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Home / Articoli / Pecorelli e la "strategia della tensione" secondo i servizi segreti francesi. Una interpretazione

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Pecorelli e la "strategia della tensione" secondo i servizi segreti francesi. Una Post Condividi

interpretazione
Ultime dalla Rassegna stampa
di H.S. - 11/07/2007
Chi non muore si rivede
Leggi subito

Nel numero di Le nostre grinfie sull'Africa Nera


Osservatorio Politico Leggi subito
del 18 febbraio 1977,
il bollettino di Mino
Pecorelli, giornalista
piduista con ottime
Dell'intolleranza
entrature nei servizi Leggi subito
segreti italiani,
comparve un articolo
assai interessante che
riportava il contenuto
L'invenzione di una epidemia
di un documento
Leggi subito
dello SDECE, il servizio
francese, sulla
"strategia della
tensione" e sul
coinvolgimento del
L'Occidente paranoico la guerra
MOSSAD, il servizio l'ha persa trentatre anni fa
segreto israeliano. E' Leggi subito
utile riportarne, punto
per punto , il
contenuto per
comprendere quale Esplode la bomba del debito
fosse l'atteggiamento americano e globale
dei servizi segreti Leggi subito
francesi (ma anche
italiani)
sull'argomento. Dopo
aver analizzato ogni
parte dell'articolo, Dito, occhio e ginocchio
procederemo ad Leggi subito
un'interpretazione
articolata ed
autonoma della
"strategia della
tensione" in Italia.
Veniamo ora a
scoprire quanto
Pecorelli scrisse a
proposito…
Verso uno stato totalitario: la fine
Punto uno : il della democrazia e l’affermazione
MOSSAD si dà una del pensiero unico.
Leggi subito
mano di rosso…

"In questo quadro (i


servizi segreti attivi
nel Mediterraneo), Non gioco più e ti buco il pallone
riteniamo utile Leggi subito
ricordare che esiste
un documento SDECE
(lo spionaggio
francese) che descrive
la situazione italiana Arrendetevi alla realtà
Leggi subito
nel modo seguente:
premesso che nel
1973 a Bruxelles
dietro gli organismi
ufficiali della IV
Internazionale è sorta
una centrale
rivoluzionaria
mondiale che i servizi
politico – militari
occidentali hanno
indicato con la sigla
T.T. (Think Tank) ;
premesso che in
questa struttura
operano
congiuntamente
elementi trotzkisti
filoamericani e
israeliani del MOSSAD
(l'agguerritissimo
servizio segreto di Tel
Aviv) al fine di
impedire che in seno
ai movimenti
extraparlamentari
europei possa
prevalere la
componente
filoaraba".

Il fatto che il
contenuto dell'articolo
derivasse da un
rapporto o
documento dello
SDECE, il servizio
segreto francese, è
assai significativo,
perché , in quegli
anni, Parigi era un
osservatorio
privilegiato dei
fenomeni terroristici,
sovversivi ed eversivi.
Infatti in quegli anni
era operativa la
scuola di lingue
parigina Hyperion
dietro la quale, con
ogni probabilità , si
celava una centrale
per il coordinamento
o collegamento del
terrorismo
internazionale di
ultrasinistra. Fondata
da transfughi della
lotta armata
filobrigatista in Italia
con il probabile
apporto di giovani
intellettuali francesi in
odore di Sessantotto,
è difficile non pensare
che uomini
dell'Hyperion non
avessero rapporti con
lo SDECE o altri
organismi di sicurezza
francesi. Quel che è
più significativo,
però, è che il
documento avrebbe
sfatato un luogo
comune molto in
voga in quegli anni e
duro a morire e cioè
che,
fondamentalmente,
la CIA o altri servizi
segreti del Patto
Atlantico si
servissero del
terrorismo di
estrema destra
anche contro la
sinistra o l'estrema
sinistra. Anche se
l'estensore si
concentrava
sull'apporto del
MOSSAD alla
struttura descritta,
appare chiaro che
anche la CIA o altri
servizi segreti
americani vi fossero
coinvolti. Insomma,
almeno a partire dal
1973, sarebbe
esistita un'area
dell'ultrasinistra
europeo
occidentale,
costituita da
trotzkisti, anarchici
e situazionisti, che
poteva essere
definita
filoamericana e
filoisraeliana.
Terminata l'onda
lunga del Sessantotto
, fra i servizi segreti
americani e quelli
israeliani si ritenne di
poter utilizzare
quest'area di estrema
sinistra in quanto, per
buona parte,
avversava l'URSS ed il
Patto di Varsavia. In
questo senso era
possibile influenzare
in senso
filoamericano e
"reclutare"… Da parte
israeliana si voleva
tentare di portare
questi militanti di
estrema sinistra su
posizioni filoisraeliane
ed allontanarli da
quelle filoarabe e
palestinesi certo
molto diffuse.
L'estensore
sembrerebbe , quindi,
suggerire che i servizi
segreti americani e
quelli israeliani –
seppur
concentrandosi su
questi ultimi –
agissero
congiuntamente per
obiettivi diversi ma
convergenti. Come è
noto, infatti, una
buona parte degli
stati arabi era su
posizioni
filosovietiche. Certo
che ha scritto
l'articolo tendeva a
mettere un po' in
ombra il ruolo degli
americani, essendo
forse filoamericano lui
stesso, per
sottolineare quello
degli israeliani. E'
certo che il MOSSAD
si infiltrò
massicciamente nelle
file dei movimenti
extraparlamentari
usciti dal Sessantotto
e non dimentichiamo
che buone parte dei
maggiori leader
giovanili del "maggio
francese" era di
origine ebraica.
Questo non per
insinuare , ma
soltanto per dare
l'idea…

Altro punto
importante: questa IV
Internazionale o Think
Tank avrebbe avuto
sede a Bruxelles, cioè,
precisamente, il
Quartier Generale
della NATO ; il che non
era veramente il
massimo per una
struttura
"rivoluzionaria" o
presumibilmente tale
e che, quindi, allora,
avrebbe dovuto
attestarsi su posizioni
antiamericane ed
antiNATO. Questo
vorrebbe dire
fondamentalmente
due cose: primo che
il T.T. non era
veramente
"rivoluzionario", ma
una struttura al
servizio della
provocazione di
matrice americana
ed israeliana ;
secondo che anche
gli altri servizi
segreti della NATO
potevano aver
facilmente avuto
rapporti con il T.T. Da
quanto scritto da
Pecorelli
sembrerebbe
emergere la
descrizione di
un'area
dell'ultrasinistra
postsessantottina
internazionale
filoamericana,
filoisraeliana e, in
qualche modo,
filoNATO. Ciò poteva
essere funzionale sia
al rafforzamento di
una sinistra sempre
più antisovietica,
ostile ai partiti
comunisti
occidentali e su una
linea
progressivamente
"demarxistizzata",
sia alla creazione di
un serbatoio utile ad
operazioni di pura
provocazione.

E' interessante anche


il fatto che Pecorelli
etichettasse i
"militanti" della IV
Internazionale come
trotzkisti. Come è
noto Trotzki fu uno
dei più importanti
leader della
Rivoluzione
bolscevica, poi
perseguitato dalla
dittatura di Stalin. Da
allora, per i sovietici
l'eresia trotzkista
divenne sinonimo di
"fascismo". Un teatro
dello scontro fra i
comunisti stalinisti e i
trotzkisti – affiancati
dagli anarchici – fu la
guerra di Spagna
(1936 – 1939). Lo
scontro indebolì i
repubblicani a
vantaggio del
fascismo franchista.
Trotzki stesso fu
assassinato per
ordine di Stalin. Nel
periodo della guerra
fredda molti trotzkisti,
perseguitati , si
rifugiarono negli USA,
dove, in un certo
senso, Trotzki stesso
aveva messo solide
radici e Il Partito
Comunista USA era
rigorosamente
trotzkista. E'
verosimile pensare
che, sfruttando la
divisione ed il conflitto
all'interno del
comunismo
internazionale, si
volesse , da parte
degli americani,
utilizzare i trotkisti
contro Stalin ?
Certamente vi furono
casi di seguaci di
Trotzki che, delusi e
perseguitati si misero
a disposizione…
Comunque
sembrerebbe che,
solo negli anni
attorno al
Sessantotto, il
"reclutamento" fosse
stato massiccio.
Proprio agli inizi degli
anni Settanta
aumentò la diffusione
del cosiddetto
"neoconservatorismo"
negli USA, in risposta
proprio all'onda del
Sessantotto e dei
movimenti degli anni
Sessanta. Non
sorprende scoprire
che il fondatore del
neoconservatorismo
fu Leo Strauss, un ex
trotzkista , che sostituì
al concetto di
"rivoluzione
permanente", quello
di "guerra
permanente". I cardini
del
neoconservatorismo
americano
continuano ad essere
l'imperialismo globale
degli USA e l'asse USA
– Israele. Molti
neoconservatori sono
dei reduci degli anni
Sessanta , del
Sessantotto e delle
loro lotte, ex trotzkisti,
appunto, molti dei
quali di origine
ebraica. Costoro
cominciarono ad
avversare proprio le
lotte per cui si erano
precedentemente
impegnati e la
posizione filoaraba di
gran parte
dell'ultrasinistra.
Furono loro a portare
le fazioni trotzkiste di
cui si è detto, su
posizioni
filoamericane e
filoisraeliane ? Certo
non è peregrino
sostenere che il T.T.
poteva costituire la
fase di transizione
dai sessantottini,
trotzkisti, anarchici
e libertari ai
neoconservatori e
neoliberisti ,
insomma dalla
Nuova Sinistra alla
Nuova Destra. Un
altro dato di estremo
interesse è costituito
dal fatto che, in quello
stesso anno 1973 in
cui venne creato il T.T.,
venne anche fondata
la cosiddetta
Trilateral, organismo
che raccoglieva
politici, diplomatici,
industriali , finanzieri,
militari, giornalisti,
ecc… uniti dal
comune credo
tecnocratico,
neoliberista e
filoccidentale. Il
promotore
dell'organizzazione fu
David Rockfeller delle
potente famiglia di
magnati del petrolio e
finanzieri e legato
all'ala "liberal" del
Partito Repubblicano
USA. La Trilateral
presentò un
documento che
lamentava l'"eccesso
di democrazia"
portato dal
Sessantotto e, per la
parte che riguardava il
controllo di mass
media e giornali vi si
ispirò senza dubbio il
Piano di Rinascita
Democratica per
l'Italia della loggia
massonica coperta P2
e Licio Gelli, attestati
su posizioni di
oltranzismo
filoamericano ed
atlantico. Si trattava di
demolire la presa che
le sinistre avevano
sulla cultura.
Risulterebbe che,
proprio in quegli anni,
alcuni militanti ed
intellettuali
dell'estrema sinistra si
fossero avvalsi di
borse di studio della
Fondazione
Rockfeller. Fra questi
il prof. Toni Negri ,
teorico di Potere
Operaio, poi
dell'Autonomia legata
al cosiddetto
Movimento del
Settantasette che
divenne anche un
serbatoio del
"terrorismo rosso" in
Italia. Il prof. Negri era
schierato su una
posizione anti PCI
molto forte. Secondo
altre voci, la stessa
scuola di lingue
Hyperion sarebbe
stata finanziata dalla
Fondazione
Rockfeller. Se queste
notizie fossero
confermate
potremmo
tranquillamente
concludere che i
"trilateralisti"
neoliberisti ed i
neoconservatori,
dopo la fine della
spinta dei
movimenti giovanili
del Sessantotto,
tentarono, non si sa
con quale misura di
successo, di fare
proseliti fra
intellettuali e
militanti della
sinistra
extraparlamentare. I
servizi segreti stessi,
probabilmente, non
furono che strumenti
che seguirono queste
direttive. Lo stesso
Pecorelli, in un altro
articolo, insinuò che il
prof. Negri seguiva un
copione scritto dai
servizi segreti italiani.
Comunque si era in
pieno periodo della
"fine delle ideologie"
con la crisi
irreversibile
dell'impero sovietico e
la progressiva fine dei
regimi fascisti in
Europa. A pensieri
orientati sulla
"società" e sulla
"comunità"
subentrava il concetto
di "individuo", forse
vero terreno di
incontro fra il
neoliberismo di
matrice "trilaterale" , il
neoconservatorismo,
l'anarchismo o
libertarismo
postsessantottino ,
l'anarcocapitalismo
alla Nozick e
l'edonismo
consumista figlio della
società del benessere.
L'impasto che stette
alla base del
reaganismo dagli anni
Ottanta. Ma questa è
solo una mia
opinione…

E' corretto precisare


che, se le informazioni
ricevute da Pecorelli
provenivano dai
servizi segreti
francesi, il tutto và
preso con le molle.
Infatti , vista la
presenza a Parigi di
una presunta centrale
del terrorismo
internazionale come
l'Hyperion, lo SDECE
poteva occultare il suo
ruolo e depistare
verso la IV
Internazionale, magari
estranea al terrorismo
di ultrasinistra. Lo
SDECE poteva avere
l'obiettivo di
nascondere il proprio
ruolo nei fenomeni di
sovversione degli anni
Settanta. Inoltre la
stessa Hyperion
poteva depistare i
servizi segreti francesi
verso i trotzkisti,
magari perché legata
ai sovietici oppure per
una supposta linea
filoaraba opposta a
quella filoamericana e
filoisraeliana del T.T.
Allora si moltiplicano
le domande:
l'Hyperion e il T.T.
erano due fenomeni
diversi e addirittura
opposti ed in
conflitto fra loro
nonostante le
comuni basi
ideologiche ? O
l'Hyperion, fondata
nel 1975, era una
pura emanazione
del T.T. e della IV
Internazionale ?

Ipotesi da verificare,
ma è pur vero che, a
partire da un certo
momento, molti
soggetti transitarono
dal trotzkismo e dal
libertarismo al
neoconservatorismo
ed al neoliberismo e
questo fenomeno e le
sue radici andrebbero
studiati. Tutto, a detta
di Pecorelli,
sembrerebbe aver
comunque molto a
che vedere con la
situazione italiana e
con la "strategia della
tensione" in Italia.

Andiamo avanti…

… E ricorda che
l'ananas và servito
freddo

"Premesso che si fa
risalire alla T.T.
l'operazione più
clamorosa compiuta
in Spagna sotto
Franco (ci riferiamo
all'uccisione, da parte
di manovali dell'ETA,
del filoarabo Carrero
Blanco), premesso
che, in Italia ,
un'operazione da
attribuire senz'altro al
T.T. è quella
dell'attentato alla
questura di Milano
(sette morti) compiuto
dal terrorista Bertoli ,
addestrato in un
kibbutz israeliano e
fornito d'armi a
Marsiglia".

Approfondiremo
questa parte nel
punto successivo. Per
ora ci basta chiarire e
sottolineare alcuni
punti. Secondo
Pecorelli (e
presumibilmente
secondo gli agenti
dello SDECE) la
filoamericana e
filoisraeliana T.T. era
una vera e propria
centrale terroristica.
Insomma CIA e
MOSSAD avrebbero
manipolato un
terrorismo di marca
"rossa". Pecorelli cita
due operazioni.
L'assassinio di Carrero
Blanco, numero due,
del regime franchista
e fascista spagnolo in
crisi irreversibile,
viene ricondotto al
conflitto fra fazioni
filoisraeliane e
quelle filoarabe. Il
franchismo sarebbe
stato schierato dalla
parte degli arabi.
L'attentato sarebbe
stato voluto dagli
israeliani che si
sarebbero serviti
dell'organizzazione
terroristica basca ETA
con funzioni di pura
manovalanza.
Insomma,
indirettamente
Pecorelli ribadisce un
concetto: il
terrorismo di questo
movimenti , gruppi e
gruppuscoli era o è
semplice
manovalanza al
servizio di questa o
quella parte politica
o militare. Molto
spesso, infatti, il fatto
che vi sia un gruppo
terrorista che
rivendica un'azione
serve ad occultare
eventuali altre matrici.
Si tratta di un
concetto da tenere
bene a mente per
quanto riguarda
operazioni
terroristiche di un
certo livello come ad
esempio quella che
coinvolse Moro.

L'altra operazione ,
quella in Italia alla
questura di Milano,
viene attribuita
all'estremasinistra
filoisraeliana, infatti
Bertoli si professava
anarchico e
frequentava un
medico milanese
sedicente anarchico,
agente di un servizio
segreto israeliano.
Aveva soggiornato in
un kibbutz ed era in
possesso di una
bomba a mano di
fabbricazione
israeliana. Tuttavia la
matrice "rossa" non è
convincente: la stessa
figura di Bertoli,
informatore prima del
SIFAR e poi del SID,
era equivoca. Il suo
nominativo comparve
in una lista di
"reclutabili"
nell'organizzazione
paramilitare atlantica
GLADIO, inoltre
frequentava gli
ambienti dei terroristi
neofascisti di Ordine
Nuovo del Veneto.
Come è emerso dalle
inchieste sulla strage
di piazza Fontana e di
quella della questura
di Milano, i neofascisti
veneti erano
ampiamente infiltrati
dai servizi segreti
militari USA. Inoltre
fra questi elementi di
Ordine Nuovo,
nonostante l'ideologia
neonazista, vi erano
anche posizioni
filoisraeliane.
Sembrerebbe che un
gruppo di militanti
dell'organizzazione
neofascista fosse
stata addestrata nei
campi libanesi sotto il
controllo degli
israeliani e delle
milizie cristiane
maronite. Inoltre
Ordine Nuovo aveva
un movente che è
stato spiegato dal
neofascista
Vinciguerra e dal
giornalista ,
collaboratore dei
servizi segreti inglesi
Bellini: il bersaglio
doveva essere il
Ministro degli Interni
Rumor che,
all'indomani della
strage di piazza
Fontana, non aveva
proclamato lo stato di
emergenza, vero e
proprio preludio di un
colpo di stato. Bertoli
sarebbe stato istruito
ed addestrato proprio
dagli ordinovisti
veneti. Se, quindi, un
coinvolgimento
israeliano potrebbe
rimanere in piedi, la
pista che porterebbe
ai trotzkisti del T.T.,
data da Pecorelli per
scontata, non appare
molto convincente ,
dati i trascorsi dello
stesso Bertoli. Il
discorso sull'estrema
destra lo
approfondiremo nel
prossimo punto…

Punto due: qui ci


vuole un po' di nero
contrastante

"Secondo lo SDECE, in
Italia, oltre la centrale
trotzkista, la CIA e il
MOSSAD tramite
strutture del
Ministero degli Interni
(Ufficio Affari Riservati
?), avrebbero creato
organizzazioni di
estrema destra
spingendole a
compiere attentati da
attribuire all'estrema
sinistra allo scopo di
creare le premesse di
un intervento
dell'esercito per
favorire l'avvento di
una dittatura militare
sul modello greco. In
realtà (è sempre lo
SDECE che parla) il
vero scopo perseguito
dal MOSSAD è stato
quello di ricattare,
intimidire, rendere
inoffensivi quei circoli
militari e della destra
che si erano prestati a
simile provocazione".

Leggendo questa
parte viene da
chiedersi se, quanto
scritto da Pecorelli
fosse veramente il
frutto di un rapporto
dello SDECE francese
o, se, in realtà
riflettesse la visione
dei fatti che ne
avevano settori dei
nostri servizi segreti.
Quindi una realtà
filtrata con la lente di
una parte dei servizi
italiani. Come è noto
Pecorelli era molto
vicino alle posizioni
dell'allora ex direttore
del SID Miceli,
parlamentare del MSI,
quindi schierato a
destra e già sotto
inchiesta per il golpe
Borghese e per la
Rosa dei Venti. Il tutto
viene incentrato un
po'
semplicisticamente
sulla divisione fra
fazioni filoarabe (cui,
si capisce, farebbero
riferimento Pecorelli e
Miceli) e quelle
filoisraeliane. La
visione di Pecorelli
sembrerebbe
piuttosto ricalcare un
rapporto di
Giannettini, l'agente
neofascista del SID,
già teorico della
cosiddetta "guerra
non ortodossa" e
ufficiale di
collegamento con il
"gruppo nero" di
Freda e Ventura
coinvolto nella strage
di piazza Fontana.
Giannettini attribuiva
la "strategia della
tensione" al MOSSAD
ed alle fazioni
filoisraeliane interne
ai servizi segreti
NATO. Abbiamo già
visto che, secondo
Pecorelli , il numero
due di Franco era
stato assassinato dai
baschi dell'ETA su
mandato del T.T.
filoisraeliano. In effetti
si insinua, con una
parte di ragione, che il
MOSSAD e le fazioni
filoisraeliane volevano
liquidare i regimi
fascisti in Europa
occidentale, perché
filoarabi , antisionisti
ed antisemiti, magari
servendosi di gruppi
di tendenza ideologica
opposta. A mio parere
si tratta di una visione
parziale dei fatti, visto
da chi proviene,
tendenziosa. Ma
vediamo, in sintesi ,
cosa ha scritto il
giornalista vicino ai
servizi segreti: da una
parte la CIA (questa
volta viene chiamata
direttamente in
causa) ed il MOSSAD,
servendosi dell'Ufficio
Affari Riservati del
Ministero degli
Interni, alimentavano
la "strategia della
tensione" attraverso i
gruppi trotzkisti
filoamericani e
filoisraeliani legati alla
fantomatica sigla T.T.,
dall'altra creavano
gruppi di estrema
destra per compiere
attentati da attribuire
all'estrema sinistra e
creare le premesse di
un colpo di stato
militare, tuttavia il
MOSSAD perseguiva
in realtà lo scopo di
liquidare i militari e i
gruppi di estrema
destra – ed è
sottinteso – per la
supposta tendenza
antiaraba ed
antisionista di queste
fazioni. Pecorelli
aveva a lungo difeso
Miceli quando era
incappato nelle
maglie della giustizia
e attribuiva i suoi guai
giudiziari ad Andreotti
e alle fazioni
filoisraeliane. A
giudizio di molti, nella
destra e nell'estrema
destra, Andreotti era
un traditore perché ,
dopo aver appoggiato
i tentativi di golpe li
aveva liquidati e si era
avvicinato al
compromesso storico
fra DC e PCI. Le
campagne di Pecorelli
contro Andreotti sono
sempre state
violentissime e, in
parte, hanno
rispecchiato
determinate posizioni
di destra. Ma perché
quel che è scritto
convince solo a metà
? La prima cosa che
non convince è il fatto
che CIA, MOSSAD e
Ufficio Affari Riservati
avessero avuto il
bisogno di creare
delle organizzazioni di
estrema destra per
compiere attentati da
attribuire all'estrema
sinistra. Dal secondo
Dopoguerra esisteva
in Italia una miriade di
gruppi riconducibili al
clandestinismo
neofascista e
disponibili ad azioni
terroristiche. E' già
tutto documentato !
Gli americani, fin da
subito,
strumentalizzarono i
neofascisti in funzione
anticomunista e
cercarono gli appoggi
delle alte sfere
dell'Esercito in cui
venivano privilegiati
coloro che erano su
posizioni
rigorosamente di
destra o con un
passato fascista. E
questo certo non solo
in Italia ! Le due
maggiori
organizzazioni
dell'estrema destra
extraparlamentare ,
poi coinvolte nella
strage di piazza
Fontana e nella
"strategia della
tensione", erano sorte
da scissioni dal MSI,
considerato troppo
parlamentarista, dalla
fine degli anni
Cinquanta. Non c'era
proprio alcun bisogno
di "creare"
organizzazioni di
estrema destra agli
inizi degli anni
Settanta perché già da
tempo erano
disponibili. Il fatto
che, poi, il giornalista,
implicitamente,
situasse la datazione
della creazione di
questi gruppi di
estrema destra
contemporaneamente
alla nascita della
centrale trotzkista è
ulteriormente
sospetto. Anche in
questo caso è
ampiamente
documentato che i
tentativi di golpe e
colpi di mano con
corredo di istigazione
alla violenza ed al
caos sono da
retrodatare di qualche
anno. Il colpo di stato
dei colonnelli greci
risale all'aprile del
1967 ed è stato, sin da
allora, un modello per
i neofascisti e per le
alte sfere dell'Esercito,
dell'Arma dei
carabinieri e dei
servizi segreti che
simpatizzavano con la
destra. I primi
attentati dinamitardi
di un certo peso
attribuibili all'estrema
destra e la strage di
piazza Fontana
risalgono al 1969.
Procediamo con
ordine: per come la
conosciamo, nelle
tecniche terroristiche,
la "strategia della
tensione" nelle sue
basi teoriche ha inizio
negli anni Sessanta,
nel periodo della
guerra in Algeria ove a
colpi di attentati , si
fronteggiavano l'FNL
algerino e l'OAS
francese. L'OAS era
un'organizzazione
formata da militari e
coloni francesi,
chiaramente di destra
e colonialisti. Quando
cominciò a profilarsi
l'indipendenza
algerina, militanti
dell'OAS si rifugiarono
nel Portogallo
clericofascista e
fondarono una (finta)
agenzia di stampa
l'Aginter Press, una
sorta di
"internazionale nera"
come l'Hyperion e la
fantomatica T.T. della
IV Internazionale
potevano essere
considerate
"internazionali rosse".
In quegli anni l'OAS si
rese responsabile di
diversi attentati
contro De Gaulle,
colpevole di aver
ceduto sulla
questione algerina. Il
fondatore dell'Aginter
Press Guerin Serac
era un cattolico
tradizionalista che
aveva combattuto da
partigiano a fianco
degli angloamericani
contro i nazisti,
guadagnandosi la
Bronze Star. Convinto
colonialista,
filoccidentale e
filoamericano Guerin
Serac, come ufficiale
aveva combattuto in
Corea , Indocina e
nella guerra per il
canale di Suez , in cui
Israele, Gran Bretagna
e Francia attaccarono
l'Egitto di Nasser.
Generalmente si
ritiene che proprio in
quell'occasione
Guerin Serac maturò
un'ammirazione verso
Israele e una
posizione
filoisraeliana.
Secondo documenti
rinvenuti nella sede
dell'Aginter Press a
Lisbona Israele
doveva essere
considerato un
baluardo nella difesa
dell'Occidente dal
comunismo. L'Aginter
Press era un punto
di riferimento
internazionale per i
gruppi di estrema
destra e ciò vuol dire
che aveva anche la
funzione di
influenzare tali
organizzazioni in
senso filoisraeliano.
Insomma ciò che la
T.T. faceva
nell'estrema
sinistra, l'Aginter
Press lo faceva
nell'estrema destra:
portare da posizioni
filoarabe o,
comunque,
antisraeliane a
quelle filoisraeliane.
Ma ciò smentisce
anche la convinzione
che l'estrema destra
fosse in blocco
antisionista ed
antisemita. Già, a
proposito
dell'attentato alla
questura di Milano,
abbiamo visto come
esistesse una fazione
filoisraeliana in
Ordine Nuovo.
Torniamo a Guerin
Serac: egli mise la sua
esperienza a
disposizione della
crociata contro il
comunismo e divenne
il teorico della "guerra
non ortodossa" o
guerra rivoluzionaria".
I punti principali della
sua visione delle cose
erano i seguenti: 1) Il
comunismo costituiva
un complotto
internazionale che si
dispiegava
innanzitutto nelle
guerre di liberazione
dalla colonizzazione
nel Terzo Mondo. 2)
Occorreva opporsi a
questa espansione
internazionale del
comunismo
adottando metodi
terroristici. 3)
Bisognava ricorrere a
tecniche di
infiltrazione per
creare situazioni di
caos, disordine e
violenza. 4) Data
l'urgenza della guerra
al comunismo,
bisognava
abbandonare la
pregiudiziale nei
confronti dei fascisti, e
renderli alleati
organici. In Italia, a
Roma all'hotel Parco
dei Principi si tenne,
nel 1965, un
convegno organizzato
da un istituto legato ai
servizi segreti e allo
Stato Maggiore
dell'Esercito e fondato
sui principi della
"guerra rivoluzionaria"
da applicare in Italia.
E' a partire da questo
convegno che,
convenzionalmente ,
viene fatto datare
l'inizio della strategia
della tensione in Italia.
Quel che è certo è che
gli uomini dell'OAS
prestarono le loro
preziose "consulenze"
in materia terroristica.
Secondo lo studioso
Giannuli sull'Aginter
Press vige ancora il
segreto NATO, il che la
dice lunga sulle sue
attività e sui suoi
rapporti. Il colpo di
stato militare in
Grecia nel 1967 fu
forse il risultato più
eclatante dell'attività
degli ex OAS. Sempre
in quel 1967 la CIA
attivò l'operazione
CHAOS , operazione di
spionaggio,
infiltrazione e
provocazione nei
gruppi trotzkisti,
filocinesi ed anarchici
non solo negli USA ma
anche nei maggiori
paesi europei
aderenti al Patto
Atlantico. Direttore ne
fu James Jesus
Angleton, ex agente
dell'OSS durante la
guerra. Anticomunista
paranoico, fu tra i
primi a servirsi dei
neofascisti contro i
comunisti. Liberò il
principe Borghese,
comandante della X
MAS fra cui, alcuni
uomini,vennero
reclutati
nell'organizzazione
paramilitare atlantica
GLADIO. Angleton
collaborò, inoltre, con
gli israeliani per
creare il MOSSAD e da
ciò si dovrebbe
dedurre che aveva
ottimi rapporti con gli
israeliani. D'altronde,
militari neofascisti
della X MAS furono
utilizzati per
operazioni a favore
degli israeliani. Tra i
maggiori collaboratori
di Angleton c'era il
mitico Federico
Umberto D'Amato ,
eminenza grigia
dell'Ufficio Affari
Riservati del Viminale.
Gia a capo dell'Ufficio
Sicurezza Patto
Atlantico, e, quindi,
uomo di una certa
autorità nello
schieramento
atlantico, D'Amato si
vantò di essere stato
sempre un uomo
della CIA. Da più parti
venne accusato di
essere il vero regista
della strategia della
tensione in Italia e
manovratore si dei
gruppi di estrema
sinistra e di estrema
destra. Sembrerebbe
la stessa tesi di
Pecorelli che, tuttavia,
mise in ombra
eventuali implicazioni
del SID di cui,
appunto, era stato
direttore Miceli.
Naturalmente l'Ufficio
Affari Riservati poteva
essere stato coinvolto
nella "strategia della
tensione". Nel
tentativo di spingere i
gruppi di estrema
sinistra a radicalizzarsi
e creare disordini i
militanti di estrema
destra, per la loro
disponibilità, offrivano
una risorsa per
l'infiltrazione. In
questo senso l'Aginter
Press si potrebbe
considerare come uno
strumento per
l'infiltrazione di tali
militanti. Erano,
infatti, gli anni dello
strano, torbido
abbraccio fra estrema
sinistra ed estrema
destra, fra neonazisti
e maoisti, gli anni del
cosiddetto
"nazimaoismo". I
gruppuscoli maoisti e
filocinesi erano
strumentalizzabili in
quanto antisovietici.
Insomma era il
tentativo di inserirsi
nel conflitto fra
comunisti vicini alle
posizioni sovietiche e
quelli maoisti. In Italia,
con l'istigazione
dell'Ufficio Affari
Riservati, fu
l'organizzazione
neofascista di Delle
Chiaie Avanguardia
Nazionale a prestarsi
a questa operazioni di
provocazione con
camuffamenti da
"filocinesi". Uno
strumento, a livello
internazionale,
potrebbe essere stata
l'organizzazione di
estrema destra di
Thiriart Jeune Europe
che aveva agganci con
l'OAS e coltivava
rapporti con i
comunisti cinesi e
filocinesi. Il tutto
all'insegna di uno
slogan "terzoforzista"
fra USA e URSS. Per
un certo periodo
anche nei movimenti
studenteschi del
Sessantotto estrema
sinistra ed estrema
destra convissero, poi
, con gli attentati del
1969, vennero alla
luce i tentativi di
"inquinamento". Se
non c'è una verità
giudiziaria sulla strage
di piazza Fontana e gli
attentati del 12
dicembre del 1969,
esiste un'ampia
documentazione che
permette di affermare
come vi fossero
coinvolti neofascisti di
Ordine Nuovo e di
Avanguardia
Nazionale e, a livello
internazionale,
l'Aginter Press. La
parabola dell'"agenzia
stampa" dell'OAS finì
nel 1975 con la
Rivoluzione dei
Garofani in Portogallo
e la caduta dei regimi
fascisti nell'Europa
Occidentale. Il
panorama
internazionale era
cambiato :
l'amministrazione
Nixon era stata
travolta dal Watergate
e la guerra del
Vietnam era giunta al
termine.

Dopo aver illustrato


sommariamente
questo "panorama
storico", è chiaro che
la "versione" data da
Pecorelli (e/o dallo
SDECE) è parziale.
Certo non significa
che sia falsa. Emerge,
all'interno, della CIA
e dei servizi segreti
dei paesi NATO una
divisione fra
filoisraeliani e
filoarabi, ma anche
fra prospettive
orientate più a
"destra" e quelle
orientate più a
"sinistra". In
particolare si può
ipotizzare che queste
divisioni si
manifestassero anche
all'interno dello stesso
MOSSAD e dei servizi
segreti israeliani.
Abbiamo visto come,
intorno all'Aginter
Press gravitasse
anche un'area di
estrema destra che
guardava ad Israele
con simpatia. Quindi
se una parte dei
servizi segreti
israeliani riteneva
pericoloso l'abbraccio
con i neofascisti,
un'altra, invece,
poteva coltivare
rapporti con l'estrema
destra che poteva
essere un'alleata
preziosa contro gli
arabi per la
salvaguardia
dell'Occidente e dei
suoi valori. Inoltre
l'URSS coltivava ottimi
rapporti diplomatici
con diversi paesi
arabi. Quindi credo si
ragionevole pensare
che , ad un certo
punto, nei servizi
segreti americani,
della NATO e
israeliani che
avevano promosso
la "strategia della
tensione" si
produsse una
frattura. Negli anni
Sessanta la divisione
fra i soggetti politici ,
economici e militari
coinvolti nella
"strategia della
tensione" correva fra
coloro che ambivano
ad un colpo di stato
alla "greca" , militare e
fascista e quelli che si
definivano gaullisti
sostenendo una
revisione decisa della
Costituzione e coloro,
invece, che puntavano
al semplice
spostamento
elettorale a "destra".
La divisione passava
anche attraverso
l'atteggiamento da
tenere nei confronti
dei neofascisti e
dell'estrema destra,
tra coloro che
avevano un semplice
atteggiamento
strumentale e
consideravano i
neofascisti solamente
come manovalanza
per operazioni di
provocazione e coloro
che, invece, come gli
uomini dell'Aginter
Press, reputavano
l'estrema destra un
alleato organico. Non
ci si divideva, invece,
sulla linea strategica
di contenimento
dell'avanzata anche
elettorale dei partiti
comunisti e delle
sinistre attraverso la
manipolazione dei
gruppi più radicali
dell'estrema sinistra
da infiltrare con
agenti provocatori e
militanti di estrema
destra. Il Sessantotto
forniva un'area
antagonista che
poteva essere
utilizzata per
operazioni di
provocazione.
L'intento era, quindi ,
quello di
strumentalizzare i
gruppi più estremisti
e violenti dell'estrema
sinistra per attizzare il
caos la cui
responsabilità
sarebbe stata fatta
ricadere sulle sinistre
e, quindi, procedere
alla repressione di
tutta la sinistra, sia
istituzionale che
extraparlamentare.
Nonostante le
divisioni sulle
prospettive politiche
la frattura vera e
propria si consuma
agli inizi degli anni
Settanta, quando
una parte dello
schieramento
anticomunista,
resosi conto che i
movimenti degli
anni Sessanta e del
Sessantotto avevano
perso lo slancio
"rivoluzionario"
degli anni
precedenti, optò per
cooptare almeno
parte di quell'area
della Nuova Sinistra
per indirizzarla in
senso filoamericano
(e filoisraeliano)
anche perché c'era
la consapevolezza
che quest'area era
anche molto
antisovietica. Si veda
l'atteggiamento
tenuto con l'invasione
dei carri armati
sovietici a Praga e
anche la diffusa
simpatia per il
maoismo e la
Rivoluzione Culturale
cinese. Inoltre cresce
la diffidenza verso i
neofascisti e per varie
ragioni. Innanzitutto si
erano dimostrati
inaffidabili anche
nella gestione della
"tensione", poi una
dittatura militare e
fascista come quella
dei colonnelli greci era
impopolare anche a
livello internazionale
ed era stata
condannata dal
Consiglio d'Europa.
L'Europa non era il
Sud America e un
regime come quello
dei colonnelli greci
non poteva reggere
come quello cileno di
Pinochet. In realtà il
fascismo in Europa
era in crisi
irreversibile come si è
poi visto. Un'altra
ragione risiede nel
fatto che la "destra"
economica,
neoliberista e
tecnocratica non
poteva accettare lo
statalismo ed il
dirigismo di marca
fascista. Infine gran
parte dell'area di
estrema destra
rimaneva antisionista
e filoaraba e ciò non
era gradito a quella
che, probabilmente,
era la fazione più
forte nei servizi
segreti israeliani. E'
forse con il tentativo
di golpe del principe
Borghese che si
comincia a
manifestare questa
divisione che sfocia
nel conflitto. Secondo
una versione
accreditata il golpe
sarebbe saltato
perché mancò
l'appoggio di
Andreotti.
Schematicamente si
potrebbe dire che la
parte "moderata" che
aveva in un primo
tempo dato l'avallo al
golpe, poi,
preoccupandosi per la
partecipazione dei
neofascisti m, si tirò
indietro. In sostanza si
potrebbero
distinguere tre fazioni,
che, in questa fase,
nonostante la
comune condivisione
dell'anticomunismo,
sono sempre più in
contrasto fra loro. La
vecchia destra con
venature fasciste da
una parte e una
Nuova Destra più
sofisticata,
tecnocratica ed
egemonizzata dai
neoliberisti della
Trilateral che, non a
caso venne fondata
proprio in quegli
anni e i
neoconservatori che
miravano ad
assorbire almeno
parte della Nuova
Sinistra. In genere
questi soggetti
guardavano con
simpatia alla
corrente
autonomista del PSI
poi sfociata nel
craxismo ed ai
gruppi dell'estrema
sinistra sempre più
orientati in senso
filoamericano e
filoisraeliano. Non è
forse un caso che il
programma della
Trilateral
assomigliasse, in
alcuni punti, al
Piano di Rinascita
Democratica della
P2. Fra queste due
fazioni che
tagliavano ambienti
politici, finanziari,
economici, militari ,
massonici,
imprenditoriali, dei
servizi segreti, ecc..
ve ne era una terza:
quella dei "golpisti
bianchi" o
presidenzialisti
come Sogno,
Pacciardi, Cavallo e
Fumagalli che
miravano a una
revisione in senso
presidenziale della
Costituzione
attraverso un colpo
di mano , ma con
l'appoggio dei partiti
di centro ed il PSI
per ridimensionare il
PCI e eliminare le ali
estreme. Ormai è
noto quale fosse la
destra destinata a
prevalere e,
probabilmente, non è
un caso che , nel giro
di poco tempo
caddero tutti i regimi
fascisti in Europa
(Spagna , Portogallo e
Grecia) e con essi
l'Aginter Press che da
loro – oltre che dalla
CIA e da altre
strutture della NATO –
era protetto. Come
abbiamo visto, nello
stesso lasso di tempo,
vennero costituite le
"internazionali rosse"
T.T. e l'Hyperion con il
probabile apporto
della Nuova Destra.
Ricordiamo che se
negli USA si produsse
una divisione fra il
Segretario di Stato di
Nixon Henry Kissinger
sempre meno
propenso a consentire
l'appoggio ai
neofascisti, membro
della Trilateral e con
agganci nel CSIS e
l'ambasciatore USA a
Roma Graham Martin
che finanziava la
destra italiana e i
gruppi politici più
visceralmente
anticomunisti. In Italia
si produsse la
cosiddetta "guerra dei
servizi" nel SID fra il
capo dell'Ufficio D, il
controspionaggio,
generale Maletti,
filoisraeliano, uomo di
fiducia di Andreotti
dopo aver
abbandonato le
posizioni di destra e in
rapporti con Mancini,
deputato socialista
autonomista con
buoni agganci nella
Nuova Sinistra italiana
e il direttore del SID
generale Miceli
filoarabo, poi
parlamentare del MSI,
il partito della destra
italiana e già coinvolto
nelle inchieste
scottanti sul golpe
Borghese e sulla Rosa
dei Venti. Pare che lo
stesso Miceli fosse il
destinatario dei
finanziamenti
dell'ambasciatore
Martin.

La situazione , se è
possibile, è più
complicata di quella
illustrata da Pecorelli
e Giannettini. Il fatto
che, poi, Pecorelli
distinguesse fra la
posizione della CIA e
quella del MOSSAD
che, secondo il
giornalista,
strumentalizzava la
destra per ricattarla,
dimostra che, come
molti altri, egli si
attestasse su
posizioni atlantiche,
anticomuniste ma
anche di sostanziale
avversione ad Israele.

Il panorama della
"strategia della
tensione, quindi, si fa
più ampio, complesso
e frastagliato.

Il KGB mangia la foglia e comincia il compromesso

Lo SDECE giunge fino a quantificare gli attentati politici compiuti nel


nostro paese dal '60 ad oggi. Il 70% degli attentati sarebbero stati
compiuti dalle centrali trotzkiste ispirate dal T.T. di Bruxelles e da
quei gruppi di destra mossi dal MOSSAD attraverso apparati degli
Interni. Il restante 30% va attribuito a emanazioni del KGB che,
compreso il disegno di americani e israeliani, ha cercato di
esasperarlo per trarne giovamento smascherando (beninteso, solo
in parte) fini e mandanti tramite Lotta Continua (Vedere per
esempio Strage di Stato).

In questa parte Pecorelli illustra il quadro generale degli attentati compiuti dagli anni 60 in Italia secondo i servizi
segreti francesi. In Questo caso occorre precisare che è un'operazione assai discutibile quantificare gli atti di
terrorismo in Italia per attribuirgli una matrice internazionale , perché il modus operandi dei servizi segreti di
qualsivoglia tipo è troppo indiretto per poter risalire in maniera certa alle responsabilità. Vi sono certo più
passaggi fra i reali mandanti e gli esecutori. Poi è discutibile che si voglia appioppare ad ogni atto di terrorismo
un'etichetta meramente internazionale, perché, sicuramente, è sempre esistito un terrorismo puramente
endogeno. In ogni caso secondo Pecorelli (e, probabilmente, lo SDECE), la CIA e il MOSSAD, quindi gli americani e
gli israeliani, sarebbero responsabili della maggioranza degli attentati compiuti in Italia.

Correttamente, poi, Pecorelli rivela come i sovietici del KGB tentassero di smascherare le trame golpiste nel
nostro paese. La preoccupazione, infatti, era montata dopo il colpo di stato dei colonnelli greci del 1967 che aveva
messo fuori legge il partito comunista e, in genere, i partiti di sinistra. Sempre nello stesso anno e, precisamente a
pochi giorni dal colpo di stato greco, i giornalisti Scalfari e Iannuzzi rivelavano, con un autentico scoop, il piano
SOLO del generale dei carabinieri De Lorenzo, un piano golpista che sarebbe dovuto scattare nell'estate del 1964.
Anni dopo Iannuzzi avrebbe confessato che le informazioni erano state passate dal KGB. Evidentemente le
preoccupazioni dei sovietici erano autentiche e si intendeva mettere in guardia coloro che rigettavano qualsiasi
tentativo di colpo di stato militare o fascista. E' certo che il KGB fu una miniera di informazioni che girò,
naturalmente, la PCI ma anche a gruppi dell'estrema sinistra come Lotta Continua. Il pamphlet Strage di Stato non
sarebbe stato possibile senza informazioni passate da qualcuno bene addentro ai giochi di potere dei servizi
segreti. Naturalmente l'interesse sovietico non era tanto quello di difendere la fragile democrazia italiana, quanto
quello di proteggere i suoi interessi in Italia che, in parte, erano difesi dal PCI e un colpo di stato avrebbe certo
messo fuori legge i comunisti. Pecorelli, poi, avverte : il KGB non è riuscito a smascherare tutte le infiltrazioni
e noi possiamo pensare che, mentre individuare gli infiltrati di estrema destra nell’estrema sinistra fosse
stato relativamente facile, altro discorso andrebbe fatto per le manipolazioni più sofisticate attuate con
le centrali tipo T.T. e Hyperion. E' possibile poi che i paventati colpi di stato – che, ricordiamolo, erano realmente
temuti dal PCI e dalle sinistre , fossero, in realtà, semplicemente dei colpetti stabilizzatori, all'italiana che, pur
mantenendo in tensione e ricattando le sinistre , servissero anche a liquidare le vecchie destre ormai divenute
impopolari. In questo quadro è possibile che i sovietici, al momento di ritenere superato il pericolo di un colpo di
stato, avessero giocato esasperando il pericolo o, meglio, la sua percezione. Una cosa è certa : la liquidazione
definitiva del fascismo in Europa era ormai, a metà degli anni Settanta, un obiettivo che accomunava la
fazione più forte dei servizi segreti americani e NATO, il KGB e il MOSSAD. Per ciò che riguarda il
coinvolgimento del KGB nel terrorismo italiano, la questione è controversa. Sicuramente i sovietici, con il supporto
dei cecoslovacchi, fin dalla fine degli anni Sessanta, supportarono con addestramento e contatti Feltrinelli, i GAP e
la BR. Allo stesso tempo curarono l'addestramento di alcuni militanti del PCI. L'obiettivo era certo quello di creare
una sorta di resistenza contro i tentativi golpisti. Tuttavia l'atteggiamento del KGB, come quello del PCI , era
doppio, perché al di là della considerazione dei gruppi o gruppuscoli della lotta armata come strumenti
nel senso spiegato, c'era una diffidenza verso organizzazioni e uomini che, magari, poi accusavano l'URSS
di "socialimperialismo". Le fazioni "ereticali" come i maoisti ( e i cinesi erano storici nemici dell'URSS), i trotzkisti
e gli anarcosituazionisti attaccavano spesso duramente l'imperialismo sovietico. Esagerando i sovietici pensavano
che il Sessantotto fosse una gigantesca congiura della CIA, ma non avevano tutti i torti pensando alle centrali
filoamericane e filoNATO che manipolavano i gruppi dell'ultrasinistra europea. In conclusioni l'apporto dei
sovietici alla lotta armata ci fu, ma tutto sommato in entità modesta, infatti anche Secchia , il comunista stalinista
che più guardava con simpatia alla violenza di certi gruppi dell'ultrasinistra, accusò i sovietici di non fare
abbastanza. La linea sovietica era quella di privilegiare il rapporto con il PCI che non aveva simpatie per la
lotta armata e favorire all'interno la fazione più filosovietica. Se il "contributo" sovietico fu modesto,
posiamo, invece, dedurre legittimamente che quello americano, inglese e NATO alla "strategia della
tensione" fu in invece essenziale. Anzi è all'interno di questa sfera che la "strategia della tensione" viene
concepita e con fratture e nuove dinamiche si sviluppa nel corso di un decennio.

Proseguiamo…

Ma arrivano i nostri e comincia la terza fase

Ora questa "strategia della tensione" dei servizi segreti delle grandi potenza sarebbe entrata in una nuova fase.
Negli anni Sessanta è servita a stabilizzare il centro – sinistra secondo il volere delle multinazionali, colpendo
prima l'estrema sinistra poi la destra, per impedire che potessero prevalere ad ogni livello tendenze antiebraiche.
Poi (svolta del 1972) ha cercato di creare un'intesa democratica tra DC e PCI , nell'illusione di sottrarre il PCI
all'area sovietica per imporlo come partito d'ordine contro i gruppi estremisti. Lo scopo di questa fase iniziata nel
gennaio '73 e conclusa nel '76, è stato quello di creare un'area più vasta a disposizione del trotzkismo, che sarà di
qui in avanti usata come arma di ricatto e di intimidazione nei confronti del PCI stesso.

Mi sia permesso affermare che questa è la parte più debole e meno convincente dell'articolo che tradisce
l'estrazione politica e culturale dello scrivente. Con buona probabilità l'articolo è il frutto sia di informazioni
provenienti dai servizi segreti francesi che da quei settori dei nostri servizi segreti destrorsi e legati a Miceli. Punto
primo : non risulta che la "strategia della tensione" fosse servita a stabilizzare il centrosinistra – quindi l'intesa fra
DC e PSI – secondo il volere delle multinazionali (leggi la grande finanza e la grande industria che si
raccoglieranno nella cosiddetta Trilateral). E' vero, invece, che la svolta del centrosinistra venne osteggiata
dalle forze retrive agrarie e industriali del nostro paese e che, molto probabilmente, Moro si mise
d'accordo con il generale De Lorenzo, che avrebbe dovuto attuare un golpe appoggiato da quelle forze, per
ricattare con la minaccia di golpe i socialisti e moderare le loro pretese sul programma. D'altronde lo stesso
Nenni, leader della corrente autonomista, parlò di "tintinnio di sciabole". Inoltre , prima che venisse assassinato, il
Presidente USA Kennedy aveva dato il via libera all'operazione del centrosinistra, ma non avrebbe certo mai
accettato un governo dal programma troppo "statalista". Per stabilizzare il centrosinistra non ci fu alcuna
"strategia della tensione" , ma, appunto, un ricatto attuato con ogni probabilità, da uomini della DC e il fatto di
non essere andato fino in fondo, di non aver fatto il golpe, ha costituito per il generale De Lorenzo l'inizio di una
serie di attacchi da parte di altri settori istituzionali. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Aloia commissionò ai
giornalisti neofascisti Rauti e Giannettini – che, ricordiamo, era un collaboratore del SID – un pamphlet che
attaccava esplicitamente De Lorenzo accusandolo di "comunismo" dal titolo "Le mani rosse sulle forze armate".
Ricordiamo che fu proprio lo Stato Maggiore dell'Esercito a finanziare il noto e citato convegno all'Hotel Parco dei
Principi in cui, guarda caso, hanno partecipato sia Rauti che Giannettini. E' l'inizio della "strategia della tensione"
che, come abbiamo visto, si richiamava ai principi della "guerra non ortodossa" dettati da uomini dell'OAS. E'
certo che costoro non erano sostenitori del centrosinistra anche in forma moderata che, anzi, consideravano una
resa e un passo verso lo "sdoganamento" del PCI. I settori politici, economici , militari nazionali e internazionali
che si raccolgono intorno alla "strategia della tensione" sono fieri e violenti avversari delle sinistre in blocco, viste
come "comuniste" e parte di un complotto mondiale. Non è vero, quindi, che "la strategia della tensione"
viene ideata per stabilizzare il centrosinistra e poi per promuovere l'intesa fra DC e PCI, ma nasce con
intenti chiaramente opposti. Anche il generale De Lorenzo dirà che i suoi guai erano iniziati perché aveva
rifiutato di aderire a tale strategia. Il blocco che si raccoglie intorno alla "strategia della tensione" è
orgogliosamente anticomunista, teorizza l'alleanza con le fazioni della destra più estrema perché ritenuta la più
avversa ai comunisti , e, quindi, vede fianco a fianco destrorsi e neofascisti, pacciardiani gaullisti e anticomunisti
presenti trasversalmente nei vari partiti di "centro" (vedi il socialdemocratico Lombardo). Il tentativo di
stabilizzazione di Moro, invece, fallirà perché il programma del centrosinistra è troppo moderato per accontentare
le sinistre e accantona il viscerale anticomunismo delle destre. Punto secondo : secondo Pecorelli la destra viene
liquidata – e abbiamo visto come – per le sue diffuse tendenze antiebraiche. Ciò, quindi, avrebbe contrastato con
la volontà della finanza ebraica e con le diffuse tendenze sioniste nell'occidente. Questo è vero solo in parte…
Innanzitutto non si capisce perché le multinazionali e la grande finanza ebraica o dalle tendenze sioniste
avrebbe dovuto affidarsi al PSI e al PCI anziché, per dire all'MSI. Era noto come i due più grandi partiti di
sinistra avessero rapporti con l'OLP palestinese e esponenti del mondo arabo. In realtà entrano altri
ordini di motivazioni , in primis il fatto che la vecchia destra nazionalista e neofascista fosse ormai
obsoleta e perciò non serviva più ; era sostanzialmente impopolare che dimostrò il golpe dei colonnelli
greci a dimostrazione che, in Europa, nell'Europa democratica e occidentale il fascismo era omai
anacronistico e condannato e poi anche il fatto che lo "statalismo" della vecchia destra poco o nulla si
adattava al neoliberismo della Trilateral o all'anarcocapitaismo alla Nozick che cominciavano a prendere
piede e si affermeranno negli anni Ottanta con Reagan e la Tatcher. Poi certo c'è anche il discorso di
Israele, il sionismo e gli ebrei, ma non credo sia il principale. Per queste ragioni gli alleati hanno scaricato
le destre tradizionali e, o hanno cominciato a guardare con simpatia alla corrente autonomista del PSI e a
cooptare elementi dalla Nuova Sinistra ; o hanno ripreso il vecchio discorso gaullista e presidenzialista
come Sogno e Pacciardi. Nel giro di poco tempo, come abbiamo visto, le destre perdono i loro punti di
riferimento internazionali (i regimi spagnolo, portoghese e greco), l'Aginter Press viene liquidata e anche fra gli
USA e la NATO le cose cambiano anche in seguito allo scandalo Watergate che colpì l'amministrazione Nixon.

Nel 1973 in un articolo a Rinascita il segretario del PCI Berlinguer, analizzando il golpe cileno, rigettando l'idea di
unione delle sinistre per timore di tentativi di colpo di stato, propugna un'unione delle forze democratiche. E'un
chiaro invito alla DC… Moro che aveva parlato nel 1968 di "strategia dell'attenzione" nei confronti del PCI e che,
per i fallimenti del centrosinistra, era stato emarginato nella DC, riprende quota. Andreotti stesso, passò dagli
ammiccamenti alla destra, all'intesa con il PLI e poi con il PSI fino ad avvicinarsi ai comunisti aderendo
sostanzialmente alla politica morotea.

Abbiamo visto come la posizione nei confronti della vecchia destra fosse stata un motivo di frattura della Nuova
Destra sempre più postmoderna, neoliberista e neoconservatrice. Ora la mutata politica del PCI sempre più
distaccato dall'URSS e moderatamente "atlantista" produce nuove fratture , stavolta all'interno della Nuova
Destra, fra trilateralisti e massoni.

In effetti settori, soprattutto della politica e dell'economia italiana, cominciano a guardare con interesse
al PCI. Non si tratta di appoggiare una svolta di governo a partecipazione comunista, ma valutare quanto,
ai loro occhi, potesse essere utile un PCI "democratico" almeno nei tempi brevi, in periodo di crisi
economica e di terrorismo. Un PCI "keynesiano" poteva essere utile a moderare le pretese salariali degli operai
dato il rapporto privilegiato con la CGIL. Inoltre poteva proporsi come partito d'ordine nelle fabbriche contro il
brigatismo e i sovversivi. In questo senso è significativo il voltafaccia della FIAT e degli Agnelli. Solo poco tempo
prima avevano finanziato l'MSI e il PSDI saragattiano e anticomunista, avevano appoggiato il tentativo
"presidenzialista" di Sogno e Pacciardi e avevano fatto schedare gli operai comunisti dal duo Sogno – Cavallo. La
FIAT, quindi, trova delle convenienze nel nuovo corso con il, PCI : anche l'allargare i rapporti finanziari ed
economici con URSS e Libia potrebbe portare vantaggi di carattere economico e finanziario. Lo sdoganamento di
parte della grande industria italiana nei confronti del PCI è sancito dalla benedizione del repubblicano La Malfa,
cioè leader di uno dei partiti che rappresenta grande industria e finanza. L'altro, il PLI, rimane fieramente
anticomunista. Della DC si è detto : c'è bisogno della nuova intesa, perché, con la sconfitta la referendum sul
divorzio e gli scandali petroli, la credibilità va a scemarsi e c'è bisogno di un accordo con il partito – allora – più
autorevole.

La questione , però, è più complessa da come la presenta Pecorelli . vasti settori economici, finanziari, delle
multinazionali, dei servizi segreti , massoneria, militari e politici con agganci nella NATO, in parte della Trilateral e
del CSIS si oppongono all'intesa fra DC e PCI (e PRI).

In essi è sotteso il discorso anticomunista già in voga fra gli strateghi della tensione degli anni Sessanta.
Schematicamente possiamo affermare che tale opposizione si raccoglie intorno alla P2 di Gelli, sorta di partito
occulto, già punto di riferimento dell'avversione al "cattocomunismo". Dalla metà degli anni Settanta, in
coincidenza con il compromesso storico, la P2 raggiunge il culmine del suo potere grazie ad un vasto
reclutamento fra elementi anticomunisti : vertici dell'Esercito, servizi segreti e forze di sicurezza, Sindona e i suoi
contatti nella mafia siciliana e italoamericana, Sogno e la sua accolita di ex partigiani "bianchi" e anticomunisti, il
democristiano De Carolis e gli aderenti alla Maggioranza Silenziosa, residui della vecchia destra come l'ex direttore
del SID Miceli e poi parlamentari, ministri, politici dall'MSI al PSI, diplomatici, banchieri, finanzieri, imprenditori,
giornalisti , ecc… Da indagare sono invece i rapporti americani di Gelli : elementi dei servizi segreti americani (CIA,
DIA, FBI), il CSIS, kissingeriani , neoconservatori, l'ala di destra della neoliberista Trilateral di Rockfeller, la famiglia
Bush, i falchi repubblicani, ma, probabilmente pure democratici. La sensazione è che si tratti del milieu da cui
scaturiranno le amministrazioni USA di Reagan e Bush senior (ma anche junior a quanto è dato sapere). La
strategia è più sottile non solo di un Borghese ma anche di un Sogno o Pacciardi. Non più colpi o colpetti
di stato , ma penetrazione nelle istituzioni e nei partiti per mutarli radicalmente. Scelta e selezione degli
uomini politici, bipartitismo all'angloamericana , riduzione del ruolo dei sindacati, controllo dell'esecutivo sulla
Magistratura, mano libera alle forze dell'ordine (tipo tolleranza zero), emarginazione delle ali politiche estreme e
del PCI, controllo dei mass media, revisione della costituzione, ecc… E' il cosiddetto Piano di Rinascita
Democratica, sorta di programma della Nuova Destra italiana per un "rinnovamento" del paese. Allora in
anticipo sui tempi, oggi pare un programma apprezzato non solo nel centrodestra , ma anche fra alcuni esponenti
del centrosinistra. Accanto al Piano di Rinascita viene rinnovata la "strategia della tensione" : mentre la
"nera" Aginter Press viene liquidata, viene fondata la "rossa" Hyperion con il probabile scopo di
controllare e manipolare i gruppi armati europei marxisti leninisti e autonomisti. La finta scuola viene
fondata da esponenti del Superclan , un'ala scissionista delle italiane BR. Diversi elementi inducono a credere che
l'Hyperion avesse rapporti con i Comitati di Resistenza Democratica di Sogno e, in special modo, con gli ex
comunisti estremisti Cavallo e Dotti, con l'USIS, istituto dell'ambasciata americana e che fosse finanziato dalla
fondazione Rockfeller (Trilateral). E ‘probabile che fosse l'anello di congiunzione fra la STAY BEHIND e la lotta
armata di estrema sinistra. Pecorelli, come abbiamo visto, non ne fa mai menzione, ma ciò non dovrebbe
stupire vista la fonte, lo SDECE : è difficile pensare che la scuola di lingue parigina non avesse il
beneplacito dei servizi segreti francesi. Dunque accanto ai trotzkisti e ai situazionisti della T.T., gli "stalinisti
atlantici" dell'Hyperion. In coincidenza con la fondazione della scuola di lingue, Moretti, già aderente al Superclan,
attua la svolta più propriamente terrorista e militarista delle BR. Moretti viaggiava spesso a Parigi, e sicuramente
si incontrava con i vecchi "compagni". Accanto a questa svolta è da segnalare quell'autentico magma giovanile
che, nel senso tradizionale , non era né di destra né di sinistra, chiamato "movimento del Settantasette", un
miscuglio un po' confuso di egualitarismo, anarchismo ed edonismo. Accanto all'ala creativa, sorta dalle ceneri
della sinistra extraparlamentare, c'era la cosiddetta Autonomia, area d'estrema sinistra ma ideologicamente
ambigua e violenta che egemonizzerà il movimento portandolo alla deriva. Sono gli anni di Piombo, del
terrorismo e delle pistole nei cortei. Ma perché sarebbe stato dato il via libera a questa violenza "rossa" ?
Innanzitutto perché sia le nuove BR che l'Autonomia erano violentemente ostili ala PCI che, per il suo
riformismo, veniva visto come uno dei principali nemici, poi perché la sussistenza di un terrorismo "rosso"
contribuiva a screditare anche il PCI. Insomma uno stillicidio che contribuisce a destabilizzare l'intesa DC – PCI.
Ancora da investigare sono le probabili presenze di infiltrati americani (CIA, DIA e forze speciali). In ogni caso
tutto ciò porterà all'eliminazione di Moro, il maggior interlocutore del PCI, inviso a settori della Nuova
Destra americana, inglese, israeliana e italiana. Ed è forse questa la vera autentica conclusione della
"strategia della tensione".

Un'ultima osservazione : Pecorelli parla di un utilizzo dell'area trotzkista che il carattere di partito d'ordine del PCI
ha ampliato, per ricattare il PCI stesso. E' un ragionamento troppo sottile, riguardando soggetti che vedevano nei
"trotzkisti" o c, comunque, nei gruppi di estrema sinistra, i principali nemici e, quindi, avevano tutto l'interesse a
che il PCI assolvesse a questa funzione di partito d'ordine senza essere indebolito, almeno nella fase di maggior
crisi.

Contromossa : con il PCI al governo ci sarà exodus ?

E il KGB ? Farebbe affidamento su uomini di provata obbedienza moscovita pronti a uscir allo scoperto appena il
PCI sarà entrato nella compagine governativa. Intanto i sovietici si stanno premunendo, infiltrando loro elementi
nelle varie organizzazioni trotzkiste. La posta in gioco è il potere politico ed economico del bacino mediterraneo :
l'Italia è il banco di prova di questa guerra assurda, ossessiva come un incubo, che si sviluppa invisibile per
provocare paura e sconforto nel mondo civile. Una guerra all'ultimo sangue che pone in gioco i destini di coloro
che la provocano e di coloro che la subiscono.

Poche parole per trattare queste ultime righe in cui, implicitamente e non direttamente , Pecorelli ammette che la
"strategia della tensione" ha una matrice occidentale, atlantista e, al limite, israeliana. Perché ? Secondo il
giornalista (e i servizi segreti francesi) lo scopo dell'URSS e, quindi, del KGB è quella di assecondare la
svolta del compromesso storico che porterebbe il PCI nella compagine governativa. Si tratterebbe, quindi, di
favorire la linea berlingueriana in un primo tempo per poi liquidare il segretario del PCI appoggiando l'ala
filosovietica e cossuttiana del partito, una volta diventato partito di governo. Che Berlinguer mirasse da tempo
allo "strappo" con Mosca è risaputo e, qualche anno prima, fu oggetto di un attentato nella forma di incidente
simulato ad opera dei servizi segreti bulgari probabilmente su mandato del Cremlino. Questa strategia, è ovvio ,
comporta un bisogno di stabilità nella penisola italiana e, quindi, contrasta con la"strategia della
tensione" che mira all'indebolimento del PCI nel suo complesso. Infatti Pecorelli ammette che l'infiltrazione di
agenti del KGB nelle formazioni trotzkiste (evidentemente quelle filoamericane e/o filoisraeliane) nella forma di
"controinfiltrazione", cioè per impedire che venissero utilizzate per i fini destabilizzanti di cui si è detto. Alla luce di
quel che è successo in seguito non si può dire che i sovietici avessero avuto successo, ma forse erano ancora
troppo presi dai problemi di stabilità interni al Patto di Varsavia. Ricordiamo che proprio in quegli anni si
formeranno delle opposizioni organizzate e forti in Polonia e in Cecoslovacchia.

Il 16 marzo del 1978 verrà rapito dalle BR un certo Aldo Moro ed è forse con il suo assassinio che si concluderà la
"strategia della tensione".

PER UN'INTERPRETAZIONE SULLA STRATEGIA DELLA TENSIONE

In definitiva l'articolo di Pecorelli, vista la o le fonti e l'estrazione politico culturale dello scrivente, non è sempre
convincente, ma, in definitiva , molto interessante e, sulla base delle informazioni già raccolte , consente di dare
un ‘interpretazione dei fatti della "strategia della tensione" che, come teli, costituiscono delle ipotesi che dovranno
essere costantemente verificate. Dato l'argomento, la sintesi riguarda appunto le matrici americana ed atlantica e
la parallela "propaggine" israeliana, mentre esclude l'azione dei sovietici data la trattazione.

Prodromi (la prima metà degli anni sessanta)

Con la svolta di Nenni (PSI) apertamente atlantista, o comunque, di autonomia al PCI, la maggioranza della DC, in
primis nella persona di Moro cercano un accordo di governo con i socialisti. L'intento è quello di dividere le forze
di sinistra, ma le forze reazionarie politiche e sociali del paese non accettano l'operazione del centrosinistra. IL
tentativo di Tambroni, destra DC, fallisce, ma anche il Piano SOLO del generale De Lorenzo. Quest'ultimo, nato
come un progetto di golpe appoggiato da industriali ed agrari che paventavano una svolta di "sinistra" , viene con
abilità trasformato da Moro e da altri democristiani favorevoli al centrosinistra in un "ricatto" voluto per moderare
le pretese socialiste. E' probabilmente una condizione dettata dall'amministrazione Kennedy e poi da quella di
Johnson, perché gli americani difficilmente avrebbero accettato governi dalle venature "marxisteggianti". Nenni e i
socialisti cedono e il programma del centrosinistra viene di molto annacquato (l'unica nazionalizzazione accettata
è quella dell'industria elettrica).

Prima fase (la seconda metà degli anni sessanta)

Tuttavia settori nazionali dell'economia, della finanza, della politica e militari non accettano la svolta del
centrosinistra. Le forze di destra vedono in essa un cedimento verso la sinistra che porterà inevitabilmente i
comunisti al potere. All'Hotel Parco dei Principi a Roma un convegno organizzato dallo Stato Maggiore
dell'Esercito e dai servizi segreti militari teorizza apertamente l'uso del terrorismo indiscriminato o selettivo per
arginare il pericolo del comunismo visto come una grande congiura internazionale. Al convegno vi partecipano
esperti militari , esponenti del neofascismo, gaullisti pacciardiani e anticomunisti dei partiti di area governativa. Il
modello è quello della "guerra non ortodossa" proposto dai militanti dell'OAS, l'organizzazione terroristica di
estrema destra francese contraria all'indipendenza algerina. Il tutto sembra inquadrarsi in una logica
internazionale : sono di quegli anni l'operazione CHAOS della CIA, l'operazione COINTELPRO dell'FBI, la direttiva
Westmoreland e il Field Manual 30 – 31 B delle forze speciali militari americane. I servizi segreti americani, anche
con la collaborazione dei servizi segreti di area NATO, si impegnano ad infiltrare l'estrema sinistra a scopo di
provocazione per screditarla e per colpire la sinistra in generale. Naturalmente in Italia c'è la fattiva collaborazione
di settori del SID e dell'Ufficio Affari Riservati. Strumento essenziale della "strategia della tensione" è, con ogni
probabilità, la centrale "nera" Aginter Press fondata da ex militanti dell'OAS a Lisbona, capitale di un paese allora
retto da un regime fascista. Su tale centrale terroristica vige il segreto NATO e non può essere un caso, inoltre
l'Aginter Press sembra anche lo strumento per orientare l'estrema destra internazionale in senso filoisraeliano.
Insomma la "strategia della tensione" pare, a livello internazionale, mossa da una sorta di asse anticomunista
anglo – americano –"israeliano". La strategia dà i suoi risultati in Grecia con il golpe militare del 1967. Il
Sessantotto potrebbe costituire un serbatoio di provocazione da cui infiltrare elementi con il compito di
alimentare caos e violenza. Come in Italia in cui l'estrema sinistra viene infiltrata da provocatori professionali e
militanti di estrema destra di Ordine Nuovo e di Avanguardia Nazionale. Il "nazimaoismo" è indicativo di questa
confusione. Alla "strategia della tensione" si oppone la "strategia dell'attenzione" di Moro che avvia gli approcci al
PCI. La formula del centrosinistra si sta rivelando fallimentare proprio perché il programma era stato
"annacquato". Comunque lo scopo che Moro si prefigge è simile a quello perseguito nei confronti dei socialisti.

Nel 1969 viene scatenata una campagna di attentati attribuiti agli anarchici ma in realtà ad opera di neofascisti
legati ad Ordine Nuovo. Il culmine viene raggiunto con le bombe a Roma e Milano del 12 dicembre. A Milano In
piazza Fontana alla Banca dell'Agricoltura si verifica una strage. L'esplosivo utilizzato potrebbe essere militare,
provenienza NATO , fornita da agenti della DIA, il servizio segreto del Pentagono. Non si conosce il ruolo di forze
speciali americane o esponenti di gruppi paramilitari tipo GLADIO nella campagna terroristica, ma è da
presumere un serio coinvolgimento. L'obiettivo è uno spostamento a destra del quadro politico dopo l'Autunno
caldo operaio e l'avanzamento dei comunisti alle politiche dell'anno prima. Si cominciano però a manifestare
fratture e divergenze : oltre a coloro che guardano con simpatia ai colonnelli grec

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