FREE PRESS - ANNO XII N.38 17 Dicembre 2022 - controsensobasilicata@gmail.com - www.controsensobasilicata.
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POTENZA, LE LUCI BANDO NON
SI ACCENDONO, METANIZZATI:
MA IL CENTRO PRENOTATO UN
SI SPEGNE MILIONE AL GIORNO
a pagina 10
A PAGINA 3
CHISSÀ PERCHÈ...
Cari Contro-Lettori,
Come saprete, questo giornale
–accompagnato da Lucania.
Tv- ha da tempo inteso farsi “un giro” fra i
sindaci dei comuni lucani (grandi e piccoli
di entrambe le province) per tastare il polso
delle luci e delle ombre che caratterizzano
la vita nei nostri borghi. Il nostro piccolo
foto Esposito
“tour” – i cui esiti li leggete di tanto nella
rubrica “Indovina chi viene a pranzo”- ha
preso vigore proprio durante i giorni più neri
della Pandemia, quando non era possibile
andare al ristorante, ma queste interviste
si facevano ugualmente, negli uffici (e
ufficetti) dei vari sindaci, nei loro palazzi
municipali posti nel cuore dei loro comuni
deserti (a causa delle restrizioni anti-virus,
ma non solo).
A distanza di due anni e passa, ci sono
parse pertanto assai significative le parole
del primo cittadino di Garaguso, piccolo,
bellissimo borgo in provincia di Matera, che
ci ha parlato di giovani promettenti che ora
sbandano nelle piazze di paese, urgenti di
assistenza psicologica: «… a parte il Lavoro,
innanzitutto la Sanità! Abbiamo bisogno
QUI di assistenti sociali, di psicologi,
perché abbiamo diplomati che dalla mattina
alla sera sono cambiati, non sono più come
prima. Giovani che stavano per laurearsi e
TA'
ora sono sbandati! E come facciamo?»: un
R
... i conti sulla POVE aspetto inquietante degli effetti della Crisi
(Pandemia + Guerra) che finora non era mai
emerso –almeno, non con questa veemenza-
"tornano" SEMPRE
negli incontri con gli altri amministratori.
Tuttavia, con diverse parole, c’è
un’autorevole conferma nel recente rapporto
della Caritas Diocesana di Potenza-Muro
Lucano-Marsico Nuovo.
«La percezione dei fenomeni sociali
raccontata dai parroci e dai sindaci –si
legge- e i dati provenienti dall’attività dei
CdA sul territorio, descrivono un contesto di
grande precarietà ed incertezza, soprattutto
in relazione alla progressione costante del
fenomeno della povertà e dell’esclusione
sociale. Tale andamento viene in parte
INDOVINA CHI
VIENE A PRANZO?
Francesco
AULETTA
a pagina 7
confermato dalla stima del primo semestre
del 2022 relativa alle attività di sostegno
messe in campo dalla rete Caritas: da
gennaio a giugno 2022 sono stati erogati
10549 pacchi alimentari (in tutto il 2019
erano 9000) e risultano in percorsi di
sostegno circa 4100 persone».
«Altrettanto presenti ed incontrate con
frequenza, sono le problematiche relative
all’occupazione: il 93% dei sindaci le
riscontra qualche volta e spesso, per i
parroci il 91%. La fortissima presenza
del problema è acuita anche dagli effetti
economici e sociali prodotti dall’emergenza
sanitaria (e qui tornano le parole di Auletta
- ndr).
«Lo sviluppo trasversale del fenomeno della
povertà, viene avvertito come un’urgenza
tanto dai sindaci, quanto dai parroci, che
oltre rilevare con frequenza il problema, lo
percepiscono sostanzialmente in crescita: il
73% dei sindaci e il 53% dei parroci, infatti,
ne dichiarano l’aumento».
Ma i dati su povertà, materiale e sociale, non
sono gli unici “conti” che tornano.
Sempre Auletta ci ha raccontato che
monsignor Ligorio, quando anni orsono era
vescovo della Diocesi di Tricarico, promosse
uno studio che indicava come fosse compito
delle “cinque agenzie” (chiesa, enti
pubblici, associazioni, famiglie e scuola), e
non solo della politica locale, interrogarsi e
intervenire sul territorio.
Il report Caritas sulla povertà oggi si
apre proprio con le parole di Ligorio, nel
frattempo diventato Arcivescovo di Potenza,
a detta del quale il particolare momento
«impone di non essere soli, ma di ricercare
gli stimoli e la costruzione di un dialogo
con il territorio, non semplicemente per
occupare spazi o supplire nella gestione
di servizi di assistenza, ma per conoscere
e studiare insieme i passi possibili di un
cammino comune».
Walter De Stradis
 REPORT 3
17 Dicembre 2022
Inutili “chiacchiere”
al Comune di Potenza:
intanto il cittadino patisce
to di Cittadinanza ? Non sarà per questo, ma biti (i duecentomila si
L'INTERVENTO- “Chi è causa del suo mal, aggiungono o no?) non risolve alcunché per-
certo ci sta un tale menefreghismo che sarebbe
pianga se stesso”, dice il saggio e per questo ché ci si domanda: ma i soldi delle multe dove
corretto pensare male dell'operato degli am-
quelli delle contrade, che ora lamentano nu- sono finiti? Ma vuoi vedere che il Comune non
ministratori. Credo che in contrada avevano
merose carenze, possono prendersela con loro ha ancora coperto, con le multe, la spesa dei
votato il CDX per essere, finalmente, coccola-
stessi per aver votato questa Amministrazione 200 mila e passa euro fatta per inviare le noti-
ti, curati, accuditi… ed ora si ritrovano con il
(se ben ricordo, il CSX ha vinto in città e il fiche ai velocisti?
sedere scoperto. Un detto antico suggerisce:
CDX ha vinto nelle contrade)… Non è che chi Fuor di polemica, a me pare grave che il Con-
“se tua moglie ti becca con l’amante, tu nega
l’ha votata, quest’Amministrazione, debba ve- siglio Comunale non affronti le interrogazioni
senza vergogna di averci fatto l’amore.. e, al
nire da questa "punito", ma alla fine, ciascuno presentate di maggioranza o minoranza che
peggio, giustifica l’essere nudo con l’esigenza
raccoglie quel che semina. siano, non discuta del cosa, come, e se fare,
di tappare i buchi dello scarico rotti”, insom-
Ciò premesso, tocca evidenziare che l’am- perché la maggioranza abbandona sistemati-
ma la peggiore e più vergognosa delle bugie
ministrazione di Centro Destra a Potenza fa camente i lavori. Insomma, è evidente che chi
vale cento volte la verità.
acqua da tutte le parti e, infatti, le buche af- Governa preferisce non far sapere al cittadino
Ma un aggiornamento al corrente, ci segna-
fliggono, da quel dì, i Potentini, però si dice s’è finito il formaggio o solo le pere (per
la che il Consiglio Comunale non è riuscito,
che potrebbero essere fatte, di proposito, dai parafrasare un vecchio detto). E tocca, evi-
ancora, ad eleggere il Presidente dell’Assem-
seguaci di Vituccio già sindaco CSX al 2014 dentemente, prendere atto di un fatto: il CDX
blea (da oltre 1 anno), che il Sindaco se la
(scherziamo, ovviamente). ha vinto le elezioni a Potenza come in Basili-
prenda con i due Consiglieri, ex, di maggio-
Siamo ancora in autunno e le strade son tutte cata, ma … non sembra capace di Governare
ranza passati ad opporsi e con la Stampa che
bucazzi e figurarsi dopo la neve che saranno nel senso che molti degli eletti pretendeno il
metterebbe in luce solo le inefficienze ammi-
diventate. Se sei di destra che fai, te la pigli predellino (o il potere se preferite) per sé, e se
nistrative e non gli ottimi risultati conseguiti;
con Vituccio e i suoi seguaci di che di notte, non lo ottengono se ne fottono di chi li ha elet-
ma… allora il cittadino che si lamenta a quale
armati di mazzuola e punteruolo, le fanno? ti (com’è reso chiaro ed evidente, anche, dalla
categoria si dovrebbe iscrivere? E dunque la
Se invece sei meccanico te la godi, dal mo- vicenda regionale dove c’è voluto pure il voto
stampa quando racconta degli altri 200 mila
mento che quelle stesse buche fanno disperare del Bardi per fare tornare i conti contro la sfi-
euro di finanziamento ottenuti dal Comune
gli automobilisti e fanno felice te e tutti colo- ducia proposta dalle opposizioni). Vi è da dire
per la sistemazione delle strade di contrada
ro che riparano le auto. Diceva ‘na vecchia che le opposizioni in Comune o in Regione
è buona? e se racconta che le buche in città
canzone: “la carne manca, poco ci rincresce non sembrano in grado di presentarsi e pre-
son sempre lì e più profonde e più numerose
abbiam tre mari e abbiamo tanto pesce…”: sentare una politica costruita sulle necessità
è cattiva?
insomma, è evidente che più le auto si sfascia- reali della gente, ma questo fatto, se si può,
Suvvia, cittadini Putenzesi –di città e di con-
no, più servono riparazioni e più si crea lavo- rende ancora più grave la situazione, perché
trada- la situazione è grave, ma la gestione
ro nelle officine. non possiamo manco sperare che “adda pas-
non è all’altezza perché non basta che il l’ulti-
Paradossalmente, a destra potrebbero dunque sà a nuttata” perché la notte parrebbe desti-
mo Consiglio comunale abbia approvato tutti
dire che il loro Governo Comunale ha voca- nata a durare e ci “urgono” uomini capaci,
i debiti fuori bilancio presentati, quando ser-
zione per il lavoro, altrui, che si ingegna, in non solo dabbene.
ogni modo, per crearlo, e che nel farlo opera
virebbe una azione politica che eliminasse la FOTO ESPOSITO
formazione di tali debiti, che, all’evidenza non
per ridurre o azzerare l’esigenza del Reddi-
c’è. E certamente continuare a fare nuovi de-

«Grazie al Comune per le luminarie,

ma il Centro si sta “spegnendo” lo stesso»
Mimì, storico ristoratore: «Gli eventi natalizi non bastano. La parte
vecchia della città intorno alle ore 20:30/21 muore completamente,
perché le scale mobili sono chiuse, e non si capisce il motivo!!!»
plauso al Comune e loro sanno dove poter attin- dare incentivi per far tornare anni una bruttura dal punto Natale?
per le luminarie – ci gere. gli imprenditori verso il centro di vista estetico, ma anche un Sicuramente che questa am-
dice subito lo stori- Spesso si dice che voler par- storico. peccato aver coperto uno dei ministrazione si ravveda e in-
co ristoratore –per- cheggiare in Centro sia una Che tipo di incentivi? simboli della città. E sempre cominci a pensare come deve
ché, anche se sono cattiva abitudine dei poten- Tutto quello che possa essere per tornare ai parcheggi, ab- essere la Potenza del futuro,
in numero minore tini… necessario per ridare nuova biamo dato modo ai privati di se deve diventare una città da
rispetto allo scor- Per arrivare in Centro biso- vita al Centro, ma solo se si crearne in via Bonaventura, visitare o se dobbiamo lascia-
so anno, sono state gna “salire” nel vero senso vuole che il centro storico tor- e la piazza sopra è rimasta re alle zone distanti dal Cen-
messe in tempo e della parola, quindi spesso è ni a vivere nuovamente, con inutilizzata, quando in un pri- tro il potere “accentratore”,
accese per l’Imma- necessario un mezzo. La parte vetrine piene e nuove propo- mo momento era destinata ad penso a Macchia Romana,
colata. Finalmente vecchia della città intorno alle ste. area mercatale. via del Galitello ecc. A volte
poi è stato fatto un ore 20:30/21 muore completa- L’idea è stata spesso quella Qualche giorno fa è stato penso che questa città sia ab-
albero all’altezza mente, perché per la maggior di riportare anche gli uffi- presentato il cartellone degli bandonata a se stessa, e prima
del capoluogo. Il parte le scale mobili sono ci… eventi natalizi in città, pensa che finisce questa consiliatu-
centro storico sta chiuse, e non si capisce per- Secondo me non ci hanno mai che questo potrebbe far rivi- ra, spero almeno che si possa
vivendo un momen- ché. Se vogliono che la gente pensato, per questioni decisio- vere il Centro? lasciare a chi verrà dopo un
to di grande crisi, venga in Centro e usi i mezzi, nali legate agli impiegati e ai Gli eventi si possono anche progetto fattibile. Gli attua-
che però viene da perché allora mettere la chiu- dirigenti che hanno difficoltà fare, ma noi per lavorare e ri- li amministratori non hanno
lontano, pertan- sura alle 21? Su questo c’è ad arrivare al Centro…e ri- lanciare il centro non possia- trovato nulla in eredità e così

M
di Antonella Sabia
imì Chioraz-
zo ci ospita
ancora una
volta nel suo
storico loca-
le, in un pomeriggio piovoso
in cui incontriamo pochissime
anime lungo Via Pretoria. Il
motivo è sempre quello, tor-
nare a porre l’attenzione sul
Centro Storico di Potenza,
oggi che è diventato un po’ più
luccicante per le imminenti fe-
stività natalizie.
“Per prima cosa vorrei fare un
to non si possono
incolpare gli amministratori
attuali che l’hanno trovato in
questo modo, ma purtroppo
è vero che nulla hanno fatto
per migliorarlo. Bisognereb-
be prendere in mano questa
situazione per cercare di ri-
portare più gente possibile nel
centro storico”.
In che modo si potrebbe
fare?
Sicuramente se ci sono condi-
zioni di parcheggio limitrofe.
Devono trovare una soluzio-
ne per i parcheggi, secondo
me non è difficile da trovare,
una grossa carenza, potrebbe-
ro attenzionare questo proble-
ma e fare un piccolo sacrificio,
magari anche aumentando di
0,10-0,15 € il costo delle stes-
se. Fate in modo che la gente
possa arrivare!
Tanti negozi hanno chiuso,
il motivo sono gli affitti sem-
pre più cari?
Gli affitti non sono più alti, i
negozi chiudono perché c’è
stata una politica di incenti-
vazione a spostarsi verso altre
zone cittadine, sarebbe oppor-
tuno quindi che in Comune
incominciassero a pensare a
torniamo ancora una volta al
problema dei parcheggi. C’è
poi anche il problema del-
la piattaforma della ferrovia
appulo-lucana sotto il Grande
Albergo.
Da qualche mese, si sta pro-
vando a far rivivere anche
un pezzo della storia poten-
tina, la torre Guevara, per
anni e anni coperta da un
maestoso palazzo.
In quel palazzo negli anni
passati vi era un ospedale,
poi qualche amministratore
lo ha destinato ad uso scola-
stico. Sicuramente è stato per
mo aspettare il giorno dell’e-
vento, abbiamo la necessità di
lavorare tutti i giorni ed evita-
re che la gente scelga di fre-
quentare solo locali e negozi
in periferia o comunque in po-
sti più facili da raggiungere,
dove è comodo parcheggiare.
Si era parlato in passato della
possibilità di parcheggi sot-
terranei, sotto Piazza Mario
Pagano, con accesso da XVIII
Agosto e uscita in via Mazzini,
ma nessuno sa perché quest’i-
dea non si sia mai concretiz-
zata.
Cosa si augura per questo
facendo, nulla lasceranno ai
prossimi.
Ci congediamo dal ristoratore
con una richiesta, l’impegno
di continuare a parlare per
tenere vivo l’interesse per il
centro storico. Trascorse le
festività natalizie, il signor
Mimì ci ha ridato appunta-
mento, estendendo l’invito
anche ad altri commercianti o
privati cittadini che vorranno
discutere proposte e idee che
questa amministrazione po-
trebbe valutare per far rivivere
il Centro Storico.
 4 REPORT
17 Dicembre 2022

Una città che rischia di scomparire,

per abbandono, incuria o distruzione
Sembra che la comunità sia smarrita, non più in grado di vivere gli antichi spa-
zi, ereditati secondo quella misura che consentiva la perpetuazione dei caratteri
distintivi di una città, quell’equilibrio che animava la socialità e il dialogo
spessori del passato e riper-
correrne gli strati di ambiente
urbano e popolare.
Si è voluto così restituire il
colore ad un’epoca, non tanto
da storici, quanto da scrittori
del costume e della memoria,
tesi a ritrovare frammenti,
immagini, espressioni emble-
matiche di oggetti e concetti,
di fatti e persone, quasi chin-
caglierie di simboli casarecci,
di parole nostrane che si sus-
seguono in un ordine natura-
le, quello della loro presenza
sulla scena: le liti dei vicini, lo

Q
ui si tratta
di una rassegna
dei vinti, non di
quelli catalogati
dal Verga o dal
Nutelli, reclutati nelle infime
categorie del sociale, bensì di
quelle entità antropologiche
della marginalità e degli ano-
nimi pur se titolari di prota-
gonismo mai accentuato o di-
vulgato dalla celebrità e dalla
fama.
Ma “Canapone” non è solo
il termine con cui s’indicano
volgarmente le piante femmi-
nili della canapa ed il tessuto
che se ne ricava. La parola
“Canapone” ha una somma
di significati che scaturiscono
dal suo accrescitivo, dal suono
e dalle sensazioni che susci-
ta: la campagna ed il centro
abitato, il commercio ricco e
l’attesa dettagliata e ambu-
lante, l’industria improvvi-
sata e artigianale, le carestie
e l’abbondanza, i singoli atti
delle stagioni, la mietitura e
la vendemmia, la rendita e la
fatica, l’indigenza, il rispar-
mio e la fiaba dello sperpero.
Una dinamica espressa in ele-
menti che hanno propensione
per queste azioni, attitudini
e variazioni. Difetti, eccessi,
abitudini di vita, eloquenza
del popolo e della storia, indi-
vidui mimetizzati nelle masse
organizzate.
Si vuole così cogliere alcuni
sparlottìo delle comari, il cele-
brato sapore di un noto piatto,
l’odore del cuoio nell’antro
del sellaio e l’altro, ancora più
diffuso e di massa, quello del-
la corte dei poveri, nelle sot-
terranee cantine di botti e di
muffe dalle volte annerite dal
tempo e dal fumo.
Così anche per il sudaticcio
e acre odore di fustagno e di
velluto sporco delle famiglie
contadine in ressa intorno ai
rozzi tavoli unti di vino e di
grasso.
Nella città dei portoni che han-
no nell’atrio sgabuzzini per i
ciabattini a riparare scarpe rot-
te e ad approntare tomaie per
quelle nuove, la via Pretoria
e lì che scorre a tutte l’ore. È
percorsa dalle irme, la piccola
e la grande, dalle zitelle che
ogni sera compiono tre giri per
un medesimo destino, da per-
sonaggi laceri nella casacca e
nelle toppe, scarpe scalcagna-
te alla frenetica ricerca di un
pezzo di fortuna e novità.
Zì Vito si sposta con notizie
e giornali su una carrozzella
per poliomelitici, trainata dai
cani. Nel vicolo Santa Sofia
abita Cuncetta, la lavandaia
del fiume, che ha tre figlie con
la faccia cotta e il bel culo a
tamburo.
E c’è l’euforia malinconica
di “ué lu Zù dumàne è sanda
Criscia” che riempie l’aria di
scanzonato rispetto ai monelli
che fanno il verso allo scemo,
all’ebete assonnato e acchiap-
La chiusura di uno storico ristorante
pamosche.
La banda di Mezzanotte ope-
ra tra sporte di pesche e di
ciliegie e i baresi gridano l’e-
state nei sapori e nei colori
dell’uva, dei fichi e dei polpi
vivi. La villa di piazza XVlII
Agosto si allunga giù, giù
fino ai cetrioli degli orti, lo
scimpanzè e l’orso sono nelle
gabbie per il pubblico adulto e
piccino della villa grande. Le
guardie sono in alta uniforme,
ed il comandante ha i gradi di
Goering per i contadini che
non lo conoscono. Si ostina
al sequestro di tutte le palle di
pezza.
Ecco che ci rivediamo, distrat-
ti, intontiti dei molti enigmi,
appesantiti dagli anni, dal-
le domande senza risposta,
dai perché che non abbiamo
saputo o che non sappiamo
spiegare. Ecco che ci incon-
triamo storditi dal bagliore
intermittente, dal buio pene-
trante e profondo. Ecco che ci
risentiamo doloranti, dolorosi,
nel Centro (foto Esposito)
addolorati per i colpi subiti e
per quanto ancora ci inflig-
gono gli omuncoli eletti nel
magma sottoproletario degli
imbecilli.
Se la sola e vera scienza
dell’uomo è l’antiquaria -
come affermava Giacomo Le-
opardi - è anche vero che tutto
ciò che si può rilevare dalla
città che amiamo, quella in-
vecchiata, che risente dell’an-
tico e del ricordo, è non solo
scientifico e storia della civiltà
urbana, ma fa parte di noi, del-
le nostre radici e della nostra
cultura.
C’era la città. La città tutta
intera, distinta e confinata nel
suo contado; una città da sal-
vaguardare, perché rischia, ha
rischiato di scomparire, per
abbandono, incuria o distru-
zione, o di essere sommersa,
inglobata, anzi emarginata,
segregata nel suo centro an-
tico, spopolato a causa di una
crescita edilizia che lungo
i gironi della sua estesissi-
La città "delle transenne" (foto Esposit
ma espansione ha spostato le
abitudini e le famiglie che un
tempo pullulavano nei vicoli.
Ora sembra che la comunità
sia smarrita, non più in grado
di vivere gli antichi spazi, ere-
ditati secondo quella misura
che consentiva la perpetua-
zione dei caratteri distintivi di
una città, quell’equilibrio che
animava la socialità e il dia-
logo.
Ciò che è successo nel voler
applicare in forma banalizzata
le regole della modernità è il
dramma delle distanze. Ser-
pentone, Malvaccaro, Poggio
Tre Galli, Macchia Romana,
rappresentano la nostra Ba-
bele rovesciata, il frutto della
necessità abitativa e del lucro,
il peccato edilizio come atto
demiurgico che non è più la
confusione del comunicare,
non è il richiamo degli uomini
alla loro dimensione, bensì le
torri del silenzio ove risiedono
le solitudini popolate, i condo-
minii senza l’affabilità di un
o)
vicinato, regno condominiale
dalle frustrazioni discordi.
Ecco un brevissimo flash del
teatro - città, della città nel suo
spazio, nel suo tempo, consta-
tando - scrive Kostas Axelos
- come siano sue le leggi che
presiedono il destino di tutte
le città “il desiderio di vivere
e di voler vivere, il desiderio
di morire e di voler morire”.
E Potenza vuole morire? Ci
sono perciò città passatiste,
prese solo dalla memoria ir-
ripetibile di quello che sono
state, ci sono città che gio-
cano tutto sul passato, e città
che si proiettano unicamente
nel futuro ... Nessuno dei due
poli opposti: il gigantismo e
l’intimismo, ci può dare una
soluzione. Eppure - dice Axe-
los - ci sono delle possibilità
che si aprono, situazioni, ore
e secondi, atmosfere e incontri
carichi d’intensa poeticità.

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 5
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 6 REPORT
17 Dicembre 2022
R
di Michele Traficante
ionero con i suoi
oltre tredicimila
abitanti, è uno
dei centri abitati
più popolosi
ed importanti della zona
del Vulture Altro Bradano.
Noto per la sua numerose
attività commerciale, per la
produzione dei rinomati vini
del Vulture, del pregiato olio
di oliva, delle eccellenti acque
minerali e degli accorsati
Istituti scolastici superiori è
certamente una città degna
di massimo rispetto e di
ammirazione. Senza parlare
della presenza del CROB
(Centro di Riferimento
Oncologico della Basilicata)
che svolge un ruolo rilevante
nel campo della ricerca
scientifica e cura delle
patologie tumorali. La sua
posizione centrale della zona
del Vulture Melfese fanno
sì che a Rionero fanno capo
diversi paesi dell’hinterland
volturino.
Pertanto, grande importanza
riveste lo scalo ferroviario
delle FFSS della linea Foggia
– Potenza che trovasi nel
centro abitato di Rionero e a
cui fanno capo i viaggiatori
dell’intero hinterland
vulturina alto Bradano.
Da qualche tempo la biglietteria
della stazione ferroviaria non
è più funzionante, ha chiuso
i battenti con un avviso sulla
porta d’ingresso che invita
i viaggiatori a rivolgersi a
un’agenzia viaggi che si
trova alla periferia della città
distante circa un chilometro
dalla stazione.
La biglietteria della stazione
funzionava anche come
edicola per la vendita di
giornali e varie. Un servizio
molto utile, dunque, a favore
anche di chi prendeva il terno.
Non è concepibile che la
stazione delle Ferrovie dello
Stato di Rionero sia priva di
una biglietteria che consenta ai
tanti viaggiatori di acquistare
il biglietto per viaggiare sul
treno. Eppure, alla stazione e
Il disagio di una
stazione ferroviaria
senza bigliettaio
RIONERO - Nonostante l’importanza
dello scalo della linea Foggia – Potenza,
la difficoltà per molti viaggiatori, anche
dei comuni vicinori, è lampante
di Rionero arrivano persona
da Atella, Ripacandida,
Ginestra, Venosa, Maschito.
Forenza, San Fele. Rapone,
Ruvo del Monte, Pescopagano
per prendere il treno e
raggiungere Potenza e Foggia.
Arrivano con pullman di linea
con auto a noleggio e con
mezzi propri per intraprendere
viaggi anche a lunga distanza,
facendo tappa allo scalo di
Potenza inferiore o a Foggia.
È evidente l’importanza della
stazione ferroviaria di Rionero
e quindi l’assurdità della
chiusura della biglietteria delle
FFSS. Eppure, i locali adatti
vi sono ed erano già utilizzati
fino a qualche tempo fa per
l’acquisto del biglietto e fare
gli abbonamenti per studenti e
lavoratori pendolari.
Attualmente i biglietti e gli
abbonamenti sono rilasciati
dalla Tabaccheria a una
cinquantina di metri della
stazione, oltre a un distributore
automatico nella stazione
(ma che non pare agevole).
La Tabaccheria però non ha
ancora esposta una tabella
all’esterno che indichi tale
servizio, forse si provvederà
a breve, come ci ha assicurato
l’esercente.
Si deve all’impegno tenace
di Giustino Fortunato la
realizzazione della linea
ferroviaria Foggia – Potenza
con la stazione proprio nel
centro abitato di Rionero.
Una conquista non priva
di difficoltà per l’illustre
parlamentare rionerese.
Significativo quanto avvenne
fra Giustino Fortunato e il
direttore generale della Società
Ferrovie Meridionali, che
tergiversava sulla concessione
della ferrovia, e se ne uscì con
questa frase: Commendatore,
per molto meno, molti bagnati
sono andati in galera. Apriti
cielo, non l’avesse mai detto.
Il commendatore andò su tutte
arrivare ad azione violenta, nel piazzale della stazione
le furie e gli gridò in faccia:
Comunque, attenne quanto ferroviario, in segno di grande
“Lei è un insolente, e si
richiesto. Che uomo don gratitudine verso tale uomo.
permette tanta insolenza solo
Giustino!
perché è in casa mia”. Povero
Riotteniamo più che doveroso
don Giustino, figurarsi se un
mettere un monumento di
uomo mite come lui potesse
Giustino Fortunato proprio

«Siamo il “cuore” della Basilicata,
ma ai nostri "malanni" ci pensano in pochi»
Vivere e amministrare un piccolo borgo lucano dalle mille potenzialità,
di cui molte non sfruttate: parla il sindaco di Garaguso (Mt), noto avvocato
O
di Walter De Stradis
sservando i bambini che, usciti
di scuola, scambiano saluti col
Sindaco all’ingresso del bar
sede dell’intervista, viene da
dare ragione a quanti sostengono
(come accaduto in diverse puntate di questa
rubrica) che la Basilicata PUO’ ripartire dai
piccoli comuni. Tuttavia, come ci spiega il noto
avvocato Francesco Antonio Auletta, al terzo
mandato come primo cittadino di Garaguso
(provincia di Matera), già Presidente della
Comunità Montana “Medio Basento”, c’è
prima da risolvere tutta una serie di problemi,
non pochi dei quali sono anzitutto a livello di
mentalità…politica.
Come giustifica la sua esistenza?
Intanto grazie per l’attenzione che rivolgete
ai piccoli borghi: ci dà l’occasione per far
sapere ai lettori come si vive in queste realtà.
Per quanto mi riguarda, quella di rimanere a
Garaguso è stata una scelta di vita, avendo
avuto la possibilità di esercitare la professione
di avvocato fuori regione. Poi, ahimè, la
politica ti contagia, e iniziai da subito a
frequentare le sezioni di partito, ove comunque
si stava sempre dalla parte dei più deboli e
dei bisognosi. Negli anni Ottanta qui ci fu un
evento, la manifestazione per il metano (qui
abbiamo una centrale), che coinvolse tutto il
popolo garagusano e che lo segnò per sempre,
anche caratterialmente. Oggi, però, la società
è mutata e soprattutto nei giovani non c’è tanto
interesse o volontà ad avvicinarsi alla politica.
La difficoltà nei piccoli centri oggi è proprio
quella di aggregare dei giovani attorno a
un’idea politica.
Sì, però, e l’ho detto spesso, non può soltanto
un Comune o la politica portare una comunità
all’unità, ma occorre un’opera di aggregazione
anche da parte di altre “agenzie”. Quando alla
diocesi di Tricarico era vescovo monsignor
Ligorio, fu compiuto un studio sulle cinque
“agenzie” e sulla corresponsabilità di queste:
chiesa, enti pubblici, associazioni, famiglie
e scuola. Solo se queste cinque “agenzie”
collaborano, si ottiene una formazione (laica o
religiosa che sia) volta a una coscienza pulita.
Ritiene che queste cinque “agenzie” siano
latenti nel curriculum di molti di quei giovani
che oggi – in Basilicata e non solo- sono
amministratori e che sono entrati in politica
dalla porta principale?
Ah, io credo proprio di sì! Oggi la politica non è
più concepita per il bene comune. Il sacrificio?
Dai, parliamoci chiaro, basti guardare quello
che sta succedendo a livello europeo! Non
c’è più l’obiettivo di stare dalla parte dei
più bisognosi. Anche per quanto riguarda le
infrastrutture. Basta guardare la viabilità nella
provincia di Matera, nelle aree interne: da
Terzo Mondo!
Tempo fa lei fece una provocazione: “ci adotti
un’altra provincia, perché qui ci sentiamo
abbandonati”.
Certo, una provocazione, ma non nell’interesse
solo del mio comune, bensì delle aree interne,
perché questa è la “porta” delle aree interne!
All’epoca Barca fu consigliato molto male,
facendo fermare le “aree interne” a Oliveto
Lucano (partendo da Aliano), quando invece
dovevano continuare fino a Tricarico e
Grassano! Oggi quelle “aree interne”, da
Oliveto ad Aliano, gestiscono 50milioni di
euro; ciò che invece non gestiscono quei piccoli
comuni come il nostro. Pensi che io, dall’inizio
della mia esperienza, e cioè da quarant’anni,
mi ero battuto per fare l’unione dei comuni,
Oliveto, Calciano, Garaguso e Tricarico (l’ex
7
17 Dicembre 2022
FRANCESCO
AULETTA
una struttura sanitaria (ove bisognava fare
degli accertamenti per una mia cliente che
stava male) sita a Ginosa Marina, quando vidi
una persona che mi salutava e che mi veniva
incontro. Era la dottoressa Fossa: avevano
realizzato lì la struttura che volevamo fare al
nostro Scalo!!! Basti questo esempio.
Questo ci porta a spostare il discorso sul
suo partito, il Pd. Quando lei parlava di
“scollamento” fra politica e tessuto sociale,
beh, il Partito Democratico è quello che forse
sta pagando più di tutti questo gap. Non
trova?
Da tempo, è ovvio. Quando si perde il
collegamento con i più bisognosi, i più deboli…
Vede, io sono di scuola socialista e con gli
altri compagni socialisti, erano quelli, i valori.
Oggi i Cinque Stelle parlano, ma noi all’epoca
facevamo i convegni sul merito e il bisogno…
…oggi c’è addirittura un Ministero, del
Auletta e De Stradis a "La Conca d'Oro" di Garaguso (foto Basilicatanews) Merito…
Ripeto, “merito e bisogno”. Quella era la
Oggi la politica non è più concepita per il bene comune. nostra missione.
Il sacrificio? Dai, parliamoci chiaro, non c’è più E il Pd, “merito e bisogno” li ha persi per
strada?
l’obiettivo di stare dalla parte dei più bisognosi. Basta Sììì, a mio avviso sì. Ma non soltanto a livello
guardare la viabilità nella provincia di Matera, nelle aree nazionale, anche a livello locale.
In Basilicata qual è stato il punto di non
interne: da Terzo Mondo! ritorno?
C’è stato già da qualche anno, anche con la
Il “punto di non ritorno” c’è già da qualche anno, anche “gestione” di quelli del Pd. Molte volte si
perde la bussola… mentre a livello provinciale,
con la “gestione” di quelli del Pd. Pensi, la collaboratrice del regionale, e anche comunale, bisogna fare
professor Umberto Veronesi venne nel mio ufficio e mi fece delle scelte. C’è una graduatoria? Prima
vengono i più bisognosi, a parità di merito. Se
notare che il “centro” della Basilicata è qui, ma il governatore c’è un concorso, e c’è il figlio di un contadino
Bubbico non volle incontrarla. E la struttura sanitaria poi la meritevole, non bisogna privilegiare sempre
e per forza il figlio del professionista o del
fecero a Ginosa Marina! potente.
Abbiamo parlato di “cinque agenzie”.
Da quante di queste deve ricominciare il
centrosinistra in Basilicata?
Da un dato fondamentale: chi ha avuto
esperienze politiche in ruoli di potere, ha dato
quel che ha dato, ma ora si deve mettere a
disposizione degli altri, dei giovani, delle donne
(soprattutto!), altrimenti non ne usciremo più.
comunità montana del Medio Basento). E ci ero mettono insieme: il sindaco di Garaguso, il Perché la sinistra ha un senso autentico solo
riuscito! vescovo Orofino e l’allora governatore De se è dalla parte dei più bisognosi e dei più
E poi? Filippo (col supporto di famiglie e associazioni). meritevoli. Guardi, con questa guerra non
E poi, scellerati, scellerati, quelli di Tricarico, La Regione all’epoca capì e diede il suo sappiamo dove andremo finire e la Pandemia
scellerati, sono andati in non so quale albergo piccolo contributo (la maggior parte dei fondi –mi creda- ha cambiato la gente a livello di
a unirsi, parte di maggioranza e parte di l’ha messa infatti il Vaticano). Oggi siamo mentalità. Lo vediamo nei nostri piccoli paesi e
minoranza, e hanno fatto venire il Commissario tutti d’accordo sul progetto: creare in quel l’ho detto nel mio ultimo intervento nel partito:
prefettizio. E quel paese, che io considero fra centro diocesano un laboratorio di idee per lo a parte il Lavoro, innanzitutto la Sanità!
i migliori della regione (per cultura, sviluppo, sviluppo. Ci sono 300 posti a sedere e contiene Abbiamo bisogno QUI di assistenti sociali, di
patrimonio religioso etc.) è diventato di una strutture per i bisognosi, per gli anziani, per i psicologi, perché abbiamo diplomati che dalla
povertà unica. Tricarico per noi è sempre stato giovani tossicodipendenti e sta diventando una mattina alla sera sono cambiati, non sono più
un punto di riferimento, tant’è che oggi anche i realtà. C’è tanto da lavorare, ma c’è bisogno come prima. Giovani che stavano per laurearsi
Tricaricesi capiscono che lì, giù allo Scalo (di dell’aiuto della Provincia e della Regione. e ora sono sbandati! E come facciamo?
Garaguso, Grassano e Tricarico) andava fatta E lei cosa chiede a questi enti? Se potesse prendere il Presidente della
una succursale dell’Università. Quello Scalo è Eh! Cosa chiediamo! Grazie al presidente Regione sottobraccio, confidenzialmente,
“baricentro” della Basilicata! Oggi iniziano a della Provincia di Matera –quello precedente, cosa gli direbbe?
capire. non l’attuale, Marrese- riuscimmo ad ottenere Gli direi: “Generà, l’ho invitata tante volte al
Dopo quarant’anni, lo hanno capito anche le il progetto del terminal bus giù allo Scalo. mio paese! So che è stato ad Accettura, ma che
istituzioni superiori? Iniziarono i lavori, ma oggi sono BLOCCATI! poi se n’è andato per Gallipoli-Cognato! So
Non lo capiscono, o meglio, non lo vogliono E già questo è un primo dato che non depone che ha pure un capo di gabinetto originario di
capire! Si figuri se –persone di Potenza, Matera bene, per la Provincia e per la Regione. E allora Garaguso (che –menomale- alla festa patronale
o Avigliano- possono accettare la proposta di bisogna parlare chiaro: voi Regione, cosa viene ed è legato)! Venga qui a vedere come
un sindaco di un paese con mille abitanti! E volete fare di questo territorio? E ripeto, qui non stiamo noi, qui nei piccoli paesi!”.
si perdono occasioni. Le faccio un esempio: si tratta soltanto di Garaguso, di Grassano o di Fra cent’anni scoprono una targa a suo
l’altro giorno, proprio allo Scalo, abbiamo Tricarico. La stessa collaboratrice del professor nome qui al Comune di Garaguso: cosa le
inaugurato un centro diocesano parrocchiale, Umberto Veronesi, la dottoressa Fossa, venne piacerebbe ci fosse scritto?
comprensoriale (la diocesi di Tricarico parte da nel mio ufficio, prese la cartina e mi fece notare Ciò che ho fatto scrivere sulla targa dedicata
Missanello e arriva ad Aliano). Già Monsignor che è QUI il centro della Basilicata. All’epoca a Madre Teresa, posta all’ingresso del mio
Delle Nocche aveva concepito lo Scalo come il presidente della Regione era Bubbico, del mio Comune: soprattutto onestà, trasparenza e
“centro”. Tutti gli altri, se lo sapevano, non stesso partito, e io l’invitai a prendere un caffè stare sempre dalla parte dei più deboli.
hanno mai voluto investire. Oggi però si è con la Fossa e il sottoscritto: rifiutò, perche per
presentata una grande occasione. Ciò accade lui quella era “gente non credibile”. Tempo
quando almeno tre “agenzie” su cinque si dopo, per ragioni professionali, mi ritrovai in
 8 REPORT
17 Dicembre 2022
I Bilanci di moltissimi Comuni sono
dissestati e i servizi essenziali inesistenti
Mancano ferrovie e strade, edifici scolastici e asili nido, strutture
e personale sanitari, difesa del suolo etc, tutti per indisponibilità dello Stato
U
n nuovo
compromesso
storico? Non
per rattoppare
-sebbene con
immenso ritardo- gli errori
dell’Unificazione, ma per
accordarsi sull’ Autonomia
differenziata? Sembra sia
stato questo lo scopo del
Festival delle Regioni
svoltosi a Monza! Il nodo
è importante: la Lega non
attraversa un buon momento
e punta con determinazione
sull’obiettivo .. dai tempi
di Bossi ; la stessa Meloni
non ne sembra entusiasta e
(forse) finge di condizionarlo
col presidenzialismo.
Tuttavia, il nostro Presidente,
pur indebolito dalla
trasmigrazione di molti dei
suoi proprio nel campo della
Meloni, non pensa di trar
vantaggio -per noi- da tanta
complessità; e sulla Gazzetta
del 7/11 si dichiara a favore
del disegno di Calderoli. Quel
ch’è peggio, anche il Corsera
sollecita il compromesso,
titolando “Il sì di Mattarella
per l’Autonomia …Lui,
figlio della Sicilia autonoma
a Statuto speciale.. non può
aver pregiudizi”. Dunque, il
nostro Governatore è stato
influenzato dal più prestigioso
giornale italiano? Oppure
si è convertito perché -pur
rappresentando una Regione
minore- gli hanno attribuita
la Presidenza di una Sezione
del festival? Sta di fatto che
nel medesimo giorno ha
dichiarato sulla Gazzetta la
sua “condivisione, anche
coi colleghi del Nord,
sull’Autonomia”! Ma la
Basilicata cosa ne pensa,
il Consiglio regionale
condivide? O forse il
Generale, insieme con gli
Altri suoi Colleghi, ha pensato
che, infine, da questa novità,
guadagnerebbe anche lui
qualche altra competenza
dallo Stato? Stiamo
giungendo, senza nemmeno
saperlo, al compromesso
con la Padania, a spalancare
la strada ai Leghisti: al loro
“sogno” di trattenere la
ricchezza nei luoghi in cui si
produce (senz’alcuna ulteriore
concessione agli sprechi e
al parassitismo dei terroni,
sempre amanti di sussidi,
bonus ed elemosine varie)?
E’ pur vero che il nostro Bardi
accenna alla finanza storica,
alle infrastrutture e ai servizi,
ma senza nemmeno accennare
che la Padania se n’è avvalsa
ampiamente (con un dislivello
di 60 miliardi all’anno- Nino
Patruno – Gazzetta del 9/11)
e che il nostro Sud ne ha
subito lo strapotere in tutte
le Sedi , disorganizzato e
numericamente inferiore! Si
è invece riferito a “interventi
dove le Regioni sono più
efficienti dei Ministeri (anche
la nostra…udite udite!)
e che alla fine- su Lep ..
perequazione sanitaria etc- il
buon senso prevale sempre”,
ed ha sottolineato che “c’è
condivisione anche con i
colleghi del Nord“. Convertito
dunque al compromesso senza
dar nemmeno uno sguardo
alle considerazioni dettate
da Mattarella; che il Corsera
ha riportato pur negandole
nel titolo... forse confidando
nell’ indisponibilità di molti
a capirle. Eppure, il Capo
dello Stato ha richiamato con
forza la Carta e precisato
che la famosa Autonomia
è concepibile se “estesa
all’intero territorio nazionale,
(con tutti) i diritti civili e
sociali, oltre alle esigenze
perequative …in un’ottica di
solidarietà e interdipendenza,
non (come) limiti o correttivi
(di essa), ma (come) caratteri
(suoi) propri (dunque
consustanziali, come detta
risorse sottratte con il criterio
“storico” e che “pareggiare”
significhi dotare il Sud dei
servizi di cui è stato privato a
vantaggio del Nord! Calderoli
ed i suoi alleati (fra cui ora
anche la grande stampa!)
sembrano invece aver convinto
qualche Governatore del Sud
ad accontentarsi di parole in
luogo dei fatti : di scrivere
nella Legge che basterà
“definire i Lep” (cosa peraltro
inevasa da decenni) per
sbloccare L’Autonomia! E con
quali soldi Il Sud riequilibrerà
quelli spesi in 170 anni per
il Nord? Si sta giocando su
di un equivoco: si accetta di
la Costituzione). E’ stato
sostituire chiacchiere a fatti,
compreso questo concetto e
ci si accontenta che invece
dunque che per Mattarella la
dei soldi ci sia un qualche
famosa differenziazione non
potere in più per qualche
deve né può coincidere con
Governatore! O forse il nostro
l’ennesima divaricazione del
Presidente non se n’è accorto
Paese? Che nei Bilanci statali,
e tuttavia decide da solo, senza
dev’essere invece preceduta
che nemmeno il Consiglio
dall’obbligo di finanziamento
Regionale intervenga?
di tutte le condizioni ancora
Insomma, inventato
irrisolte, dai Lep o servizi
addirittura un Festival dal
essenziali, alle infrastrutture
Ministro della Lega, sembra
etc? Per colpa della spesa
che ancora una volta il
storica, i Bilanci di moltissimi
Mezzogiorno stia per essere
Comuni del Sud sono
sacrificato al più rovinoso
dissestati e i servizi essenziali
compromesso storico. Non
inesistenti: mancano ferrovie
potendo in alcun modo- il
e strade, edifici scolastici ed
coraggioso Referendum di
asili nido, strutture e personale
Villone- raggiungere i numeri
sanitari, difesa del suolo etc,
necessari per bloccarlo!
tutti per indisponibilità dello
Stato! Occorre perciò che
siano finalmente restituite le

BAGNI PUBBLICI E DISSERVIZI
«Caro sindaco, la carta
igienica ve la do io!!!»
POTENZA
Servizi igienici chiusi
(nelle scale mobili) o senza
carta igienica (via Bonaven-
tura): la nuova, singolare
protesta del poeta Fanì
«E’da diversi anni che il problema c’è, ma il
Sindaco forse ancora non lo sa…»
Inizia così una nota del commendator Fanì,
poeta e attivista sociale del Capoluogo di re-
gione.
«Sono ancora chiusi i bagni nelle scale mo-
bili, da quella di Piazza 18 Agosto – Viale
Dante a Via Mazzini - ponte attrezzato.
REPORT 9
17 Dicembre 2022
L’unico bagno comunale aperto al pub-
blico è quello di Via Bonaventura nei
pressi di Porta San Luca
Il sottoscritto qualche anno fa si è inte-
ressato a riguardo per l’illuminazione e il
resto degli accessori, ma il problema più
importante è la totale mancanza di carta
igienica».
Per questo motivo il Presidente del
N.O.V. Nucleo Operativo Volontario “Pu-
tenza mia” ha indetto una "manifestazio-
ne di protesta" proprio vicino ai bagni da
Martedì 13 a Venerdì 16 Dicembre, rifor-
nendo con la carta igienica, l’utenza po-
tentina, «...ma soltanto per quattro gior-
ni, sperando che il nostro Sindaco possa
provvedere al più presto».
La protesta (con carta igienica) di FANI'

AVIGLIANO E’ UNA "VECCHIA SIGNORA" CHE SA

ACCOGLIERE E SA ASCOLTARE ROCCO SCOTELLARO
L'INTERVENTO - politica non avevano pari nella
Scotellaro ci parla ancora;
così, senza punto interroga-
tivo e senza esitazione o dub-
bio, veniva presentato il con-
vegno tenutosi ad Avigliano il
9 dicembre organizzato dalla
locale Università della Terza
Età e dalla Società Operaia
di Mutuo Soccorso. Se si può
descrivere uno stato d’animo
rubando un aggettivo al pa-
lato, nel rientrare a casa un
sentire agrodolce mi prendeva
la mente. “Negli anni Settanta,
ancora ragazzo, contribuii alla
costituzione del circolo cultu-
rale intitolato a Rocco Scotel-
laro”, Donato Salvatore, pre-
sidente della Società Operaia,
con il suo ricordo mi riporta
ad una Avigliano del tempo
che fu, quando il livello cultu-
rale, l’impegno e la passione
regione. Certo, a Matera era
presente il circolo La Scaletta
frequentato dall’intellighenzia
locale, però piazza Gianturco
era un pullulare di dibattiti e
di confronti, anche di scontri
accesi, che coinvolgevano tut-
to il popolo, o se vogliamo la
Nazione Aviglianese, dal pro-
fessore, all’operaio della Car-
tiera, allo studente.
Scotellaro parlava all’Aviglia-
no di allora, dialogava con i
suoi studenti che erano il nerbo
e l’ossatura delle manifestazio-
ni e delle lotte nelle scuole e
nelle piazze di Potenza. In que-
gli anni la Lucania non aveva
l’università, Avigliano però
era una accademia. Verrastro
con la sua Democrazia Cristia-
na poteva controllare il muni-
cipio ma non era il padrone del
campo, lo si vide nella lotta di
Frusci per la difesa del bosco
quando dovette piegarsi alla
iniziativa del partito Comuni-
sta e dei Socialisti aviglianesi.
Carlo Onorati, il presidente
della Università della terza
Età, lo ricordo giovanissimo,
lui cattolico convinto, aderire
ai giovani comunisti nel clima
della speranza postconciliare.
Mi viene da parafrasare Fran-
cesco Guccini: Avigliano è una
vecchia signora;con tutti gli
affanni e tutti gli acciacchi è
ancora capace di esprimere or-
goglio e dignità e lo ha dimo-
strato con il convegno dedicato
a Scotellaro.
Confidiamo che il prossimo
anno in tutti i comuni lucani
venga celebrato il centenario
della nascita e il settantesimo
della morte del Poeta di Trica-
rico. A chi volesse promuovere
iniziative a riguardo consiglia-
mo di adottare l’impostazione
ideata ad Avigliano grazie alla
regia di Franco Sabiacon l’in-
vito rivolto ai professori Seba-
stiano Martelli dell’università
di Salerno e Franco Vitelli
dell’università di Bari. A ra-
gione nella locandina era ca-
tegoricamente escluso il punto
di domanda; i due docenti ci
hanno ricordato che Rocco ci
parla ancora e che la sua me-
moria è viva; il rievocarlo non
è affatto un riportarsi al passa-
to bensì affacciarsi sul futuro;
il professor Vitelli è stato di
una chiarezza e di una lucidità
illuminante: Scotellaro non ci
parla di un mondo contadino
chiuso nella sua astoricità, ci
invita ad entrare nella cultu-
ra della ruralità destinata a
prendere il posto dell’ormai
obsoleta società industriale.
Collocando in questa proiezio-
ne Scotellaro, viene naturale
il confronto con l’altro poeta
lucano, Leonardo Sinisgalli;
non c’è niente di più insensato
di iscrivere Sinisgalli nell’albo
del fordismo e del taylorismo;
la sua vicinanza è con Adriano
Olivetti, l’industriale illumina-
to che invano si prodigò per
saldare la città, la fabbrica e la
campagna; è il comunitarismo
olivettiano che mette mano nel-
la mano Sinisgalli e il sociali-
sta Scotellaro.
Giustamente il passa-
to non si attualizza e nemmeno
lo si può sopprimere; il profes-
sor Martelli ha fatto presente
che le fondamenta dell’Italia
repubblicana si ritrovano nel-
le dinamiche e nella dialettica
del primo dopoguerra. E’ da
qui che dobbiamo riprendere
il cammino per uscire dal nar-
cotico stato confusionale in cui
siamo precipitati. Scotellaro
ci parla ancora e la vecchia
signora Avigliano fa parlare
Scotellaro nell’unico modo
appropriato. Al convegno i ca-
pelli bianchi assediavano i po-
chissimi giovani presenti. Ma
i giovani verranno se riusci-
remo a incoraggiarli e a darci
coraggio noi stessi, i giovani di
un altro secolo; un sentimento
agrodolce ci concede sperare
nel futuro; Scotellaro parla so-
prattutto ai giovani e i giovani
della nazione aviglianese fa-
ranno la loro parte ancora una
volta.
Mimmo Guaragna

NUCLEAR FUSION FOR FUTURE - LA FUSIONE PER IL FUTURO

 
       A major breakthrough is being made by researchers in the quest to unlock a near-limitless, safe and clean source of energy. This key milestone hit
by American scientists will create abundant zero-carbon power. Though there is still a long wat to go especially because engineers are yet to develop
machinery capable of turning such power into electricity that can be practically deployed to our everyday power grid.  Hopefully by a couple of decades
to come.     
     The main news is that they have got more energy out of a nuclear fusion reaction than they put in it. Fusion works on the principle that energy can be
released by forcing together atomic nuclei rather than by splitting them, as in the case of fission reactions which are being used to drive existing nuclear
power stations. But unlike fission, with nuclear, we are not running any risk of future Hiroshima- Nagasaki disaster. The potentials of fusion are not only the
carbon-free baseload energy, but most especially the fact that it is infinite and without limit.  Even though solar energy gets more efficient and affordable
each year, it is not continuously available as fusion would be. And it still relies on gas power plants for distribution. Same goes for wind power. Fusion,
theoretically, has no scarcity issues; our planet has enough of fusion’s primary fuels, heavy hydrogen and lithium, which are found in seawater and can
last up to thirty million years. Furthermore, fusion require no major advances in batteries which will be available on demand and wouldn’t be too pricey.              
      Operating future power plants based on fusion would produce no greenhouse gases and only very small amounts of short-lived radio-active waste.
This will surely help our planet in terms of environmental issues and pollution generally. Nuclear fusion doesn’t create harmful waste while nuclear
fission creates nuclear waste that must be stored properly to keep people safe. Nuclear fusion which scientists have been working on since the 1950s
- and which President Biden has just announced with great pride - has non-toxic helium as a by-product. And helium is considered a non-toxic product
larryade1 compared to the environmental damage the fossil fuels create.  Fission energy is when an atom – most commonly uranium or plutonium – breaks into
@gmail.com two. By doing this, fission generates waste that remains radioactive for tens of thousands of years; while in the contrast, the little bit of waste that fusion
generates remains radioactive for only a few decades.     
       The question we are all asking ourselves is how this milestone discovery can help in the battle to lessen the effects of climate change. Though fusion
announcement is a great news but some scientists are sceptical about its advantage on climate change. Some other school of thoughts argue that since
helium is not one of the greenhouse gases that are believed to contributing to the changing of weather cycles, our planet can continue to heal without us
making any great sacrifice in the consumption of energy level to make that happen.  
      So, fusion has now become the great clean-energy and abundant energy dream come true – hoping that it’s not a pipe-dream. We just can’t wait.
Enjoy
 10 BACHECA
17 Dicembre 2022

Bando non L'ISTANTANEA DI KING BUFFINO

metanizzati: DOPO I "FASTI"
prenotato un milione DI GUARENTE, ALCUNI POTENTINI
di euro al giorno VORREBBERO COME PROSSIMO
SINDACO...ARISA

nostra
e che conferma la bontà della
“Una risposta sopra le aspettativ , sono
bre a oggi (10 dicembre – ndr)
strategia energetica: dal 5 dicem favore
a 5 milioni di euro dal bando in
state prenotate risorse pari a circ ante,
e al giorno è una cifra import
dei non metanizzati. Un milion ha
finanziaria. La Regione Basilicata
anche considerando la dotazione tano,
non sono servite dalla rete del me
pensato anche alle famiglie che costi
ere l’aumento esponenziale dei
ma dovranno comunque sosten osta
tando, al contempo, a unire la risp e
energetici di questo periodo. Pun nsiz ion
futuro capace di accelerare la tra
alla crisi odierna a una visione di ver a e pro pria ‘riv olu zione
rando in una
energetica. La Basilicata sta ent per la
concretizzare la nostra strategia
energetica’, che ci permette di blico,
o, consistente investimento pub
transizione energetica con un prim per le
ortanti in termini di risparmio
destinato a produrre risultati imp sore
”. Lo afferma in una nota l’asses
famiglie e di tutela dell’ambiente ronico.
Regione Basilicata, Cosimo Lat
all’ambiente ed energia della Editore: Publicom S.r.l.
alcuni
di contributi fino a 5 mila euro (in controsensobasilicata@gmail.com
Il bando prevede l’assegnazione a 10
tari delle singole abitazioni e fino Redazione: Via Busciolano, 5 -
casi elevabili a 7.500) ai proprie uenti
ndano eseguire uno o più dei seg 85100 Potenza - Tel. 0971.1895710
mila euro ai condomini che inte inati
olico, sistemi di accumulo abb Direttore Responsabile: Walter De Stradis
interventi: fotovoltaico o micro-e rgia
ori solari per la produzione di ene
ad impianto fotovoltaico, collett te dei
do è aperto a domande da par Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09
termica, pompe di calore. Il ban ali
e si rivolge alle abitazioni princip Stampa: Se.Sta Srl, Via delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari
cittadini a partire dal 5 dicembre
olarmente. Numero chiuso in redazione alle ore 13 del 16-12-2022
senza un PDR attivo e censite reg

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Bisogna decidersi: o qui si salva
il Mezzogiorno o le sue oligarchie
Dare stabilità al territorio con una azione complessiva di valorizzazione
ambientale, non quindi con interventi frammentati e inconcludenti, è il modo
più intelligente e più produttivo per mobilitare l'intera economia meridionale
e con essa i problemi strutturali dei territori in questione
N
on c’è dubbio
, senza
scomodare G.
Fortunato, F.S.
Nitti, M. Rossi
Doria, che il Mezzogiorno,
ossia un territorio tra i più
disastrati d’Italia sul piano
idrogeologico e su quello
sismico, avrebbe da tempo
dovuto fare della difesa
dell‘ambiente l’obiettivo
primario, il fulcro della sua
politica in favore del suo
territorio. E invece si è limitato
a gestire i consorzi di bonifica,
la forestazione con misure
clientelari ed assistenziali, non
percependo la gravità della
situazione ambientale.
• Siamo nell’ottica
di una classica
politica da Sud
federato, che le
regioni interessate
non si pongono
minimamente da
lungo tempo, chiuse
nei loro localismi ed
egoismi politici.
La difesa e valorizzazione
dell’ambiente è fattore
primario di un nuovo
modello di sviluppo che
renda resilientei territori ed
implica la gestione strategica
delle risorse pubbliche che
attualmente stanno affluendo
in quantità rilevanti. Vedi il
Pnrr, i fondi europei non spesi
finora, il superbonus del 110
% , la presenza di Università
che proprio in materia
ambientale hanno eccellenze
professionali importanti, le
stesse opportunità offerte dalla
legge di bilancio,la premier
Meloni permettendo, che
potrebbero mettere al centro
il Sud, in funzione finalmente
del riequilibrio del territorio
nazionale. Non si tratta di fare
grandi interventi di ingegneria
idraulica, come quelli fatti in
Olanda, in Veneto ( il Mose,
per dirne una) o in Cina con
l’imponente diga delle Tre
Gole, sul fiume Yangte, ma
di tante circoscritte misure
da realizzare in modo
interconnesso.
Si tratta di una opportunità
eccezionale, l’ennesima
peraltro, che, se confermata,
finalmente sarà la base
dell’uscita dalla crisi epocale
in cui versa il Mezzogiorno,
un treno che questa volta
non dobbiamo perdere.
Così descritte le questioni,
sono consapevole che
l’immediatezza e la semplicità
delle soluzioni possono trarre
in inganno e che una politica
profondamente innovativa
finisce col confliggere con
situazioni incancrenite che
sottendono processi politici
di natura assistenziali, da cui
dipende la conservazione
degli assetti di potere. In
questo contesto si tratta
di decidere se vogliamo
salvare il Mezzogiorno o in
alternativa le sue oligarchie.
Le due cose non vanno
di pari passo, purtroppo.
Occorrono elite illuminate
di cui non disponiamo.
Occorre studiare a fondo la
vasta letteratura politica ed
economica che viene diffusa
dalla informazione (libri,
Giornali, Tv, circoli culturali,
ecc.), per acquisire qualità e
determinazione per ottenere
consenso libero dai vincoli
che il deficit di democrazia di
cui soffriamo e che ci viene
imposto da parte di istituzioni
saprofite ( regioni, autonomie
locali partiti politici ).
Nonostante questo ambaradan,
c’è una minoranza politica
che vive una fase embrionale
che non ritiene l’emigrazione
come la sola soluzione della
propria esistenza, sulla quale
contare? Bella domanda che
finora non ha avuto risposte
significative. Eppure siamo
in pieno paradosso che
concerne risorse superiori ai
fabbisogni, ma non riusciamo
a coglierle per incapacità della
nostra classe dirigente. Non è
difficile costruire un modello
di sviluppo. Basta volerlo. Se
difettiamo della necessaria
volontà, è di tutta evidenza
che abbiamo un grande
problema politico, in relazione
all’entità delle cose da fare, su
cui non riflettiamo abbastanza,
prigionieri di rassegnazione,
pigrizie mentali, sia sul piano
individuale che collettivo,
scopi e finalità che si dà la
politica che non hanno nulla
a che fare con l’interesse
generale, col bene comune, ma
molto con interessi di parte,
con la ricerca spasmodica
di rendite di posizione di
potere, utilizzando in modo
irresponsabile le risorse
pubbliche che non mancano,
ma che vengono gestite in
REPORT
una logica privatistica, rese
possibile dallo scarso senso
civico. dallo scarso senso
di cittadinanza attiva che
ci orienta nei nostri mali
relazionali, che pongono il
nostro capitale sociale su livelli
a dir poco indecenti, attivando
narrazioni su di esso false e
mistificatorie, non affrontando
il momento organizzativo dei
vari interventi nonostante sia
strategico per mettere a frutto
le potenzialità delle singole
misure. Il Pnrr darà luogo
a risultati modesti, se non
sarà corredato da un robusto
strumento operativo, capace
di agire ben oltre il 2026, data
di conclusione del Pnrr.
• E lo sviluppo
sostenibile richiede
tempi lunghi e
iniziative realizzate
a misura della
nostra economia
sartoriale.
Le regioni sono molto
lontane da tutto questo, hanno
accumulato fallimenti seriali,
non hanno mai funzionato:
invece di contribuire al
superamento del divario
Nord e Sud lo hanno
aggravato aggiungendo al
dualismo economico quello
amministrativo.
Per uscire da questa
impostazione e fare sviluppo
bisogna seguire le buone
pratiche che la storia
economica ci ha lasciato, qui
come altrove, ossia in Gran
Bretagna, negli Stati uniti e
nella stessa Italia, quando si
è finalmente capito che per
dare gambe ad un progetto
di rinascita occorre risolvere
preliminarmente un problema
organizzativo che da noi va
costruito di sana pianta.
La crisi del ’29 del secolo
scorso fu affrontata da F. D.
Roosevelt negli USA, varando
misure classiche della politica
Keynesiana, finalizzate ad
affrontare l’emergenza e la
crisi della valle del Tennesse,
stimolando ladomanda
interna, puntando su un
imponente piano di lavori
pubblici, l’obiettivo era quello
di stimolare la domanda
interna con opere riguardanti
la ristrutturazione di aree
geologicamente degradate e
colpite da grave crisi,facendo
leva su opere di sistemazione
idrauliche(canalizzazioni dei
corsi d’acqua, rimboschimenti
, ecc.), varando un new deal
non risolutivo per usciredalla
crisi, ma che indubbiamente
ridusse le tensioni sociali e offrì
un salario di sopravvivenza
ad una vasta platea di
disoccupati, in attesa della
ripartenza dell’economia vera
e propria che J.K. Galbraith
ha ben raccontato nella sua
“storia dell’economia”.
Roosevelt realizzò in
Tennesse la TVA (Tennesse
Valley Autority), una
amministrazione della valle
in questione che attuò grandi
opere di bonifica mai intraprese
da uno stato democratico. Il
territorio in esame aveva le
stesse caratteristiche della
Basilicata, della Calabria
ossia territori che diventano
sempre più poveri con terreni
scoscesi che annullano
l’opera dell’uomo, con piogge
continue e devastanti.
La TVA ebbe poteri di
governo straordinari, potendo
connettere direttamente la
pianificazione del territorio e
la conseguente realizzazione
degli interventi previsti,
riconducendo ad unità
pianificazione e azione,
muovendosi in maniera
indipendente dal potere
politico, sottraendosi
di conseguenza a scopi
elettoralistici.
Non a caso fu disposto che”
nessun dipendente della TVA
potesse esser candidato a
qualsiasi ufficio o avere parte
attiva in elezioni di qualsiasi
specie”, un principio che in un
certo senso aveva anticipato
settesecoli prima Federico di
Svevia nel Sud d’Italia.
Lo scopo, disse Lilienthal , il
presidente dell’ente, “non era
quello di redigere piani, ma
che una valle si sviluppasse”.
Idee e prassi rivoluzionarie
che possiamo riscontrare
nell’opera della Cassa per
il Mezzogiorno in Italia
negli anni ’60, durante i
quali l’autorevolezza del
suo gruppo dirigente mise al
riparo l’azione della Cassa
da incursioni politiche
improprie, per usare u
eufemismo. On l’invasione
della politica, anche a seguito
della nascita delle regioni,
nella gestione della Cassa,
la perdita del carattere di
straordinarietà dellostrumento
in questione depotenziarono
un ente virtuoso al punto di
sopprimerla.
Ma, anche qui, resta valida
l’impostazione iniziale
della Cassa, basata sulla
programmazione di opere
pensate e sottoposte a studi
di fattibilità economico-
territoriali e non come
interventi di natura
emergenziale, slegate tra
loro, ma utili per mettere
“bandierine” sui vari feudi
elettorali.
• Tradurre la
passata politica
virtuosa oggi nel
Mezzogiorno, in
Basilicata e altrove
sarebbe possibile e
doveroso. Il Sud non
si può permettere
di continuare a
varare politiche
non risolutive,
fuori peraltro da un
disegno di ripresa
nazionale.
Se non vuole morire deve
pensare a politiche labour-
FOTO
11
intensive di immediata ed
efficace attivazione operativa
co0me quelle proposte in
precedenza.
Nulla a che fare con i lavori
di occupazione di ultima
istanza che persegue,
ad esempio, la regione
Basilicata, con i molteplici
sussidi di cittadinanza
nelle loro svariate forme,
con ammortizzatori sociali
formali ed informali (vedi
formazione professionale),
con la forestazione, così come
è stata realizzata, finora, una
sanità precaria, una PA priva
di competenze, ai fini dello
sviluppo.
C’è dunque una urgenza, una
necessità e una opportunità
nell’affrontare il problema
primario di mettere insicurezza
il territorio meridionale,
rivoluzionando quanto fatto
finora.
Dare stabilità al territorio con
una azione complessiva di
valorizzazione ambientale,
non quindi con interventi
frammentati e inconcludenti,
è il modo più intelligente e
più produttivo per mobilitare
l’intera economia meridionale
e con essa i problemi strutturali
dei territori in questione. E lo
si può fare non replicando
certo politiche di interventi
a pioggia, concepite come
navigazione a vista, procedure
amministrative farraginose,
ma acquisendo competenze
da veicolare su una struttura
paragonabile, alle condizioni
date, alla Cassa per il
Mezzogiorno, prima maniera,
che agisca su un Sud federato.
Occorrono quindi tre
cose;1° un organico
progetto di stabilizzazione
del territorio di breve e
lungo periodo,che attivi,
qui e ora, l’intera economia
meridionale, dall’edilizia,
all’artigianato, dal turismo
ai cetiprofessionali, dai
disoccupati alla forza lavoro
oggi operante, coinvolgendo
in profondità il sistema delle
autonomie locali, 2° una
agenzia di programmazione,
coordinamento, assistenza,
monitoraggio evalutazione
degli interventi, 3° , un’opera
di partecipazione democratica
al progetto che coinvolgala
società meridionale che
nella messa in sicurezza del
territorio trovi la base per
creare una economia aperta
alle innovazioni tecnologiche
che non possono prescindere
da un contesto solido di natura
territoriale e socio economica
.
 12
17 Dicembre 2022
“Non ti sei accorto che copiano?”
La Scuola, l’Università e la formazione della classe dirigente:
riflessioni sulla ipotetica scalata sociale o sistemazione
professionale o burocratica
Q
uell’anno,
alla riapertu-
ra dell’anno
scolastico del
Liceo Virgilio
di Roma, venne il Ministro
della Pubblica Istruzione
Aldo Moro.
Dopo l’incontro nell’Au-
la Magna ed alla fine della
cerimonia, il nostro Preside
ci ricordò che dovevamo
studiare “seriamente”, per-
ché noi studenti saremmo
divenuti la nuova classe
dirigente del Paese. Noi, in
verità,ancora sottoposti ai ri-
gori della Legge Gentile del
6/5/1923 (così detta riforma
degli studi del Regno d’Ita-
lia), pensavamo già all’esa-
me di maturità classica; ma
in quel caso ci sentimmo
alquanto rassicurati sull’e-
sito perché nostri compagni
di scuola erano i figli della
sottosegretaria del medesi-
mo Ministero e puntavamo,
anche, su di una indiretta be-
nevolenza, perché il nostro
Preside era pugliese come il
Ministro.
Superato lo spauracchio del-
la maturità, andammo alla
Università e alcuni di noi
si ritrovarono al Ministero
della Pubblica Istruzione, ed
io, per caso, agli inizi degli
anni “Sessanta”, feci parte
della Commissione di vigi-
lanza di un maxiconcorso
nazionale per Ispettori sco-
lastici che si teneva, in Via
Induno; gli aspiranti ispet-
tori erano sistemati in file di
“tavoli allineati”, tra i quali
si poteva controllare la re-
golarità dello svolgimento
delle prove scritte (previste
in forma anonima dal bando
di concorso), che poi anda-
vano (in busta chiusa), con-
segnate alla Commissione di
valutazione.
Nel passare tra i candidati,
mi sorprendevo nel vede-
re che essi, quasi tutti, mi
sorridevano e di “scatto”,
smettevano lo scritto e lo
coprivano con altri fogli
di carta-protocollo forniti
dal Ministero. Ne chiesi la
ragione ad alcuni colleghi
anziani che, con tono basso
della voce, mi dissero: “Non
ti sei accorto che copiano?”
In verità non mi meravigliai
più di tanto e poi, in segui-
to ed in altri concorsi, capii
che “il vizio del plagio” era
il sistema generalizzato del-
le prove scritte dei concorsi
statali.
Solo dopo alcuni anni, noi
giovani ministeriali capim-
mo che non eravamo la nuo-
va classe dirigente del Mini-
stero. Infatti, la struttura di
quel “Tempio della Scuola”
(organizzata in Direzioni
generali dall’alfa all’omega
dei comparti scolastici) era
già nelle mani di una classe
dirigente (che aveva studiato
e vissuto nei centri di forma-
zione del “ventennio”)sulla
quale la politica ed i partiti
erano già molto presenti.
Tutto quel personale di-
rettivo (consiglieri, ca-
pisezione, capidivisione,
direttori generali) aveva
rinnegato “certamente” le
passate esperienze di ge-
stione, ma era sordo, salvo
lodevoli eccezioni, ai nostri
suggerimenti di aggiornare
la organizzazione degli ap-
parati scolastici, essendoci
formati in una Scuola in cui
erano già presenti contrasti
tra i partitie gli schieramenti
politici sull’attuazione degli
artt. 33 e 34 della nostra Co-
stituzione: “L’arte e la scien-
za sono libere e libero ne è
l’insegnamento.… I giovani
MONITOR
capaci e meritevoli, anche se
privi dimezzi, hanno il dirit-
to di raggiungere i più alti
gradi degli studi.
Stando così le cose, sembra
evidente che il boom eco-
nomico degli anni Sessanta
aveva aperto i Licei, gli Isti-
tuti tecnici e professionali e
le Università ad una moltitu-
dine di studenti, lasciati in-
dietro dalla riforma Gentile
che, se aveva avutomeriti
nel formare la nuova classe
dirigente dell’Italia Unita,
aveva sacrificato il concet-
to di ascensore sociale (fine
proprio della scuola), per le
classi meno abbienti della
popolazione italiana.
Possiamo dire che, ora,
quella giusta richiesta di for-
mazione culturale, scientifi-
ca, tecnica e universitaria di
alto livello, e impropriamen-
te definita di “elite”, si era
trasformata, in pochi decen-
ni, solo in una moltitudine di
studenti desiderosi di conse-
guire, comunque, un titolo
di studio, ma poco attenta
alla caduta dei contenuti cul-
turalie tecnico-scientifici, e
professionalizzanti del titolo
frettolosamente conseguito.
Premesso quanto sopra, una
classe dirigente illuminista
avrebbe dovuto, immediata-
mente, potenziare lestrutture
di formazione e conoscenza
della Scuola media ed i con-
nessi Centri di ricerca infor-
matica e tecnologica, pre-
senti sul territorio, più che a
parcheggiare in tali strutture
questa nuova massa di aspi-
ranti dottori che già comin-
ciavano a contestare i loro
formatori e ad occupare aule
universitarie o licei o istituti
tecnico-professionali.
Questa inerzia, nei fatti, tra-
sformò tutto il sistema sco-
lastico, già organismo volto
a sviluppare la cultura e la
ricerca per lo svolgimento
delle professioni e degli im-
pieghi pubblici utili alla col-
lettività, in luogo di scontri
partitici tra i diversi schie-
ramenti ideologici presenti
nel Paese. Così la scuola da
grande istituzione educativa
e formativa del cittadino e di
giovani scalpitanti si ridusse
ad essere una piattaforma di
distinzioni dottrinarie e so-
ciologiche di lotta politica.
Tale assetto, in concreto,
fu scardinato dalla legge
910/69, che prevedeva l’ac-
cesso all’Università anche
dei diplomati degli istituti
tecnici e professionali, sen-
za un aggiornamento dei
loro (prefissati) percorsi
formativi del tutto particola-
ri. In più si diede a tutti la
possibilitàdi elaborare piani
autonomi ed individuali di
studio, facoltà che travolse
la durata ed i contenuti dei
precedenti percorsi forma-
tivi delle lauree che,invece,
privilegiavano il metodo, la
ricerca e il rigore tecnico-
scientifico dell’apprendi-
mento e dell’insegnamento.
La corporazione accademi-
ca, arricchita anche dalla
moltiplicazione (giusta) di
nuovi atenei, per far fron-
te alla tumultuosa folla di
aspiranti “dottori” aumentò
a dismisura il numero dei
corsi di laurea e/o diplomi
utili per svolgere attività
connesse al Servizio Sani-
tario e ad altre professiona-
lità richieste dallo sviluppo
economico e scientifico di
un paese industrializzato:
ciò anche in carenza di una
riforma della Scuola Media
Superiore.
Conseguire una laurea (in-
tima aspirazione di ogni
italiano), è stato possibile
anche grazie alla successiva
creazione della laurea trien-
nale di primo livello e della
laurea magistrale di secondo
livello, unita alla scissione
del Ministero della Pubbli-
ca Istruzione (già Ministero
della Educazione Naziona-
le) nei tronconi di Scuola,
Università e Ricerca, come
se la Scuola e l’Università
fossero due entità diverse e
non un unico percorso for-
mativo, per avvicinarsi ad
una cultura, ricerca e tecno-
logia di alto livello.
Nel nostro ordinamento,
dopo tutti questi guasti di
metodo, mancava solo la
previsione del numero chiu-
so o programmato di iscri-
zione alla Università per le
lauree delle Facoltà di Me-
dicina e chirurgia e della
Facoltà di Ingegneria, dove
sembra prevalere l’aspetto
tecnico-scientifico della for-
mazione, rispetto alle Facol-
tà umanistiche, come se la
cultura, la scienza, la ricer-
ca, la innovazione tecnolo-
gica ed informatica fossero
solo appannaggio di alcune
facoltà e di menti superdo-
tate.
Far svolgere ai giovani una
“batteria di quiz”,senza al-
cuna valenza didattica e
scientifica, per potersi iscri-
vere alla Università, mi pare
la conferma che il nostro
sistema formativo, dalla
scuola all’università, vada
del tutto aggiornato, per non
ridurre tali organismi a”talk
televisivi” di successo. Essi
consacrano campioni, dot-
tori, professori e ricercatori,
se rispondi a test e domande
che non si facevano nemme-
no a noi della scuola media,
prima della sua riforma, pro-
dromo, quest’ultima, di una
successiva cattiva riforma
della Scuola e della Univer-
sità.
In conclusione, credo che
si debba andare a scuola
per apprendere e formarsi
seriamente, abbandonando
l’idea che un diploma o una
laurea, comunque consegui-
ti, possano portare ad una
ipotetica scalata sociale o
sistemazione professionale
o burocratica. Essi, infatti,
se privi di contenuti cultura-
li aggiornati e di alto profi-
lo scientifico, possono solo
fare bella mostra nei nostri
salotti come trofei di caccia.
E non parliamo più di mo-
dificare l’antico Ministero
della Pubblica Istruzione in
tanti tronconi di fantasia!
I risultati delle ultime ele-
zioni hanno confermato che
abbiamo bisogno di una
nuova classe dirigente che
sappia affrontare i problemi
di questo mondo che lotta
contro un passato di guerre e
ideologie. Forse dovremmo
ascoltare di più i nostri figli
e nipoti che, conoscendo le
lingue straniere, hanno gira-
to e girano il mondo ed han-
no la consapevolezza che il
“merito”, fatto di applica-
zioni, lavoro, esperienze,
conoscenze, e formazione di
alto livello, troverà il giusto
riconoscimento dalle nostre
Istituzioni.
E noi aspettiamo qualcosa
di nuovo, in questo ambito,
dall’attuale Governo: l’al-
ternanza nella gestione poli-
tica del Paese è garanzia di
cambiamento in una demo-
crazia occidentale. Infatti,
la memoria sugli sbagli del
passato è il naturale e for-
te stimolo per modificare il
presente, per un futuro mi-
gliore.

P
Gli uomini
areggiare (ma in questo caso è un po’
come aver perso) una partita al ‘96,
regalando una punizione dal limite agli
di Raffaele
avversari, senza poi nemmeno posizionare
la barriera, rende l’idea di questo gruppo
giovane, sicuramente in crescita, ma ancora poco
“cattivo” e molto poco “malizioso”. Un vero peccato
sono ancora
perché il pareggio casalingo contro il Giugliano
lascia un grande amaro in bocca, per i 2 punti persi
sicuramente, ma anche perché i rossoblu sarebbero
scesi a Catanzaro più leggeri mentalmente, sapendo di
troppo poco
aver chiuso il girone di andata con un buon gruzzolo,
e con qualche aggiusto sul mercato, affrontare il
ritorno provando a raggiungere subito la salvezza e
“cattivi”
magari mirare un po’ più su.
Il Potenza domani sarà a Catanzaro, prima della classe
ormai in volata, i rossoblu sono consapevoli della
difficoltà della partita e qualsiasi risultato positivo
sarebbe una manna dal cielo, anche perché nel calcio,
abbiamo imparato che tutto può succedere.
di Antonella Sabia
Come atteso, il Giudice sportivo ha appiedato Girasole
13
17 Dicembre 2022
foto ESPOSITO
per la prossima gara per somma di ammonizioni, e
tornerà disponibile nella gara pre natalizia contro
l’Andria. Per i calabresi, invece, sembra difficile il
recupero di Situm e probabilmente anche Tentardini
rimane in forse.
SOCIETÀ - Con l’uscita ufficiale dell’Associazione
Potenza 1919 e la decisione di Salvatore Caiata,
comunicata in una trasmissione locale, di non
sottoscrivere con nessuna quota percentuale l’aumento
del capitale per ripianare le perdite, Donato Macchia
tra qualche giorno diventerà l’unico proprietario del
Potenza Calcio.
MIGLIOR DIFENSORE - Lunedì 19 dicembre
presso il Teatro Augusteo di Salerno si svolgerà
l’11^ edizione di “Italian Sports Awards – la Notte
del Calcio Italiano“: evento ideato e prodotto dal
giornalista Donato Alfani concepito con l’intento di
omaggiare e premiare il calcio italiano, dalla Serie A
ai Dilettanti, attraverso le svariate professionalità che
si sono contraddistinte durante l’anno nelle rispettive
categorie di appartenenza. Tra i rossoblu, verrà
premiato Emmanuele Matino, “Miglior Difensore
Centrale Top 11” nella Categoria/Lega “Serie C –
Best Awards™ – Stagione 2021/2022”., con grande
Soddisfazione da parte della società. Decisiva la
preferenze di una giuria tecnica composta da soli
giornalisti sportivi.
PROSSIMA PARTITA - In seguito agli accordi
intercorsi tra le società, la gara tra Potenza e Fidelis
Andria, valevole per la 1^ giornata di ritorno di Serie
C ed in programma venerdì 23 dicembre allo Stadio
Alfredo Viviani (inizialmente fissata alle 20.30), è
stata anticipata alle ore 14.30, come ratificato
qualche giorno fa dalla Lega Pro.
Contrada Ruota - Brindisi
di Montagna (Pz)
 14
14 MONITOR
MONITOR
17 Dicembre 2022
24 Settembre 2022
- molteplici lavori internazionali su
“VANDALISMO E BULLISMO- La Dr.ssa una vasta area di ricerca clinica

Informazione Pubblicitaria
della pediatria

EMERGENZA EDUCATIVA” Lapolla Rosa La Dottoressa Lapolla è stata

dirigente medico presso la

Istituzioni e Associazioni è un medico Neonatologia e Terapia Intensiva

Neonatale dell’Ospedale San

del Centro Carlo di Potenza, dal 2016 al

insieme per prevenire

2020.

Medico KOS, Dal 2020 è Dirigente medico presso

la UOC di Pediatria del San Carlo di

specialista
Potenza; incarico di “Referente per
l’endocrinologia pediatrica”.

in Pediatria La Dottoressa, presso il Centro

Medico KOS, effetua:

La Dottoressa è laureata con lode
in Medicina e Chirurgia preso
l’Università degli Studi di Roma
Tor Vergata -Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù- ed è specializzata
con lode in Pediatria-Neonatologia
- visita pediatrica
- visita di controllo
Tutti gli interessati hanno facoltà
di richiedere un appuntamento
contattando il Centro Medico KOS di

C
Potenza.
presso l’Università degli Studi di
apire, reagi- i E’ com- Foggia. Vanta, inoltre: Per prenotazioni è possibile
ffron-
re e affron- p i t o ,
contattare lo 097152952 dal lunedì
tare van- pertan- - formazione in Endocrinologia al venerdì, dalle 9.00 alle 14.00 e
CAMPIONI DI MATEMATICA
dalismo o e t degli
to, Pediatrica con conseguimento, con
bullismo, adulti dalle 15.00 alle 21.00, mentre il
lode, di Diploma di Master di secondo sabato dalle 9.00 alle 14.00.
due fenomeni purtrop- rop- a
ascoltare livello presso l’Ospedale Pediatrico
po in crescita esponen- nen- ed entrare
Bambino Gesù
GIOCHI D’AUTUNNO 2022:
ziale: queste le temati-
che affrontate venerdì
ati-
rdì
in sinto-
ni con gli
nia
Per ulteriori informazioni visita il sito:
www.centromedicokos.com
SUL PODIO GLI ALUNNI DELL’I.C.
16 settembre, alle ore ad
adolescen-
- partecipazione alla Scuola di
Perfezionamento in Endocrinologia e
18, nel Parco Baden en
“DOMENICO SAVIO” DI POTENZA
ti, affian-
Diabetologia Pediatrica SIEDP/ISPED www.centromedicokos.com

I
Powell del Capoluo- o- can
candoli ed
go, nel corso di un inn
innescando (Società Italiana di Endocrinologia
pubblico dibattito, dia grande caloroso entusiasmo, tra gli applausi di genitori, nonni,rapporti
n un’atmosfera rapp
Dirigente e e Diabetologia Pediatrica) (scuola
curae docenti,
dell’Associa- a-
sabato 11 dicembre, alle ore 10:30, nella Sala Pinacoteca dell’I.C. “D. Savio”, m e c c a nsii - a numero chiuso, destinata solo a
zione “Il cielo nellaa
è tenuta la cerimonia di premiazione dei primi tre classificati tra gli 88 alunni delle Prime
smi sempre 20 discenti selezionati con criterio
stanza” e della Co-- coer
coerenti ed meritocratico basato sul curriculum
e Seconde
operativa Secondaria che, il 17 novembre c.a., hanno partecipato alla XXII aEDIZIONE
Venere, ltamente formativo e scientifico)
DEI del
gestore GIOCHI
Parco, D’AUTUNNO 2022, segnatamente: LAMONEA MATTIA (classe a u t o r e1^C),
voli,
NAPOLITANO
all’interno delDANIELE
qua- (classe 1^C), GRUOSSO GIOVANNI (classe 2^D). mai violenti - numerose relazioni e Poster o
le ultimamente si prov
o provocatori. Comunicazioni orali a congressi
Breve
sonostoria dei Giochi:
registrati o- organizzata dal Centro Pristem dell’Università Bocconi di
episo- Milano,
Oltre ad la of- nazionali e internazionali
di di violenza
competizione, gazzi,
tra ragazzi,
consistente indescritti
una seriecome veri e matematici da risolvere individualmente
di giochi frire cura in 90 e
propri
minuti, si scontri
pone l’ambiziosaby gang
tra baby gang.
finalità di comunicare che protezione
protezione, essi una
essi,
i Giochi sono ciascu
ciascu-
sfida, chenononperrichiede
il propriola
Ospiti deldi confronto,
conoscenza alcuna formula moderato dal giornali-
e di alcun ruolo, oltre a ostico
teorema particolarmente rappresentare modelliSi
o impegnativo. e punti
richie-di
de sta
soloNino
un granCutro, istituzioni
desiderio ed associazioni:
di mettersi in gioco, tantariferimento, hanno l’arduo
fantasia e, soprattutto, compito di mette-
quell’intuizione che
il Sindaco del Capoluogo Mario Guarente; il re in atto metodi e strategie per favorire nei
rende consapevoli che un problema apparentemente molto complicato
Presidente della Provincia di Potenza Chri- giovanissimi il pieno sviluppo maturativo, può rivelarsi molto più #$#$
semplice ed accessibile. Si parte da un enunciato divertente e un po’ intrigante,
stian Giordano; il Presidente Regionale CSI rendendoli autonomi, stabilmente emotivi, so- che fa scattare la
voglia di arrivare alla soluzione; pensa e ripensa, la soluzione arriverà,
Mimmo Lavanga, in rappresentanza della Pre- prattutto meno dipendenti dall’approvazioneanche senza troppa fatica.  

 
sidente della Cooperativa Venere Carmela De altrui.
A riprova
Carlo; la che la matematica
psicologa è molto più “Il
dell’Associazione checielo
numeri ed“Laoperazioni.
scuola ha da tempo raccolto tale sfida
nella stanza” Vita Buongermino; la Dirigente educativa – ha sottolineato la Dirigente Dia-
“I numeri
dell’I.C.possono tutto, scolpiscono
“Domenico Savio” Diana la nostra
Camar-vita quotidiana,
na Camardosi -nascondono
sebbene, aspesso
volte, dietro
i genitoriognisi
do; gesto
nostro la Responsabile
personale, di zonaogni
dietro AGESCI
progressoRober- rivelino
collettivo. Ci poco
aiutanodisponibili
a superare alla
le collaborazione.
incertezze e a %%%$&#'()*(+,&-.,/)0&+$(,
ta Maulà;
scegliere cosailè Presidente
meglio per CSI noi. Potenza
Così, se Andrea
imparassimo Il nostro
davveroIstituto è aperto
a leggerli al mondo
e capirli, molte esterno,
cosid-
Schiavone.
dette “casualità” sarebbero spiegate e potremmo comprendere costantemente impegnato
meglio a costruire
i fatti, grandi e piccoli, singoli
di
Unanime il pensiero: vandalismo e bullismo, percorsi formativi, culturalmente di rilievo,
ogni giorno.” : questa la tesi di Andrea Mignone, ingegnere divulgatore torinese che, con il suo
due forme di aggressività causate da percor- nonchè a trasmettere valori, competenze, at-
libro “La vita è matematica”,   


si educativo-affettivi carentiaiuta a capire
e distorti, che “relegare
spesso titudini inecessari
numeri a perunalascienza per addetti
democrazia, ai
la citta-
lavori è solo un pregiudizio”.
rappresentano espressione di sofferenza, non- dinanza, il dialogo interculturale, lo sviluppo
ché di grande conflittualità interiore. E’ cosa personale”.
Agli alunni
nota: premiati consi piccole
i giovanissimi ritrovano masempre
significative
più Ilsomme di denaro
dibattito vanno con
si è concluso i complimenti
l’impegno con- vi-
vissimi della Dirigente
soli, “terra
assolutamente
Alessandra
di nessunoProf.ssa
Bernadipendenti
o del primo
e Marcellada
Diana
internet,
Sabia,
Camardo, delle
occupante”, giunto
cellulariTiziana
dei Maestri
Prof.sse
to educativo
De Pierro
Simona
degli ospiti
che
Laguardia
di mettere (Referente),
in essere
rinforzi eChiorazzi,
e Serafino
un pat-
potenzi l’alleanza
nonché

! !
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e social, tutto.
dell’Istituto elementi non da demonizzare bensì famiglia-scuola-territorio.
semplicemente regolare.
AD MAIORA!

Via San Vincenzo de Paoli, 46, 85100 Potenza PZ

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