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DI ENUNCIATI IRONICI
NELLA LINGUA ITALIANA
CONTEMPORANEA
Fonte: http://www.tvblog.it/post/183257/zelig-4-marzo-2013-il-live-della-sesta-
-puntata-su-tvblog <25/3/2017>.
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5.2. Appellativi, nomi, soprannomi
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Analisi di documenti di enunciati ironici nella lingua italiana contemporanea
In base allo schema appena visto (tab. 1), possiamo indicare il significato
ironico dell’esempio qui riportato nella interpretazione B:
Black Saüsizza = ‘Vogliamo essere acclamati e famosi come i Black Sabbath,
ma in realtà siamo dei provinciali, anche un po’ sprovveduti’.
Si noti la componente della lingua straniera all’interno del nome (non
solo Black, ma anche ü), abbinata addirittura a quella del dialetto (sausizza).
È possibile notare come l’ironia nasca dall’unione tra elementi provenienti
da mondi linguistici diversi, addirittura contrastanti: si registra l’assoluta
mancanza di termini dell’italiano standard, nonostante il fatto che l’enun-
ciato funzioni proprio all’interno di tale contesto italiano. Questo perché gli
elementi esteri (“black”; “ü”) o dialettali (sausizza) assumono, in italiano,
delle connotazioni che possono anche non avere nella lingua di origine. La
“ü” rappresenta un suono avulso all’italiano, perfino grottesco, con relativo
effetto di contrasto tra la lingua tedesca e il dialetto meridionale, che assume
valore antitetico (città-campagna; Germania-Sud Italia; ordine-disordine;
eleganza-maleducazione), al quale si aggiunge la componente metafori-
ca che conserva anche un sapore eufemistico e metaforico (‘siamo i Black
Sabbat delle sagre, del Sud’), nonché l’iperbole (più ancora che l’enfasi). Da
notare, quindi, la presenza della metafora ironica (Popa-Wyatt, M., 2010,
anche, in queste pagine, la sezione dedicata alla metafora, 4.11.). Da notare
anche la componente ossimorica (Black Sabbath e/o salsiccia — sausizza).
L’insieme di questi elementi conduce, chiaramente, verso un’interpretazio-
ne del termine anche autoironica, ovviamente non scevra della presenza
dell’umorismo.
L’insieme di tutti gli elementi nominati riconduce alla complessità dell’i-
ronia: un insieme di termini, di per sé — come detto — non connotate, che si
incontrano a formare nuovi significati, connotati. Da qui si arriva anche alla
dimensione dell’apparente conflitto dell’ironia: è rapidamente avvertibile lo
stridente “scontro” tra Germania e Calabria (“ü” e “sausizza”), ma anche di
affinità (le “sausizze” si mangiano in Calabria almeno quanto in Germania).
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5.2. Appellativi, nomi, soprannomi
Emerge inoltre anche la presenza dell’elemento della dualità (serio e faceto, evo-
catività e situazione reale). Molto interessante è l’alta percentuale di implicito
che l’enunciato racchiude, data appunto l’estraneità di ogni parola dalla lingua
standard. Dal contrasto tra i termini di cui si è già parlato, nasce anche l’effetto
della sdrucciolevolezza: di primo acchito, infatti, l’espressione sembra voler
esprimere la pretesa, da parte del gruppo, di essere alla pari con una band di
fama indiscussa quale i Black Sabbat, solo successivamente si perviene all’in-
tenzione vera dell’enunciato, che si tratta cioè di una espressione autoironica,
ancor più che ironica. In questo caso l’ironia non è del tipo espresso tramite il
gesto, la pantomima, né tramite i morfemi della caricatura: ci troviamo inve-
ce in presenza (come sempre sarà in queste pagine) di una ironia parlata (cfr.
Jankélévitch, V., 1964: 44) o verbale (cfr. Attardo, S., 2000: 794), la più sfuma-
ta, indefinita e proprio per questo ricca di sfumature. Si tratta, comunque, di
ironia surrealista (cfr. Kapogianni, E., 2011: 1), che unisce mondi linguistici
così differenti e — finché non compare l’ironia — lontani tra loro. È presente
anche la componente di umorismo e di scherzo (Cicerone, M. T., De Orato-
re, II., 2010: 32), e di ironia umoresca (cfr. Jankélévitch, V., 1964: 135). Non
sono presenti elementi quali l’uso delle virgolette o di maiuscole, né chiara-
mente l’utilizzo di una speciale intonazione della voce, è possibile però notare
la presenza di speciali grafemi che non appartengono alla lingua italiana (la
già più volte menzionata “u” con la dieresi), che una volta inseriti nel contesto
funzionano proprio come segni distintivi dell’ironia (cfr. Attardo, S., 2001: 117,
cit. in Mizzau, M., 1984: 30).
Zbigniew Kazimierz Boniek, celebre giocatore di calcio che con i suoi succes-
si sul campo da gioco ha contribuito a “sdoganare” la Polonia — e la città di
Łódź — in Italia, era chiamato Bello di notte: appellativo coniato apposta per lui
dall’allora presidente della Juventus, Gianni Agnelli. Tale soprannome era stato
ideato in riferimento alle sue notevoli prestazioni in occasione dei match giocati
in notturna.11
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5.2. Appellativi, nomi, soprannomi
vare ad un significato molto diverso, e più che opposto — dato che non ci si
sposta solamente dal concetto di bello a quello di brutto, ma da quello di bello
a quello di brutto, poi di moralmente degradato e infine a quello di perden-
te. C’è poi anche dell’esclusività e dell’implicito: se già in tutti gli enunciati
ironici è importante conoscere il contesto, qui l’importanza dei riferimenti
impliciti (conoscere chi è Boniek, sapere se è un giocatore bravo oppure non
bravo) è particolarmente grande.
Pur restando con il pensiero a quanto afferma Grice, e cioè che l’ironia
è una manifesta violazione della sua massima della Qualità (1967: 26), il caso
di “Bello di notte” rappresenta un buon esempio di interpretazione secondo
l’approccio della salienza graduale (cfr. Giora, R., 2002: 487-506): il significato
non letterale man mano viene scartato in favore di significati con valore di
salienza maggiore.
Si tratta del nome di una band italiana. Leggendo il nome in base alle norme
della lingua inglese (cosa che ci viene suggerita dalla presenza della lettera “w”),
otteniamo, anche grazie ad un certo valore evocativo delle parole, l’interpreta-
zione A:
Powerillusi = power + illusion, ‘potere dell’allucinazione’ (letteralmente,
‘dell’illusione’). In questa interpretazione, il nome della band rimanda alla tra-
dizione beat degli anni ’60 e ’70 del XX secolo: musica, e forse uso di droghe,
allucinazioni, grandi folle. Un nome, quindi, che suggerisce grande talento mu-
sicale e soprattutto successo di pubblico. Visto, però, che la band in questione
non è delle più famose e che si muove in un contesto di musicisti amatoriali,
c’è un’altra accezione che dobbiamo considerare, e cioè (leggendo ancora una
volta power con le regole fonetiche dell’inglese) l’interpretazione B:
Powerillusi = ‘illusi di essere bravi’. In questa seconda interpretazione, il
nome inizia con la parola “power”, ovvero: ‘potenza’, ‘potere’, il che allude alle
qualità artistiche del gruppo (‘molto ritmo’, ‘energia’, ‘bravura’, ‘passione’, ‘inar-
restabilità della loro fama’), in contrapposizione, però, alla seconda metà della
parola che viene subito dopo, “illusi”: non siamo più, allora, in presenza di una
band in gamba, siamo piuttosto di fronte ad un gruppo di… illusi, (che purtrop-
po con il concetto di “power” hanno poco o niente a che vedere). In questo caso,
il nome ha sì valenza ironica, ma più ancora autoironica.
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5.3. Cabaret, spettacoli
Nel gruppo di esempi che appartengono al mondo dello spettacolo sono com-
presi enunciati caratterizzati da una maggiore teatralità, e da un più alto livello
di rapporto di corrispondenza emotiva col pubblico.
È da notare l’esempio 9, in quanto caso di ironia legata all’elemento dell’au-
tofagia argomentativa (cfr. Gałkowski, A., 2005: 16).
Spettacolo: cabaret.
Titolo: Monferridere — Leonardo Manera.
Data dell’evento: giugno 2019.
Leonardo Manera: Visto che è piaciuto parecchio, ho visto una risata un po’
a macchia di leopardo, ho visto che qui se la stavano spiegando e questo un
po’ mi amareggia, ve ne racconto un’altra.
(il pubblico ride)
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