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Angelo Morbelli (1853-1919)

Figlio di Giovanni, funzionario statale, originario di Casale Monferrato e di Giovannina


Ferraris, cominciò l'attività artistica in campo musicale, ma dovette presto abbandonare, in
quanto affetto da una sordità progressiva. Si dedicò allora alla pittura. Frequentò l'Accademia
di Belle Arti di Brera a partire dal 1867 dove fu allievo di Giuseppe Bertini. Cominciò così a
esporre dapprima a Milano, e in seguito anche a Torino. I temi prediletti spaziavano dalla
storia al paesaggio. Nel 1880 l'esposizione a Brera dell'opera Goethe morente, lo rese noto al
grande pubblico. A partire dal 1883 i temi pittorici di Morbelli si orientano verso
l'interpretazione della realtà. In particolare cominciò a rappresentare gli anziani ricoverati nel
Pio Albergo Trivulzio, tema che gli fu sempre particolarmente caro.
In risaia (1901)
Il dipinto, realizzato nel 1901, denota quell'interesse per le tematiche sociali che caratterizza
molte delle opere di Angelo Morbelli. Il taglio obliquo, l'effetto cinematografico
dell'inquadratura e gli stessi effetti di luce, gialla e abbagliante, sembrano appartenere più
all'immagine di una telecamera che a quelli di un dipinto. In primo piano si notano donne
chine a trapiantare il riso, l'una accanto all'altra e rappresentate in prospettiva, ognuna compie
lo stesso gesto, la terza partendo dal primo piano si distacca dalle altre, poiché è raffigurata
eretta, mentre si sistema il copricapo. In secondo piano è presente una fila di donne in
prospettiva obliqua, anche queste figure sono accumunate alle donne in primo piano perché
compiono gli stessi gesti. Il campo di riso è molto vasto, sembra perdersi a vista d'occhio.
All'orizzonte, sul limite del campo, si notano gruppi di alberi che sembrano appartenere a una
foresta. Nel quadro inoltre vi è un divario di proporzioni tra il sottile settore riservato al cielo
e la vastità della risaia. A livello compositivo, quasi tutto lo spazio della tela è percorso dalle
linee orizzontali della piantagione di riso. Le uniche verticali sono rappresentate dalla donna
sulla sinistra e dagli alberi in lontananza. I colori sono piuttosto opachi ma vivaci, predomina
la tonalità del giallo-verde, ma vi è un perfetto equilibrio visivo generato dal dosaggio dei
colori complementari. Morbelli non utilizza la tecnica del chiaroscuro, ma quella del
divisionismo, di cui è uno dei maggiori interpreti in Italia, e costruisce le forme mediante i
colori. La diffusa luminosità e i riflessi sulla superficie dell'acqua sono reso con attente
pennellate accostate tra loro in modo a ottenere un fitto tessuto di elementi colorati. Così il
quadro, visto a una certa distanza, assume una verosimiglianza quasi fotografica. Con questo
quadro Morbelli ritrae, come in uno straordinario reportage, la condizione lavorativa assai
dura delle donne nella risaia e sembra voler denunciare con la sua pittura la
strumentalizzazione sociale dei suoi tempi.

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