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Laura Bortoli
Claudio Robazza
CAPITOLO QUARTO
L’apprendimento
delle abilità motorie
I presupposti cognitivi
dell’apprendimento
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
I presupposti cognitivi
CAPITOLO
dell’apprendimento
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4 L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE
CAPITOLO
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
CAPITOLO
Alla base della percezione vi sono le infor- La vista (attraverso recettori di distanza o
mazioni derivanti dagli organi sensoriali. telerecettori) convoglia più dell’80% delle
Nell’ambito della psicofisiologia si distingue, informazioni esterne. Ad essa viene attri-
a volte, tra sensazione e percezione: la sen- buito un ruolo molto importante, sia per la
sazione fa riferimento al trattamento in comprensione della situazione esterna, sia
tempi brevissimi (meno di 100 ms) di infor- per il controllo e la coordinazione dei movi-
mazioni provenienti da organi sensoriali in menti, poiché fornisce all’atleta informazio-
grado di suscitare una risposta; la percezio- ni relative alle relazioni spazio-temporali fra
ne viene in genere definita come il proces- sé e ambiente (velocità e direzione dei
so di elaborazione che opera la sintesi dei movimenti propri, di altre persone e degli
dati sensoriali in forme dotate di significato. attrezzi), alle modifiche situazionali, alla
Informazioni esterocettive (provenienti, propria azione. La sua importanza è evi-
quindi, dall’esterno dell’organismo) impor- dente negli sport di situazione, in cui l’atle-
tanti per il movimento sono raccolte per ta deve costantemente controllare, in
mezzo della vista, dell’udito e del tatto; infor- modo più o meno consapevole, gli sposta-
mazioni propriocettive o cinestesiche (inter- menti e le azioni dell’avversario; tali infor-
ne all’organismo) sono raccolte attraverso mazioni costituiscono la base di previsioni
l’apparato vestibolare e recettori situati nei anticipatorie per avviare azioni e scelte tat-
muscoli, nei tendini e nelle articolazioni. tiche appropriate. La vista svolge un ruolo
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
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batica e nei tuffi, reso possibile dall’integra- • l’attenzione. In termini molto generali
zione delle stimolazioni vestibolari con viene definita come la direzione delle
quelle cinestesiche del collo. risorse mentali consce verso specifici sti-
moli sensoriali (Edwards, 2011). Dal
Le diverse strutture percettive, ognuna con punto di vista applicativo, ne vengono
il proprio specifico contributo nella raccolta considerate soprattutto due caratteristi-
di informazioni interne ed esterne all’orga- che: la selettività e la durata nel tempo.
nismo, consentono di preparare l’azione e, L’attenzione ha di per sé capacità limita-
una volta che questa è avviata, di control- ta: non si possono considerare molti sti-
larne l’esecuzione e di verificarne l’esito moli nello stesso momento, anche se si
finale. Solo l’interazione, l’integrazione e la può spostare velocemente l’attenzione
sintesi delle diverse afferenze sensoriali per- da uno stimolo ad un altro. È per questo
mettono al soggetto di acquisire il senso importante la capacità di selezionare le
del movimento. Il peso specifico di ciascu- informazioni da trattare (con processi di
na sarà determinato, oltre che da caratteri- durata diversa, da 120 a 200 ms a secon-
stiche individuali, dalle esigenze di ogni sin- da della modalità sensoriale), escluden-
gola attività e dal livello di apprendimento. do altre informazioni (attenzione seletti-
Stimoli propriocettivi, relativi ad accelera- va). L’attenzione selettiva può essere
zione, ampiezza, direzione, forza, posizione incidentale (qualcosa che attrae inaspet-
e velocità del movimento, sono ovviamen- tatamente l’interesse), oppure intenzio-
te di maggiore importanza nelle abilità che nale. Quest’ ultimo aspetto è determi-
dipendono, per un corretto svolgimento, nante nello sport; uno dei compiti del-
soprattutto da informazioni sui movimenti l’allenatore è proprio quello di aiutare
del corpo nello spazio, come avviene nel l’atleta ad individuare gli elementi
salto giro al trampolino. Se invece sono più essenziali del gesto tecnico o dell’am-
importanti referenze esterne, come in un biente esterno su cui dirigere intenzio-
servizio del tennis, le informazioni visive nalmente l’attenzione. La capacità di
sono di rilevanza maggiore. Nelle fasi iniziali mantenere l’attenzione nel tempo su sti-
dell’apprendimento sono in genere domi- moli significativi viene definita concen-
nanti le informazioni visive, mentre la sensi- trazione (anche se alcuni studiosi utiliz-
bilità propriocettiva è maggiore negli stadi zano i termini di attenzione e concentra-
più avanzati di acquisizione e perfeziona- zione come sinonimi). Un aspetto
mento del gesto. L’interazione dei diversi importante approfondito recentemente,
sistemi permette, inoltre, di affinare la per- con riferimento sia ad abilità chiuse che
cezione del tempo, non essendovi nell’or- aperte, riguarda il focus attentivo, ovvero
ganismo nessun recettore specializzato per la direzione dell’attenzione. Il focus
questo compito. La stima delle durate tem- attentivo può essere diretto verso una
porali è facilitata dall’esperienza e dalla con- fonte interna (ad es., monitoraggio dei
seguente formazione di una rappresenta- propri movimenti) o su uno stimolo
zione mentale di riferimento. esterno (ad es., bersaglio, pallone, o altri
elementi dell’ambiente). Un’ampia mole
Strettamente collegati all’ambito percetti- di ricerca (Wulf, 2013) ha evidenziato
vo, vengono considerati altri processi che un focus esterno tende a determina-
cognitivi (Vickers, 2011): re, in generale, una prestazione migliore
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
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pagni e avversari in uno sport di squa- limitata, in quanto può contenere solo
dra). Entrambi questi processi richiedo- poche unità di informazione o loro rag-
no di riconoscere alcuni elementi di gruppamenti (span di memoria: 7 ± 2
regolarità in ciò che si sta percependo unità). Le informazioni, già codificate e
e sono determinanti quando va presa categorizzate dai meccanismi mentali
una decisione in tempi molto rapidi; l’e- di riconoscimento e di interpretazione,
sperienza incide in modo significativo. possono rimanere fino a circa un minu-
Come per l’anticipazione, i due approc- to se ripetute consapevolmente; se l’at-
ci teorici differiscono nell’interpretazio- tenzione è invece rivolta altrove, le
ne di questo processo per la diversa informazioni sono perdute rapidamen-
considerazione dell’intervento della te. La memoria di lavoro è un ambiente
memoria. interattivo per l’integrazione delle infor-
mazioni in entrata con le informazioni
Le afferenze sensoriali provenienti dall’e- recuperate dal magazzino a lungo ter-
sterno e dall’interno dell’organismo posso- mine. Il confronto fra gli stimoli in arrivo
no essere ritenute ed in seguito utilizzate e le esperienze passate è fondamentale
grazie ai sistemi di memoria. La memoria per la soluzione dei problemi, i processi
è un insieme di processi dinamici che decisionali, il trasferimento delle infor-
comprendono la registrazione, l’immagaz- mazioni nel deposito a lungo termine e
zinamento (apprendimento e ritenzione) il recupero da quest’ultimo di informa-
ed il recupero delle informazioni; essa per- zioni utili;
mette all’organismo di conservare l’espe-
rienza passata, aspetto fondamentale per c) la memoria a lungo termine. Contiene
l’evoluzione e la sopravvivenza. un’enorme quantità di esperienze ben
Vengono distinti tre sistemi di memoria: apprese: è un deposito relativamente
permanente di informazioni con una
a) il magazzino sensoriale, o memoria capacità virtualmente illimitata. Per le
immediata. Attraverso gli organi di abilità motorie, la permanenza delle
senso riceve dall’ambiente esterno ed informazioni è particolarmente eviden-
interno un’elevata quantità di stimoli. te per attività cicliche, coinvolgenti
Queste numerose informazioni sono ampi settori muscolari e prolungate nel
elaborate e mantenute per pochi istanti tempo. Anche dopo periodi molto lun-
e subiscono un processo di selezione: ghi senza pratica (anni o addirittura
l’attenzione consente solo ad alcune decenni) non si dimentica come si fa a
informazioni, quelle ritenute più rilevanti nuotare, andare in bicicletta o sciare:
o pertinenti, di continuare nei livelli di dopo un breve periodo di esercizio, si è
elaborazione successiva, mentre molte sempre in grado di svolgere tali attività
sono perdute; con un livello di efficienza relativamente
alto. Naturalmente, le abilità saranno
b) la memoria a breve termine, o memo- tanto più ritenute quanto maggiore è
ria di lavoro. Può essere assimilata ad l’ammontare di pratica iniziale; se il
uno spazio di lavoro in cui sono effet- compito è invece appreso solo in parte
tuate elaborazioni controllate delle sarà anche più velocemente dimentica-
informazioni rilevanti; ha una capacità to.
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I tre sistemi di immagazzinamento rappre- atto l’azione scelta. Perché questo processo
sentano un continuum, in cui ogni settore sia efficace, è necessario che la percezione
costituisce una fase nel processo di memo- sia precisa, poiché informazioni scorrette
rizzazione. determinano una scelta sbagliata; va anche
Come è già stato detto, approccio cogniti- considerato che quasi mai due circostanze
vista e approccio dinamico si differenziano che si presentano sono identiche. In realtà,
in maniera marcata rispetto al ruolo della nei giochi sportivi, e negli sport di situazio-
memoria: l’approccio cognitivista le attri- ne in genere, sono a volte gli allenatori che,
buisce un ruolo indispensabile, mentre se possono, suggeriscono (o meglio grida-
l’approccio dinamico enfatizza, soprattut- no!) indicazioni tattiche. La presa di decisio-
to per quanto riguarda il controllo moto- ne, secondo quest’ottica, è un processo che
rio, il collegamento diretto percezione- richiede tempo: all’aumentare del numero
azione anche senza passaggio attraverso di opzioni aumenta anche il tempo per la
la memoria. decisione (fino ad un certo punto); questo,
però, non riesce a spiegare completamente
Altri processi cognitivi che si stanno stu- come nello sport spesso vengano prese ed
diando in maniera sempre più approfon- attuate decisioni in tempi rapidissimi.
dita nello sport riguardano la capacità di
risolvere problemi tecnico-tattici attraver- L’approccio dinamico tende invece a non
so la presa di decisione, sia in situazioni usare l’espressione “presa di decisione”, poi-
già sperimentate che nuove. Prendere una ché considera tale aspetto all’interno della
decisione significa attuare un processo di relazione percezione-azione che consente
scelta fra più alternative possibili per rea- ad un individuo di raggiungere il proprio
lizzare una certa azione; in termini discor- obiettivo. Il comportamento viene visto
sivi, significa saper fare la cosa giusta al come derivante dall’interazione tra compi-
momento giusto. Questa definizione con- to, soggetto e ambiente senza passare
sidera già anche l’aspetto esecutivo: oltre attraverso memoria e controllo centrale.
alla capacità di operare la scelta più valida, Inoltre, poiché gli atleti differiscono per
è necessario avere una buona tecnica per caratteristiche morfologiche (si pensi
l’esecuzione corretta della componente all’importanza dell’altezza in alcune disci-
motoria del compito. pline), per capacità motorie (ad es., nella
rapidità di azione) e per caratteristiche per-
Secondo l’approccio cognitivista, la presa di cettive, in un’identica situazione è possibile
decisione segue la percezione e precede l’a- che due persone facciano due scelte com-
zione. Ciò significa “leggere” la situazione, pletamente diverse. Come si vede, anche
richiamare dalla memoria le esperienze pas- in questo caso i due approcci teorici si dif-
sate e le diverse soluzioni possibili; implica, ferenziano sia nelle modalità di analisi dei
inoltre, confrontare le differenti possibilità e processi cognitivi, sia, come si vedrà più
dar loro un ordine di adeguatezza o di prio- avanti, riguardo alle modalità per il loro svi-
rità rispetto alla situazione, mettendo poi in luppo.
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I modelli
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di realizzazione
dell’azione
Feedback
Output Output
Figura 1
L’approccio cognitivista: modelli semplificati di elaborazione delle informazioni
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
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risoluzione del compito. Il programma c) la forza relativa, cioè la proporzione
motorio, contenuto in memoria a lungo costante fra le forze espresse dai vari
termine, può essere considerato come la muscoli che partecipano all’azione, indi-
rappresentazione mentale di un’azione che pendentemente dal grado di forza com-
guida l’esecuzione anche senza la presenza plessiva.
di feedback (ossia di informazioni di ritorno
dal movimento stesso). Mentre prima del- Il programma generalizzato sottostante ad
l’avvento della teoria dello schema si ipotiz- una classe di azioni può essere poi adattato
zava la presenza di uno specifico program- a molteplici circostanze attraverso la speci-
ma motorio per ciascuna azione, questo ficazione di parametri esecutivi precisi,
approccio ha introdotto in maniera pecu- quali la forza, la durata complessiva, l’am-
liare il concetto di programma motorio piezza, la direzione, la muscolatura coinvol-
generalizzato, riferito cioè non ad una sin- ta. Per spiegare tali concetti, Schmidt usa
gola azione, ma ad una classe di azioni l’esempio di un disco in vinile contenente
simili. In questo modo venivano risolti due un brano musicale. Le caratteristiche inva-
problemi: rianti sono rappresentate dalla successione
degli strumenti (ad es., il pianoforte che
a) quello dell’enorme quantità di informa- suona prima del violino), dalla struttura rit-
zioni che sarebbe stato necessario mica del brano musicale (ad es., 4/4), dal-
immagazzinare, considerando la quanti- l’intensità del suono dei singoli strumenti
tà di movimenti possibili; (forza relativa, ad es., piano o forte). Il disco
b) la possibilità di spiegare la realizzazione può però essere ascoltato in diversi modi,
di nuove variazioni di movimenti mai poiché altre caratteristiche possono essere
effettuate precedentemente. modificate come parametri: la durata com-
plessiva può variare a seconda della veloci-
Proprio per spiegare le variazioni di azioni tà della piastra (33 o 78 giri; velocità assolu-
simili, Schmidt introduce il concetto di ta dell’azione), il volume può essere più o
schema (da cui deriva il nome della teoria) meno alto (forza del movimento), diversi
per definire un insieme generico di regole amplificatori possono essere selezionati
da applicare ad un programma generalizza- (arti coinvolti nell’azione). La struttura del
to per adattarlo ad una specifica situazione. brano non viene comunque modificata.
Le caratteristiche che definiscono l’appar-
tenenza di gesti ad una stessa classe di Attraverso l’apprendimento, il programma
azioni sono: motorio viene perfezionato e consolidato
sulla base dell’identificazione delle diffe-
a) l’ordine degli elementi, cioè la sequen- renze che il soggetto riscontra tra fine
za delle contrazioni muscolari implicata desiderato e risultato conseguito. Il pro-
in un gesto; gramma generalizzato della corsa, ad
b) la struttura temporale (timing), ovvero esempio, può essere modificato secondo
la proporzione di tempo per i singoli il terreno o i cambiamenti di velocità; nei
segmenti di movimento (struttura rit- giochi di squadra, similmente, un passag-
mica del gesto), che rimane costante gio (programma generalizzato) va adatta-
anche se il tempo totale di movimento to in base alla velocità ed alla posizione
cambia; del compagno. Attraverso l’esperienza,
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sistemi dinamici (considerata in parte Bernstein e Gibson giunsero a considera-
alternativa, in parte complementare alla zioni simili portando avanti in modo indi-
teoria dello schema) è influente quanto pendente i propri studi; infatti, la situazio-
l’approccio cognitivista, e si cominciano ne politica di quel periodo (la “guerra fred-
ad evidenziare le ricadute applicative che da” fra Unione Sovietica e paesi occidenta-
ne derivano (cfr. Edwards, 2011). li) rallentava notevolmente anche la diffu-
I progenitori di questo approccio vengo- sione di informazioni scientifiche. Bern-
no considerati il fisiologo russo Bernstein stein, in particolare, si occupò proprio
(1896-1966) e lo psicologo americano Gib- della motricità umana, e per primo identi-
son (1904-1979), che negli anni ’60 misero ficò i due problemi principali presenti nel-
in evidenza, da due punti di vista diversi, l’approccio cognitivista.
uno fisiologico e l’altro psicologico, quello
che ritenevano un punto debole dell’ap-
proccio cognitivista. Entrambi, infatti,
erano convinti che l’attività umana non
potesse essere spiegata solo da un siste-
ma di controllo centrale. Attribuivano un
ruolo determinante anche alle caratteristi-
che ambientali ed alla conseguente inte-
razione individuo-ambiente. Secondo
questo approccio, sono le condizioni del-
l’ambiente che offrono opportunità di
azione, che determinano che cosa una
persona possa fare in un certo momento
e in una data situazione; due situazioni
possono essere simili, ma mai del tutto
identiche. In una partita di calcio, per un
giocatore che sta conducendo la palla, la
conoscenza dell’obiettivo (mantenere il
possesso della palla), la posizione di alcuni
avversari e di un compagno smarcato
creano automaticamente il contesto per
una certa azione; in questo caso, la perce-
zione visiva della situazione attiverebbe il
comportamento necessario per un’azione
utile. Ovviamente la decisione può essere
presa a livello del sistema nervoso centra-
le, ma solo perché tutti gli elementi neces-
sari sono presenti nell’ambiente, e quindi
senza dover utilizzare in maniera intensiva
processi di memoria. La percezione, auto-
matica o attraverso la ricerca deliberata di
elementi ambientali utili, è dunque alla
base di ogni azione.
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insieme il legame percezione-azione. per ogni situazione, e dipende da cosa si
Infatti, per cogliere efficacemente gli sti- deve fare per raggiungere l’obiettivo. L’a-
moli ambientali, la persona deve agire sul- zione viene quindi considerata come risul-
l’ambiente per cercare, anche muovendo- tato delle costrizioni emergenti e si auto-
si, la maggior quantità di stimoli sensoriali organizza nell’interazione fra richieste del
significativi; quando una persona comin- compito (obiettivo), individuo (caratteristi-
cia ad agire, percezione e azione controlla- che personali) e ambiente (contesto e
no i suoi movimenti. Quando si corre, si leggi fisiche, come inerzia, gravità, ecc.)
muovono arti inferiori e superiori, ma con- (figura 2).
temporaneamente si guarda dove si sta
andando e, a livello propriocettivo, si è
consapevoli dei propri movimenti. Nell’ap-
Compito
proccio cognitivista questo viene spiegato Percezione
con l’utilizzo del feedback che, nei movi-
menti di durata sufficiente, controlla il
movimento anche durante l’esecuzione.
Ma nella teoria dei sistemi dinamici si Prestazione
postula che le connessioni fra vie nervose
afferenti (sensoriali) ed efferenti (motorie) Ambiente Organismo
avvengano non a livello del sistema ner-
voso centrale, ma a livello periferico, nel
midollo spinale (cfr. McMorris, 2004). Azione
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errori: l’allenatore non specifica nei dettagli non passare il pallone ad un compagno di
le richieste motorie, ma dà all’atleta l’obiet- squadra completamente smarcato!).
tivo, crea le situazioni stimolo appropriate e
consente di scoprire in modo autonomo Per concludere, McMorris (2004) ritiene
l’azione più adeguata. Poiché questa che né l’approccio cognitivista, né quello
modalità didattica richiede molto tempo, dei sistemi dinamici siano in grado di spie-
l’atleta può essere guidato a ricercare e ad gare completamente la prestazione esper-
identificare gli stimoli più importanti nel- ta; si può accettare esclusivamente, in
l’ambiente. modo acritico e sulla base delle proprie
Ovviamente anche a questa teoria vengo- convinzioni, o l’una o l’altra delle teorie, ma
no contestati dei punti deboli. La critica si può anche fare riferimento ad una teoria
maggiore è il fatto che essa rifiuti di consi- “ibrida”, che prenda il meglio delle due
derare il ruolo della memoria, che contrad- scuole di pensiero. L’approccio cognitivista
dice anche l’esperienza comune; infatti, le probabilmente spiega meglio la presa di
persone attraverso l’allenamento migliora- decisione, mentre quello ecologico sem-
no le proprie abilità. Se l’esecuzione di un bra spiegare meglio il controllo dei movi-
compito fosse dovuta solo a forme di menti. Le differenze maggiori rimangono
auto-organizzazione, una persona sarebbe riguardo alla percezione ed al collegamen-
capace di eseguire correttamente un to diretto percezione-azione, ma l’evolu-
gesto complesso anche la prima volta che zione rapida delle tecnologie di ricerca
viene sperimentato. L’altro aspetto critico aggiungerà sicuramente nel tempo nuove
riguarda la spiegazione insufficiente dei conoscenze.
processi sottostanti la presa di decisione.
La teoria suggerisce che le persone, attra- Le persone interessate, per mestiere o per
verso l’esperienza, riconoscano meglio gli passione, all’ambito dell’apprendimento/
stimoli significativi presenti nell’ambiente, insegnamento di abilità motorie dovreb-
ma non spiega il modo in cui esse decida- bero conservare sempre la curiosità ed il
no quali stimoli siano maggiormente utili. desiderio di approfondire le proprie cono-
Nello sport, talvolta capita anche che atleti scenze, per mantenere alta la qualità del
esperti operino scelte errate (come, ad es., proprio lavoro sul campo.
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Le fasi dell’apprendimento
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motorio: gli aspetti
comportamentali
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
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mente, ma non essere in grado di passare variate ed impreviste. Il gesto tecnico
allo stadio successivo; passare allo stadio viene sempre effettuato in maniera appro-
autonomo, soprattutto per abilità comples- priata e con pochi errori, le capacità di
se, richiede a volte non solo forte motiva- riconoscimento e correzione rapida degli
zione e buona qualità di insegnamento, ma errori sono elevate e le sensazioni derivan-
anche caratteristiche individuali sport-spe- ti dal movimento sono molto accurate. Vi
cifiche. è la capacità di spostare l’attenzione su sti-
moli esterni, continuando ad eseguire cor-
Stadio autonomo rettamente l’azione tecnica. In questo sta-
o di sviluppo dio, tipico della prestazione sportiva di
della disponibilità variabile alto livello, i miglioramenti sono lenti e di
minore entità rispetto alle fasi precedenti,
Il terzo stadio è raggiunto dopo una gran- ma comunque possibili. Non tutti gli atleti
de quantità di pratica, e potenzialmente sono in grado di raggiungere questo sta-
non è mai concluso. L’azione è accurata- dio; come è stato detto, oltre che una
mente controllata, tutte le componenti notevole quantità di pratica, lavoro tecni-
dell’abilità sono ben integrate, il compito co di alta qualità e forte motivazione per
è svolto con sicurezza e minimo dispendio sostenere elevati carichi di lavoro, sono
energetico; l’esecuzione è rapida, coordi- necessari prerequisiti motori e cognitivi
nata ed efficace anche in situazioni difficili, specifici.
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nell’approccio
cognitivista
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conseguimento di una prima approssi- Nello stadio associativo (o di coordinazio-
mazione del gesto: favorisce, infatti, l’or- ne fine) alcune componenti dell’abilità sono
ganizzazione di un piano d’azione e aiuta state apprese, e nei gesti tecnici complessi
la memorizzazione delle percezioni relati- le diverse parti che compongono l’azione
ve al movimento e all’ambiente. vengono progressivamente integrate in
unità di livello superiore; l’atleta può così
rivolgere l’attenzione a punti chiave dell’ese-
A livello pratico è importante far cuzione ed evitare un controllo continuo e
evolvere gradualmente le acquisi- dispendioso sulle singole componenti del-
zioni, possibilmente iniziando da l’azione. Le capacità di prevedere gli eventi
ciò che il soggetto sa già fare, intro- migliorano grazie alla scoperta delle regola-
ducendo progressivamente difficol- rità negli aspetti prestativi, ossia al fatto che
tà crescenti e facendo notare simili- ad una certa azione corrispondano certi
tudini fra abilità possedute ed abili-
risultati. L’apporto di informazioni multisen-
tà da acquisire. La rappresentazio-
soriali arricchisce la rappresentazione men-
ne mentale dell’azione può essere
tale del gesto e l’analizzatore cinestesico
facilitata dall’osservazione di un
acquista maggiore rilevanza; la programma-
altro atleta che esegue l’abilità, da
immagini o filmati.
zione del compito e la rappresentazione dei
Per fornire istruzioni efficaci l’alle- movimenti sono diventate più precise. Men-
natore dovrebbe: tre nello stadio precedente la prestazione è
spesso astratta dal contesto in cui è realizza-
• usare sia istruzioni verbali che ta, in questo stadio l’atleta inizia a compren-
dimostrazioni per far compren- dere e ad integrare le caratteristiche rilevanti
dere l’obiettivo dell’abilità e le dell’ambiente nella propria prestazione, col-
corrette modalità esecutive; legando le informazioni sensoriali con
appropriate risposte motorie: ad esempio, è
• aiutare l’atleta ad identificare e in grado di accelerare o rallentare i propri
distinguere fra fonti di informa- movimenti in funzione della situazione.
zioni ambientali appropriate ed
irrilevanti;
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CAPITOLO
A livello didattico, due sono gli aspetti fondamentali che l’allenatore deve considera-
re nello stadio associativo:
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
CAPITOLO
Sostenere la motivazione diventa un obiettivo fondamentale nello stadio autonomo.
Oltre che sull’accuratezza e sul perfezionamento della tecnica, le istruzioni dovreb-
bero riguardare l’adattamento dei gesti tecnici a situazioni variate; sperimentare
variazioni tecniche da utilizzare in situazioni di gara (ad es., sviluppando strategie di
gestione della gara in diverse condizioni sia ambientali che fisiche) sostituisce il for-
nire istruzioni legate solo al gesto tecnico. L’allenatore, assieme all’atleta, può ana-
lizzare le possibili variazioni delle condizioni di gara che si possono verificare (anche
sulla base di esperienze passate) per rifinire ed adattare la tecnica a tali situazioni. È
quindi importante proporre esperienze molto variate, anche inserendo difficoltà
aggiuntive, così da ampliare il repertorio di adattamenti e risposte dell’atleta. Risul-
tano anche utili istruzioni sintetiche e specifiche che possano poi essere utilizzate
dall’atleta come parole chiave per regolare il proprio comportamento. Va invece
ridotto il linguaggio interiore di guida dettagliata del movimento, soprattutto in
competizione, poiché l’analisi dei particolari esecutivi rallenta ed ostacola, danneg-
giandola, l’azione automatizzata.
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nell’approccio dinamico
Stadio iniziale:
riduzione dei gradi di libertà
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
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ma può essere affrontato riducendo il i movimenti di alcune articolazione (anca
numero di strutture da controllare, mani- e ginocchio) che lavorano insieme in
polando cioè gli aspetti dinamici del modo collegato: quando l’arto si estende
movimento; per fare ciò vanno ridotti i dietro, il ginocchio si flette, quando il
gradi di libertà nel sistema coinvolto nel- ginocchio comincia ad estendersi, l’arto si
l’esecuzione di una abilità, bloccando flette; la caviglia in genere resta fissa. In
alcune articolazioni. Vengono così blocca- questo modo, il controllo dell’azione è
te alcune parti del corpo, consentendo il reso molto più semplice. Questa strategia
movimento solo di quelle essenziali. Ad può essere paragonata al controllo delle
esempio, quando un principiante impara ruote di un’automobile: se ciascuna ruota
a calciare una palla, in genere coinvolge fosse libera di muoversi in maniera indi-
solo la parte inferiore del corpo, mentre pendente, sarebbero necessari quattro
busto e braccia restano ferme (e le braccia volanti per controllare il movimento; inve-
spesso sono in fuori, per aiutare l’equili- ce, collegando il movimento delle ruote,
brio). Anche i movimenti della parte infe- facendole agire come se fossero un’unità
riore del corpo sono in parte bloccati, con unica, basta un solo volante.
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4 L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE
CAPITOLO
Risolvere il problema del controllo riducen- mediante vie nervose esistenti e riflessi.
do i gradi di libertà non è però sufficiente Questi meccanismi sono alla base di movi-
per consentire un’azione coordinata ed effi- menti fluidi, eseguiti con scioltezza ed in
cace; miglioramenti nella prestazione sono modo efficace.
possibili solo se vengono coinvolti altri
muscoli ed articolazioni (aumentando cioè i Stadio esperto:
gradi di libertà) e sperimentando come capitalizzazione
questo porti a risultati migliori nell’azione. dei gradi di libertà
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
CAPITOLO
zione-azione. Nello stadio iniziale, per con- che usa le informazioni provenienti da più
trollare il movimento il principiante orienta fonti per riuscire a raggiungere l’obiettivo
l’attenzione su una specifica modalità di mantenendo gesti corretti ed efficaci anche
informazione sensoriale, in genere quella quando si modificano le condizioni percet-
visiva, che è quella più facilmente accessibi- tive ed ambientali. A questo punto, il colle-
le e comprensibile, anche se non sempre la gamento percezione azione-diventa auto-
più utile. Nello stadio avanzato, l’atleta svi- matico: una volta deciso l’obiettivo, la ricer-
luppa un ricco repertorio di possibili colle- ca attiva di informazioni nell’ambiente
gamenti percezione-azione, aumentando la determinerà, sulla base dell’esperienza effet-
propria capacità di selezionare movimenti tuata per prove ed errori nel tempo, una
diversi in funzione di cambiamenti negli risposta automatica; se l’atleta ha sviluppato
obiettivi e nelle situazioni. Infine, nello sta- adeguatamente anche le strutture coordi-
dio esperto acquisisce la capacità di sfrutta- native coinvolte nei movimenti, la sua sarà
re le caratteristiche ambientali; ciò significa un’azione altamente efficace.
La proposta didattica che deriva dalla teoria dei sistemi dinamici è in accordo con un
approccio euristico che valorizza l’apprendimento per prove ed errori: gli allievi, attra-
verso un processo di esplorazione che parte da sistemi di azione semplici, con il coin-
volgimento di un numero limitato di strutture di movimento, sperimentano progressi-
vamente ed imparano ad utilizzare in modo sempre più ampio e coordinato le proprie
possibilità di movimento. Contemporaneamente, aumenta anche la capacità di “legge-
re” la situazione ambientale e di associare in maniera automatica, sempre per prove
ed errori, configurazioni di stimoli a risposte efficaci anche in situazioni mutevoli. Alla
luce dell’approccio dinamico, l’apprendimento è prima di tutto un processo di ricerca
attiva, sia di opportunità ambientali che di proprie possibilità di movimento; le strate-
gie che ne derivano sono quelle fondate sulla scoperta, su tentativi per risolvere pro-
blemi motori attraverso la ricerca delle possibili soluzioni. Il ruolo di chi insegna è
quello di facilitare la scoperta variando le richieste del compito:
Una didattica di questo tipo non è nuova nella cultura sportiva italiana: già nel Pro-
gramma multimediale Educazione motoria di base (1987), realizzato dal CONI in colla-
borazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fra le strategie didattiche venivano
presentate la libera esplorazione, la scoperta guidata, la risoluzione di problemi. Queste
strategie venivano proposte soprattutto per le fasce giovanili, ed avevano allora un
significato prevalentemente pedagogico. Alla luce della teoria dei sistemi dinamici esse
trovano ora una giustificazione valida per atleti di tutte le fasce di età, in accordo con
principi scientifici relativi al controllo ed all’apprendimento motorio.
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4 L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE
CAPITOLO
Invece che fornire istruzioni dettagliate, si possono dunque creare situazioni proble-
ma e dare informazioni molto generali sulle possibilità di azione, come linea di
esplorazione e di scoperta di ciò che potrebbe essere più utile e più efficace; un
aiuto può venire anche da domande che facilitino comprensione e riconoscimento
degli stimoli percettivi importanti a cui prestare attenzione, e dal feedback dell’alle-
natore. Una volta apprese strutture di movimento (abilità) efficaci, le istruzioni ver-
bali e la dimostrazione possono essere usate per perfezionare l’azione.
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L’APPRENDIMENTO DELLE ABILITÀ MOTORIE 4
CAPITOLO
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Domande di autoverifica
1. Qual è la differenza fra prestazione ed apprendimento?
2. Cosa si intende per anticipazione?
3. Quali sono i tre sistemi di memoria?
4. Quali sono le caratteristiche principali di un approccio cognitivista all’apprendi-
mento motorio?
5. Quali sono le caratteristiche principali di un approccio dinamico all’apprendimen-
to motorio?
6. In che modo i due diversi approcci valorizzano la variabilità della pratica?
7. Quali aspetti comportamentali caratterizzano gli stadi dell’apprendimento motorio?
8. Quali indicazioni didattiche sono utili nei tre diversi stadi dell’apprendimento
motorio?
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