa del carico.

3.3

Contenuto dossigeno nelle parti delle cisterne occupate da vapori

1.2
1.2.1

Pompe del carico


Tenute

3.3.1 Apparecchiature di analisi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.28 Le apparecchiature di analisi per rilevare il contenuto di ossigeno e di ossido di propilene devono essere di tipo riconosciuto idoneo dalla Societ. Qualora siano impiegate apparecchiature portatili, esse devono essere almeno due. Qualora invece sia sistemato un impianto fisso, deve essere provveduta anche una apparecchiatura portatile.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.2.7 I dispositivi di tenuta (ad acqua) per le pompe centrifughe devono essere a pressatrecce provvisti di lanterna. Lacqua dolce deve essere iniettata sotto pressione nel pressatrecce in corrispondenza della lanterna (vedere Fig 1).

3.4
3.4.1

2
2.1

Soluzioni di perossido didrogeno


Perossido didrogeno in soluzioni superiori al 60% ma non superiori al 70%
Impianto ad acqua spruzzata

Valvole al collegamento con le manichette del carico

Tempo di chiusura delle valvole dintercettazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.30 Il tempo di chiusura delle valvole di intercettazione sistemate in corrispondenza di ogni attacco per manichette deve tener conto della portata di caricazione o di scaricazione e deve essere tale da evitare pericolose sovrapressioni nelle tubolature e nelle manichette per il carico.

2.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.5.10 Si precisa che, allo scopo della valutazione dellentit delle perdite del carico nel caso di avaria delle tubolature o manichette del carico, tale avaria deve essere assunta totale.

4
4.1

Zolfo (fuso)
Impianti antincendio

Ossido di propilene e miscele di ossido di etilene e ossido di propilene aventi un contenuto di ossido di etilene non superiore al 30% in massa
Pulizia delle cisterne

4.1.1 Protezione delle cisterne del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.10 Le cisterne del carico devono essere protette da un impianto fisso di estinzione incendi a CO2, secondo le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 13, [5] o da un impianto destinzione a vapore. In questultimo caso deve essere previsto un impianto dessiccamento delle cisterne per impedirne la corrosione dopo luso del vapore. 4.1.2 Ugelli per il CO2 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.10 Nelle condizioni normali desercizio gli ugelli che mandano il CO2 alle cisterne del carico devono essere chiusi con un disco di rottura allo scopo di impedire leventualit che i tubi di mandata possano essere tappati dallo zolfo. Gli ugelli devono essere situati nella parte superiore della cisterna, al di sopra del livello del liquido.

3.1
3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.3 Nellattesa di un emendamento al riguardo da parte dellIMO, si precisa che la formulazione iniziale del testo del paragrafo 15.8.3 dellIBC Code "Prima di trasportare questi prodotti, ........" deve essere intesa come segue: "Prima della caricazione iniziale con questi prodotti e prima di ogni caricazione con questi prodotti successiva alla caricazione con altri prodotti".

264

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 15

Figura 1 : Tenuta
GIRANTE

ALIMENTAZIONE DACQUA LANTERNA GUARNIZIONE CAMICIA ALBERO

5
5.1

Acidi
Apparecchiature elettriche

7
7.1

Carichi protetti da addittivi


Precauzioni contro lostruzione dovuto alla polimerizzazione

5.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.11.5 Negli spazi chiusi adiacenti alle cisterne ed ai depositi del carico sono ammessi materiali ed apparecchiature elettriche conformi a quanto precisato nel paragrafo 10.1.2 dellIBC Code.

7.1.1 Sistemazioni RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.13.6 I suddetti impianti, oltre ad essere progettati in modo da evitare di essere ostruiti internamente a causa della formazione di polimeri, devono avere le valvole di pressione/vuoto ed i dispositivi tagliafiamma sistemati in modo da essere facilmente accessibili per lispezione e la manutenzione.

5.2

Apparecchiature per la rivelazione delle perdite del carico


Rivelatori delle perdite

5.2.1

Prodotti che hanno una tensione di vapore maggiore di 0,1013 MPa (1,013 bar) assoluti a 37,8 C
Generalit

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.11.7 Le apparecchiature per la rivelazione delle perdite suddette devono essere almeno due e devono essere progettate e tarate per rivelare perdite del carico negli spazi adiacenti alle cisterne ed ai depositi del carico. Tali apparecchiature possono essere costituite da un pHmetro, da un rivelatore di gas, atto a rivelare la presenza di miscele di aria e di idrogeno, ritenuto di tipo idoneo dalla Societ, o da altri sistemi idonei. Le apparecchiature possono essere di tipo fisso o portatile; qualora sia installato un impianto fisso, deve essere provveduta anche unapparecchiatura portatile.

8.1
8.1.1

Sistemazioni per mantenere la temperatura del carico al di sotto del punto debollizione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.14.1 a) Qualsiasi impianto installato al fine di mantenere la temperatura del carico al di sotto della sua temperatura di ebollizione deve essere realizzato a soddisfazione della Societ. b) Qualora si intenda, invece, progettare le cisterne ed i depositi per il carico specificatamente per il trasporto dei prodotti trattati nel paragrafo 15.7 dellIBC Code, le cisterne ed i depositi per il carico devono essere in grado di resistere alla tensione di vapore dei prodotti stessi corrispondente alla temperatura di 45 C.

6
6.1

Prodotti tossici
Tubolature di ritorno a terra
Valvole sui collegamenti per il ritorno a terra

8.2
6.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.12.2 I suddetti impianti devono essere dotati di una valvola di intercettazione e di una flangia cieca in corrispondenza del ritorno a terra dei vapori.

Ritorno a terra dei vapori

8.2.1 Valvole sul collegamento per il ritorno a terra RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.14.4 I suddetti impianti devono essere dotati di una valvola di intercettazione e di una flangia cieca in corrispondenza del ritorno a terra dei vapori.

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265

Parte E, Cap 8, Sez 15

9
9.1

Prescrizioni particolari per i locali pompe del carico


Chiarimenti

zione dati per fornire indicazioni digitali o analogiche ubicate ad esempio in una zona della plancia, lindipendenza dei circuiti deve essere mantenuta almeno fino a queste unit. Lalimentazione deve essere derivata da un quadro di distribuzione. 10.1.4 Allarmi nella centrale di controllo del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 Qualora nella centrale di controllo del carico o in una zona della plancia sia installata una unit modulare, devono essere date, per ciascuna delle funzioni di cui in a), b) o c), indicazioni separate per il livello e per gli allarmi ottici. Deve essere dato anche un allarme acustico; non necessario che esso sia singolo per ogni funzione non essendo distinguibile. Deve essere previsto un allarme acustico anche nella zona del carico. 10.1.5 Allarmi quando non prevista una centrale per il controllo del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 a) Qualora non esista la centrale di controllo del carico, un allarme ottico ed acustico deve essere posizionato nella stazione di controllo del carico, che generalmente coincide con la plancia. b) Gli allarmi ottici ed acustici di alto livello e di controllo del rigurgito del carico devono essere posizionati in modo tale da poter essere facilmente uditi e notati dal personale addetto alle operazioni di caricazione e scaricazione. Si richiama lattenzione sul fatto che tali allarmi sono generalmente raggruppati in due segnali indipendenti per cui non possibile individuare direttamente la cisterna del carico dalla quale proviene la segnalazione di allarme. In tali casi il Comando di bordo deve provvedere affinch una persona sia presente presso la stazione di controllo del carico al fine di poter avvisare il personale addetto alle operazioni di caricazione sul ponte di coperta. 10.1.6 Prove dei sensori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 I dispositivi per la prova dei sensori devono essere sistemati al di fuori delle cisterne, anche se non proibito lingresso entro le cisterne pulite dai prodotti. Sono accettabili prove di simulazione dei circuiti elettronici o dei circuiti che sono dotati di dispositivi di autocontrollo.

9.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.18 In merito alla possibilit di accettare in casi particolari la sistemazione di locali pompe del carico al di sotto del ponte, si precisa che non vi sono in pratica casi in cui si possa accettare tale sistemazione.

10 Controllo dei rigurgiti del carico


10.1 Indipendenza fra gli impianti
10.1.1 Indicatori di livello RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 In quasi tutti casi in cui, per il trasporto di un prodotto, prescritto un allarme di alto livello o il controllo del rigurgito del carico, prescritto anche un indicatore di livello di tipo chiuso. 10.1.2 Separazione dei sensori degli indicatori di livello RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 Pertanto una cisterna destinata al trasporto del suddetto prodotto deve essere provvista di: a) indicatore di livello b) allarme di alto livello c) controllo del rigurgito. I sensori per i dispositivi di cui in a), b) e c) devono essere separati; tuttavia quelli per i dispositivi di cui in b) e c) (micro-interruttori, camere di tipo galleggiante, dispositivi elettronici, ecc.) possono essere contenuti in una stessa sezione di tubo metallico. 10.1.3 Circuiti elettronici ed idraulici per i sensori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 I circuiti elettronici pneumatici od idraulici richiesti per i sensori dei dispositivi di cui in a), b) e c) devono essere indipendenti tra loro in modo tale che un guasto ad uno qualsiasi di essi non metta fuori servizio anche qualsiasi degli altri. Qualora vengano impiegate unit di elabora-

266

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Parte E, Cap 8, Sez 16

SEZIONE 16

PRESCRIZIONI OPERATIVE ED ULTERIORI MISURE PER LA PROTEZIONE DELLAMBIENTE MARINO

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione, in quanto le prescrizioni dei Capitoli 16 e 16A dellIBC Code contengono disposizioni operative che non sono obbligatorie per la classifica.

Regolamenti RINA 2005

267

Parte E, Cap 8, Sez 17

SEZIONE 17

SOMMARIO DELLE PRESCRIZIONI MINIME

1
1.1

Prodotti soggetti alle prescrizioni del presente capitolo


Informazioni addizionali

Lelenco indicato nella Tab 1 fornisce le propriet dei prodotti puri. La massa volumica da considerare per il progetto di una nave potrebbe essere differente considerando le propriet effettive dei prodotti commerciali. 1.1.2 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 17 La Tab 2 elenca tutte le famiglie di prodotti chimici alle quali si fa riferimento nella Tab 1.

1.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 17 Tab 1 elenca alcune informazioni aggiuntive per i prodotti elencati nella tabella del Capitolo 17 dellIBC Code.

Tabella 1
Famiglia di prodotti chimici 4 11 99 37 10 4 15 37 Massa volumica (t/m3) 1,05 1,06 0,93 0,78 1,05 1,05 0,80 0,95 1,13 0,90 1,00 1,00 0,95 1,00 1,07 0,70 1,06 0,86 0,90 1,00 32 99 15 0,90 1,00 1,00 0,90 0,85 -10 20 -40 -120 -60 -50 -1 -60 5 Punto di fusione (C) 17 -70 -10 -40 -10 8 -80 2 38 Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Nome del prodotto

Acetic acid Acetic anhydride Acetone cyanohydrin Acetonitrile Acrylamide solution (50% or less) Acrylic acid Acrylonitrile Adiponitrile Alachlor technical (90% or more) Alcohol (C12-C15) poly (1-6) ethoxylates Alcohol (C12-C15) poly (20+) ethoxylates Alcohol (C12-C15) poly (7-19) ethoxylates Alcohol (C6-C17) (secondary) poly (3-6)ethoxylates Alcohol (C6-C17) (secondary) poly (7-12)ethoxylates Alkane (C14-C17) sulfonic acid, sodium salt 60-65% in water Alkanes (C6-C9) Secondary poly (7-12) ethoxylate Alkaryl polyethers (C6-C20) Alkyl (C3-C4) benzenes Alkyl (C5-C8) benzenes Alkyl (C7-C9) nitrates Alkyl acrylate / vinyl pyridine copolymer in toluene Alkyl benzene sulphonic acid Alkyl benzene sulphonic acid, sodium salt solution Alkylbenzene, alkylindane, alkylindene mixture (each.C12-C17) Allyl alcohol

268

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 15 8 8 8 7 6 99 5

Massa volumica (t/m3) 0,94 1,24 1,06 0,95 1,03 0,98 0,90 1,60 0,99 1,20

Punto di fusione (C) -130

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO

Allyl chloride Aluminium chloride (30% or less), hydrochloric acid (20% or less) 2-(2-Aminoethoxy)ethanol 2-Amino-2-methyl-1-propanol (90% or less) Aminoethyl ethanolamine N-aminoethylpiperazine Ammonia aqueous (28% or less) Ammonium sulphide solution (45% or less) Ammonium nitrate solution (93% or less) Ammonium thiocyanate (25% or less) / Ammonium thiosulphate (20% or less) solution Ammonium thiosulphate solution (60% or less) Amyl acetate (all isomers) Aniline Aviation alkylates (C8 paraffins and iso-paraffins BPT 95-120C) Benzene and mixtures having 10% benzene or more Benzene sulphonyl chloride Benzyl acetate Benzyl alcohol Benzyl chloride Butene olygomer Butyl acetate (all isomers) Butyl acrylate (all isomers) Butyl benzenes (all isomers) Butyl benzyl phthalate Butyl butyrate (all isomers) Butyl methacrylate n-Butyl ether n-Butyl propionate Butyl/decyl/cetyl-eicosyl methacrylate mixture Butylamine (all isomers) 1,2-Butylene oxide Butyraldehyde (all isomers) Butyric acid Calcium alkyl (C9) phenol sulphide / polyolefin phosphorosulphide mixture Calcium hypochlorite solution (15% or less) Calcium hypochlorite solution (more than 15%) Calcium long chain alkyl salicylate (C 13+)

12

NO NO

-20

NO NO

-70

NO NO

-10

NO NO NO

43 34 9

1,50 0,88 1,02 0,70 -60 6 14 -50 -10 -30 -70

NO NO NO NO NO NO NO NO NO

32 99

0,88 1,38 1,06

21 36 34 14 32 34

1,04 1,01 0,73 0,90 0,90 0,85 1,12 0,87

-60 -60

NO NO NO

-30 -90 -70 -90 -70 20 -50 -50 -60

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

14 41

0,80 0,77 0,88

14 7 16 19 4

0,90 0,73 0,83 0,80 0,96 0,94 1,14 1,20 0,99

-20 -10

NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

269

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 18 21 38 36 4 14

Massa volumica (t/m3) 0,92 1,06 1,26 1,59 0,95 0,86 1,10

Punto di fusione (C)

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO

Camphor oil Carbolic oil Carbon disulphide Carbon tetrachloride Cashew nut shell oil (untreated) Cetyl-eicosyl methacrylate mixture Chlorinated paraffins (C10-C13) 4-Chloro-2-methylphenoxyacetic acid dimethylamine salt solution Chloroacetic acid (80% or less) Chlorobenzene Chloroform Chlorohydrins, crude o-Chloronitrobenzene 2 or 3 Chloropropionic acid Chlorosulphonic acid m-Chlorotoluene o-Chlorotoluene p-Chlorotoluene Chlorotoluenes (mixed isomers) Coal tar Coal tar naphta solvent Coal tar pitch (molten) Cobalt naphtenate in solvent naphta Coconut oil fatty acid Creosote (coal tar) Creosote (wood) Cresols (all isomers) Cresylic acid, sodium salt solution Cresylic acid, dephenolized Crotonaldehyde 1,5,9-Cyclododecatriene Cycloheptane Cyclohexane Cyclohexanone Cyclohexanone, cyclohexanol mixture Cyclohexyl acetate Cyclohexylamine 1,3-Cyclopentadiene dimer (molten)

41 -110 -20 25 20 30

NO NO NO NO NO NO NO

9 4 36 36 17 42 4 99 36 36 36 36 33 33 33 21 21 21

1,35 1,33 1,11 1,48 1,20 1,20 1,26 1,75 1,08 1,07 1,07 1,08 1,30 0,87 1,20 0,87 0,90 1,07 1,10 1,04 1,40 1,04 -10 -70 -10 -10 6 -30 34 21 50 15 -40 -60 -10 32 40 -80 -40 -30 7 7

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

19

0,85 0,89 0,81

31 18

0,78 0,95 0,95 0,97

-60 -10 34

NO NO NO

7 30

0,86 0,98

270

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 0,74 0,75

Punto di fusione (C) -90 -130 -70 31 -60 -60 100 7

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Cyclopentane Cyclopentene p-Cymene Decanoic acid Decene Decyl acetate Decyl acrylate Decyl alcohol (all isomers) Decyloxytetrahydro-thiophene dioxide Di(2-ethylhexyl) phosphoric acid Di-n-hexyl adipate Dibutyl hydrogen phosphonate Dibutyl phthalate Dibutylamine Dichlorobenzenes (all isomers) 1,1-Dichloroethane Dichloroethyl ether 1,6-Dichlorohexane 2,2-Dichloroisopropyl ether Dichloromethane 2,4-Dichlorophenol 2.4-Dichlorophenoxy acetic acid, diethanolamine salt solution 2.4-Dichlorophenoxy acetic acid, dimethylamine salt (solution 70% or less) 2,4-Dichlorophenoxy acetic acid, triisopropanolamine salt solution 1,1-Dichloropropane 1,2-Dichloropropane 1,3-Dichloropropane Dichloropropene / dichloropropane mixtures 1,3-Dichloropropene 2,2-Dichloropropionic acid Diethanolamine Diethyl ether Diethyl phthalate Diethyl sulphate Diethylamine Diethylaminoethanol 2,6-Diethylaniline 15 4 8 41 34 34 7 8 36 36 21 43 99 43 36 36 36 34 7 36 36 41 1 34 14 20 30 32

0,86 0,90 0,74 0,87 0,89 0,83 1,03 0,97 0,93 0,98 1,05 0,77 1,46 1,17 1,22 1,07 1,13 1,34 1,40 1,28 1,24 1,22 1,32 1,16 1,18 1,20 1,23 1,40 1,09 0,70 1,12 1,18 0,71 0,88 0,96

-60 -40

NO NO NO

-30 -50 53 -90 -50 -10 -90 -90 45

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

13

NO NO

-30 -80 -90 -70 -60 8 28 -110 -40 -20 -50 -70 3

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

271

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 32 7 41

Massa volumica (t/m3) 0,87 0,95 1,16 1,20

Punto di fusione (C) -30 -30

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO

Diethylbenzene Diethylenetriamine Diglycidyl ether of bisphenol A Diglycidyl ether of bisphenol F Diisobutyl phthalate Diisobutylamine Diisobutylene Diisopropanolamine Diisopropylamine Diisopropylbenzene (all isomers) Dimethyl adipate Dimethyl glutarate Dimethyl hydrogen phosphite Dimethyl octanoic acid Dimethyl phthalate Dimethyl succinate -N,N-Dimethylacetamide solution (40% or less) -N,N-Dimethylamine solution (45% or less) -N,N-Dimethylamine solution (>45% but not >55%) -N,N-Dimethylamine solution (>55% but not >65%) -N,N-Dimethylcyclohexylamine Dimethylethanolamine Dimethylformamide Dinitrotoluenes (molten) 1,4-Dioxane Dipentene Diphenyl Diphenyl / diphenyl ether mixtures Diphenyl ether Diphenyl ether / diphenyl phenyl ether mixtures Diphenylamine, alkylate Diphenylamine, react. prod with 2,2,4-trimethylpentene diph. alk Diphenylmethane diisocyanate Diphenylol propane epichlorohydrin resins DI-n-propylamine Dodecene (all isomers) Dodecyl / pentadecyl methacrylate mixtures Dodecyl alcohol

-20 -50 -70 -90 44 -80 94 8 -30

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

34 7 30 8 7 32 34 34 34 4 34 34 10 7 7 7 7 8 10 42 41 30 32

1,04 0,75 0,72 0,98 0,72 0,86 1,07 1,07 1,20 0,89 1,19 1,12 1,00 0,90 0,80 0,80 0,85 0,89 0,95 1,30 1,04 0,85 1,04 1,06

30 2 20

NO NO NO

-40 -50 -60 -50 -60 -50 55 12 -90 70 12 28 4 22 5 37

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

41

1,07 1,20 1,00 0,98

NO NO NO

12 99 7 30 14 20

1,20 1,30 0,72 0,76 0,86 0,83

-60 -30 -30 24

NO NO NO NO

272

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 1,16

Punto di fusione (C) 25 -20

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO

Dodecyl diphenyl ether disulphonate solution Dodecyl methacrylate Dodecyl phenol Dodecylamine / tetradecylamine mixture Dodecyldimethylamine / tetradecyl dimethylamine mixtures Drilling brines containing zinc salts Epichlorohydrin Ethanolamine 2-Ethoxyethyl acetate Ethyl acrylate Ethyl amyl ketone Ethyl butyrate Ethyl methacrylate 2-Ethyl 3-propylacrolein Ethyl-3- ethoxypropionate Ethylamine Ethylamine solutions (72% or less) Ethylbenzene N-Ethylbutylamine Ethylcyclohexane N-ethylcyclohexylamine Ethylene chlorohydrin Ethylene cyanohydrin Ethylene dibromide Ethylene dichloride Ethylene glycol butyl ether acetate Ethylene glycol diacetate Ethylene glycol methyl ether acetate Ethylene glycol monoalkyl ethers Ethylene oxide / propylene oxide mixt (ethyl. oxide 30% mass) Ethylenediamine 2-Ethylhexyl acrylate 2-Ethylhexylamine Ethylidene norbornene o-Ethylphenol Ethyltoluene Ferric chloride solution Ferric nitrate / nitric acid solution 16 7 14 7 30 21 32 34 14 19 34 7 7 32 7 31 7 20 20 36 36 34 34 17 8 34 14 14 21 7

0,87 0,94 0,80 0,80 2,00 1,18 1,02 0,97 0,92 0,82 0,88 0,92 0,85 0,94 0,69 0,80 0,87 0,74 0,79 0,85 1,25 1,04 2,17 1,26 0,94 1,00 0,98 0,90 0,87 0,91 0,89 0,79 0,90 1,04 0,86 1,41 1,29

21 -10

NO NO NO

-20 10 -60 -70

NO NO NO NO NO

-90 -50 3 -50 -80 -80 -90 -70 -110 -40 -60 -40 10 -30 -60 -40 -60

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

-110 11 -80 -70 -80 4 -60 2 -10

NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

273

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 1,20

Punto di fusione (C)

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO

Fluorosilicic acid (20-30%) in water solution Formaldehyde solutions (45% or less) Formic acid Fumaric adduct of rosin, water dispersion Furfural Furfuryl alcohol Glutaraldehyde solutions (50% or less) Glycidyl ester of C10 trialkylacetic acid Heptane (all isomers) Heptanol (all isomers) Heptene (all isomers) Heptyl acetate Hexamethylenediamine solution Hexamethyleneimine Hexane (all isomers) Hexene (all isomers) Hexyl acetate Hydrochloric acid Hydrogen peroxide solution (over 60% but not over 70%) Hydrogen peroxide solution (over 8% but not over 60%) 2-Hydroxy -4-(methylthio) butanoic acid 2-Hydroxyethyl acrylate Isophorone diisocyanate Isophoronediamine Isoprene Isopropanolamine Isopropyl cyclohexane Isopropyl ether Isopropylamine Lactonitrile solution (80% or less) Lauric acid Liquid chemical wastes Long chain alkaryl polyether (C11-C20) Long chain polyetheramine in alkyl (C2-C4) benzenes Long chain polyetheramine in aromatic solvent Magnesium long chain alkyl salicylate (C11+) Maleic anhydride Mercaptobenzothiazol, sodium salt solution 11 5 37 41 99 12 7 30 8 31 20 30 34 7 7 31 30 34 1 99 99 19 4 43 19 20 19

1,11 1,22 1,06 1,20 1,13 1,12 1,10 0,70 0,80 0,70 0,88 0,90 0,88 0,66 0,70 0,86 1,21 1,20 1,20 0,94 1,10 1,06 0,92 0,68 0,96 0,80 0,72 0,69 0,99 0,86 1,10 1,50 0,93 0,90 0,94 1,48 1,25

NO NO NO

-30 -10 -10 -60 90 -30 -120 -50 40 -30 -90 -100 -60 -70 -40 -50 -50 -30 -60 10 -140 2 90 -80 -90 -40 48

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

53

NO NO

274

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 18

Massa volumica (t/m3) 0,86 1,15

Punto di fusione (C) -50

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO

Mesityl oxide Metam sodium solution Methacrylic acid Methacrylic resin in ethylene dichloride Methacrylonitrile Methyl acrylate Methyl butyrate Methyl diethanolamine Methyl formate Methyl heptyl ketone Methyl methacrylate Methyl naphtalene (molten) Methyl salicylate 2-Methyl-6-ethyl aniline 2-Methyl-5-ethyl pyridine 2-Methyl-2-hydroxy-3-butyne Methylamine solutions, 42% or less Methylamyl acetate Methylamyl alcohol Methylcyclohexane Methylcyclopentadiene dimer 2-Methylpyridine 3-Methylpyridine 4-Methylpyridine alpha-Methylstyrene Morpholine Motor fuel anti-knock compounds (containing lead alkyls) Naphtalene (molten) Naphtenic acid Neodecanoic acid Nitrating acid (mixture of sulphuric and nitric acids) Nitric acid (70% and over) Nitric acid (less than 70%) Nitrobenzene o-Nitrophenol (molten) 1-or-2-Nitropropane Nitropropane (60%) / Nitroethane (40%) mixture o-or-p-Nitrotoluenes

1,01 1,20

14

NO NO

15 14 34 8 34 18 14 32 34 9 9 20 7 34 20

0,80 1,00 0,89 1,04 0,98 0,82 0,94 1,00 1,18 0,97 0,92 0,87 0,90 0,86 0,81 0,77 0,98

-30 -70 -90 -20 -100

NO NO NO NO NO NO

-40 34

NO NO NO

-20 -70 3 -40 -60 -90 -120 -50 -60 -10 4 -20

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

9 9 9 30 7 99 32 4 4 99 99 3 42 99 42 42 42

0,95 0,96 0,96 0,90 1,00 1,80 1,15 0,96 0,92 1,90 1,50 1,40 1,20 1,50 1,00 1,01 1,20

-30 80

NO NO NO

-40 -10 -50 -30 5 45 -90 -60 50

NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

275

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 31 30

Massa volumica (t/m3) 0,70 0,70 0,87

Punto di fusione (C) -50 -80 -60

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO

Nonane (all isomers) Nonene (all isomers) Nonyl acetate Nonyl alcohol (all isomers) Nonyl phenol Nonyl phenol poly-(4,12)-ethoxylates Noxious liquid, F, (2) N.O.S.,S.T.1, cat A Noxious liquid, F, (4) N.O.S.,S.T.2, cat A Noxious liquid, F, (7) N.O.S.,S.T.2, cat B Noxious liquid, F, (8) N.O.S.,S.T.2, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, F, (10) N.O.S.,S.T.3, cat A Noxious liquid, F, (13) N.O.S.,S.T.3, cat B Noxious liquid, F, (14) N.O.S.,S.T.3, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, F, (16) N.O.S.,S.T.3, cat C Noxious liquid, N.F., (1) N.O.S.,S.T.1, cat A Noxious liquid, N.F., (3) N.O.S.,S.T.2, cat A Noxious liquid, N.F., (5) N.O.S.,S.T.2, cat B Noxious liquid, N.F., (6) N.O.S.,S.T.2, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, N.F., (9) N.O.S.,S.T.3, cat A Noxious liquid, N.F., (11) N.O.S.,S.T.3, cat B Noxious liquid, N.F., (12) N.O.S.,S.T.3, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, N.F., (15) N.O.S.,S.T.3, cat C Octane (all isomers) Octanol (all isomers) Octene (all isomers) Octyl aldehydes n-Octyl acetate Olefin mixtures (C5-C15) Olefin mixtures (C5-C7) alpha-Olefins (C6-C18 mixtures) Oleum Oleylamine Palm kernel acid oil Paraldehyde Pentachloroethane 1,3-Pentadiene Pentane (all isomers) Pentene (all isomers)

20 21 40

0,83 0,94 1,07 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0,70 0,83 0,70 0,83 0,87 0,80 0,70 1,00 -50 -10 -90 15 2 35

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

99

1,98 0,82 0,87 21 25 13 -20 -80 -150 -120

NO NO NO NO NO NO NO

19 36 30 31 30

0,99 1,68 0,68 0,63 0,62

276

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 0,87

Punto di fusione (C) -70 -20 41 -50 28 44 131

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO

n-Pentyl propionate Perchloroethylene Phenol 1-Phenyl 1-xylyl ethane Phosphoric acid Phosphous, yellow or white Phthalic anhydride (molten) Pine oil alpha-Pinene beta-Pinene Poly (2+) cyclic aromatics Polyalkyl (C18-C22) acrylate in xylene Polyalkylene oxide polyol Polyethylene polyamines Polyferric sulphate solution Polymethylene polyphenyl isocyanate Polyolefin phosphorosulphide- barium derivative (C28-C250) Polyolefinamine in alkyl (C2-C4) benzenes Polyolefinamine in aromatic solvent Potassium chloride solution (10% or more) Potassium hydroxide solution Potassium oleate n-Propanolamine beta-Propiolactone Propionaldehyde Propionic acid Propionic anhydride Propionitrile n-Propyl chloride n-Propylamine Propylbenzene (all isomers) Propylene dimer Propylene oxide Propylene tetramer Propylene trimer Pyridine Rosin Rosin soap (disproportionated) solution 30 16 30 30 9 33 43 7 19 4 11 37 8 5 12 7 36 21 32 1 99 11 33 30

1,60 1,07 0,99 1,70 1,80 1,50 0,93 0,86 0,88 0,93 0,90 1,06 0,95 1,46 1,20 1,08 0,90 1,00 1,00 1,50 1,00 0,98 1,15 0,80 0,99 1,01 0,78 0,80 0,72 0,86 0,72 0,86 0,76 0,74 0,96 1,10 1,05

-40 -60

NO NO NO

27 -20

NO NO NO

-10

NO NO NO NO NO NO

29

NO NO

12 -30 -80 -20 -40 -90 -120 -80 -100 -50 -110 -30 -80 -40 150

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

277

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 1,00

Punto di fusione (C)

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO

Sodium aluminate solution Sodium borohydride (15% or less) / Sodium hydroxide solution Sodium chlorate solution (50% or less) Sodium dichromate solution (70% or less) Sodium hydrogen sulphide (6%) / sodium carbonate (3%) solution Sodium hydrogen sulphite solution (45% or less) Sodium hydrosulphide solution (45% or less) Sodium hydrosulphide, ammonium sulphide solution Sodium hydroxide solution Sodium hypochlorite solution (15% or less) Sodium nitrite solution Sodium petroleum sulphonate Sodium silicate solution Sodium sulphide solution (15% or less) Sodium sulphite solution (25% or less) Sodium tartrates / sodium succinates solutions Sodium thiocyanate (56% or less) solution Styrene monomer Sulpho hydrocarbon long chain (C18+) alkylamine mixture Sulphur (molten) Sulphuric acid Sulphuric acid, spent Tall oil (crude and distilled) Tall oil fatty acid (resin acids less than 20%) Tall oil fatty acid, barium salt Tall oil soap (disproportionated) solution Tetrachloroethane Tetraethylene pentamine Tetrahydrofuran Tetrahydronaphtalene Tetramethylbenzene (all isomers) Toluene Toluene diisocyanate Toluenediamine o-Toluidine Tributyl phosphate 1,1,2-Trichloro - 1,2,2-trifluoroethane 1,2,4-Trichlorobenzene 36 32 12 9 9 34 43 36 7 41 32 99 2 2 34 99 30 43 5 99 99 43 43 5 5 5 5

1,40 1,50 1,70 1,00 1,30 1,30 1,30 1,50 1,25 1,27 1,05 1,00 1,00 1,00 1,40 1,00 0,92 1,07 1,80 1,84 1,10 1,00 0,90 15 60 -10 1,04 1,60 1,00 0,89 0,98 0,90 0,87 1,21 1,00 1,01 0,98 1,40 1,46 -40 -30 -100 -20 80 -90 14 96 -10 -80 -30 18 115 10 -30 40 -10 60 20 -40

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

278

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 36 36 36 36

Massa volumica (t/m3) 1,40 1,44 1,47 1,39 1,16

Punto di fusione (C) -30 -30 -70 -10 -30 -30 45 19

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO NO

1,1,1-Tricloroethane 1,1,2-Trichloroethane Trichloroethylene 1,2,3-Trichloropropane Tricresyl phosphate (containing 1% or more ortho-isomer) Tricresyl phosphate (containing less than 1% ortho-isomer) Tridecanoic acid Triethanolamine Triethyl phosphite Triethylamine Triethylbenzene Triethylenetetramine Triisopropylated phenyl phosphates Trimethyl phosphite 2,2,4-Trimethyl 1,3-pentanediol 1-isobutyrate Trimethylacetic acid Trimethylamine solution (30% or less) Trimethylbenzene (all isomers) Trimethylhexamethylene diisocyanate (2,2,4-e 2,4,4-isomers) Trimethylhexamethylene diamine (2,2,4-e 2,4,4-isomers) 1,3,5-Trioxane Trixylyl phosphate Turpentine Undecanoic acid 1-Undecene Undecyl alcohol Urea, ammonium nitrate solution (containing aqua ammonia) Valeraldehyde (all isomers) Vinyl acetate Vinyl ethyl ether Vinyl neodecanoate Vinyl toluene Vinylidene chloride White spirit, low (15-20%) aromatic Xylenes Xylenol Zinc alkaryl dithiophosphate (C7 - C16) Zink alkyl dithiophosphate (C3 - C14)

34

1,16 0,85

8 34 7 32 7

1,13 0,97 0,73 0,86 0,98 1,10

-110 -70 -10 -20 -70 -60 34

NO NO NO NO NO NO NO NO

34 34 4

1,05 0,95 0,90 0,90

32 12 7

0,90 1,01 0,86 1,17 1,15

-20 -80 -80 61 -30 -50 29 -80 20

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

30

0,86 0,89

30 20 6 19 13 13 13 13 35 33 32 21

0,70 0,83 1,30 0,80 0,94 0,76 0,87 0,90 1,21 0,75 0,89 1,05 1,00 1,10

-50 -100 -110 -20 -70 -120

NO NO NO NO NO NO NO

13 70

NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

279

Parte E, Cap 8, Sez 17

Tabella 2
Famiglia di prodotti chimici Non-oxiding mineral acids Sulfuric acid Nitric acid Organic acids Caustics Ammonia Aliphatic amines Alkanolamines Aromatic amines Amides Organic anhydrides Isocyanates Vinyl acetate Acrylates Substituted allyls Alkylene oxides Epichlorohydrin Ketones Aldehydes Alcohols, glycols Phenols, cresols Caprolactam solution Olefins Paraffins Aromatic hydrocarbons Miscellaneous hydrocarbon mixtures Esters Vinyl halides Halogenated hydrocarbons Nitriles Carbon disulfide Sulfolane Glycol ethers Ethers Nitrocompounds Varie soluzioni acquose Prodotti non classificabili Numero 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43

280

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 18

SEZIONE 18

ELENCO DEI PRODOTTI CHIMICI AI QUALI NON SI APPLICA IL PRESENTE CAPITOLO

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione che siano in aggiunta o in alternativa a quanto prescritto nel Capitolo 18 dellIBC Code.

Regolamenti RINA 2005

281

Parte E, Cap 8, Sez 19

SEZIONE 19

PRESCRIZIONI PER NAVI ADIBITE ALLINCENERIMENTO IN MARE DI RESIDUI DI PRODOTTI CHIMICI LIQUIDI

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione che siano in aggiunta o in alternativa a quanto prescritto nel Capitolo 19 dellIBC Code.

282

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 20

SEZIONE 20

TRASPORTO DI RESIDUI LIQUIDI DI PRODOTTI CHIMICI

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione che siano in aggiunta o in alternativa a quanto prescritto nel Capitolo 20 dellIBC Code.

Regolamenti RINA 2005

283

Parte E, Cap 8, Sez 21

SEZIONE 21

INDICE DEI PRODOTTI CHIMICI PERICOLOSI TRASPORTATI ALLA RINFUSA

1
1.1

Spiegazione dellindice
Colonne 1 e 2

c) I prefissi che non sono considerati ai fini dellordine alfabetico sono separati con un trattino dal nome del prodotto chimico. Tali prefissi comprendono i seguenti: n(normale-) (secondario-) (terziario-) (orto-) (meta-) (para-) sec tert o m p N O sym uns dl cis trans (E) (Z) alpha beta epsilon() () ()

1.1.1 La colonna 1 dellindice (Tab 1) indica i nomi delle sostanze chimiche e dei prodotti chimici elencati nei Capitoli 17 e 18 dellIBC Code. a) I prodotti chimici elencati nelle tabelle di tali Capitoli dellIBC Code, come anche le abbreviazioni, sono indicati con lettere maiuscole. I nomi alternativi sono indicati con lettere minuscole ed iniziale maiuscola. Se il prodotto chimico indicato nella colonna 1 elencato nel capitolo 17 o 18 dellIBC Code (nome scritto con lettere maiuscole), la colonna 2 indica il Capitolo dellIBC Code applicabile a quel particolare prodotto. Se il prodotto chimico indicato nella colonna 1 non elencato nel capitolo 17 o 18 dellIBC Code (nome scritto con lettere minuscole), la colonna 2 indica il nome del prodotto chimico base, al quale occorre fare riferimento per determinare le prescrizioni applicabili al prodotto in questione. Un asterisco (*) prima del nome del prodotto chimico indica che tale nome in conformit con la nomenclatura dell International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC). b) I prefissi che sono parte integrante del nome sono indicati con caratteri ordinari e vanno considerati nellordine alfabetico di presentazione. Tali prefissi comprendono le voci seguenti: Mono Di Tri Tetra Penta Iso Bis Neo Ortho

gamma- ()

1.2

Colonne 3, 4 e 5

1.2.1 La colonna 3 dellindice (Tab 1) indica il numero ONU del prodotto chimico, quando disponibile. La colonna 4 indica il numero appropriato della tabella nella pubblicazione MEDICAL FIRST AID GUIDE FOR USE IN ACCIDENTS INVOLVING DANGEROUS GOODS ( numero MFAG ). La colonna 5 si riferisce allultimo anno di revisione della voce. Qualora lanno non sia indicato ci significa che il prodotto stato introdotto prima del 1993.

Tabella 1
N. ONU

Nome Acetaldehyde cyanohydrin *ACETIC ACID *ACETIC ANHYDRIDE Acetic ester Acetic ether

Riferimento LACTONITRILE SOLUTION (80% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYL ACETATE ETHYL ACETATE

MFAG

Rev.

700 1715 700

284

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Acetic oxide Acetoacetic ester *ACETONE ACETONE CYANOHYDRIN *ACETONITRILE Acetylene tetrachloride Acetyl oxide Acroleic acid *ACRYLAMIDE SOLUTION (50% OR LESS) *ACRYLIC ACID Acrylic acid, 2-hydroxyethyl ester Acrylic amide solution, 50% or less Acrylic resin monomer *ACRYLONITRILE ACRYLONITRILE-STYRENE COPOLYMER DISPERSION IN POLYETHER POLYOL *ADIPONITRILE ALACHLOR TECHNICAL (90% OR MORE) Alcohol Alcohol C7 Alcohol C8 Alcohol C9 Alcohol C10 Alcohol C11 Alcohol C12 ALCOHOLIC BEVERAGES, N.O.S. ALCOHOL (C12-C15) POLY (1-6) ETHOXYLATES ALCOHOL (C12-C15) POLY (20+) ETHOXYLATES ALCOHOL (C12-C15) POLY (7-19) ETHOXYLATES ALCOHOLS (C13+) ALCOHOL (C6-C17) (SECONDARY) POLY (3-6) ETHOXYLATES ALCOHOL (C6-C17) (SECONDARY) POLY (7-12) ETHOXYLATES Aldehyde collidine Aldehydine ALKANES (C6-C9) n-ALKANES (C10+) ALKARYL POLYETHERS(C9-C20) ALKENYL (C11+) AMIDE

Riferimento ACETIC ANHYDRIDE ETHYL ACETOACETATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 TETRACHLOROETHANE ACETIC ANHYDRIDE ACRYLIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-HYDROXYETHYL ACRYLATE ACRYLAMIDE SOLUTION (50% OR LESS) METHYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYL ALCOHOL HEPTANOL (ALL ISOMERS) OCTANOL (ALL ISOMERS) NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) UNDECYL ALCOHOL DODECYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYL-5-ETHYLPYRIDINE 2-METHYL-5-ETHYLPYRIDINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

1090 1541 1648

300 215 215

2074 2218

323 700

1093

215 1993

2205

215 1993

3065

305 1993 1993 1993 1993

1993 1993

1993

Regolamenti RINA 2005

285

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome ALKYL ACRYLATE-VINYLPYRIDINE COPOLYMER IN TOLUENE ALKYL (C8+) AMINE, ALKENYL (C12+) ACID ESTER MIXTURE ALKYLBENZENE, ALKYLINDANE, ALKYLINDENE MIXTURE (EACH C12 - C17) ALKYL (C3 - C4) BENZENES ALKYL (C5 - C8) BENZENES ALKYL (C9+) BENZENES ALKYLBENZENESULPHONIC ACID ALKYLBENZENESULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION ALKYL DITHIOTHIADIAZOLE (C6 - C24) ALKYL (C7 - C9) NITRATES *ALLYL ALCOHOL *ALLYL CHLORIDE *ALUMINIUM CHLORIDE (30% OR LESS)/HYDROCHLORIC ACID (20% OR LESS) SOLUTION *ALUMINIUM SULPHATE SOLUTION Aminoacetic acid, sodium salt solution Aminobenzene 1-Aminobutane 2-Aminobutane Aminocyclohexane Aminoethane Aminoethane solutions, 72% or less *2-Aminethanol *2-(2-AMINOETHOXY)ETHANOL *2-(2-Aminoethylamino)ethanol AMINOETHYLDIETHANOLAMINE/AMINOETHYLETHANOLAMINE SOLUTION AMINOETHYLETHANOLAMINE N-AMINOETHYLPIPERAZINE 1-(2-Aminoethyl)piperazine *2-AMINO-2-HYDROXYMETHYL-1,3-PROPANEDIOL SOLUTION (40% OR LESS) 2-Aminoisobutane Aminomethane solutions, 42% or less 1-Amino-2-methylbenzene 2-Amino-2-methylbenzene

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1993 1993 1993 700 700 1993

1098 1100

307 340

IBC Code - Capitolo 18 GLYCINE, SODIUM SALT SOLUTION ANILINE BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) CYCLOHEXYLAMINE ETHYLAMINE ETHYLAMINE SOLUTIONS (72% OR LESS) ETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 17 AMINOETHYLETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-AMINOETHYLPIPERAZINE IBC Code - Capitolo 18 BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) METHYLAMINE SOLUTIONS (42% OR LESS) o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE 2815 320 325 1993 3055 320

286

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2-AMINO-2-METHYL-1-PROPANOL (90% OR LESS) Aminophen 1-Aminopropane 2-Aminopropane *1-Aminopropan-2-ol *1-Amino-2-propanol *3-Aminopropan-1-ol 2-Aminotoluene o-Aminotoluene *AMMONIA AQUEOUS (28% OR LESS) Ammonia water, 28% or less AMMONIUM HYDROGEN PHOSPHATE SOLUTION *Ammonium hydroxide, 28% or less *AMMONIUM NITRATE SOLUTION (93% OR LESS) *AMMONIUM POLYPHOSPHATE SOLUTION *AMMONIUM SULPHATE SOLUTION *AMMONIUM SULPHIDE SOLUTION (45% OR LESS) *AMMONIUM THIOCYANATE (25% OR LESS)/AMMONIUM THIOSULPHATE (20% OR LESS) SOLUTION *AMMONIUM THIOSULPHATE SOLUTION (60% OR LESS) n-Amyl acetate sec-Amyl acetate AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) Amyl acetate, commercial Amylacetic ester Amyl alcohol n-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL AMYL ALCOHOL, PRIMARY Amyl aldehyde Amyl carbinol alpha-n-Amylene Amylene hydrate tert-Amylene Amyl ethyl ketone

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 ANILINE n-PROPYLAMINE ISOPROPYLAMINE ISOPROPANOLAMINE ISOPROPANOLAMINE n-PROPANOLAMINE o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE IBC Code - Capitolo 17 AMMONIA AQUEOUS (28% OR LESS) IBC Code - Capitolo 18 AMMONIA AQUEOUS (28% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

2672

725

235

2683

225

IBC Code - Capitolo 17 AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-AMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) HEXANOL PENTENE (ALL ISOMERS) tert-AMYL ALCOHOL PENTENE (ALL ISOMERS) ETHYL AMYL KETONE 1105 1105 1105 1105 305 305 305 305 1104 330 1993 1993 1993 1993

Regolamenti RINA 2005

287

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Amyl hydrate Amyl hydride Anaesthetic ether *ANILINE Aniline oil Animal acid oil ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S Anthracene oil (coal tar fraction) Ant oil, artificial APPLE JUICE Aqua fortis ARYL POLYOLEFIN (C11 - C50) AVIATION ALKYLATES (C8 PARAFFINS AND ISOPARAFFINS B.PT. 95-120 C) *Azepane Azotic acid Babbasu oil Banana oil Battery acid Beech nut oil Beechwood creosote Behenyl alcohol Benzenamine *BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE *BENZENESULPHONYL CHLORIDE BENZENE TRICARBOXYLIC ACID, TRIOCTYL ESTER Benzol Benzole Benzophenol (2-Benzothiazolylthio) sodium solution *BENZYL ACETATE *BENZYL ALCOHOL *Benzyl butyl phthalate *BENZYL CHLORIDE

Riferimento n-AMYL ALCOHOL PENTANE (ALL ISOMERS) DYETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 ANILINE ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 COAL TAR FURFURAL IBC Code - Capitolo 18 NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 HEXAMETHYLENEIMINE NITRIC ACID (70% AND OVER) VEGETABLE OILS, N.O.S. AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) SULPHURIC ACID VEGETABLE OILS, N.O.S. CREOSOTE ALCOHOLS (C13+) 2-METHYL-6-ETHYLANILINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE PHENOL MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYL BENZYL PHTHALATE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1547

335

1993

1993

1114 2225

312 700

1993 305

1738

740

288

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Betula oil *Biphenyl *Bis(2-aminoethyl)amine Bis(chloroethyl) ether *Bis(2-chloroethyl) ether *Bis(2-chloro-1-methylethyl) ether *1,1-Bis[4-(2,3-epoxypropoxy)phenyl]-ethane *Bis[2-(2,3-epoxypropoxy)phenyl]-methane *Bis(2-ethoxyethyl) ether *Bis(2-ethylhexyl) adipate *Bis(2-ethylhexyl) hydrogen phosphate *Bis(2-ethylhexyl) phthalate *Bis(2-hydroxyethyl) amine *Bis(6-methylheptyl) phthalate BRAKE FLUID BASE MIX Bran oil Butaldehyde *Butanal n-Butanal *Butane-1,3-diol *1,3-Butanediol *1,4-Butanediol *Butane-1,4-diol *2,3-Butanediol *Butane-2,3-diol *Butanoic acid Butanol *2-Butanol *Butan-1-ol *Butan-2-ol n-Butanol sec-Butanol tert-Butanol Butanol acetate 2-Butanol acetate 1,4 Butanolide *Butan-4-olide *Butanone *Butan-2-one

Riferimento METHYL SALICYLATE DIPHENYL DIETHYLENETRIAMINE DICHLOROETHYL ETHER DICHLOROETHYL ETHER 2,2'-DICHLOROISOPROPYL ETHER DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL A DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL F DIETHYLENE GLYCOL DIETHYL ETHER DI-(2-ETHYLHEXYL) ADIPATE DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID DIOCTYL PHTHALATE DIETHANOLAMINE DIOCTYL PHTHALATE IBC Code - Capitolo 18 FURFURAL BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYRIC ACID n-BUTYL ALCOHOL sec-BUTYL ALCOHOL n-BUTYL ALCOHOL sec-BUTYL ALCOHOL n-BUTYL ALCOHOL sec-BUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) gamma-BUTYROLACTONE gamma-BUTYROLACTONE METHYL ETHYL KETONE METHYL ETHYL KETONE

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1993 1993 1993

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

289

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2-Butenal *(E)-But-2-enal Butene dimer *cis-Butenedioic anhydride BUTENE OLIGOMER *1-Butoxybutane *2-Butoxyethanol *2-tert-Butoxyethanol *2-(2-Butoxyethoxy)ethanol *2-(2-Butoxyethoxy)ethyl acetate *2-Butoxyethyl acetate *Butyl acetate *BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-Butyl acetate *sec-Butyl acetate *tert-Butyl acetate n-Butyl acrylate BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) *Butyl alcohol n-BUTYL ALCOHOL *sec-BUTYL ALCOHOL *tert-BUTYL ALCOHOL n-Butyl aldehyde *BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) n-Butylamine *sec-Butylamine *tert-Butylamine *tert-Butylbenzene *BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) BUTYL BENZYL PHTHALATE *Butyl butanoate n-Butyl butyrate BUTYL BUTYRATE (ALL ISOMERS) n-Butylcarbinol Butyl carbitol Butyl carbitol acetate Butyl cellosolve

Riferimento CROTONALDEHYDE CROTONALDEHYDE OCTENE (ALL ISOMERS) MALEIC ANHYDRIDE IBC Code - Capitolo 17 n-BUTYL ETHER ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL BUTYL ETHER ACETATE BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 n-BUTYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYL BUTYRATE (ALL ISOMERS) BUTYL BUTYRATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 n-AMYL ALCOHOL POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1993 1993 1993

1993 330 1993 1993 1993 1993 1993 330 1993

1120 1120 1120

305 305 305

320 1993

2709

310 330

1993

1993 1993 330 1993

1993 1993 1993

290

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Butyl cellosolve acetate BUTYL/DECYL/CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE *Butyl/decyl/hexadecyl/icosyl methacrylate mixture Butyl diglycol acetate BUTYLENE GLYCOL alpha-Butylene glycol beta-Butylene glycol 1,2-BUTYLENE OXYDE Butyl ester *Butyl ethanoate Butyl ether n-BUTYL ETHER Butylethylacetic acid *Butyl(ethyl)amine N-Butylethylamine Butylethylene Butylic ether *BUTYL METHACRYLATE *Butyl 2-methoxyethyl ether *tert-Butyl-methyl ether *Butyl octadecanoate Butyl phthalate n-BUTYL PROPIONATE *BUTYL STEARATE n-Butyraldehyde BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) *BUTYRIC ACID n-Butyric acid Butyric alcohol Butyric aldehyde *gamma-BUTYROLACTONE Cajeputene CALCIUM ALKYL (C9) PHENOL SULPHIDE/POLYOLEFIN PHOSPOROSULPHIDE MIXTURE Calcium alkyl salicylate *Calcium bis(O-alkylsalicylate)

Riferimento ETHYLENE GLYCOL BUTYL ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 17 BUTYL/DECYL/CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 18 BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 17 BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-BUTYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 OCTANOID ACID (ALL ISOMERS) N-ETHYLBUTYLAMINE N-ETHYLBUTYLAMINE HEXENE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL METHYL BUTYL ETHER METHYL tert-BUTYL ETHER BUTYL STEARATE DIBUTYL PHTHALATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYRIC ACID n-BUTYL ALCOHOL BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 DIPENTENE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

330

1993 308

3022

365

1993 1993 1993

1149

330

1993 330

1993

1914

330

1993

1993 1993 2820 700

1993 330

1993

CALCIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C13+) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C13+)

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

291

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Calcium bromide/zinc bromide solution *CALCIUM CARBONATE SLURRY *CALCIUM HYDROXIDE SLURRY *CALCIUM HYPOCHLORITE SOLUTION (15% OR LESS) *CALCIUM HYPOCHLORITE SOLUTION (MORE THAN 15%) CALCIUM LONG CHAIN ALKARYL SULPHONATE (C11 - C50) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL PHENATE SULPHIDE (C8 - C40) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL PHENOLIC AMINE (C8 - C40) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C13+) *CALCIUM NITRATE/MAGNESIUM NITRATE/POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION Camphor liquid CAMPHOR OIL Capric acid alpha-Caproic acid Caprolactam *epsilon-CAPROLACTAM (MOLTEN OR AQUEOUS SOLUTIONS) Capryl alcohol Caprylic acid Caprylyl acetate Carbinol Carbitol acetate Carbitol solvent Carbolic acid CARBOLIC OIL Carbon bisulphide *CARBON DISULPHIDE *CARBON TETRACHLORIDE CASHEW NUT SHELL OIL (UNTREATED) Castor oil Caustic potash solution Caustic soda Cellosolve acetate

Riferimento DRILLING BRINES (CONTAINING ZINC SALTS) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 CAMPHOR OIL IBC Code - Capitolo 17 DECANOIC ACID OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) epsilon-CAPROLACTAM (MOLTEN OR AQUEOUS SOLUTIONS) IBC Code - Capitolo 18 OCTANOL (ALL ISOMERS) OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) n-OCTYL ACETATE METHYL ALCOHOL POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER PHENOL PHENOL IBC Code - Capitolo 17 CARBON DISULPHIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. POTASSIUM HYDROXIDE SOLUTION SODIUM HYDROXIDE SOLUTION 2-ETHOXYETHYL ACETATE

N. ONU

MFAG

Rev.

741 741

1993 1993

331

1993

1993 1993

710

1131 1846

210 340 710

292

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Cellosolve solvent CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE Cetyl/stearyl alcohol CHLORINATED PARAFFINS (C10 - C13) CHLORINATED PARAFFINS (C14 - C17) (WITH 52% CHLORINE) *CHLOROACETIC ACID (80% OR LESS) alpha-Chloroallyl chloride Chloroallylene *CHLOROBENZENE Chlorobenzol *1-Chloro-2,3-epoxypropane Chloroethanol-2 *2-Chloroethanol *2-Chloroethyl alcohol beta-Chloroethyl alcohol *CHLOROFORM CHLOROHYDRINS (CRUDE) m-Chloromethylbenzene o-Chloromethylbenzene p-Chloromethylbenzene Chloromethylethylene oxide (2-Chloro-1-methylethyl) ether *Chloromethyloxirane 4-CHLORO-2-METHYLPHENOXYACETIC ACID, DIMETHYLAMINE SALT SOLUTION o-CHLORONITROBENZENE *1-Chloro-2-nitrobenzene *2- or 3-Chloropropanoic acid *3-Chloropropene 2- or 3-CHLOROPROPIONIC ACID alpha- or beta-Chloropropionic acid 3-Chloropropylene alpha-Chloropropylene Chloropropylene oxide CHLOROSULPHONIC ACID *Chlorosulphuric acid *alpha-Chlorotoluene *m-CHLOROTOLUENE *o-CHLOROTOLUENE

Riferimento ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLS (C13+) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 1,3-DICHLOROPROPENE ALLYL CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 CHLOROBENZENE EPICHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 m-CHLOROTOLUENE o-CHLOROTOLUENE p-CHLOROTOLUENE EPICHLOROHYDRIN 2,2'-DICHLOROISOPROPYL ETHER EPICHLOROHYDRIN IBC Code - Capitolo17 IBC Code - Capitolo 17 o-CHLORONITROBENZENE 2- or 3-CHLOROPROPIONIC ACID ALLYL CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 2- or 3-CHLOROPROPIONIC ACID ALLYL CHLORIDE ALLYL CHLORIDE EPICHLOROHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 CHLOROSULPHONIC ACID BENZYL CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

330 1993

1750

700

1134

340

1888

340 740

1993 1578 335

700

1754

700

2238 2238

340 340

Regolamenti RINA 2005

293

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *p-CHLOROTOLUENE *CHLOROTOLUENES (MIXED ISOMERS) *CHOLINE CHLORIDE SOLUTIONS Cinene Cinnamene Cinnamol *CITRIC ACID (70% OR LESS) CLAY SLURRY Cleaning solvents COAL SLURRY COAL TAR Coal tar distillate COAL TAR NAPHTHA SOLVENT COAL TAR PITCH (MOLTEN) COBALT NAPHTHENATE IN SOLVENT NAPHTHA Cocoa butter Coconut oil COCONUT OIL FATTY ACID COCONUT OIL FATTY ACID METHYL ESTER Cod liver oil Colamine Cologne spirits Columbian spirits Corn acid oil Corn oil Corn sugar solution Cotton seed acid oil Cotton seed oil CREOSOTE (COAL TAR) CREOSOTE (WOOD) Creosote salts *CRESOLS (ALL ISOMERS) CRESYLIC ACID, DEPHENOLIZED Cresylic acids CRESYLIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION Cresylols *CROTONALDEHYDE Crotonic aldehyde

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DIPENTENE STYRENE MONOMER STYRENE MONOMER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 COAL TAR NAPHTHA SOLVENT IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S ETHANOLAMINE ETHYL ALCOHOL METHYL ALCOHOL VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. DEXTROSE SOLUTION VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 NAPHTHALENE (MOLTEN) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 CRESOLS (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 CRESOLS (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 CROTONALDEHYDE

N. ONU 2238 2238

MFAG 340 340

Rev.

311

310

1993

710 710

2076

710

1993 1993

700

1143

300

294

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Cumene Cumol Cyanoethylene 2-Cyanopropan-2-ol *1,5,9-CYCLODODECATRIENE *CYCLOHEPTANE *CYCLOHEXANE *Cyclohexanecarboxylic acid *CYCLOHEXANOL *CYCLOHEXANONE *CYCLOHEXANONE, CYCLOHEXANOL MIXTURE Cyclohexatriene *CYCLOHEXYL ACETATE *CYCLOHEXYLAMINE *Cyclohexylmethylamine *Cyclohexyl(ethyl)amine Cyclohexyl ketone 1,3-CYCLOPENTADIENE DIMER (MOLTEN) * CYCLOPENTANE *CYCLOPENTENE *p-CYMENE Cymol Dalapon (ISO) Dark mixed acid oil D-D Soil fumigan Deanol *decahydronaphthalene *Decane *DECANOIC ACID n-Decanol *Decan-1-ol DECENE Decoic acid *DECYL ACETATE *DECYL ACRYLATE *Decyl alcohol *DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS)

Riferimento PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) ACRYLONITRILE ACETONE CYANOHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 NAPHTENIC ACIDS IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N,N-DIMETHYLCYCLOHEXYLAMINE N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE CYCLOHEXANONE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 p-CYMENE 2,2-DICHLOROPROPIONIC ACID VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DICHLOROPROPENE/DICHLOROPROPANE MIXTURES DIMETHYLETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 18 n-ALKANES (C10+) IBC Code - Capitolo 17 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DECANOIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993

1993 2241 1145 310 310 1993

305 1915 300 1993

2243 2357

330 320

1993

1146 2246 2046

310 310 310

1993 1993

1147

310 1993

1993

305

1993

Regolamenti RINA 2005

295

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Decylbenzene Decylic acid *Decyl octyl adipate DECYLOXYTETRAHYDROTHIOPHENE DIOXIDE Detergent alkylate DEXTROSE SOLUTION Diacetic ester Diacetone DIACETONE ALCOHOL DIALKYL (C7 - C13) PHTHALATES 1,2-Diaminoethane 1,6-Diaminohexane solutions Diaminotoluene *4,6-Diamino-3,5,5-trimethylcyclohex-2-enone *1,2-Dibromoethane *DIBUTYLAMINE Dibutyl carbinol *Dibutyl ether n-Dibutyl ether DIBUTYL HYDROGEN PHOSPHONATE *DIBUTYL PHTHALATE *1,2-Dichlorobenzene *m-Dichlorobenzene *o-Dichlorobenzene *DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) 2,2-Dichlorodiethyl ether *1,1-DICHLOROETHANE *1,2-Dichloroethane sym-Dichloroethane Dichloroether *1,1-Dichloroethylene DICHLOROETHYL ETHER sym-Dichloroethyl ether Dichloroether *1,6-DICHLOROHEXANE 2,2'-DICHLOROISOPROPYL ETHER *DICHLOROMETHANE *2,4-DICHLOROPHENOL 2,4-DICHLOROPHENOXYACETIC ACID, DIETHANOLAMINE SALT SOLUTION

Riferimento ALKYL (C9+) BENZENES DECANOIC ACID OCTYL DECYL ADIPATE IBC Code - Capitolo 17 ALKYL (C9+) BENZENES IBC Code - Capitolo 18 ETHYL ACETOACETATE DIACETONE ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENEDIAMINE HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTIONS TOLUENEDIAMINE ISOPHORONEDIAMINE ETHYLENE DIBROMIDE IBC Code - Capitolo 17 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) n-BUTYL ETHER n-BUTYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE DICHLORIDE ETHYLENE DICHLORIDE DICHLOROETHYL ETHER VINYLIDENE CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROETHYL ETHER DICHLOROETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

1993 1993

1148

305

320

1993 330

340

1993

2362

340

340

340 2490 1593 2021 340 340 711

1993

296

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 2,4-DICHLOROPHENOXYACETIC ACID, DIMETHYLAMINE SALT SOLUTION (70% OR LESS) 2,4-DICHLOROPHENOXYACETIC ACID, TRIISOPROPANOLAMINE SALT SOLUTION *1,1-DICHLOROPROPANE *1,2-DICHLOROPROPANE *1,3-DICHLOROPROPANE Dichloropropane/dichloropropene mixtures *2,2-Dichloropropanoic acid *1,3-DICHLOROPROPENE DICHLOROPROPENE/DICHLOROPROPANE MIXTURES *2,2-DICHLOROPROPIONIC ACID Dichloropropylene 1,4-Dicyanobutane Dicyclopentadiene *Didecyl phthalate *Didodecyl phthalate *DIETHANOLAMINE *DIETHYLAMINE *2-Diethylaminoethanol DIETHYLAMINOETHANOL *2,6-DIETHYLANILINE DIETHYLBENZENE Diethyl carbitol 1,4-Diethylene dioxide Diethylene ether DIETHYLENE GLYCOL Diethylene glycol butyl ether Diethylene glycol butyl ether acetate DIETHYLENE GLYCOL DIBUTYL ETHER DIETHYLENE GLYCOL DIETHYL ETHER Diethylene glycol ethyl ether Diethylene glycol ethyl ether acetate Diethylene glycol methyl ether

Riferimento IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROPROPENE/DICHLOROPROPANE MIXTURES 2,2-DICHLOROPROPIONIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1,3-DICHLOROPROPENE ADIPONITRILE 1,3-CYCLOPENTADIENE DIMER (MOLTEN) DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYLAMINOETHANOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYLENE GLYCOL DIETHYL ETHER 1,4-DIOXANE 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER 330 1993 1993 1993 308 1993 1993 2049 310 2686 320 1993 1154 320 320 2047 340 340 700 1279 340 340 340 1993

Regolamenti RINA 2005

297

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Diethylene glycol methyl ether acetate Diethylene glycol monobutyl ether Diethylene glycol monobutyl ether acetate Diethylene glycol monoethyl ether Diethylene glycol monoethyl ether acetate Diethylene glycol monomethyl ether Diethylene glycol monomethyl ether acetate DIETHYLENE GLYCOL PHTHALATE Diethylene oxide DIETHYLENETRIAMINE DIETHYLENETRIAMINE PENTAACETIC ACID, PENTASODIUM SALT SOLUTION Diethylethanolamine N,N-Diethylethanolamine *DIETHYL ETHER DI-(2-ETHYLHEXYL) ADIPATE DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID Di-(2-ethylhexyl) phthalate Diethyl oxide *DIETHYL PHTHALATE *DIETHYL SULPHATE DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL A DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL F Diglycol Diglycolamine *DIHEPTYL PHTHALATE DI-n-HEXYL ADIPATE *DIHEXYL PHTHALATE 1,4-DIHYDRO-9,10-DIHYDROXY- ANTHRACENE, DISODIUM SALT SOLUTION 2,3-Dihydroxybutane 2,2-Dihydroxydiethylamine Di-(2-hydroxyethyl)amine Dihydroxyethyl ether 1,2-Dihydroxypropane

Riferimento POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 18 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DIETHYLAMINOETHANOL DIETHYLAMINOETHANOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DIOCTYL PHTHALATE DIETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYLENE GLYCOL 2-(2-AMINOETHOXY)ETHANOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 BUTYLENE GLYCOL DIETHANOLAMINE DIETHANOLAMINE DIETHYLENE GLYCOL PROPYLENE GLYCOL

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993

2079

320

1155

330

1902

700

1594

315

1993

298

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *DIISOBUTYLAMINE Diisolbutylcarbinol DIISOBUTYLENE alpha-Diisobutylene beta-Diisobutylene *DIISOBUTYL KETONE *DIISOBUTYL PHTHALATE 2,4-Diisocyanatotoluene Diisodecyl phthalate DIISONONYL ADIPATE Diisononyl phthalate DIISOOCTYL PHTHALATE DIISOPROPANOLAMINE *DIISOPROPYLAMINE *DIISOPROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) *Diisopropyl ether DIISOPROPYLNAPHTHALENE Diisopropyl oxide *N,N-DIMETHYLACETAMIDE SOLUTION (40% OR LESS) *DIMETHYL ADIPATE *DIMETHYLAMINE SOLUTION (45% OR LESS) *DIMETHYLAMINE SOLUTION (GREATER THAN 45% BUT NOT GREATER THAN 55%) * DIMETHYLAMINE SOLUTION (GREATER THAN 55% BUT NOT GREATER THAN 65%) Dimethylaminoethanol *2-Dimethylaminoethanol Dimethylbenzenes *1,3-Dimethylbutyl acetate Dimethylcarbinol N,N-DIMETHYLCYCLOHEXYLAMINE DIMETHYLETHANOLAMINE 1,1-Dimethylethanol 1,1-Dimethylethyl alcohol Dimethyl ethyl carbinol sym-Dimethylethylene glycol *DIMETHYLFORMAMIDE *DIMETHYL GLUTARATE *2,6-Dimethyl-4-heptanone

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 TOLUENE DIISOCYANATE DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES IBC Code - Capitolo 18 DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ISOPROPYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 ISOPROPYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIMETHYLETHANOLAMINE DIMETHYLETHANOLAMINE XYLENES METHYL AMYL ACETATE ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 tert-BUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL BUTYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIISOBUTYL KETONE

N. ONU 2361

MFAG 320

Rev.

2050

310

1157

300 330

1993 320 1158 320 310

1160 1160 1160

320 320 320

2264 2051

320 320

2265

321

Regolamenti RINA 2005

299

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2,6-Dimethylheptan-4-one *DIMETHYL HYDROGEN PHOSPHITE Dimethylhydroxybenzenes *1,1--Dimethyl-2,2-iminodiethanol *Dimethyl ketone DIMETHYL OCTANOIC ACID *Dimethylphenols *DIMETHYL PHTHALATE DIMETHYLPOLYSILOXANE *2,2-DIMETHYLPROPANE-1,3-DIOL *2,2-Dimethylpropionic acid *DIMETHYL SUCCINATE DINITROTOLUENE (MOLTEN) *DINONYL PHTHALATE *Dioctyl adipate *Dioctyl hydrogen phosphate Dioctyl phosphoric acid *DIOCTYL PHTHALATE 1,4-Dioxan *1,4-DIOXANE *1,3-Dioxolan-2-one Dioxolone Dioxyethylene ether DIPENTENE DIPHENYL DIPHENYLAMINE, REACTION PRODUCT WITH 2,2,4-TRIMETHYLPENTENE DIPHENYLAMINES, ALKYLATED DIPHENYL/DIPHENYL ETHER MIXTURES Diphenyl/diphenyl oxide mixtures Diphenyl dodecyl ether disulphonate solution Diphenyl dodecyl oxide disulphonate solution *DIPHENYL ETHER DIPHENYL ETHER/DIPHENYL PHENYL ETHER MIXTURE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DIPHENYLOL PROPANE-EPICHLOROHYDRIN RESINS *Diphenyl oxide

Riferimento DIISOBUTYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 XYLENOL DIISOPROPANOLAMINE ACETONE IBC Code - Capitolo 17 XYLENOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 TRIMETHYLACETIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DI-(2-ETHYLHEXYL) ADIPATE DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID IBC Code - Capitolo 18 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE CARBONATE ETHYLENE CARBONATE 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIPHENYL/DIPHENYL ETHER MIXTURES DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIPHENYL ETHER

N. ONU

MFAG

Rev.

700

1993

1600

335

1993

1165

330

2052

310

1993 1993

330

2489

370

300

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Diphenyl oxide/diphenyl phenyl ether mixture *Dipropylamine DI-n-PROPYLAMINE n-Dipropylamine DIPROPYLENE GLYCOL Dipropylene glycol methyl ether Dipropylene glycol monomethyl ether Dipropylmethane Disodium 1,4-dihydroanthracene-9,10-diyl dioxide *DITRIDECYL PHTHALATE *DIUNDECYL PHTHALATE *Docosan-1-ol *1-Docosanol *DODECANE (ALL ISOMERS) *Dodecanoic acid *Dodecan-1-ol *1-Dodecanol n-Dodecanol *DODECENE (ALL ISOMERS) DODECENYL SUCCINIC ACID, DIPOTASSIUM SALT SOLUTION *DODECYL ALCOHOL n-Dodecyl alcohol *DODECYLAMINE/TETRADECYLAMINE MIXTURE * DODECYLDIMETHYLAMINE/TETRADECYLDIMETHYLAMINE MIXTURE DODECYL BENZENE DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION Dodecyl diphenyl oxide disulphonate solution Dodecylene DODECYL METHACRYLATE Dodecyl 2-methyl-2-propenoate Dodecyl 2-methylprop-2-enoate *DODECYL/PENTADECYL METHACRYLATE MIXTURE DODECYL PHENOL

Riferimento DIPHENYL ETHER/DIPHENYL PHENYL ETHER MIXTURE DI-n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 DI-n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER HEPTANE (ALL ISOMERS) 1,4-DIHYDRO-9,10-DIHYDROXY ANTHRACENE, DISODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 ALCOHOLS (C13+) ALCOHOLS (C13+) IBC Code - Capitolo 18 LAURIC ACID DODECYL ALCOHOL DODECYL ALCOHOL DODECYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DODECYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION DODECENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DODECYL METHACRYLATE DODECYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

2383

320

308 1993 1993

1993 1993 1993 1993

310

1993

305

1993 1993 1993 700

330

330 710

Regolamenti RINA 2005

301

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome DODECYL XYLENE DRILLING BRINE: CALCIUM BROMIDE SOLUTION

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

DRILLING BRINES : CALCIUM CHLORIDE SOLU- IBC Code - Capitolo 18 TION Drilling brine: potassium chloride solution DRILLING BRINES (CONTAINING ZINC SALTS) DRILLING BRINE: SODIUM CHLORIDE SOLUTION Dutch liquid Dutch oil Enanthic acid Enanthyl alcohol Engravers acid EPICHLOROHYDRIN *1,2-Epoxybutane *1,2-Epoxypropane *Ethanamine solutions, 72% or less *1,2-Ethanediol *Ethanoic acid *Ethanoic anhydride *Ethanol ETHANOLAMINE Ether Ethinyl tricloride *2-ETHOXYETHANOL *2-(2-Ethoxyethoxy)ethanol *2-(2-Ethoxyethoxy)ethyl acetate *2-ETHOXYETHYL ACETATE *1-Ethoxypropan-2-ol *ETHYL ACETATE *ETHYL ACETOACETATE *ETHYL ACRYLATE *ETHYL ALCOHOL *ETHYLAMINE *ETHYLAMINE SOLUTIONS (72% OR LESS) Ethylaminocyclohexane ETHYL AMYL KETONE *ETHYLBENZENE POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION (10% OR MORE) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE DICHLORIDE ETHYLENE DICHLORIDE n-HEPTANOIC ACID HEPTANOL (ALL ISOMERS) NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 17 1,2-BUTYLENE OXIDE PROPYLENE OXIDE ETHYLAMINE SOLUTIONS (72% OR LESS) ETHYLENE GLYCOL ACETIC ACID ACETIC ANHYDRIDE ETHYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 DIETHYL ETHER TRICHLOROETHYLENE IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 17 PROPYLENE GLYCOL MONO-ALKYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2271 1175 227 310 1993 1917 1170 1036 2270 1173 330 330 330 305 320 320 1172 330 1993 1171 330 1993 1993 2491 320 2023 740 1993

302

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Ethyl benzol *Ethylbutanoate *N-ETHYLBUTYLAMINE *ETHYL BUTYRATE Ethyl cyanide *ETHYLCYCLOHEXANE *N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE Ethyl(Cyclohexyl)amine Ethyldimethylmethane Ethylene alcohol Ethylenebisiminodiacetic acid tetrasodium salt solution Ethylene bromide *ETHYLENE CARBONATE Ethylenecarboxylic acid Ethylene chloride ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CYANOHYDRIN *Ethylene diacetate *ETHYLENEDIAMINE ETHYLENEDIAMINETETRAACETIC ACID TETRASODIUM SALT SOLUTION *ETHYLENE DIBROMIDE *ETHYLENE DICHLORIDE 2,2-Ethylenedi-iminodi(ethylamine) Ethylenedinitriloteatraacetic acid tetrasodium salt solution *2,2-Ethylenodioxydiethanol ETHYLENE GLYCOL ETHYLENE GLYCOL ACETATE Ethylene glycol acrylate Ethylene glycol butyl ether Ethylene glycol tert-butyl ether ETHYLENE GLYCOL BUTYL ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL DIACETATE Ethylene glycol ethyl ether Ethylene glycol ethyl ether acetate Ethylene glycol isopropyl ether ETHYLENE GLYCOL METHYL BUTYL ETHER Ethylene glycol methyl ether ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE ETHYLBENZENE ETHYL BUTYRATE

Riferimento

N. ONU

MFAG

Rev.

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPIONITRILE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE PENTANE (ALL ISOMERS) ETHYLENE GLYCOL ETHYLENEDIAMINETETRAACETIC ACID TETRASODIUM SALT SOLUTION ETHYLENE DIBROMIDE IBC Code - Capitolo 18 ACRYLIC ACID ETHYLENE DICHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL DIACETATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 TRIETHYLENETETRAMINE ETHYLENEDIAMINETETRAACETIC ACID TETRASODIUM SALT SOLUTION TRIETHYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 2-HYDROXYETHYL ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS 2-ETHOXYETHYL ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 17 1605 1184 1604 1135 1180

320 330 1993

310 320

330

740 215

320 1993 345 340

308

1993 1993 330

1993

1993 330 1993 330 1993

Regolamenti RINA 2005

303

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS Ethylene glycol monobutyl ether Ethylene glycol mono-tert-butyl ether Ethylene glycol monoethyl ether Ethylene glycol monoethyl ether acetate Ethylene glycol monomethyl ether Ethylene glycol monomethyl ether acetate Ethylene glycol monophenyl ether ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER/DIETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER MIXTURE ETHYLENE OXIDE/PROPYLENE OXIDE MIXTURE WITH AN ETHYLENE OXIDE CONTENT OF NOT MORE THAN 30% BY MASS Ethylene trichloride *ETHYLENE-VINYL ACETATE COPOLYMER (EMULSION) *Ethyl ethanoate Ethyl ether *ETHYL-3-ETHOXYPROPIONATE Ethyl fluid Ethyl glycol 2-Ethylhexaldehyde *2-Ethylhexanal *2-ETHYLHEXANOIC ACID 2-Ethylhexanol 2-Ethylhexenal *2-Ethylhex-2-enal 2-Ethylhexoic acid *2-ETHYLHEXYL ACRYLATE *2-Ethylhexyl alcohol *2-ETHYLHEXYLAMINE *5-Ethylidenebicyclo(2,2,1)hept-2-ene Ethylidene chloride *Ethylidene dichloride ETHYLIDENE NORBORNENE *ETHYL METHACRYLATE *2-Ethyl-6-methylaniline *Ethyl methyl ketone *5-Ethyl-2-methylpyridine

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS 2-ETHOXYETHYL ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993 1993

1993

330

2983

365

TRICHLOROETHYLENE IBC Code - Capitolo 18 ETHYL ACETATE DIETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS OCTYL ALDEHYDES OCTYL ALDEHYDES IBC Code - Capitolo 18 OCTANOL (ALL ISOMERS) 2-ETHYL-3-PROPYLACROLEIN 2-ETHYL-3-PROPYLACROLEIN OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 OCTANOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ETHYLIDENE NORBORNENE 1,1-DICHLOROETHANE 1,1-DICHLOROETHANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYL-6-ETHYL ANILINE METHYL ETHYL KETONE 2-METHYL-5-ETHYL PYRIDINE 2277 310 330 2276 320 330 1993 1993 1993 1993

304

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Ethyl oxide o-ETHYLPHENOL *2-Ethylphenol Ethyl phthalate 5-Ethyl-2-picoline *Ethyl propeonate *ETHYL PROPIONATE 2-ETHYL-3-PROPYLACROLEIN Ethyl sulphate ETHYLTOLUENE 6-Ethyl-o-toluidine *Ethyl vinyl ether FATTY ACIDS (SATURATED C13+) Fatty alcohols (C12 - C20) Fermentation alcohol FERRIC CHLORIDE SOLUTIONS FERRIC HYDROXYETHYLETHYLENE DIAMINE TRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION FERRIC NITRATE/NITRIC ACID SOLUTION Fish acid oil FISH SOLUBLES FLUOROSILICIC ACID (20-30%) IN WATER SOLUTION * FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) Formalin *FORMAMIDE Formdimethylamide *FORMIC ACID Formic aldehyde FUMARIC ADDUCT OF ROSIN, WATER DISPERSION Fural *2-Furaldehyde *Furan-2,5-dione *2,5-Furandione FURFURAL 2-Furfuraldehyde FURFURYL ALCOHOL Furylcarbinol DIETHYL ETHER

Riferimento

N. ONU

MFAG

Rev.

IBC Code - Capitolo 17 o-ETHYLPHENOL DIETHYL PHTHALATE 2-METHYL-5-ETHYL PYRIDINE ETHYL ACRYLATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYL SULPHATE IBC Code - Capitolo 17 2-METHYL-6-ETHYL ANILINE VINYL ETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 DODECYL ALCOHOL (IBC Code - Capitolo 17) e ALCOHOL (C13+) (IBC Code - Capitolo 18) ETHYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) IBC Code - Capitolo 18 DIMETHYLFORMAMIDE IBC Code - Capitolo 17 FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 FURFURAL FURFURAL MALEIC ANHYDRIDE MALEIC ANHYDRIDE IBC Code - Capitolo 17 FURFURAL IBC Code - Capitolo 17 FURFURYL ALCOHOL 2874 1199 1779 1778 2582 1195

710

330 300

1993

1993 1993

1993

700

700 300

1993

321

700

300

305

Regolamenti RINA 2005

305

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Gaultheria oil Glacial acetic acid *Glucitol solution *GLUCOSE SOLUTION *GLUTARALDEHYDE SOLUTIONS (50% OR LESS) GLYCERINE GLYCERINE (83%), DIOXANEDIMETHANOL (17%) MIXTURE *Glycerol GLYCEROL POLYALKOXYLATE *Glycerol triacetate GLYCERYL TRIACETATE GLYCIDYL ESTER OF C10 TRIALKYLACETIC ACID GLYCINE, SODIUM SALT SOLUTION Glycol Glycol carbonate Glycol chlorohydrin Glycol dichloride Glycol monobutyl ether Glycyl alcohol *GLYOXAL SOLUTION (40% OR LESS) Grain alcohol Grape sugar solution Groundnut acid oil Groundnut oil Hazelnut oil Hendecanoic acid Heptamethylene *Heptane n-Heptane HEPTANE (ALL ISOMERS) 3-Heptanecarboxylic acid *Heptanoic acid n-HEPTANOIC ACID *HEPTANOL (ALL ISOMERS) *Heptan-2-one *2-Heptanone HEPTENE (ALL ISOMERS)

Riferimento METHYL SALICYLATE ACETIC ACID SORBITOL SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 GLYCERINE IBC Code - Capitolo 18 GLYCERYL TRIACETATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE GLYCOL ETHYLENE CARBONATE ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE DICHLORIDE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS GLYCERINE IBC Code - Capitolo 18 ETHYL ALCOHOL DEXTROSE SOLUTION VEGETABLE ACID OILS, AND DISTILLATES N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. UNDECANOIC ACID CYCLOHEPTANE HEPTANE (ALL ISOMERS) HEPTANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) n-HEPTANOIC ACID IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 METHYL AMYL KETONE METHYL AMYL KETONE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 300 1993

1993 1993

1206

310

305

1993

311

306

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Heptoic acid * HEPTYL ACETATE *Heptyl alcohol, all isomers Heptylcarbinol Heptylene, mixed isomers n-Heptylic acid *Hepthyl methyl ketone *1-Hexadecene *Hexadecyl and icosyl methacrylate mixture Hexadecyl/octadecyl alcohol Hexaethylene glycol Hexahydroaniline Hexahydro-1-H-azepine Hexahydrobenzene Hexahydrophenol Hexahydrotoluene Hexamethylene HEXAMETHYLENEDIAMINE ADIPATE (50% IN WATER) *HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION 1,6-Hexamethylenediamine solution HEXAMETHYLENE GLYCOL HEXAMETHYLENEIMINE *HEXAMETHYLENETETRAMINE SOLUTIONS Hexanaphtene n-Hexane *HEXANE (ALL ISOMERS) *Hexane-1,6-diamine solutions *1,6-Hexanediamine solutions *1,6-Hexanediol *Hexane-1,6-diol *HEXANOIC ACID HEXANOL *Hexan-1-ol *Hexan-6-olide *2-Hexanone *Hexan-2-one *1-Hexene Hexene-1

Riferimento n-HEPTANOIC ACID IBC Code - Capitolo 17 HEPTANOL (ALL ISOMERS) OCTANOL (ALL ISOMERS) HEPTENE (ALL ISOMERS) n-HEPTANOIC ACID METHYL HEPTYL KETONE OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE ALCOHOL (C13+) POLYETHYLENE GLYCOL CYCLOHEXXYLAMINE HEXAMETHYLENEIMINE CYCLOHEXANE CYCLOHEXANOL METHYLCYCLOHEXANE CYCLOHEXANE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 CYCLOHEXANE HEXANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION HEXAMETHYLENE GLYCOL HEXAMETHYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 HEXANOL epsilon-CAPROLACTAM (MOLTEN OR AQUEOUS SOLUTIONS) METHYL BUTYL KETONE METHYL BUTYL KETONE HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS)

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1993

1783

320

2493

320

1208

310

1993

1993

1993 2282 305 1993

Regolamenti RINA 2005

307

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Hex-1-ene *2-Hexene *HEXENE (ALL ISOMERS) Hexone *HEXYL ACETATE sec-Hexyl acetate *Hexyl alcohol Hexylene HEXYLENE GLYCOL *HYDROCHLORIC ACID Hydrogencarboxylic acid *Hydrogen chloride, aqueous * HYDROGEN PEROXIDE SOLUTIONS (OVER 8% BUT NOT OVER 60%) Hydrogen peroxide solutions (over 8% but less than 20%) *HYDROGEN PEROXIDE SOLUTIONS (OVER 60% BUT NOT OVER 70%) Hydrogen sulphate Hydroxybenzene 4-Hydroxybutanoic acid lactone 4-Hydroxybutyric acid lactone gamma-Hydroxybutyric acid lactone Hydroxydimethylbenzenes *2-Hydroxyethyl acetate *2-HYDROXYETHYL ACRYLATE 2-Hydroxyethylamine N-(HYDROXYETHYL) ETHYLENEDIAMINE TRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION N-beta-Hydroxyethylethylenediamine beta-Hydroxyethyl phenyl ether alpha-Hydroxyisobutyronitrile 4-Hydroxy-2-keto-4-methylpentane 4-Hydroxy-4-methylpentanone-2 *4-Hydroxy-4-methylpentan-2-one 2-(Hydroxymethyl)propane *2-Hydroxy-2-methylpropiononitrile 2-HYDROXY-4-(METHYLTHIO) BUTANOIC ACID 2-Hydroxynitrobenzene (molten) 1-Hydroxy-2-phenoxyethane alpha-Hydroxypropionic acid

Riferimento HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 METHYL ISOBUTYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 METHYLAMYL ACETATE HEXANOL HEXENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 FORMIC ACID HYDROCHLORIC ACID IBC Code - Capitolo 17 HYDROGEN PEROXIDE SOLUTIONS (OVER 8% BUT NOT OVER 60%) IBC Code - Capitolo 17 SULPHURIC ACID PHENOL gamma-BUTYROLACTONE gamma-BUTYROLACTONE gamma-BUTYROLACTONE XYLENOL ETHYLENE GLYCOL ACETATE IBC Code - Capitolo 17 ETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 18 AMINOETHYLETHANOLAMINE ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER ACETONE CYANOHYDRIN DIACETONE ALCOHOL DIACETONE ALCOHOL DIACETONE ALCOHOL ISOBUTYL ALCOHOL ACETONE CYANOHYDRIN Sezione 17 o-NITROPHENOL (MOLTEN) ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER LACTIC ACID

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993

1233

330

308 1789 700

2014 2984 2015

735

1993

735

330

1993

308

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome alpha-Hydroxypropionitrile beta-Hydroxypropionitrile *3-Hydroxypropionitrile 2-Hydroxypropylamine 3-Hydroxypropylamine alpha-Hydroxytoluene *3-Hydroxy-2,2,4-trimethylpentyl isobutyrate *2,2-Iminobis(ethyleneimino)diethyl-amine *2,2-Iminodiethanol *2,2-Iminodi(ethylamine) *1,1-Iminodipropan -2-ol *Iron(III) chloride solutions *Iron(III) nitrate/nitric acid solution Isoamyl acetate ISOAMYL ALCOHOL Isobutaldehyde Isobutanal Isobutanol Isobutanolamine *Isobutyl acetate *Isobutyl acrylate *ISOBUTYL ALCOHOL Isobutyl aldehyde *Isobutylamine Isobutylcarbinol * ISOBUTYL FORMATE *Isobutyl methyl ketone *Isobutyraldehyde Isobutyric aldehyde *3-Isocyanatomethyl-3,5,5-trimethylcyclohexyl isocyanate ISO- & CYCLO-ALKANES (C10 - C11) ISO- & CYCLO-ALKANES (C12+) Isodecanol Isodecyl alcohol Isododecane Isodurene Isoheptane

Riferimento LACTONITRILE SOLUTION (80% OR LESS) ETHYLENE CYANOHYDRIN ETHYLENE CYANOHYDRIN ISOPROPANOLAMINE n-PROPANOLAMINE BENZYL ALCOHOL 2,2,4-TRIMETHYL-1,3-PENTANEDIOL 1-ISOBUTYRATE TETRAETHYLENEPENTAMINE DIETHANOLAMINE DIETHYLENETRIAMINE DIISOPROPANOLAMINE FERRIC CHLORIDE SOLUTIONS FERRIC NITRATE/NITRIC ACID SOLUTION AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL 2-AMINO-2-METHYL-1-PROPANOL (90% OR LESS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) ISOAMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 METHYL ISOBUTYL KETONE BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) ISOPHORONE DIISOCYANATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DODECANE (ALL ISOMERS) TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) HEPTANE (ALL ISOMERS)

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1105 305 1993 1993

1993 1212 305

2393

330

1993 1993

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

309

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Isononanoic acid Isononanol Isoctanol *Isopentane Isopentanol Isopentene *Isopentyl acetate *Isopentyl alcohol ISOPHORONE ISOPHORONEDIAMINE ISOPHORONE DIISOCYANATE *ISOPRENE Isopropanol ISOPROPANOLAMINE Isopropenylbenzene *2-Isopropoxyethanol *2-Isopropoxypropane *ISOPROPYL ACETATE Isopropylacetone *ISOPROPYL ALCOHOL *ISOPROPYLAMINE *Isopropylbenzene Isopropyl carbinol * ISOPROPYLCYCLOHEXANE ISOPROPYL ETHER Isopropylideneacetone 4-Isopropyltoluene 4-Isopropyltoluol Isovaleral *Isovaleraldehyde Isovaleric aldehyde Isovalerone Kaolin clay slurry KAOLIN SLURRY Ketohexamethylene Ketone propane Ketopropane *LACTIC ACID *LACTONITRILE SOLUTION (80% OR LESS)

Riferimento NONANOIC ACID (ALL ISOMERS) NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) OCTANOL (ALL ISOMERS) PENTANE (ALL ISOMERS) ISOAMYL ALCOHOL PENTENE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) ISOAMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 alpha-METHYLSTYRENE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ISOPROPYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 METHYL ISOBUTYL KETONE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 MESITYL OXIDE p-CYMENE p-CYMENE VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) DIISOBUTYL KETONE KAOLIN SLURRY IBC Code - Capitolo 18 CYCLOHEXANONE ACETONE ACETONE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1993

300 2289 2290 1218 320 370 310

320

1993

1220

330

1219 1221

305 320 1993

1159

330

1993 1993 1993

700

310

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Lanolin LARD Lard acid oil LATEX, AMMONIA (1% OR LESS) INHIBITED LATEX: CARBOXYLATED STYRENE-BUTADIENECOPOLYMER LATEX: STYRENE-BUTADIENE RUBBER *LAURIC ACID Lauryl alcohol Lauryl methacrylate Lead alkyils Lead tetraethyl Lead tetramethyl LIGNINSULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION Limonene Linseed oil LIQUID CHEMICAL WASTES LONG CHAIN ALKARYL POLYETHER (C11 - C20) LONG CHAIN ALKARYL SULPHONIC ACID (C16 - C60) LONG CHAIN ALKYLPHENATE/PHENOL SULPHIDE MIXTURE LONG CHAIN POLYETHERAMINE IN ALKYL (C2 - C4) BENZENES LONG CHAIN POLYETHERAMINE IN AROMATIC SOLVENT Lye, potash Lye, soda *MAGNESIUM CHLORIDE SOLUTION *MAGNESIUM HYDROXIDE SLURRY

Riferimento ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DODECYL ALCOHOL DODECYL METHACRYLATE MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) IBC Code - Capitolo 18 DIPENTENE VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 POTASSIUM HYDROXIDE SOLUTION SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

725 725

1993 1993 1993

1993 1993

1993 1993 1993

MAGNESIUM LONG CHAIN ALKARYL SULPHO- IBC Code - Capitolo 18 NATE (C11 - C50) MAGNESIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C11+) *MALEIC ANHYDRIDE *dl-p-Metha-1,8-diene MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION MESITYL OXIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIPENTENE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1229 375 300 2215 700 1993

Regolamenti RINA 2005

311

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Metaformaldehyde METAM SODIUM SOLUTION *METHACRYLIC ACID alpha-Methacrylic acid Methacrylic acid, dodecyl ester Methacrylic acid, lauryl ester METHACRYLIC RESIN IN ETHYLENE DICHLORIDE METHACRYLONITRILE *Methanal Methanamide Methanecarboxylic acid *Methanoic acid *Methanol *3-METHOXY-1-BUTANOL *3-Methoxybutan-1-ol *3-METHOXY BUTYL ACETATE *2-Methoxyethanol *2-(2-Methoxyethoxy)ethanol *2-[2-(2-Methoxyethoxy)ethoxy]ethanol *2-(2-Methoxyethoxy)ethyl acetate *2-Methoxyethyl acetate *3-Methoxy-3-methylbutan-1-ol *3-Methoxy-3-methylbutyl acetate *1-Methoxypropan-2-ol *1-(2-Methoxypropoxy)propan-2-ol *3-[3-(3-Methoxypropoxy)propoxy]propan-1-ol Methoxytriglycol Methylacetaldehyde *METHYL ACETATE Methylacetic acid *METHYL ACETOACETATE beta-Methylacrolein *METHYL ACRYLATE *2-Methylacrylic acid 2-Methylacrylic acid, dodecyl ester 1,3,5-TRIOXANE

Riferimento

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 METHACRYLIC ACID DODECYL METHACRYLATE DODECYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) FORMAMIDE ACETIC ACID FORMIC ACID METHYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 3-METHOXY-1-BUTANOL IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE 3-METHYL-3-METHOXY BUTANOL 3-METHYL-3-METHOXY BUTYL ACETATE PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER PROPIONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 18 PROPIONIC ACID IBC Code - Capitolo 18 CROTONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 17 METHACRYLIC ACID DODECYL METHACRYLATE 1919 330 1231 330 1993 1993 1993 330 1993 1993 1993 1993 3079 215 1993 2531 700

312

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 2-Methylacrylic acid, lauryl ester *METHYL ALCOHOL *METHYLAMINE SOLUTIONS (42% OR LESS) 1-Methyl-2-aminobenzene 2-Methyl-1-aminobenzene METHYLAMYL ACETATE METHYLAMYL ALCOHOL METHYL AMYL KETONE *2-Methylaniline o-Methylaniline 2-Methylbenzeneamine o-Methylbenzeneamine Methylbenzene Methylbenzenediamine Methylbenzol *2-Methyl-1,3-butadiene 3-Methyl-1,3-butadiene *2-Methylbutane *2-Methylbutan-2-ol *2-Methyl-2-butanol 2-Methyl-4-butanol *3-Methyl-1-butanol *3-Methylbutan-1-ol 3-Methylbutan-3-ol *3-Methylbut-1-ene Methylbutenes METHYLBUTENOL *1-Methylbutyl acetate 2-Methyl-2-butyl alcohol 2-Methyl-4-butyl alcohol 3-Methyl-1-butyl alcohol 3-Methyl-3-butyl alcohol METHYL tert-BUTYL ETHER METHYL BUTYL KETONE *2-Methyl-3-butyn-2-ol *2-Methylbut-3-yn-2-ol METHYL BUTYNOL *3-Methylbutyraldehyde *METHYL BUTYRATE

Riferimento DODECYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE TOLUENE TOLUENEDIAMINE TOLUENE ISOPRENE ISOPRENE PENTANE (ALL ISOMERS) tert-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL PENTENE (ALL ISOMERS) PENTENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) tert-AMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 METHYL BUTYNOL METHYL BUTYNOL IBC Code - Capitolo 18 VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1230 1235

306 320

1233 2053 1110

330 305 300 1993 1993

2398

330

1993 1237 330

Regolamenti RINA 2005

313

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 2-beta-Methyl carbitol Methyl carbitol acetate Methyl cellosolve Methyl cellosolve acetate Methylchloroform *Methyl cyanide *METHYLCYCLOHEXANE Methyl-1,3-cyclopentadiene dimer METHYLCYCLOPENTADIENE DIMER METHYL DIETHANOLAMINE Methylenebis(phenylene isocyanate) Methylenebis(phenyl isocyanate) Methylene chloride Methylene dichloride Methylenedi-p-phenylene diisocyanate 4,4-Methylenediphenyl isocyanate 2-METHYL-6-ETHYL ANILINE Methylethylcarbinol Methylethylene glycol METHYL ETHYL KETONE 2-METHYL-5-ETHYL PYRIDINE *METHYL FORMATE Methyl glycol *5-Methyl-3-heptanone *5-Methylheptan-3-one METHYL HEPTYL KETONE *5-Methylhexan-2-one Methylhexylcarbinol 2-METHYL-2-HYDROXY-3-BUTYNE Methyl isoamyl ketone Methyl isobutenyl ketone Methyl isobutylcarbinol Methyl isobutylcarbinol acetate METHYL ISOBUTYL KETONE *2-Methyllactonitrile *METHYL METHACRYLATE *Methyl methanoate 3-METHYL-3-METHOXYBUTANOL

Riferimento POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE 1,1,1-TRICHLOROETHANE ACETONITRILE IBC Code - Capitolo17 METHYLCYCLOPENTADIENE DIMER IBC Code - Capitolo17 IBC Code - Capitolo17 DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DICHLOROMETHANE DICHLOROMETHANE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE IBC Code - Capitolo 17 sec-BUTYL ALCOHOL PROPYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPYLENE GLYCOL ETHYL AMYL KETONE ETHYL AMYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 METHYL AMYL KETONE OCTANOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 METHYL AMYL KETONE MESITYL OXIDE METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ACETATE IBC Code - Capitolo 18 ACETONE CYANOHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 METHYL FORMATE IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993

2296

310

1993

335

1193 2300 1243

300 325 330

1993

1245

300

1247

330

314

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 3-METHIL-3-METHOXYBUTYL ACETATE METHYL NAPHTHALENE (MOLTEN) (o- and p-)Methylnitrobenzene *8-Methylnonan-1-ol Methylolpropane *2-Methylpentane *2-Methylpentane-2,4-diol *2-Methyl-2,4-pentanediol Methylpentan-2-ol 4-Methylpentanol-2 4-Methylpentan-2-ol 4-Methyl-2-pentanol acetate *4-Methylpentan-2-one *4-Methyl-2-pentanone 2-Methylpentene *2-Methylpent-1-ene *2-Methyl-1-pentene *4-Methyl-1-pentene *4-Methylpent-3-en-2-one *4-Methyl-3-penten-2-one *Methylpentyl acetates *Methyl pentyl ketone Methylphenylenediamine Methylphenylene diisocyanate 2-Methyl-2-phenylpropane Methyl phosphite *2-Methylpropanal *2-Methylpropan-1-ol *2-Methyl-1-propanol *2-Methyl-2-propanol *2-Methylpropan-2-ol *2-Methylpropenoic acid *2-Methylpropyl acrylate 2-Methyl-1-propyl alcohol 2-Methyl-2-propyl alcohol Methylpropylbenzene Methylpropylcarbinol 1-Methyl-1-propylethylene METHYL PROPYL KETONE

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 (o and p)NITROTOLUENE DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) n-BUTYL ALCOHOL HEXANE (ALL ISOMERS) HEXYLENE GLYCOL HEXYLENE GLYCOL METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ACETATE METHYL ISOBUTYL KETONE METHYL ISOBUTYL KETONE HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) MESITYL OXIDE MESITYL OXIDE METHYLAMYL ACETATE METHYL AMYL KETONE TOLUENEDIAMINE TOLUENE DIISOCYANATE BUTYLBENZENES (ALL ISOMERS) TRIMETHYL PHOSPHITE BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL ISOBUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL METHACRYLIC ACID BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL p-CYMENE sec-AMYL ALCOHOL HEXENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

310

1993

1993

1993

1993

1993

1249

300

1993

Regolamenti RINA 2005

315

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2-METHYLPYRIDINE *3-METHYLPYRIDINE *4-METHYLPYRIDINE alpha-Methylpyridine N-Methylpyrrolidinone *1-Methylpyrrolidin-2-one N-METHYL-2-PYRROLIDONE *1-Methyl-2-pyrrolidone *METHYL SALICYLATE Methylstyrene *alpha-METHYLSTYRENE Middle oil Milk acid Mineral jelly Mineral wax Mixed acid oil

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYLPYRIDINE N-METHYL-2-PYRROLIDONE N-METHYL-2-PYRROLIDONE IBC Code - Capitolo 18 N-METHYL-2-PYRROLIDONE IBC Code - Capitolo 17 VINYLTOLUENE IBC Code - Capitolo 17 CARBOLIC OIL LACTIC ACID PETROLATUM PETROLATUM ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN IBC Code - Capitolo 18 CHLOROBENZENE CHLOROBENZENE ETHANOLAMINE ETHYLAMINE ETHYLAMINE SOLUTIONS (42% OR LESS) n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 HYDROCHLORIC ACID IBC Code - Capitolo 18 COAL TAR NAPHTHA SOLVENT

N. ONU 2313 2313 2313

MFAG 325 325 325

Rev.

1993

325

2303

310

Mixed general acid oil

Mixed hard acid oil

Mixed soft acid oil

MOLASSES Monochlorobenzene Monochlorobenzol Monoethanolamine Monethylamine Monethylamine solutions, 42% or less Monopropylamine *MORPHOLINE MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) Muriatic acid MYRCENE Naphtha, coal tar

2054 1649

322 111 1993

316

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *NAPHTHALENE (MOLTEN) NAPHTHALENE SULPHONIC ACID/FORMALDEHYDE COPOLYMER, SODIUM SALT SOLUTION Naphtha safety solvent NAPHTHENIC ACIDS Neatsfoot oil NEODECANOIC ACID Neodecanoic acid vinyl ester Neopentanoic acid NITRATING ACID (MIXTURE OF SULPHURIC AND NITRIC ACIDS) *Nitric acid fuming *NITRIC ACID (70% AND OVER) Nitric acid red fuming NITRIC ACID (LESS THAN 70%) NITRILOTRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION *2,2,2-Nitrilotriethanol *1,1,1-Nitrilotri-2-propanol *1,1,1-Nitrilotripropan-2-ol * NITROBENZENE o-Nitrochlorobenzene *o-NITROPHENOL (MOLTEN) *2-Nitrophenol (molten) *1- or 2-NITROPROPANE NITROPROPANE (60%)/NITROETHANE (40%) MIXTURE *o- or p-NITROTOLUENES *NONANE (ALL ISOMERS) n-Nonane *NONANOIC ACID (ALL ISOMERS) *Nonanols *Nonan-2-one *NONENE (ALL ISOMERS) NON-NOXIUOS LIQUID, N.O.S. (18) (TRADE NAME...,CONTAINS...) APPENDIX III *NONYL ACETATE *NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) Nonylcarbinol Nonylene Nonyl hydride

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU 2304

MFAG 314

Rev.

WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC IBC Code - Capitolo 17 ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 17 VINYL NEODECANOATE TRIMETHYLACETIC ACID IBC Code - Capitolo 17 NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 17 NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 TRIETHANOLAMINE TRIISOPROPANOLAMINE TRIISOPROPANOLAMINE IBC Code - Capitolo 17 o-CHLORONITROBENZENE IBC Code - Capitolo 17 o-NITROPHENOL (MOLTEN) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 NONANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) METHYL HEPTYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) NONENE (ALL ISOMERS) NONANE (ALL ISOMERS) 1664 1920 2608 1663 1662 2031 2032 2031 1796

700

700

610 700 700

335

710

335 335 335 310 1993

1993 1993

1993

1993 305

1993

Regolamenti RINA 2005

317

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *NONYL METHACRYLATE MONOMER NONYLPHENOL NONYL PHENOL POLY (4-12) ETHOXYLATES NOXIOUS LIQUID, N.F., (1) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 1, CAT. A NOXIOUS LIQUID, F., (2) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 1, CAT. A NOXIOUS LIQUID, N.F., (3) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. A NOXIOUS LIQUID, F., (4) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. A NOXIOUS LIQUID, N.F., (5) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B NOXIOUS LIQUID, N.F., (6) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B, M.P. 15C+ NOXIOUS LIQUID, F., (7) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B NOXIOUS LIQUID, F., (8) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B, M.P. 15C+ NOXIOUS LIQUID, N.F., (9) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. A NOXIOUS LIQUID, F., (10) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. A NOXIOUS LIQUID, N.F., (11) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B NOXIOUS LIQUID, N.F., (12) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B, M.P. 15+ NOXIOUS LIQUID, F., (13) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

710

NOXIOUS LIQUID, F., (14) N.O.S. (TRADE IBC Code - Capitolo 17 NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B, M.P. 15 C+ NOXIOUS LIQUID, N.F., (15) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. C NOXIOUS LIQUID, F., (16) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. C NOXIOUS LIQUID, (17) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...), CAT. D Nutmeg butter *1-Octadecanol *Octadecan-1-ol *cis-9-Octadecenoic acid *(Z)-Octadec-9-enoic acid *Octanal *OCTANE (ALL ISOMERS) *OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) *Octan-1-ol IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE OILS N.O.S. ALCOHOLS (C13+) ALCOHOLS (C13+) OLEIC ACID OLEIC ACID OCTYL ALDEHYDES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 OCTANOL (ALL ISOMERS) 1262 310 1993 1993 1993 1993

318

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *OCTANOL (ALL ISOMERS) * OCTENE (ALL ISOMERS) Octoic acid *Octyl acetate n-OCTYL ACETATE *Octyl acrylate *Octyl alcohol *OCTYL ALDEHYDES Octylcarbynol OCTYL DECYL ADIPATE Octyl decyl phthalate Octylic acid *Octyl nitrate *Octyl nitrates (all isomers) Octyl phthalate Oil of mirbane Oil of vitriol Oiticica oil OLEFIN/ALKYL ESTER COPOLYMER (MOLECULAR MASS 2000+) OLEFIN MIXTURES (C5 - C7) OLEFIN MIXTURES (C5 - C15) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) alpha-OLEFINS (C6 - C18) MIXTURES OLEIC ACID OLEUM OLEYLAMINE Olive oil *Orthophosphoric acid *1,4-Oxazinane 2,2-Oxybispropane *2,2-Oxydiethanol *1,1-Oxydipropan-2-ol Oxymethylene PALM KERNEL ACID OIL Palm nut oil Palm oil Palm oil fatty acid PALM OIL FATTY ACID METHYL ESTER

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) n-OCTYL ACETATE IBC Code - Capitolo 17 2-ETHYLHEXYL ACRYLATE OCTANOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) ALKYL (C7-C9) NITRATES ALKYL (C7-C9) NITRATES DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES NITROBENZENE SULPHURIC ACID VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. PHOSPHORIC ACID MORPHOLINE ISOPROPYL ETHER DIETHYLENE GLYCOL DIPROPYLENE GLYCOL FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. PALM KERNEL ACID OIL IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG 305

Rev. 1993 1993

1191

300

1993

1993 1993

1993

1993 1831 700 1993

1993

Regolamenti RINA 2005

319

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Palm oil methyl ester PALM STEARIN Paraffin n-Paraffins (C10 - C20) Paraffin scale PARAFFIN WAX PARALDEHYDE Peanut oil Pear oil Peel oil (oranges and lemons) Pelargonic acid Pelargonic alcohol *PENTACHLOROETHANE Pentadecanol *1-Pentadecene *Pentadec-1-ene *Penta-1,3-diene *1,3-PENTADIENE Pentaethylene glycol PENTAETHYLENEHEXAMINE Pentalin Pentamethylene *Pentanal *Pentane n-Pentane *PENTANE (ALL ISOMERS) *Pentanedial solutions, 50% or less *PENTANOIC ACID n-Pentanol *Pentan-1-ol *1-Pentanol *Pentan-2-ol *2-Pentanol *Pentan-3-ol *3-Pentanol sec-Pentanol tert-Pentanol 1-Pentanol acetate n-Pentene

Riferimento PALM OIL FATTY ACID METHYL ESTER IBC Code - Capitolo 18 PARAFFIN WAX n-ALKANES (C10+) PARAFFIN WAX IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) VEGETABLE OILS, N.O.S. NONANOIC ACID (ALL ISOMERS) NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLS (C13+) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) 1,3-PENTADIENE IBC Code - Capitolo 17 POLYETHYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 PENTACHLOROETHANE CYCLOPENTANE VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) PENTANE (ALL ISOMERS) PENTANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 GLUTARALDEHYDE SOLUTIONS (50% OR LESS) IBC Code - Capitolo 18 n-AMYL ALCOHOL n-AMYL ALCOHOL n-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) PENTENE (ALL ISOMERS)

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1264

300

1993

1669

340 1993 1993 1993

310

1993

1265

310

1993

1993 1993 1993 1993

1993 1993

320

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Pentenes *PENTENE (ALL ISOMERS) *Pent-1-ene *Pentyl acetate sec-Pentyl acetate *Pentyl alcohol sec-Pentyl alcohol *tert-Pentyl alcohol n-PENTYL PROPIONATE *PERCHLOROETHYLENE *Perchloromethane *Perhydroazepine Perilla oil PETROLATUM Petroleum jelly Phene *PHENOL *2-Phenoxyethanol Phenylamine *1-Phenylbutane *2-Phenylbutane Phenylcarbinol Phenyl cellosolve *Phenyl chloride *1-Phenyldecane *Phenyldodecane *1-Phenylethane Phenyl ether Phenylethylene Phenyl hydride Phenylic acid Phenylmethane Phenylmethanol Phenylmethyl acetate *1-Phenylpropane *2-Phenylpropane *1-Phenyltetradecane *1-Phenyltridecane

Riferimento PENTENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 PENTENE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 CARBON TETRACHLORIDE HEXAMETHYLENEIMINE VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 18 PETROLATUM BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER ANILINE BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) BENZYL ALCOHOL ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER CHLOROBENZENE ALKYL (C9+) BENZENES ALKYL (C9+) BENZENES ETHYLBENZENE DIPHENYL ETHER STYRENE MONOMER BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE PHENOL TOLUENE BENZYL ALCOHOL BENZYL ACETATE PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) ALKYL (C9+) BENZENES ALKYL (C9+) BENZENES

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1993

1993 1897 340

2312

710

1993 1993

1993 1993

1993 1993 1993 1993

Regolamenti RINA 2005

321

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *1-Phenylundecane 1-PHENYL-1-XYLYLETHANE *PHOSPHORIC ACID *PHOSPHORUS, YELLOW OR WHITE *PHTHALIC ANHYDRIDE (MOLTEN) 2-Picoline alpha-Picoline 3-Picoline beta-Picoline 4-Picoline gamma-Picoline Pilchard oil Pimelic ketone alpha-PINENE beta-PINENE PINE OIL *2-Piperazin-1-ylethylamine Piperylene *Pivalic acid *POLYALKYL (C18 - C22) ACRYLATE IN XYLENE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1 - C6) ETHER Poly(2-8)alkylene (C2 - C3) glycols/Polyalkylene (C2 - C10) glycol monoalkyl (C1 - C4) ethers and their borate esters POLYALKYLENE OXIDE POLYOL POLYALUMINIUM CHLORIDE SOLUTION *POLYBUTENE POLY (2+) CYCLIC AROMATICS POLYETHER (MOLECULAR MASS 2000+) POLYETHYLENE GLYCOL POLYETHYLENE GLYCOL DIMETHYL ETHER *Polyethyleneimines POLYETHYLENE POLYAMINES POLYFERRIC SULPHATE SOLUTION POLYGLYCERIN, SODIUM SALT SOLUTION (CONTAINING LESS THAN 3% SODIUM HYDROXIDE) POLYGLYCEROL

Riferimento ALKYL (C9+) BENZENES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYLPYRIDINE 2-METHYLPYRIDINE 3-METHYLPYRIDINE 3-METHYLPYRIDINE 4-METHYLPYRIDINE 4-METHYLPYRIDINE ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S. CYCLOHEXANONE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-AMINOETHYLPIPERAZINE 1,3-PENTADIENE TRIMETHYLACETIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 BRAKE FLUID BASE MIX

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

1805

700 200

2214

700

2368

313 313

1993 1993 1993

1272

1993

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 POLYETHYLENE POLYAMINES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 320

1993

1993

1993

IBC Code - Capitolo 18

322

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Poly(iminoethylene)s *Polyisobutylene POLY (4+) ISOBUTYLENE POLYMETHYLENE POLYPHENYL ISOCYANATE POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE (C28+) POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE BORATE (C28 - C250) POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE/MOLYBDENUM OXYSULFIDE MIXTURE POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE POLYOL POLYOLEFINAMINE IN ALKYL (C2-C4) BENZENES POLYOLEFINAMINE IN AROMATIC SOLVENT POLYOLEFIN ANHYDRIDE POLYOLEFIN ESTER (C28 - C250) POLYOLEFIN (MOLECULAR MASS 300+) POLYOLEFIN PHENOLIC AMINE (C28 - C250) POLYOLEFIN PHOSPHOROSULPHIDE - BARIUM DERIVATIVE (C28 - C250) POLY (20) OXYETHYLENE SORBITAN MONOOLEATE *Polypropylene Polyphenyl-polymethylene isocyanate POLY (5+) PROPYLENE POLYPROPYLENE GLYCOL POLYSILOXANE Poppy oil Potassium chloride drilling brine *POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION (10% OR MORE) *POTASSIUM HYDROXIDE SOLUTION *POTASSIUM OLEATE *Propanal *Propane-1,2-diol *1,2-Propanediol *Propanenitrile *1,2,3-Propanetriol *Propanoic acid Propanol *Propan-1-ol *1-Propanol

Riferimento POLYETHYLENE POLYAMINES POLY (4+) ISOBUTYLENE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 POLY (5+) PROPYLENE POLYMETHYLENE POLYPHENYL ISOCYANATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE OILS, N.O.S. POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION (10% OR MORE) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPIONALDEHYDE PROPYLENE GLYCOL PROPYLENE GLYCOL PROPIONITRILE GLYCERINE PROPIONIC ACID n-PROPYL ALCOHOL n-PROPYL ALCOHOL n-PROPYL ALCOHOL

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

370

1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993

1993 1993 1993 1814 705 1993

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

323

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome n-Propanol *Propan-2-ol *2-Propanol n-PROPANOLAMINE *Propan-2-one *2-Propanone *Propenamide solution, 50% or less Propenenitrile Propene oxide *Propenoic acid 1-Propenol-3 *Prop-2-en-1-ol *2-Propen-1-ol Propenyl alcohol beta-PROPIOLACTONE *PROPIONALDEHYDE *PROPIONIC ACID Propionic aldehyde *PROPIONIC ANHYDRIDE *PROPIONITRILE beta-Propionolactone *Propionitrile *Propyl acetate n-PROPYL ACETATE Propylacetone *Propyl alcohol 2-Propyl alcohol n-PROPYL ALCOHOL sec-Propyl alcohol Propyl aldehyde *Propylamine n-PROPYLAMINE n-Propylbenzene *PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) Propylcarbinol n-PROPYL CHLORIDE Propylene aldehyde PROPYLENE-BUTYLENE COPOLYMER Propylene chloride

Riferimento n-PROPYL ALCOHOL ISOPROPYL ALCOHOL ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 ACETONE ACETONE ACRYLAMIDE SOLUTION (50% OR LESS) ACRYLONITRILE PROPYLENE OXIDE ACRYLIC ACID ALLYL ALCOHOL ALLYL ALCOHOL ALLYL ALCOHOL ALLYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPIONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 beta-PROPIOLACTONE PROPIONITRILE n-PROPYL ACETATE IBC Code - Capitolo 18 METHYL BUTYL KETONE n-PROPYL ALCOHOL ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 ISOPROPYL ALCOHOL PROPIONALDEHYDE n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 n-BUTYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 CROTONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 18 1,2-DICHLOROPROPANE

N. ONU

MFAG

Rev.

320

1993

330 1275 1848 300 700

2496 2404

700 215

1276

330

1274

305

1277

320 1993 310 1993

1278

340

324

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Propylene dichloride PROPYLENE DIMER *PROPYLENE GLYCOL 1,2-Propylene glycol Propylene glycol n-butyl ether Propylene glycol ethyl ether Propylene glycol methyl ether PROPYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER Propylene glycol propyl ether PROPYLENE OXIDE PROPYLENE TETRAMER PROPYLENE TRIMER Propylethylene N-Propyl-1-propanamine Pseudobutylene glycol Pseudocumene *PYRIDINE Pyrolysis gasoline, containing 10% or more benzene Pyrolysis gasoline (steam-cracked naphtha) Pyromucic aldehyde Raisin seed oil Rape seed acid oil Rape seed oil Rice bran oil ROSIN Rosin fumaric adduct in water dispersion ROSIN SOAP (DISPROPORTIONATED) SOLUTION Rubbing alcohol Safety solvent Safflower acid oil Safflower oil Salad oil Saturated fatty acid (C13 and above) Sesame oil Sludge acid

Riferimento 1,2-DICHLOROPROPANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 PROPYLENE GLYCOL PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PENTENE (ALL ISOMERS) DI-n-PROPYLAMINE BUTYLENE GLYCOL TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE FURFURAL VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 FUMARIC ADDUCT OF ROSIN, WATER DISPERSION IBC Code - Capitolo 17 ISOPROPYL ALCOHOL WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. FATTY ACIDS (SATURATED C13+) VEGETABLE OILS, N.O.S. SULPHURIC ACID, SPENT

N. ONU

MFAG

Rev.

308

1993 1993 1993 1993

1993 1280 2850 2057 365 310 310

1282

325

Regolamenti RINA 2005

325

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *SODIUM ACETATE SOLUTIONS Sodium alkylbenzene sulphonate SODIUM ALKYL (C14 - C17) SULPHONATES 6065% SOLUTION SODIUM ALUMINATE SOLUTION SODIUM ALUMINOSILICATE SLURRY *SODIUM BENZOATE *Sodium 1,3-benzothiazole-2-thiolate solution Sodium 1,3-benzothiazol-2yl-sulphide solution Sodium bichromate SODIUM BOROHYDRIDE (15% OR LESS)/SODIUM HYDROXIDE SOLUTION *SODIUM CARBONATE SOLUTION *SODIUM CHLORATE SOLUTION (50% OR LESS) Sodium cresylate *SODIUM DICHROMATE SOLUTION (70% OR LESS) *di/Sodium 1,4-dihydroanthracene 9,10-diyl dioxide *Sodium glycinate solution Sodium hydrate SODIUM HYDROGEN SULPHIDE (6% OR LESS)/SODIUM CARBONATE (3% OR LESS) *SODIUM HYDROGEN SULPHITE SOLUTION (45% OR LESS) *SODIUM HYDROSULPHIDE SOLUTION (45% OR LESS) SODIUM HYDROSULPHIDE/AMMONIUM SULPHIDE SOLUTION *SODIUM HYDROXIDE SOLUTION *SODIUM HYPOCHLORITE SOLUTION (15% OR LESS) Sodium lignosulphonate *Sodium methyldithiocarbamate solution *SODIUM NITRITE SOLUTION SODIUM PETROLEUM SULFONATE SODIUM POLY (4+) ACRYLATE SOLUTIONS *SODIUM SILICATE SOLUTION

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 ALKYLBENZENESULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION SODIUM DICHROMATE SOLUTION (70% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 CRESYLIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 1,4-DIHYDRO-9,10-DIHYDROXY- ANTHRACENE, DISODIUM SALT SOLUTION GLYCINE, SODIUM SALT SOLUTION SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 LIGNINSULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION METAM SODIUM SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1819 705 1993

705 1993 2428 745

155 1993

1993 2693 2949 635 225 1993

1824 1791

705 741

235

1993 1993

1997

326

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *SODIUM SULPHATE SOLUTIONS *SODIUM SULPHIDE SOLUTION (15% OR LESS) *SODIUM SULPHITE SOLUTION (25% OR LESS) Sodium sulphydrate Sodium tartrates and mono-/di-succinate solution *SODIUM TARTRATES/SODIUM SUCCINATES SOLUTION *Sodium tetrahydroborate (15% or less)/sodium hydroxide solution *SODIUM THIOCYANATE SOLUTION (56% OR LESS) Sodium tolyl oxides SORBITOL SOLUTION Soya acid oil Soya bean oil Sperm oil Spirits of wine Stoddard solvent *STYRENE MONOMER Suberane SULPHOHYDROCARBON (C3 - C88) SULPHO HYDROCARBON LONG CHAIN (C18+) ALKYLAMINE MIXTURE SULPHOLANE *SULPHURIC ACID *Sulphuric acid, fuming *SULPHURIC ACID, SPENT Sulphuric chlorohydrin Sulphuric ether *SULPHUR (MOLTEN) Sunflower oil Sunflower seed acid oil Sweet-birch oil Talleol TALL OIL (CRUDE AND DISTILLED) TALL OIL FATTY ACID, BARIUM SALT TALL OIL FATTY ACID (RESIN ACIDS LESS THAN 20%)

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 SODIUM HYDROSULPHIDE SOLUTION (45% OR LESS) SODIUM TARTRATES/SODIUM SUCCINATES SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 SODIUM BOROHYDRIDE (15% OR LESS)/SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 CRESYLIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S. ETHYL ALCOHOL WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC IBC Code - Capitolo 17 CYCLOHEPTANE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 OLEUM IBC Code - Capitolo 17 CHLOROSULPHONIC ACID DIETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. METHYL SALICYILATE TALL OIL (CRUDE AND DISTILLED) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

225

1993 1993

1993 1993

1993 1993

2055

310

1993 635 1830 700

1832

700

2448

635

700 1993

Regolamenti RINA 2005

327

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome TALL OIL SOAP (DISPROPORTIONATED) SOLUTION Tallol TALLOW TALLOW FATTY ACID Tar acids Tar camphor *3,6,9,12-Tetraazatetradecane-1,14-diamine *1,3,5,7-Tetraazatricyclo[3.3.1.13,7]-decane TETRACHLOROETHANE *Tetrachloroethylene *Tetrachloromethane *Tetradecan-1-ol *1-Tetradecanol Tetradecene Tetradecylbenzene TETRAETHYLENE GLYCOL TETRAETHYLENEPENTAMINE *Tetraethyllead *TETRAHYDROFURAN *3a,4,7,7a-Tetrahydro-4,7-methanoindene TETRAHYDRONAPHTHALENE *1,2,3,4-Tetrahydronaphthalene Tetrahydro-1,4-oxazine Tetrahydrothiophene-1-dioxide *Tetrahydrothiophene-1,1-dioxide Tetralin *1,2,3,5-Tetramethylbenzene *TETRAMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) Tetramethylene cyanide *Tetramethylene dicyanide Tetramethylene glycol Tetramethylene oxide Tetramethylene sulphone *Tetramethyllead Tetrapropylbenzene *Tiophan sulphone *TOLUENE

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 TALL OIL (CRUDE AND DISTILLED) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 CRESOLS (ALL ISOMERS) NAPHTHALENE (MOLTEN) PENTAETHYLENEHEXAMINE HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 PERCHLOROETHYLENE CARBON TETRACHLORIDE ALCOHOLS (C13+) ALCOHOLS (C13+) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) ALKYL (C9+) BENZENES IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) IBC Code - Capitolo 17 DICYCLOPENTADIENE IBC Code - Capitolo 17 TETRAHYDRONAPHTHALENE MORPHOLINE SULPHOLANE SULPHOLANE TETRAHYDRONAPHTHALENE TETRAMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ADIPONITRILE ADIPONITRILE BUTYLENE GLYCOL TETRAHYDROFURAN SULPHOLANE MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) ALKYL (C9+) BENZENES SULPHOLANE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1702

340

1993 1993 1993 1993

2320

320 1993

2056

330

310

1993

1993

1294

310

328

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome TOLUENEDIAMINE TOLUENE DIISOCYANATE *2-Toluidine *o-TOLUIDINE Toluol o-Tolylamine (m-,o- and p-)Tolyl chlorides Tolylenediisocyanate Toxilic anhydride Triacetin *3,6,9-Triazaundecamethylenediamine *TRIBUTYL PHOSPHATE *1,2,4-TRICHLOROBENZENE *1,1,1-TRICHLOROETHANE *1,1,2-TRICHLOROETHANE beta-Trichloroethane *TRICHLOROETHYLENE *Trichloromethane *1,2,3-TRICHLOROPROPANE *1,1,3-TRICHLORO-1,2,2-TRIFLUOROETHANE TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING LESS THAN 1% ortho-ISOMER) TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING 1% OR MORE ortho-ISOMER) *TRIDECANE *TRIDECANOIC ACID Tridecanol Tridecene Tridecoic acid *TRIDECYL ACETATE *Tridecyl alcohol *Tridecylbenzene Tridecyl acid TRIETHANOLAMINE *TRIETHYLAMINE TRIETHYLBENZENE TRIETHYLENE GLYCOL Triethylene glycol butyl ether Triethylene glycol monobutyl ether

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 o-TOLUIDINE IBC Code - Capitolo 17 TOLUENE o-TOLUIDINE (m-, o- and p-)CHLOROTOLUENES TOLUENE DIISOCYANATE MALEIC ANHYDRIDE GLOXAL SOLUTION (40% OR LESS) TETRAETHYLENEPENTAMINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1,1,2-TRICHLOROETHANE IBC Code - Capitolo 17 CHLOROFORM IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLS (C13+) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) TRIDECANOIC ACID IBC Code - Capitolo 18 ALCOHOLS (C13+) ALKYL (C9+) BENZENES FATTY ACIDS (SATURATED C13+) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER

N. ONU 1709 2078

MFAG 335 370

Rev.

1708

335

330 2321 2831 340 340 340

1710

340

340

355 2574 355

1993

1993 1993

1993 1993 320 1296 320 310 308 1993 1993

Regolamenti RINA 2005

329

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Triethylene glycol ethyl ether Triethylene glycol methyl ether TRIETHYLENETETRAMINE *TRIETHYL PHOSPHATE *TRIETHYL PHOSPHITE Triformol Tri(2-hydroxyethyl)amine Trihydroxypropane TRIISOPROPANOLAMINE TRIISOPROPYLATED PHENYL PHOSPHATES Trimethoxyphosphine TRIMETHYLACETIC ACID *TRIMETHYLAMINE SOLUTION (30% OR LESS) Trimethylaminomethane *1,2,4-Trimethylbenzene *TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) uns-Trimethylbenzene Trimethylcarbinol *3,5,5-Trimethylcyclohex-2-en-1-one Trimethylene chloride *3,3-Trimethylenedioxydipropan-1-ol *TRIMETHYLHEXAMETHYLENEDIAMINE (2,2,4AND 2,4,4-ISOMERS) *TRIMETHYLHEXAMETHYLENE DIISOCYANATE (2,2,4- AND 2,4,4-ISOMERS) TRIMETHYLOLPROPANE POLYETHOXYLATE 2,2,4-TRIMETHYL-1,3-PENTANEDIOL-1-ISOBUTYRATE 2,2,4-TRIMETHYL-1,3-PENTANEDIOL DIISOBUTYRATE 2,4,4-Trimethylpentene-1 *2,4,4-Trimethylpent-1-ene 2,4,4-Trimethylpentene-2 *2,4,4-Trimethylpent-2-ene *TRIMETHYL PHOSPHITE *2,4,6-Trimethyl-1,3,5-trioxane *1,3,5-TRIOXANE sym-Trioxane Trioxin Tripropylene

Riferimento POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 1,3,5-TRIOXANE TRIETHANOLAMINE GLYCERINE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 TRIMETHYL PHOSPHITE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) tert-BUTYL ALCOHOL ISOPHORONE 1,3-DICHLOROPROPANE TRIPROPYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE IBC Code - Capitolo 17 PARALDEHYDE IBC Code - Capitolo 17 1,3,5-TRIOXANE 1,3,5-TRIOXANE PROPYLENE TRIMER

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993

2259

320

2323

320 1993

1993 320 1993

700 1297 320 1993

1993 310 1993 1993

2327 2328

320 370

1993

1993

2329

330

1993 1993 1993

330

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome TRIPROPYLENE GLYCOL Tripropylene glycol methyl ether Tris(dimethylphenyl) phosphate Tris(hydroxymethyl)aminomethane Tris(2-hydroxypropyl)amine Tris(2-hydroxy-1-propyl)amine *Trisodium nitrilotriacetate solution *Tritolyl phosphate containing 1% or more orthoisomer

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER TRIXYLYL PHOSPHATE *2-AMINO-2-HYDROXYMETHYL-1,3-PROPANEDIOL SOLUTION (40% OR LESS) TRIISOPROPANOLAMINE TRIISOPROPANOLAMINE NITRILOTRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING 1% OR MORE ortho-ISOMER)

N. ONU

MFAG 308

Rev.

1993

*Tritolyl phosphate containing less than 1% ortho- TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING LESS isomer THAN 1% ortho-ISOMER) Trixylenyl phosphate TRIXYLYL PHOSPHATE Tucum oil Tung oil TURPENTINE Turpentine oil Turps *Undecane *UNDECANOIC ACID *1-UNDECENE *UNDECYL ALCOHOL *Undecylbenzene n-Undecylic acid Urea, ammonia liquor Urea, ammonium carbamate solutions UREA/AMMONIUM MONO- AND DI-HYDROGEN PHOSPHATE/POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION *UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION (CONTAINING AQUA AMMONIA) UREA/AMMONIUM PHOSPHATE SOLUTION UREA FORMALDEHYDE RESIN SOLUTION Urea resin solution *UREA SOLUTION Valeral VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) TRIXYLYL PHOSPHATE IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S VEGETABLE OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 17 TURPENTINE TURPENTINE n-ALKANES (C10+) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ALKYL (C9+) BENZENES UNDECANOIC ACID UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION (CONTAINING AQUA AMMONIA) UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION (CONTAINING AQUA AMMONIA) IBC Code - Capitolo 18 1993 1993 1299 313 355

IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 UREA FORMALDEHYDE RESIN SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 2058

235 725

1993 300 1993

Regolamenti RINA 2005

331

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome n-Valeraldehyde *Valeric acid n-Valeric acid Valeric aldehyde Varnoline

Riferimento VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) PENTANOIC ACID PENTANOIC ACID VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

1993

VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE OILS, N.O.S VEGETABLE PROTEIN SOLUTION (HYDROLYSED) Vinegar acid Vinegar naphtha *VINYL ACETATE *Vinylbenzene Vinylcarbinol *Vinyl cyanide VINYL ETHYL ETHER Vinylformic acid VINYL NEODECANOATE VINYLIDENE CHLORIDE VINYLTOLUENE Vinyl trichloride Walnut oil WATER Water-based fish meal extract WAXES Whale oil White caustic WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC Wine Wintergreen oil Wood alcohol Wood tar creosote *XYLENES *XYLENOL Xylols ZINC ALKARYL DITHIOPHOSPHATE (C7 - C16) *ZINC ALKYL DITHIOPHOSPHATE (C3 - C14) Zinc bromide drilling brine IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 ACETIC ACID ETHYL ACETATE IBC Code - Capitolo 17 STYRENE MONOMER ALLYL ALCOHOL ACRYLONITRILE IBC Code - Capitolo 17 ACRYLIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1,1,2-TRICHLOROETHANE VEGETABLE OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 FISH SOLUBLES IBC Code - Capitolo 18 ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S. SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLIC BEVERAGES, N.O.S. METHYL SALICYLATE METHYL ALCOHOL CREOSOTE (WOOD) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 XYLENES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DRILLING BRINES (CONTAINING ZINC SALTS) 1993 1993 1307 2261 310 710 1300 311 1993 1993 1303 2618 330 340 310 1302 330 1301 330 1993

332

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 9

NAVI PER IL TRASPORTO DI GAS LIQUEFATTI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 SEZIONE 6 SEZIONE 7 SEZIONE 8 SEZIONE 9 SEZIONE 10 SEZIONE 11 SEZIONE 12 SEZIONE 13 SEZIONE 14 SEZIONE 15 SEZIONE 16 SEZIONE 17 SEZIONE 18 SEZIONE 19

GENERALIT POSSIBILIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO SISTEMAZIONI DELLA NAVE CONTENIMENTO DEL CARICO RECIPIENTI IN PRESSIONE DI PROCESSO E IMPIANTI DI TUBOLATURE IN PRESSIONE PER LIQUIDI E VAPORI MATERIALI PER LA COSTRUZIONE CONTROLLO DELLA PRESSIONE E DELLA TEMPERATURA DEL CARICO IMPIANTI DI SFOGO GAS PER I DEPOSITI DEL CARICO CONTROLLO DELLATMOSFERA IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI VENTILAZIONE MECCANICA NELLA ZONA DEL CARICO STRUMENTAZIONE (INDICATORI DI LIVELLO, DISPOSITIVI PER LA RIVELAZIONE DELLA PRESENZA DI VAPORI) PROTEZIONE DEL PERSONALE LIMITI DI RIEMPIMENTO DEI DEPOSITI DEL CARICO IMPIEGO DEL CARICO COME COMBUSTIBILE PRESCRIZIONI PARTICOLARI PRESCRIZIONI OPERATIVE RIASSUNTO DELLE PRESCRIZIONI MINIME

Regolamenti RINA 2005

333

Parte E, Cap 9, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Campo di applicazione
Applicabilit
Prescrizioni dellIGC Code e prescrizioni della Societ (1/7/2002)

Capitolo 1, Sezione1.4 - Equivalenze Capitolo 1, Sezione 1.5 - Visite e certificazione Capitolo18 - Prescrizioni operative. Queste prescrizioni vengono applicate dalla Societ, qualora esso agisca per conto dellAmministrazione di bandiera della nave, entro i limiti della delega (vedere [1.1.7]). 1.1.3 Caricazione di prodotti non elencati nellIGC Code Le prescrizioni dellIGC Code e le prescrizioni addizionali del presente Capitolo sono anche applicabili a prodotti nuovi, che possono essere considerati rientranti nel campo di applicazione delle presenti norme, ma che non sono al momento elencati nella tabella del Capitolo 19 dellIGC Code. 1.1.4 Prodotti di particolare pericolosit La Societ si riserva il diritto di stabilire prescrizioni e/o condizioni addizionali a quelle delle presenti norme per il trasporto alla rinfusa di prodotti, non elencati nella tabella del Capitolo 19 dellIGC Code, che presentino pericoli superiori a quelli contemplati per i prodotti coperti dallIGC Code. Corrispondenza dellIGC Code con le prescrizioni del presente Capitolo 9 Tutte le prescrizioni del presente Capitolo fanno riferimento al Capitolo, Sezione o Paragrafo dellIGC Code applicabile, come appropriato. 1.1.6 Equivalenze Per quanto riguarda le prescrizioni per la classificazione, alle espressioni dellIGC Code di cui alla Tab 1 deve essere dato il significato indicato nella Tab 1 stessa. 1.1.7 Certificate of Fitness 1.1.5

1.1.1

a) Le navi progettate per il trasporto di gas liquefatti devono essere in accordo con le prescrizioni della versione pi aggiornata dell' International Code for the Construction and Equipment of Ships Carrying Liquefied Gases in Bulk (IGC Code) compreso il primo gruppo di emendamenti allIGC Code di cui alla risoluzione IMO MSC 30(61) e degli emendamenti 2000, in accordo con la risoluzione IMO MSC 103(73). Nel presente Regolamento la dizione IGC Code usata per fare riferimento a detto Codice ad ai suoi emendamenti. Pertanto per le navi per le quali richiesta la notazione di servizio liquefied gas carrier, secondo quanto indicato in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.4], le prescrizioni dell'IGC Code devono essere considerate come prescrizioni regolamentari con le eccezioni indicate in [1.1.2]. b) Le prescrizioni del presente Capitolo sono addizionali rispetto alle prescrizioni dell'IGC Code, compresi il primo gruppo di emendamenti di cui alla Risoluzione IMO MSC.30(61) e gli emendamenti 2000 di cui alla Risoluzione MSC 103(73). Le presenti prescrizioni comprendono prescrizioni addizionali obbligatorie ai fini della classificazione, nonch interpretazioni dell'IGC Code da parte della Societ che sono anche considerate obbligatorie per la classificazione. c) Il presente Capitolo e lIGC Code si riferiscono a navi che trasportano quei prodotti che sono elencati nel Capitolo 19 dellIGC Code e nella Sez 19 del presente Capitolo. d) Il presente Capitolo e lIGC Code comprendono prescrizioni per il trasporto del carico entro sistemi di contenimento costituiti da depositi strutturali, depositi a membrana o depositi indipendenti come descritto in dettaglio nel Capitolo 4 dellIGC Code e in Sez 4. e) In generale il presente Capitolo si applica alle sistemazioni per il contenimento e la movimentazione del carico nonch allinterfacciamento fra queste sistemazioni ed il resto della nave, che deve essere in accordo con le sezioni applicabili dei Regolamenti relativi allo scafo ed ai macchinari. 1.1.2 Prescrizioni dellIGC Code che non fanno parte delle prescrizioni per la classificazione

a) La responsabilit delle interpretazioni delle prescrizioni dellIGC Code allo scopo dellemissione di un "International Certificate of Fitness for the Carriage of Liquefied Gases in Bulk" resta dellAmministrazione di bandiera della nave. b) Qualora la Societ sia delegata da unAmministrazione ad emettere il "Certificate of Fitness for the Carriage of Liquefied Gases in Bulk" per suo conto, o qualora la Societ sia autorizzata a svolgere verifiche o visite per conto di unAmministrazione allo scopo di dare a questultima la possibilit di emanare il "Certificate of Fitness for the Carriage of Liquefied Gases in Bulk", o qualora alla Societ sia richiesto di certificare laderenza alle prescrizioni dellIGC Code, la Societ garantir la piena rispondenza alle prescrizioni dellIGC Code, comprese le prescrizioni operative indicate in [1.1.2].

Le seguenti prescrizioni dellIGC Code non devono essere considerate prescrizioni per la classificazione:

Regolamenti RINA 2005

335

Parte E, Cap 9, Sez 1

2
2.1

Prescrizioni aggiuntive
Sistemazioni per il rimorchio in emergenza

4
4.1

Prove delle apparecchiature per il carico


Scopo
Prove in condizioni di esercizio

2.1.1 Sistemazioni per il rimorchio in emergenza devono essere previste per le navi gasiere con portata lorda uguale o superiore a 20000 t, in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4]. Tabella 1
Significato valido solo ai fini della classificazione Societ Capitolo 8 della Parte E dei Regolamenti Regolamento

4.1.1

Tutte le apparechiature a cui si applica il presente Capitolo devono essere provate in condizioni di esercizio effettive. 4.1.2 Prove da effettuare quando la nave viene caricata

Espressione dellIGC Code Amministrazione IBC Code o Chemical Code Normativa riconosciuta

Le prove che possono essere eseguite solo quando la nave viene caricata devono essere eseguite in occasione della prima caricazione della nave.

4.2
4.2.1

Estensione delle prove


Procedure di prova delle apparecchiature del carico

2.2

Macchine di governo

La procedura di prova delle apparecchiature per il carico deve essere inviata alla Societ per esame. 4.2.2 Navi con impianti di refrigerazione meccanica

2.2.1 Ulteriori prescrizioni per le macchine di governo delle navi gasiere con portata lorda uguale o superiore a 10000 t sono in Cap 7, Sez 4, [7].

3
3.1

Documentazione da inviare

3.1.1 La Tab 2 elenca i disegni, le informazioni. le analisi, ecc. che devono essere inviati in aggiunta alle informazioni richieste in altre parti dei Regolamenti per quelle parti della nave che non sono influenzate dal carico trasportato, come applicabile.

Le navi con unit di refrigerazione meccanica devono essere sottoposte ad una procedura di prova iniziale per controllare lidoneit dellimpianto rispetto alle prescrizioni applicabili. Lannotazione dei dati dellimpianto di reliquefazione, come pure la durata di funzionamento e le condizioni ambiente, pu essere effettuata durante il primo viaggio con carico. 4.2.3 Impiego del carico come combustibile

Gli impianti per luso del carico come combustibile sono soggetti a procedure speciali di prova.

Tabella 2 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 4 5 6 7 A/I I I A A A A A Documento Elenco dei prodotti da trasportare, comprendente lindicazione di massima pressione di vapore, temperatura massima del liquido e di altre condizioni di progetto importanti Piano generale, indicante la posizione dei depositi del carico, delle casse del combustibile liquido, delle casse e cisterne di zavorra e per altri servizi Piano delle zone pericolose per la possibile presenza di gas Posizione degli spazi vuoti ed accessi alle zone pericolose per la possibile presenza di gas Air locks fra zone sicure e zone pericolose per la possibile presenza di gas Sistemazione delle condotte di ventilazione negli spazi pericolosi per la possibile presenza di gas e nelle zone adiacenti a detti spazi Particolari della struttura dello scafo in corrispondenza dei depositi del carico, compresa la sistemazione dei supporti e delle selle dei depositi, i dispositivi anti-galleggiamento ed anti sollevamento, i dispositivi di tenuta del ponte, ecc. Calcoli delle temperature dello scafo in tutte le condizioni di progetto del carico Distribuzione dei tipi e qualit di acciaio determinata in relazione alle temperature effettive previste, ottenute mediante i calcoli di cui alla voce 8 Analisi delle tensioni dello scafo Analisi del movimento della nave in mare ondoso, quando un calcolo diretto preferibile al metodo indicato in Sez 4 Calcoli della stabilit in condizioni di nave integra e di nave in avaria

8 9 10 11 12

A A A A A

336

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 1

N. 13 14 15

A/I A A I

Documento Dimensionamenti, materiali e sistemazione del sistema di contenimento del carico, compresa la barriera secondaria, se prevista. Analisi delle tensioni delle cisterne del carico comprese lanalisi a fatica e lanalisi di propagazione della frattura per le cisterne di tipo B. Questa analisi pu essere congiunta con lanalisi indicata alla voce 10 Calcolo delladeguatezza della coibentazione, comprendente il tasso devaporazione del gas e la potenzialit dellimpianto di refrigerazione, se esistente, le procedure di raffreddamento ed i gradienti di temperatura durante le operazioni di carico e scarico Particolari della coibentazione Particolari delle scale, accessori e torri nei depositi e nelle cisterne e relativa analisi delle tensioni, se necessario Particolari dei duomi dei depositi e delle tenute in corrispondenza del ponte Disegni e calcoli delle valvole di sicurezza Particolari delle sistemazioni per la movimentazione del carico e per il vapore, comprese le sistemazioni ed i particolari delle tubolature e degli accessori Particolari delle pompe e dei compressori del carico Particolari dei recipienti in pressione di processo e della sistemazione delle valvole ad essi relative Impianti di sentina e di zavorra nella zona del carico Impianto di degassificazione nei depositi del carico compreso limpianto di gas inerte Impianti di drenaggio, inertizzazione e pressurizzazione degli spazi fra le barriere Impianto di ventilazione nella zona del carico Impianto di riscaldamento della struttura dello scafo, se esistente Disegno diagrammatico dellimpianto di refrigerazione e reliquefazione, se esistente Particolari delle apparecchiature elettriche installate nella zona del carico, compreso lelenco delle apparecchiature certificate di sicurezza per luso in zone pericolose ed i particolari della messa a terra delle cisterne e delle tubolature del carico Diagramma dellimpianto elettrico nella zona del carico Impianto per la rivelazione dei gas Strumentazione dei depositi, compreso limpianto per il controllo delle temperature del carico e delle strutture dello scafo Impianto degli arresti in emergenza Impianto di scaricazione demergenza del carico a mare, se esistente Particolari delle apparecchiature e degli impianti antincendio nella zona del carico Descrizione delle operazioni di caricazione e scaricazione, compresi i limiti di riempimento dei depositi del carico Procedure per le prove e lispezione dei depositi del carico Per i macchinari che usano gas come combustibile a) Piano generale dellimpianto dei macchinari b) Descrizione dellintero impianto c) Schema delle tubolature del gas per i macchinari d) Elenco completo delle apparecchiature di sicurezza, rivelazione dei gas e davvertimento e) Disegni delle caldaie f) Disegni particolareggiati delle apparecchiature per limmissione del gas e del combustibile liquido g) Caratteristiche del gas h) Piano generale dellimpianto per il trattamento del gas, compresi i compressori del gas, i motori primi ed i preriscaldatori del gas i) j) Disegni dei depositi del gas Disegni dei compressori del gas e preriscaldatori

16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29

A A A A A A A A A A A A A A

30 31 32 33 34 35 36 37 38

A A A A A A

A
A I I A A A I I A A A

Nota 1: A = da inviare allapprovazione in quadruplice copia I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2005

337

Parte E, Cap 9, Sez 2

SEZIONE 2

POSSIBILIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO

Bordo libero e stabilit allo stato integro


Stabilit allo stato integro
Generalit

4
4.1

Ipotesi relative allallagamento


Tubi, condotte e cofani nella zona dellavaria

1.1
1.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.2.2 La stabilit della nave per le condizioni di carico definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.8], deve soddisfare le prescrizioni definite in Parte B, Cap 3, Sez 2. 1.1.2 Effetto degli specchi liberi dei liquidi

4.1.1 Robustezza delle strutture interne RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.7.7 Gallerie, condotte, tubi, porte, paratie e ponti che possono formare contorni stagni di spazi intatti in caso di unavaria ipotizzata convenzionale, devono avere robustezza minima adeguata a resistere alla pressione corrispondente al massimo galleggiamento di equilibrio in condizioni di avaria.

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.2.3 Leffetto degli specchi liquidi liberi deve essere calcolato in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [4]. 1.1.3 Informazioni da fornire

5
5.1

Norme relative allavaria


Estensione longitudinale delle falle nella sovrastruttura

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.2.5 Al Comandante della nave devono essere forniti un Manuale di caricazione come specificato in Parte B, Cap 11, Sez 2, [3] ed un fascicolo di istruzioni sulla stabilit e sullassetto come specificato in Parte B, Cap 3, App 2.

5.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.8 Lestensione longitudinale delle falle nella sovrastruttura (ved. anche IGC 2.7.8), nel caso di falla sul fianco di un locale macchine poppiero, come specificato in IGC 2.8.1, deve essere uguale all estensione longitudinale della falla sul fianco locale macchine (vedere Fig 1). Figura 1 : Estensione longitudinale della falla nella sovrastruttura

2
2.1

Condizioni di carico
Condizioni di carico addizionali

2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.4 Condizioni di carico diverse da quelle del Manuale di caricazione e del fascicolo di istruzioni sulla stabilit e assetto devono essere inviate preventivamente alla Societ. In alternativa, tali casi possono essere esaminati dal Comandante o da un ufficiale delegato quando installato a bordo uno strumento per il controllo della caricazione approvato in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2, [4].

LOCALE MACCHINE

6
6.1

Criteri di sopravvivenza
Generalit

3
3.1

Posizione delle cisterne del carico


Depositi del carico sul ponte

6.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9 Le navi devono essere in grado di sopravvivere nel caso di falla come specificata in IGC 2.5.1 e 2.5.2 secondo le norme in IGC 2.8.1 e per le condizioni di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.8] in condizioni di equilibrio stabile e a soddisfazione dei criteri di cui in IGC Code 2.9.

3.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.6.1 I depositi del carico poste sul ponte devono distare non meno di 760 mm dalla murata.

338

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 2

6.2

Fasi intermedie di allagamento

6.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9.2.3 I criteri applicati alla stabilit residua durante le fasi intermedie dellallagamento devono essere gli stessi relativi alla fase finale di allagamento come specificato in IGC 2.9.3. Tuttavia, piccole deviazioni da questi criteri possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

Lallagamento del locale macchine, se collocato a poppa in una nave di tipo 3G di lunghezza inferiore a 125 m, deve soddisfare per quanto possibile i criteri di cui in IGC 2.9. Deroghe parziali a queste prescrizioni possono essere concesse caso per caso. Figura 2 : Campo di stabilit positiva

6.3

Definizione del campo di stabilit positiva

G
h(m)

h = braccio di stabilit = angolo al quale si ha l'allagamento progressivo

6.3.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9.2 Il campo di 20 pu essere misurato a partire da ogni angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e langolo di 25 (o 30 se non si verifica limmersione del ponte) (vedere Fig 2).
0.1m

h max-0,1

6.4

Navi di tipo 3G di lunghezza inferiore a 125 m


25 20

6.4.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.8.1.6

H 

Regolamenti RINA 2005

339

Parte E, Cap 9, Sez 3

SEZIONE 3

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Segregazione della zona del carico


Segregazione delle stive
Posizione dellelica trasversale di prora

Locali dalloggio, locali di servizio, locali macchine e stazioni di comando


Generalit

1.1.1

2.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.1.1 E permesso sistemare eliche trasversali di manovra a proravia dei depositi del carico.

2.1.1 Locali di alloggio RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.1 La Fig 1 indica alcune sistemazioni accettabili ed alcune sistemazioni non accettabili dei locali dalloggio rispetto ai depositi del carico. 2.1.2 Precauzioni contro i vapori pericolosi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.2 La rispondenza alle disposizioni applicabili nei paragrafi dellIGC Code ed in particolare nei paragrafi 3.2.4, 3.8, 8.2.10 e 12.1.6, come applicabile, garantisce anche la rispondenza alle disposizioni di cui nel paragrafo 3.2.2 dellIGC Code relative alle precauzioni contro i vapori pericolosi. 2.1.3 Spazi sistemati a proravia della zona del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.4 Gli accessi e le aperture a locali di servizio ubicati a proravia della zona del carico non devono essere prospicienti a tale zona. 2.1.4 Sbocchi daria RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.4 Le prescrizioni relative alle prese daria nel paragrafo 3.2.4 dellIGC Code devono essere considerate applicabili anche agli sbocchi della ventilazione. Questa interpretazione si applica anche alle prescrizioni dei paragrafi 3.2.2, 3.8.4 e 8.2.10 dellIGC Code.

1.2

Sistemi di contenimento del carico per i quali la barriera secondaria non richiesta
Separazione fra i depositi del carico

1.2.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.1.2 I depositi del carico possono essere separati fra di loro da ununica paratia. Qualora sia sistemata unintercapedine, in luogo di una paratia semplice, la stessa pu essere utilizzata come cisterna di zavorra purch essa sia approvata dalla Societ in base a considerazioni speciali.

1.3

Sistemi di contenimento del carico per i quali richiesta la barriera secondaria


Separazione fra i depositi del carico

1.3.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.1.3 La prescrizione di cui in [1.2.1] applicabile anche in questo caso.

Figura 1 : Accettabilit di angoli in comune fra le stive del carico e gli altri spazi

ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO
STIVA SENZA BARRIERA SECONDARIA

ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO
STIVA SENZA BARRIERA SECONDARIA

LOCALE MACCHINE

LOCALE MACCHINE

ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO
STIVA CON BARRIERA SECONDARIA

NON ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO LOCALI ALLOGGIO
STIVA SENZA BARRIERA SECONDARIA

LOCALE MACCHINE

LOCALE MACCHINE

340

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 3

2.1.5 Porte prospicienti la zona del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.4 Le porte prospicienti la zona del carico o sistemate in zone proibite sui lati della nave devono esclusivamente dare accesso a depositi di apparecchiature relative al carico o alla sicurezza, centrali di comando delle operazioni del carico, locali contenenti docce di decontaminazione o dispositivi per il lavaggio degli occhi. Qualora tali porte siano permesse, detti locali non devono dare accesso ad altri spazi coperti dalle prescrizioni del paragrafo 3.2.4 dellIGC Code e le pareti comuni con detti spazi devono essere costituite da paratie di classe A60. 2.1.6 Deroghe, aperture di ventilazione e tipi di chiusure RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.6

di un ponte o di una paratia. Le stesse condizioni devono essere soddisfatte anche quando i locali pompe del carico e i locali compressori del carico, ubicati nella zona del carico, hanno una paratia in comune con i locali di alloggio e di servizio, le stazioni di comando e i locali macchine di Categoria A. 3.1.2 Apparecchiature elettriche nei locali pompe del carico e nei locali compressori del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.3 I locali pompe del carico e/o i locali compressori del carico di navi adibite al trasporto di gas infiammabili non devono contenere apparecchiature elettriche, salvo quanto stabilito nel capitolo 10 dellIGC Code, od altre fonti di ignizione quali motori a combustione interna o motrici a vapore con temperatura di funzionamento che possa provocare laccensione o lesplosione di eventuali miscele di tali gas con laria.

La prescrizione di sistemare sulle prese daria e sulle aperture di ventilazione di navi che trasportano prodotti tossici dispositivi di chiusura azionabili dallinterno dello spazio servito si applica ai locali nei quali sono sistemati le apparecchiature radio, le apparecchiature principali per la navigazione, le cabine, le mense dellequipaggio, i locali igiene, gli ospedali, le cucine, ecc. ma non si applica agli spazi che non sono normalmente frequentati, quali depositi sul ponte, depositi nel castello di prora, cofani dei motori, locali macchine di governo, officine. La prescrizione non si applica alle centrali per il comando delle operazioni del carico sistemate nella zona del carico. Quando prescitta una chiusura interna, detta prescrizione applicabile sia alle prese che agli sbocchi daria di ventilazione. I dispositivi di chiusura devono essere ragionevolmente stagni ai gas. Normali valvole dacciaio incernierate prive di guarnizioni/tenute non sono considerate in genere accettabili. 2.1.7 Aperture per la rimozione di macchinari RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.6 Possono essere accettate lamiere imbullonate di classe A 60 per la rimozione di macchinari sulle paratie prospicienti la zona del carico, purch sia sistemata una targa con lavvertimento che dette lamiere possono essere aperte solamente quando la nave si trova in condizione libera da gas.

4
4.1

Accessi ai locali nella zona del carico


Spazi liberi fra i depositi del carico

4.1.1 Generalit RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le vie di passaggio previste al di sopra al di sotto dei depositi del carico devono avere almeno larea di sezione prescritta nel paragrafo 3.5.3.1 dellIGC Code. 4.1.2 Passaggi attraverso i depositi del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Allo scopo di soddisfare le disposizioni dei paragrafi 3.5.1 e 3.5.2 dellIGC Code si applicano le prescrizioni seguenti: a) Qualora sia richiesto che il Tecnico possa passare fra la superficie piana o curva da ispezionare ed elementi strutturali, quali bagli, rinforzi, costole, anguille, ecc., la distanza fra la superficie ed il lembo libero degli elementi strutturali deve essere pari ad almeno 380 mm. La distanza fra la superficie da ispezionare e la superficie alla quale sono collegati i sopra menzionati elementi strutturali, p.e. ponte, paratia o fasciame, deve essere pari ad almeno 450 mm nel caso che la superficie del deposito sia curva (p es. nel caso di depositi di tipo C) o 600 mm nel caso che la superficie del deposito sia piana (p.e. nel caso di cisterne di tipo A) (vedere Fig 2). Figura 2 : Passaggio minimo al di sopra dei depositi del carico
struttura della nave
600/450 380

3
3.1

Locali pompe del carico e locali compressori del carico


Sistemazione dei locali pompe del carico e dei locali compressori del carico

3.1.1 Concetto del guasto singolo RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.3 Quando viene ammessa la sistemazione di locali pompe del carico e di locali compressori del carico allestremit poppiera dellultima stiva di poppa, la paratia che separa i suddetti locali dai locali di alloggio e di servizio, dalle stazioni di comando e dai locali macchine di Categoria A deve essere ubicata in modo tale da evitare che i gas penetrino nei locali sicuri suddetti attraverso una singola rottura

passaggio

deposito del carico

b) Qualora non sia richiesto che il Tecnico possa passare fra la superficie da ispezionare e qualsiasi parte della struttura, per ragioni di visibilit la distanza fra il lembo libero degli elementi strutturali e la superficie da ispe-

Regolamenti RINA 2005

341

Parte E, Cap 9, Sez 3

zionare deve essere almeno pari al maggiore fra 50 mm e met della larghezza della piattabanda della struttura (vedere Fig 3). Figura 3 : Distanza minima delle strutture dai depositi del carico per permettere lispezione visiva
b
380 600/450

ed approssimativamente parallele alle quali non siano applicati rinforzi strutturali, la distanza fra queste superfici deve essere pari ad almeno 600 mm (vedere Fig 5). e) La distanza minima tra il pozzetto del deposito del carico e la struttura adiacente del doppio fondo in corrispondenza del pozzetto daspirazione non deve essere minore di quanto indicato in Fig 6. In caso di assenza di un pozzetto daspirazione la distanza fra il pozzetto del deposito del carico ed il cielo del doppio fondo non deve essere inferiore a 50 mm. f) La distanza fra il duomo dei depositi del carico e la struttura del ponte non deve essere inferiore a 150 mm (vedere Fig 7).

passaggio

deposito del carico

il maggiore tra b/2 e 50

c) Qualora per ispezionare una superficie curva il Tecnico debba passare tra detta superficie ed unaltra superficie piana o curva sulla quale non vi siano rinforzi strutturali, la distanza fra le due superfici deve essere pari ad almeno 380 mm (vedere Fig 4). Qualora non sia richiesto che il Tecnico passi fra la superficie curva e laltra superficie, potr essere accettata una distanza minore di 380 mm tenendo conto della forma della superficie curva. d) Se per lispezione di una superficie pressoch piana il Tecnico deve passare fra due superfici pressoch piane,

g) Se necessarie per lispezione possono essere sistemate impalcature fisse o mobili. Tali impalcature non devono ridurre le distanze prescritte nel paragrafo 3.5.3 dellIGC Code. h) Se sono sistemate condotte di ventilazione fisse o mobili in accordo con le prescrizioni del paragrafo 12.2 dellIGC Code tali condotte non devono ridurre le distanze prescritte nel paragrafo 3.5.3 dellIGC Code.

Figura 4 : Passaggio minimo fra superfici curve


superficie piana della struttura della nave 380

deposito del carico

380

Figura 5 : Passaggio minimo fra superfici piane


600 superficie piana del deposito del carico 600 superficie piana della struttura della nave

Figura 6 : Distanza minima tra il pozzetto del deposito del carico ed il cielo del doppio fondo

450
38 0

cielo del doppio fondo

gradino della scala di accesso

150

150

342

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 3

Figura 7 : Distanza minima fra il duomo del carico e le strutture del ponte
(6) 150 struttura del ponte

4.2

Intercapedini e gallerie tubi

4.2.1 Intercapedini RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le intercapedini, quando sistemate, devono avere dimensioni sufficienti per dare libero accesso a tutte le loro parti. La larghezza delle intercapedini non deve essere minore di 600 mm. 4.2.2 Gallerie tubi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le gallerie tubi devono avere spazio sufficiente da permettere le ispezioni dei tubi. I tubi di dette gallerie devono essere installati il pi in alto possibile rispetto al fondo della nave. 4.2.3 Accessi alle gallerie tubi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Non sono permessi accessi alle gallerie tubi mediante passi duomo nel locale macchine.

4.1.3

Passaggi attraverso boccaportelli e passi duomo

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le seguenti prescrizioni si applicano per soddisfare le prescrizioni nel paragrafo 3.5.3 dellIGC Code: a) La locuzione apertura minima libera non inferiore a 600 x 600 mm significa che tali aperture possono avere gli angoli arrotondati con un raggio non maggiore di 100 mm (vedere Fig 8). b) la locuzione apertura minima libera non inferiore a 600 x 800 mm comprende anche unapertura delle dimensioni indicate in Fig 9: c) Aperture circolari di accesso in depositi del carico di tipo C devono avere un diametro non inferiore a 600 mm. Figura 8 : Dimensione minima di un boccaportello orizzontale

5
5.1

Air locks
Sistemazione

5.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.1 Gli air locks devono essere sistemati in modo da provvedere un facile passaggio e devono coprire una superficie di ponte non minore di 1,5 m2. Gli air locks devono essere mantenuti privi di ostruzioni e non possono essere utilizzati per altri usi, quale zona di deposito.

5.2
100

Allarmi

5.2.1 Lampade di segnalazione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.3 Gli impianti di allarme devono essere del tipo a sicurezza intrinseca. Tuttavia, le lampade di segnalazione possono essere dei tipi di sicurezza autorizzati per i luoghi pericolosi in cui sono installate.
600

5.3
600

Apparecchiature elettriche

5.3.1

Alternative accettabili alla pressione differenziale RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.4 Le seguenti condizioni sono accettabili quale alternativa ai dispositivi di controllo della sovrapressione nei locali provvisti di impianto di ventilazione in grado di effettuare non meno di 30 ricambi daria allora: controllo della corrente o potenza sul circuito di alimentazione ai motori elettrici dei ventilatori; o sensori di flusso dellaria ubicati nelle condotte di ventilazione. Nei locali in cui il tasso di ventilazione inferiore a 30 ricambi daria allora o qualora sia sistemata una delle alternative di cui sopra, oltre agli allarmi richiesti nel paragrafo 3.6.3 dellIGC Code, devono essere prese misure per dise-

Figura 9 : Dimensione minima dei passi duomo

300

300

600

800

Regolamenti RINA 2005

343

Parte E, Cap 9, Sez 3

nergizzare le apparecchiature elettriche che non siano di tipo certificato sicuro, qualora pi di una porta dellair lock venga spostata dalla posizione di chiusura. 5.3.2 Compressori per limpianto del gas evaporato

6.2.2

Mezzi per rilevare le perdite

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.7 Con riferimento ai mezzi per accertareperdite entro le stive e/o gli spazi fra le barriere, si precisa quanto segue: i suddetti mezzi devono essere idonei ad accertare la presenza di acqua: nelle stive contenenti depositi indipendenti di tipo C; nelle stive e negli spazi fra le barriere al di fuori della barriera secondaria;

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.4 Lassenza della sovrapressione o del flusso daria non deve comportare larresto dei motori dei compressori utilizzati per limpianto del gas evaporato (boil-off) di cui al capitolo 16 dellIGC Code; pertanto, detti motori devono essere del tipo certificato sicuro e la relativa apparecchiatura di comando deve essere ubicata in luogo non pericoloso. Quanto sopra non applicabile qualora, durante le manovre o le operazioni in porto, sia utilizzato esclusivamente combustibile liquido, oppure qualora il sistema di passaggio automatico da gas a combustibile liquido, di cui al paragrafo 16.5.4 dellIGC Code, entri in funzione anche nel caso di arresto dei suddetti motori elettrici senza comportare lo spegnimento della caldaia.

i suddetti mezzi devono essere idonei ad accertare la presenza di carico liquido negli spazi adiacenti a depositi del carico diversi dai depositi indipendenti di tipo C. Qualora i suddetti spazi possano essere interessati da perdite di acqua dalle adiacenti strutture della nave, i mezzi in questione devono essere idonei anche a poter accertare la presenza di acqua. Qualora i suddetti mezzi siano livellostati di tipo elettrico, i relativi circuiti devono essere del tipo a sicurezza intrinseca e le segnalazioni con relativi allarmi devono essere trasdotti in plancia e nella stazione di controllo del carico, se sistemata.

5.4
5.4.1

Ventilazione
Ricambi daria

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.5 Il locale protetto da "air lock" deve essere preventilato per il tempo necessario ad effettuare almeno 10 ricambi daria prima di energizzare le apparecchiature elettriche "non di sicurezza".

Sistemazioni degli impianti di sentina, zavorra e combustibile liquido


Sistemazione dei drenaggi
Drenaggio di spazi asciutti nella zona del carico

Sistemazioni per la caricazione e la scaricazione da prora e da poppa


Posizione dei dispositivi darresto per le pompe del carico ed i compressori del carico

6.1
6.1.1

7.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.7 Gli spazi asciutti nella zona del carico devono avere un impianto di sentina o drenaggio non collegato col locale macchine. Devono essere sistemati mezzi di sondaggio negli spazi che non sono sempre accessibili. Deve essere sistemato un impianto di sicurezza contro le sovrapressioni e le depressioni o tubi di sfogo daria negli spazi privi di un impianto di ventilazione permanente.

7.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.8.7 Devono essere sistemati dispositivi per larresto delle pompe del carico e dei compressori del carico e per la chiusura delle valvole del carico da una posizione dalla quale sia possibile tenere sotto controllo le rampe di carico/scarico.

8
6.2 Prescrizioni addizionali relative allimpianto di sentina
Funzionamento dellimpianto di sentina negli spazi del carico e negli spazi fra le barriere

Allestimento
Equipaggiamenti
Sistemazioni per il rimorchio in emergenza

8.1
8.1.1

6.2.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.7 Il servizio sentina per le stive contenenti i depositi del carico e per gli spazi interbarriera deve essere azionabile dal ponte di coperta.

Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4] per le navi con notazione di servizio liquefied gas carrier con una portata lorda non minore di 20000 t.

344

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 4

SEZIONE 4

CONTENIMENTO DEL CARICO

Simboli
k : Coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3]

2.2
2.2.1

Pressione interna per depositi indipendenti di tipo B e C


Generalit

1
1.1

Definizioni
Pressione di progetto per le condizioni in porto

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.2 La pressione interna inerziale del liquido deve essere calcolata considerando la nave nelle seguenti condizioni mutualmente escludentisi: condizione di nave diritta (vedere [2.2.2]), condizione di nave inclinata (vedere [2.2.3]). 2.2.2 Accelerazioni in condizioni di nave diritta

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.2.6.4 Se la pressione del vapore nelle condizioni in porto maggiore di p0, definito in IGC 4.2.6.4, questo valore deve essere specificato nelle Istruzioni operative per il Comandante della Nave.

1.2
1.2.1

Temperatura di progetto

Uso di riscaldatori del carico per aumentare la temperatura del carico RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.2.7 Qualora sia previsto un riscaldatore del carico, per aumentare la temperatura dello stesso ad un valore accettabile per i depositi del carico, devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni: le tubolature e le valvole interessate devono essere adatte per la temperatura di caricazione di progetto; un termometro deve essere installato alluscita del riscaldatore. Deve essere tarato alla temperatura di progetto dei depositi e, quando attivato, deve azionare un allarme sia acustico che ottico. Questo allarme deve essere installato nella stazione di controllo del carico oppure, quando tale stazione non prevista, in timoneria; la nota seguente deve essere scritta sul "Certificate of fitness": "La minima temperatura ammissibile nel preriscaldatore del carico ....C".

In queste condizioni, la nave incontra onde che producono movimenti della nave nel piano X-Z, cio: "surge" (avanzo), "sussulto" e beccheggio. Laccelerazione adimensionale a deve essere ottenuta, per una arbitraria direzione , in accordo con la Fig 1, nella quale le accelerazioni donda trasversale e verticale rispettivamente aX e aZ, sono calcolate con la formula in IGC 4.12. 2.2.3 Accelerazioni in condizioni di nave inclinata

In queste condizioni, la nave incontra onde che producono movimenti della nave nei piani X-Y e Y-Z, cio: scarroccio, sussulto, rollio e imbardata. Laccelerazione adimensionale a deve essere ottenuta, per una arbitraria direzione , in accordo con la Fig 2, nella quale le accelerazioni donda longitudinale e verticale rispettivamente aY e aZ, sono calcolate con la formula in IGC 4.12. 2.2.4 Altezze e pressione del liquido

2
2.1

Carichi di progetto
Pressione interna per le cisterne strutturali, cisterne a membrana e cisterne indipendenti di tipo A

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.2.2 Le altezze del liquido Z devono essere calcolate in accordo con la Fig 3 in ciascun punto di calcolo del deposito. In ciascun punto di calcolo, la pressione interna massima (Pgd)max deve essere ottenuta per la direzione che fornisce il massimo valore di Pgd, in accordo con IGC 4.3.2.2 (vedere Fig 4).

2.1.1 Generalit La pressione interna inerziale del liquido deve essere calcolata in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 5.

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345

Parte E, Cap 9, Sez 4

Figura 1 : Accelerazione adimensionale in condizione di nave diritta


Piano diametrale Centro di gravit del deposito

Figura 2 : Accelerazione adimensionale in condizione di nave inclinata


Piano diametrale Centro di gravit del deposito

max
1.0

ax

ax
az

Ellissi

Ellissi

In mezzeria nave

MEZZERIA NAVE

A 0,05L dalla AE

A 0,05L dalla AE

Figura 3 : Determinazione dellaltezza del liquido Z per i punti di pressione 1, 2 e 3

Z
Z b3

3 z
Zb1 b

Zb2

Zb1

ab

Zb2 Z b3

Z b3 Zb2 b Zb1 b ab

2 ab 3

3 y 2

346

az

1.0

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Parte E, Cap 9, Sez 4

Figura 4 : Determinazione della pressione interna per i punti di pressione 1, 2 e 3

3.2

Rinforzi ordinari

1 2 Pg d
1 2 3

3.2.1 Spessori netti minimi Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalle seguenti formule: tMIN = 0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s per L < 220 m tMIN = 3 k1/2 + 4,5 + s per L 220 m dove s lintervallo, in m, dei rinforzi ordinari.

3.3
> >max

Travi rinforzate

3.3.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto delle lamiere che formano le anime delle travi rinforzate deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = 4,1 + 0,015 L k1/2

2.2.5

Densit del carico

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.2.2 Quando la massima massa volumica del liquido trasportato non nota, devono essere presi in considerazione i seguenti valori, in t/m3: L = 0,50 t/m3 per il metano, L = 0,58 t/m3 per il propano, L = 0,60 t/m3 per il butano, L = 0,70 t/m3 per lammoniaca (anidra).

4
4.1

Analisi strutturale dei depositi strutturali


Dimensionamento

4.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.1 I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei depositi strutturali devono essere non minori di quelli ottenuti dalle prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e la pressione interna devono essere calcolati in accordo con Parte B, Capitolo 5.

3
3.1

Dimensionamenti di scafo
Fasciame
Spessori minimi netti (1/7/2002)

5
5.1

3.1.1

Analisi strutturale dei depositi a membrana


Generalit

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4 Lo spessore netto del fasciame del ponte esposto di resistenza, del ponte del cofano, delle paratie di cisterna e delle paratie stagne, entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico, deve essere non minore dei valori specificati in Tab 1.

5.1.1 Le sollecitazioni specifiche ammissibili e/o le deformazioni della trave nave indicate dal Progettista, devono essere tenute in considerazione nel determinare i dimensionamenti.

Tabella 1 : Spessore minimo netto del fasciame del ponte di coperta di resistenza, del ponte del cofano, delle paratie di cisterna e stagne
Fasciame Ponte di coperta resistente e ponte del cofano in sezione maestra Spessore minimo netto, in mm Struttura longitudinale Struttura trasversale Ponte di coperta resistente e ponte del cofano alle estremit e tra le boccaporte Paratie di cisterna Paratie stagne Nota 1: s : lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di lamiera. 1,6 + 0,032 L k1/2 + 4,5 s per L < 220 6 k1/2 + 5,7 + s per L 220 1,6 + 0,04 L k1/2 + 4,5 s per L < 220 6 k1/2 + 7,5 + s per L 220

2,1 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s 1,7 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s 1,3 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s

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347

Parte E, Cap 9, Sez 4

5.2

Dimensionamenti

5.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.2 I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei depositi a membrana devono essere non minori di quelli ottenuti dalle prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e la pressione interna devono essere calcolati in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 5.

lestensione del modello deve essere conforme alle prescrizioni in [7.2.2], i carichi donda sulla trave nave e le pressioni dovute allonda da applicare al modello devono essere conformi alle prescrizioni in [7.2.3], i carichi inerziali da applicare al modello devono essere conformi alle prescrizioni in [7.2.4]. 7.2.2 Estensione del modello Lestensione longitudinale del modello strutturale deve essere conforme alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, [3.2]. In ogni caso, il modello strutturale deve comprendere lo scafo e il deposito con i suoi sistemi di supporto e bloccaggio. 7.2.3 Carichi di trave nave donda e pressioni donda RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I carichi di trave nave donda e le pressioni donda devono essere ottenuti mediante unanalisi completa dei movimenti e delle accelerazioni della nave in onde irregolari, da sottoporre per approvazione alla Societ, salvo ove tali dati siano ottenibili da navi simili. Questi carichi devono essere ottenuti come i pi probabili che la nave possa subire durante la sua vita operativa, per un livello di probabilit di 10-8. 7.2.4 Carichi inerziali RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I carichi inerziali devono essere ottenuti dalle formule specificate in IGC 4.3.2. 7.2.5 Verifica a snervamento di travi rinforzate di depositi indipendenti di tipo B formate prevalentemente da solidi di rivoluzione RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Le tensioni ideali agenti nelle travi rinforzate devono soddisfare la seguente relazione: E ALL dove: E : tensione ideale, in N/mm2, ottenuta dalla formula specificata in IGC 4.5.1.8 per ciascuna delle seguenti categorie di tensione, definite in IGC 4.13: tensione generale primaria di membrana, tensione locale primaria di membrana, tensione primaria di flessione, tensione secondaria, ALL : tensione ammissibile, definita in IGC 4.5.1.4 per ciascuna delle categorie di tensione suddette.

6
6.1

Analisi strutturale delle cisterne indipendenti di tipo A


Dimensionamenti

6.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.4 I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei depositi indipendenti di tipo A devono essere non minori di quelli ottenuti dalle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e la pressione interna devono essere calcolati in accordo alle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 5. Nel calcolare la pressione interna, la presenza del duomo pu essere trascurata.

7
7.1

Analisi strutturale dei depositi indipendenti di tipo B


Fasciame e rinforzi ordinari

7.1.1

Verifica di robustezza del fasciame e dei rinforzi ordinari soggetti a pressione laterale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I dimensionamenti netti del fasciame e dei rinforzi ordinari dei depositi indipendenti di tipo B devono essere non minori di quelli ottenuti dalle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove la pressione interna deve essere calcolata in accordo a [2.2]. 7.1.2 Verifica a instabilit RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I dimensionamenti del fasciame e dei rinforzi ordinari di depositi indipendenti di tipo B devono essere non minori di quelli ottenuti dalle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 7.

7.2

Travi rinforzate

7.2.1 Criteri di analisi RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Lanalisi delle travi rinforzate del deposito soggette a pressione laterale basata su di un modello tridimensionale deve essere eseguita in accordo alle seguenti prescrizioni: il modello strutturale deve essere conforme alle prescrizioni da Parte B, Cap 7, App 1, [1] a Parte B, Cap 7, App 1, [3], il calcolo delle tensioni deve essere conforme alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, [5], 7.2.6

Verifica a snervamento di travi rinforzate di depositi indipendenti di tipo B formate prevalentemente da superfici piane RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Le tensioni ideali agenti nelle travi rinforzate devono soddisfare la seguente relazione: E ALL dove:

348

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Parte E, Cap 9, Sez 4

: tensione ideale, in N/mm2, ottenuta dalla formula specificata in Parte B, Cap 7, App 1, [5.1], come risultato di calcoli diretti da effettuarsi in accordo alle prescrizioni in [7.2.1], : tensione ammissibile, in N/mm2, ottenuta dalla Tab 2. Verifica locale a instabilit di pannelli di lamiera di travi rinforzate

ALL 7.2.7

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Per i pannelli di lamiera che costituiscono travi rinforzate deve essere effettuata la verifica ad instabilit in accordo alle specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 1, [5] . Nelleffettuare tale verifica, le tensioni nei pannelli di lamiera devono essere ottenute da calcoli diretti effettuati in accordo con le prescrizioni in [7.2.1].

7.3.3 Carichi donda In condizioni di nave diritta e nave inclinata i carichi donda da considerare per lanalisi a fatica del deposito comprendono: massimi e minimi carichi di trave nave donda e pressioni donda, da ottenere da una completa analisi dei movimenti e delle accelerazioni della nave in onde irregolari, da sottoporre per approvazione alla Societ, salvo ove tali dati siano ottenibili da navi simili. Questi carichi devono essere ottenuti come i pi probabili che la nave possa subire durante la sua vita operativa, per un livello di probabilit di 10-8, massime e minime pressioni inerziali, da ottenersi dalle formule specificate in IGC 4.3.2 in funzione della direzione arbitraria . 7.3.4 Distribuzione semplificata delle tensioni per lanalisi a fatica RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.4.3 La distribuzione a lungo termine semplificata dei carichi donda specificata in IGC 4.3.4.3 pu essere rappresentata per mezzo di 8 variazioni di tensione, ciascuna caratterizzata da una tensione alterna i ed un numero di cicli ni (vedere Fig 5). I valori corrispondenti di i e ni devono essere ottenuti dalle seguenti formule:
i i = 0 1 ,0625 -- 8 n i = 0 ,9 10
i

7.3
7.3.1

Analisi a fatica
Generalit

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5.6 Lanalisi a fatica deve essere eseguita per le zone dove sono previste alte tensioni indotte dai carichi donda o dove sono previste alte concentrazioni di tensione, per giunti saldati e materiale base. Tali zone devono essere definite dal Progettista e concordate nei singoli casi con la Societ. Tabella 2 : Tensione ammissibile per travi rinforzate formate prevalentemente da superfici piane
Tensione ammissibile, in N/mm2

dove: i 0

Materiali

Acciai al C-Mn e acciai al Ni La minore di: 0,75 ReH 0,5 Rm Acciai austenitici La minore di: 0,80 ReH 0,4 Rm La minore di: 0,75 ReH 0,35 Rm

ni

: tensione (i = 1, 2,..., 8), in N/mm2 (vedere Fig 5), : massima tensione pi probabile lungo la vita della nave, in N/mm2, per un livello di probabilit di 10-8, : numero dei cicli per ciascuna tensione i considerata (i = 1, 2,..., 8).

Figura 5 : Distribuzione semplificata dalle tensioni per lanalisi a fatica


I

Leghe dalluminio

Nota 1: ReH :

Rm

carico minimo di snervamento, in N/mm2, del materiale, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1]. carico di rottura per trazione, in N/mm2, del materiale, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1].

I

I

I!

I"
103 104

I#
105

I$
106

I%

I&

10

102

107 108

7.3.2

Caratteristiche dei materiali

7.3.5 Danno cumulativo convenzionale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5.6 Per ciascun dettaglio strutturale per il quale deve essere effettuata lanalisi a fatica, il danno cumulativo convenzionale deve essere calcolato in accordo con la seguente procedura: Il valore a lungo termine della variazione di tensione di hot spot S,0 deve essere ottenuto dalla seguente formula:

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5.6 Le caratteristiche dei materiali che hanno effetto sulla fatica dei particolari verificati devono essere documentate. Quando questa documentazione non disponibile, la Societ pu richiedere di ricavare tali propriet da esperimenti effettuati in accordo con norme riconosciute.

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349

Parte E, Cap 9, Sez 4

S, 0 = S, MAX S, MIN

Devono essere eseguite le seguenti verifiche: propagazione di cricche da un difetto iniziale, in modo da verificare che il difetto non si accresca fino a causare la rottura fragile prima che il difetto possa essere individuato. Tale verifica deve essere effettuata in accordo con le prescrizioni in [7.4.4]; propagazione di cricche da un difetto iniziale interessante lintero spessore dellelemento, in modo da verificare che il difetto che d luogo ad una perdita non si accresca fino a causare la rottura fragile prima di 15 giorni dopo che stato individuato. Tale verifica deve essere effettuata in accordo con le prescrizioni in [7.4.5]. 7.4.2 Caratteristiche dei materiali RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Le caratteristiche di meccanica della frattura dei materiali considerate per lanalisi di propagazione delle cricche, ossia le caratteristiche che definiscono la relazione tra la velocit di propagazione di cricche e la variazione di tensione allapice della cricca, devono essere documentate per i vari spessori sia del materiale base sia del materiale dapporto. Quando questa documentazione non disponibile, la Societ pu richiedere di ricavare tali propriet da esperimenti effettuati in accordo con norme riconosciute. 7.4.3 Distribuzione semplificata delle tensioni per lanalisi di propagazione di cricche RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.4.4 La distribuzione semplificata dei carichi donda specificata in IGC 4.3.4.4 pu essere rappresentata per un periodo di 15 giorni per mezzo di 5 variazioni di tensione, ciascuna caratterizzata da una tensione alterna i ed un numero di cicli ni (vedere Fig 7). I valori corrispondenti di i e ni devono essere ottenuti dalle seguenti formule:
i i = 0 1 ,1 ------- 5 ,3 n i = 0 ,913 10
i

dove: S,MAX, S,MIN: massima e minima tensione di hot spot da ottenersi per mezzo di unanalisi strutturale effettuata in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, dove i carichi donda sono quelli specificati in [7.3.3]. Il valore a lungo termine della variazione di tensione N,0 dintaglio ottenuto dalle formule specificate in Parte B, Cap 7, Sez 4, [3.3] in funzione della variazione di tensione di hot spot S,0. Deve essere calcolata la distribuzione a lungo termine delle variazioni di tensione dintaglio N,i. Ciascuna variazione di tensione N,i della distribuzione, corrispondente a ni cicli di tensione, ottenuta dalle formule specificate in [7.3.4], dove 0 assunta uguale a N,0. Per ciascuna variazione di tensione dintaglio N,i, il numero di cicli di tensione Ni che causa la rottura a fatica deve essere ottenuto per mezzo delle curve S-N corrispondenti agli acciai grezzi di laminazione (vedere Fig 6). I criteri adottati per ottenere le curve S-N devono essere documentati. Se tale documentazione non disponibile, la Societ pu richiedere che tali curve siano ottenute da esperimenti effettuati in accordo con norme riconosciute. Il danno cumulativo convenzionale per la i-esima variazione di tensione dintaglio N,i deve essere ottenuto dalla formula specificata in IGC 4.4.5.6. 7.3.6 Criteri di verifica

Il danno cumulativo convenzionale, da calcolarsi in accordo con [7.3.5], deve essere minore di o uguale a CW, definito in IGC 4.4.5.6.

7.4
7.4.1

Analisi di propagazione delle cricche


Generalit

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Per zone molto sollecitate deve essere effettuata lanalisi di propagazione di cricche. Tali zone devono essere definite dal Progettista e concordate nei singoli casi con la Societ. Devono essere considerate le velocit di propagazione delle cricche nel materiale base, nel materiale dapporto e nella zona termicamente alterata.

dove: i 0 ni : tensione (i = 1,06; 2,12; 3,18; 4,24; 5,30), in N/mm2, (vedere Fig 7), : tensione definita in [7.3.4], : numero di cicli per ciascuna tensione i considerata (i = 1,06; 2,12; 3,18; 4,24; 5,30).

Figura 6 : Verifica a fatica basata sul metodo del danno cumulativo convenzionale
log log

N,O N

log n

Ni

logN

ni
Distribuzione delle variazioni di tensione di intaglio Curva S-N corrispondente al materiale grezzo di laminazione

350

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 4

Figura 7 : Distribuzione semplificata delle tensioni per lanalisi di propagazione delle cricche

Livello di probabilit
1

lanalisi strutturale eseguita in accordo alle prescrizioni in [7.2.1].

10

-8

10

-7

10

-6

10

-5

10

-4

10

-3

10

-2

10

-1

8
8.1

Analisi strutturale dei depositi indipendenti di tipo C


Anelli di rinforzo in corrispondenza dei supporti dei depositi

8.1.1 Modello strutturale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6


0
1

1 2 3 10
1

,4 I5
10
3

2.10 5
10
5

N
6

10

10

10

10

10

ni 15 giorni

Gli anelli di rinforzo in corrispondenza dei supporti di depositi cilindrici orizzontali devono essere modellati come travi circonferenziali costituite da anima, piattabanda, eventuali raddoppi e fasciame associato agli anelli. 8.1.2 Larghezza di fasciame associato RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 La larghezza di fasciame associato da considerare, su ciascun lato dellanima, per le verifiche di snervamento e di instabilit dellanello di rinforzo, specificate rispettivamente in [8.1.5] e in [8.1.6], deve essere ottenuta, in mm, dalle seguenti formule:
b = 0 ,78 rt per il fasciame cilidrico,

7.4.4

Analisi di propagazione delle cricche da un difetto iniziale

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Deve essere verificato che un difetto iniziale, soggetto alla distribuzione di tensioni specificata in [7.3.4], non si accresca oltre la dimensione della cricca ammissibile. La forma e la dimensione iniziale della cricca devono essere considerate nei singoli casi dalla Societ, tenendo conto del tipo di dettaglio strutturale e delle relative metodologie di controllo. La dimensione della cricca ammissibile deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ e, in ogni caso, deve essere assunta minore della dimensione della cricca che pu indurre la perdita di efficacia dellelemento strutturale considerato. 7.4.5 Analisi di propagazione delle cricche da un difetto iniziale interessante lintero spessore dellelemento RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Deve essere verificato che un difetto iniziale interessante lintero spessore dellelemento, soggetto a carichi dinamici con la distribuzione di tensioni specificata in [7.4.3], non si accresca oltre la dimensione della cricca ammissibile. La dimensione iniziale della cricca interessante lintero spessore dellelemento deve essere assunta non minore della dimensione della cricca attraverso la quale passa la quantit minima di carico che pu essere individuata dal sistema di controllo (ad esempio rivelatori di gas) La dimensione della cricca ammissibile deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ e, in ogni caso, deve essere assunta molto minore della dimensione critica della cricca, definita in [7.4.6]. 7.4.6 Dimensione critica della cricca RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 La dimensione critica della cricca la dimensione della cricca dalla quale pu iniziare la frattura fragile e deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. In ogni caso, essa deve essere calcolata per la massima tensione pi probabile a cui soggetto lelemento strutturale durante la vita della nave, la quale uguale alla tensione, agente nel dettaglio strutturale considerato, ottenuta mediante

b = 20 tb depositi lobati), dove: r t tb

per le paratie longitudinali (in caso di

: raggio medio, in mm, del fasciame cilindrico, : spessore del fasciame, in mm, : spessore delle paratie, in mm.

Gli eventuali raddoppi possono essere considerati appartenenti al fasciame associato. 8.1.3 Condizioni di vincolo RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 Le condizioni di vincolo dellanello di rinforzo devono essere modellate in accordo alle seguenti prescrizioni: forze circonferenziali applicate su ciascun lato dellanello, calcolate mediante la teoria del flusso del taglio bi-dimensionale, la risultante delle quali uguale alla forza di taglio nel deposito, forze di reazione in corrispondenza dei supporti del deposito, ottenute in accordo con le prescrizioni in [9.2]. 8.1.4 Pressione laterale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 La pressione laterale che deve essere considerata per la verifica degli anelli di rinforzo devve essere ottenuta dalle prescrizioni in [2.2]. 8.1.5 Verifica a snervamento RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 Le tensioni equivalenti agenti negli anelli di rinforzo in corrispondenza dei supporti devono soddisfare la seguente formula:
E ALL

dove:

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351

Parte E, Cap 9, Sez 4

: tensione equivalente negli anelli di rinforzo, calcolata per le condizioni di carico specificate in IGC 4.6.2 e in IGC 4.6.3, in N/mm2, ottenuta dalla seguente formula:
E = ( N + B ) + 3 2
2

9.2

Calcolo delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti dei depositi

9.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6 Le forze di reazioni i corrispondenza dei supporti dei depositi devono essere ottenute mediante lanalisi strutturale dei depositi stessi o degli anelli di rinforzo in corrispondenza dei relativi supporti, considerando i carichi specificati in: [6], per lanalisi strutturale di depositi indipendenti di tipo A,

N B ALL

: tensione normale, in N/mm , nella direzione circonferenziale dellanello di rinforzo, : tensione di flessione, in N/mm2, nella direzione circonferenziale dellanello di rinforzo, : tensione tangenziale, in N/mm2, nellanello di rinforzo, : tensione ammissibile, in N/mm2, da assumere uguale al minore tra i due seguenti valori: 0,57 Rm 0,85 ReH,

[7], per lanalisi strutturale di depositi indipendenti di tipo B, [8], per lanalisi strutturale di depositi indipendenti di tipo C. Nella distribuzione finale delle forze di reazione agenti sui supporti non possono essere considerate forze di trazione.

Rm ReH 8.1.6

: definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1], : definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1]. Verifica ad instabilit

9.3

Scontri

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 Le verifiche ad instabilit degli anelli di rinforzo devono essere effettuate in accordo con le formule applicabili specificate in Parte B, Cap 7, Sez 2.

9.3.1 Generalit Per depositi non aventi scontri per il rollio in sommit, non sono in generale accettabili livelli di riempimento minori del 90%. Le strutture dei depositi e della nave in corrispondenza degli scontri devono essere rinforzate, in modo da resistere alle corrispondenti reazioni vincolari e ai corrispondenti momenti. 9.3.2 Scontri per il rollio Gli scontri per il rollio devono essere verificati per lazione delle accelerazioni trasversali e verticali, specificate in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4.1] per la condizione di nave inclinata, e applicate al massimo peso previsto del deposito pieno. Deve essere verificato che la tensione combinata agente negli scontri per il rollio soddisfi la seguente relazione: ALL > C dove: ALL ReH Rm : Tensione ammissibile, N/mm2, da assumere uguale al minimo tra 0,75 ReH e 0,5 Rm : Carico minimo di snervamento, in N/mm2, del materiale a 20 C : Carico di rottura per trazione, in N/mm2, del materiale a 20 C

9
9.1

Supporti
Sistemazione strutturale
Generalit

9.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 6 Le forze di reazione in corrispondenza dei supporti del deposito devono essere trasmesse in modo quanto pi possibile diretto alle travi rinforzate della nave, minimizzando le concentrazioni di tensione. Qualora le forze di reazione non agiscano nel piano delle travi rinforzate, devono essere sistemate lamiere danima e squadre in modo da trasmettere tali forze mediante tensioni tangenziali. 9.1.2 Continuit strutturale

Particolare attenzione deve essere rivolta ad assicurare la continuit strutturale tra i supporti di depositi circolari e le travi rinforzate della nave. 9.1.3 Aperture

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6 Nelle travi rinforzate di supporti di depositi e nelle strutture situate in corrispondenza di tali supporti devono essere evitate aperture e possono essere richiesti rinforzi locali. 9.1.4 Sistemazioni anti-galleggiamento

9.3.3 Scontri per il beccheggio Gli scontri per il beccheggio devono essere verificati per lazione delle accelerazioni longitudinali, da assumere non minori di 0,3, e verticali, specificate in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4.1] per la condizione di nave diritta, e applicate al massimo peso previsto della cisterna piena. Deve essere verificato che la tensione combinata agente negli scontri per il beccheggio soddisfi la seguente relazione: ALL > C dove: ALL : Tensione ammissibile, N/mm2, [9.3.2] definita in

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6.7 Deve essere prevista, per tutte le condizioni operative, una adeguata distanza tra i depositi e le strutture dello scafo.

352

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 4

9.4

Dimensionamenti dei supporti di depositi indipendenti di tipo C e delle strutture dello scafo situate in corrispondenza

11 Isolamento
11.1 Sistema per il riscaldamento delle strutture
11.1.1 Segregazione dellimpianto di riscaldamento RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.8.4 Qualora sia installato un impianto per il riscaldamento delle strutture dello scafo in conformit con le prescrizioni specificate in IGC 4.8.4, tale impianto deve essere sistemato solo allinterno della zona del carico, ovvero i fluidi di ritorno dalle serpentine dellimpianto di riscaldamento dello scafo sistemate nelle casse laterali, nelle intercapedini e nel doppio fondo devono essere convogliati in una cisterna di de-gassificazione. Tale cisterna deve essere situata nella zona del carico e gli sfoghi gas devono essere situati in posizione sicura e provvisti di retine tagliafiamma.

9.4.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6 I dimensionamenti netti di fasciame, reinforzi ordinari e travi rinforzate dei supporti dei depositi e delle strutture dello scafo situate in corrispondenza dei depositi stessi devono essere non minori di quelli ottenuti dalle formule specificate in Parte B, Capitolo 7. Le sollecitazioni di trave nave e le pressioni laterali da considerare nelle formule di cui sopra devono essere ottenuti dalle formule specificate in Parte B, Capitolo 5. I valori delle reazioni vincolari in corrispondenza dei supporti dei depositi da considerare per i dimensionamenti degli elementi strutturali di cui sopra devono essere ottenute dallanalisi strutturale del deposito (vedere [9.2]) in cui le accelerazioni della nave definite in [2.2] sono moltiplicate per il fattore 0,625.

12 Materiali
12.1 Caratteristiche dei materiali per lisolamento
12.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6 I materiali per lisolamento devono essere approvati dalla Societ. Lapprovazione di materiali per adesione, sigillatura, rivestimento costituenti barriera al vapore o protezione meccanica deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. In ogni caso, tali materiali devono essere chimicamente compatibili con il materiale utilizzato per lisolamento. 12.1.2 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6 Prima dellapplicazione dellisolamento, le superfici delle strutture del deposito o dello scafo devono essere accuratamente pulite. 12.1.3 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6 Il sistema di isolamento deve essere ispezionabile mediante esame visivo da almeno un lato, dove applicabile. 12.1.4 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6

10 Barriera secondaria
10.1 Estensione della barriera secondaria
10.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.7 Lestensione della barriera secondaria deve essere non minore di quella necessaria a proteggere le strutture dello scafo nellipotesi che il carico liquido fuoriuscito dalla falla nel deposito del carico sia in equilibrio ad un angolo statico di sbandamento trasversale uguale a 30 (vedere Fig 8). Figura 8 : Estensione della barriera secondaria

LIVELLO DEL LIQUIDO

30

Quando lisolamento spruzzato o schiumato, la temperatura minima delle strutture in acciaio al momento dellapplicazione deve essere non minore della temperatura indicata nelle specifiche dellisolamento.

BARRIERA SECONDARIA

13 Costruzione e prove
13.1 Prove dei depositi strutturali
13.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.6

CISTERNA DEL CARICO DANNEGGIATA

Le prove dei depositi strutturali devono essere eseguite in conformit alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 12, Sez 3.

Regolamenti RINA 2005

353

Parte E, Cap 9, Sez 4

13.2 Prove dei depositi a membrana e a semimembrana


13.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.7 Le prove dei depositi a membrana e a semi-membrana devono essere eseguite in conformit alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 12, Sez 3.

14 Dettagli strutturali
14.1 Dettagli strutturali speciali
14.1.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.4] specifiche per le navi con notazione di servizio liquefied gas carrier.

13.3 Prove dei depositi indipendenti


13.3.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.10 Le condizioni di esecuzione delle prove devono simulare, per quanto possibile, la caricazione effettiva del deposito e dei relativi supporti. 13.3.2 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.10 Qualora le prove siano eseguite dopo che il deposito stato installato, devono essere presi adeguati provvedimenti, prima del varo della nave, al fine di evitare tensioni eccessive nelle strutture della nave.

14.2 Collegamento del fasciame del cielo del doppio fondo e del fianco interno con lamiere intermedie
14.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Il collegamento del fasciame del cielo del doppio fondo e del fianco interno con lamiere intermedie deve essere effettuato in accordo con le prescrizioni specificate in: tavole da 4.5 a 4.7 in Parte B, Cap 12, App 1 per la posizione 1 in Fig 9 tavole da 6.8 a 6.9 in Parte B, Cap 12, App 1 per la posizione 2 in Fig 9 per le posizioni 3 e 4 in Fig 9 in modo analogo alle posizioni 1 e 2. Figura 9 : Posizione dei collegamenti

13.4 Prove finali


13.4.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Le prove finali sulla sistemazione completata devono essere eseguite alla presenza di un Tecnico e devono dimostrare che le sistemazioni di contenimento del carico siano in grado di essere inertizzate, raffreddate, caricate e scaricate in modo soddisfacente e che tutti i dispositivi di sicurezza operino correttamente. 13.4.2 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Le prove devono essere eseguite alla minima temperatura di esercizio o ad una temperatura ad essa molto prossima. 13.4.3 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Leventuale impianto di ri-liquefazione e di produzione di gas inerte e leventuale installazione di impianti per lutilizzo di gas come combustibile per caldaie o per motori a combustione interna devono essere provati a soddisfazione del Tecnico. 13.4.4 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Tutti i dati e le temperature operativi registrati durante il primo viaggio della nave con il carico devono essere inviati alla Societ. 13.4.5 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Tutti i dati e le temperature operativi registrati durante i viaggi seguenti al primo devono essere conservati e messi a disposizione della Societ per un adeguato periodo di tempo.

" !

14.2.2 Qualora non siano sistemate squadre di prolungamento in corrispondenza dei giunti di spigolo in posizione 1 e/o 2, il collegamento delle lamiere danima trasversali al fasciame del cielo del doppio fondo, del fianco interno e ai paramezzali deve essere eseguito mediante saldature a parziale penetrazione aventi lunghezza non minore di 400 mm.

14.3 Collegamento del fasciame del cielo del doppio fondo con paratie trasversali di intercapedini
14.3.1 Generalit In aggiunta alla prescrizioni specificate nella tavola 3.5 in Parte B, Cap 12, App 1, devono essere applicate le prescrizioni specificate da [14.3.2] a [14.3.4].

354

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Parte E, Cap 9, Sez 4

14.3.2 Madieri RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri di supporto devono essere almeno uguali a quello del fasciame delle paratie trasversali dellintercapedine. 14.3.3 Lamiere danima verticali sistemate su paratie di intercapedini RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Le lamiere danima verticali sistemate su paratie di intercapedini devono essere allineate con i paramezzali del doppio fondo. 14.3.4 Passi duomo RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 I passi duomo praticati nei madieri del doppio fondo allineati con le paratie trasversali di intercapedini devono essere situati il pi in basso possibile e a met intervallo tra due paramezzali adiacenti.

14.4 Fori e collegamenti


14.4.1 Fori RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 I fori praticati per il passaggio di rinforzi ordinari del cielo del doppio fondo, del fianco interno e delle paratie dellintercapedine attraverso le lamiere danima verticali devono essere chiusi da mascherine saldate al fasciame del cielo del doppio fondo o del fianco interno. 14.4.2 Collegamento della sistemazione di contenimento del carico alle strutture dello scafo RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Quando ritenuto necessario, devono essere sistemati adeguati rinforzi sul cielo del doppio fondo, sul fianco interno e sulle paratie trasversali delle intercapedini in corrispondenza del collegamento della sistemazione di contenimento del carico con le strutture dello scafo. I particolari di tale collegamento devono essere sottoposti per approvazione alla Societ.

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355

Parte E, Cap 9, Sez 5

SEZIONE 5

RECIPIENTI IN PRESSIONE DI PROCESSO E IMPIANTI DI TUBOLATURE IN PRESSIONE PER LIQUIDI E VAPORI

1
1.1

Generalit
Recipienti in pressione di processo del carico

2.1.5

Mezzi per rivelare la presenza di carico liquido

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 I mezzi di rivelazione della presenza di carico liquido possono essere costituiti da livellostati di tipo elettrico il cui circuito deve essere del tipo a sicurezza intrinseca. Le segnalazioni di allarme date dai livellostati devono essere trasmesse in plancia e nella stazione di controllo del carico, se esistente. 2.1.6 Attacchi degli scarichi delle valvole di sicurezza ai depositi del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 Gli eventuali attacchi ai depositi del carico degli scarichi delle valvole di sicurezza sistemate sulla tubolatura del carico per la fase liquida, non devono essere muniti di valvole di intercettazione, ma devono essere muniti di valvole di non ritorno in prossimit dei depositi stessi. 2.1.7 Pompe centrifughe RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 Le valvole di sicurezza contro la sovrapressione nelle pompe del carico possono essere omesse nel caso di pompe centrifughe aventi una pressione massima di mandata, con la valvola di mandata tutta chiusa, non maggiore di quella consentita dalla tubolatura stessa.

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.1.2 I recipienti in pressione di processo del carico devono essere considerati almeno recipienti in pressione di Classe 2 in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 3, [1.4.1].

2
2.1

Tubolature del carico e di processo


Generalit

Precauzioni per la protezione delle tubolature contro le sollecitazioni termiche RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1.2 I giunti di dilatazione devono essere protetti contro dilatazioni e compressioni superiori ai limiti per essi stabiliti e le tubolature ad essi collegate devono essere convenientemente sopportate ed ancorate. I giunti di espansione a soffietto devono essere protetti contro danneggiamenti meccanici. 2.1.2 Segregazione delle tubolature ad alta temperatura RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1.3 I tubi ad alta temperatura devono essere termicamente isolati dalle strutture adiacenti. In particolare la temperatura delle tubolature non deve superare i 220 C nelle zone nelle quali possono esservi gas pericolosi. 2.1.3 Taratura delle valvole di sicurezza RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1.6 Le valvole di sicurezza devono essere tarate ad una pressione non superiore alla pressione di progetto in modo tale che la sovrapressione durante lo scarico non superi il 110% di detta pressione di progetto. 2.1.4 Protezione contro le perdite RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 Qualora un impianto di tubolature sia progettato per liquidi con un punto di ebollizione minore di - 30 C, devono essere sistemati dispositivi permanenti che impediscano il verificarsi della possibilit di contatto fra le perdite e le strutture dello scafo in tutte quelle posizioni nelle quali potrebbe verificarsi uno stillicidio, quali, per esempio, collegamenti a terra, tenute delle pompe, flange soggette a frequenti smontaggi, ecc.

2.1.1

2.2

Dimensionamento basato sulla pressione interna

2.2.1 Tubolature soggette a colpi di mare RIFERIMENTO IBC-CODE 5.2.2 Per le tubolature che possono essere soggette ai colpi di mare, la pressione di progetto P, in bar, indicata nella formula del paragrafo 5.2.2.1 dellIGC Code deve essere sostituita da una pressione equivalente P data dalla formula seguente:
DC 1 P' = -- P + P 2 + 0 ,006R'K ------ 2 D

essendo: : Diametro esterno del tubo tenendo conto della DC coibentazione (in mm), il cui spessore deve essere assunto almeno uguale a: 40 mm se D 50 mm 80 mm se D 150 mm Valori intermedi devono essere ottenuti mediante interpolazione R : Resistenza al trascinamento corrispondente alleffetto del colpo di mare, in daN/m2, come indicato nella Tabella 1 in funzione della posi-

356

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 5

zione del tubo e della sua altezza H (in m) al di sopra dellimmersione di pieno carico; valori intermedi devono essere ottenuti mediante interpolazione lineare. : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2

b) tubolature soggette ai colpi di mare che potrebbero essere in esercizio sia in mare che in porto: pressione, peso della tubolatura e del fluido al suo interno, colpi di mare, contrazioni, accelerazioni dovute ai movimenti della nave; c) tubolature soggette ai colpi di mare che sono in esercizio esclusivamente in porto: la pi severa fra le due combinazioni di carico seguenti: pressione, peso della tubolatura e del fluido al suo interno, contrazioni, e peso dei tubolatura, colpi di mare, dilatazioni, assumendo che le sollecitazioni termiche siano completamente eliminate. 2.5.4 Direzione dei colpi di mare RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Quando si considerano i colpi di mare, devono essere considerati i loro effetti nelle tre direzioni seguenti, a meno che non sia altrimenti giustificato: asse della nave, verticale, orizzontale, perpendicolare allasse della nave. Il carico sui tubi il carico R definito in [2.2.1]. 2.5.5 Livello delle sollecitazioni

2.3

Pressione di progetto

2.3.1 Definizione della pressione di progetto RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.3.1 Per ogni tratto di tubolatura deve essere considerato il valore maggiore fra quelli applicabili indicati nel paragrafo 5.2.2.1 dellIGC Code.

2.4
2.4.1

Sollecitazioni ammissibili

Flange non costruite in accordo con una normativa RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.4.5 Per le flange non costruite secondo una normativa, il tipo e le dimensioni delle guarnizioni devono essere a soddisfazione della Societ.

2.5
2.5.1

Analisi delle sollecitazioni

Calcoli eseguiti in accordo con normative riconosciute RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Qualora tale analisi sia richiesta, essa deve essere eseguita in accordo con le prescrizioni seguenti. Subordinatamente a tale condizione, calcoli secondo normative riconosciute possono essere accettati dalla Societ. 2.5.2 Condizioni per il calcolo RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 I calcoli devono essere eseguiti per ogni possibile condizione operativa; tuttavia devono essere inviati solamente quelli relativi alle condizioni desercizio che portano ai risultati pi sfavorevoli. 2.5.3 Carichi da assumere per i calcoli RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 I calcoli devono essere eseguiti tenendo conto dei carichi seguenti: a) tubolature non soggette ai colpi di mare: pressione, peso della tubolatura e del fluido al suo interno, contrazioni;

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Il livello delle sollecitazioni deve essere determinato come indicato nelle formule in Parte C, Cap 1, Sez 10, [2.3.2] per i tubi progettati per alte temperature; a) per le sollecitazioni primarie risultanti da: pressione, peso, colpi di mare; b) per le sollecitazioni primarie e secondarie risultanti dalle contrazioni.

Tabella 1
Diametro esterno del tubo (1) 25 50 75 100 150 (1) A poppavia di un quarto della lunghezza della nave H8 1500 1400 1100 700 500 H=13 250 250 250 250 250 H18 150 150 150 150 150 A proravia di un quarto della lunghezza della nave H8 2200 2000 1600 700 700 H=13 350 350 350 350 350 H18 150 150 150 150 150

DC se il tubo coibentato, D negli altri casi

Regolamenti RINA 2005

357

Parte E, Cap 9, Sez 5

2.5.6

Limiti dei livelli di sollecitazione

3.2
3.2.1

Arresti in caso demergenza


Chiarimenti sulla posizione degli elementi fusibili

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 a) Nel primo caso il livello di sollecitazione deve essere limitato dal minore fra: 0,8 Re e 0,4 Rm

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.6.4 Per le stazioni di caricazione in corrispondenza delle quali devono essere sistemati gli elementi fusibili di cui al paragrafo 5.6.4 dellIGC Code devono intendersi le rampe di caricazione e scaricazione.

b) Nel secondo caso il livello di sollecitazione deve essere limitato dal minore fra: 1,6 Re 2.5.7 e 0,8 Rm

Tubolature con dispositivi despansione

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Per tubi con dispositivi despansione, le caratteristiche di detti dispositivi devono essere inviate alla Societ. Qualora queste caratteristiche siano tali che le forze ed i momenti alle estremit di detti dispositivi siano trascurabili a seguito delle contrazioni che devono assorbire, non richiesto il calcolo dei carichi dovuti alle contrazioni per le tubolature ad essi corrispondenti. Deve, tuttavia, essere controllato che il livello di sollecitazione corrispondente alle sollecitazioni primarie non superi i limiti dati in [2.5.6]. 2.5.8 Coefficiente di flessibilt

Metodi per la movimentazione del carico


Scarico attraverso collettori comuni

4.1
4.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.8 Quando pi di una pompa, sistemate in differenti depositi del carico funzionano contemporaneamente scaricando attraverso un collettore comune, larresto delle pompe deve dar luogo ad un allarme nella centrale di comando delle operazioni del carico.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Il coefficiente di flessibilt dei gomiti deve essere determinato con le formule date in Parte C, Cap 1, Sez 10, [2.3.2] per i tubi progettati per alte temperature. 2.5.9 Tensioni locali

5
5.1

Messa a terra
Elettricit statica
Resistenza accettabile

5.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Deve essere portata attenzione particolare ai calcoli delle sollecitazioni locali nelle sistemazioni soggette a forze assiali e momenti flettenti. La Societ si riserva il diritto di richiedere giustificazioni addizionali o rinforzi locali, quando ritenuto necessario.

RIFERIMENTO