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Capitolo 14

Barocco
4 Capitolo 14 | Barocco
L’età della meraviglia
Gli effetti della Controriforma clero e può chiedere perdono dei propri pecca- GUARDA!
Lo stile del Seicento e della prima metà del Set- ti rivolgendosi direttamente a Dio senza ricorre-
tecento è il Barocco [> box], un nuovo linguag- re alla confessione. Questo approccio mina tut-
gio basato su una concezione teatrale e dinami- to l’apparato gerarchico della Chiesa cattolica, il
ca dell’arte, lontana dal sereno equilibrio del Ri- suo potere spirituale di controllo delle anime e il
nascimento. suo potere temporale soprattutto sul piano eco-
Non si tratta, naturalmente, di un cambia- nomico. Audio
mento improvviso perché l’armonia rinascimen- Dopo l’immediata scomunica di Lutero, la Come si pronuncia?
tale era entrata in crisi fin dal Cinquecento: le controffensiva non tarda ad arrivare. Per arginare
opere manieriste, infatti, con la loro predilezio- i protestanti, la Chiesa cattolica nel 1545 convo-
ne per forme instabili, inusuali e talvolta dram- ca il Concilio di Trento (che si concluderà solo
matiche, avevano prodotto una nuova sensibili- nel 1563) con il quale avvia diverse azioni: da un
tà che sarà fondamentale per la nascita di quel- lato la repressione di ogni forma di pensiero non
la barocca. ortodosso attraverso il Tribunale della Santa In-
La scelta di rendere l’arte fortemente sceno- quisizione e l’Indice dei libri proibiti, dall’altro
grafica, a ogni modo, non nasce per caso ma è l’indottrinamento delle masse da parte di nuovi
conseguenza soprattutto della Controriforma, ordini monastici molto attivi sul territorio (so-
la reazione della Chiesa cattolica alla Riforma prattutto i Gesuiti) e l’uso dell’arte come stru-
protestante che Martin Lutero aveva avviato in mento di propaganda e di persuasione [> p. 15].
Germania nel 1517. Nel tentativo di opporsi alla Lo scopo dell’arte diventa adesso quello di
vendita delle indulgenze con la quale la Chiesa istruire e impressionare i fedeli suscitando in lo-
romana raccoglieva fondi per la Fabbrica di San ro stupore e meraviglia grazie a effetti pittorici,
Pietro, Lutero propone una nuova visione del scultorei e architettonici inediti e sorprendenti.
Cristianesimo. L’aspetto più dirompente, oltre L’arte deve colpire l’osservatore soprattutto sul
alla negazione del ruolo del papa, è il cosiddetto piano emotivo più che su quello razionale, ed
“sacerdozio dei credenti” per il quale ciascun fe- esprimere la grandiosità della Chiesa in tutta la
dele può interpretare la Bibbia (unica fonte di ri- sua potenza. Non è un caso che la culla del Baroc-
velazione riconosciuta) senza la mediazione del co sia Roma [14.2], la città sede del papato.

Il superlativo del bizzarro

I l termine “barocco” entra in uso


alla fine del Seicento ma non ha
un’origine certa: potrebbe derivare
contorta. Francesco Milizia, un teo-
rico del Neoclassicismo, scriverà
nel 1781: «Barocco è il superlativo
lo principalmente) e nelle relative
colonie del continente americano,
per terminare intorno alla metà del
dallo spagnolo barrueco, una perla del bizzarro, l’eccesso del ridicolo». Settecento con lo sviluppo del Neo-
irregolare, o da baroco, un ragiona- Oggi il termine è utilizzato con classicismo.
mento illogico e confuso derivato un’accezione neutra per definire il La definizione originaria, tuttavia,
dalla Scolastica medievale. linguaggio artistico sorto a Roma non nasce in maniera del tutto im-
Ñ 14.1 Artemisia
Per molto tempo il nome ebbe verso l’inizio del Seicento che si è poi propria: l’arte barocca, infatti, è spes- Gentileschi, Maddalena
una connotazione negativa che in- diffuso nel resto d’Italia, nei Paesi so improntata a un’evidente esube- penitente, 1615.
dicava un’arte inutilmente ricca e cattolici europei (Spagna e Portogal- ranza e all’eccesso decorativo. Olio su tela, 146,5×108 cm.
Firenze, Palazzo Pitti,
Galleria Palatina.

L'età della meraviglia 5


Nel 1632, Galileo Galilei pubblica il Dialogo so-
Province
Regno
Unite pra i due massimi sistemi del mondo con il quale con-
d’Inghilterra
Amsterdam Polonia fermava, grazie alle osservazioni condotte con il
Londra L’Aia
Anversa
telescopio, la teoria copernicana. Il trattato gli va-
Sacro le una condanna per eresia da parte dell’Inquisi-
Romano
Impero zione. Per salvarsi deve abiurare rinnegando tutte
Parigi
Austria
le sue precedenti affermazioni (la cancellazione
Oceano Atlantico definitiva della condanna da parte della Chiesa
Regno
di Francia
Venezia
cattolica avverrà però solo nel 1992).
Torino Impero Nonostante le limitazioni del libero pensiero,
Ottomano
Santiago tuttavia, il Seicento è un susseguirsi continuo di
de Compostela Bologna
Stato teorizzazioni e scoperte scientifiche, come quelle
Porto Pontificio
Regno di Spagna della metafisica di Cartesio e della legge di gravi-
Regno di ROMA tazione universale di Newton.
Portogallo Madrid Lecce
Napoli

Trent’anni di guerra in tutta Europa


Palermo L’evento più catastrofico del Seicento è la guerra
Mar Mediterraneo
Catania
Ragusa Noto Mar Ionio dei Trent’anni (1618-1648), un interminabile con-
La Valletta
flitto che vede da una parte Austria e Spagna ret-
ti dalla famiglia cattolica degli Asburgo, e dall’al-
tra gli Stati luterani di Boemia, Danimarca e Sve-
Ó 14.2 L’Europa La condanna del libero pensiero zia. Ben presto quella che era cominciata come
nel Seicento e i luoghi
del Barocco. L’arte barocca, tuttavia, non è solo sfarzo e teatra- una guerra di religione svela il suo vero volto di
lità. Esprime anche inquietudine e tormento. lotta per l’egemonia europea coinvolgendo anche
Carta Accanto agli immensi soffitti decorati con effet- la Francia. La Pace di Westfalia, che pone termi-
interattiva ti spettacolari appaiono anche rappresentazioni ne al conflitto, consolida Spagna, Francia e Inghil-
cupe e contrastate, soggetti minori, scene quoti- terra mentre lascia in Germania un’estrema fram-
diane, nature morte. È l’effetto dell’incertezza do- mentazione di piccoli staterelli e ducati (circa 350).
vuta alle difficili condizioni storiche. Tutta l’Europa, tuttavia, esce stremata dalla
Il Seicento, infatti, si apre con l’esecuzione pub- guerra: gli eserciti avversari l’avevano percorsa in
blica di Giordano Bruno il 17 febbraio 1600 da lungo e in largo saccheggiando e devastando vil-
parte del Tribunale della Santa Inquisizione. Il fra- laggi e campi coltivati. Con il conseguente crollo
te domenicano viene bruciato sul rogo nella piaz- della produzione agricola si generano subito del-
za di Campo de’ Fiori a Roma per le sue idee su Dio le gravi carestie. Queste, unite alle pessime con-
e sull’universo giudicate eretiche dalla Chiesa. Lo dizioni igieniche, favoriscono la diffusione della
stesso Tribunale, nel 1616, mette all’indice il De peste. Una delle epidemie più violente, quella del
revolutionibus orbium coelestium di Niccolò Coper- 1630, colpì duramente il Nord Italia decimando-
nico (1473-1543), trattato con il quale lo scienzia- ne la popolazione. La drammatica cronaca della
to aveva elaborato la teoria eliocentrica, in contra- peste a Milano, città che perse metà dei suoi abi-
sto con la teoria geocentrica di tradizione biblica tanti, sarà narrata a metà dell’Ottocento da Ales-
che vedeva gli astri ruotare attorno alla terra. sandro Manzoni nei Promessi sposi.

1600 1610 1625 1632 1637


A Firenze va in scena Galileo pubblica Gian Lorenzo Bernini, Galileo pubblica Cartesio pubblica
il primo melodramma il Sidereus Nuncius Apollo e Dafne il Dialogo sopra il Discorso
Caravaggio, Vocazione 1616 i due massimi 1633 sul metodo 1640
CULTURA

di San Matteo 1609 Condanna del De sistemi Galileo è Guido Reni, Francesco Borromini,
Keplero revolutionibus orbium costretto Assunzione San Carlo alle
formula le leggi sul coelestium di Copernico ad abiurare Quattro Fontane
moto degli astri
1600 1610 1620 1630 1640

1643
1600 1618
STORIA

1630 In Francia sale al trono


Rogo di Inizio guerra Pestilenza
1623 a cinque anni
Giordano Bruno dei Trent’anni nel Nord Italia
Inizio del pontificato Luigi XIV, il re Sole
di papa Urbano VIII 1644
Inizio del pontificato di papa Innocenzo X

6 Capitolo 14 | Barocco
Fioriscono le arti
Nel Seicento, tuttavia, le epidemie, le carestie, le
lunghe guerre e le persecuzioni religiose convi-
vono con un rinnovamento urbano e artistico
senza precedenti, con la nascita del melodramma,
la fioritura del teatro e della letteratura.
Proprio nel 1600, lo stesso anno del rogo di
Giordano Bruno, a Firenze viene messa in scena
l’Euridice di Jacopo Peri, il primo melodramma
della storia della musica (genere conosciuto og-
gi come “opera lirica”), uno spettacolo teatrale re-
so molto più suggestivo perché veicolato dal can-
to e dalla musica.
Anche il teatro ha un forte slancio: questa è l’e-
poca di Calderon de la Barca in Spagna e di Molière
in Francia. In Italia si assiste a un forte rinnova-
mento della scenografia: prospettive profonde e
audaci, e macchine per effetti speciali rendono il
teatro barocco spettacolare e coinvolgente [14.3].
Il concetto di scenografia come apparato illusio-
nistico passa immediatamente dall’ambito teatrale ta una monarchia assoluta, riesce a consolidare Ó 14.3 Repubblica Ceca,
a quello dell’architettura: pareti e volte di chie- le finanze della nazione, incrementa i commer- Castello di Cesky
Krumlov, teatro. Veduta
se e palazzi nobiliari vengono affrescate con sce- ci e crea un potentissimo esercito. Come dimo- del palcoscenico. 1697.
ne trionfali che sembrano sfondare le superfici e strazione visibile del suo potere fa costruire una
proiettare l’osservatore in una dimensione fanta- splendida e immensa reggia a Versailles, vicino a
stica. Parigi, dove nel 1682 trasferisce la sua corte.
Spagna e Francia, nonostante il loro coinvolgi- Verso la fine del Seicento l’arte barocca ini-
mento nella guerra dei Trent’anni, vivono decen- zia lentamente a perdere il significato spirituale
ni di fermento artistico e culturale. La prima, all’i- che aveva avuto all’inizio, diventando spesso pu-
nizio del Seicento, entra nel pieno del cosiddetto ra esteriorità. Alle grandi committenze religiose
Siglo de Oro (“secolo d’oro”), un periodo estrema- si sostituiscono quelle del potere politico, come
mente fecondo per l’arte ma anche per l’espansio- principi e monarchi. L’arte, sempre più opulen-
ne coloniale in Centro e Sud America. È il secolo ta ma svuotata dai contenuti teologici, diventerà
d’oro anche per l’Olanda, che vede in quest’epo- strumento di esaltazione del loro potere.
ca il suo momento di massima crescita economi- Il Barocco, con questo suo prolungamento fa-
ca e culturale. stoso chiamato Rococò, quasi il colpo di coda di
un’esuberanza artistica eccezionale, avrà fine nel
Il Barocco dell’apparenza corso del Settecento con l’avvento dell’Illumini-
In Francia, intanto, nel 1643 sale al trono, a soli smo e, soprattutto, con il Neoclassicismo, uno sti-
cinque anni, il re Luigi XIV, detto Re Sole (per lo le che può essere considerato diametralmente op-
splendore di cui si circondava). Questi, instaura- posto al Barocco.

1668 1687 1694


Newton realizza il Newton pubblica Andrea Pozzo,
telescopio a specchio Philosophiae naturalis Gloria di Sant'Ignazio
principia mathematica
1667 1673
Gian Lorenzo Bernini, A Parigi va in scena
Piazza San Pietro Il malato immaginario
di Molière
1660 1670 1680 1690 1700

1648 1661 1682


Fine Muore il cardinale Mazzarino, Luigi XIV si sposta
guerra dei reggente di Luigi XIV a Versailles
Trent’anni 1655
Inizio del pontificato
di papa Alessandro VII

L'età della meraviglia 7


STILI A CONFRONTO

Tra Rinascimento e Barocco


Ð Le novità del Barocco appaio- dal punto di vista dello stile e del L’architettura rinascimenta- Nell’architettura barocca, che
no particolarmente evidenti fa- significato. Questo allontana- le, che vede Firenze come suo ha origine a Roma, alla rivisita-
cendo un confronto con il Rina- mento, però, è mediato dal Ma- luogo di nascita, tende all’equi- zione degli ordini classici, de-
scimento. Pur mantenendo alcu- nierismo, l’arte del tardo Cinque- librio e alla linearità. Si usa formati e spezzati, si aggiunge
ni aspetti tipici dell’arte del cento, che con la sua ricerca di in- molto l’arco a tutto sesto ricer- la frequente introduzione di
Quattrocento e del Cinquecento stabilità e artificio chiude la cando proporzioni eleganti tra- curvature concave e convesse
– come l’uso degli elementi clas- stagione della misura e dell’ordi- mite il ricorso a moduli geome- [f] dei prospetti e di cornici di
sici in architettura, la cura nella ne rinascimentali. Il passaggio, trici [a]. Nelle chiese è frequen- coronamento mistilinee [g]. È
rappresentazione dei corpi e il ri- dunque, sarà graduale, pur esi- te il richiamo a strutture molto più abbondante anche
corso ai temi mitologici –, il Ba- stendo differenze importanti an- classiche come l’arco di trionfo l’apparato decorativo realizza-
rocco se ne allontana nettamente che tra Manierismo e Barocco. e il timpano triangolare [b]. to con statue e fregi.
Rinascimento

a Luca Fancelli, Palazzo Pitti, 1473. Firenze. b Bernardo Rossellino, Duomo, 1459-1462. Pienza.
Barocco

f Guarino Guarini, Palazzo Carignano, 1679-1685. Torino. g Rosario Gagliardi, Chiesa di San Domenico, 1703-1727.
Noto.

8 Capitolo 14 | Barocco
Le sculture rinascimentali ri- La pittura del Rinascimento La pittura barocca, al contra- Al ritratto rinascimentale,
prendono spesso il chiasmo riprende le ambientazioni clas- rio, ha un aspetto drammatico spesso di profilo, elegante e idea-
classico, sono nude, statiche e sicheggianti raffigurate con la dovuto ai forti contrasti chia- lizzato [e] si sostituisce l’intenso
hanno un’espressione idealizza- prospettiva centrale. La luce è roscurali e al pathos dei perso- ritratto barocco, pieno di detta-
ta [c]. Quelle barocche, molto diffusa e con pochi contrasti, il naggi. La composizione è dina- gli realistici che aiutano a trat-
più teatrali e dinamiche, si fon- panneggio voluminoso e la mica, spesso basata sulla diago- teggiare la psicologia del perso-
dono spesso con l’architettura composizione generalmente nale, e le figure umane tendono naggio. Lo sfondo scuro che fa ri-
che le contiene. I corpi non so- simmetrica [d]. I temi scelti per a riempire la scena [i]. Le scene saltare l’incarnato e i materiali
no mai totalmente nudi e la lo- la pittura sacra sono solitamen- sacre preferite sono quelle più dell’abbigliamento [j] prende il
ro postura si basa sulla linea te momenti sereni o comunque dolorose, come gli episodi di posto di uno sfondo luminoso,
serpentinata [h]. idealizzati. martirio. spesso naturale.

c Michelangelo, Cristo portacroce, d Perugino, Pala dei Decemviri, 1495-1496. e Piero del Pollaiolo, Ritratto di giovane dama,
1514-1516. 1470-1472.

h Gian Lorenzo Bernini, Monumento i Luca Giordano, Crocifissione di San Pietro, 1659-1660. j Antoon van Dyck, Ritratto di Emanuele
funebre di Alessandro VII, 1672-1678. Filiberto, principe di Savoia, 1624.

Stili a confronto 9
Il Barocco in Italia
Carta Tanti stili, un solo Barocco Scultura e pittura non sono più espressioni
interattiva Tutto comincia a Roma, centro propulsore del Ba- artistiche separate dall’architettura: sono integra-
Il Barocco a Roma rocco in quanto sede del potere papale e luogo do- te soprattutto agli edifici sacri e ne completano il
ve l’arte viene subito trasformata in strumento di messaggio. Gli stili possono anche essere molto di-
propaganda religiosa. L’architettura diventa subi- versi, si va dal classicismo della scuola dei Carracci,
to la massima espressione di questa corrente arti- al naturalismo di Caravaggio, ma tutti i vari filoni
stica, poiché più di ogni altra forma di arte si pre- sono accomunati da una ricerca di pathos e di dina-
sta a creare ambienti spettacolari, capaci di tradur- mismo del tutto assenti nella pittura del Quattro-
re in materia il messaggio della Controriforma. cento. In pittura, inoltre, si sviluppa un nuovo ge-
Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini e Fran- nere tipicamente italiano, il quadraturismo, una
cesco Borromini sono gli iniziatori della grande rappresentazione realizzata sulle volte con finte
stagione dell’architettura barocca romana. Pur architetture in prospettiva che sembrano sfonda-
con evidenti differenze, sono accomunati da una re la superficie muraria per raggiungere il cielo.
ricerca di monumentalità e di dinamismo e dall’u- La scultura non è da meno. Le opere di Bernini,
so di elementi classici più o meno rivisitati. A Ve- massimo interprete del Barocco anche in questo cam-
nezia, invece, il Barocco è rappresentato da Bal- po, sono contraddistinte da un forte dinamismo e da
dassare Longhena. Ciò che influenza le sue crea- un impressionante realismo nella resa dei materiali.
zioni non è la tradizione dell’antica Roma, ma il «È del poeta il fin la meraviglia […] chi non sa far
linguaggio chiaro e luminoso di Palladio. Diverso stupir, vada alla striglia!», scriveva il poeta Giam-
è il caso di Guarino Guarini, che a Torino elabo- battista Marino (1569-1625) anticipando con po-
ra una propria visione del tutto libera dal classici- chi versi il leit motiv di tutta l’arte del Seicento.
smo romano e veneziano, basata su forme origi-
nali e ardite. Nel Sud Italia, in particolare in Cam-
pania, Puglia e Sicilia, il Barocco arriva più tardi,
ma con soluzioni particolarmente esuberanti e
Ô 14.4 Pietro e Gian
Lorenzo Bernini, Fontana
scenografiche.
della Barcaccia, 1626-1629. L’idea di uno spazio mosso e teatrale non si limi-
Roma, Piazza di Spagna. ta all’edificio, ma coinvolge l’intera città come non
Ò 14.5 Napoli, Piazza del era mai accaduto in precedenza [14.14-14.16]: diver-
Gesù Nuovo. si quartieri vengono demoliti per lasciare il posto
Ø 14.6 Giulio Lasso a grandi complessi monastici, piazze, scalinate e
e Gaetano Smiriglio, Piazza
Villena (Quattro Canti), fontane. Le chiese già esistenti vengono moderniz-
1609-1620. Palermo. zate con nuove facciate, altari e cappelle barocche.

10 Capitolo 14 | Barocco
Annibale Carracci scene di genere, opere – a quel tempo considerate
minori – che raffigurano momenti di vita quoti-
(Bologna, 1560 – Roma, 1609) diana [Vol. 3]. Sembra un fatto marginale nella sto-
ria dell’arte, invece è una svolta epocale: dopo ol-
tre un millennio di scene sacre o mitologiche, la
La vita va in scena verità irrompe sulla tela. In realtà la scena di ge-
Bolognese di nascita, Annibale Carracci appartie- nere era già frequente nelle Fiandre fin dai tem-
ne a una famiglia di artisti di successo. Sono pitto- pi di Pieter Bruegel il Vecchio [Vol. 3], ma per l’am-
Chiave di lettura
ri il fratello maggiore Agostino e il cugino Ludovi- biente italiano, in piena Controriforma, si tratta
Massimo esponente
co. Con loro apre nel 1582 a Bologna l’Accademia di una novità dirompente. del classicismo seicentesco,
degli Incamminati, non più una bottega rinasci- Tra i dipinti più noti di Carracci spicca Il man- anticipa il Barocco per
mentale dove si copiano le opere classiche, ma giafagioli del 1584 [14.7], l’immagine di un popo- la produzione di umili scene
di vita quotidiana, l’umanità
una scuola d’arte incentrata sulla riproduzione lano, colto durante il suo umile pasto, che guarda dei personaggi sacri
della realtà e sullo studio dei maestri del Rinasci- verso l’osservatore mentre porta alla bocca una e l’aspetto fastoso degli
mento (Raffaello, Michelangelo, ma anche i colo- cucchiaiata di zuppa. Sul suo tavolo poco altro: la affreschi mitologici.
risti veneti Tiziano e Veronese), in opposizione al- ciotola di fagioli, una caraffa di vino, un bicchie-
× Ô 14.7 Annibale Carracci,
le tendenze più artificiose del tardo Manierismo. re, un coltello, un piatto di frittata, del pane e al- Il mangiafagioli, 1584. Olio su
Questa impostazione dell’Accademia influen- cuni cipollotti. Alimenti poveri, ma disposti con tela, 57×68 cm. Roma, Galleria
Colonna. Dipinto e relativa
za fortemente l’idea che Annibale ha del suo me- cura, come in una natura morta. È una scena stra- gamma cromatica.
stiere: «Noi altri dipintori habbiamo da parlare ordinariamente modesta con una gamma croma-
Ô 14.8 Annibale Carracci,
con le mani». L’arte è per lui una pratica manua- tica molto ristretta: toni terrosi e neutri stesi con Studio di alberi. Penna su
le prima che concettuale, un’attività da allenare pennellate visibili [14.7]. Ma questo non toglie carta, 38,5×25 cm. Firenze,
attraverso l’osservazione della realtà e la sua ri- nulla alla dignità del personaggio, anzi la esalta. Gabinetto dei Disegni e delle
Stampe, Galleria degli Uffizi.
proposizione attraverso il disegno dal vero [14.8]. Il mangiafagioli è l’antenato morale dei Mangiato-
Ô 14.9 Vincent van Gogh,
Grazie a questo approccio diretto verso l’arte, ri di patate di Van Gogh [14.9] e di tutti i personag- Mangiatori di patate, 1885.
Annibale è uno dei primi in Italia a dipingere le gi umili raccontati con dignità. Amsterdam, Museo Van Gogh.

Il Barocco in Italia 11
Ò 14.10 Annibale Carracci,
Piccola macelleria, ca 1580.
Olio su tela, 59,7×71 cm.
Fort Worth (Texas, Stati Uniti),
Kimbell Art Museum.

Sbirciando nelle botteghe


L’esibizione Attorno al 1580, Carracci aveva già affrontato la
del bue squartato scena di genere con il dipinto Piccola macelleria,
l’interno di una vera bottega di carni di fine Cin-
quecento [14.10]. Nello stretto spazio scandito in
I l tema della macelleria con carni ap-
pese e dettagli truculenti era stato già
proposto in area fiamminga [b] e qual-
alto dalle ganciere (assi di legno con punte me-
talliche), due macellai svolgono il proprio lavoro:
che anno prima era apparso a Bologna
uno armeggia con il coltello nella custodia, l’al-
con l’opera di Bartolomeo Passerotti
[c]. Ma la versione di Carracci del 1580 tro appende un pezzo di carne e si volta a guarda-
è molto più immediata, non c’è la sen- re l’osservatore. In primo piano campeggia un in-
sazione di allestimento della scena dei tero bue squartato mentre sul fondo alcune fette
suoi precedenti. Nel giro di pochi de- di carne sono stese sopra un tavolo di legno. Chiu-
cenni, con Rembrandt, la carcassa del
de la scena a destra il ceppo di legno che funge da
bue diventerà la sola protagonista, in
tutto il suo sconvolgente strazio [a]. tagliere, su cui penzola un capretto con le budella
a Rembrandt, Bue macellato, 1655.
di fuori. Sul ceppo stanno due zampette mozzate,
alla base una piccola testa caduta sul pavimento.
La tecnica pittorica è rapida, priva di dettagli,
ma anche estremamente realistica e a tratti piut-
tosto cruda. Eppure la scena ha una sua armonia:
le pose dei due personaggi sono contemporanea-
mente eleganti e naturali, i tessuti bianchi sono ca-
richi di luce e la tavolozza compone una sequen-
za tonale estremamente raffinata contrastata so-
b Joachim Beuckelaer, Macelleria, ca 1568. c Bartolomeo Passerotti, Macelleria, ca 1580. lo dal verde delle calze dell’uomo sulla destra, che
sembra accordarsi al suo colorito livido.

12 Capitolo 14 | Barocco
Classico come il mito volta della Sistina [Vol. 3] e persino gli Ignudi po- GUARDA!
Nel 1595 Annibale è chiamato a Roma dal cardi- sti lungo il perimetro. Del secondo richiama, in-
nale Odoardo Farnese per decorare il suo palaz- vece, la tavolozza luminosa e la grazia sinuosa dei
zo. A Bologna è già famoso per gli affreschi rea- corpi danzanti.
lizzati in diverse residenze nobiliari con il fratel- Il risultato finale è un immenso altorilievo il-
lo e il cugino, ma adesso dovrà confrontarsi con lusionistico capace di suscitare grande meravi- Analisi
una prova delicata e prestigiosa che realizzerà tra glia. Per questo aspetto, per il dinamismo delle fi- d’opera
il 1597 e il 1608: la volta della Galleria di Palaz- gure umane e per l’esuberanza decorativa, la vol- Annibale Carracci,
zo Farnese, 600 metri quadrati da affrescare con ta della galleria può essere considerata una delle Volta della Galleria
di Palazzo Farnese
scene degli Amori degli dei tratte dalle Metamorfo- prime opere pienamente barocche e un modello
si di Ovidio [14.11]. di riferimento per intere generazioni di artisti.
L’occasione è quella delle nozze del trentenne
Ranuccio Farnese, nipote del cardinale Odoardo, Ñ 14.11 Roma, Galleria di
Palazzo Farnese. Interno.
con la dodicenne Margherita Aldobrandini, nipo-
te del papa in carica Clemente VIII. È un matri- Ô 14.12 Annibale Carracci,
Volta della Galleria di Palazzo
monio politico, un accordo per unire due casa- Farnese. Dettaglio con
te, e tuttavia proprio per questo va celebrato con Polifemo.
tutto il fasto che gli compete. Gli sposi sono raf- Ô 14.13 Annibale Carracci,
figurati al centro del grande affresco con il Trion- Volta della Galleria
di Palazzo Farnese,
fo di Bacco e Arianna nel loro travolgente corteo 1597-1608. Affresco,
nuziale [14.13]. Ma l’esuberanza pittorica non si ca 600×1800 cm. Roma,
esaurisce nel riquadro principale: l’intera volta è Palazzo Farnese.

concepita come un trionfo di colore e movimen-


to, un trompe l’oeil nel quale telamoni (cioè figure
maschili che fungono da pilastri) e architravi co-
lor pietra circondano dei finti quadri con tanto di
cornice dorata. Uno stile pittorico completamen-
te diverso da quello delle giovanili scene di gene-
re. Qui c’è un recupero della classicità sia per il
soggetto mitologico sia per lo stile, ispirato a Mi-
chelangelo e Raffaello.
Del primo Annibale riprende la potenza tita-
nica dei corpi in torsione (come quello di Polife-
mo che sta per scagliare un masso contro il pa-
store Aci [14.12]), la suddivisione della superficie
in settori con elementi architettonici come nella

Il Barocco in Italia 13
figurare un episodio squisitamente teologico con
grande concretezza: Maria si libra decisa verso il
cielo mentre gli apostoli si voltano a guardarla
con gesti di stupore. Il miracolo è narrato con la
stessa efficacia (ma con stile diverso) degli adia-
centi dipinti di Caravaggio che in quegli anni la-
vorava alla Crocifissione di San Pietro, a sinistra, e
alla Conversione di San Paolo, a destra [14.14].
È più vicina alla maniera di Caravaggio la Pietà
con le tre Marie del 1606 circa [14.16]. Il fondo scu-
ro, il taglio diagonale e l’esibizione di un vero do-
lore ricordano molto la Deposizione di Merisi [>
p. 26]. Qui la Madonna, svenuta dal dolore, tiene in
grembo il capo di Cristo morto, a sua volta sorret-
ta da una delle altre tre Marie. Quella con il man-
tello giallo è la Maddalena, le altre due sono Ma-
ria di Cleofa e Maria Salomè. La sofferenza delle
donne, narrata senza idealizzazioni, è mitigata so-
Ó 14.14 Cappella Cerasi. Vero come dolore e stupore lo dalla bellezza del corpo di Cristo, luminoso nel
Veduta verso l’altare.
Roma, Chiesa di Santa Maria
Verso la fine del secolo le pressioni della Controri- suo incarnato pallido.
del Popolo. forma verso un’arte dottrinale e didattica [> p. 15] La drammaticità del quadro, però, racconta
Ö 14.15 Annibale Carracci, portano Annibale Carracci a sviluppare un nuo- anche altro: Annibale Carracci, a partire dal 1605,
Assunzione della Vergine, vo stile per le scene sacre. I suoi dipinti diventa- è sempre più prostrato. Negli ultimi anni un pro-
1600-1601. Olio su tavola,
245×155 cm. Roma, Chiesa
no didascalici, mentre gli episodi scelti e le emo- fondo disagio interiore non gli permette nean-
di Santa Maria del Popolo, zioni dei personaggi sono rappresentati in modo che di dipingere, tanto che le ultime opere sono
Cappella Cerasi. inequivocabile grazie al realismo delle espressio- completate dai suoi aiutanti. Si spegne a Roma
Ó 14.16 Annibale Carracci, ni, abbinato al pathos e al dinamismo. nel 1609 a quarantanove anni, per cause miste-
Pietà con le tre Marie, Nell’Assunzione della Vergine della Cappella riose. Ma il suo valore è già talmente riconosciu-
1604-1606. Olio su tela,
92,8×103,2 cm. Londra, Cerasi, nella Chiesa di Santa Maria del Popolo a to che viene sepolto nel Pantheon, accanto a Raffa-
National Gallery. Roma, dipinta intorno al 1600 [14.15], riesce a raf- ello, dove giace ancora oggi.

14 Capitolo 14 | Barocco
A R T E E S O C I E TÀ

La strategia delle immagini


Ð Durante il Concilio di Tren- temente i vescovi: che attraver- re ed amare Dio e ad esercitare ben strutturato da essere im-
to la Chiesa si occupò di dare so la storia dei misteri della no- la pietà». mediatamente riconoscibile
istruzioni precise sull’uso delle stra redenzione [a], espressa Il ricorso all’adorazione delle ciò che si vuole raffigurare»,
immagini sacre e sulle loro ca- con le pitture e con altre imma- immagini, dunque, è considera- questo perché la pittura, come
ratteristiche. Nella sessione del gini, il popolo viene istruito e to legittimo dalla Chiesa della l’arte oratoria, deve «dilettare,
1563 si afferma che alle imma- confermato nel ricordare gli ar- Controriforma in quanto queste insegnare e movere», cioè pro-
gini sacre «… si deve attribuire ticoli di fede e nella loro assi- sono rappresentazioni della di- curare un piacere estetico, edu-
il dovuto onore e la venerazio- dua meditazione. vinità e non coincidono con es- care e commuovere.
ne: non certo perché si crede Ed inoltre, che da tutte le sa- sa e, oltre a istruire i fedeli, sti- Nel mondo protestante, in-
che vi sia in esse una qualche cre immagini si trae grande molano in loro l’emulazione. vece, le immagini sacre furono
divinità o virtù, per cui debba- frutto, non solo perché vengo- Nel 1582 il cardinale bolo- avversate: essendo prodotti
no essere venerate; o perché si no ricordati al popolo i benefici gnese Gabriele Paleotti pub- umani indipendenti dalla Bib-
debba chiedere ad esse qualche e i doni che gli sono stati fatti blica il Discorso sulle immagini bia, erano considerate un abu-
cosa, o riporre fiducia nelle im- da Cristo, ma anche perché nei sacre e profane, un testo fonda- so. Questa visione portò, in al-
magini, come un tempo faceva- santi sono posti sotto gli occhi mentale per la nascita dell’arte cuni casi, a gravi episodi di ico-
no i pagani, che riponevano la dei fedeli le meraviglie e gli barocca perché contiene i det- noclastia. Il più eclatante, noto
loro speranza negli idoli, ma esempi salutari di Dio, così che tami della Chiesa controrifor- come Beeldenstorm, è accaduto
perché l’onore loro attribuito si ne ringrazino Dio, cerchino di mata in tema di pittura. Secon- nel 1566 [c] quando i calvinisti
riferisce ai prototipi, che esse regolare la loro vita e i loro co- do Paleotti «un dipinto deve fecero a pezzi tutte le immagini
rappresentano. […] Questo, poi, stumi secondo l’imitazione dei avere in sé la maggior chiarez- sacre presenti nelle chiese dei
cerchino di insegnare diligen- santi [b], siano spinti ad adora- za possibile; dovrà essere così Paesi Bassi [d].

a Paolo de Matteis, Trionfo dell’Immacolata, 1710-1715. b Peter Paul Rubens, Miracolo di San Benedetto, 1625-1630.

c Frans Hogenberg, Distruzione della chiesa di Nostra Signora ad Anversa, 20 d Rilievi del retablo della Cattedrale di Utrecht danneggiati durante il Beeldenstorm
agosto, 1566. nel 1566.

Il Barocco in Italia 15
Caravaggio te che amava circondarsi di gente del popolo, spes-
so poco raccomandabile.
(Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) Presto si specializza nelle nature morte [> p.
19] di fiori e di frutta, un genere già praticato nel-
le Fiandre ma piuttosto raro in Italia, rivelando
Vero e naturale altrettanto virtuosismo anche nella rappresen-
Nato a Milano nel 1571, Michelangelo Merisi è tazione di oggetti inanimati. «Ma esercitandosi
noto come Caravaggio dal nome del paese lom- egli di mala voglia in queste cose, e sentendo gran
Chiave di lettura
bardo da cui proviene la famiglia. Vive a Milano rammarico di vedersi tolto alle figure», come rac-
Pittore votato alla
rappresentazione del
fino al 1593 quando si trasferisce a Roma, entran- conta ancora Bellori, il giovane artista va in cerca
vero, anche quello più do a bottega presso un pittore noto come Cavalier di nuove committenze.
indecoroso, sceglie d’Arpino (1568-1640). Risale a questo periodo anche Riposo durante
ambientazioni teatrali e Nella capitale, tra il 1594 e il 1598, Caravaggio la fuga in Egitto [14.21]. Il momento scelto è una
suggestive. La luce fa
emergere dall’ombra dà subito prova del suo grande talento dipingen- sosta durante la fuga della Sacra Famiglia, intra-
le figure con effetti do personaggi mitologici come un languido Bacco presa per mettere in salvo il piccolo Gesù dallo
drammatici. Il pathos è intento a banchettare [14.17], scene di genere [Vol. sterminio dei neonati ordinato da Erode (noto
dato dalla gestualità e dalle 3] come un insolito Ragazzo morso da un ramar- come Strage degli innocenti). Ma se non fosse
composizioni dinamiche.
ro [14.18] o I bari, due truffatori intenti a inganna- per l’angelo di spalle che suona il violino mentre
re la loro vittima [14.19]. Quadri sorprendenti per Giuseppe gli regge lo spartito, potrebbe trattarsi
il grande realismo delle figure e dei dettagli e per di una normale famiglia in viaggio, con la madre
la naturalezza dell’insieme, due elementi tipici di affaticata che dorme abbracciando il suo bambi-
Caravaggio. Come afferma, infatti, Giovanni Pie- no, il padre seduto sul fagotto e un asino che si af-
Ô 14.17 Caravaggio, Bacco,
1598. Olio su tela, 95×85 cm. tro Bellori, uno dei suoi biografi, fin dall’inizio «si faccia curioso dallo sfondo. Manca del tutto la sa-
Firenze, Galleria degli Uffizi. propose la sola natura per oggetto del suo pennel- cralità tipica dell’iconografia rinascimentale, in
Ø 14.18 Caravaggio, lo» cioè la riproduzione del reale, disdegnando cui la Madonna siede sull’asino come su un tro-
Ragazzo morso da un ramarro, sia le opere classiche sia quelle del tanto imitato no [14.20]. A restituire il senso del divino sono il
1594-1595. Olio su tela,
66×49,5 cm. Londra, Raffaello. Una scelta non solo artistica ma anche drappo leggero e luminoso che avvolge l’angelo
National Gallery. caratteriale: Caravaggio era un uomo intemperan- svolazzando e le sue ali scure al centro del quadro.

16 Capitolo 14 | Barocco
Ñ 14.19 Caravaggio, I bari, ca 1595.
Olio su tela, 94, 2×131 cm. Fort Worth
(Texas, Stati Uniti), Kimbell Art Museum.
Ô 14.20 Carpaccio, Fuga in Egitto,
1500-1510.
Ô 14.21 Caravaggio, Riposo
durante la fuga in Egitto, 1597.
Olio su tela, 135,5×166,5 cm.
Roma, Palazzo Doria Pamphilj.

Il Barocco in Italia 17
Ô 14.22 Caravaggio, La perfezione imperfetta elementi simbolici che alludono alla transitorietà
Giovane con canestra di frutta,
1593-1594. Particolare. Caravaggio torna alla natura morta per il cardi- delle cose terrene.
nale Francesco Maria Del Monte, un committen- Il cesto è osservato frontalmente, da un insoli-
te che sarà fondamentale per la sua carriera arti- to punto di vista all’altezza del piano su cui pog-
stica. Per lui dipinge nel 1596 la Canestra di frutta gia; non è possibile, dunque, percepire la profon-
[14.23], una composizione incredibilmente reali- dità del tavolo o la distanza di questo dalla parete.
stica e al contempo carica di significati simboli- Eppure Caravaggio riesce a creare la terza dimen-
ci; l’unica natura morta di Caravaggio giunta fino sione con uno stratagemma tanto minimo quanto
a noi (ma ne inserisce tante in altri dipinti a tema sapiente: lascia che il bordo del cesto sporga legger-
sacro o mitologico [14.22]). mente dalla superficie d’appoggio, quanto basta
Il quadro mostra un cesto in vimini pieno di perché proietti una sottile ombra sul bordo oriz-
GUARDA!
frutta e foglie che campeggia sopra un ampio zontale. Ed ecco che la canestra assume una precisa
sfondo giallo chiaro. La perfezione quasi fotogra- collocazione spaziale recuperando il suo volume.
fica e la disposizione elegante dentro un semicer- A tutto ciò si aggiunge l’uso virtuosistico del
chio nascondono una natura in decomposizione, chiaroscuro creato dalla luce proveniente da sini-
Analisi una bellezza ormai sfiorita: la mela è bacata, l’u- stra. Niente ombre drammatiche – i forti contrasti
d’opera va troppo matura sta per marcire, le foglie di vi- arriveranno nelle opere successive – ma un passag-
Caravaggio, te appassite si stanno già accartocciando. Si tratta gio lento e progressivo, evidente nell’intreccio del
Canestra di Frutta di una vanitas, una particolare natura morta con vimini, dalla zona più luminosa a quella in ombra.

Ó 14.23 Caravaggio, Canestra di frutta, 1597-1600. Olio su tela, 54,5×67,5 cm. Milano, Pinacoteca Ambrosiana.

18 Capitolo 14 | Barocco
GENERE PIT TORICO

La natura morta
Ð Come la scena di genere, an- mitologici. La natura morta è, in- fiori, vasellame, strumenti musi- augurio di abbondanza [a]. I
che la natura morta è un tema le- fatti, la rappresentazione esclu- cali, frutta, ortaggi, selvaggina e fiori e i vasi, perfetti ma fragili,
gato alla realtà piuttosto che ai siva di oggetti, senza la presenza persino teschi [a - f]. alludono alla transitorietà del-
grandi temi del passato, sacri o umana: tavole imbandite, vasi di Come la scena di genere, an- la bellezza [b]. Gli strumenti
che la natura morta arriva dal musicali impolverati ricorda-
Nord Europa e come quella era no che anche i divertimenti so-
considerata, all’epoca, un gene- no momenti passeggeri [d].
re minore. Eppure rivela molti Molto più esplicite, infine, so-
aspetti della società del tempo: no le vanitas, dipinti con chiari
l’approccio scientifico verso la riferimenti alla morte come te-
natura e la presenza di una schi, clessidre, orologi [e]. Il ter-
committenza borghese che mine, derivante dalla locuzio-
preferisce i cosiddetti quadri da ne latina biblica vanitas vanita-
stanza, cioè di piccolo formato. tum, et omnia vanitas (“vanità
In realtà non si tratta di ope- delle vanità, tutto è vanità”) è
re puramente decorative: le na- un ammonimento a tener sem-
ture morte nascondono spesso pre presente l’effimera condi-
profondi significati simbolici, zione dell’esistenza. Il messag-
come si è visto per la Canestra di gio, dunque, è memento mori
frutta di Caravaggio. (cioè “ricordati che devi mori-
Una tavola ricca di cibo, ma- re”), un invito a vivere in retti-
a Abraham van Beyeren, Natura morta con autoritratto dell’artista sull’argento, 1655-1665. gari in parte consumato, è un tudine.

b Jan Bruegel il Vecchio, c Juan Sánchez Cotán, Natura morta, ca 1602. d Evaristo Baschenis, Natura morta con strumenti musicali, ca 1670.
Vaso di fiori con gioiello,
monete e conchiglie, 1606.

e Philippe de Champaigne, Vanitas con tulipano, teschio e clessidra, 1671. f Francisco de Zurbarán, Natura morta, 1650.

Il Barocco in Italia 19
Il gusto del macabro
Sempre per il cardinale Del Monte, Caravaggio
dipinge tra il 1596 e il 1598 una straordinaria Te-
sta di Medusa [14.24]. Il capo grondante sangue
dal collo mozzato e gli occhi spalancati in un’e-
spressione di terrore, Medusa è raffigurata su
una tela applicata a uno scudo bombato di forma
circolare [> box, e]. Il supporto, insolito, richia-
ma la leggenda secondo la quale Perseo avrebbe
sconfitto Medusa facendola specchiare sullo scu-
do prestatogli da Atena e questa, riavuto indie-
tro lo scudo, vi avrebbe applicato la testa usan-
dola come arma.
In quest’opera sono presenti tutti gli elemen-
ti tipici della pittura di Caravaggio e del filone
naturalista dell’arte barocca: l’estremo realismo
del volto e dei serpenti, il sapiente uso del chia-
roscuro che modella il viso e separa la testa dallo
sfondo, la crudezza dei dettagli più macabri co-
me il sangue che schizza dal collo reciso.
La drammaticità dell’evento è massima anche
perché Caravaggio non ha scelto un momento
qualsiasi ma quello più carico di pathos, l’attimo
in cui Medusa è ancora viva, sebbene decapitata,
Ó 14.24 Caravaggio, Testa di Medusa, 1596-1598. Olio su tela riportata su scudo ligneo, e urla tutto il suo orrore mentre decine di serpen-
60×55 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi. ti si avvinghiano tra loro impazziti.

Dal tempio al logo

N ella mitologia Medusa è una delle Gòrgoni, esse-


ri mostruosi capaci di pietrificare chiunque le
guardi negli occhi. Nelle raffigurazioni della Grecia
a Antefissa greca arcaica, arcaica ha la bocca ghignante dalle zanne sporgenti,
540 a.C. ed è collocata sui tetti dei templi come antefissa con
lo scopo di proteggere l’edificio sacro scacciando l’or-
rido con l’orrido [a].
Successivamente viene raffigurata nelle mani di
Perseo, l’eroe che riuscirà a decapitarla facendola spec-
chiare sullo scudo lucido di Atena [c]. In questa veste
riappare nel Cinquecento, dopo la lunga pausa del Me-
c Perseo che regge la testa di d Benvenuto Cellini, Perseo dioevo, con la statua in bronzo di Benvenuto Cellini
b Logo Medusa. Medusa, I secolo d.C. con la testa di Medusa, 1554. [Vol. 3] posta nella Loggia dei Lanzi, a Firenze [d].
Nel Seicento perde l’idealizzazione di età rinasci-
mentale per mostrare tutto l’orrore del personaggio.
È così che la dipinge Caravaggio sullo scudo bomba-
to [e]. A metà secolo Gian Lorenzo Bernini scolpisce
una testa di Medusa colta prima della decapitazione
[f], nel momento in cui si rende conto che sta per di-
ventare vittima del suo stesso maleficio.
Verso la fine dell’Ottocento, e in particolare con
Gustav Klimt [g], la percezione di Medusa cambia ra-
dicalmente: i Simbolisti ne sentono il fascino fatale e
la rappresentarono con espressione conturbante.
Ai nostri tempi appartengono alcune rivisitazioni
stilizzate per marchi molto noti che sembrano tornare
g Gustav Klimt, Fregio di
e Caravaggio, Testa di f Gian Lorenzo Bernini, Beethoven. Particolare con all’antico potere di Medusa [b]: calamitare lo sguardo
Medusa. Veduta laterale. Medusa, 1644-1648. Le tre Gorgoni, 1902. dell’osservatore, stavolta diventato un consumatore.

20 Capitolo 14 | Barocco
L’attimo del dramma Il soggetto, in verità, non è nuovo. Appare Ó 14.25 Caravaggio,
Anche per Giuditta e Oloferne, realizzato nel 1599 già nei codici miniati medievali e in tante ope- Giuditta e Oloferne, 1599.
Olio su tela, 145×195 cm.
su richiesta del banchiere Ottavio Costa [14.25], re del Rinascimento, sebbene spesso nel momen- Roma, Gallerie Nazionali
Caravaggio sceglie l’istante di massima tensione, to successivo alla decapitazione, come nell’ope- di Arte Antica, Palazzo
Barberini.
quello in cui la giovane vedova ebrea affonda la ra di Andrea Mantegna [14.26]. Ma è assolutamen-
scimitarra nella gola del nemico, il generale assiro te originale lo sfondo buio sul quale si stagliano Ô 14.26 Andrea Mantegna,
Giuditta e l’ancella con la testa
Oloferne, afferrandolo per i capelli. Come Medu- i personaggi colpiti da uno stretto fascio di luce: di Oloferne, 1495. Washington,
sa, anche lui urla in un ultimo sussulto di terrore, proveniente da sinistra, modella il corpo musco- National Gallery of Art.
con gli occhi sbarrati, mentre dal suo collo il san- loso di Oloferne e illumina la veste di Giuditta.
gue schizza a fiotti sul materasso. Un effetto molto teatrale rafforzato dalla presen-
Al suo grido disperato si contrappone il gesto za del drappo rosso sullo sfondo, sollevato come
determinato di Giuditta, la cui fronte aggrottata un sipario.
svela lo sforzo dell’azione e forse anche il disgusto. La ricerca di forti contrasti, stando a Bellori, di-
Un’espressione molto realistica, anche perché ot- venta presto una vera ossessione per Caravaggio:
tenuta prendendo a modello una donna romana «E s’inoltrò egli tanto in questo suo modo di ope-
particolarmente spregiudicata, la prostituta Filli- rare, che non faceva mai uscire all’aperto del sole
de Melandroni. alcuna delle sue figure, ma trovò una maniera di
Accanto a Giuditta, che per non avere intralci campirle entro l’aria bruna d’una camera rinchiu-
si è rimboccata le maniche sui potenti avambracci, sa, pigliando un lume alto che scendeva a piombo
l’anziana ancella Abra aspetta con lo sguardo smar- sopra la parte principale del corpo, e lasciando il
rito di poter mettere la testa dell’uomo dentro il rimanente in ombra a fine di recar forza con vee-
sacco, come trofeo da portare nella città di Betulia. menza di chiaro e di oscuro».

Il Barocco in Italia 21
Ó 14.27 Cappella La salvezza tra luce e tenebre torno a un tavolo, e Cristo che entra in scena da
Contarelli. Roma, Grazie all’intercessione dal cardinale Del Monte, destra, parzialmente coperto dalla figura di San
Chiesa di San Luigi
dei Francesi. Veduta interna nel 1599 Caravaggio riceve il suo primo incari- Pietro. Esami radiografici hanno rivelato che que-
con le opere di Caravaggio. co per un luogo pubblico: realizzare tre dipin- sto personaggio sarebbe stato aggiunto in un se-
ti di grande formato per la Cappella Contarelli condo momento in quanto la sottostante figura di
GUARDA! nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, a Roma. Le Cristo era già stata dipinta per intero. Un ulterio-
tre opere dovevano rappresentare la vita di San re ripensamento si può notare nei piedi di Cristo,
Matteo cominciando con la vocazione a sinistra, appena visibili dietro quelli di Pietro e orientati
la scrittura del Vangelo al centro e il martirio a de- verso destra anziché verso il tavolo dei gabellieri.
stra [14.27]. L’ordine di esecuzione, tuttavia, non L’ambiente simile a un’osteria e i costumi dei
Analisi seguirà la cronologia della vita del santo: la pri- personaggi a sinistra, propri dell’epoca di Cara-
d’opera ma tela dipinta da Caravaggio è il Martirio, la se- vaggio, fanno assomigliare il dipinto a una sce-
Caravaggio, conda la Vocazione e la terza quella con San Mat- na di genere. Il giovane al centro, visto di spal-
Vocazione di San Matteo teo e l’angelo. le, rende la scena più naturale e verosimile e re-
Dei tre quadri, la Vocazione di San Matteo stituisce profondità spaziale a un ambiente privo
(1599-1600) [14.28] è quella che meglio rivela la di prospettiva.
capacità di Caravaggio di drammatizzare un epi- Matteo, voltandosi, indica se stesso con stupo-
sodio apparentemente banale rendendolo epico. re, quasi a chiedere conferma della volontà divina.
Il momento raffigurato è narrato nel Vangelo di Ma il gesto di Cristo è chiaro, la mano protesa con il
Matteo con queste poche parole: «Passando, Gesù dito leggermente sollevato (un omaggio evidente
vide un uomo chiamato Matteo seduto al banco alla Creazione michelangiolesca [14.29]) non am-
delle imposte e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si al- mette tentennamenti e la luce sembra quasi mate-
zò e lo seguì». rializzare e ribadire la perentorietà della chiamata
Caravaggio interpreta il brano raffigurando divina. Entrando con un taglio netto diagonale da
in un interno il gabelliere Matteo mentre conta una fonte esterna alla scena, in alto a destra, irrom-
il denaro delle tasse con altri quattro uomini at- pe nel locale sfiorando il volto e la mano di Cristo

22 Capitolo 14 | Barocco
e si riversa sui personaggi colpendoli con violen- pella dalla finestra centrale sopra all’altare. Un
za. L’indifferenza degli uomini più a sinistra indi- tocco di realismo che, coerentemente, viene ri-
Ô 14.28 Caravaggio,
ca che, anche se la chiamata divina arriva a tutti, petuto nel Martirio, dove la luce arriva da sinistra Vocazione di San Matteo,
ognuno è libero di scegliere se seguirla o meno. e nella pala centrale, in cui la luce arriva dall’alto. 1599-1600. Olio su tela,
Tutto il resto è ombra e buio, le tenebre del pec- 322×340 cm. Roma,
Chiesa di San Luigi
cato dovute alla mancanza di Dio. Persino la fi- dei Francesi, Cappella
nestra, in alto, sembra opaca: la sua luminosità Contarelli.
è nulla rispetto a quella che arriva da Cristo. Un Ñ 14.29 Confronto fra
elemento simbolico, dunque, la luce, ma anche la mano di Cristo nella
Vocazione di San Matteo
un espediente pittorico, uno stratagemma capa- di Caravaggio e la mano
ce di conferire ai dipinti grande teatralità e carica di Adamo nella Creazione
della Cappella Sistina
emotiva. C’è di più: il fascio luminoso ha la stessa di Michelangelo,
direzione della luce naturale che entra nella cap- 1508-1512.

Il Barocco in Italia 23

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