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TEORIA E METODOLOGIA DELLE ATTIVITA MOTORIE DELLETA EVOLUTIVA

1. Dalla ginnastica all attivit motoria

Negli ultimi anni si passati dalla ginnastica allattivit motoria, e nei programmi ministeriali il
termine educazione fisica viene sostituito da educazione motoria. Il motivo di questi cambiamenti
dettato dal fatto che nel fanciullo si deve promuovere costantemente il libero svolgimento delle
potenzialit del soggetto umano, il suo rapporto libero ed armonico con il corpo e con lambiente
in cui vive e si muove. Pertanto in qualsiasi corso che abbia come fine la formazione di educatori e
formatori importante introdurre precisi concetti di educazione motoria, fisica e dello sport.
Leducazione motoria per let evolutiva ( nella scuola di base ) deve evitare i movimenti ripetitivi e
schematici, freddi e meccanici, centrati sulla sola prestazione corporea o sulladdestramento del
corpo. Leducazione motoria odierna viene ideata come integrale espressione delle capacit
personali fondata sulla correlazione tra mente e corpo. Un contributo a ci deriva dalla psico-
pedagogia chiamata psicomotricit. Detto orientamento scientifico, nato tra gli anni 60-70 , si
fonda sui principi della centralit del corpo e del suo linguaggio, esso un percorso educativo.

2. La psicomotricit

La psicomotricit il punto di partenza di ogni percorso educativo. Il termine indica che lattivit
motoria influenzata da processi psichici e riflette le caratteristiche della personalit individuale.
La psicomotricit studia ed educa lattivit psichica attraverso il movimento del corpo. Leducazione
psicomotoria deve iniziare dai primi mesi di vita, favorendo il passaggio della tensione spontanea a
quella volontaria. In et adulta la modalit dei movimenti dipendono dallarticolazione della
corporeit, nella quale si manifestano lo stato attuale della persona ma anche i lati costitutivi. In
et senile , con i movimenti incerti, leducazione motoria consente di non escludersi dal mondo
circostante e di poter mantenere un concetto adeguato dellio. La teoria di Piaget , secondo la
quale le attivit cognitive sono il risultato dellinteriorizzazione degli schemi senso-motori , la
psicomotricit molto preziosa soprattutto nei casi di soggetti diversamente abili, tra i quali gli
insufficienti mentali , per i quali attraverso il controllo del proprio corpo e delle coordinate spaziali,
si raggiunge un comportamento pi adeguato generalmente, riuscendo anche a ridurre stati
dansia e angoscia. ormai certo che leducazione motoria svolge un ruolo prezioso ed
insostituibile nellaiutare il bambino ad identificarsi pi sicuramente e liberamente con se stesso al
fine di ottenere una rapida autonomia. A tal proposito necessario che egli senta il suo corpo e
prenda confidenza con lambiente. Pertanto non si deve solamente pensare alleducazione
psicomotoria come valvola di sfogo per far riposare la mete del bambino , bens come formazione
e cultura motoria e sportiva.

3. Il corpo

Da tempo ormai la societ occidentale si interroga sulloggetto corpo, esso viene riscoperto come
mezzo espressivo parallelo o alternativo al linguaggio verbale. Allinterno del linguaggio non
verbale sono nate le discipline semiotica, paralinguistica, cinesica e prossemica. Pertanto si
sviluppano nuovi modelli terapeutici fondati sul corpo come strumento privilegiato per la cura
della persona, oltre alle teorie dirette alla comprensione,cura e rieducazione delluomo come
totalit psicofisica. Lattenzione del corpo in et infantile, in detto periodo il corpo per il bambino
il centro di riferimento dal quale egli pu orientarsi, sperimentare e formalizzare lo spazio e il
tempo, elaborare e scambiare simboli. Avvicinarsi al corpo come oggetto e soggetto deducazione
non facile, perci il corpo rappresenta anche sul piano teorico un tema complesso, affrontato da
grande variet di punti di vista scientifici. In particolare la scuola devessere in grado di presentare
leducazione motoria non come fine a se stessa, bens in modo che lallievo si renda conto che non
ci sia solamente una mente che deve essere educata ma anche un corpo, che assieme
costituiscono la personalit. Psiche e soma costituiscono una fusione che si identifica nelluomo.

4. Leducazione

Prevale nelle competenze dei docenti, i quali, assolvono un compito importante di mediazione nei
confronti dei genitori e in altri casi di altri operatori sociali. Pertanto bisogna indirizzarsi verso un
progetto di educazione permanente, che ormai entrata anche nelle strategie politiche
governative internazionali ed internazionali. Leducazione globale e permanente deve infatti
condurre ad un recupero responsabilizzato della persona nella complessit delle varie componenti
di quellunit integrale che ciascun uomo , leducazione motoria ben incarna tutto questo,
soprattutto quando considera la corporeit in una visione unitaria delluomo. Nonostante tutto
lemergere dellattivit motoria si dimostrato difficile, in quanto ha dovuto sganciarsi dalla
medicina ed agganciarsi a problemi metafisici e morali. Nonostante le difficolt in Italia si
costituita nel tempo una positiva tradizione didattica, pertanto le scuole hanno applicato i principi
delleducazione motoria. Lattuale impostazione delleducazione ha pertanto superato leducazione
fisica tradizionale, che veniva effettuata con tecniche diverse e meccaniche, indirizzata pi a
prestazione che alla formazione. Si antepone pertanto alleducazione fisica incentrata sulle qualit
da sviluppare (scatto, velocit, prestazione)con le qualit che si accompagnano alla psicologia
tradizionale dove si considerano i fattori psicomotori (coordinamento, sottigliezza danalisi dei
segnali prorpriocettivi, adattamento spazio-temporale) distinti dai fattori meccanici desecuzione .
La psicomotricit un atteggiamento pedagogico, pertanto occorre creare le condizione che
permettano al bambino liniziativa e la creativit sul piano motorio. Lintervento delleducatore
motorio non pi quindi quello di un detentore di sapere, ma di colui che provoca nellalunno
adattamenti nuovi , catalizzatori di disponibilit motorie. Parlando di educazione motoria si
devono distinguere leducazione al movimento (es. danza, sport, mimo)dalleducazione per mezzo
del movimento, che si utilizza per la formazione della personalit (preparazione agli
apprendimenti scolastici e la difficolt nelle relazioni affettive e relazionali). Questa distinzione non
si deve intendere come contrapposta, in quanto, l educazione psicomotoria ha la capacit di
preparare e favorire laccesso a saperi specializzati , e lacquisizione di un sapere specifico pu far
progredire il bambino su piani diversi da quel sapere medesimo., tutto ci si trova nel concetto di
espressione corporea. Il passaggio dalleducazione fisica alleducazione motoria significa il
passaggio dalla persona vista come corpo-oggetto a sistema armonico corpo mente. Premesso
ci si pu considerare che una corretta educazione motoria migliora le possibilit di lavoro
intellettuale, ed il motivo principale per cui leducazione motoria deve avere inizio dai primi mesi
di vita, promuovendo il coordinamento degli arti nel movimento ma soprattutto favorendo lattivit
ludica nelle sue varie forme. Pertanto il compito educativo sar quello di far assumere un
comportamento corretto sia sul piano motorio che su quello mentale. Un educazione corporea
globale e specifica deve precedere sempre un apprendimento di carattere sistematico ( lettura,
scrittura o calcolo ). Lapprendimento, infatti, lacquisizione individuale di una nuova possibilit di
realizzare determinati compiti e nel caso di specie favorito da una nuova coordinazione dei
movimenti che gli consentono di adattarsi alle circostanze. Lapprendimento motorio in sostanza
un consapevole atto di volont e quindi un atto volontario cio di educazione.

5. La salute

La salute si pu definire come un processo dinamico al quale concorrono pi forze e non ultima
uneducazione precoce. Leducazione motoria ha un rapporto strettissimo con la salute. Per attuare
detto processo vi sono in primis la famiglia e la scuola. Leducazione motoria non solamente un
materia di studio, essa deve esprimere gran parte degli impegni educativi della famiglia, della
scuola e della societ. perci esercizio continuo di qualit e capacit , con ragione di scelte e
rinunce, precisa volont di difendere nel tempo e prolungare , il personale valore di un uomo nella
sua pienezza e nellinterazione a cui ci obbliga la realt naturale e sociale. Leducazione motoria
avr una proporzionata validit alle conoscenze di carattere scientifico acquisite circa una
consapevole operativit; molto dipender anche da una formazione completa degli educatori.
1. Lo Sviluppo Percettivo

E importante definire, prima di parlare dellattivit motoria, il quadro concettuale, teorico e


pratico delle caratteristiche fondamentali del bambino e del ragazzo. Si devono intanto definire le
caratteristiche psico-motorie in rapporto allet, alle capacit, alle esperienze pregresse , al livello
di partenza di conoscenza e la capacit di comprensione del compito, alle abilit sociali ed ai tempi
di maturazioni delle caratteristiche citate. Nelleducazione motoria e sportiva non si pu
promuovere lattivit nello stesso modo per tutte le et, ma si deve strutturare in base alla
maturazione bio- psichica individuale, ovvero sotto gli aspetti che includono il controllo delle
emozioni, la dipendenza tra bisogni d autonomia, la costruzione e lutilizzo delle relazioni sociali
con adulti e coetanei. Pertanto si pu dire che il comportamento delle persone caratterizzato
dallinterazione delle funzioni citate, indipendenti le une dalle altre. La mancanza di sviluppo o la
mancata considerazione di uno dei fattori descritti pu determinare disequilibri nella corretta
gestione della persona. E da considerare pertanto sempre una variabilit individuale. Lo sviluppo
percettivo viene individuato nel bambino gi a tre anni ,quando ovvero in grado di distinguere
somiglianze e differenze fra oggetti, animali che vede per la prima volta. Distingue rumori forti e
deboli, indica i colori fondamentali.

A 4-5- anni vi uno sviluppo ulteriore con la scoperta di nuove funzionalit materiali e funzionali
( distinzione tra freddo e caldo, pesante leggero ecc.).

A 4-7 anni vi il periodo precritico, nel quale le migliorie vanno considerate in funzione
dellapprendimento e degli stimoli.

2. Lo Sviluppo dellIntelligenza

Periodo da 3-6 anni : viene raggiunta una prima forma dintelligenza nel periodo verso i 18 mesi
(intelligenza senso motoria)che serve alla risoluzione di problemi semplici pratici. Prima del
compimento del 3 anni diventato capace di unattivit mentale rappresentativa che gli permette
dincludere nella risoluzione dei problemi anche oggetti non percettivamente presenti (es.
prendere un bastone che non c per prendere un oggetto desiderato). In questo periodo il
bambino fa ritornare alla mente luoghi ed oggetti visti in precedenza. Nei primi due anni di scuola
dellinfanzia la capacit di passare dallazione alla rappresentazione di azioni per limitata in
quanto il suo pensiero ancora caratterizzato da vincoli cognitivi ( capace di pensare ad una sola
cosa per volta e non in grado di invertire mentalmente una serie di azioni).
Nellultimo periodo della scuola dellinfanzia in poi si sviluppa il pensiero sino a pensare a pi
azioni contemporaneamente, riesce a collegare il prima e il dopo. La capacit rappresentativa
allarga di molto il campo mentale del bambino, ne trae beneficio anche il linguaggio verbale che
subisce una trasformazione in quanto prima le parole servivano per lindicare oggetti presenti, ora
hanno una funzione evocativa per descrivere fatti accaduti o immaginarne altri, il lessico si
arricchisce ed aumenta in maniera esponenziale.

Periodo da 6-11 anni: dal punto di vista cognitivo da 6-7 anni avviene il passaggio delattivit
mentale ( pensiero preoperatorio ) ad uno superiore e comincia ad assumere i contorni del
pensiero operatorio. Leffetto cresce in maniera esponenziale verso una attenzione distribuita ad
osservare pi cose nello stesso tempo. Questa reversibilit del pensiero porta ad altri vantaggi e
cambiamenti, come interesse per la scoperta, lavventura e per il gioco, di regole.

Periodo 11-18 anni : si consolida il pensiero operatorio reversibile e si prepara verso gli 11-12 anni
il pensiero ipotetico- deduttivo, tipo di pensiero pi evoluto che permette di staccarsi dalla realt
concreta e di immaginare situazioni ipotetiche pi complesse. La fase ha riflessi non solo nellarea
cognitiva ma anche nel rapporto con gli altri e nellidea della formazione di s. Permette di conosce
anche di pi gli altri oltre che se stesso.

3. Lo Sviluppo affettivo e sociale

Lo sviluppo affettivo dallinfanzia alladolescenza avviene in stretto rapporto con quello cognitivo,
le figure di riferimento sono materna e paterna, parentali e dopo amici, insegnanti allenatori ecc.
sono rapporti che si modificano nel tempo, possono diminuire, modificarsi o aumentare. Nei primi
anni la sopravvivenza garantita solo se si ha vicino qualcuno che si occupi di lui in toto, sia per
nutrirlo che proteggerlo. Viene perci delineato un allungamento della personalit in virt della
partecipazione tra essi. I bambini stabiliscono rapporti affettivi con chi vedono sia soddisfacente
per i suoi bisogni di crescita. Nei bambini molto piccoli questi fenomeni si evidenziano nel gioco,
nel movimento nellascoltare fiabe ecc. tutto ci sino al periodo della preadolescenza, quando si
scopre il desiderio degli eventi, delle regole e la possibilit di vivere avventure significative. Negli
anni a seguire con il formarsi del pensiero ipotetico- deduttivo nel quale cresce il bisogno di
indipendenza e autonomia si delinea la ricerca della propria identit che favorir il ragazzo alla
scoperta di nuovi elementi per poter conoscere meglio se stessi ed il mondo.

Lo sviluppo sociale il bambino ha la capacit di partecipare attivamente al proprio processo di


socializzazione e che come essere naturalmente sociale capace di sviluppare legami di
attaccamento con pi persone. Lo sviluppo sociale infantile si pu paragonare ad un sistema di
mattoni che con il loro ruolo specifico contribuiscono a questa complessa costruzione. Un fattore
determinante a questa socializzazione il gruppo dei pari ; si notato che i bambini che hanno
rapporti damicizia con i coetanei sono pi avanzati nel gioco sociale e nella cooperazione rispetto a
quelli che non hanno amici. Le relazioni, sia con i coetanei che con ladulto, portano alla
sperimentazione di regole di diverso tipo che riguardano comportamenti adeguati ad un certo
ambiente. Pertanto una piena comprensione del significato delle regole si delinea dai 6-7 anni,
anche se acquista rilievo a partire dai 12 anni. Piaget ha evidenziato che dopo i 6-7 anni i bambini
sono in grado di partecipare a giochi che richiedono da parte di tutti il rispetto di alcune regole.
Solamente dopo gli 8 anni possibile modificare le regole dei giochi per adattarle alle esigenze del
gruppo. Pertanto risulta importante creare delle situazioni dove si devono rispettare delle regole;
lagire socializzato deve diventare un obiettivo rilevante da perseguire allallievo allo stare alle
regole.

1. Aspetti generali dello sviluppo motorio

Il periodo che va dalla nascita (anche prima) alladolescenza caratterizzato


dallintegrazione continua e progressiva di strutture e connessioni neuromuscolari che
permettono lesecuzione di tutti i movimenti della specie. Nello sviluppo motorio si
individuano cambiamenti evolutivi, che vanno dai movimenti pi semplici a movimenti
sempre pi controllati cognitivamente, sino al raggiungimento di sequenze di movimento
apprese che prevedono un percorso di apprendimento non disgiunto dalle necessarie
competenze cognitive. Il modello maturazionista no spiega solamente lo sviluppo delle
abilit motorie nel processo formativo, in quanto lo sviluppo risente sempre linfluenza
dellambiente, delle esperienze e delle occasioni dapprendimento. Pertanto lo sviluppo
motorio non deve essere considerato come un fattore naturale ed interno dellindividuo. La
condizione essenziale per il maggior sviluppo delle abilit motorie certamente la
progressiva maturazione neuromuscolare del bambino. A tal fine necessario che il
potenziale motorio esistente venga orientato, potenziato e strutturato da esperienze
ambientali. Il vincolo tra i due processi molto stretto, in quanto se il bambino non fa
esercizio degli schemi fondamentali(strisciare,camminare,correre,lanciare ecc.) quando il
suo sistema nervoso maturo per esercitarli gli schemi stessi non riescono a raggiungere il
loro completo potenziale. In altri termini determinati apprendimenti motori possono
attuarsi in forma migliore, sia in qualit che in quantit ma, solamente quando lindividuo
ha raggiunto un livello appropriato di maturazione. Su ricerche effettuate si accertata
linefficacia di anticipare lapprendimento di alcune abilit. La piena maturit del processo
motorio avviene intorno ai 12 anni, nel periodo 0-12 anni si raggiungono importanti
apprendimenti motori da assecondare, consolidare e arricchire in futuro.
E. HANN ha riportato le seguenti indicazioni:

- la preparazione sportiva multilaterale favorisce la maturazione nervosa e lo sviluppo muscolare


completo; ci da le basi per affrontare con sicurezza sia la vita quotidiana, sia la preparazione
sportiva a lungo termine;

- generalmente solo a compimento della pubert ed inizio adolescenza si presentano le condizioni


favorevoli per affrontare sollecitazioni meccaniche;

- nellinfanzia il sistema vegetativo e circolatorio prevedono un tipo di carico motorio diverso


rispetto alladolescenza e alla maturit.

2. Accrescimento Somatico

Laccrescimento somatico riguarda linsieme delle modificazioni morfologiche e fisiologiche del


corpo che avvengono da quando si forma lindividuo fino al suo massimo sviluppo.

Periodo dai 3 ai 6 anni: 8 cm di altezza per ogni anno nel periodo 3-4- anni e 6 cm a 5-6- anni,
aumento di peso pari a 2-3- kg. Aspetto morfologico caratterizzato da scarna muscolatura, tono
muscolare e posturale bassi e torace cilindrico; sistema cardiocircolatorio e respiratorio deboli. Il
cuore reagisce allo sforzo aumentando la frequenza, scarso apporto di ossigeno da parte della
respirazione. I bambini di questa et non devono essere sottoposti a sforzi intensi.

Periodo dai 6 a 11 anni: incremento del peso di 2-3 kg lanno; aumento di statura intorno ai 6-7
anni(proceritas) e un aumento ponderale dagli 8-11 (turgor); nel primo anno di scuola elementare
le caratteristiche morfologiche sono pari a quelle della scuola dellinfanzia. Dagli 8 agli 11 anni
laumento (turgor)ponderale favorisce un incremento del tono muscolare. Migliora anche la
funzionalit cardio-circolatoria e respiratoria a vantaggio della resistenza. Forza e velocit sono pari
tra maschi e femmine.

Periodo dagli 11 ai 18 anni: pubert F= 9-11 e 13-14 anni; M= 11-13 e 14-15 anni

Adolescenza F= 13-14 e 17-18 anni ; M= 14-15 e 18-19 anni

La pubert caratterizzata da crescita in altezza aumento di peso ecc. dura in media 3 anni. Se lo
sviluppo particolarmente accelerato si pu avere un riflesso psicologico di disorientamento. Forza
e velocit presentano una minima differenza tra M e F; dopo la pubert i maschi sono pi forti e
veloci, il cuore ed i polmoni hanno dimensioni maggiori rispetto alle femmine; in questo periodo si
arriva ad ottimizzare le prestazioni e laumento della tolleranza allo sforzo.
3. Lo Sviluppo Motorio

Periodo dai 3 ai 6 anni: si controllano correttamente i movimenti, la maturazione neuromuscolare


costituisce base essenziale per lo sviluppo della motricit ed una certa autonomia. A livello dei tre
anni si sono consolidate la prensione e la deambulazione. nel corso dei primi tre anni si registra un
notevole aumento di abilit che riguardano schemi motori fondamentali, tipo camminare e
lanciare una palla; nello stesso periodo si inizia la coordinazione degli schemi, inizia a svilupparsi
limmagine corporea delle posizioni che si vogliono assumere. Si sviluppa il senso di riconoscere
varie parti del corpo come dx o sx ecc. o lemulazione e le conoscenze linguistiche per esprimere
determinati fattori ( es. denominare la dx o la sx ).

Periodo dai 6 ai 7 anni: in merito allaspetto motorio si raggiunta una sufficiente coordinazione
neuro-motoria globale e laffermazione definitiva della lateralit, lindipendenza degli arti rispetto
al tronco ed un discreto controllo della respirazione. Si assesta un buon equilibrio sia statico che
dinamico.

Periodo dagli 8 agli 11 anni: si presentano con caratteristiche sufficientemente definite e con
strutture cognitive, fisiologiche e psicologiche favorevoli anche per lo sviluppo motorio. I
movimenti vengono effettuati in modo pi preciso e disinvolto, aumenta la capacit di esercizi
motori pi complessi da realizzare. Viene considerata let delloro per il facile apprendimento e lo
sviluppo delle abilit.

Adolescenza ( F= 13/14- 17/18 anni; M= 14/15 e 18/19 anni: si entra nella fase del pensiero
ipotetico deduttivo , il corpo assume forme pi equilibrate, migliora la capacit di osservazione; gli
allenamenti possono essere pi prolungati in quanto aumenta la resistenza allo sforzo fisico; in
questa fase si perfezionano le azioni per i singoli sport, arrivano solo in alcuni sport alla massima
prestazione.

4. Perdita di efficienza fisica nella popolazione giovanile

Ultimamente si registrato un calo dellattivit fisica gi prima della scolarizzazione, per fisica
sintende trasporto attivo, moto spontaneo, educazione fisica e sport organizzato. La diminuzione
di detta attivit causa di sovrappeso ed obesit, peggioramento delle prestazioni motore e calo
degli indici di efficienza fisica a livello di prestazione aerobica. Ricerche condotte rilevano che su
soggetti della 1-2-3- media vi un decremento delle prestazioni aerobiche correlato con calo delle
prestazioni a livello di forza e resistenza. Ci pare pregiudichi lo sviluppo delle prestazioni dellet
evolutiva.
1. Le Capacit Coordinative

La coordinazione la capacit di organizzare, regolare e controllare in modo preciso il movimento.


La coordinazione motoria necessita di un sistema neurofisiologico e di un sistema nervoso centrale
in grado di elaborare in modo corretto le informazioni sensoriali.In et infantile efficace
sviluppare le capacit coordinative con interventi variati, ampi e polisportivi, mentre nei giovani
opportuno sviluppare la coordinazione attraverso consegne variate ma attraverso forme di
movimento di sport praticato. E sempre raccomandabile un allenamento che stimoli tutte le
competenze coordinative.

A) Capacit coordinative

Capacit di equilibrio: la capacit di reagire in modo adeguato alla forza di gravit senza alterare
lesecuzione motoria programmata, permette di mantenere una postura o di recuperarla, si
suddivide in statico e dinamico.

Capacit di combinazione e accoppiamento: quella di saper collegare in una struttura unitaria


parti di movimento (gambe e braccia);

capacit di orientamento spazio-temporale: la capacit di determinare la posizione del proprio


corpo nello spazio e di modificare i movimenti in rapporto alla mutevolezza dellambiente esterno;

capacit di reazione: capacit di reagire a stimoli diversi , sia previsti che inaspettati;

capacit di differenzazione percettiva: la capacit di differenziare e precisare ulteriormente le


sensazioni percettive per meglio rispondere alle esigenze di attivit specifiche;

capacit di anticipazione motoria: la capacit di prevedere lo svolgimento di unazione e reagire


di conseguenza;

fantasia motoria: la capacit che permette di risolvere in modo originale e creativo un problema
motorio e di creare nuove forme di movimento;

capacit di ritmizzazione: la capacit con cui vengono organizzate le azioni in rapporto al tempo
ed allo spazio, lordine nel movimento;

Lequilibrio la capacit che permette di mantenere postura eretta per lo sviluppo motorio, si
divide in statico e dinamico. Statico quando la base dappoggio stabile e la persona non in
movimento; dinamico quando la persona cerca di mantenere una posizione stabile pur in
movimento.
Le basi neurofisiologiche dellequilibrio: lequilibrio controllato dai centri nervosi che si trovano
nel cervelletto, il quale invia in tempi rapidissimi impulsi involontari di modifica ed assestamento.
Le informazioni arrivano dai sensi (vista, tatto, orecchio ecc.) dalle articolazioni e da sensazioni
cinestetiche che permettono di sentire anche il pi piccolo spostamento del corpo o di una sua
parte. Pu accadere che in situazioni improvvise o complesse il cervello debba inviare risposte pi
elaborate; non esistono metodi particolari per migliorare la capacit dequilibrio. Leducazione
verso una corretta gestione della funzione dequilibrio prevede alcune linee dintervento essenziali:
il rilasciamento della muscolatura non necessaria allazione poich si portati ad irrigidire
istintivamente alcuni muscoli, il mantenimento del baricentro sulla base d appoggio e la capacit
di controllare la postura. Dopo aver acquisito una maggiore padronanza del movimento il bambino
sperimenta su se stesso la sensazione del lasciarsi andare,del tenersi e a disequilibrarsi cercando in
continuo di riequilibrarsi. Lequilibrio si crea infatti grazie alle ripetute esperienze emotive, nel
rapporto col proprio corpo, il sostegno esterno e le capacit toniche nel ristabilire lequilibrio
stesso.

Capacit di combinazione ed accoppiamento: la combinazione motoria, definita come capacit di


unire in una struttura unitaria parte di un movimento o pi movimenti tra loro, una delle capacit
coordinative pi importanti perch oltre ad essere presente in tutte le attivit sportive si riscontra
nelle azioni della vita quotidiana. La capacit si pu educare e sviluppare fin dallinfanzia
attraverso una serie di attivit , es. la danza, o con azioni motorie diverse, correre, calciare ecc..

Tra le capacit di coordinazione motoria troviamo la coordinazione oculo-motoria, attraverso la


quale possibile regolare i gesti combinando occhio mano e occhio piede. La coordinazione
visivo-motoria proviene dalla funzione dominanza-lateralit. Si parla di dominanza quando un lato
dominante del corpo guida unattivit, la met del corpo pi coordinata ed efficace, laltra agisce
in supporto. La dominanza ha un ruolo primario anche nella strutturazione dellorientamento
corporeo ed extracorporeo, favorisce la regolarit nellazione e la precisione, la fluidit dei gesti
motori e degli apprendimenti grafici. La lateralit invece la consapevolezza e conoscenza della
parte destra e sinistra del proprio corpo. Lo sviluppo della lateralit avviene nei primi 3 anni di
vita del bambino, quando fa numerose esperienze utilizzando, indifferentemente, entrambe le
mani anche se in modo impacciato. La dominanza laterale si manifesta quando, alla fine della
scuola dellinfanzia, sapprende il concetto di destre e sinistra, riconoscendole su se stesso. In detto
periodo dinsicurezza della lateralit non opportuno forzare, meglio sottolineare il passaggio di
un oggetto da una parte allaltra. La coordinazione oculo- manuale la capacit di mettere in
relazione il movimento delle mani con le informazioni che ci da la vista, organizzando, entrambe le
funzioni. Attraverso tale coordinazione possibile interagire leffetto lancio-presa di un oggetto,
valutando il tempo e lo spazio necessari per raggiungerlo o destinarlo. La coordinazione oculo-
segmentaria la capacit di coordinare lativit dei segmenti corporei con le informazioni visive; si
ha quando lazione dellocchio funge da guida per qualsiasi parte del corpo che dovr compiere
lazione. Capacit di orientamento spazio-temporale: permette di modificare i movimenti del
corpo, in uno spazio definito in rapporto agli oggetti o alle persone ferme o in movimento. Per il
funzionamento di questa capacit entrano in gioco il controllo, lequilibrio, e gli analizzatori
sensoriali ( ottico, acustico, cinestesico ). E un tipo dorientamento prediletto nei giochi di suadra.
Nella percezione dello spazio un ruolo determinante viene svolto dal canale visivo che permette di
ricevere informazioni sulle caratteristiche degli oggetti, quali forma, colore, sulla loro posizione
nello spazio e la valutazione della distanza intercorrente. Il canale visivo ha due modalit operative:

1 visione focale (permette di mettere a fuoco loggetto indicato)

2 visione periferica (permette di cogliere la visione globale di ci che sta succedendo)

Tali tipi di visione si alternano in continuazione tra di loro in funzione alle esigenze del momento.
Di particolare interesse nella funzione educativa il processo di conoscenza dello spazio del
bambino. Lo svolgimento spaziale implica la conoscenza dei caratteri opologici che permettono al
bambino di collocarsi nello spazio rispetto agli oggetti ed agli altri, fermi o in movimento. I concetti
vicino-lontano, sotto-sopra, ecc. costituiscono uno specifico obiettivo da raggiungere; sono
determinanti sia per la gestione del movimento che per lorganizzazione del pensiero. E da tenere
presente che per la conduzione dellattivit dapprendimento, la percezione dello spazio
inizialmente, di tipo affettivo. Per i bambini molto piccoli ogni spazio chiuso considerato una
casa quindi una sicurezza, la lontananza o lo spazio aperto considerato insicurezza. Analogo
interesse ha per leducatore il processo attraverso il quale si forma, nel bambino, la percezione del
tempo. Acquisire la capacit di percepire il tempo significa riconoscere e comprendere quali
relazioni temporali vi sono nello svolgersi di diversi eventi. I concetti di base che costituiscono le
categorie del tempo sono: prima e dopo , contemporaneit e successione. La prima categoria
permette di riconoscere che unazione avviene prima di unaltra pertanto di riconoscere la
sequenza temporale fra le due. Unaltra qualit del movimento che si riferisce al tempo la
velocit, a tal proposito si possono fare dei paragoni ( lento come una lumaca , ecc ). Una
conquista nello sviluppo del bambino data dallacquisizione della capacit di organizzazione
spazio-temporale. Le sequenze spaziali e temporali si integrano tra loro ed avvengono in
contemporanea, in quanto ogni azione si realizza in uno spazio determinato ed in un tempo
determinato.
Capacit di anticipazione motoria la capacit di prevedere lo svolgersi ed il risultato di unazione
programmando, di conseguenza, i propri compiti motori ( capacit di reazione ).

Fantasia motoria anche la capacit di uscire dallo stereotipo per creare ed elaborare nuove
forme di movimento.

2. Le capacit condizionali

Le capacit condizionali comprendono forza, resistenza, velocit e rapidit si basano


prevalentemente sullefficienza dei meccanismi energetici. La forza ad esempio legata al sistema
muscolare, la resistenza allapparato cardiocircolatorio e respiratorio e la rapidit nel sistema
muscolare e nervoso.

Velocit / rapidit la capacit di effettuare un gesto motorio nel minor tempo possibile;

forza la capacit di superare in modo attivo una resistenza oppure di opporvisi; si distingue in
massimale e veloce.

Resistenza la capacit a mantenere il lavoro muscolare nel tempo senza sentire la fatica;
anaerobica quando non inclusa nelle attivit del bambino, si evolve solo in et adulta; aerobica
quando si riscontra nelle attivit di gioco e movimento del bambino.

Rapidit la velocit evoluta che dipende dal livello di maturazione neuro fisica dellindividuo.

Mobilit articolare la capacit che permette di eseguire movimenti sfruttando in modo ottimale
lescursione articolare, molto considerata per la prevenzione degli infortuni e lassunzione delle
cattive posture.

1. Educazione Motoria e Cultura Scolastica

Lattenzione prestata allattivit motoria non risponde ad effimere motivazioni contingenti, ma si


fonda su importanti principi pedagogici. Il movimento una delle funzioni psicologiche e corporee
che impossibile ignorare, anche il ritardarne lesercizio pu nuocere allindividuo. Il principio si
basa sul fatto che in ogni persona operano sia la componente fisica che la componente psicologica;
la motricit una di quelle forze che costituiscono il potenziale educativo, la cui origine profonda
non ammette manomissioni, ne tantomeno esclusioni od omissioni. Leducazione scolastica ha
riscoperto da alcuni anni il valore dellesercizio della motricit. In altri termini, il fatto che
oggigiorno i programmi didattici di tutte le scuole riservino un capitolo alleducazione motoria
rappresenta un evidente segno di progresso. Ed questo che si deve sottolineare; in quanto
linguaggio, il movimento si situa allinterno di un progetto culturale di pi vasta portata che dovr
costituire lelemento di riferimento per le attivit. Leducazione motoria diventa pertanto un
elemento decisivo nel processo di sviluppo. Parlare di educazione motoria non significa solamente
circoscrivere il discorso alla scuola in senso stretto, i bisogni educativi vanno coltivati sempre in
prospettiva deducazione permanente e in et adulta nellambito di una corretta educazione alla
concezione dello sport.

2. Motricit, Psicomotricit e Dinamica evolutiva

Le espressioni motricit, psicomotricit e dinamica evolutiva indicano gli elementi del movimento
della corporeit che entrano in gioco nelleducazione motoria. In effetti la motricit indica una
delle caratteristiche peculiari delessere umano, ovvero il movimento che una forma di
linguaggio. Il movimento molto importante nella vita culturale delluomo, grazie ad esso si sono
avute le prime forme di scrittura e di linguaggio. In questi aspetti si colloca il linguaggio non verbale
, quello a gesti e quello prossemico. La motricit dimostra che una facolt suscettibile di sviluppo,
dotata di possibilit di perfezionamento e di miglioramento. Pertanto, si pu asserire, che il
discorso sulle capacit motorie o motricit aperto verso due direttrici fondamentali: quella che
dovr aiutare a capire i sottostanti fattori comportamentali che determinano un comportamento
motorio evoluto, consentendo con questo una verifica dei relativi a cambiamenti evolutivi nel
comportamento del bambino; e quella che potr chiarire le basi neurologiche dello sviluppo delle
capacit percettivo- motorie. La psicomotricit mentre richiama limportanza delle funzioni
psicologiche che presiedono al movimento, sembra trascurare il peso che le strutture e le funzioni
biologiche hanno nella motricit. Si andr quindi ad utilizzare il termine motricit accreditando il
significato specifico di questa funzione di vita psichica, i cui fondamenti sono anche biologici e non
solamente psicologici. Motivo per cui i programmi didattici della scuola di base parlano di
educazione motoria.

3. Cultura Scolastica e Sapere Reale

Quando il bambino si chiede: che cosa ?a cosa serve? Di quale natura fatto? Perch ? si entra
nel mondo dei significati. Detto atteggiamento di costante interrogazione, di prova, controllo e
confronto, abitua allosservazione critica, onesta e rappresenta il primo momento di iniziazione al
lavoro scientifico. Quando il bambino si chiede: come si chiama?qual il suo nome? Si entra
nelluniverso della lingua, una lingua che rappresenta il valore culturale. Si inizia ovvero un
percorso di analisi che consente la ricostruzione unitaria del sapere e che trasforma la
consapevolezza in coscienza, preliminare per la formazione della coscienza in s. Assumere di fatto
il concetto di una filosofia della cultura significa assumere il principio dellunit della stessa. Lunit
della cultura non sta nella omogeneit che si soliti riconoscere a contenuti o discipline tra loro
diversi, sta piuttosto in ci che di unit il soggetto pu esprimere. Il soggetto che apprende sar
giunto a dominare la pluralit dei sistemi di conoscenza, si sar dato un ordine, una regola, una
grammatica. In questa fase si potranno dominare i fenomeni che studia dominando se stesso ed
arricchendo lesperienza lessicale, scientifica, religiosa artistica e storica. Quanto descritto si collega
al discorso della motricit, lapproccio con luniverso culturale mette il soggetto davanti ad una
pluralit di segni significanti e simboli, i quali debbono aver forza motivante perch
lapprendimento abbia luogo. Pertanto bisogna riuscire ad invogliare lazione del discente, la quale
per compiersi a livello percettivo , immaginativo, emotivo, affettivo, ecc. richiamano allattivit il
corpo e conferiscono ad esso una funzione non di carattere negativo bens proattivo, in quanto
guidata dallintelligenza e volont, dalla conoscenza e dal bisogno, dallidea di valore e di bene.
Nellattivit che si va compiendo il discente avverte il valore sociale e morale delordine, delle
regole, ed in mancanza le inventa. Ci si verifica nello spirito di gruppo , nel quale lalunno impara il
fair-play.

4. Leducazione Motoria nella scuola

E necessario che allattivit motoria venga indirizzata una successiva fase di crescita con direzione
verso le materie linguistiche, religiose, affettive, morali, etiche ecc. Se tutta la vita del bambino
caratterizzata da questa forte carica di lucidit altrettanto necessario che il movimento debba
essere indirizzato verso forme pi complesse di conoscenza, il cui esercizio esige una maturit
biologica che si costruisce man mano nel rispetto della congruenza di ciascuna persona.
Leducazione motoria ha ormai piena legittimit nella scuola primaria ed in genere in tutta la scuola
di base. Nei programmi si dice che il movimento comprende ed influenza altre sfere della
personalit che fanno capo alleducazione motoria, esse sono il parlare, il camminare, il correre
ecc. che vengono definiti schemi motori, il riflettere, il piegarsi, il rotolare ecc. vengono definiti
schemi posturali. Perch il bambino possa dominare lo spazio e farsi protagonista dei suoi
comportamenti, possa coniugare con la parola il gesto ed il movimento. Secondo gli insegnanti di
psicologia nella fase in cui il bambino sar capace di compiere azioni concrete potr svolgere
unattivit danalisi che non soltanto gli consentir di assumere singoli punti di vista (storico,
linguistico, scientifico, religioso) ma lautorizzer ad andar oltre le forme simboliche per rilevare
nella storia un punto in comune con gli altri argomenti trattati.Leducazione motoria, intesa sia
come sollecitazione e guida allo sviluppo attraverso lesercizio di funzioni proprie del soggetto,sia
come educazione del corpo volta a correggere le tare sociali, trova completamento e sviluppo
nelleducazione fisica, associando a movimenti meccanici, aspirazioni che si contemplano nello
sport.

Conclusioni: leducazione motoria limpegno dichiarato da parte delleducatore di favorire lo


sviluppo di questa dimensione della personalit, unitamente a quelle di natura psichica, biologica,
d la percezione concreta di quanto ricco sia il potenziale educativo di ogni persone che occorre
liberare, perch, in piena autonomia e responsabilit ciascuno possa auto-educarsi, cio cresce di
originalit, in libert, in potere creativo. Luniverso culturale nel quale siamo immersi facilita detta
condizione. Pertanto, soprattutto nella fanciullezza, leducazione motoria aiuta meglio a coordinare
i movimenti e pertanto ad apprendere a livello teorico.

1. Definire gli obiettivi delleducazione motoria

Il caposaldo di qualsiasi attivit educativa la definizione degli obiettivi. Questi a loro volta non
vengono stabiliti a tavolino, sono bens il risultato delle dinamiche sociali e dei bisogni essenziali, di
tipo politico dettato da un determinato momento storico della societ. Si rende pertanto conto alla
classificazione di MIALARET, il quale descrive i molteplici fattori che determinano un programma
scolastico:

a) dati storici, geografici, tecnici, demografici ,religiosi politici del paese e della comunit;

b) Le aspettative della societ ed i bisogni della comunit;

c) Linsieme delle filosofie dominanti, ed in particolare quella politica;

d) Lo stato della scienza al momento in cui vengono definite le finalit;

e) Lo stato del pensiero pedagogico dellepoca e le influenze reciproche e complesse che


legano la pratica educativa alle teorie educative proposte dai grandi educatori .

Per comprendere quindi le finalit formative,gli obiettivi culturali ed i criteri metodologici generali
di un sistema scolastico- formativo , occorre analizzare il contesto storico, culturale e assiologico
di un paese.

Il benessere con tutte le sue caratteristiche e contraddizioni ha prodotto, purtroppo nuovi pericoli
per la salute e lequilibrio psichico rappresentando un problema non indifferente. Se allinterno
della pratica motoria si vivono le esperienze in modo piacevole e se gli allievi acquisiscono
atteggiamenti di sicurezza,stima di s e fiducia nelle proprie capacit , se sperimentano il successo
nel compiere una determinata azione, allora possibile promuovere competenze, valori e sani stili
di vita che porteranno a scegliere da adulti uno stile di vita attivo, e soprattutto uno stile che entri
nel vissuto quotidiano della persona. Leducazione motoria dovr aiutarli, in oltre, a raggiungere un
buon livello di autonomia, a sviluppare meta-capacit. In termini pi specifici nellambito
scolastico, si debbono sviluppare e consolidare, quei prerequisiti funzionali e strutturali che sono
indispensabili alla realizzazione del movimento e sono parti integranti delle abilit, favorendo
lorganizzazione degli schemi motori creando una base motoria ampia sviluppabile in maniera
continua ed autonoma. Si pu intraprendere una ragionata attivit pre- sportiva con forti valenze
educative, focalizzata su eventuali attivit sportive nei successivi periodi scolastici.

2. Leducazione motoria in una visione integrata

Lattivit motoria in origine si sviluppa in un contesto corporeo unitario, in un organismo psico-


fisico unitario. Pertanto leducazione motoria deve essere sempre progettata e realizzata in
funzione delle diverse aree della personalit in quanto, in ogni individuo, esse agiscono in un
processo unitario. Ognuna di queste aree apporta, infatti, specifici contributi allazione, mentre la
carenza di sviluppo di una o la sua mancata considerazione pu determinare squilibri nella corretta
formazione della persona. Larea cognitiva permette di conoscere la modalit di realizzazione delle
proprie azioni , di prestarne attenzione , di osservare e comprendere la realt , di progettare e
mettere in atto efficaci strategie motorie, di scegliere lazione giusta per realizzare le strategie
stabilite, ecc. ; la dimensione affettiva porta al piacere del movimento, ad uno stato di benessere e
la possibilit di misurarsi con i propri limiti ed i propri punti di forza. Quella sociale pu realizzarsi
attraverso la capacit di stabilire relazioni positive, di perseguire obiettivi comuni, di decidere coi
compagni come condurre lazione tattica; ecc. Nel periodo attuale bene dimensionarsi verso una
prospettiva internazionale circa le prospettive motorie e la loro programmazione. Si porta ad
esempio lo studio PISA, che indaga sulle competenze linguistiche e matematiche degli studenti a
livello mondiale, nel quale si vorrebbe inserire anche la valutazione delle competenze motorie. In
virt di tali orientamenti internazionali possiamo identificare le finalit delleducazione motoria,
fisica e sportiva come:

a ) favorisce la conoscenza e la coscienza di s;

b ) favorisce lo sviluppo delle competenze motorie ( conoscenze ed abilit );

c ) migliora le funzioni di organi ed apparati;

d ) favorisce lacquisizione delle abilit espressive del corpo;

e ) favorisce lacquisizione di abilit socio-relazionali;

f ) promuove atteggiamenti volti a creare uno stile di vita attivo anche per il futuro.

Al fine di raggiungere una corretta e razionale definizione degli obiettivi, e dei percorsi
dapprendimento, necessario suddividerli per periodi di sviluppo, in quanto, levoluzione del
bambino e poi del giovane si differenzia progressivamente in forme pi complesse di
comportamento.
1. Il gioco: natura, significato, definizioni.

Il gioco pu essere definito come attivit realizzata per se stessa, in quanto ha il proprio aspetto
gratificante in s e non nel fine che raggiunge o nel risultato che produce, come invece accade
nellattivit lavorativa. Sia nel mondo umano che in quello animale, il gioco prerogativa di
individui giovani tesi allesplorazione del mondo circostante volto allapprendimento delle regole
per confrontarlo nel mondo adulto. Negli animali si osservano movimenti volti all offesa ed alla
difesa ma con risvolti di innoquit. Nel mondo umano la caratteristica confermata, entrano per
in gioco anche la vita emotiva, quella intellettuale, i processi di socializzazione ed educazione, che
proprio nellattivit ludica trovano le loro prime espressioni. assodato che luomo naturalmente
programmato per il gioco, ha bisogno dimparare a giocare. La razionalit del gioco sottolinea la
natura e gli elementi di spontaneit, emotivit, fantasia, immaginazione e, soprattutto i legami con
le funzioni motorie. Il termine gioco deriva dal latino jocus, ovvero gioco, scherzo, burla, beffa e dal
verbo jectare, ovvero lanciare, gettare. Nelletimologia del termine risulta evidente lidea del
lancio, del movimento che accompagna lazione. Nel periodo successivo let evolutiva verranno
assunte forme e manifestazioni enon sar pi esclusivamente legato al movimento. Il gioco
contribuisce ad una parte importante delleducazione e dello sviluppo della persona in quanto non
elemento banale, bens legato alla dimensione pi autentica ed originaria delluomo. Il gioco ha
caratteri propri, si svolge allinterno di contesti particolari, diversi dalla realt, chi gioca compete,
sia con s stesso che con altri. Si azzardano e tentano soluzioni in base alla situazione creatasi nel
momento, variando i significati di spazio, tempo e delle azioni, si tenta perci un adattamento alla
situazione creatasi. Giocare pertanto
unesperienza importante che aiuta a crescere ed a diventare soprattutto giocatori della propria
esistenza la disponibilit a giocare deve rimanere anche nellet adulta. Ci in quanto il gioco
unesperienza importante che aiuta a crescere ed a diventare soprattutto giocatori, il gioco
unesperienza che coinvolge tutte le dimensioni della persona, motorie, cognitive, affettive,
relazionali, sociali e permette, a seconda del tipo di gioco, di sviluppare capacit motorie e di
costruire rapporti significativi con gli altri. Promuove altres il valore dellautostima e favorisce
lintegrazione di individui con diverse abilit puntando sullaccettazione e lottimizzazione delle
risorse personali.

PIAGET sostiene che il gioco elemento fondante nel processo di strutturazione del pensiero
simbolico, poich attraverso lattivit ludica, si favorisce lesercizio mentale che sviluppa capacit di
produrre simboli per evocare eventi ed oggetti non presenti nella realt.

In seguito VYGOTSKIJ connota il gioco anche di aspetti emotivi e motivazionali, in quanto giocando,
il bambino si comporta sempre al di sopra del suo comportamento quotidiano.
BRUNER che ha studiato il rapporto tra il gioco e le strategie di soluzione dei problemi problem
solving afferma che il rapporto condizionato dal tipo di giochi, quelli strutturali favoriscono nel
bambino la motivazione alla ricerca e lesercizio a risolvere i problemi, mentre quelli meno
strutturati sono pi indicati per rafforzare le competenze sociali.

WINNICOTT analizza il tema del gioco secondo una lettura psicanalitica, nel quale lo paragona ad
un sogno nel quale i comportamenti esprimono desideri profondi che si realizzano allinterno di
uno scenario immaginario.

BETTLHEIM intende il gioco come il linguaggio con cui il bambino esprime se stesso e se siamo
pronti a capirlo anche un mezzo con il quale si pu comunicare. Concludendo si pu affermare
che giocare ha un senso, nel quale i significati si fanno azione e nel quale ogni gesto rivelatore
della storia degli attori. Il corpo in azione diventa un corpo significante.

2. Cenni storici sul gioco

I giochi hanno radici secolari, sulle sue origini vi sono varie interpretazioni, comunque tutti hanno
un punto in comune: il gioco rappresenta lo specchio della societ in cui si realizza e pertanto si
considera processo di produzione e riproduzione culturale. Sembra plausibile sostenere che il gioco
una produzione sociale, inserita in un contesto pi ampio che condiziona il gioco e da esso ne
condizionata. Lo storico Paul ARIES nel libro padri e figli dellEuropa medievale e modernaha
dimostrato la stretta relazione tra il gioco e la vita quotidiana, precisando che nella societ di un
tempo i giochi andavano molto al di l dei furtivi momenti che ci si dedicava: costituivano uno dei
principali mezzi di cui disponeva una societ per rinsaldare i legami, per avvertire il senso della vita
in comune; nel tempo dellAncient Regime avevano un posto rilevante nella societ. Ci fa capire
come le pratiche ludiche si modificano con levolversi della societ, ponendo ad esempio le nuove
trasformazioni, della famiglia, degli ambienti di vita, la borghesia ed altro, hanno modificato le
attivit ludiche e la loro valorizzazione. Nel Medio Evo i giochi di movimento o tradizionali venivano
praticati da tutti gli strati sociali e successivamente abbandonati dalla borghesia e dalla nobilt per
essere considerati solo attivit per bambini o per adulti del popolo. Le classi superiori si dedicavano
alla pratica di attivit successivamente denominate sport. Appare limitativo soffermarsi sulla
concezione che vede il gioco come riflesso della societ e della sua cultura,il gioco, in quanto
attivo, creativo, diventa non solo condizionato ma anche condizionante e stimolatore di ricerche e
relazioni originali, si pu asserire che la pratica ludica ha in s la costruzione della cultura stessa.

3. Classificazione dei giochi

I giochi vengono classificati in base a diversi criteri:


Tipologia del gioco definita in base agli elementi costitutivi del gioco;

Tipologia del gioco legata alle fasi di sviluppo della personalit;

Tipologia del gioco legata alle fasi di sviluppo della personalit;

Tipologia di gioco in rapporto alle differenze di genere;

Tipologia di gioco in rapporto alle differenti condotte ludiche;

CAILLOIS e MARCHAL hanno individuato le diverse tipologie di gioco, classificandoli negli aspetti
della personalit e della vita stessa, individuando gli aspetti dei giochi di movimento. In effetti,
questi ultimi hanno degli elementi che con la loro funzione simbolica portano il soggetto a vivere
dei processi identificatori che gli consentono di immaginare se stesso come se fosse un altro.
CAILLOIS individua 4 categorie presenti nelle attivit ludiche che sono le spinte che inducono a
giocare, esse sono:

Angon, istinto a competere;

Alea, ricerca del caso che determina lesito del gioco (non la bravura), si trova nei giochi di
conti e sorteggi, di carte;

Mimicry, bisogno di simulare, imitare, fingere;

Ilinx, desiderio di perdere coscienza, provocare senso di vertigine e perdita di equilibrio, es.
movimenti accelerati, rotazioni e cadute.

MARCHAL pur ispirandosi a CAILLOIS ha individuato 6 grandi temi luduci:

Il viaggio, ovvero giochi di percorso, orientamento, pista ( corse );

La caccia, ovvero nascondino, inseguimento, occupazione territori;

Le prove iniziatiche, acrobazie e giochi dequilibrio;

Lanimazione, palla a muro, palla a passare;

La battaglia, giochi di squadra, a coppie;

La commedia, gioco simbolico o di finzione.

Tali dimensioni non si escludono a vicenda ma, a seconda delle circostanze possono intercalarsi tra
di loro.

1. I giochi di movimento con Regole


I giochi di movimento vengono collocati nel contesto di pratiche di relazione comunicazione e di
apprendimento motorio. Pierre PARLEBAS li definisce giochi sportivi sorretti da regole,
differenziando per tra giochi tradizionali e giochi istituzionali sportivi in considerazione della loro
rispettiva logica interna. Nei giochi sportivi tradizionali vengono evidenziate le funzioni di risorsa
educativa nella quale si sperimentano forme dazione e di comunicazione nelle quali si evidenziano
libert diniziativa, scelta di ruoli e comportamento. In detti tipi di giochi sono presenti anche il
riso, le situazioni bizzarre e paradossali, la fantasia ludica che conferiscono quel senso di
irragionevolezza ludica che la ragione sportiva non pu accettare. La modalit di comunicazione
motoria e contro-comunicazione aprono una vasta gamma di azioni concatenate tra loro, quali,
finte, blocchi, contro finte, intercettazioni, parate, colpi, difese, segni mimici ecc. Alcuni
comportamenti motori sono molto simili o vicini ai giochi sportivi propriamente detti ma cambia lo
spirito, il modo di gestire i ruoli e le regole, la libert dinterpretazione del gioco stesso. Ambedue
sono importanti ma ognuno dovrebbe avere la propria indipendenza educativa ed arrivare ad una
complementarit che non preveda subordinazioni alcune (il gioco propedeutico allo sport). In
questo contesto, la motricit del giocatore non si deve ridurre solo a elementi biomeccanici e
cognitivi legati allazione, viste le interazioni complesse tra i giocatori permette di andare a fondo
dellaffettivit offrendo al bambino anche loccasione di vivere conflitti che spesso laiutano a
crescere.

2. Analisi dei giochi sportivi tradizionali

Lanalisi dei giochi sportivi tradizionali porta allidentificazione degli elementi specifici che li
compongono, sono:

I ruoli (attaccante, difensore, ecc);

Lo spazio (pu essere delimitato o no);

Il tempo (scandisce la durata del gioco);

I punteggi (pu essere presente un sistema di calcolo);

Gli oggetti (palla, fazzoletti, corde; ecc.);

Le relazioni (sono due i tipi: collaborazione ed opposizione);

3. Il gioco di movimento come strumento educativo


Una delle forme pi complete di attivit da proporre ai bambini infatti il gioco. Diverse ricerche
hanno dimostrato lo stretto legame tra gioco e sviluppo, non soo perch le varie forme e modalit
di gioco riflettono il grado di sviluppo del bambino in base allet ma anche perch il gioco
contribuisce alla maturazione di tutte le funzioni, comprese quelle motorie.Il gioco pertanto un
valido strumento per progettare, creare, realizzare diversi percorsi di educazione motoria e per
avviare successivamente allo sport. Il gioco viene pertanto usato in chiave pre-sportiva , detta
attivit deve presentare le caratteristiche adatte al bambino, rifuggendo da modelli di tipo adulto.
In altri termini si deve indirizzare il bambino dal gioco allo sport senza cercare la prestazione ma
favorendo lacquisizione dei movimenti motori. In esso si deve inculcare il principio del piacere
anteponendolo a quello della realt. Lintento nella scuola facendo educazione motoria, non
quello di avviare prematuramente lallievo alla disciplina sportiva, bens quello di avviarlo ad un
intervento educativo atto a realizzare i valori sociali e culturali del gioco,solamente in seguito potr
essere avviato allo sport. Di fatto, e con torto, oggi gli allenatori, i genitori, il complesso famigliare
del bambino, diventa strumento di pressione psicologica con lintento di farlo confrontare contro
gli altri e non con gli altri. In questo processo il bambino deve superare in fretta le eventuali
deficienze tecniche e motorie che dovrebbero invece essere assunte col passare del tempo e con la
maturazione del corpo. Nelle competizioni dove la sopraffazione delavversario, la prevaricazione
fisica e morale hanno il sopravvento sullavversario si viene a perdere il significato pedagogico dello
sport. Solamente indirizzando lintervento educativo verso il saper fare , il saper essere ed il
piacere del movimento si pu promuovere lo stile di vita sano con la certezza che i bambini, da
adulti, opteranno per uno stile di vita attivo.

1. Significato e Funzione educativa dello Sport

Il termine sport indica uninsieme di esercizi fisici, individuali o di gruppo o di squadra che
richiedono capacit diniziativa, sforzo fisico e specifiche abilit motorie e muscolari. Esso si pu
praticare per svago, professione ai fini dello spirito della competizione e dellagonismo. Per molti
aspetti lo sport simile al gioco. In esso devono sempre convivere competenze professionistiche
ed esigenze educative. Nei giovani necessario che la pratica sportiva sia caratterizzata da
creativit, spirito competitivo e desiderio di autocontrollo. Leducazione nello sport pone
problematiche metodologiche complesse, fondate sul principio della distinzione netta tra
educazione ed addestramento. Con lo sport luomo manifesta due concezioni opposte sulla
persona, la prima orientata e trascende uno dei valori puramente fisico-biologici e segnata dalla
coscienza del limite umano; la seconda, convinta che il senso dellessere umani sia riconducibile e
riducibile ai soli fini materiali, osservabili non solo, ma manifestamente sulle possibilit delluomo
di superare continuamente se stesso. Nel primo caso ci si chiede quale sport fa bene, nel secondo
ad uno sport neutro, come panacea a tutti i mali. Lalunno che si impegna nella pratica sportiva
deve essere considerato, in quanto persona, come un essere non definibile dai soli dati materiali,
ma orientato verso la ricerca di valori trascendentali. Si pu concludere dicendo, che, gli educatori
e gli allenatori di educazione motoria e sport al servizio della persona devono sempre tenere di
mira il rispetto della libert e della spontaneit delleducando, sulla base di una concezione
personalistica delluomo.

2. Lo Sport Funzionale

Tra educazione motoria e sport non solo non vi pu essere contrapposizione in merito alle finalit,
ai contenuti, al metodo ed agli strumenti, ma vi deve essere complementarit rispetto ai livelli di
organizzazione delle funzioni psicomotorie continue nel tempo. Se leducazione motoria pu
realizzarsi anche attraverso forme sportive, lo sport deve continuare ad essere, uneducazione
motoria. Il passaggio dalleducazione motoria allo sport si realizza quando lo sviluppo delle funzioni
motorie ultimato. Si parla di tecnica. Al fine di comprendere, si evidenziano alcune metodologie
errate della tecnica diffusa nella pratica sportiva.I metodi fanno apprendere lo sport, facendo
adattare in modo passivo latleta al gesto tecnico del campione ritenuto ideale, a mezzo di
ripetizioni prolungate del modello motorio, spezzettato in tanti segmenti ritenuti pi elementari,
nella convinzione che in gara questi elementi si ricostituiscano. Con questo metodo il compito della
corteccia cerebrale viene declassato a quello di controllore della meccanica del gesto in s. Il
risultato che il gesto viene si automatizzato, ma non viene inserito nel quadro di comunicazione
motoria presente in ogni gara, per cui il giocatore si trover a constatare il fallimento dei sui
tentativi. In gara, infatti, conta saper decifrare una serie di segnali di natura diversa (lindicazione
fornita dal rumore della palla, dalla velocit ecc.). Una pedagogia funzionale, invece, segue il
metodo di permettere allatleta principiante un lungo periodo di prove in situazioni spaziali e
percettive sempre differenti, seppure riferite ad un aspetto tecnico particolare. Un allenamento
centrato sulle percezioni interne(lavoro ad occhi chiusi,rilassamento, respirazione) ed
esterne(giochi basati sul controllo dello spazio e del tempo)segue alla fase descritta
precedentemente. Lo sport funzionale restituisce, cos, alla corteccia cerebrale la sua funzione
finalistica, di controllo dei risultati dellazione, di programmazione e riprogrammazione di azioni pi
adattive. Alle aree sottocorticali esso restituisce la sua specifica funzione di risposta adattiva
plastica. La tecnica diviene, cos, unesperienza altamente personalizzata che contiene un alto
grado, ma dinamicamente integrante, sia le caratteristiche dellautomatizzazione che quelle
dellattivit.
3. La Pratica educativa finalizzata allo sport

Si propone uno sport e si provano a veder i risultati. I ragazzi con uno schema corporeo poco
definito non riescono a riprodurre concatenazioni tecniche sofisticate, ci speso fa decadere
linteresse da parte del discente alla disciplina. Molto pi positivo e ricco di stimoli risulta invece il
ricorso a sport liberi, poco strutturati ma proprio per questo motivo, capaci di sollecitare linteresse
e la partecipazione di tutti i ragazzi. Il CATAPANE ha proposto un approccio che definisce
destruturazzione e strutturazione dellattivit. Secondo questo tipo di approccio, linsegnante, di
fronte allinsuccesso degli allievi, interviene eliminando dal gioco gli elementi di controllo
percettivo troppo complessi. Se ci non basta si destruttura ulteriormente lattivit, sino a che la
classe non si adatter totalmente allo schema pi consono (eliminazione delle porte o dei
canestri).

4. Dai problemi di metodo alle finalit educative

Leducazione motoria e lo sport funzionale offrono risposte certe ai problemi pedagogici, e


trasformano conseguentemente il fenomeno sportivo anche a livello sociale, in quanto, lo elevano
alla dimensione pi nobile del divenire umano, quello delleducazione. Sappiamo dalla fisiologia
( La fisiologia la disciplina biologica che studia il funzionamento degli organismi viventi. una
scienza integrata che utilizza principi chimico-fisici per spiegare il funzionamento degli esseri
viventi, siano essi vegetali o animali, mono o pluricellulari. L'etimologia della parola deriva dalle
parole greche "" e "" tradotte come "discorso sui fenomeni naturali" ) che i bambini
hanno s un pi efficiente recupero dalla fatica, ma dimostrano altres una precoce esauribilit.
Lesperienza ci dice di danni come glaucomi, tendiniti ed infiammazioni ecc. ; oppure ci mostra
labnorme sviluppo di grasso nei giovanissimi nuotatori che smettono lattivit, oppure
lesaurimento psicofisico dimostrato dai ragazzi il giorno successivo ad un incontro agonistico.
Ultimamente il CONI sta rivedendo limpostazione dei CAS (centri di avviamento sportivo) in
quanto si notato che dopo un iniziale altamente del rendimento, i giovani regrediscono, e
tendono allabbandono dellattivit sportiva.

5. La selezione e la diffusione dello sport

Il cronico, ricorrente calo di pratica sportiva dopo gli anni della giovinezza trova una spiegazione
proprio nel carattere selettivo dello sport attuale. Si lega illegittimamente il concetto di agonismo a
quello di rendimento, cosicch lo sport appare riservato a pochi elementi dotati tra i giovani.
importante ricordare che la tecnica non deve essere quello spauracchio che ci fa sentire sempre
sotto esame. Essa , invece, prima di essere unabilit adattiva, un gesto vincente, un
atteggiamento mentale. In questo caso la personalit dellatleta sar impregnata di quella
tranquilla coscienza di chi fida sulle proprie percezioni per sapere cosa fare in ogni frangente.
Latleta funzionale non abbandoner lattivit appena linevitabile declino fisico lo escluder dalla
corsa ai primi posti, perch continuer a volersi divertire. In conclusione, lapprendimento di
tecniche sofisticate, caratteristiche degli sport istituzionalizzati, pu volgersi su due piani diversi:

Attraverso il metodo del condizionamento, che rende passivi e restringe il potere di


auto adattamento dellindividuo;

Attraverso lintervento della rappresentazione mentale e della funzione di


interiorizzazione, nel quale vengono liberate le potenzialit ed attivizza e sviluppa senza
interruzioni ladattabilit, ovvero un atto educativo in quanto si basa sullindipendenza e
sulla presa di coscienza dellindividuo. evidente che questo secondo principio
metodologico deve sempre ispirare e sostenere una prassi educativa e sportiva che voglia
rispettare i principi della concezione personalistica dello sport.

1. Handicap: problemi generali

Con il termine viene indicata la menomazione di una o pi funzioni fisiche e/o psichiche il cui
sviluppo e la cui utilizzazione risultano limitati. Si parla di handicap sensoriali nel caso il soggetto
presenti delle menomazioni agli organi del senso; di handicap motori per soggetti compromessi
nella locomozione e mentalit con riferimento ai ritardati intellettivamente o affetti da gravi
disturbi della personalit. Il termine handicappato viene sostituito da disabile, portatore di
handicap, diversamente abile. Solitamente lhandicappato compensa la limitazione della funzione
compromessa con lo sviluppo di alte funzioni che risultano potenziate rispetto alla media. La
corrente filosofica della fenomenologia, con MARLEAU-PONTY , interpreta questo potenziamento
come una prova che il corpo non va considerato soltanto come organismo, ma primariamente
come risposta al mondo. Ci ha indotto a considerare lhandicap non solamente in base ai fattori
biologico- costituzionali ma soprattutto allinterazione con il presente, fra questi e le componenti
ambientali. Gli influssi psicologici, negli handicap dorigine filosofica, inducono il soggetto nella
sua globalit a vivere il proprio handicap., infatti con lemarginazione sociale del soggetto stesso, si
impedisce il recupero di alcune delle attivit compensatorie, costringendolo ad identificarsi con le
proprie limitazioni. Oggigiorno nelle scuole vige il principio dellintegrazione, che in Italia ha avuto
ultimamente un assetto avanzato come anche nel mondo del lavoro. Levoluzione citata viene
considerata un vero e proprio salto di qualit, infatti soltanto negli anni 70 venivano istituite per gli
handicappati delle classi speciali, in quanto, si tendeva a nascondere il problema considerando il
soggetto irrecuperabile socialmente. Il salto di qualit avvenuto anche grazie ala scienza medica,
la quale ha posto al centro degli studi non soltanto la malattia ma soprattutto la salute come
obiettivo e diritto di ogni persona. In questo modo si superato il tradizionale concetto di
handicap, inteso come svantaggio sociale derivante da una menomazione e dalle conseguenti
limitazioni funzionali,sostituendolo con quello di situazione disabilitante. Questultimo concetto
deriva sia dalle limitazioni funzionali del singolo, sia da quelle contestuali o abituali. Il concetto di
persona come unit psicofisica ambientale rimanda ala concetto di inclusivit, dove le frontiere
non sono chiuse ma aperte, disponibili allapertura, agli scambi, alle contaminazioni, dove il
problema non quello di affrontare bisogni speciali, ma di garantire lo scambio ed il dialogo tra
diverse entit. Deriva da questi fondamenti scientifici un mondo nuovo dapproccio allhandicap,
approccio fondato sullimpegno fiducioso a ri-abilitare (educare) ciascun soggetto (qualunque sia la
sua disabilit) e sulla concezione di prevenzione per la salute in qualsiasi intervento di ri-
abilitazione (di ri-educazione). Con quanto detto si imposta lintervento educativo nei confronti
dellhandicappato valorizzando leducazione motoria, il movimento rappresenta lapproccio pi
efficace, la strada privilegiata per avviare la relazione educativa con il soggetto handicappato.

2. Handicap ed educazione motoria

Leducazione si fonda sulla relazione, anzi posiamo dire che leducazione la relazione, senza
questa nessun processo educativo, nessun rapporto educativo possibile. Si pu dire che in un
reciproco gioco speculare, ci che il fuori universo, passa allinterno attraverso le sensazioni che
lo trasformano in percezione, in immagine idea, e ci che dentro si concretizza allesterno
nellespressione comportamento , nel gesto, segno, voce. Lindividualit corporea, intesa come
storia di ciascuno, rappresenta linterazione costante e progressiva che ognuno di noi esprime
attraverso il comportamento a tutti i livelli. dunque il riconoscimento del corpo come proprio, il
punto di partenza da cui tutto il resto acquista significato per lindividuo e determina una sua
esistenza specifica e un modo di essere unico; qualsiasi cosa il bambino tocca, vede, odora,
contribuisce allo sviluppo della sua personalit. Come accennato, qualunque forma di handicap
riconducibile ad un non funzionamento o uso totale o parziale di uno o pi sensi, ci determina
una disturbata comunicazione con s e con gli altri. Il lavoro continuo di aggiustamento non di
per s possibile per tutti i soggetti che vivono una condizione di difficolt. Si comprende, allora,
quanto sia indispensabile uneducazione motoria che recuperi, nel limite del possibile, le abilit
neuro- percettive- motorie che sono alla base di tutti gli apprendimenti. Lo sviluppo del bambino
strettamente legato al livello di maturazione nervosa (mielinizzazione progressiva delle fibre
nervose) e soggetto a due leggi fondamentali:

Cefalo- caudale, che evidenzia i progressi nelle strutture e nelle funzioni che hanno inizio
dal capo, estendendosi al tronco ed agli arti inferiori;
Prossimo- distale, che mostra lo sviluppo procede seguendo lasse longitudinale del corpo,
ovvero che luso delle dita controllato dalle mani, che son controllate dalle braccia, ecc.

Le conoscenze citate tornano utili in caso di intervento rieducativo. Nel processo evolutivo,
come in quello dapprendimento, entrano in ballo determinati movimenti, come la
prevalenza, la percezione, la rappresentazione. Il bambino passa dallesperienza percettivo-
globale allanalisi operativo- concreta per arrivare alla rappresentazione mentale, queste tre
fasi di strutturazione dello schema corporeo vengono indicate come:

Corpo vissuto da 0 a 3 anni;

Corpo percepito da 3 a 6 anni;

Corpo rappresentato da 6 q 12-14 anni.

Alla scuola primaria spetta il compito di favorire la strutturazione della fase del corpo
rappresentato, si assiste al progressivo funzionamento di zone nervose sino ad allora inattive, le
acquisizioni motorie e neuromotorie e percettivo- motorie. Ci si domanda quale sia lattivit
motoria da proporre per lo sviluppo armonioso e completo della personalit. Prima di tutto
necessario porsi il problema educativo in termini di sviluppo delle possibilit del ragazzo, come
persona totale e non divisa tra mente e corpo. Lacquisizione di contenuti e lo sviluppo funzionale
sono aspetti complementari dellazione educativa, in ogni bambino vi un nucleo di possibilit
funzionali, sia legate allereditariet sia dovute allambiente, che render lindividuo pi o meno
capace di assimilare i vari insegnamenti scolastici. Al fine di favorire questo sviluppo si pu
proporre unattivit fondamentale, che il gioco. Di fronte ad un soggetto disabile o con difficolt,
si devono svincolare gli schemi tradizionali di intervento psicomotorio, coinvolgendolo anche sul
piano emozionale ed affettivo. Non basta mobilizzare la muscolatura volontaria per eseguire un
atto pensato, occorre mobilitare il sistema ipotalamico ( L'ipotalamo una struttura del sistema
nervoso centrale situata nella zona centrale interna ai due emisferi cerebrali. Costituisce la parte
ventrale del diencefalo e comprende numerosi nuclei che attivano, controllano e integrano i
meccanismi autonomici periferici, l'attivit endocrina e molte funzioni somatiche quali la
termoregolazione, il sonno, il bilancio idro-salino e l'assunzione del cibo ) per ottenere uneco.
Emozionale che permetter di trasformare il movimento meccanico della psicomotricit
tradizionale,in un vissuto psicomotorio dove il piacere del movimento favorir ampia riuscita delle
risorse educative. La prima cosa da cercare la presa di coscienza globale del proprio corpo e dei
rapporti che esso assume con lo spazio circostante. Questa fase, molto importante, non viene
sempre presa in considerazione con la dovuta importanza, forse perch tende a non dare valore a
cose semplici, come lo strisciare, il camminare in posizione quadrupidica, il rotolarsi ecc.; che sono
invece determinanti. Attraverso le varie posizioni del corpo (seduto, sdraiato, in piedi) si aiuter il
bambino a prendere coscienza delle relazioni spazio-temporali, promuovendo un processo di
coscientizzazione delle sensazioni derivanti dalla possibilit di equilibrarsi e spostarsi acquisendo
nozioni di distanza, tempo ed orientamento. Pertanto bisogna ricordare che se non vi
assimilazione dalinterno, ovvero ad un livello pi elevato, non c disponibilit ad apprendere da
parte della persona implicata.Contrariamente alle attivit sportive, il solo fatto di compiere
unazione bene, verr vista come una gratificazione intrinseca per continuare a seguire largomento
con interesse. Nella pratica educativa giornaliera con i bambini disturbati o in difficolt, spesso si
proceduto in maniera contraria a quando descritto. Solamente favorendo certe condizioni si
avranno per tutti, con riferimento particolare per i bambini disabili, maggiore possibilit di riuscita
e di concreta integrazione.

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