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Gravitational Lensing Ita+Eng
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LENTE GRAVITAZIONALE
di Leonardo Rubino
Maggio 2024
Indice:
-Indice. Pag.1
1-Valutazione del fenomeno della lente gravitazionale. Pag.1
2-Tempo e gravità: la gravità rallenta il tempo! Pag.3
3-Deflessione della luce da parte del Sole. Pag.5
Appendice – Altro metodo di calcolo (ufficiale) della deflessione della luce dal Sole. Pag.7
La metrica. Pag.7
La soluzione di Schwarschild. Pag.8
L’Equazione della geodetica. Pag.9
Il limite Newtoniano. Pag.9
Le equazioni generali del moto. Pag.10
La deflessione della luce da parte del Sole. Pag.11
posizione
apparente
(θ-φ)
S - sorgente φ
Δ
rL
θ
L - lente α
O - osservatore
L - lente
dL
dS
Fig. 1.1
r Ricordiamo preliminarmente che si ha, per β piccoli:
b b a tan a r
β
a
Possiamo dunque scrivere che: rL d L d L rL 0 d L rL d S d S 0
d S rL (d S d L ) 0 d S rL rL2 rL (d S d L ) 0
d S rL rL2 rL ( d S d L ) rL ( d S d L ) rL (d S d L ) 0
d S rL rL2 rL (d S d L )( ) rL (d S d L ) 0
d S rL rL [rL (d S d L )( )] rL (d S d L ) 0 (1.1)
Ora, osserviamo che: d S rL rL (d S d L )( ) (ed rL d L ), da cui, per la (1.1):
d S (rL ) (rL )[rL (d S d L )( )] rL (d S d L ) d S (d L ) (d L )[d S ] rL (d S d L ) 0
(d S d L )
2 d S d L d S d L rL (d S d L ) 0 2 rL 0 .
dS dL
4GM L
Ricordando ora la (2.3) (vedere oltre) per il generico φ ( ), si ottiene:
rL c 2
4GM L (d S d L )
2 0 (1.2)
c2 dS dL
4GM L
(Il grosso dei calcoli sta proprio nella valutazione della (2.3), ossia la , che è la
rL c 2
deflessione della luce che rasenta la superficie della “lente”. Questa equazione sarà
ricavata appunto al punto 2 ed anche in appendice.)
1 16GM L (d S d L )
Le soluzioni sono: 1, 2 2 e si ha: 1 2 e:
2 2 c2 dS dL
4GM L (d S d L )
1 2 , da cui:
c2 dS dL
1 2c 2
dS dL
ML (1.3)
4G (d S d L )
Se, infine, l’oggetto sorgente nascosto è esattamente dietro alla lente e sorgente, lente ed
osservatore giacciono dunque tutti e tre sulla stessa linea, allora sarà α=0, da cui due
soluzioni θ1 e θ2 coincidenti (θE):
4GM L (d S d L )
E (1.4)
c2 dS dL
La sorgente apparirà ad anello, o comunque in più punti, tutta intorno alla lente.
-Croce di Einstein Q2237+031 (galassia centrale (a spirale ZW 2237 +030 , distante 400
mln di a.l.) come lente (zL=0,04) e quattro immagini (a croce) di quasars ( G2237 +0305 -
zS=1,69 , distanza 8 mld di a.l.) intorno). (C’è chi fa notare che tra una delle 4 immagini e la
galassia centrale ci sia un ponte di materia)
-Croce di Einstein J2211+3050 (galassia lente ellittica con zL=0,556 (ML=4,5x1010 MSole) e
sorgente galassia remota, con zS=3,03).
Per ultimo, facciamo un esempio di utilizzo della (1.4) su un anello di Einstein con lente
(zL=0,5) a metà strada tra osservatore e sorgente (dS=2dL) ed ML=1011 MSole~2x1041 kg :
(essendo zL relativamente piccolo: dL~vL/H= czL/H=6,4x1025 m=6,8 mld a.l.)
18 m
( H 72km /( s Mpc) 2,338 10 [( ) m] )
s
4GM L (d S d L ) 2GM L
E 2
2
2,15 10 6 rad 0,45' '
c dS dL c dL
RICEVITORE RICEVITORE
detector in
avvicinamento
ascensore ascensore
fermo in caduta
fotone fotone
redshifted redshifted
SORGENTE SORGENTE
A B
-Fig. 2.2 A: il fotone fatica a risalire a causa del redshift gravitazionale della Terra.
-Fig. 2.2 B: quando il cavo viene tagliato, l’osservatore sull’ascensore non rileva più la
gravità, a causa della caduta libera, dunque il fotone non subisce nessuno shift e lo stesso
fenomeno fisico, per principio, dovrebbe constatare l’osservatore sulla Terra; infatti, per
quest’ultimo la gravità esiste ancora (redshift), ma contemporaneamente vi è un blueshift
di avvicinamento del detector al fotone risalente, con compensazione reciproca.
-------------------------
-Fig. 2.3 A: l’osservatore in ascensore, che è fermo, vede il fotone curvare verso il basso
a causa della gravità terrestre. Lo stesso osserva l’osservatore dal suolo terrestre.
-Fig. 2.3 B: il cavo viene tagliato e la caduta libera annulla la gravità agli occhi
dell’osservatore in caduta: il fotone va dritto. L’osservatore sul suolo terrestre è in un
contesto gravitazionale e vede il fotone che parte da una quota più alta ed approda ad
una quota più bassa, dunque esso curva! La gravità deflette la luce! Tuttavia, mentre il
fotone curva verso il basso, il detector scende, tanto che anche per l’osservatore a terra il
fotone, nel contesto d’insieme ascensore/fotone, in ultima analisi è come se è andato
dritto.
S R S R
O I O I
R C R C
G E G E
E V E V
N I N I
T T T T
E . E . ascensore
ascensore
fermo in caduta
A B
0 ()
RS r
0 (r )
b
r0
Δφ
Fig. 3.1: La deflessione della luce da parte del Sole.
Iniziamo col dimostrare la (3.1) con un primo metodo, ma ne seguirà un altro, più
ufficiale, in appendice. Questo metodo fa leva sull’effetto di variazione di velocità che la
luce subirebbe quando si approssima ad una massa.
Ricordiamo il tensore metrico: d 2 c 2 dt 2 dr 2 c 2 dt 2 (dx 2 dy 2 dz 2 ) e ricordiamo anche
le più semplici coordinate sferiche: d 2 c 2 dt 2 (dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 ) . (3.2)
Ricordiamo ora un attimo le (2.1) ed (2.2):
2GM 2GM
dt dt0 (1 2 ) dt 2 dt02 (1 2 ) dt02 B(r ) e:
cr cr
2GM 2GM
dr 2 dr02 /(1 2
) dr02 (1 2 ) dr02 A(r ) , poiché, per Taylor: 1 /(1 x) (1 x) . Inoltre,
cr cr
non si ha contrazione di Lorentz sulle direzioni trasversali (ad esempio, y e z), da cui, per
la (3.2): d 2 B(r )c 2 dt 2 A(r )dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 (3.3)
che è la Soluzione di Schwarzschild.
Parlando poi di stelle lontane che emettono la loro luce che, da lontano, si avvicina al Sole
praticamente in modo radiale, possiamo annullare le componenti in φ e θ, da cui:
d 2 B(r )c 2 dt 2 A(r )dr 2 . Essendo poi, per un fotone, che: d 2 0 , segue che:
0 B(r )c 2 dt 2 A(r )dr 2 . (3.4)
La velocità della luce è c dr dt lontano dalla massa del Sole, mentre in prossimità dello
stesso, vale la (3.4), dalla quale si ricava che:
V dr dt c( B(r ) A(r ))1 / 2 c , ossia, banalmente:
2GM 2GM 1 / 2 GM GM GM GM GM 2GM
V c ([1 2
] [1 2
]) [1 2 ] /[1 2 ] [1 2 ][1 2 ] [1 2 ]2 [1 ]
rc rc rc rc rc rc rc rc 2
2GM
ossia: V c[1 ].
rc 2
V c V c
Angolo di deflessione
Fronte d’onda
V c
V c
Sole
Appendice – Altro metodo di calcolo (ufficiale) della deflessione della luce dal Sole.
La metrica.
Si suggerisce innanzitutto di leggere preventivamente il mio scritto “Geometria
Differenziale” , per una migliore comprensione di quanto segue. Si abbia poi
provvisoriamente c=1, come convenzione semplificatrice. Definiamo un tensore metrico
generale, per cui un campo gravitazionale sia statico e isotropico; statico significa che il
tensore metrico non dipende dal tempo, riguardo la sua forma e le sue caratteristiche, con
chiaro riferimento ai coefficienti. Isotropico significa che vi è dipendenza dagli invarianti
irrotazionali; sappiamo infatti che la norma di un vettore ed il prodotto scalare tra due
vettori sono invarianti per rotazione:
2
x 2 x , ( dx ) 2 , x d x
Tutto ciò per coordinate ortogonali quasi minkowskiane (quasi )
d 2 g dx dx , d 2 F (r )dt 2 2 E (r )dtx dx D (r )( x dx) 2 C (r )dx 2 (A.1)
r ( x x )1 / 2 e, in coordinate sferiche: X3
z P(r, θ, φ) r sin d
{
θ
x1 r sin cos
r
dr
x2 r sin sin X2 rdθ
x3 r cos
x1 φ
x
d 2 F (r )dt 2 2rE (r )dtdr r 2 D (r )(dr ) 2 C (r )(dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 )
Definiamo ora l’applicazione lineare t ' t ( r ) ed eliminiamo gli elementi non diagonali
(misti) ponendo:
d rE (r )
; esiste una rototraslazione/applicazione lineare che mi riduce a forma
dr F (r )
canonica la forma quadratica qui sopra:
d 2 F (r )dt '2 G (r )dr 2 C (r )(dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 ) , con:
E 2 (r )
G ( r ) r 2 ( D (r ) ) . Definiamo r '2 C (r )r 2 ; otteniamo allora la forma standard:
F (r )
d B(r ' )dt ' A(r ' )dr '2 r '2 (d 2 sin 2 d 2 )
2 2
(A.2)
C (r ) r dC (r ) 2
con B ( r ' ) F ( r ) A( r ' ) (1 )(1 )
G (r ) 2C ( r ) dr
A noi interessa dunque la forma standard (A.2):
d 2 B(r )dt 2 A(r )dr 2 r 2 (d 2 sin 2 d 2 ) e dal confronto con l’espressione generale della
metrica (A.1), si evince che: g rr A(r ) , g r 2 , g r 2 sin 2 , g tt B(r ) e siccome
g è ortogonale, si ha che: g rr A1 (r ) , g r 2 , g r 2 sin 2 , g tt B 1 (r ) .
1 g g g
Sapendo poi che: g ( ), (A.3)
2 x x x
emerge che le sole quantità non nulle sono:
1 dA(r ) r r sin 2 1 dB ( r ) 1
rrr , r , r
, ttr , r r ,
2 A(r ) dr A(r ) A(r ) 2 A(r ) dr r
1 1 dB(r )
sin cos , r r , cot , trt rtt .
r 2 B(r ) dr
Calcoliamo ora il tensore di Ricci ( in
k
R k ( k) ( )
k
k
k
k k ):
x k
x
k
Rk
k
k e ricordiamo che è simmetrico su e k , anche
x k x x k
per eventuale verifica diretta; dunque, in totale, troviamo che:
B ' ' ( r ) 1 B ' ( r ) A' ( r ) B ' ( r ) 1 A' ( r )
Rrr ( )( )
2 B ( r ) 4 B ( r ) A( r ) B (r ) r A( r )
r A' (r ) B ' (r ) 1
R 1 ( )
2 A(r ) A(r ) B(r ) A(r )
B ' ' ( r ) 1 B ' ( r ) A' (r ) B ' (r ) 1 B ' ( r )
R sin 2 R , Rtt ( )( ) , R 0 per .
2 A( r ) 4 A( r ) A( r ) B ( r ) r A( r )
La soluzione di Schwarschild.
Sappiamo già che: d 2 B(r )dt 2 A(r )dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2
Inoltre, nel vuoto R 0 , quindi
Rrr R Rtt 0 ; (A.4)
notiamo inoltre che:
Rrr Rtt 1 A' B' A' B'
( ) e, per la (A.4), si ha: , cioè:
A B rA A B A B
A( r ) B ( r ) const . (A.5)
Poi, per r , il tensore metrico g deve approssimarsi al tensore di Minkowski in
coordinate sferiche, ossia: lim r A(r ) lim r B(r ) 1 , da cui, per la (A.5):
1
A(r ) e usando quest’ultima nelle espressioni per R ed Rrr , si ha:
B (r )
B ' ' ( r ) B ' ( r ) R ' ( r )
R 1 B' (r )r B(r ) e Rrr ; ponendo R 0 si ha:
2 B ( r ) rB( r ) 2rB( r )
d
rB (r ) rB ' (r ) B (r ) 1 , da cui: rB(r ) r const .
dr
Inoltre, per r (limite newtoniano, vedi punto successivo – (A.8)):
GM
g tt g 00 B 1 2 ( )
r
2GM 2GM 1
B ( r ) [1 ] e A( r ) [1 ] e cioè, infine, ripristinando anche c:
r r
2GM 2GM
d 2 [1 2 ]c 2 dt 2 [1 2 ]1 dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 (A.6)
cr cr
(Soluzione di Schwarschild)
Il limite Newtoniano.
Sappiamo che nel limite newtoniano (V<<c): d 2 c 2 dt 2 dx 2 c 2 dt 2 V 2 dt 2 c 2 dt 2
Ciò equivale a dire che V ì dx i / dt dx i / d dx 0 / d dx 0 / dt d (ct ) / dt c , ossia
appunto: dx i / d dx 0 / d .
d 2 x
dx dx
d 2 x dt
Con ciò, la equazione della geodetica 0 diviene: 00 ( ) 2 0
d 2
d d d 2
d
(con la convenzione c=1); inoltre, essendo, in tale limite, il campo stazionario, g tende a
(cost) e allora le derivate temporali di g sono nulle e allora, per la (A.3):
1 g 1 h
00 g 00 e g h , con h 1 e quindi: 00 00 e:
2 x 2 x
d 2 x 1 dt 2
( ) h00 0 da cui:
d 2 2 d
d 2x 1
h00 0 e (A.7)
dt 2 2
d 2t dt mM
0 da cui: C . Ora, sappiamo dalla gravitazione di Newton che: ma G 2 rˆ ,
d 2
d r
2
GM GM GM GM d x
da cui: a 2 rˆ , ma: 2 rˆ ( ) (con ) e quindi: a 2 e
r r r r dt
da quest’ultima con la (A.7), emerge che: h00 2 const ; visto che all’infinito h00 0
allora const=0 e:
g 00 00 h00 1 2 (1 2 ) (A.8)
{
d
r2 J
dp
dr 2 J 2 1
A(r )( ) 2 E
dp r B(r )
A( r ) dr 2 1 1 E
eliminando dp, si ha: ( ) 2 2 2 , (A.21)
r 4
d r J B (r ) J
con soluzione:
A1 / 2 ( r ) dr
(A.22)
1 E 1
r2( 2 2 2 )1 / 2
J B(r ) J r
La deflessione della luce da parte del Sole.
0 ()
RS r
0 (r )
b
r0
Δφ
Fig. A.1: La deflessione della luce da parte del Sole.
RS RdelSole ; b è il parametro d’urto. All’infinito, b r sin( ) r ( ) e:
d dr
V r cos( ) ; V è la velocità di moto (costante). Essendo all’infinito A=B=1,
dt dt
inserendo queste due relazioni nelle (A.17) e (A.18), si ha:
J bV (A.23) ed E 1V 2 (A.24)
La (A.24) è banale; per ottenere invece la (A.23), osserviamo che:
d dr
b r ( ) , da cui: 0 dr ( ) rd , da cui: r 2 ( )r bV J
dt dt
1
Per r r0 si ha che dr / d 0 e la (A.21) allora diviene: J r0 ( 1 V 2 )1 / 2 e la (A.22)
B (r0 )
diviene, con facili passaggi:
A1 / 2 (r )dr
( r ) ( ) (A.25)
r 2 1 1 1 2 1 1 1/ 2
r [ 2( 1 V )(
2
1 V ) 2 ]
r0 B (r ) B(r0 ) r
La variazione totale di φ è: 2 (r0 ) , mentre se il raggio di luce procedesse
indisturbato, si avrebbe una variazione pari a , quindi, con riferimento alla Fig. A.1, si
ha: 2 (r0 ) ; per un fotone, V 2 1 e la (A.25) fornisce:
1
r B(r ) 2 dr
(r ) () A (r )[( ) 2 ( 0 ) 1]
1/ 2
(A.26)
r r0 B(r ) r
Usando ora gli sviluppi (di Taylor) dovuti a Robertson:
GM GM
A(r ) 1 2 .... , B(r ) 1 2 .... , si ha:
r r
GM
1 2 ....
r 2 B (r0 ) r 2 r0 r 1 1
( ) ( ) 1 ( ) [ ] 1 ( ) 2 [1 2GM ( ) ...] 1
r0 B (r ) r0 1 2 GM r0 r r0
....
r
r r (r r ) r 2GMr
[( ) 2 ( ) 2 2GM 0 1] [( ) 2 1][1 ...]
r0 r0 rr0 r0 r0 (r r0 )
L’ultima eguaglianza è verificabile direttamente. La (A.26) diviene, per Taylor:
r
(per la risoluzione dei primi due integrali, si ponga 0 cos x , mentre per il terzo si porrà
r
r0 1 t 1° 2° 3°
t e l’integrale sarà )
r 1 t Int. Int. Int.
1
1 r 2 2 GM GMr
( r ) ( ) [( ) 1] [1 ....]dr
r r r0 r r0 (r r0 )
(i tre termini nel riquadro giallo scaturiscono dal prodotto tra
GM e
A1 / 2 (r ) 1 ....
r
2GMr GMr
[1 ...]1 / 2 [1 ...] , ed è stato trascurato il quarto, in quanto molto minore degli altri,
r0 (r r0 ) r0 (r r0 )
poiché va ricordato che siamo in convenzione c=1 ed ai denominatori ci sarebbero dei c 2 ed il quarto termine
trascurato avrebbe avuto al suo denominatore addirittura un c4)
r GM r r r0
ossia: (r ) () sin 1 ( 0 ) [1 1 1 ( 0 ) 2 ] ... e dunque:
r r0 r r r0
4GM 4GM
e ricordando la nostra normalizzazione (c=1), si ha infine: ; con
r0 r0c 2
r0 RS 6,96 108 m e M S 1,98 1030 kg , si ha: 1,75' ' , in ottimo accordo con i dati
sperimentali. In realtà, quando nel 1919 fu effettuata una spedizione in Brasile per la
misura di tale deflessione della luce delle stelle da parte del Sole, in occasione di una
eclissi, la precisione della misura era dello stesso ordine di grandezza del risultato.
GRAVITATIONAL LENSING
by Leonardo Rubino
May 2024
Contents:
-Contents. Page 14
1-The gravitational lensing. Page 14
2-Time and gravity: gravity slows down the time! Page 16
3-Deflection of light by the Sun. Page 18
Appendix–Another method for the (official) calculation of the deflection of light by the Sun. Page 20
The metric. Page 20
The Schwarschild’s Solution. Page 21
The geodesic Equation. Page 22
The Newtonian limit. Page 22
The general equations of motion. Page 23
The deflection of light by the Sun. Page 25
apparent
position
(θ-φ)
S - source φ
Δ
rL
θ
L - lens α
O - observer
L - lens
dL
dS
Fig. 1.1
r We preliminarily remind you that we have, for small β:
b b a tan a r
β
a
-Einstein Cross Q2237+031 (central galaxy (spiral ZW 2237 +030 , 400 mln l.y. distant)
as a lens (zL=0,04) and four images (in a cross) of quasars ( G2237 +0305 - zS=1,69 ,
distance 8 billions l.y.) all around). (Someone points out that there is a bridge of material between
one of the 4 images and the central galaxy)
-Einstein Cross J2211+3050 (lens elliptic galaxy with zL=0,556 (ML=4,5x1010 MSun) and
source remote galaxy, with zS=3,03).
At last, let’s give an example of use of the (1.4) on an Einstein Ring with lens (zL=0,5) at
halfway between observer and source (dS=2dL) and ML=1011 MSun~2x1041 kg :
(being zL relatively small: dL~vL/H= czL/H=6,4x1025 m=6,8 billions l.y.)
18 m
( H 72km /( s Mpc) 2,338 10 [( ) m] )
s
4GM L (d S d L ) 2GM L
E 2
2
2,15 10 6 rad 0,45' '
c dS dL c dL
DETECTOR DETECTOR
approaching
detector
still freefalling
elevator elevator
redshifted redshifted
photon photon
SOURCE SOURCE
A B
-Fig. 2.2 A: the photon finds hard the climbing because of the gravitational redshift of the
Earth.
-Fig. 2.2 B: when the cable is cut, the falling observer doesn’t feel anymore the
gravitational pull, because of the free fall, so the photon doesn’t experience any shift and
the same situation, by principle, should be seen by the observer on the ground; in fact, he
still detects the existence of the gravitational pull (redshift), but simultaneously there is an
approaching-like blueshift of the detector towards the climbing photon, with a mutual
compensation.
-------------------------
-Fig. 2.3 A: the observer in the still elevator sees the photon bending downwards
because of the gravitational pull. The same is seen by the observer on the ground on the
Earth surface.
-Fig. 2.3 B: the cable is then cut and the free falling cancels the gravitational pull for the
falling observer: the photon goes straight ahead. The observer on the ground is in a
gravitational context and sees the photon starting from a higher altitude and arriving at a
lower one, so it bends! Gravity bends the light! On the other hand, while the photon
bends downwards, the detector goes down, so that also the observer on the ground, if in
an elevator/photon context, in the end thinks it’s like if the photon went straight ahead.
D D
S E S E
O T O T
U E U E
R C R C
C T C T
E O E O
R R freefalling
still
elevator elevator
A B
Observer on Earth
Fig. 2.3 A and B: Photon in an elevator, on a horizontal path.
0 ()
RS r
0 (r )
b
r0
Δφ
Fig. 3.1: Deflection of light by the Sun.
We start giving proof of the (3.1) by a first method, but another one will follow, a more
official one, in the appendix. This method is based on the -change of velocity effect- the
light undergoes when it approaches a mass.
We remind of the metric tensor: d 2 c 2 dt 2 dr 2 c 2 dt 2 (dx 2 dy 2 dz 2 ) and also of the
more simple spherical coordinates: d 2 c 2 dt 2 (dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 ) . (3.2)
Now, let’s consider again the (2.1) and (2.2):
2GM 2GM
dt dt0 (1 2 ) dt 2 dt02 (1 2 ) dt02 B(r ) and:
cr cr
2GM 2GM
dr 2 dr02 /(1 2
) dr02 (1 2 ) dr02 A(r ) , as, according to Taylor: 1 /(1 x) (1 x) .
cr cr
Moreover, we have no Lorentz contraction on transversal directions (y and z, as an
example), so, for the (3.2):
d 2 B(r )c 2 dt 2 A(r )dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 (3.3)
which is the Schwarzschild Solution.
Moreover, if we consider light radially travelling towards the Sun from far stars, we can
get rid of the components in d and d :
d 2 B(r )c 2 dt 2 A(r )dr 2
Then, being for a photon: d 2 0 , it follows that:
0 B(r )dt 2 A(r )dr 2 ; (3.4)
The speed of light is c dr dt far from the mass of the Sun, while, close to it, the (3.4)
holds, from which we get: V dr dt c( B(r ) A(r ))1 / 2 c , that is, easily:
2GM 2GM 1 / 2 GM GM GM GM GM 2GM
V c ([1 2
] [1 2
]) [1 2 ] /[1 2 ] [1 2 ][1 2 ] [1 2 ]2 [1 ]
rc rc rc rc rc rc rc rc 2
2GM
that is: V c[1 ].
rc 2
V c V c
Deflection angle
Wavefront
V c
V c
Sun
With reference to Figure 3.2, the part of wavefront wich is farther from the mass M has
speed c, while the closer one has speed V c .
y
dx’=V’dt
x dy
dx=Vdt
Plane waves
y r
of light
y=0
x
Sun (M)
R
4GM
2
1,75' ' 0,849 10 5 rad , just like we said at the beginning!!!
rc
Appendix – Another method for the (official) calculation of the deflection of light by
the Sun.
The metric.
First of all, it’s advisable to read my pages: “Differential Geometry” in advance, in order to
have a better understanding of what follows. We still have c=1, as a simplifying
convention. Now, we define a general metric tensor through which a gravitational field is
static and isotropic; static means that the metric tensor does not depend on time, about
its form and its characteristics, with a clear reference to its coefficients. Isotropic means
that there is a dependance from the irrotational invariants; in fact, we know that the norm
of a vector and the scalar product between two vectors are invariant for rotations:
2
x 2 x , ( dx ) 2 , x d x
All this for orthogonal coordinates almost Minkowskian (almost )
d 2 g dx dx , d 2 F (r )dt 2 2 E (r )dtx dx D (r )( x dx) 2 C (r )dx 2 (A.1)
r ( x x )1 / 2 and in spherical coordinates:
X3
{
z P(r, θ, φ) r sin d
x1 r sin cos θ
r
x2 r sin sin dr
x3 r cos X2 rdθ
x1 φ
x
d 2 F (r )dt 2 2rE (r )dtdr r 2 D (r )(dr ) 2 C (r )(dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 )
Now, we define the linear application t ' t (r ) and get rid of the non diagonal elements
(combined) by putting:
d rE (r )
; there exists a linear rototranslation/application which reduces to a canonical
dr F (r )
form the above quadratic form:
d 2 F (r )dt '2 G (r )dr 2 C (r )(dr 2 r 2 d 2 r 2 sin 2 d 2 ) , with:
E 2 (r )
G ( r ) r 2 ( D (r ) ) . Let’s define r '2 C (r )r 2 ; then, we get the standard form:
F (r )
d 2 B(r ' )dt '2 A(r ' )dr '2 r '2 (d 2 sin 2 d 2 ) (A.2)
C (r ) r dC (r ) 2
with B ( r ' ) F ( r ) A( r ' ) (1 )(1 ) .
G (r ) 2C ( r ) dr
We are now interested in the standard form (A.2):
d 2 B(r )dt 2 A(r )dr 2 r 2 (d 2 sin 2 d 2 ) and through a comparison with the general
expression of the metric (A.1), we get: g rr A(r ) , g r 2 , g r 2 sin 2 ,
g tt B(r ) and as g is orthogonal, we have that: g rr A1 (r ) , g r 2 ,
g r 2 sin 2 , g tt B 1 (r ) .
1 g g g
Then, as we know that:
g (
) , (A.3)
2 x x x
it comes out that the only non zero quantities are:
1 dA(r ) r r sin 2 1 dB ( r ) 1
rr
r
,
r
, r
, ttr , r r ,
2 A(r ) dr A(r ) A(r ) 2 A(r ) dr r
1 1 dB(r )
sin cos , r r , cot , trt rtt .
r 2 B(r ) dr
Now, we calculate the Ricci tensor ( in
k
R ( )
k ( )
k
k
k k k ):
x
k
x k
Rk k k
k k
and we remind that is symmetric over and k ,
x x x k
also by a direct verification; therefore, we totally have:
B' ' (r ) 1 B' (r ) A' (r ) B' (r ) 1 A' (r )
Rrr ( )( )
2 B(r ) 4 B(r ) A(r ) B (r ) r A(r )
r A' ( r ) B ' (r ) 1
R 1 ( )
2 A( r ) A( r ) B ( r ) A( r )
B' ' (r ) 1 B' (r ) A' (r ) B ' (r ) 1 B' (r )
R sin 2 R , Rtt ( )( ) , R 0 for .
2 A(r ) 4 A(r ) A(r ) B(r ) r A(r )
{
d
r2 J
dp
dr 2 J 2 1
A(r )( ) 2 E
dp r B(r )
A(r ) dr 2 1 1 E
if we get rid of dp, we have: ( ) 2 2 2 , (A.21)
r 4
d r J B (r ) J
whose solution is:
A1 / 2 ( r ) dr
(A.22)
1 E 1
r2( 2 2 2 )1 / 2
J B(r ) J r
The deflection of light by the Sun.
0 ()
RS r
0 (r )
b
r0