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Descrivere in sintesi la storia delle versioni della Bibbia in ambito europeo fino al ‘700 con

particolare riferimento all’attività di san Girolamo

Il primo tipo di traduzione che ritroviamo nella storia più antica è la traduzione diplomatica: infatti,
il primo bisogno da soddisfare tra culture diverse è stata la necessità di comunicare per la gestione
degli affari o i trattati di pace tra popoli.

In un secondo momento, quando si sviluppano le religioni universali come il Cristianesimo,


l’Ebraismo, l’Islamismo, si insinua nei popoli la necessità di esportare il proprio credo e nasce così
la traduzione religiosa.

La traduzione della Bibbia, legata alla diffusione della religione cristiana, è l’esempio più lampante
di traduzione religiosa, seguito poi dalla diffusione della traduzione di libri buddhisti in lingua
cinese eseguita da alcuni monaci induisti nel 67 d.C. e dalle traduzioni francesi del Corano.

La Bibbia ha il primato di essere il libro più tradotto al mondo. La prima traduzione risale alla
traduzione greca dell’Antico Testamento realizzata nel III sedcondo a.C. ad Alessandria d’Egitto e
nominata la ‘Versione dei Settanta’, col nome latino ‘Septuaginta’. Si racconta che questo nome
così particolare derivi dalla tradizione secondo cui il re egiziano Tolomeo Filadelfo commissionò
una tradizione in greco del Pentateuco a 72 eruditi che avevano il compito di finire il lavoro in 72
giorni. Il numero dei traduttori venne poi ridotto a 70, multiplo di 7, numero considerato sacro e
spesso ripetuto nella Bibbia.

Importante e successiva versione della traduzione della Bibbia è in lingua latina e nominata ‘La
Vulgata’, commissionata dal papa Damaso I e a opera di Sofronio Eusebio Girolamo (347-420),
meglio conosciuto come San Girolamo, biblista, traduttore, teologo e monaco cristiano romano.

La ‘Vulgata’ deve il suo nome alla dicitura latina ‘vulgata editio’ e cioè “edizione per il popolo” ed
infatti questa versione tradotta della Bibbia si diffuse velocemente nelle varie classi sociali
dell’epoca grazie allo stile non particolarmente ricercato e retorico e più alla portata del popolo
(volgo). A partire dal Concilio di Trento (1545-1563) quando fu proclama l’ufficialità dell’opera,
fino al Concilio Vaticano II (1962-1965) data in cui fu ulteriormente revisionata, la Vulgata ha
rappresentato la traduzione canonica della Bibbia per l’intera Chiesa cattolica.

La Vulgata continua ad essere, ancora oggi, il testo liturgico della Santa Messa in latino.

All’epoca, pero, l’opera non fu esente da critiche e l’autore, San Girolamo appunto, si difese
redigendo il suo famoso testo ‘Se Optimum genere interpretandi’, una lettera a Pammachio dove
riprende il pensiero di Cicerone nel non tradurre parola per parola, ma una buona traduzione è data
dal riprodurre il senso dell’originale nel pieno rispetto della lingua del traduttore. San Girolamo era
comunque consapevole che questo metodo andava seguito con coscienza e conoscenza, usando
cautela nella traduzione delle Sacre Scritture, in quanto la Parola di Dio deve essere riprodotta
fedelmente e l’ordine delle sue parole è un mistero che deve essere rispettato.

Altra importante traduzione religiosa da ricordare è la traduzione biblica in lingua inglese. La prima
opera è a cura di John Wycliffe (1330-1384), che tradusse la Bibbia con lo scopo di renderla
leggibile ai cristiani del suo paese.

‘The Great Bible’ (1539) è invece la prima Bibbia integrale mai stampata in lingua inglese a opera
di Miles Coverdale che scrisse un versione piuttosto libera perché aveva il difetto di non conoscere
perfettamente né il latino né il greco.

‘Il Nuovo Testamento’ di Tyndale è una famosa versione stampata nel 1525, mentre il capitolo più
illustre della Bibbia in lingua inglese si intitola ‘King James Bible’, la Bibbia di re Giacomo,
pubblicata in inlese moderno nel 1611 e rappresenta la versione ufficiale della Chiesa anglicana.

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