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1.

Qual è il fine delle politiche di comunicazione aziendale rivolte ai


pubblici dell’impresa?
Lo scopo finale di ogni attività di comunicazione dell’impresa è quello di
contribuire allo sviluppo e al consolidamento di un’immagine positiva e distintiva
dell’azienda, immagine che possa costituire per essa una risorsa immateriale
utilizzabile ai fini strategici.

2. Perché l’immagine aziendale rappresenta una risorsa importante per


l’impresa?
Perché, in quanto risorsa intangibile che genera la fiducia e quindi il consenso degli
stakeholder nei confronti dell’impresa, essa si pone al centro del processo evolutivo
dell’impresa nel suo ambiente. Godere di un’immagine forte e coerente è per l’impresa
un requisito necessario per poter realizzare la propria strategia aziendale.

3. L’impresa è in grado di influenzare direttamente la sua immagine


presso i diversi pubblici?
No, l’impresa non è in grado di influenzare in modo diretto e totale l’immagine di cui
essa gode presso i suoi diversi pubblici, perché essa è frutto di un giudizio che si basa su
elementi cognitivi (dati, fatti, esperienze, di carattere oggettivo) ed elementi affettivi (di
carattere decisamente più soggettivo) che provengono da diversi fonti. Invece, può
intervenire sulla sua identità e sulle modalità di trasmissione di tale identità, solo in
questo modo contribuendo indirettamente a modificare la sua immagine.

4. Come si svolge il processo di comunicazione?


Tramite il processo di comunicazione, un soggetto emittente (in questo caso l’impresa)
trasmette un messaggio, attraverso l’utilizzo di un canale, a uno o più soggetti riceventi (i
diversi pubblici). Fonte emittente, messaggio, canale e ricevente, dunque, sono i quattro
elementi base del processo di comunicazione. Tale modello, tipico dell’approccio
funzionale alla comunicazione, viene usualmente definito meccanico, perché
implicitamente assume che la comunicazione sia essenzialmente questione di processo,
avvenga secondo una sequenza lineare e che il messaggio sia autonomo e tangibile.

5. Quali sono le principali attività di comunicazione esterna delle


imprese?
Non può esistere vera organizzazione se le persone che la costituiscono non sono in
grado di comunicare efficacemente tra loro. Per questo la comunicazione (intesa come
gestione dei flussi d’informazioni, relazioni tra persone, trasmissione di significati)
rappresenta una variabile della progettazione organizzativa.

6. In che senso la comunicazione è anche un elemento costitutivo


dell’organizzazione?
Perché, per la sua valenza funzionale e strutturale rispetto all’organizzazione, essa si
pone al centro del processo di sviluppo dell’impresa nel suo ambiente e, allo stesso
tempo, costituisce il sistema circolatorio che unifica, regola, sincronizza, distingue le
varie parti dell’organizzazione e le sue proiezioni verso i pubblici esterni e interni. Come
tutte le attività che hanno valore strategico, dunque, è necessario che essa sia
Economia e organizzazione aziendale - Introduzione al governo delle imprese 2/ed
Fabio Antoldi
© 2012, The McGraw-Hill Companies srl
coordinata dal vertice aziendale.

7. Quali funzioni svolge la comunicazione all’interno dell’organizzazione?


Esistono tre prospettive complementari di analisi della comunicazione
nell’organizzazione: la comunicazione attiene simultaneamente al governo del flusso delle
informazioni, delle relazioni tra i membri dell’organizzazione e dei meccanismi di
attribuzione di significati.
A tali distinte prospettive corrispondono tre diverse funzioni svolte dalla comunicazione
all’interno dell’organizzazione: una funzione di tipo strumentale, una più tipicamente
sociale e, infine, una espressiva (o culturale).

8. Quali sono i principali strumenti e attività della comunicazione interna


alle imprese?
Per le comunicazioni rivolte al proprio interno, le imprese usano vari strumenti e svolgono
attività assai diverse. Si possono distinguere: gli strumenti di comunicazione interpersonale (per
esempio i colloqui di selezione e valutazione, i colloqui telefonici, i contatti interpersonali, le
convention e i family day, le conversazioni telefoniche, i seminari e le lezioni di formazione e
addestramento, le riunioni di coordinamento, discussione, creatività, le riunioni informative);
gli strumenti di comunicazione scritta (come il bilancio, house-organ e newsletter, lettere
individuali, mission aziendale, ordini di servizio, organigrammi, mansionari, descrizioni
procedure, quaderni monografici aziendali, question box e suggerimenti, rassegna stampa,
regolamento aziendale, relazioni scritte); gli strumenti di comunicazione digitale (per esempio il
sito web aziendale, intranet, e-mail, video-conferenze, presentazioni aziendali, videoclip
postate su web, canali tematici su web, istant e mobile messaging).

9. Perché è necessario che la comunicazione dell’impresa sia gestita in


modo unitario e coordinato?
Perché una comunicazione diffusa e condivisa, in grado di valorizzare tutte le potenziali
occasioni di relazione, permette all’organizzazione di trasmettere correttamente la
propria identità, dialogare e stabilire legami fruttuosi e duraturi con tutti gli
interlocutori, al fine di facilitare il perseguimento degli obiettivi attesi.

Economia e organizzazione aziendale - Introduzione al governo delle imprese 2/ed


Fabio Antoldi
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