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In seguito a questa scoperta furono inventati e

costruiti modelli di clavicembalo con il nuovo


meccanismo a corde percosse che
permetteva una più ampia escursione
dinamica, e vennero chiamati fortepiano

STORIA
nel 1700 un italiano di nome
Bartolomeo Cristofori inventò un
sistema di leve meccaniche e di
martelletti a percussione che
hanno dato origine all’invenzione
del moderno pianoforte
il “fortepiano” di Cristofori clavicembalo
il suo vero predecessore è il clavicordo, strumento
a corde dalle dubbiose origini, dotato di un
rudimentale sistema capace di creare dinamica nel
suono

CHI È IL SUO VERO (si dice il suo inventore fosse Pitagora stesso, nel VI sec. circa)

ANTENATO?
se pensavi fosse il clavicembalo,
beh, ti stavi sbagliando!
+

PIANOFORTE+ESPRESSIVITÀ= ROMANTICISMO
Sul pianoforte si riconoscono e si ritrovano tutte le Grazie alle nuove tecnologie, vi si ha
aspirazioni romantiche, poiché esso seppe dar voce la capacità tramite 88 tasti di poter
e ali sia al lirismo intimo, sia all'acrobazia
virtuosistica, le due anime che riflettono la passione suonare “un orchestra” e soprattutto
e le attese musicali dell'Ottocento. di poter suonare con espressività
su una tastiera.
vi sono diversi compositori romantici,
quali Chopin, Brahms, Schubert etc...
2 FAMIGLIE, 2 TIPI
DI PIANOFORTE

suono tecnica

pleyel érard
Nei pianoforti verticali ogni martelletto batte su un
gruppo di due o tre corde suonate all’unisono o su
una singola corda più spessa (in genere rivestita di
rame per appesantirla) per i suoni più gravi. Nei
pianoforti orizzontali ad ogni tasto corrisponde un
gruppo di tre corde, tranne per i suoni più gravi,
che, essendo la corda rivestita in rame, hanno
solitamente due o una corda.
COME FUNZIONA
UN PIANOFORTE?
Il suono del pianoforte si genera tramite percussione, ovvero
ciascuna corda al suo interno viene percossa da un martelletto,
che viene azionato quando si preme il tasto. La tastiera è di norma
composta da 88 tasti, 52 bianchi e 36 neri. I bianchi rappresentano
le note: do, re, mi, fa, sol, la e si. I neri individuano generalmente le
alterazioni (note bemolli o diesis). Il pianoforte è il più diffuso
strumento appartenente ai cordofoni a corde percosse.
GLI SCAPPAMENTI
Un meccanismo permette al martelletto di
ritornare alla sua posizione iniziale quando la
corda viene colpita dal martelletto,
permettendone la vibrazione (scappamento).
Se il tasto viene rilasciato, subentra l’azione
degli smorzatori che ne bloccano la vibrazione.
Nei pianoforti orizzontali esiste il doppio
scappamento ovvero un meccanismo che
permette la ripetizione veloce di una stessa
nota senza che il martelletto torni
completamente alla sua posizione iniziale
I PEDALI
I pedali del pianoforte possono essere di quattro tipi:

Pedale di risonanza (a destra): quando azionato impedisce l’azione degli smorzatori


anche quando il tasto ritorna alla sua posizione iniziale.
Pedale 1 corda (1C, a sinistra): nei pianoforti orizzontali sposta leggermente la tastiera
verso la destra dell’esecutore, quindi il martelletto colpisce solo una o due delle tre
corde presenti per ogni nota. Il suono prodotto sarà quindi più tenue e ovattato,
adatto a creare particolari atmosfere sonore.
Pedale tonale (al centro): è essenzialmente un pedale di risonanza che agisce solo per
un numero limitato di tasti. Aggiunge risonanze al suono.
Sordina: immette un panno di velluto tra i martelletti e le corde. Prevista solo per i
pianoforti verticali, serve per non recare disturbo ai vicini o ai parenti in casa.
PROCESSO DI COSTRUZIONE
Il primo passo per la costruzione di un pianoforte consiste nella realizzazione della struttura di base. Il materiale
utilizzato, è un legno di qualità. Si preferisce l’acero, che viene modellato per creare le assi principali che andranno a
formare lo “scheletro” del pianoforte, ovvero il telaio. Naturalmente, dimensioni e forme variano in base al tipo di
strumento che si vuole creare tra pianoforte a coda, mezza coda o verticale.
Le varie tavole create vengono incollate, per poi essere pressate tramite un apposito macchinario. Il passo
successivo alla creazione del telaio del pianoforte prevede l’inserimento di tutti quegli elementi necessari a creare il
suo affascinante suono. È a questo punto che si installa la cassa, che viene posta tra il telaio e la tavola armonica.
svolge la funzione di amplificatore del suono che viene emesso dalla vibrazione delle corde tramite percussione sui
tasti. La tavola armonica viene colpita dalle diverse vibrazioni grazie a un altro importante elemento del pianoforte, i
ponticelli. Tramite questo preciso meccanismo si ottiene l’amplificazione dell’onda sonora.
I ponticelli sono due piccoli supporti costruiti in legno che permettono di trasmettere le vibrazioni delle corde. Sono
due e vengono inseriti al di sopra della tavola armonica. Dopo aver assemblato queste parti, i due ponti vengono
protetti da una piastra realizzata in ghisa, che va apposta in maniera precisa per poter consentire a tutto il
meccanismo di funzionare alla perfezione.
Il passo successivo è molto importante. Infatti, sui ponti si incidono delle tacche che servono a ospitare le corde. In
ognuno di questi inserti vengono alloggiate tre corde. Questo passaggio richiede grande tecnica e precisione. La
parte esterna del pianoforte viene realizzata utilizzando un legno differente rispetto a quello con il quale si crea il
telaio. Elemento imprescindibile in un pianoforte è la cordiera, elemento che viene costruito per poter tenere in
tensione le diverse corde. Questa è la parte più vicina alla tastiera e le corde giungono fino ai ponticelli. Nel tasto
vengono installati dei piccoli pesi, così che ognuno di essi abbia un peso specifico. Questa tecnica viene conosciuta
come “controbilanciamento” e determina il tipo di tocco e il peso dei vari tasti. Conclusa questa fase, il processo di
costruzione di un pianoforte può considerarsi terminato.
CURIOSITÀ
La percentuale di umidità è uno dei fattori più critici per il pianoforte: il troppo umido
può deformare i legni sotto carico, mentre il troppo secco può generare fessurazioni
negli stessi pezzi. Una grande influenza è esercitata anche dalla temperatura
ambiente e dalla posizione che si dà allo strumento. La temperatura più adatta va dai
15 ai 19 °C e ogni cambio repentino di temperatura non fa bene allo strumento.
Bisogna evitare che lo strumento si trovi vicino a fonti di calore o direttamente
esposto alla radiazione solare. Non bisognerebbe appoggiare nulla sul mobile. Non si
deve pulire l'interno dello strumento, soprattutto con prodotti aggressivi, o i legni
sarebbero seriamente danneggiati. La pulizia va fatta da un tecnico.

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