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I bambini e gli adolescenti traggono numerosi benefici dalle attività e dagli sport di squadra.

Queste attività promuovono non solo la salute fisica, ma anche lo sviluppo cognitivo, sociale
ed emotivo. Inoltre, le attività di squadra possono favorire la creatività e offrire opportunità di
inclusione per i bambini con disabilità.
La partecipazione di bambini e adolescenti con disabilità a sport, attività ricreative e
fisiche porta numerosi benefici per la salute, il benessere e la qualità della vita. Anche i
pediatri possono svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere l’attività fisica e fornire
supporto alle famiglie e alle comunità per rimuovere le “barriere alla partecipazione”.
È importante prendere decisioni informate sulla base delle preferenze individuali, dello stato
di salute e delle capacità motorie di ciascuno del bambino. L'obiettivo è favorire uno stile di
vita sano e attivo per i bambini con disabilità attraverso l’attività fisica, l'esercizio, la
ricreazione e lo sport organizzato.
Partecipare a sport di squadra, quindi, stimola la creatività di tutti. Durante le partite e
gli allenamenti, bisogna trovare modi innovativi per affrontare le sfide e raggiungere gli
obiettivi. La collaborazione con i compagni di squadra e la necessità di adattarsi alle diverse
situazioni, richiedono la capacità di pensare in modo flessibile e di trovare soluzioni creative.
Inoltre, l'apprendimento delle regole e delle strategie del gioco può alimentare la fantasia e
incoraggiare l'esplorazione di nuove tattiche e tecniche.

Molto importante, quindi, è promuovere i comportamenti creativi durante le varie fasi


dell’allenamento. Lo sviluppo della creatività si articola in cinque fasi incrementali: Stadio
del principiante; stadio dell’esploratore; stadio dell’illuminato; stadio del creatore e stadio
dell’ascesa. Durante le prime fasi di formazione, l'attenzione è posta sulla diversificazione, il
gioco intenzionale e l'alfabetizzazione fisica attraverso approcci pedagogici non lineari.
Questo permette ai giocatori di scoprire una varietà di schemi di movimento, aumentando
così le probabilità di sviluppare soluzioni nuove, adattive e funzionali.

Nei successivi stadi di sviluppo, assume importanza la specializzazione progressiva nello


sport e l'apprendimento differenziato, al fine di spingere i limiti della creatività a livelli di
prestazione più elevati, espandendo così la gamma di abilità. L'insegnamento dei giochi per la
comprensione che adotta un approccio centrato sul gioco e collegato all'approccio basato sui
vincoli, svolge un ruolo fondamentale nel favorire il comportamento tattico creativo. Queste
prospettive incoraggiano i giocatori a esplorare tutte le possibili azioni e a evitare la
standardizzazione delle loro azioni.
Complessivamente, il quadro di sviluppo della creatività analizza le direzioni chiave per
migliorare a lungo termine il comportamento creativo negli sport di squadra, tenendo conto
delle condizioni pratiche.

La creatività nel contesto sportivo è considerata come una combinazione di pensiero


divergente e convergente, capaci di generare nuove idee e selezionare le migliori soluzioni.
Nel contesto dell'allenamento sportivo, diverse componenti del pensiero creativo vengono
identificate, come l'efficacia, la versatilità, l'originalità e la predisposizione a tentare azioni
diverse. Quindi è importante coltivare queste abilità durante lo sviluppo dei giocatori con una
particolare attenzione all’ambiente di allenamento.

Fondamentale è l’affiancamento dell’allenatore soprattutto nelle prime fasi di sviluppo,


aiutando al movimento in ambienti nuovi e stimolanti, contribuendo così allo sviluppo delle
capacità motorie di base, ma anche alle abilità specifiche dei vari sport.

Sul ruolo dell’allenatore/insegnate, possiamo identificare due tipologie di pedagogia: quella


lineare e quella non lineare.

Il concetto di pedagogia non lineare è un approccio indiretto, centrato sul bambino che
modifica il compito e i vincoli, ambientali e individuali, per favorire l'apprendimento. Essa
stimola la creatività attraverso adattamenti esperienziali che influenzano la plasticità
cerebrale. Al contrario, la pedagogia lineare è un approccio diretto incentrato sull'insegnante,
che può essere utile per promuovere le abilità motorie fondamentali e coinvolgere
cognitivamente ed emotivamente i bambini all'inizio del processo di apprendimento.

Sia gli approcci didattici non lineari che quelli lineari, usati anche in modo complementare,
possono influenzare positivamente il controllo inibitorio e la memoria di lavoro dei bambini.

Uno studio inserire info ha esaminato l'effetto di diverse combinazioni di pedagogia lineare e
non lineare sullo sviluppo della creatività̀ motoria, delle funzioni esecutive, dell'autoefficacia
e del piacere di apprendere nei bambini di prima elementare. L'approccio è stato basato/ si è
incentrato sugli stili di insegnamento multipli e sui principi di riflessione attiva, che integrano
diverse strategie di insegnamento per ottenere successo nell'educazione fisica.

Sono state esaminate tre pedagogie di insegnamento: un approccio con l'80% di pedagogia
lineare e il 20% di pedagogia non lineare, un approccio con il 20% di pedagogia lineare e
l'80% di pedagogia non lineare, e uno stile di un approccio didattico standard impartito da
insegnanti generalisti.
Le combinazioni di pedagogia lineare e non lineare sono state adottate per rispondere alle
diverse preferenze degli studenti e ai vincoli dell'insegnante, al fine di migliorare lo sviluppo
psicomotorio. Nonostante le proporzioni pedagogiche sbilanciate, è stato ipotizzato che
entrambi gli approcci hanno avuto effetti benefici significativi sulle variabili menzionate, e
che entrambe le pedagogie arricchite studiate sono state significativamente superiori
all'approccio di controllo rappresentato dalla pedagogia convenzionale dei generalisti.

Lo studio aveva coinvolto un totale di 183 bambini di prima elementare provenienti da tre
scuole primarie. I bambini selezionati frequentavano le lezioni di educazione fisica due volte
a settimana, per un totale di due ore settimanali.

Dopo 12 settimane di intervento il gruppo a cui è stata sottoposta la pedagogia non lineare, ha
mostrato dei miglioramenti significativi in tutte le abilità motorie, ovvero nei compiti
locomotori, di stabilità e di manipolazione. Il gruppo che aveva un approccio
prevalentemente lineare è migliorato solo nei compiti locomotori e manipolativi, e non in
quelli di stabilità. L’ultimo gruppo, invece, non ha mostrato miglioramenti in nessuna delle
abilità motorie.

La principale differenza che ha portato ad avere questo divario di risultati tra i primi due
gruppi con il terzo, sta proprio nel metodo didattico, dove gli insegnanti specializzati hanno
seguito il metodo di insegnamento assegnato, mentre gli insegnanti generalisti hanno
utilizzato principalmente il gioco libero con elementi di insegnamento di comando.

In conclusione, l'approccio educativo fisico multidimensionale, che integra sia la pedagogia


lineare che quella non lineare, ha dimostrato di essere più efficace nel promuovere la
creatività̀ motoria, le funzioni esecutive e il piacere nell'insegnamento dell’attività fisica ai
bambini di prima elementare rispetto all'approccio convenzionale. Questi risultati
suggeriscono che un equilibrio tra stili di insegnamento diversi può favorire un
apprendimento più comp leto e stimolante per i bambini.

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