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Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
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Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Avviso
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
La scienza (e l uomo)
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Essere umano e colui che sa porre domande, non chi da risposte
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Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
L atomo di elio
B 6.1
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.1
La separazione del moto del centro di massa in un problema a tre corpi, come l atomo di
He, e piu complessa che nel caso, a due corpi, dell atomo di H, ma puo essere effettuata
(B. App. 8) e porta alla Hamiltoniana nel moto degli elettroni relativo al nucleo:
2
H (r 1, r 2)
2
2
r1
2
2
r2
r1
r2
Ze 2 1
4 0 r1
m M
ove
e la massa ridotta del sistema e r12
m M
due elettroni posizionati rispettivamente in r1 e r2 .
Ze 2 1
4 0 r2
e2
4
1
r12
= 1) e a0
2008/2009
Mario Capizzi
H (r1, r2)
1
2
2
r1
2
r2
Z
r1
Z
r2
1
r12
H0
H'
con
H (r1, r2 )
r1, r2
B 6.1
r1 , r2
La Hamiltoniana del problema e invariante nello scambio delle coordinate dei due elettroni,
per cui, se introduciamo un operatore P12 che scambia le coordinate spaziali delle due
particelle, avremo
P12 , H
e pertanto la
r2 , r1
P12
r2 , r1 solo per un
r2 , r1
P12
r1 , r2
r1 , r2
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.1
P122
r1 , r2
cosi che
P12
r2 , r1
P12
r1 , r2
P12
r1 , r2
r1 , r2
= 1e
r1 , r2
r2 , r1
r1 , r2 potranno
sempre essere combinate in modo tale da dare luogo a funzioni spazialmente simmetriche
(para) o antisimmetriche (orto), con
1
r1 , r2
r2 , r1
2
1
2
r1 , r2
r2 , r1
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.2
Nel caso dell atomo di H, lo spin interveniva solo perturbativamente nel determinare la
struttura fine dei livelli energetici, via effetti relativistici. Nel caso di atomi a piu
elettroni, invece, lo spin influenza pesantemente l energia dei livelli a causa del
principio di esclusione di Pauli, PEP, che introduce anche un accoppiamento fra
coordinate spaziali e di spin. Vediamo come.
Poiche l Hamiltoniana e indipendente dallo spin, l autofunzione dell atomo
sara descritta completamente una volta data la sua autofunzione spaziale
(q1 , q2 )
(r1 , r2 ) (e le
componenti dello spin in una direzione data, presa come asse z).
(q1 , q2 )
(r1 , r2 ) (1, 2)
(1, 2)
(1) (2)
(1, 2)
(1) (2)
(1, 2)
(1) (2)
(1, 2)
(1) (2)
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.2
Ricordiamo che gli operatori S1 e S2 operano, rispettivamente, solo su (1), (1) e (2), (2)
e pertanto commutano. Inoltre, in u.a. ( =1)
Sx
1
2
Sx
Sy
i
2
Sy
i
2
Sz
1
2
Sz
1
2
Ora,
(1, 2)
1
2
(1) (2)
(1, 2)
S2
3
4
(1) (2)
S2
3
4
ove
S
S2
S1
S12
S2
S 22
Sz
S1z
2S1 S 2
S2z
2
3
4
2 S1 S 2
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.2
Es. Poiche
(1)[(S2 )z (2)]
(1, 2)
Analogamente
(1)[(S2 ) z (2)]
1
1
(1) (2)
(1) (2) 0
2
2
2
(1,2) )
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.2
In conclusione, in u.a.,
Sz
S z (1) (2)
Sz
S z (1) (2)
ovvero
Sz
S z (1) (2)
Sz
S z (1) (2)
1,
sono tutte
autofunzioni di S 2. Infatti
S2
3
2 S1 S2
2
3
2
2 S1 S2 (1) (2)
3
2
2 S1x S2 x
3
2
S1 y S2 y
S1z S2 z
(1) (2)
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
1
1
i2
2
(1) (2)
(1) (2)
(1) (2)
4
4
4
2
1
4
1
4
1
4
Analogamente
3
2S 1 S 2
S2 2
2
3
2
3
2
3
2
3
2
3
2
3
2
1
2
2 S1 S2 (1) (2)
2 S 1 xS 2 x S 1 yS 2 y S1 zS 2 z
B 6.2
(1) (2)
1
i2
2
(1) (2)
(1)
4
4
2
1
4
1
4
1
4
1
(1)
4
( 2)
( 2)
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.2
In conclusione si ha
(1, 2) sono inoltre simmetriche rispetto all operazione di scambio di spin P12s ,
(1) (2)
(1) (2)
mentre le autofunzioni
e
2 (1, 2)
3 (1, 2)
1
(1, 2) e
3e
4.
Poiche non vi sono interazioni fra gli spin, introduciamo ora delle autofunzioni di S , S z ,
s
e P12 normalizzate, che definiremo, per ovvi motivi, come singoletto e tripletto di spin.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
0,0
1,1
3 (1, 2)
1
2
(1) (2)
(1) (2)
3 (1, 2)
1
2
(1) (2)
(1) (2)
(1) (2)
1
2
1, 0
1, 1
2 (1, 2)
B 6.2
2 (1, 2)
(1) (2)
Queste funzioni sono ovviamentre simmetriche (o antisimmetriche) nello scambio dei due
elettroni e sono anche autofunzioni di Sz e S2, in quanto, come e facile verificare
S2
0, 0
S2
1,1
1,1
S2
1, 0
1, 0
S2
1, 1
1, 1
Sz
0,0
Sz
1,1
1,1
Sz
1, 0
Sz
1, 1
2008/2009
Mario Capizzi
i,j,
B 6.2
e possibile costruire,
(q1 , q2 )
(r1 , r2 ) (1, 2), ma solo 4 di queste sono
antisimmetriche nello scambio di tutte le coordinate (spaziali e di spin) dei due elettroni,
come richiesto dal principio di Pauli per la autofunzione di un sistema a piu elettroni:
Questo accoppiamento fra coordinate spaziali e di spin porta al prodotto della:
funzione simmetrica nelle coordinate spaziali (stato para) per quella antisimmetrica nelle
coordinate di spin
1
(1) (2)
(1) (2)
2
funzione antisimmetrica nelle coordinate spaziali (stato orto) per le tre simmetriche nelle
(q1 , q 2 )
(r1 , r2 )
0 , 0 (1, 2)
(r1 , r2 )
coordinate di spin
(1) (2)
( q 1, q 2)
( r1, r 2)
S 1, M S
1
0
1
( r1 , r2 )
(1) (2)
2
(1) (2)
(1) (2)
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.2
2S 1
S 1P 1D 1F 1G
L
L
0 , 1, 2 , 3, 4
S
S 3P 3D 3F 3G
per
0 , 1, 2 , 3, 4
S
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.3
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
54.4 eV
B 6.3
24.6 eV
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.4
Sia
1
2
H (r1, r 2 )
1
2
2
r1
Z
r1
2
r2
1
r12
Z
r2
h01
h02
H'
1
2
2
ri 1
ni li mi
Z
ri
E ni
ni li mi
Se trascuriamo all ordine zero il termine perturbativo, il problema e separabile nel moto dei
due elettroni trattati come indipendenti, per cui
0
(r1 , r2 )
0
n1, n 2
E n1
n1 l 1 m1
E n2
(r1 )
n21 l 2 m2
Z2 1
2 n12
(r2 )
1
n22
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.4
Le autofunzioni
0
(r1 , r2 )
n 1l 1m 1
(r1 )
n 21l 2m 2
(r2 )
(r2 , r1 )
n1 l 1 m1
(r2 )
n21 l 2 m2
(r1 )
(r1 , r2 )
1
2
n 1l 1m 1
(r1 )
n 21l 2 m 2
(r2 )
n1 l 1 m1
(r2 )
n21 l 2 m2
(r1 )
l 1 l 2 , l1 l 2
ML
1,......................, l1
L, L 1,................. L
00
l2
(r1 , r2 )
(r1 , r2 )
1
2
1
2
1s
(r1 )
1s
(r2 )
1s1
1s
(r1 )
1s
(r2 )
1s
(r2 )
(r2 )
n1 = n2 = 1 ,
1s
(r1 )
1s 2
(r1 )
l1 = l2,
lo stato fondamentale e
solo para , simmetrico nello
scambio delle coordinate spaziali
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.4
Storicamente, l assenza di uno stato fondamentale orto dell elio, antisimmetrico nello
scambio delle coordinate spaziali, indusse Pauli a enunciare il suo principio di esclusione .
0
0
0
0
(r1 , r2 )
1
2
Z2 1
2 n12
1s ( r1 )
1
n22
1s ( r2 )
Z2
1s 1 ( r2 )
4 u.a.
2.9 u.a.
Z3
1s ( r1 )
108.8 eV
Z ( r1 r2 )
79.0 eV
I p0
2 u.a. 54.4 eV
I pexp
0.9 u.a.
24.6 eV
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Valori sperimentali
B 6.4
La approssimazione fatta e
pertanto troppo grossolana: non e
possibile trascurare la interazione
repulsiva fra i due elettroni, come
era ovvio considerando che e
dell ordine di quella, Coulombiana
e attrattiva, fra elettrone e nucleo.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.4
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.4
Il termine repulsivo, tende ovviamente a diminuire l energia di legame del sistema, che
pertanto risulta essere nel modello a elettroni indipendenti molto maggiore di quella effettiva,
misurata sperimentalmente, e a rimuovere la degenerazione fra singoletto e tripletto.
Infatti, l orto-elio e spazialmente antisimmetrico (e S1z=S2z) e pertanto i due elettroni devono
avere numeri quantici diversi e essere in media piu lontani fra loro, per cui l interazione
repulsiva e minore che nel para-elio, simmetrico nelle coordinate spaziali e S1z=S2z
Il principio di Pauli genera percio , per puri effetti di simmetria, una forza di scambio
che avvicina o allontana gli elettroni a seconda della loro simmetria nello spin, e ne
cambia la energia a causa della interazione repulsiva fra gli elettroni.
Un esame qualitativo della Hamiltoniana ci suggerisce anche che la correzione repulsiva
diventa sempre meno importante a Z grande
H (r1, r 2)
1
2
2
r1
1
2
2
r2
Z
r1
Z
r2
1
r12
H 01
H 02
H'
in quanto la interazione attrattiva cresce con Z2 (Z elettroni carica Z del nucleo), quella
repulsiva fra elettroni con Z (Z-1) (ciascuno degli Z elettroni con gli altri Z-1 elettroni)
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.4
Se consideriamo il caso del carbonio (Z=6), l energia dello stato fondamentale nel modello a
particelle indipendenti e -36 u.a. (~ -980 eV), quella sperimentale -32,4 u.a. (~ -882 eV), con
un errore dell 11,1% rispetto all esperimento, contro un errore del 27,5% nel caso dell He.
Nel caso dell idrogeno carico negativamente, H-, il valore teorico dello stato fondamentale
nel modello a particelle indipendenti e -1 u.a. (~ -27.2 eV), contro quello sperimentale di
-0.528 u.a. (~ -14,4 eV), con un errore dell 89%.
2008/2009
Mario Capizzi
H 01
(r1 , r2 )
1s
H 02
( r1 )
1s
(r2 )
Z
a0
Z ( r1 r2 ) / a0
Nella teoria delle perturbazioni indipendenti dal tempo, la correzione all energia e data, al
primo ordine, da
1
0
0
0
H'
0
0
1s ( r1 )
1
r12
3
3
1s ( r2 ) d r1d r2
1
0
0
0
1 Z
a0
3 2
H'
e2
4
0
0
dr1 r12 e
0
1 s ( r1 )
2 Z r1 / a 0
1
r12
(ri )
1s ( ri )
3
3
(
)
r
d
r
d
r2
1s 2
1
dr2 r22 e
2 Z r2 / a0
1d
1
2
2
1
Materia Condensata
2
2
2r1 r2
2008/2009
Mario Capizzi
2
2
2r1 r2
2
1
2
1
8 2
r1 r2
2
2
2r1 r2 cos
1
2
r1 r2
2
1
8 2
r1 r2
r1 r2
2
1
2
2
2r1 r2 cos
2r1 r2
2
2
2
1
2r1 r2 cos
r
2
sen d d
2
2
2
1
2
2
d (cos )
2
1
2
2
cos
cos
2r1 r2 cos
2r1 r2
r1 r2
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
ma r1
r2
8e
4
m
r1
ax
x e dx
pert
Pertanto E0
E 0exp
Z
a0
Z
a0
dr1 r1 e
2 Z r1 / a 0
dr2 r2 e
2 Z r2 / a0
r1 r2
r1 r2
r2
2r2
r2
0, r1
2r1
r2
(r1 , )
per cui
r1
dr1 r1 e
2 Z r1 / a 0
x m eax
a
2 dr2 r22 e
2 Z r2 / a0
r1 dr2 r2 e
r1
m m 1 ax
x e dx
a
( 109 34.2) eV
2.903569 u.a.
2 Z r2 / a0
5 Ze 2 1
8 a0 4 0
5
Z mc 2
8
78.977 eV
con un ottimo accordo gia al primo ordine nella teoria delle perturbazioni (la differenza
residua con il dato sperimentale indica che la correzione e stata eccessiva e occorrere
introdurre la correzione al secondo ordine).
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
E
E
Z
Z2
1
Z
e2 1
4 0 a
e2
4
Z
a0
La differenza percentuale fra i valori sperimentali e quelli esatti calcolati con i metodi
(variazionali) piu avanzati varia fra il 5% per l He e lo 0.4% per il C4+. Il confronto non
tiene pero conto della correzione dovuta al moto dei nuclei, a quella relativistica e radiativa,
che non sono valutate ma, ovviamente, intervengono nel determinare il valore sperimentale.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.6
Consideriamo solo stati eccitati discreti, del tipo 1s nx, ossia con un elettrone sempre nello
stato fondamentale. Trascuriamo tutte le ulteriori correzioni citate e consideriamo il modello
a particelle indipendenti con potenziale perturbativo
1
1
H'
, autofunzioni 0nlm ( r1, r2 )
100 ( r1 )
r12
2
e energia
Z2
1
1
2
n2
0
1, n
nlm
( r2 )
100
( r2 )
nlm
( r1 )
Poiche i livelli eccitati in discussione sono degeneri rispetto a l e m dei singoli elettroni 1 e
2, e rispetto allo scambio fra i due elettroni, dovremmo usare la teoria delle perturbazioni per
stati degeneri per valutare l effetto della perturbazione H .
Un caso fortunato: Ricorrendo:
- alla espansione di 1/r12 in armoniche sferiche
- alla ortonormalita delle armoniche sferiche stesse
si arriva a dimostrare che
0nl m
( r1 , r2 ) H '
0 nl m
(r1 , r2 )
ll'
m m'
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.6
Inoltre, la perturbazione e invariante nello scambio delle coordinate spaziali, per cui si
dimostra che
0
H'
H'
Queste relazioni mostrano che la perturbazione H NON porta a un mescolamento fra stati
degeneri orto- e para-, che pertanto possono essere utilizzati come corrette autofunzioni di
ordine zero per calcolare le correzioni all energia al primo ordine in una teoria delle
perturbazioni fra stati non degeneri:
E (1)
E1
H'
E1
1
(
r
)
100 1
r12
100 ( r1 )
ove
K
2
nl m
n l m ( r2 )
1
r12
100 ( r2 )
3
3
(
r
)
dr
dr
nl m 1
1
2
2, integrale di scambio,
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.6
J
K
J n, l
K n, l
0
NON dipendono da m, ovvero H commuta con Lz.
Infine, si dimostra che Knl > 0, per cui uno stato di tripletto (orto) ha una energia piu
bassa di uno stato di singoletto (para) con gli stessi numeri quantici n e l.
due stati descritti dalle stesse autofunzioni di elettrone
1a regola di Hund:
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
0
1, n
1
n, l ,
Z2
1
1
n2
2
J nl
B 6.6
K nl
2008/2009
Mario Capizzi
- J21 > J20 : gli elettroni con l piccolo spendono piu tempo vicino al nucleo (R
.
B 6.6
r l) e
- K21 < K20 : all aumentare di l, l elettrone 2 spende sempre meno tempo vicino all elettrone
.
per m > n
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.5
Nel caso di atomi a piu elettroni permette di ottenere risultati piu accurati di quanto non
consenta il metodo perturbativo.
Siano E n e
arbitraria normalizzabile e E
H d
Se
n,
ovviamente E
ove
Le vere
E0 E
il funzionale
con insieme di tutte le possibili coordinate.
E n . Si dimostra poi (B 2.8) che, se
e un infinitesimo, anche
0 e un infinitesimo, ovvero E
1) E
n
una funzione
e stazionario attorno a .
sono allora le soluzioni della 1). Per lo stato fondamentale vero E0 risulta
per cui il funzionale e sempre un limite superiore per l energia dello stato
fondamentale.
Nel metodo variazionale di Rayleigh-Ritz si valuta il funzionale usando funzioni di
prova che dipendono da alcuni parametri variazionali. Poi si minimizza il funzionale.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.5
cn
En
c n2
Ne segue che
c n*
H
n
c n2 E n
n
ovvero E0
cn* cm Em
cm
c n2
E0
cn* cm Em
mn
E0
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.5
Applichiamo ora questo metodo allo stato fondamentale dell atomo di He usando come
funzioni di prova le autofunzioni del modello a particelle indipendenti, ove pero
introduciamo una carica efficace Ze=Z-S, per tenere conto di effetti di schermo, S, del
nucleo visto dall elettrone 1 da parte dell elettrone 2 (e viceversa).
Ze
100
(r1 , r2 )
2
Ze
r
(r1 )
Ze
100
(r2 )
Z e3
Ze ( r1 r2 )
Z e2
2
Ze
100
d r1 d r2
d r1 d r2
Ze *
100
(r1 )
Ze *
100
Ze *
100
(r1 )
(r2 )
Ze *
100
2
1
(r2 )
Z
r1
2
1
2
Ze
100
(r1 )
Z
r1
Ze
100
2
2
Z
r2
1
r12
Ze
100
(r1 )
Ze
100
(r2 )
(r2 )
Materia Condensata
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Mario Capizzi
d r1
1
r
Ze *
100
nlm
(r1 )
2
1
Ze
r1
Z e2
2
Z
ann 2
Ze
Z
r1
(Z e
Ze
100
Z e2
2
(r1 )
(Z e
Z ) d r1
Ze
100
B 6.5
(r1 )
1
r1
Z )Z e
Un termine analogo si ottiene per l elettrone 2. Resta da calcolare l ultimo termine, conto
che abbiamo gia fatto quando abbiamo valutato l effetto della perturbazione dovuta
5
all interazione fra i due elettroni nell approccio perturbativo, pari a Z e . In conclusione
8
Ze2
2
(Ze
Z )Z e
5
Ze
8
5
16
E0
Ze
(S
min
5
16
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.5
Ze2
2
( Ze
Z ) Ze
5
Ze
8
Z2
5
Z
8
gia ottenuta al primo ordine nella teoria delle perturbazioni, che e pertanto equivalente
a un metodo variazionale non ottimizzato .
Se E e la differenza fra il valore esatto * E0ex e quello variazionale, l errore relativo
. E / E0ex varia fra il 2% per l He e lo 0.2% per il C4+. Solo per l H- tale errore e ancora
apprezzabile (in particolare non si ottiene alcuno stato legato).
*I valori esatti sono stati ottenuti usando funzioni di prova piu complesse.
Pekeris e Frankowski hanno usato una funzione con 1075 termini: E0=-2.903 724 377 03 u.a.
exp
N.B. Questi valori esatti sono diversi dai valori sperimentali anche perche non tengono
conto della massa finita del nucleo (e del termine di polarizzazione di massa), delle
correzioni relativistiche, o delle correzioni radiative (Lamb shift) introdotte dalla
elettrodinamica quantistica.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 6.5
(r , r )
S 1 2
ove
u1s (r1 ) e
Zi r1
2.167 u.a.
58.97 eV
E 2esatto
3
S
2.175 u.a.
59.19 eV
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Ulteriori correzioni
B 6.5
Oltre all interazione e--e- sino a qui presa in considerazione, si debbono considerare altre
correzioni all energia sin qui trascurate:
mM
m M
- E2 dovuta al moto del nucleo indotto dal moto degli elettroni (polarizzazione di massa)
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.1
analiticamente, per cui si deve ricorrere a dei metodi approssimati, perturbativi o variazionali,
con funzioni d onda a piu parametri, estesi a atomi leggeri (come il Litio).
Anche tali metodi sono pero non piu gestibili non appena Z cresce apprezzabilmente e si
deve ricorrerre a metodi piu generali con ulteriori semplificazioni
approssimazione di campo centrale V(r): ciascun elettrone si muove in un
potenziale centrale generato dal nucleo e da tutti gli altri elettroni
metodo autoconsistente
Per determinare il campo centrale useremo
- il metodo di Hartree, per passare da un sistema a piu particelle interagenti a un sistema a
.
particelle indipendenti
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.1
q1, q 2 ,...q N
i 1
1
2
2
ri
Z
ri
N
i j
1
1 rij
q1, q2 ,...q N
q1 , q2 ,...qN
ove le coordinate qi tengono conto sia delle coordinate spaziali che di spin dell i-esimo
elettrone
Mettiamo ora a frutto quanto abbiamo imparato dallo studio dell atomo di He, in
particolare l esistenza di uno schermo e la sua dipendenza dallo stato dell elettrone.
Materia Condensata
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Mario Capizzi
B 7.1
Poiche gli N elettroni sono indistinguibili, l Hamiltoniana deve essere invariante per
scambio delle coordinate di due qualsiasi elettroni. In effetti gia lo e nelle
approssimazioni fatte, in quanto non dipende dallo spin degli elettroni ed e simmetrica
nello scambio delle coordinate spaziali di due elettroni.
Gli elettroni sono dei fermioni, per cui vale il principio di Pauli e la funzione d onda deve
essere antisimmetrica nello scambio delle coordinate spaziali e di spin di due qualsiasi
elettroni. Di questo terremo conto in un secondo tempo introducendo il determinante di Slater.
Poiche H non dipende dallo spin, posso sempre fattorizzare la funzione d onda nel prodotto
di una funzione delle sole coordinate spaziali per una funzione delle sole coordinate di spin.
q 1, q 2,...q N
N
i 1
1
2
2
ri
N
i j
1
1r ij
( r1, r 2 ,....r N )
E (r1 , r2 ,....rN )
Anche cosi abbiamo una equazione differenziale alle derivate parziali in 3N dimensioni,
non fattorizzabile a causa del termine di interazione repulsiva fra elettroni, come per l He.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
1
1rij
B 7.1
altri N-1 elettroni ed e pertanto confrontabile con l interazione di un elettrone con il nucleo
Ze-, per poter essere ben trattata perturbativamente al primo ordine la Hamiltoniana
imperturbata non puo essere la somma di N Hamiltoniane idrogenoidi ma deve anche
includere una buona parte della interazione repulsiva fra gli elettroni (e restare abbastanza
semplice da essere in qualche modo risolubile).
D. Hartree (1924) e J.C. Slater (1928) suggerirono la soluzione di questo problema in
termini di una
approssimazione di campo centrale
basata su un modello a particelle indipendenti in cui ogni e- si muove in un potenziale
efficace dato dal potenziale del nucleo piu l effetto medio della interazione repulsiva con
gli altri N-1 elettroni.
Poiche gli (N-1) e- schermano in media il nucleo, assumiamo che il termine di interazione
N
2008/2009
Si ( rj )
j i1
Mario Capizzi
B 7.1
S (ri )
ri
(ri
rj
1
rij
j)
1
ri
Vc (ri )
Z
ri
N 1
j
1
i 1 ri
( N 1)
ri
ossia l elettrone vede il potenziale del nucleo completamente schermato dagli altri (N-1) ementre per ri
0 (ri
rj
j)
1
rij
1
rj
Vc (ri )
Z
ri
N 1
j
1
i 1 rj
Z
ri
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.1
~
Hc
~
hi
~
hi
1
2
i 1
N
~
H'
i j
1
1 rij
Vc ( ri )
N
Z
ri
i 1
2
ri
Vc ( ri )
i j 1
Vc ( ri )
1
rij
Z
ri
S ( ri )
S (ri )
i 1
ove i Vc (ri ) sono dei potenziali centrali scelti in modo tale da minimizzare la correzione e H
(<< Hc) tiene conto di quanto e rimasto a simmetria sferica - e di tutta la simmetria non sferica
della perturbazione. Sara nostra cura scegliere potenziali coerenti con le assunzioni fatte.
Cominciamo con il trascurare la perturbazione H . In tal caso l equazione di Schroedinger
N
c
i 1
1
2
2
ri
V c ( ri )
(r1 , r2 ,....rN )
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.1
1
2
2
ri
Vc (ri ) u ni li mi (ri )
uni li mi (ri )
1 d2
2 dr i 2
2 d
ri dri
con
l (l 1)
R n il i (ri ) Vc (ri ) Rn il i (ri )
2
ri
En il i Rn il i (ri )
Le funzioni unili mi ( ri ) NON sono di tipo idrogenoide a causa del termine Vc ( ri ) che e
centrale ma non Coulombiano. Le funzioni radiali Rni li (ri ) .non sono piu quelle
dell atomo di H (polinomi di Laguerre) e dipendono anche da l, mentre la simmetria
sferica del potenziale mantiene la degenerazione in ml.
N
Sara poi Ec
E ni l i
i 1
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u (ri ) u ni li mi (ri )
1 / 2 , m si
Infatti
Hc, L
0 in quanto
A, B C
N
~
Hc
A, B
~
hi
~
hi
1
2
i 1
1
2
2
ri
~
, Li
~
Vc (ri ), Li
0
0
A, C
2
ri
Vc (ri )
Vc (ri )
Z
ri
S (ri )
~
L
~
Li
i 1
i
i
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B 7.4
1) S (ri )
1
ri j
N
3
j
i ( rj ) dr
u j (rj )
j i1
1
u j (rj ) drj3
ri j
generato dalla densita di carica media degli altri elettroni. Si noti che la somma sulle densita
di probabilita e effettuata su tutti gli elettroni meno quello i-esimo preso in considerazione.
L equazione di Schroedinger diventa cosi l equazione di Hartree
2)
1
2
2
ri
Z
ri
u j (rj )
j i 1
1
u j (rj )
ri j
u i (ri )
E i u i (ri )
i, j 1, 2 ,......N
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- si inseriscono queste u 0 j (ri ) nella 1) e si ricava uno schermo all ordine 1, S (1)(ri)
1
- si inserisce la S (1) (ri) nella 2) per ricavare le nuove u j (ri ) e cosi via fino a quando
- S ( m 1) (ri ) S ( m ) (ri )
, ove
Hartree
Exp.
1S
-658.0
-661.6
2S
-78.4
-81.0
2P
-69.8
-68.9
3S
-8.96
-8.9
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Mario Capizzi
B 7.5
Quando una sub-shell (s, p, d, ..) non e piena, il campo autoconsistente di Hartree (o di
Hartree-Fock) non e funzione solo di r, in quanto il termine di repulsione fra gli N elettroni
N
i j
1
1rij
non ha piu quella simmetria sferica che si dimostra esso abbia per shell piene.
H1
i j 1
1
rij
S (ri )
i 1
con S(ri) le parti simmetriche del potenziale repulsivo dell Hamiltoniana di campo centrale
N
Hc
i 1
1
2
2
ri
Z
ri
S (ri )
( ri ) Li S i con
H2
i 1
Li
ri
pi e
(ri )
1 1 dV (ri )
2m 2c 2 ri dri
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Mario Capizzi
Rig. 7.7
l (l 1) ;
l1
l1 -l2 , l1 -l2
1,.....l1 l2 - 1, l1 l2
aik li sk
bik li lk
cik si sk
ove i coefficienti dipendono tipicamente dai numeri quantici che definiscono lo stato
elettronico. Gli esperimenti determinano quantitativamente i valori dei coefficienti.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Rig. 7.7
Nel caso di piu elettroni, prima se ne accoppiano due fra di loro, poi il terzo con la risultante
dei primi due, e cosi via.
Se i coefficienti sono dello stesso ordine di grandezza, la determinazione del valore dei
livelli di energia e estremamente complessa.
In due opposti limiti tale calcolo e invece abbastanza semplice:
a) Nel caso di atomi leggeri, l interazione spin-orbita e molto piu debole di quella spin-spin
fra elettroni diversi. Pertanto gli spin (e i momenti angolari) si accoppiano prima fra di loro
si ;
li
i
per poi dare luogo alla interazione L S fra le risultanti dei momenti orbitali e magnetici
b) Nel caso di atomi pesanti, l interazione spin-orbita e molto piu forte di quella spin-spin fra
elettroni diversi. Pertanto lo spin e il momento angolare di ogni elettrone i si accoppiano
prima fra di loro
ji
li
si
2008/2009
ji
i
Mario
Capizzi
Correzione spin-orbita
B 7.5
Si dimostra poi che L=0 e pertanto H2=0 nel caso di sub-shell complete, per cui la
correzione spin-orbita deve essere valutata solo nel caso di shell incomplete.
In conclusione, l Hamiltoniana totale e
H H c H1 H 2 con operatori di momento angolare dati da
N
li ;
si ;
i 1
S;
ovvero
i 1
N
ji
li
si
ji
i 1
accoppiamento j-j
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B 7.5
LJ
0 1 2 3 .....
S P D F ......
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.5
A) Subshell complete
La subshell l contiene 2(2l+1) elettroni. Consideriamo il caso del Ne (Z=10): 1s2 2s2 2p6
Per il PEP, essendo gia i numeri quantici n e l uguali ripettivamente a 2 e 1 per tutti gli
elettroni, dovranno essere diversi gli ml e ms ammissibili per quell orbitale. P.e., nel nostro
caso dell orbitale 2p6
6
ML
mli
i 1
MS
m si
0, S
S0
i 1
l1 l2 , l1 l2
1,.......l1 l2
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B 7.5
Es. Configurazione np n p
l1
l2
s1
s2
1/ 2
0 , 1, 2 S
0, 1
Es. Configurazione np n d
l 1 1, l 2
s1
s2
1/ 2
L 1, 2 , 3 S
0, 1
Nel caso di piu di due elettroni non equivalenti, si procede a accoppiare prima due elettroni,
poi si accoppia il terzo alla somma dei primi due considerati come un elemento singolo, e
cosi via con i successivi elettroni.
B2) Elettroni sulla stessa subshell (elettroni equivalenti)
In questo caso la applicazione del PeP e piu complicata e il numero dei termini possibili
elevato.
Materia Condensata
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Mario Capizzi
B 7.5
Dati N elettroni e un orbitale con =2(2l+1) posti disponibili, il numero di modi possibili di
disporre questi elettroni (degenerazione del livello a N elettroni), ossia il numero dei termini
diversi corrispondenti a quella configurazione e :
!
N
N !(
N )!
6!
15
2!4!
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.5
2 elettroni p
Equivalenti:
1S, 3P, 1D
2 elettroni p
non equivalenti:
1S, 1P, 1D, 3S, 3P, 3D
Si osservi che:
- manca il termine 3D (v. ultime 2 colonne), proibito dal PeP ( m s1
m s2
1 / 2; ml1
ml 2
1)
L=1, S=1
3P
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.5
2008/2009
Mario Capizzi
Materia Condensata
2008/2009
B 7.5
Mario Capizzi
B 7.5
1) per una data configurazione elettronica, il termine di energia minima e quello con la
massima molteplicita di spin (S massimo);
2) per una data molteplicita di spin, il termine con energia minima e quello con la massima
molteplicita nel momento angolare (L massimo);
3) per un termine dato (ove si includa l interazione s-o):
.
.
a) in un atomo con la subshell piu esterna a meno della meta , il termine di energia
minima e quello con il valore minimo di J;
b) se questa stessa subshell e piu che semipiena, il termine di energia minima e quello
.
.
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Mario Capizzi
ML
ml i
L 0
0 5/2
S5 / 2
i 1
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2S 1
+J
. L+S,
S,
2S 1
LJ
indicata da S).
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Separazione spin-orbita
B 7.5
Poniamo
A ~ 2 ~2 ~ 2
J
L S
2
i
Questo operatore NON e diagonale nelle autofunzioni L S M L M S di Hc+H1 ( indica
ulteriori numeri quantici non correlati con il momento angolare), mentre lo e nelle
H2
~ ~
(
r
)
L
i i
i Si
~ ~
L S
~ ~
AL S
autofunzioni ortonormali L S J M J
autofunzioni
LS M LM S
In definitiva si ottiene
~
LS J M J H 2 LS J M J
(B, A4)
A
2
~
LS J M J J 2
~
L2
~
S 2 LS J M J
A
J ( J 1) L( L 1) S ( S 1)
2
Da questa relazione si ottiene lo splitting spin-orbita fra livelli adiacenti J e J-1 (ove non
cambiano i valori di L e S)
A
E ( J 1) E ( J )
J ( J 1) ( J 1) J L( L 1) L( L 1) S ( S 1) S ( S 1) A( J 1)
2
detta anche regola di Lande , che ha come conseguenza la terza regola di Hund. Il valore di J
e quello del momento angolare minore fra i due coinvolti nella transizione. Questa regola e
L-S; H2 contiene 2008/2009
solo l interazione
s-o.
soddisfatta sperimentalmente se: vale l accoppiamento
Materia Condensata
Mario Capizzi
Separazione spin-orbita
B 7.5
2008/2009
Mario Capizzi
0, struttura fine
B 7.5
Valori possibili: S = 0, 1 L = 0, 1, 2
( J = 0, 1, 2, 3)
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Mario Capizzi
0, struttura fine
B 7.5
PeP
1S, 3P, 1D
( J=0, 1, 2, 3)
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Mario Capizzi
Regole di selezione
In approssimazione di dipolo, dal calcolo di
8.1
er , per
0, 1 ( J
MJ
0, 1
l1
l2
J ' 0 proibita )
0, 2
Inoltre le transizioni sono permesse solo fra stati di opposta parita (Laporte s rule), in quanto il
momento di dipolo cambia segno per r
anche B 4.5).
In accoppiamento L-S, ovvero per atomi a Z piccolo, si debbono aggiungere le regole di
selezione
L
0, 1 ( L
L ' 0 proibita )
N.B. Nel caso piu frequente che un solo elettrone transisca, vale sempre la li= 1.
La L= 0 e applicabile solo per transizioni in cui piu configurazioni siano miscelate in
uno stato particolare e piu elettroni possano transire contemporaneamente pur avendosi
emissione o assorbimento di un solo fotone; v. B 8.1.Materia Condensata
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Mario Capizzi
B 8.5
H'
Hi
B ( Li
2 Si )
B (L
2S )
AL S
gJ
L S J M J Lz
2S z L S J M J B z
gJ
B zM J
con
J ( J 1) S ( S 1) L( L 1) fattore di Lande
2 J ( J 1)
0, 1
MJ
0, 1
(0
0 proibita)
0, 1
Materia Condensata
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Mario Capizzi
B 8.5
B
B
(M L
(M L
3) H '
2M S ) B
L S M L M S AL S
LS M L M S
2 M S ) B AM L M S
(M L
2 M S ) Bz
0, 1
(0
MJ
0, 1
0 proibita)
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
e la
Materia Condensata
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Mario Capizzi
k // B
Materia Condensata
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Mario Capizzi
B 8.2
Sono il caso piu semplice di atomi a N elettroni, in quanto hanno orbitali pieni come i
gas nobili che li precedono, + 1 singolo elettrone ottico nell orbitale piu esterno n0s (l=0)
Es.
Per r
Li
He
2s
Na
Ne
3s
Ar
4s
Rb
Kr
5s etc
core 1S0
S1/ 2 ottico
e2
in quanto
4 0r
la carica nucleare +Z e schermata da Z-1 elettroni di core. Quindi, per grandi numeri
r
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Mario Capizzi
B 8.2
Questa maggiore energia di legame, dovuta a una carica efficace maggiore di 1, e attribuita
convenzionalmente a un difetto quantico
nl,
Enl
1
1
2 n
nl
u.a.
con gli stati s, piu penetranti, piu legati dei p, a loro volta piu legati dei d, ancora meno
penetranti, e cosi via
Alternativamente, poiche in buona approssimazione
nl
dipende poco da n,
nl
(l )
(l), e si
(l ) / n 2
Quindi la frequenza di una transizione dallo stato fondamentale n0s a uno stato np sara data
da
1
* 2
0s
(n )
1
*
2
n, p
(n )
2008/2009
Mario Capizzi
B 8.2
l= 1
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 8.2
E( j
3 / 2)
A cresce velocemente con Z e nel Na e gia 50 volte maggiore che nell H, e molto maggiore
delle altre correzioni relativistiche, mentre per un dato atomo diminuisce con n e l.
Applicando le regole di selezione per L, S, J, in emissione si vedono le seguenti
transizioni per l = 0, 1, 2, con un netto massimo di intensita per le n0p
luogo a doppietti, mentre le n0d
:
P3 / 2
3/2
D5 / 2
P1 / 2
1/2
D3 / 2
S1 / 2
1/2
P3 / 2
P1 / 2
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2008/2009
Mario Capizzi
Materia Condensata
B 8.2
2008/2009
Mario Capizzi
B 8.3
L interazione s-o e ancora abbastanza debole, per cui L e S sono buoni numeri quantici (si
conserva anche L). All aumentare di Z, l interazione aumenta e si ha un maggiore mixing fra
stati di singoletto e di tripletto, con transizioni (linee di intercombinazione) osservabili fra i
due stati anche se normalmente deboli.
Gli stati eccitati a due elettroni hanno breve vita media in quanto decadono velocemente nel
canale competitivo che porta alla autoionizzazione. Per l He:
(2s 2 p )1 P1
(2s1s )1 S 0
(2s 2 p )1 P1
He (1s ) e
Poiche gli elettroni ottici sono piu facilmente estraibili di quelli di core, le transizioni
ottiche piu probabili e intense sono quelle che li coinvolgono, in particolare quelle tra
stati di singoletto
(n0 s ) 2 1S 0
L interazione s-o splitta i tripletti in tre livelli (eccetto i termini S, con L=0).
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 8.3
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Accoppiamento j-j
B 7.5
H2
H1
Hc
H2
i 1
1
2
2
ri
V ( ri )
( ri ) li si
e si trascura pertanto H1. Questo caso si verifica per Z grandi, in particolare per atomi
pesanti piu volte ionizzati, per i quali il termine H1 e meno importante. Il termine H2
rimuove percio parte della degenerazione in l associata ai livelli energetici della Hc.
N
Poiche j = l 1/2, ogni livello Eni li e splittato in 2 livelli Eni li j,i con energia totale E
e gli stati sono individuati da ni, li, ji, mj .
Eni li ji
i 1
Tali stati sono (2ji +1) volte degeneri. La degenerazione non cambia in quanto, tenendo conto
che vi sono due valori di j ammissibili, [2(l+1/2)+1]+[2(l-1/2)+1]=2(2l+1)=(2s+1)(2l+1) cvd.
La aggiunta della perturbazione dovuta alla correzione anisotropa H1, infine, introduce un
nuovo numero quantico, il momento angolare totale J con degenerazione (2J+1) nella
proiezione del momento angolare totale mJ.
I termini spettrali sono indicati specificando tra parentesi ni, li, ji per ogni elettrone e il valore
di J a pedice della parentesi.
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Accoppiamento j-j
B 7.5
Ad esempio, uno dei livelli della configurazione 6p2 per lo stato fondamentale del Pb,
corrispondente alla scelta j1=1/2, j2=3/2 con J=2, si indica con 6p2(1/2, 3/2)2. I possibili
valori di J sono, come sempre, j1
j1
j2
(1/2,1/2)0 (1/2,1/2)1
(1/2,3/2)1 (1/2,3/2)2
J , ( J 1),....... J ,
2008/2009
Mario Capizzi
Accoppiamento j-j
B 7.5
l=1
j=1/2, 3/2
l=2
j=3/2, 5/2
p d
j1
j2
(3,5)
(5,7)
(1,3,5,7)
(3/2, 5/2)1,2,3,4
(3,5,7,9)
per una degenerazione totale in J di 60, ossia la stessa che si e ottenuta a partire da un
accopppiamento L-S
l 1 1, l 2
1
s1
s2
1/ 2
L 1, 2 , 3 S
0, 1
3 5 7 (1 3 5) (3 5 7) (5 7 9)
60
Si noti che si sono ottenuti gli stessi J finali (1 J=0, 3 J=1, 4 J=2, 3 J=3, 1J=4) percorrendo
due strade (accoppiamenti) diversi. L energia piu bassa si ha per (1/2, 3/2), la piu alta per
i conti).
(3/2, 5/2), in analogia con l atomo di idrogeno (in mezzo?
MateriaFare
Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
Accoppiamento j-j
B 7.5
Nel caso di elettroni equivalenti, dovremo tenere conto del PeP, come per l accoppiamento L-S.
Configurazione
(1/2)
1/2
(1/2)
(3/2)
(3/2)
(3/2)
3/2
0, 2
(5/2)1
(5/2)5
5/2
(5/2)2
(5/2) 4
0, 2, 4
(5/2)3
J
0, 1 ( J
MJ
0, 1
l1
l2
0, 1 (L
J ' 0 proibita )
L ' 0 proibita )
2008/2009
Mario Capizzi
Da L-S a j-j
B 7.5
C e Si sono ben descritti in accoppiamento L-S, Pb in accoppiamento j-j, gli altri sono
casi intermedi
Materia Condensata
2008/2009
Mario Capizzi
B 7.1
u n l m lm s(q)
u n l m l (r )
1 2 ms
R n l (r )Yl ml ( , )
1 2 ms
qj
Nel caso di N elettroni, questo si ottiene scrivendo la funzione d onda totale come un
determinante (di Slater)
1 u (q 2 ) u (q 2 ).....u (q 2 )
................................
N ! ..........
..........................................
u (q N ) u (q N )....u ( q N )
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Mario Capizzi
Determinante di Slater
Poiche il singolo orbitale di spin
N
B 7.1
li
parita ( 1)
i 1
Nel caso dell atomo di He, N=2 e, per lo stato fondamentale (1s)2 si ha
1 u100 ( r1 ) (1)
2 u100 ( r2 ) (2)
c ( q1 , q2 )
( r1 , r2 )
00
u100 ( r1 ) (1)
u100 ( r2 ) (2)
u100 ( r1 ) u100 ( r2 )
1
2
(1, 2)
(q1, q 2 )
(q1, q 2 )
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Il determinante di Slater: He
B 7.1
(r1 , r2 )
11
(r1 , r2 )
1 1
(r1 , r2 )
10
1 u 100(r1) (1)
2 u 100(r 2) (2)
1
u100 (r1 ) u 200 (r2 ) u100 (r2 ) u 200 (r1)
2
-
1
u 100(r1) u 200(r 2) u 100(r 2) u 200(r 1) (1) (2)
2
(1, 2)
1
2
1
u 100(r1) u 200(r 2) u 100(r 2) u 200(r 1) (1) (2)
2
(1, 2)
1
2
(1) (2)
u 200(r 1) (1)
u 200(r 2) (2)
(2) (1)
(1, 2)
Materia Condensata
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Il determinante di Slater
B 7.1
1
u100 (r1 ) u 200 (r2 ) u100 (r2 ) u 200 (r1)
2
(r1 , r2 )
00
1 u 100(r1) (1)
2 u 100(r 2) (2)
1
2
(1) (2)
u 200(r 1) (1)
u 200(r 2) (2)
(2) (1)
(1, 2)
e cosi via.
Si puo inoltre dimostrare semplicemente che
~ ~
H c, L
~ ~
H c, S
con
~
L
~
Li
~
S
~
Si
2
2
ovvero che le autofunzioni di Hc sono anche autofunzioni di L , S , Lz , S z , con
autovalori L( L 1)
Materia Condensata
L S M L M S , del
2008/2009
Mario Capizzi
Il determinante di Slater
B 7.1
Infatti
~ ~
H c, L
N
i 1
1
2
2
ri
1 2 ~
~
,
L
V
,
L
r
j
c
j
2 i
sul modulo r di r
V (ri ) ,
i 1
~
Li
con
i 1
i, j
Ora, l uso di orbitali di spin u nlml ms per costruire il determinante di Slater ha portato a
determinanti che sono autofunzioni di Lz e Sz, ma non necessariamente di S2 e L2. In
generale si devono costruire combinazioni lineari di determinanti di Slater per avere
autofunzioni di tutti e 4 i numeri quantici (ivi incluso il caso semplice dell He per
m s=0, appena visto).
Materia Condensata
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Mario Capizzi
Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
Nel 1928, V.A. Fock e J.C. Slater introducono la simmetria di scambio nel metodo di D.
Hartree del 1924.
Il metodo di Hartree-Fock e un metodo variazionale dove la funzione di prova e un
determinante di Slater che tiene automaticamente conto del PeP.
La Hamiltoniana e sempre la
~
~
~
H (r 1 ,r 2 ) H 1 H 2
~
H1
~
hi
~
hi
1
2
i 1
2
ri
Z
ri
~
H2
i j
1
,
1 ri j
ri j
ri -r j
(q1 , q2 ,...q N )
~
con A
1
N!
1
N!
~
( 1) P P u 1 (q1 )u 2 (q2 )...u N (q N )
~
N !A
~
( 1) P P operatore di antisimmetrizzazione Hermitiano, tale che
~
A2
~
A, e
u 1 (q1 )u 2 ( q 2 )...u
(q N )
2008/2009
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Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
~
P e l operatore permutazione, con (-1)P uguale a +1 o -1 a seconda che il numero di
permutazioni fra elettroni sia pari o dispari.
u u
in modo da soddisfare
1
la condizione di normalizzazione
Se E0 e l energia dello stato fondamentale del sistema, per il metodo variazionale
E0 E
prova normalizzata.
~ ~
Si dimostra che H 1 , A
~ ~
H2, A
H1
( 1)
i 1 P
P
H
~
hi P
essendo la funzione di
H2
N!
~ ~
H 1A
N
H
(*)
hi
u (qi ) hi u (qi )
i 1
ove corre su N set di 4 numeri quantici, ossia sugli orbitali occupati dagli elettroni.
(*) Sopravvivono solo i termini sulla diagonale, per i quali non c e alcuna permutazione
delle ul. 2008/2009 Mario Capizzi
(che porterebbe a un annullarsi dell integrale causa ortogonalita
Materia Condensata
Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
Analogamente
N
N
1 ~
1
~
H2
N! H
(
1
)
P
1
P
H
H
H
H
ij
H
r
r
i j P
i j
ij
ij
~
ove Pij scambia solo le coordinate (spaziali e di spin) dell elettrone i con quelle dell elettrone j
~ ~
H 2A
che intervengono nella interazione repulsiva. Pertanto compare con un segno meno (una sola
permutazione). Sopravvive anche il termine diagonale, che non comporta permutazioni.
Ricordando che u u
H2
u (qi )u (q j )
,
( tutte le coppie)
1
2
u (qi )u (qj )
1
2
1
u (qi )u (q j )
ri j
1
u (qi )u (q j )
ri j
u (qi )u (q j )
,...
u (q i )u (q j )
1
u (q i )u (q j )
ri j
1
u (q i )u (q j )
ri j
Il fattore e dovuto al fatto che le coppie vengono ora contate 2 volte nella doppia
sommatoria .
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Il metodo di Hartree-Fock
J
e il termine diretto, K
simmetrici in
B 7.4
e . Avremo allora
1
2
(1)
In generale, quando si cerca il max o il min di una funzione f(x,y) sotto il vincolo g(x,y)=c,
esso si ottiene dalla condizione
f ( x, y)
g ( x, y) c
e un moltiplicatore di Lagrange.
ove
u u
ove le
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Il metodo di Hartree-Fock
E
u u
B 7.4
u u
E
ove le
u u
(2)
funzionale E
E e la variazione del
rispetto a tutte le u .
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sotto la condizione
x2+y2 = 1,
su di un cerchio dato
F
y
1
2x
1 2 y 0
y
x
0 (y
x)
x2
2 x 2-1 0
y2 1 0
1
2
+ massimo, - minimo
.??
1
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Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
Sostituendo la (1)
E
per una data
1
2
(1)
nella (2)
u u
(2)
u (qi )
1
2
2
ri
Z
u (qi )
ri
u (qi )
u * (q j )
1
u (q j )d q j u (q i
rij
1
u (qi )d qi u (qi
E u (q i ) u (q i )
rij
ove l integrale include la sommatoria sugli stati di spin.
u (qi )
u* (q j )
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Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
Procedendo alla minimizzazione del funzionale rispetto a ogni ul(qi) si arriva alle equazioni
di Hartree-Fock
1
2
Z
u ( qi )
ri
2
ri
u (qj )
u (q j )
1
u ( q j ) dq j u ( qi )
ri j
1
u ( q j ) dq j u ( qi )
ri j
E u ( qi )
1 / 2 , ms
,......
1 / 2 , ms
ms , ms
, queste
equazioni possono essere riscritte per la sola parte spaziale degli orbitali di spin:
1
2
2
ri
Z
u ( ri )
ri
u ( rj )
u ( rj )
1
u ( rj ) drj u ( ri )
ri j
1
u ( rj ) drj u ( ri )
ri j
E u ( ri )
,......
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Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
Vd (qi )
u (qj )
1
u ( q j ) dq j
ri j
u (rj )
1
u (rj )drj
ri j
V d (ri )
V ex( q i)u ( q i)
V HF (qi )
u (q j)
Z
ri
1
u ( q j ) dq j u ( qi )
ri j
V d (ri )
V ex (qi )
1
2
2
ri
V HF (qi ) u (qi )
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Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
Come nel metodo di Hartree, si procede in modo iterativo alla soluzione delle N equazioni
integro-differenziali, a partire dalle u 1 (q i ) trovate in approssimazione di campo centrale:
u 1 (q i )
V HF (1)
V HF ( n ) V HF ( n
u 2 (qi )
1)
V HF ( 2)
ove
......
fino a che
con
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B 7.4
Definiamo poi
d
(ri )
ex
V d (ri )
(qi )
1
drj
rij
V ex (qi )u (qi )
(qi )u (qi )
HF
( rj )
Z
ri
(ri )
(qi , q j )
1
u (q j )drj
rij
(qi )
~
hiHF u (qi )
1
2
2
ri
HF
( qi ) u ( q i )
E u (q i)
fornisce il valore dell energia E ( qi ) dell elettrone i-esimo nello stato , ovvero la sua
energia di ionizzazione E
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Il metodo di Hartree-Fock
B 7.4
Tuttavia
~
H1
~
H2
in quanto nella doppia sommatoria il contributo repulsivo fra ogni coppia ij di elettroni e
contato due volte, per cui
~
H2
ovvero la somma delle energie degli elettroni non da l energia totale del sistema in
quanto mentre l energia cinetica e di interazione con il nucleo e contata una volta per
ogni elettrone, l interazione di mutua repulsione fra elettroni viene contata due volte.
N.B. Se confrontiamo due sistemi uguali, salvo che uno ha N, l altro N-1 elettroni, la
differenza fra le energie dei due sistemi, ovvero la energia necessaria per togliere un
elettrone dall orbitale, p.e.,
E( )
IP
( N)
1
2
purche si trascuri il riassestamento subito dagli orbitali di spin dopo che il sistema ha
perso un elettrone (teorema di Koopmans).
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B 7.4
Scriviamo le equazioni di HF per lo stato fondamentale del Be (Z=4): (1s)2 (2s)2 1S.
Il determinante di Slater e
u1s (q1 ) u1s (q1 ) u2 s (q1 ) u2 s (q1 )
c
(q1 , q2 , q3 , q4 )
il potenziale di HF
V HF
4
ri
V1ds
V1ds
V2ds
V2ds
V1ex
s
V1ex
s
V2exs
V2exs
devono essere uguali, in quanto
u1s (q ) u1s (r )
u1s (q ) u1s (r )
u2 s (q ) u2 s (r )
u2 s (q ) u2 s (r )
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Inoltre si ha che
E1s
E1s
V1ds (r )
E1s ;
u1 s ( r ' )
V1exs (r )u 2 s (r )
E2 s
1
r r'
E2 s
E2 s
u1s (r ' )
1
r r'
1
2
2
r
4
V1ds (r ) 2V2ds (r ) V2exs (r ) u1s (r )
r
E1s u1s (r )
1
2
2
r
4
V2ds (r ) 2V1ds (r ) V1exs (r ) u2 s (r )
r
E2 s u 2 s ( r )
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Per arrivare a questo risultato si tiene conto del fatto che, ad esempio,
V1ds (q ) u1s (r )
V2ds ( q ) u1s ( r )
V2ds (r ) u1s ( r ) 0
in quanto
V1exs (q ) u1s (q ) 0
V2exs (q ) u1s (q ) V2exs (r ) u1s (r )
e di analoghe considerazioni per la seconda equazione di HF
Si dimostra che il potenziale HF per subshell piene e centrale, o sfericamente simmetrico.
Pertanto poniamo
u1s (r )
u2 s (r )
R1s (r )Y00
R2 s (r )Y00
1
P1s (r )Y00
r
1
P2 s (r )Y00
r
Y00
1
4
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B 7.4
1 d2
2 dr2
l (l 1)
2r2
4
V1ds (r ) 2V2ds (r ) V2exs (r ) P1s (r )
r
E1s P1s (r )
1 d2
2 dr2
l (l 1)
2r2
4
V2ds (r ) 2V1ds (r ) V1exs (r ) P2 s (r )
r
E2 s P2 s (r )
(r )
Nr
n 1
e Ylm ( , )
(2 ) n 1 2
12
2n !
che nel caso, ad esempio della parte radiale P1s della u1s(r), si riducono a
P1s(r )
100 ( r )
(2 ) 3 2
r
e
12
2
1
4
re
con
parametro di fit.
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Lo stesso metodo si puo applicare ad esempio al Ne (1s2 2s2 2p6), pure con shell complete
u1s (r )
r 1 P1s (r )Y ( , )
u 2 s (r )
r 1 P2 s (r )Y ( , )
u 2 p (r )
r 1 P2 p (r )Y ( , )
r2
(r )d
qnl Pnl (r )
n, l
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