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CAPITOLO 4: UN PERCORSO PER L’INCLUSIONE A SCUOLA. RIFLESSIONI VALUTATIVE.

4.1 La valutazione e la progettazione di un percorso per l’inclusione.


L’intervento viene fatto nella classe di Elena e viene usato un approccio all’inclusione. I risultati attestati
riguardano 2 aree complementari:
● l’accrescimento del livello d’inclusione all’interno della classe;
● l’area che riguarda nello specifico Elena e la sua capacità di entrare in relazione con gli altri nel contesto
scolastico. Per testare l’inclusione è stato costruito un questionario. È stato utilizzato il sociogramma di
Moreno, ponendo ad ogni alunno 4 domande, 2 sull’aspetto affettivo-relazionale e 2 l’organizzazione del
gruppo per il raggiungimento dell’obiettivo condiviso.
Il progetto era così strutturato:
● Nella prima fase c’è la lezione partecipata, coordinata dal docente di lettere in cui è stata elaborata
una fiaba.
● Nella seconda fase la classe è stata invitata a lavorare in piccoli gruppi, che son ostati formati
tenendo conto dei risultati di Moreno. I ragazzi hanno avuto la possibilità di approfondire le
caratteristiche del pensiero per immagini e del linguaggio da utilizzare con la compagna. Elena ha
partecipato ai momenti di lavoro di gruppo, dapprima osservando il lavoro alla LIM, poi
avvicinandosi a poco a poco a conoscerli e a comunicare con loro.
● Nella quarta fase son state scelte 4 composizioni musicali
● Infine, il testo della fiaba è stato registrato con le voci dei ragazzi ed è stata realizzata una versione in
formato video con musica e immagini.

4.2 Riflessioni
Le griglie di valutazione della classe hanno rilevato un incremento dell’ascolto e delle relazioni d’aiuto
tra compagni e della partecipazione alle attività proposte, una diminuzione della conflittualità e un
incremento delle interazioni con la compagna in situazioni di disabilità, così come una maggiore
sensibilità ai suoi bisogni e desideri. Emerge un profondo cambiamento nei confronti degli adulti di
riferimento, dei compagni e dell’ambiente scolastico nel suo insieme. Gli strumenti di valutazione utilizzati
rilevano un miglioramento nel livello di attenzione nell’attività di comprensione del testo orale. Ogni
ragazzo ha avuto modo di accedere a differenti modi di espressione, differenti modi di rappresentazione e
comprendere la conoscenza tramite l’uso di diversi linguaggi e differenti modalità di coinvolgimento.
L’attenzione alla partecipazione e alla differenziazione, che ha caratterizzato questo progetto valutativo, ha
promosso la riflessione, ha fatto emergere i facilitatori, ha rinforzato il clima del gruppo, ha agito da
promotore dell’inclusione nella comunità di apprendimento formata da studenti e docenti.

CAP 5. LA VALUTAZIONE DI UN PROGETTO FINALIZZATO ALL’AUTONOMIA E


ALL’INCLUSIONE: IL PROGETTO “CHIAVI DI CASA...CITTA’ FACILE”

Il progetto “chiavi di casa... Città facile” è un'esperienza progettata a partire dal 2008 dalla Dottoressa Laura
Mesini all'interno dell'associazione DownDadi di Padova. Inizialmente comprendeva due gruppi di dieci
ragazzi e ha previsto il lavoro congiunto di psicologi ed educatori per favorire una visione globale della
persona, nello specifico con disabilità intellettive anche gravi. Il progetto è stato sostenuto dal comune di
Adria che ha dato un appartamento in comodato d'uso gratuito. Negli anni sono aumentati i ragazzi, e
l'intervento si è sempre più consolidato dal punto di vista scientifico, assumendo le caratteristiche di una
ricerca-intervento. L'esperienza si è ispirata al progetto “navigando” di Padova avvalendosi di apporti e
modifiche successive, suggerite da un’esperienza clinica riabilitativa nel servizio di neuropsichiatria
infantile. L'iniziativa si colloca in un quadro di esperienze sviluppate nel contesto italiano, accomunate dal
desiderio di espandere le opportunità di partecipazione alla vita sociale da parte delle persone con disabilità
intellettiva, offrendo loro gli strumenti per gestire una vita indipendente e autonoma dal punto di vista
abitativo, personale, lavorativo e relazionale.

5.1 Le finalità del progetto


Tramite la partecipazione e il contributo di vari enti locali e altre istituzioni, delle famiglie coinvolte e di
persone provenienti dal mondo del volontariato, il progetto “chiavi di casa... Città facile” è volto a
sperimentare la realizzazione di esperienze di autonomia abitativa che accompagnano il ragazzo con
disabilità intellettiva e la sua famiglia, a preparare un luogo dove si possono incontrare e connettere le
diverse realtà sociali della sua futura vita adulta e che allo stesso tempo promuovono il percorso personalità
indipendente. Una prima caratteristica che è possibile identificare come punto di forza dell'esperienza è
rappresentata dalla sinergia tra le persone e gli enti coinvolti, i quali non solo hanno contribuito in maniera
diversa ad un progetto comune, ma ne hanno condiviso anche finalità e percorsi. L'obiettivo generale è agire
nella direzione di una piena inclusione delle persone con disabilità intellettiva nella vita sociale facendo
crescere le opportunità di partecipazione ai diversi contesti di vita e rimuovendo gli ostacoli che la possono
impedire.
L'area dell'autonomia personale e sociale rappresenta una delle aree fondamentali da promuovere in una
prospettiva di progetto di vita. È possibile distinguere gli obiettivi relativi all'intervento realizzato in vista
delle autonomie dagli obiettivi legati alla ricerca sviluppata per rispondere all'interrogativo riguardante gli
eventuali cambiamenti prodotti dall'intervento stesso.
Considerando il piano dell'intervento, gli obiettivi si riferiscono alla promozione di autonomie personali,
relazionali e di tipo abitativo che si suddividono principalmente nelle quattro aree:
● comunicazione
● abilità di vita quotidiana
● socializzazione
● abilità motorie
La prassi di lavoro prevede che, attraverso un intervento che fa uso di differenti metodologie, si individuano
alcune mete specifiche, appropriate per ogni ragazzo, per ciascuna delle quattro aree si lavori sia sui punti
di forza sia sui punti di debolezza individuando facilitatori e rinforzi.
Rispetto al piano riguardante la ricerca, si è scelto di accompagnare l'intero percorso con strumenti che
consentissero di monitorare e valutare passo dopo passo l'intervento al fine di avere la possibilità di tenere
in considerazione la situazione con le relazioni, gli imprevisti, i progressi e gli aspetti critici e, sulla base di
ciò, di riprogettare costantemente le attività in funzione dei risultati ricavati dagli strumenti stessi. Dunque
gli obiettivi legati alla ricerca sono molteplici. Le domande da cui si è partiti riguardano in primo luogo
l'adeguatezza delle decisioni riguardanti le modalità di intervento in vista degli obiettivi dell'intervento
stesso, ossia ci si è chiesti se le modalità di realizzazione promuovessero il raggiungimento dell'autonomia.
Inoltre la ricerca intende rispondere ad un altro interrogativo legato al precedente, ma di carattere più
generale e riguardante la possibilità di elaborare un modello di progettazione e realizzazione di un intervento
finalizzato alla promozione dell'autonomia con persone con disabilità intellettive. Quindi i ricercatori si sono
chiesti se sia possibile delineare una traccia che funga da modello per quanti operano in contesti in cui la
finalità è creare le condizioni per un futuro di benessere per le persone con disabilità.
I partecipanti al progetto sono attualmente 25 ragazzi con disabilità intellettive residenti nella provincia di
Rovigo che hanno sperimentato un percorso di crescita personale in una situazione di convivenza in un
appartamento sito nel comune di Adria. Il percorso è considerato metaforicamente come un viaggio e i nomi
assegnati ai diversi gruppi di partecipanti riflettono questa metafora. Si tratta di un percorso a tappe in cui le
finalità cambiano man mano che si procede nell'apprendimento delle abilità fondamentali per arrivare
progressivamente ad essere skipper cioè realizzare l'autonomia non solo ad abitativa, ma anche e soprattutto
personale e relazionale scegliendo con chi vivere e affrontando il proprio percorso di vita. In questo progetto
il gruppo dei coetanei è il contenitore strutturale che accelera il processo di crescita delle persone che lo
compongono.
Molto valorizzato e anche il lavoro di equipe tra gli operatori. Lo psicologo e l'educatore di ogni gruppo un
incontro ogni mese, inoltre prevista una riunione mensile di tutto il personale. Questi momenti sono
considerati strutturalmente portanti e indispensabili al fine di permettere una visione comune che mantenga
stabilità e continuità di intervento nonostante cambiamenti del personale.

5.2 La metodologia e gli strumenti


Al fine di procedere con una descrizione metodologica del percorso, è utile utilizzare la tripartizione del
processo valutativo nei diversi momenti ex-ante, in itinere ed ex-post per ripercorrere le tappe fondamentali e
per mettere in evidenza gli strumenti utilizzati distinguendo anche in base alla fase temporale in cui sono
stati impiegati. L'obiettivo è mostrare da un lato la coerenza complessiva del percorso effettuato, dall'altro
la sua valutazione continua che è stata messa in atto attraverso strumenti volti a far emergere informazioni
necessarie per proseguire e riprogettare i passi successivi.
● Ex ante: l’uso di strumenti valutativi ha permesso di accedere alle risorse disponibili in termini di
risorse sia cognitive, sociali e affettive dei partecipanti sia familiari e sia dei contesti di vita.
● In itinere: la valutazione ha avuto il merito di contribuire a rendere visibili lo sviluppo e la crescita, di
individuare i progressi negli apprendimenti delle autonomie e di procedere ad un confronto di punti
di vista tra gli operatori coinvolti.
● Ex post: ha comportato l'attribuzione di un significato ai cambiamenti osservati e l'identificazione
degli elementi che possono essere letti come fattori di cambiamento, che lo hanno cioè favorito è
promosso.

5.2.1 Strumenti ex-ante


Nella convinzione dell'importanza di svolgere un'accurata valutazione in una fase iniziale con l'obiettivo di
ricavare informazioni di natura diversa e da persone con ruoli diversi, si è scelto di adottare molteplici
strumenti, ciascuno dei quali attinge a fonti specifiche e consente di far emergere elementi diversificati. Il
fine è comporre un ritratto, il più completo possibile, del ragazzo e della situazione di vita personale e
familiare.
Una prima fonte informativa è costituita dai documenti già esistenti e provenienti dalla cartella clinica, ad
esempio contingenti i risultati alle scale Wechsler per la valutazione del livello di intelligenza, ed altri
contesti, soprattutto di tipo sociosanitario e scolastico. La loro analisi, insieme ad un'attenta e profonda
anamnesi, consente di ricostruire la storia di ciascuno e di delineare un profilo fatto di molteplici
dimensioni. In secondo luogo, la proposta di diversi strumenti, alcuni dei quali rivolti direttamente ai ragazzi
altri in forma indiretta gli adulti, ha l'obiettivo di completare la ricostruzione della storia con dati che
riguardano l'individuazione di punti di forza e punti di debolezza in alcune aree:
● Comunicazione, Abilità quotidiane, Socializzazione e abilità motorie tramite le Vineland Adaptive
Behavior Scale (Sparrow, Balla, Cicchetti, 1984);
● Dimensione fisica del comportamento adattivo e le aree socio-emotiva, cognitiva e comunicativa tramite
il Developmental Profile - DP 3 (Alpern, 2007)
● L'area del pensiero logico tramite il Test Operazioni Logiche E Conservazione - OLC (Vianello,
Marin, 1997). Si tratta di una valutazione statica che serve da baseline a cui far seguire una
interpretazione dei dati raccolti è un loro uso in chiave prospettica.
La valenza delle informazioni raccolte tramite questi strumenti valutativi presentati è infatti formativa in
quanto serve per una progettazione adeguata degli interventi successivi e per individuare i facilitatori, cioè
risorse sulle quali si può contare, e rinforzi necessari per l'apprendimento e il consolidamento di alcune
abilità.
Un ulteriore uso dei risultati delle scale è in vista della costruzione di griglie osservative durante la
valutazione in itinere. La rassegna degli strumenti ex ante si amplia con la rete dei partecipanti, in particolare
la scuola e la famiglia, sono due dei contesti molto importanti in cui vi sono adulti che hanno relazioni
significative con i ragazzi. La raccolta di informazioni valutative coinvolge loro attraverso colloqui e incontri
con l'obiettivo di condividere il percorso fin dall'inizio. I genitori e gli insegnanti sono considerati come
parte attiva del percorso in quanto possono avere accesso ad una serie di abilità, interessi e comportamenti
che possono fungere da risorse. Inoltre il loro coinvolgimento ha anche un altro significato, ossia è
necessario investire nella formazione di una rete di persone che condividono il progetto costruito intorno
a ciascun ragazzo in modo che ciò che si sviluppa in un contesto sia conosciuto e consolidato in un altro
in un'ottica di collaborazione e di condivisione dei traguardi.

5.2.2 strumenti in itinere


Gli strumenti scelti per valutare i cambiamenti in itinere sono tre, e sono costituiti da:
1. Osservazione: viene svolta con l'utilizzo di griglie appositamente costruite per ogni ragazzo in base agli
obiettivi di apprendimento. Ciascuno di questi obiettivi è articolato in mete che specificano
ulteriormente l'obiettivo e, una volta individuate le mete, viene formulato una griglia osservativa. Non si
tratta di una checklist in cui rilevare esclusivamente la presenza o l'assenza di un determinato
comportamento, ma di griglie che consentono di registrare la qualità del comportamento in rapporto
alla autonomia. Una colonna ulteriore permette di registrare qualsiasi nota si desideri, ad esempio
osservazioni particolari relativa ad una reazione specifica, alla richiesta di aiuto o ad altri elementi che si
ottengono significativi. Il punto di forza dell’uso delle griglie è rappresentato dal fatto che la loro
compilazione non è solo realizzata periodicamente in tempi diversi del percorso per cogliere
l'evoluzione, ma è anche affidata a diversi attori. Le griglie sono condivise fin dall' identificazione
degli obiettivi di apprendimento che vengono da prima negoziati e concordati e successivamente tradotti
in indicatori osservabili. La pluralità di sguardi che ne deriva rappresenta una ricchezza in termini di
informazioni valutative perché offre lo spazio per la discussione e per un costante scambio di punti di
vista.
2. Videoriprese: l'uso dei filmati è volto a raccogliere informazioni diverse in diversi momenti del
percorso di apprendimento con il fine duplice di fungere da materiale per la discussione tra gli
operatori e allo stesso tempo per essere utilizzato, insieme ai ragazzi, come esperienza di
consolidamento di una abilità.
3. Documentazione: gli operatori che accompagnano i partecipanti raccolgono periodicamente una
documentazione redigendo relazioni che offrono un racconto del percorso sia in termini individuali sia in
termini di gruppo. Queste relazioni periodiche servono anche agli operatori stessi che sono obbligati a
ripercorrere un tratto di strada attribuendo dei significati che probabilmente sarebbe stato difficile
cogliere senza l'opportunità fornita loro dalla scrittura. In questo modo si tiene traccia di quanto succede
e in ogni momento si può attingere a questa documentazione per riflettere e cercare soluzioni migliori e
spiegazioni.

Infine, un ulteriore dato in itinere e offerto dalle famiglie, le quali, oltre ad essere costantemente coinvolte
nella costruzione compilazione delle griglie osservative e nella realizzazione di colloqui a cadenza mensile,
sono chiamate anche a fornire un dato intermedio nel momento in cui a metà percorso si sottopone alla loro
attenzione un questionario per raccogliere un'opinione rispetto al gradimento del percorso e alla
soddisfazione relativamente ai progressi avvenuti. Anche questo tipo di dato risponde alla volontà di
monitorare costantemente il percorso attraverso la partecipazione attiva degli attori coinvolti.

5.2.3 strumenti ex post


A conclusione del percorso, gli strumenti proposti durante l'intervento sono stati utilizzati nuovamente
al fine di mettere in evidenza un'evoluzione nel viaggio intrapreso dai ragazzi. Il momento finale è quello
della messa a punto di una documentazione che raccolga i dati valutativi proponendo una lettura
complessiva che dia testimonianza dei risultati raggiunti, di ciò che ha o non ha funzionato, dei punti di
forza e dei fattori che hanno permesso al cambiamento. In generale, dall'analisi delle griglie è evidente come
ogni partecipante si attua nel suo percorso di crescita, infatti i cambiamenti medi globali sono tutti superiori
al valore di 1, confermando che il percorso verso le autonomie è stato intrapreso anche se vi è ancora la
necessità di un aiuto parziale.
Anche considerando il questionario rivolto alle famiglie, si constata come la percezione dei genitori
rispetto all'intervento sia positiva in quanto ritengono che le attività svolte portino ad alcuni cambiamenti e
siano utili per l'apprendimento di nuovi comportamenti. Anche la percezione dell'associazione risulta
positiva, soprattutto in termini di professionalità del personale, di struttura e di ambiente nonché per il fatto
di prevedere una ricerca sul campo con supervisione.

5.3 Le fonti di cambiamento


In base ai risultati raccolti tramite i diversi strumenti utilizzati, ci si chiede quali siano i punti di forza di
questo progetto, quali gli aspetti che si sono mostrati in grado di promuovere il cambiamento e quali le
prospettive. La discussione avvenuta intorno ai dati sia all'interno del gruppo di ricerca sia tra gli operatori ha
portato a identificare un insieme di variabili che hanno svolto un ruolo fondamentale nel determinare la
qualità dell'esperienza:
● Valutazione continua e costante: questo aspetto ha consentito di raccogliere dati utili di cui fruire per
prendere decisioni sul percorso relativamente al mantenere la rotta oppure cambiarla. Si tratta di
decisioni che è possibile prendere solo in presenza di una riflessione che tiene conto del tratto di mare
percorso, di quello che si sta navigando e delle possibili direzioni future
● Approfondita valutazione dei progressi dei ragazzi coinvolti: l'uso di strumenti molteplici e
diversificati ha dato l'opportunità di guardare al percorso da plurime prospettive contribuendo ad una
visione complessa e multidimensionale.
● Attenzione ai partecipanti non solo come singoli individui, ma anche come gruppo in cui vivono
dinamiche e relazioni significative: l'ottica duplice adottata dagli operatori su ciascun ragazzo è sul
gruppo per favorire una partecipazione attiva di tutti e la creazione di un clima è motivo di scambio
reciproco ha permesso di non perdere di vista l'importanza del senso del noi che può agire come
facilitatori degli apprendimenti.
● Promozione dell'autovalutazione nei ragazzi partecipanti al progetto: in particolare, questo aspetto è
stato stimolato dall'uso dei video che li hanno incoraggiati a guardarsi, a riflettere sul proprio percorso e
ad avere la possibilità di ripensare l'esperienza in base ai progressi realizzati e agli aspetti su cui lavorare.
L'importanza di attivare processi riflessivi è fondamentale se si intende promuovere un percorso di
responsabilità e autonomia in cui sia possibile guardare avanti e indietro nel proprio cammino, ritornare
sui propri passi, usare le esperienze passate per imparare migliorare e comprendere quali aspetti
necessitano ancora di tempo e impegno per modificarsi.
● Interprofessionalità promossa dalla presenza di educatori e psicologi che insieme seguono i gruppi
dei partecipanti e insieme mettendo in atto percorsi di co-progettazione e co-valutazione dei
percorsi: la capacità di collaborare diventa la chiave di volta per realizzare interventi di qualità.
● Coinvolgimento delle famiglie fin dall'inizio e durante l'intero percorso per continuare a
mantenere una direzione comune: l'individuazione dei facilitatori e degli ostacoli alla crescita, l'analisi
delle motivazioni personali e l'identificazione dei rinforzi significativi ha costituito un lavoro congiunto
di operatori e famiglie che insieme hanno co-progettato e co-valutato i percorsi.
● Scelta di fare rete nella progettazione e nella valutazione sia con il mondo della scuola sia con i
● servizi sociosanitari

5.4 Partecipazione, mediazione e differenziazione


Un primo elemento che colloca il progetto in una prospettiva partecipativa è costituito dal coinvolgimento di
numerosi attori intorno al progetto stesso. Fin dal suo avvio, lo spirito con cui si è cercato di lavorare è
stato quello di rendere l'intervento, un intervento di tutti, in cui ciascuno, con interessi diversi, potesse
contribuire. Famiglie, scuole ed enti socioeducativi e sanitari hanno trovato spazi di intersezione che si sono
rivelati i profitti per le persone con disabilità coinvolte. Queste ultime in prima persona sono stata al centro
dell'intera esperienza e loro stesse sono state chiamate a riflettere sul percorso e a offrire il proprio contributo
per realizzare attività significative nell'ottica del proprio personale progetto di vita. La dimensione della
partecipazione è stata tenuta in considerazione, sia come dimensione in base alla quale costruire un progetto
negoziato e concordato, sia come aspetto costitutivo delle modalità di lavoro attuate nell'associazione. Gli
operatori tra di loro e con le famiglie e gli insegnanti hanno adottato pratiche partecipative e collaborative
con l'obiettivo di costruire itinerari condivisi e agire nella consapevolezza dell'importanza dell'incontro.
In secondo luogo, l'intervento realizzato si colloca anche in un'ottica differenziata in quanto sono stati
utilizzati diversi strumenti per la raccolta dei dati, diversi piani educativi e diversi percorsi così come
le forme di espressione, di rappresentazione e di coinvolgimento. Inoltre l'elemento chiave della valutazione
in un'ottica differenziata è rappresentato dall'uso della valutazione in termini prospettici. L'impiego di
strumenti lungo tutto l'arco del progetto ha permesso di utilizzare i dati che man mano emergevano
per costruire i passi successivi. È un uso della valutazione al servizio della progettazione, che diviene cioè
strumento fondamentale per orientare la progettazione pratica e contribuisce a renderla differenziata per
raccogliere e rispondere alle differenze stesse.
Infine i principi sottostanti ad un approccio dinamico alla valutazione sono anch'essi alla base del
modello di intervento valutativo impiegato nel progetto. In particolare, nel modo di realizzare la valutazione
si è posta attenzione agli aspetti che riguardano la costruzione di un clima e di un contesto che favoriscono
l'apprendimento, oltre che un clima e un contesto in cui ciascuno si sia potuto sentire parte di un gruppo.
Questi elementi richiamano alcuni criteri della mediazione, in particolare il criterio della reciprocità e
intenzionalità, quello del senso di condivisione e quello del sentimento di appartenenza. Mediare l'idea
che il percorso fosse un viaggio da fare insieme ha contribuito alla percezione che ci fosse davvero un
gruppo di persone accomunate da un progetto e che durante il cammino hanno scritto la loro storia. Altri
richiami ai criteri della mediazione si possono rintracciare nel fatto che il progetto abbia contribuito ad
attivare percorsi autoregolativi nei partecipanti, ad esempio tramite i filmati, sollecitandoli ad assumersi
anche la responsabilità dei propri comportamenti nonché nell'attenzione alla ricerca personale di progetti e
obiettivi e all'individuazione di strade per raggiungerli.
In conclusione, sulla base dei dati raccolti e delle riflessioni intorno ad essi, è possibile dire che il progetto
“chiavi di casa... Città facile” costituisce un esempio di buona pratica valutativa e di intervento in cui il
processo valutativo si è trasformato in un compagno di viaggio e ha contribuito a rivelare, a valorizzare e a
sostenere l'apprendimento e l'inclusione.

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