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Il Sistema Giudiziario
Il Sistema Giudiziario
IL SISTEMA GIUDIZIARIO
Al fine di garantire l’osservanza delle regole della convivenza sociale, sono state introdotte le
figure dei giudici, i quali sono titolari della funzione giurisdizionale.
2. La funzione giurisdizionale
La funzione giurisdizionale può essere definita come la funzione diretta all’applicazione della
legge, attivata su impulso delle parti, per risolvere un conflitto o una controversia, esercitata ad
opera di un soggetto terzo, vincolato solo alla legge, nel rispetto del principio del contraddittorio
fra le parti, della pubblicità del procedimento e della motivazione delle decisioni.
Il giudice deve quindi essere passivo nel senso che non spetta a lui promuovere l’azione; deve
essere terzo rispetto alla parti in causa; deve essere vincolato solo alla legge, non deve cioè
ricevere istruzioni né dettare lui stesso il parametro in base al quale decidere la controversia; il
contraddittorio garantisce che ciascuna parte possa farsi sentire dal giudice in condizioni di parità;
la pubblicità del procedimento è garanzia della sua correttezza; mentre la motivazione serve a
consentire forme di controllo successivo.
A seconda del tipo di giurisdizione, diversi sono nome e ruolo delle parti in causa con riferimento
al soggetto che inizia l’azione e a quello che la subisce o la contrasta: si chiamano attore e
convenuto nel processo civile, pubblico ministero e imputato nel processo penale, ricorrente e
resistente nel processo amministrativo.
Tipica espressione della funzione giurisdizionale è la sentenza: cioè l’atto processuale del giudice
col quale questi risolve la questione sottoposta alla sua attenzione, mentre si chiamano ordinanza
e decreto gli atti del giudice che non definiscono il procedimento, ma ne regolano il suo corso.
3. L’organizzazione giudiziaria per la giurisdizione ordinaria
L’organizzazione della giustizia ordinaria vede al suo vertice la Corte di cassazione, con sede a
Roma, e successivamente una serie di distretti.
Per le cause in materia civile sono previsti: il giudice di pace, il tribunale, la corte d’appello. Così
anche per i procedimenti in materia penale. Per i reati più gravi però, giudice di primo grado è la
corte d’assise (le cui decisioni possono essere appellate presso la corte d’assise d’appello con la
presenza di 6 giudici popolari).
La possibilità di ricorso in cassazione contro le sentenze di appello si limita alle sole questioni di
legittimità (rispetto della legge). Fra le funzioni della Corte di cassazione, fondamentale è quella
appunto di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge (funzione
nomofilattica).
Accanto ai magistrati con funzioni giudicanti, troviamo anche magistrati con funzioni requirenti,
sono questi i magistrati del pubblico ministero. Il compito dei magistrati requirenti non è quello di
giudicare una controversia, ma perseguire l’interesse generale della giustizia.
5. L’autonomia e indipendenza della magistratura
Secondo l’art. 104 Cost. “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni
altro potere”. Questa previsione va letta insieme a quella in base alla quale “i giudici sono soggetti
soltanto alla legge” e a quella che dispone che “i magistrati si distinguono tra loro soltanto per
diversità di funzioni”.
Con tali previsioni si afferma il principio della separazione dei poteri e della necessaria autonomia
e indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato.
Al fine di evitare qualsiasi condizionamento politico, la Costituzione prevede che i magistrati siano
nominati solo dopo il superamento di un pubblico concorso, per garantire imparzialità e un grado
tendenzialmente elevato di selezione tecnica (eccezione: magistrati onorari).
La Costituzione consente poi la “partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della
giustizia”, prevista solo all’interno delle corti d’assise e delle corti d’assise d’appello, composte da
semplici cittadini in veste di giudici popolari.
L’indipendenza dei magistrati è ulteriormente garantita dalla loro inamovibilità: essi non possono
essere “dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a
decisione del Csm, adottata o per i motivi e con le garanzia di difesa stabilite dall’ordinamento
giudiziario o con il loro consenso”. Questa garanzia esclude ogni possibile interferenza del potere
esecutivo volta a condizionare la carriera dei magistrati, sono infatti assai ridotti i margini di
intervento del ministro della giustizia: questi ha la facoltà di promuovere l’azione disciplinare e
una competenza generale in materia di organizzazione e funzionamento dei servizi relativi alla
giustizia.
6. Il Consiglio Superiore della Magistratura
Il Csm è l’organo cui spettano “le assunzioni, le assegnazioni e i trasferimenti, le promozioni e i
provvedimenti disciplinari” nei confronti dei magistrati ordinari: è l’organo dal quale dipende tutta
la carriera del magistrato. Il Csm è così composto: