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bell hooks, pseudonimo di Gloria Jean Watkins (Hopkinsville, 25 settembre 1952 –

Berea, 15 dicembre 2021[1]), è stata una scrittrice, attivista e femminista


statunitense. Lo pseudonimo, che secondo la scrittrice va riportato in
minuscolo[2], deriva da quello della bisnonna materna, Bell Blair Hooks.[3] Il
focus della sua scrittura è stata l'intersezionalità di razza, il capitalismo, il
genere e la loro capacità di produrre e perpetuare sistemi di oppressione e di
dominio di classe. Ha pubblicato più di 30 libri e numerosi articoli accademici, è
apparsa in documentari e ha partecipato a conferenze pubbliche. Principalmente
attraverso una prospettiva postmoderna ha affrontato razza, classe e genere
nell'istruzione, arte, storia, sessualità, mass media e femminismo.[4]

Nel 2014 ha fondato il bell hooks Institute al Berea College a Berea, in Kentucky.
[5]
Indice

1 Biografia
1.1 I primi anni
1.2 Carriera
2 Influenze
3 La ricezione del suo pensiero in Italia: Elogio del margine e Scrivere al
buio
4 Tutto sull'amore: Nuove Visioni
5 Insegnare a trasgredire
6 Premi e riconoscimenti
7 Opere
7.1 Libri
7.2 Libri per ragazzi
7.3 Capitoli di libri
7.4 Articoli di giornale
8 Comparse cinematografiche
9 Note
10 Bibliografia
11 Voci correlate
12 Altri progetti
13 Collegamenti esterni

Biografia
I primi anni

hooks è nata a Hopkinsville[6], un piccolo villaggio del Kentucky


segregazionista[7], in una famiglia della classe operaia. Suo padre, Veodis
Watkins, era un inserviente e sua madre, Rosa Bell Watkins, casalinga[8]. Ha 5
sorelle e un fratello[8]. Avida lettrice (le autrici e gli autori che preferiva
erano William Wordsworth, Langston Hughes, Elizabeth Barrett Browning e Gwendolin
Brooks)[9], venne educata nelle scuole pubbliche durante la segregazione razziale e
scrisse delle grandi avversità che si incontrano quando si effettua la transizione
verso una scuola integrata, dove gli insegnanti e gli studenti sono prevalentemente
bianchi[10].

Si è diplomata presso la Hopkinsville High School di Hopkinsville, Kentucky. Ha


ottenuto il B.A. in lingua inglese presso la Stanford University nel 1973[11] e il
M.A. in inglese presso l'University of Wisconsin-Madison nel 1976[12]. Nel 1983,
dopo diversi anni di insegnamento e scrittura, ha completato il suo dottorato in
letteratura presso l'Università della California, Santa Cruz, con una tesi sulla
scrittrice Toni Morrison.
Carriera
La sua carriera di insegnante è iniziata nel 1976 come docente di inglese e di
studi etnici presso l'University of Southern California.[13] Durante i tre anni
passati lì, Golemics, un editore di Los Angeles, ha pubblicato il suo primo lavoro,
un chapbook di poesie dal titolo And There We Wept (1978), scritto sotto lo
pseudonimo "bell hooks". Aveva adottato il nome di sua bisnonna come nome d'arte
perché essa "era nota per il suo modo di parlare brillante e audace, che ammiravo
molto". Aveva usato il nome in lettere minuscole per distinguersi dalla bisnonna,
affermando che l'uso poco convenzionale del minuscolo nel suo nome metteva
l'accento su quello che era più importante nelle sue opere: la "sostanza dei libri
e non chi sono".[14]

Ha insegnato in diversi istituti secondari nei primi anni 1980, tra cui
l'Università della California, Santa Cruz e San Francisco State University. South
End Press pubblicò il suo primo lavoro importante Ain't I a Woman?: Black Women and
Feminism nel 1981, anche se l'opera è stata scritta anni prima, mentre bell hooks
era studentessa universitaria. Nei decenni successivi alla pubblicazione, il libro
ha ottenuto un riconoscimento diffuso per aver contribuito in modo influente al
pensiero femminista.[15]

Ain't I a Woman? esaminava diversi temi ricorrenti anche nei suoi lavori
successivi: l'impatto storico del sessismo e del razzismo sulle donne nere, la
svalutazione della femminilità nera, i ruoli dei media e della rappresentazione, il
sistema di istruzione, l'idea di una supremazia bianca-capitalistico-patriarcale,
l'emarginazione delle donne nere e il disprezzo per le questioni di razza e di
classe all'interno del femminismo. Dopo la pubblicazione di Ain't I a Woman?, bell
hooks venne riconosciuta come pensatrice politica di sinistra, postmoderna e come
critica culturale. Si rivolgeva ad un pubblico vasto, presentando il suo lavoro in
una varietà di media e utilizzando vari stili di scrittura e lingua. Oltre ad avere
scritto libri, ha pubblicato articoli su riviste scientifiche e tradizionali, ha
tenuto lezioni ed è apparsa in diversi documentari.
bell hooks nel 2009

Venne frequentemente citata dagli ambienti femministi[16][17][18] per aver fornito


la soluzione migliore nel definire qualcosa di così diverso come il "femminismo",
affrontando il problema che se il femminismo può significare tutto, alla fine esso
non significa niente. Rispondendo alla domanda "che cosa è il femminismo?" lei
affermava che "non è radicato né nella paura, né nella fantasia ... Il femminismo è
un movimento per porre fine al sessismo, lo sfruttamento e l'oppressione sessista".
[19]

Ha pubblicato più di 30 libri che coprono argomenti sugli uomini neri, patriarcato
e mascolinità, usando la pedagogia nella redazione delle memorie personali e la
sessualità. Un tema prevalente nella sua più recente scrittura era la comunità e la
comunione, la capacità delle comunità d'amore di superare le disuguaglianze di
razza, classe e genere. In tre libri tradizionali e quattro libri per i bambini,
aveva suggerito che la comunicazione e l'alfabetizzazione (la capacità di leggere,
scrivere e pensare in modo critico) sono cruciali per lo sviluppo di comunità sane
e relazioni che non sono contrassegnate da ineguaglianze di razza, classe o di
genere.

È stata docente di inglese e studi afro-americani alla Yale University, professore


associato di letteratura americana e studi sulle donne all'Oberlin College di
Oberlin, Ohio e lettrice emerita di letteratura inglese presso il City College di
New York.

Nel 2002 ha tenuto il discorso di inaugurazione dell'anno accademico presso la


Southwestern University. Eludendo il tradizionale discorso di congratulazioni delle
lauree tradizionali, ha parlato di quello che aveva vissuto come una violenza e
un'oppressione del governo, ammonendo gli studenti che secondo lei erano d'accordo
con tali pratiche. Questo episodio è stato seguito da una polemica descritta
nell'Austin Chronicle dopo che un "arizoniano furioso"[20] aveva criticato il
discorso in una lettera al direttore. Il giornale ha riferito che molti tra il
pubblico hanno fischiato il discorso, anche se "molti laureati sono passati per
stringerle la mano o darle un abbraccio".

Nel 2004 è entrata a far parte della Berea College di Berea, Kentucky, come
professore emerito in residenza,[21][22] dove ha partecipato a un gruppo di
discussione femminista settimanale, il Monday Night Feminism (Femminismo del lunedì
notte); una serie di conferenze, Peanut Butter and Gender (Burro di arachidi e di
genere); e un seminario, Building Beloved Community: The Practice of Impartial Love
(Costruire una comunità dell'amore: la pratica dell'amore imparziale).

Il suo libro del 2008, Belonging: a culture of place (Appartenere: una cultura del
luogo), comprendeva un colloquio sincero con l'autore Wendell Berry, nonché una
discussione sul suo ritorno in Kentucky.[23]

È stata docente invitata presso la New School University. Ha avviato dialoghi


pubblici con Gloria Steinem,[24] Laverne Cox,[25] e Cornel West.
Influenze

Tra coloro che hanno influenzato hooks si possono elencare l'abolizionista


afroamericana e femminista Sojourner Truth (il cui discorso Ain't I a Woman? ha
ispirato il suo primo lavoro importante), l'educatore brasiliano Paulo Freire (i
cui punti di vista in materia di istruzione vengono abbracciati nella sua teoria
della pedagogia impegnata), il teologo peruviano e padre domenicano Gustavo
Gutiérrez, lo psicologo Erich Fromm, il drammaturgo Lorraine Hansberry, il monaco
buddista Thich Nhat Hanh, lo scrittore afroamericano James Baldwin, lo storico
della Guyana Walter Rodney, il leader dei diritti umani e degli afroamericani
Malcolm X e il leader dei diritti civili Martin Luther King (che si esprime su come
la forza dell'amore unisce le comunità).[26][27] Sul concetto di Martin Luther King
di una comunità dell'amore, bell hooks afferma che "esso ha avuto una profonda
consapevolezza che le persone appartenenti alle istituzioni oppressive non
cambieranno le logiche e le pratiche di dominazione senza lo sforzo di coloro che
si impegnano per un modo migliore."[28]
La ricezione del suo pensiero in Italia: Elogio del margine e Scrivere al buio

Si deve a Maria Nadotti, giornalista, saggista e traduttrice, il primo tentativo di


dare conto della vasta produzione teorica di bell hooks in Italia. Escono infatti
nel 1998, i primi due libri che introducono il pensiero di bell hooks in Italia:
Elogio del margine: razza, sesso e mercato culturale (Feltrinelli 1998[29],
traduzione e cura di M. Nadotti), una raccolta di dieci saggi dell'autrice
afroamericana, e Scrivere al buio (La tartaruga 1998[30]), un dialogo critico e
allo stesso tempo intimo tra bell hooks e Maria Nadotti. Entrambi i contributi sono
ora raccolti nella nuova edizione Elogio del margine / Scrivere al buio (Tamu
Edizioni 2020)[31]. In Elogio del margine emerge la saldatura critica, tipica del
pensiero di bell hooks, tra il discorso della razza e quella del genere, che mette
alla prova il femminismo bianco e la rappresentazione delle donne come un’unica
“casta” che nega le differenze tra le donne stesse. hooks delinea un pensiero e uno
sguardo oppositivo[32] che permette di inaugurare un percorso di lotta in campo
politico ed estetico, risignificando la casa come luogo di resistenza per le donne
nere, promuovendo teorie estetiche che mettano in dialogo intellettuali e persone
comuni oppure denunciando il sessismo interno alla stessa comunità nera. In
Scrivere al buio, hooks fonda la sua riflessione politica sulla sua esperienza
autobiografica: i rapporti familiari e di coppia, l’istruzione, l’uso del denaro,
la pratica della scrittura sono alcuni degli argomenti ordinari con cui l'autrice
mostra che il pensiero femminista non può che nascere dall'esperienza personale di
oppressione e deve perciò parlare alle donne di condizione meno agiata.
Tutto sull'amore: Nuove Visioni
Dopo molte dispute con ex fidanzati sulla natura dell'amore, bell hooks ha
pubblicato All About Love: New Visions (Tutto sull'amore: Nuove Visioni) nel 2001.
Ha spiegato come i suoi ultimi due fidanzati a lungo termine erano frustrati dal
"pensiero patriarcale" e dei ruoli di genere sessisti, così che il loro rapporto
non avrebbe avuto veramente la possibilità di andare avanti[33].

In questo libro, bell hooks ha unito le sue esperienze di vita personali a idee
filosofiche e psicologiche per plasmare la sua tesi e discutere i suoi concetti
principali: tra i quali la critica del modo in cui la parola amore viene usata
nella società di oggi, senza che le venga attribuito molto senso. Hooks era molto
turbata dal fatto che la nostra cultura ha perso il vero significato dell'amore e
credeva che questo sia avvenuto perché non abbiamo una definizione condivisa. Per
questo motivo, il primo capitolo del suo libro si concentrava principalmente su
quello che lei pensava fosse la definizione dell'amore, che includeva componenti
come la cura, l'affetto, la fiducia, il rispetto, l'onestà, la comunicazione e
l'impegno. La sua opinione conveniva che se noi tutti ci trovassimo d'accordo che
love (amare) sia un verbo piuttosto che love (amore) un sostantivo, allora saremmo
tutti più felici. Affermando: "Così molte persone pensano che sia abbastanza dire
quello che sentono, anche se le loro azioni non corrispondono a ciò che sentono",
bell hooks chiariva con forza perché la società ha bisogno di adottare una
definizione universale dell'amore.

Nel complesso, questo libro intendeva far luce su ciò che hooks vedeva come
l'abbandono dell'amore nei tempi moderni e su cosa significa per la gente di oggi
sperimentare l'amore. Uno degli argomenti che lei proponeva era come l'amore non
può esistere nel bel mezzo di una lotta di potere. Lei proponeva la completa
ricostruzione e trasformazione dell'amore moderna basata su "affetto, rispetto,
riconoscimento, impegno, fiducia e cura". Sottolineava anche quello che vedeva come
radici dei problemi per quanto riguarda l'amore moderno di oggi: gli stereotipi di
genere, il dominio, il controllo, l'ego, e l'aggressività.

Si trattava anche del fatto che, a partire da un'età molto giovane, i ragazzi e le
ragazze si sentono costantemente abbattuti, cercando di adattarsi alle
caratteristiche che ci si aspetta da loro. Sottolineava il fatto che al ragazzo
viene negato il suo diritto di dimostrare o addirittura di avere eventuali veri
sentimenti. Usando come esempio gli uomini nella cultura americana, descriveva il
modo in cui sono stati indotti dalla società a diffidare del valore e del potere
dell'amore. Mentre alla ragazza viene insegnato che la cosa più importante che può
fare è cambiare se stessa e le proprie sensazioni, con la speranza di attirare e
compiacere tutti gli altri. Queste aspettative ingiuste portano i ragazzi e le
ragazze a diventare uomini e donne sono convinti che le bugie sono la strada da
percorrere e che nessuno dovrebbe mostrare i propri sentimenti più veri agli altri.
[34] Questo è un paradosso che hooks sottolineava, perché per avere una relazione
d'amore funzionale e sana, l'onestà è un requisito naturale. Nelle parole di bell
hooks, "Le bugie possono far sentire meglio le persone, ma non li aiutano a
conoscere l'amore".

Un altro argomento centrale di All About Love era il modo in cui è quasi
impossibile per le donne trovare la felicità, in ciò che lei vedeva come una
cultura brutale in cui agli uomini si insegna a preoccuparsi di più della
soddisfazione e delle prestazioni sessuali invece di amare qualcuno. Questa realtà
sottolineava hooks, messa insieme il fatto che le donne si concentrano così
fortemente su come avere un partner, porta alla maggior parte dei rapporti ad
essere completamente unilaterali.[33] In questo caso, gli uomini sono emotivamente
soddisfatti e le donne rimangono senza alcuna vera felicità. Hooks faceva notare
che nonostante questi problemi evidenti nella cultura dell'amore dei nostri giorni,
l'amore può essere ravvivato.
Insegnare a trasgredire
Nel suo libro del 1994 Teaching to Transgress: Education as the Practice of Freedom
(Insegnare a trasgredire: L'educazione come pratica della libertà, Meltemi editore
2020[35]), hooks ha indagato sull'aula come fonte di vincolo, ma anche come
potenziale fonte di liberazione. Ha sostenuto che l'uso del controllo e del potere
da parte degli insegnanti sugli studenti offusca l'entusiasmo degli studenti e
insegna l'obbedienza all'autorità, "confinando ogni alunno ad un approccio
all'apprendimento meccanico, da catena di montaggio".[36] Ha sostenuto che le
università incoraggiano gli studenti e gli insegnanti a trasgredire e ha cercato
modi per utilizzare la collaborazione per rendere l'apprendimento più rilassante ed
emozionante. Ha descritto l'insegnamento come "un catalizzatore che chiama tutti a
diventare sempre più impegnati".[37]
Premi e riconoscimenti

Yearning: Race, Gender, and Cultural Politics: The American Book Awards/ Before
Columbus Foundation Award (1991)[38]
Ain't I a Woman?: Black Women and Feminism: "One of the twenty most influential
women's books in the last 20 years" by Publishers Weekly (1992)
bell hooks: The Writer's Award from the Lila Wallace–Reader's Digest Fund
(1994)
Happy to Be Nappy: NAACP Image Award nominee (2001)
Homemade Love: The Bank Street College Children's Book of the Year (2002)
Salvation: Black People and Love: Hurston Wright Legacy Award nominee (2002)
bell hooks: Utne Reader 's "100 Visionaries Who Could Change Your Life"
bell hooks: The Atlantic Monthly 's "One of our nation's leading public
intellectuals"

Opere
Libri

bell hooks, And there we wept: poems, 1978, OCLC 6230231.


bell hooks, Ain't I a woman?: Black women and feminism, 1981, ISBN 0-89608-129-
X.
bell hooks, Feminist theory: from margin to center, 1984, ISBN 0-89608-613-5.
bell hooks, Talking back: Thinking feminist, thinking Black, 1989, ISBN 0-
921284-09-8.
bell hooks, Yearning: race, gender, and cultural politics, 1990, ISBN 0-921284-
35-7.
bell hooks e Cornel West, Breaking bread: insurgent Black intellectual life,
1991, ISBN 0-89608-414-0.
bell hooks, Black looks: race and representation, 1992, ISBN 0-89608-434-5.
bell hooks, Sisters of the yam: Black women and self-recovery, 1993, ISBN 0-
89608-415-9.
bell hooks, Teaching to transgress: education as the practice of freedom, 1994,
ISBN 0-415-90808-6.
bell hooks, Outlaw culture: resisting representations, 1994, ISBN 0-415-90811-
6.
bell hooks, Killing rage: ending racism, 1995, ISBN 0-8050-5027-2.
bell hooks, Art on my mind: visual politics, 1995, ISBN 1-56584-263-4.
bell hooks, Reel to real: race, sex, and class at the movies, 1996, ISBN 0-415-
91824-3.
bell hooks, Bone Black: memories of girlhood, 1996, ISBN 0-8050-4146-X.
bell hooks, Wounds of passion: a writing life, 1997, ISBN 0-8050-5722-6.
bell hooks, Remembered rapture: the writer at work, 1999, ISBN 0-8050-5910-5.
bell hooks, Justice: childhood love lessons, 2000, ISBN 0-688-16844-2.
bell hooks, All about love: new visions, 2000, ISBN 0-06-095947-9.
bell hooks, Feminism is for everybody: passionate politics, 2000, ISBN 0-89608-
628-3.
bell hooks, Where we stand: class matters, 2000, ISBN 0-415-92913-X.
bell hooks, Salvation: Black people and love, 2001, ISBN 0-06-095949-5.
bell hooks, Communion: the female search for love, 2002, ISBN 0-06-093829-3.
bell hooks, Teaching community: a pedagogy of hope, New York, Routledge, 2003,
ISBN 0-415-96818-6.
bell hooks, Rock my soul: Black people and self-esteem, New York, Atria Books,
2003, ISBN 0-7434-5605-X.
bell hooks, The will to change: men, masculinity, and love, New York, Atria
Books, 2004, ISBN 0-7434-5607-6.
bell hooks, Space, 2004.[39]
bell hooks, We real cool: Black men and masculinity, New York, Routledge, 2004,
ISBN 0-203-64220-1.
bell hooks, Soul sister: women, friendship, and fulfillment, Cambridge,
Massachusetts, South End Press, 2005, ISBN 0-89608-735-2.
bell hooks, Witness, 2006.
bell hooks e Amalia Mesa-Bains, Homegrown: engaged cultural criticism,
Cambridge, Massachusetts, South End Press, 2006, ISBN 0-89608-759-X.
bell hooks, Belonging: a culture of place, New York, Routledge, 2009, ISBN 978-
0-203-88801-8.
bell hooks, Teaching critical thinking: practical wisdom, New York, Routledge,
2010, ISBN 978-0-415-96820-1.
bell hooks, Appalachian elegy: poetry and place, Kentucky Voices Series,
Lexington, University Press of Kentucky, 2012, ISBN 978-0-8131-3669-1.
bell hooks, Writing beyond race: living theory and practice, New York,
Routledge, 2013, ISBN 978-0-415-53914-2.

Libri per ragazzi

bell hooks, Happy to be nappy, Chris Raschka (illustrator), 1999, ISBN 0-7868-
2377-1.
bell hooks, Homemade love, New York, Hyperion Books for Children, 2002, ISBN
978-0-7868-2553-0.
bell hooks, Be boy buzz, New York, Hyperion Books for Children, 2002, ISBN 978-
0-7868-1643-9.
bell hooks, Skin again, Chris Raschka (illustrator), New York, Hyperion Books
for Children, 2004, ISBN 978-0-7868-0825-0.
bell hooks, Grump groan growl, Chris Raschka (illustrator), New York, Hyperion
Books for Children, 2008, ISBN 978-0-7868-0816-8.

Capitoli di libri

bell hooks, Black women and feminism, in Laurel Richardson e Verta A. Taylor (a
cura di), Feminist frontiers III, New York, McGraw-Hill, 1993, pp. 444–449, ISBN
978-0-07-557001-1.
bell hooks, Continued devaluation of Black womanhood, in Stevi Jackson e Sue
Scott (a cura di), Feminism and sexuality: a reader, New York, Columbia University
Press, 1996, pp. 216–223, ISBN 978-0-231-10708-2.
bell hooks, Sisterhood: political solidarity between women, in Anne McClintock,
Aamir Mufti e Ella Shohat (a cura di), Dangerous liaisons: gender, nation, and
postcolonial perspectives, Minnesota, Minneapolis, University of Minnesota Press,
1997, pp. 396–414, ISBN 978-0-8166-2649-6.
bell hooks, Selling hot pussy: representations of Black female sexuality in the
cultural marketplace, in Laurel Richardson, Verta A. Taylor e Nancy Whittier (a
cura di), Feminist frontiers, 5th, Boston, McGraw-Hill, 2004, pp. 119–127, ISBN
978-0-07-282423-0. Pdf.
bell hooks, Black women: shaping feminist theory, in Ann E. Cudd e Robin O.
Andreasen (a cura di), Feminist theory: a philosophical anthology, Oxford, UK;
Malden, Massachusetts, Blackwell Publishing, 2005, pp. 60–68, ISBN 978-1-4051-1661-
9.
Articoli di giornale

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special issue: Socialist-Feminism: Out of the Blue, vol. 23, Palgrave Macmillan via
JSTOR, Summer 1986, pp. 125–138, DOI:10.2307/1394725, JSTOR 1394725.
bell hooks, From Black is a Woman's Color, in Callaloo, vol. 39, Johns Hopkins
University Press via JSTOR, Spring 1989, pp. 382–388, DOI:10.2307/2931578, JSTOR
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bell hooks, Feminism and Black women's studies, in Sage: A Scholarly Journal on
Black Women, vol. 6, n. 1, ERIC, Summer 1989, pp. 54–56.
bell hooks, Future feminist movements, in off our backs, special issue:
Celebrating 20 Years with OOB, vol. 20, n. 2, off our backs, inc., febbraio 1990,
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bell hooks, Micheaux: Celebrating Blackness, in Black American Literature
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Vedi anche: Oscar Micheaux

bell hooks, Theory as liberatory practice, in Yale Journal of Law and Feminism,
vol. 4, n. 1, Yale Law School, Fall 1991, pp. 13–22. Pdf.

Vedi anche: Catharine A. MacKinnon, From practice to theory, or what is a


white woman anyway?, in Yale Journal of Law and Feminism, vol. 4, n. 1, Yale Law
School, Fall 1991, pp. 13–22. Pdf.

bell hooks, Eros, eroticism and the pedagogical process, in Cultural Studies,
vol. 7, n. 1, Taylor and Francis, gennaio 1993, pp. 58–63,
DOI:10.1080/09502389300490051.
bell hooks e Lawrence Chua, bell hooks, in BOMB, vol. 48, New Arts
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Columbia College Chicago, 1995, pp. 65–72, DOI:10.2307/4177045, JSTOR 4177045. Pdf.

Pubblicato come: bell hooks, An aesthetics of blackness: strange and


oppositional, in Art Papers, vol. 14, n. 4, Friends of Art Papers, luglio–agosto
1990, pp. 2–5, OCLC 39845279.

bell hooks, Feminism and militarism: a comment, in Women's Studies Quarterly,


special issue: Rethinking Women's Peace Studies, vol. 23, 3–4, The Feminist Press
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bell hooks e Tanya McKinnon, Sisterhood: beyond public and private, in Signs:
Journal of Women in Culture and Society, special issue: Feminist Theory and
Practice, vol. 21, n. 4, University of Chicago Press via JSTOR, Summer 1996, pp.
814–829, DOI:10.1086/495122, JSTOR 3175025.
bell hooks, Review: the feminazi mystique, in Transition, vol. 73, Indiana
University Press on behalf of the Hutchins Center for African and African American
Research at Harvard University via JSTOR, 1997, pp. 156–162, DOI:10.2307/2935451,
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Review of: Leni Riefenstahl, Leni Riefenstahl: a memoir, New York, Picador
USA, 1995, ISBN 978-0-312-11926-3.

bell hooks, Remembered rapture: dancing with words, in JAC: A Journal of


Composition Theory, vol. 20, n. 1, Winter 2000, pp. 1–8, JSTOR 20866297.
bell hooks, Free spirits: a legacy of wildness, in Appalachian Heritage, vol.
36, n. 3, University of North Carolina Press via Project MUSE, Summer 2008, pp. 37–
39, DOI:10.1353/aph.0.0087.
bell hooks e George Brosi, The beloved community: a conversation between bell
hooks and George Brosi, in Appalachian Heritage, vol. 40, n. 4, University of North
Carolina Press via Project MUSE, Fall 2012, pp. 76–86, DOI:10.1353/aph.2012.0109.
bell hooks, Call and response - taking a stand, in Journal of Appalachian
Studies, vol. 20, n. 2, University of Illinois Press on behalf of the Appalachian
Studies Association, Fall 2014, pp. 122–123, DOI:10.5406/jappastud.20.2.0122, JSTOR
10.5406/jappastud.20.2.0122.

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