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dal campo della meccanica; non si capisce, infatti, come mai non si sia arrivati alla civilt delle macchine pur conoscendo i presupposti principali della meccanica. Gli studiosi, studiando tale problema, sono arrivate a delle conclusioni; la civilt non si sviluppata per questi motivi: dal punto di vista socio-economico, lo sviluppo della schiavit ha frenato gli stimoli per la creazione di nuove macchine; gli schiavi, infatti, erano considerate delle vere e proprie macchine umane; dal punto di vista psicologico-sociale, il fatto che il lavoro manuale era considerato un tipo di lavoro adatto agli uomini inferiori; dal punto di vista filosofico-culturale, gli scienziati sono ancora prigionieri della mentalit della vecchia filosofia la quale aveva sempre difeso l'atteggiamentocontemplativo conoscitivo e non quello pratico. La separazione tra la scienza e la societ Un altro limite della cultura scientifica alessandrina il suo essere separata rispetto alla societ. Infatti il sapere che germoglia dalla Biblioteca e dal Museo si estranea completamente dalla vita sociale e politica. Il dotto non parla pi a popolo ma si rivolge agli altri intellettuali e aristocratici, e il suo stesso ambiente molto limitato; l'intellettuale, quindi, finisce per ridurre il suo impegno alla ricerca pure, all'insegnamento e al dialogo tra specialisti stessi. Gli scienziati si rinchiudono in ricerche super-specialistiche, che trasformano le scienze in qualcosa di incomprensibile per gli altri; la stessa Biblioteca diviene in tempio chiuso. 3.La filosofia Il bisogno di filosofia Il fatto che la cultura ellenistica sbocci soprattutto ad Alessandria o in altri centri dell'Asia non pregiudica l'importanza della Grecia. In primo luogo, infatti, l'ellenismo rappresenta per definizione la diffusione e lo sviluppo della cultura greca nel mondo, testimoniati dall'uso del greco come lingua universale. In secondo luogo, Atene rimane la roccaforte geografica della filosofia, di una filosofia che rispecchia le esigenza dei tempi. Nel clima di generale insicurezza e di fuga nel privato che caratterizza questa et, al pensiero filosofico si chiedono due cose: da un lato una visione unitaria e complessiva del mondo; dall'altro lato una sorta di supplemento d'animo, ossia una parola di saggezza o di serenit, capace di indirizzare la vita quotidiana degli individui. La crisi delle precedenti concezioni del mondo, la divisione del sapere in scienze particolari e il crollo dei valori tradizionali implicano, infatti, l'esigenza di una visione globale delle cose che, dando, una risposta agli interrogativi ultimi della mente, permetta all'uomo di orientarsi con maggiore sicurezza nelle faccende della vita. Cos, alla tendenza specialistica delle scienze si contrappone lo sguardo generale della filosofia. Si assiste cos a una tendenziale spoliticizzazione del discorso filosofico: il progetto platonico di rimettere il sapere a servizio di una riforma della societ ormai tramontato e nella politica si scorge soltanto il regno della violenza e del caos. Perduta la fiducia nella politica, al filosofo greco rimane solo il desiderio di venire incontro alle inquietudini dell'individuo aiutandolo a guarire dai mali della vita. La vita, ora, viene vista come una malattia, il filosofo come un medico. Il filosofo, quindi, ha il compito di condurre gli uomini alla salvezza personale. Filosofia e scuole La scissione della filosofia dalla vita politica e dalle scienze si accompagna anche a una spicata disposizione al dogmatismo e al settarismo. Le varie scuole di questo periodo si riducono spesso a vere e proprie sette chiuse, caratterizzate al loro interno da una scarsa attitudine alla discussione e da un vero e proprio culto dei capiscuola, e da limitati contatti con l'esterno. Altri due tratti caratteristici della filosofia di questo periodo sono il tendenziale orientalismo e l'esplicito cosmopolitismo. L'ellenizzazione dell'Oriente mostra un orientalizzazione della mentalit ellenica.
All'individualismo apolitico delle filosofie ellenistiche corrisponde invece l'aspirazione a un'unit cosmopolitica tra i popoli, capace di andare oltre le barriere delle nazioni. La filosofia del periodo ellenistico fondamentalmente costituito da tre grandi indirizzi: 1.lo stoicismo 2.l'epicureismo 3.lo scetticismo L'obbiettivo di tutti e tre gli indirizzi quello di garantire la tranquillit dello spirito, in quanto il fine dell'uomo la felicit, e quest'ultima consiste nell'assenza di turbamento e nell'eliminazione delle passioni. Per questo motivo tutti e tre gli indirizzi pongono l'ideale del saggio nell'indifferenza rispetto ai motivi propriamente umani della vita. 4.L'ecletticismo La concordanza dei tre grandi indirizzi di pensiero del periodo ellenistico in campo pratico port con il tempo alla ricerca di un terreno di incontro. Tale tendenza costituita dall'eccleticismo. L'instaurarsi di questo nuovo indirizzo di pensiero venne favorito dal fatto che che la Grecia era diventata una provincia dell'impero Romano e che Roma cominci ad accogliere la filosofia greca che si adatt alla mentalit latina. Proprio in quest'ultima si cercarono di trovare gli elementi comuni tra i tre pensieri. Poich la scelta di tali elementi presupponeva un criterio, si giunse ad assumere come tale, l'accordo comune degli uomini su certe verit fondamentali. L'indirizzo eclettico comparve per la prima volta nella scuola stoica. 5.Il destino di Alessandria e del pensiero scientifico L'estendersi della conquista romana port gradualmente alla decadenza ella cultura scientifica, ossia di Alessandria, della sua Biblioteca e del suo Museo. Dal 145 a.C, infatti, cominci una lenta decadenza accompagnata, inoltre, da ulteriori cataclismi politici. Nel 48-47 a.C, la Biblioteca venne incendiata. Nel 3 a.C. Ottaviano conquist l'Egitto, inglobandolo nell'Impero romano; l'importanza di Alessandria venne mano a mano diminuendo. 6.L'indirizzo religioso dell'ultima filosofia greca L'accentuazione della tendenza religiosa nello stoicismo romano si concretizza nel raccogliere per poi cucire assieme gli elementi religiosi impliciti nel pensiero greco e di connetterli con la sapienza orientale, in modo da mostrare la fondamentale concordanza del primo con la seconda. Si assiste cos a un'interpretazione religiosa delle dottrine greche e ad un tentativo di conciliare queste dottrine con le credenze orientali. E' in questo clima che prese forma la tradizione secondo cui l'intera filosofia dei Greci aveva le proprie origini in Oriente. Nel I secolo a.C. cominciarono a comparire alcuni scritti di falsa attribuzione volti a combattere il cristianesimo e a difendere le religioni orientali; alla fine del I secolo d.C. comparvero invece gli scritti che tendevano a riportare la filosofia greca alla religione egiziana. Nella stesso tempo, ci fu anche chi cerc di presentare Pitagora come un profeta o come un operatore di miracoli. Tra i numerosi pensatori pitagorici si distinse Numenio di Apamea che era convinto che la filosofia greca derivasse dalla sapienza orientale. La scuola di Platone divent la sede preferita di questo indirizzo di pensiero che utilizzava insieme dottrine filosofiche e scientifiche.