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Comunicazione della scienza

SCIENZA: un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca


prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi ➡ conoscenza
verificata attraverso l’uso di un metodo ➡ il suo obiettivo è di pervenire ad una
descrizione verosimile, con carattere predittivo, della realtà, delle leggi che regolano
l’apparenza dei fenomeni. Mira all'accrescimento delle conoscenze verificate.
● Scienze empiriche: studiano la natura a partire da osservazioni empiriche
(fisica, chimica, biologia…)
● Scienze applicate: come ingegneria e medicina, si usano per far progredire la
tecnologia e l’industria sviluppando nuovi prodotti e servizi.

LO STATUTO DELLA SCIENZA


● Autorevolezza e fiducia ➡ la scienza produce una conoscenza affidabile,
perché si basa su norme e regole veritiere, così che le persone hanno fiducia e
credono nella scienza.
● Specificità
● Autonomia

NORME DELLA SCIENZA


1. Bisogna tenere conto di tutta l’evidenza a disposizione e bisogna concentrarsi
sull’evidenza contrastante, diversamente dalla politica che si concentra
sull’evidenza a favore.
2. Per la scienza la conoscenza e’ provvisoria. Uno scienziato non è mai certo di
quello che ha scoperto, lo scienziato insiste sulla teoria provvisoria a contrario
del politico che è categorico.
3. Il linguaggio nella scienza è preciso, certo, organizzato matematicamente. Il
linguaggio scientifico traduce il linguaggio specifico con termini tecnici,
formalismi, matematica a un linguaggio semplice per l’uomo, invece, il
linguaggio politico è direttamente semplice per l’uomo.

LA SOCIETÀ E LA SCIENZA SONO CONNESSE E IN UN’UNICA SCATOLA


Articolo del giornalista scientifico ED YONG: in questo articolo il giornalista parla
della pandemia e di come le istituzioni sapevano che sarebbe scoppiata.
Comunicare la scienza significa portare chiarezza alla complessità, abbracciare le
sfumature e capire che tutto ciò che e’ nuovo e’ costruito su vecchie fondamenta e
sondare l’ignoto delimitando i limiti della propria ignoranza.
- Disinformazione: e’ un’informazione falsa diffusa con l’intenzione di
ingannare le persone. La persona che diffonde la notizia sa che e’ falsa e
vuole ingannare il suo pubblico.

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- Misinformazione: e’ un’informazione fuorviante, imprecisa o completamente
falsa, che viene diffusa senza l’esplicita intenzione ad ingannare. E’ destinata
ad essere percepita dai destinatari come un’informazione seria e corretta.

Parole chiave della scienza:


● Divulgazione ➡ comunicazione che prevede un modello basato sui deficit,
perché alle persone mancano i contenuti scientifici.
● Dialogo ➡ comunicazione multidirezionale.
● Engagement ➡ comunicazione collettiva.
● Pubblici ➡ coloro a cui le persone si rivolgono.
● Expertise ➡ l’esperto a cui ci rivolgiamo per avere risposta a certe domande.
● Scienziati visibili ➡ colui che non lascia che gli altri comunichino la scienza
al posto suo.

LE DOMANDE DELLA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA


● Che cosa va comunicato?
● Chi decide sulla scienza?
● Come circola, si diffonde, si usa, ci si impadronisce della scienza?
● Chi parla di scienza?

La scienza comunica e ha bisogno di comunicare, ma non ci sono solo gli scienziati


e i media. Molti attori comunicano la scienza o le sue rappresentazioni culturali.

LE ORIGINI DELLA SCIENZA


● Galileo Galilei: era un matematico e filosofo naturale che si occupava di
indagare e riflettere su come è fatto il mondo, che scoprì delle cose nel cielo
grazie al cannocchiale, fece scoperte sulla luna che misero in crisi la visione
dell’epoca dell'universo.
- nel 1632 scrisse il “Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo”, Galileo si
rivolge ad un pubblico ampio, usando l’utilizzo di personaggi che animano
questo dialogo, il dialogo ha tre personaggi:
- Salviati ➡ difende il sistema copernicano (il sole è al centro
dell’universo e i pianeti gli girano attorno).
- Simplicio ➡ difende il sistema tolemaico (si credeva che la terra fosse
al centro dell’universo).
- Sagredo ➡ ospita nel suo palazzo Salviati e Simplicio che discutono
fra di loro, era un ricco mercante veneziano amico di Galilei.

LA SCIENZA MODERNA
● Accessibilità
Stampa, lingua volgare, apertura della tecnica

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● Organizzazione
Accademie: luoghi dove viene prodotto e trasmesso il sapere, una delle più
importanti accademie viene fondata a Londra da Newton (ROYAL aSOCIETY,
1962), questa accademia chiede al re di poter mandare lettere gratuitamente
e così si comincia a raccogliere lettere inviate da tutto il mondo, le
informazioni cominciano ad essere discusse, viene creata una tipografia per
stampare il periodico (Philosophical Transactions) a partire dal 1966, così da
diffondere il sapere in tutto il mondo. Rendere le informazioni pubbliche è la
ricompensa del lavoro dello scienziato.
● La conoscenza come impresa collettiva e pubblica

LA COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA MODERNA


● LIBRI
1. “Il Dialogo” (1632) di Galilei
2. “Entretiens sur la pluralité des monde” (1686) di Bernard de Fontenelle
3. “Il newtonianismo per le dame” (1737) di Francesco Algarotti.

● LETTERE E PERIODICI
1. Marin Mersenne (1588-1648): era un frate e intellettuale, il cui ruolo è quello di
essere un “collettore” di lettere, lui era il mezzo per il quale passava la lettera,
facendo circolare le idee nell’Europa.
2. Benjamin Franklin (1706-1790): famoso come uomo politico nell’America,
tipografo e scrittore, tra le sue imprese editoriali ci sono i periodici e i giornali
(es. Pennsylvania Gazette: giornale che riportava notizie, anche scientifiche,
indirizzate anche ad un pubblico più ampio). ➡ in quel periodo era forte
l’opinione pubblica: idea di cittadini che vogliono essere informati.

● LUOGHI
1. Museo di Ole Worm (1655): Worm era un signore amante della geologia che a
casa sua decise di raccogliere molti oggetti presi nei suoi viaggi o spediti dai
suoi corrispondenti (carapaci di tartaruga, animali, pietre, fossili, vestiti…)
2. Jean Antoine Nollet, Essai sur l'électricité des corps (1746): salotto parigino,
dove venivano approfonditi i fenomeni elettrici, che attiravano l’interesse di
uomini e donne parigini.
3. Caffè del ‘700: il caffè è una bevanda che ha molto successo nel corso del
‘700 e nascono così questi luoghi adibiti alla vendita che diventano poi luoghi
di incontro e scambio culturale nella Francia e nell’Europa.

LA NASCITA DELLA SCIENZA “ACCADEMICA” NELL’800


Il termine scienziato viene introdotto negli anni 20 dell’800, prima non esisteva una
figura professionale pagata per fare ricerca.

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LA SCIENZA ACCADEMICA (XIX sec.):
La scienza come professione ➡ le università diventano il centro della promozione
della scienza, si crea la figura del ricercatore e dello scienziato, che viene pagato e
retribuito.
Nella fase accademica, la comunità scientifica è costruita sulla condivisione di
norme e valori che sono istituzionalizzati e che costituiscono l’ethos (etica). I valori
alla base della figura dello scienziato individuati da Robert MERTON sono cinque
(CUDOS: fama, prestigio):
1. Comunitarismo: proprietà comune dei beni, le scoperte sostanziali del mondo
sono un bene collettivo e a disposizione di tutti.
2. Universalismo: norma morale che dice che la verità scientifica va discussa da
chiunque indipendentemente da razza, sesso, credenze ecc…, le carriere sono
aperte a chiunque ne abbia le capacità.
3. Disinteresse: elemento istituzionale di base, l’azione dello scienziato non è
guidata da motivi d interesse personale, uno scienziato può agire per
interesse personale, ma ci sono dei meccanismi della scienza che sono stati
costruiti apposta per cui l’interesse personale non prevalga, perché si passa
sempre sotto la “revisione tra pari” di tutti gli altri colleghi.
4. Originalità: è un valore che è legato ai contenuti tecnici, il plagio viene
condannato.
5. Scetticismo sistematico: l’atteggiamento fondamentale dello scienziato è
quello critico, lo scienziato tende a confutare sempre le idee proprie ed altrui.

LA COMUNICAZIONE NELLA SCIENZA ACCADEMICA


● Istituzioni (ROYAL Institution): nasce nel 1800 per portare la scienza al
pubblico, Humphry Davy in questo ambiente mostrava le proprietà dei gas a
un pubblico di non esperti.
● Esposizioni Universali (1851): occasioni degli stati per mostrare la proprio
potenza, le proprie ricchezze, far vedere le nuove scoperte.
● La scienza al popolo: idea di divulgazione di informazioni, di ricerche, al
popolo.
Lo scopo della comunicazione accademica è quello di fare in modo che i cittadini
comprendano gli aspetti fondamentali di queste “ardue regioni”.

MODELLO DIFFUSIONISTA
Modello che si sviluppa a metà dell’800 e si caratterizza per alcuni elementi:
1. Conoscenza scientifica come oggettiva e astorica
2. Scienza come istituzione chiusa
3. Scienza come depositaria di un sapere “alto”
4. Il pubblico è omogeneo e passivo e ha un deficit di conoscenza
5. La comunicazione è un processo unidirezionale

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La scienza è presentata come un’attività largamente indipendente da pressioni
esterne ma fondamentale per il progresso della società.

LA NASCITA DEL GIORNALISMO SCIENTIFICO


Il giornalismo nasce come professione nel ‘700, l’epoca della nascita dell’opinione
pubblica della nascita dei giornali, e nella prima metà del ‘900 nasce la
specializzazione del “giornalista scientifico”.
● Nel 1928: James Gerald Crowther diventa il primo corrispondente scientifico di
un giornale britannico.
● Nel 1934: nasce negli Stati Uniti la NATIONAL ASSOCIATION OF SCIENCE
WRITERS.
I giornalisti scientifici rafforzano l’immagine di un divario crescente e inevitabile tra
scienziati e pubblico, la maggior parte dei cittadini rimane lontano alla scienza.

SCIENZA E POLITICA
La scienza in guerra:
Le due guerre mondiali sono determinate da scienza e tecnologie, le nuove
tecnologie determinarono le sorti della guerra:
● Aeroplano
● Sommergibile
● Gas
La seconda guerra mondiale fu ancora più influenzata da queste tecnologie:
● PROGETTO MANHATTAN ➡ progetto sviluppato dagli USA per produrre
l’arma atomica durato dal 1942 - 1946, costò 2 miliardi di dollari e coinvolse
centinaia di scienziati.

VANNEVAR BUSH fu un dirigente del progetto Manhattan, che nel 1945 scrisse un
documento: “Science: the endless frontier”, e in questo documento scrisse cosa,
secondo lui, gli scienziati avrebbero dovuto fare quando la guerra sarebbe finita.
● Parla di come molte tecnologie durante la guerra abbiano salvato molte vite
grazie alla Penicillina (Antibiotico contro le infezioni ) e aiutato a far vincere la
guerra grazie al Radar e la Radio.
● Bush credeva che ci fossero stati tre ingredienti che avevano fatto vincere gli
USA in quegli anni:
1. La democrazia liberale
2. Le risorse naturali
3. Gli avanzamenti della scienza e delle sue risorse

● Mappa dei rapporti tra scienza e pubblico:


1. Finanziamenti stabili nel tempo
2. Esperti che decidono e non politici
3. Finanziamenti dati alle università e agli studi di ricerca

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4. Scienza lasciata autonoma in cosa indagare e ricercare, la politica non deve
entrare in questo campo
5. Le agenzie che allocano le risorse pubbliche devono rispondere ai cittadini

La corsa allo spazio:


● Nel 1957 i sovietici lanciano il satellite Sputnik e nel 1961 Jurij Gagarin fu il
primo uomo a orbitare attorno alla terra.
● J.F. Kennedy nel 1961 lancia il programma APOLLO dove decide che uno degli
obiettivi degli Stati Uniti sarebbe stato quello di portare l’uomo sulla luna entro
la fine del decennio, cosa che accadde nel 1969.

Il nuovo triangolo del governo della società era costituito da:


● Scienza
● Politica
● Opinione pubblica

LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA


È una società caratterizzata da una nuova risorsa primaria della produzione: la
conoscenza, e da tre pilastri fondamentali:
1. La diffusione dell’educazione ➡ persone sempre più qualificate nell’ambito
dell’istruzione, nel corso degli anni troviamo un aumento degli studenti iscritti
all’università (nel 2005 si contano 1.800.000 studenti).
2. Il ruolo della scienza ➡ la scienza diventa sempre più fondamentale e sempre
più studiata, gli Stati Uniti fornivano molti fondi per fare ricerca.
3. La comunicazione pubblica ➡ necessità che la scienza venga conosciuta da
sempre più persone.

LA CRISI DELLA FIDUCIA NELLA TECNOSCIENZA


● Gli anni sessanta del ‘900: crisi e critiche alla scienza ➡ forte crisi di fiducia
nei governi (negli USA movimenti di contestazione giovanile nei confronti del
potere, dell’ambiente).
● La crisi petrolifera mondiale e l’affermazione del neoliberismo ➡ Stati Uniti e
Gran Bretagna negli anni ‘80: l’epoca del liberalismo, porta l'idea che lo stato
intervenga il meno possibile nel campo della scienza e dalla tecnologia,
lasciando spazio all’investimento privato.
● Incidenti industriali e inquinamento ➡ nel corso degli anni ci furono incidenti
che cominciano a dare segni e problemi di inquinamento:
1. Bomba atomica nel 1945, sganciata ad Hiroshima.
2. Lo smog di Londra, inquinata dal carbone nel 1952.
3. Fuoriuscita di diossina a Milano nel 1976.
4. Esplosione della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986.

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● La rottura del patto tra giornalisti e scienziati ➡ la stampa e i media
cominciano a dare voce a queste posizioni critiche anche nei confronti di
scienza e tecnologia.

PUBLIC UNDERSTANDING OF SCIENCE: è un documento che viene redatto nel 1985,


le tesi principali erano:
● La crisi di fiducia nella scienza è dovuta all’analfabetismo scientifico del
pubblico e alla superficialità dei media.
● La crisi mette in pericolo il finanziamento dell’attività scientifica.
● Il rimedio passa attraverso una serie di iniziative nel campo dell’educazione e
della comunicazione ➡ più scienza a scuola, più scienza nei media e nei
quotidiani, più scienza in televisione, gli scienziati devono imparare a
comunicare con il pubblico e deve diventare un loro obbligo, il nuovo ruolo per
loro è diventare “scienziati visibili”.

Quindi per contrastare questa crisi scientifica:


1. Iniziative di divulgazione scientifica: conferenze pubbliche, festival, caffè
scientifici, laboratori aperti…
2. Ricerche sulla alfabetizzazione scientifica dei cittadini e le loro opinioni sulla
tecnoscienza: EUROBAROMETRO e OBSERVA (istituti di ricerca).

LA SCIENZA POST - ACCADEMICA


Compare un quarto potere ovvero il MERCATO e gli anni ‘80 sono marcati da alcuni
episodi:
● La svolta degli USA: nel 1980 l’ufficio brevetti ammette come brevetto un
batterio geneticamente modificato, fu una svolta perché in genere veniva
brevettato ciò che è stato inventato e ciò che non è vivente, ma dato che
questo batterio venne modificato e inventato, venne brevettato.
● Nel 1980 un'università americana (Stanford University) sviluppa una nuova
tecnica per poter clonare il dna e questa tecnica viene protetta tramite
brevetto.
● Nel 1980 il congresso degli Stati Uniti approva una nuova legge secondo cui le
università devono cominciare a brevettare le loro invenzioni.
● Craig Venter: è uno scienziato americano che codificò il codice genetico (dna)
umano, lui era il capo di un’azienda privata (Celera Genomics), che pubblica un
articolo su questo progetto importante della lettura del dna.

I nuovi valori della ricerca: dal CUDOS al PLACE (John Ziman):


1. Proprietà: affermazione dei diritti di proprietà.
2. Località: attenzione ai problemi particolari.
3. Autoritarismo: gestione manageriale della ricerca.
4. Commissionamento: realizzazione di obiettivi prevalentemente di tipo pratico.

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5. Esperti: valorizzazione dei ricercatori come esperti piuttosto che come
portatori di creatività.

IL MARKETING DELLA CONOSCENZA


Gli scienziati imprenditori non si considerano persone che contribuiscono
all’avanzamento della conoscenza, né rappresentanti di un interesse pubblico e
nemmeno educatori che cercano di trasferire la conoscenza agli studenti, essi sono i
creatori e i manager di prodotti di conoscenza.
● Le università - imprese: richieste di finanziamento, spin-off e brevetti.
● Dal PUS (public understanding of science) al PUS INC.: uffici stampa e
relazioni pubbliche.

L’ECONOMIA DELLA CONOSCENZA


I mutamenti nei sistemi produttivi e le tre grandi transizioni della società umana:
1. La società agricola ➡ determina cambiamenti importanti dal punto di vista
demografico.
2. La società industriale
3. Nella società della conoscenza la produzione di beni che hanno maggiore
successo di mercato è sempre meno caratterizzata da un'alta intensità di
lavoro e sempre più da un'alta intensità di conoscenza.

Dagli anni ottanta del ‘900 assistiamo a un’economia di mercato sempre più fondata
sulla conoscenza, nella quale la scienza diventa una merce.
● L’aumento degli investimenti privati nel campo della ricerca scientifica e
tecnologica.
● La nuova geografia della ricerca e il suo nuovo scenario economico mondiale
➡ la Cina investe molti fondi per la ricerca e la scienza, molti stati cominciano
ad investire
● Il caso dell’Italia ➡ era una delle grandi economie mondiali perchè aveva
sviluppato un apparato industriale molto avanzato fatto da piccole-medio
imprese, però nel periodo della società della conoscenza non stava
investendo abbastanza per la ricerca e lo sviluppo della scienza.

I PROBLEMI DELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA


1. L’editoria scientifica
2. L’accesso alla conoscenza
3. La proprietà delle informazioni
4. Le disuguaglianze sociali e l’impatto ambientale

1. EDITORIA SCIENTIFICA
● L’aumento della competizione tra scienziati e la spinta a pubblicare.

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● L’esplosione dell’editoria scientifica e il problema dell selezione: impact factor
(l’indice che misura il numero medio di citazioni ricevute in un particolare
anno da articoli pubblicati in una rivista scientifica) e peer-review
(valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di
specialisti, i revisori non vengono pagati).
● L’oligopolio dell’informazione scientifica ➡ poche imprese che producono un
bene.
● Una possibile soluzione: l’open-access ➡ modalità di pubblicazione del
materiale prodotto dalla ricerca scientifica che ne consente accesso libero e
senza restrizione. ➡ creazione di archivi digitali gratuiti.

2. L’ACCESSO DELLA CONOSCENZA


● La conoscenza come bene e il valore della segretezza
● Comunitarismo vs proprietà
● Il DIGITAL DIVIDE ➡ è il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle
tecnologie dell'informazione e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.

3. LA PROPRIETÀ DELLE INFORMAZIONI


● Internet e l’economia del dono ➡ noi su internet “doniamo” i nostri dati in
cambio di servizi.
● Lo sfruttamento dei dati nell’economia della conoscenza: marketing e
pubblicità.
● Lo sfruttamento dei dati per fini politici: il caso di Cambridge Analytica ➡ è
stata una società di consulenza britannica il cui nome è divenuto celebre a
seguito di uno scandalo connesso alla gestione dei dati per influenzare le
campagne elettorali ➡ oggi Cambridge Analytica è un'azienda di
comunicazione che promette alle altre aziende di fornire dei profili di
comportamento delle persone in modo da riuscire a creare una pubblicità
mirata (questo favorisce sia l’azienda che i clienti). Per arrivare a questi profili
di comportamento usano l’OCEAN Personality Model: un modello sviluppato
nell'università di Cambridge che serve per identificare dei profili psicologici:
○ Openness
○ Conscientiousness
○ Extroversion
○ Agreeableness
○ Neuroticism

4. LE DISUGUAGLIANZE SOCIALI E L’IMPATTO AMBIENTALE


● Disuguaglianze sociali ➡ negli anni il divario tra ricchi e poveri è molto
aumentato (in uno studio: un bambino che nasce in Giappone ha
un'aspettativa di vita di 82 anni, se nasce in un paese africano povero, la sua
aspettativa di vita è di 34 anni).

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● Sostenibilità sociale e ambientale: HDI e impronta ecologica ➡ sta
aumentando l’inquinamento e soprattutto le emissioni di carbonio, con effetti
che sono molto nocivi per la natura e per per l’uomo, con conseguente
riscaldamento globale. La maggior parte delle emissioni provengono dagli
Stati Uniti, Cina, India.
○ L’ HDI (Human Development Index) ➡ è un indicatore che misura: il
reddito, l’aspettativa di vita, l'alfabetizzazione.

LA COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA NELLA SOCIETÀ DELLA


CONOSCENZA
La comunicazione diventa una necessità per gli scienziati, gli attori della
comunicazione interessati alla scienza si moltiplicano.

● Il crollo della “torre d’avorio” ➡ si passa all’arena pubblica (Agorà)

● Modello dell’arcipelago ➡ ogni “isoletta” dell’arcipelago può rappresentare un


attore sociale come: gli scienziati, le autorità istituzionali, le associazioni, gli
operatori dei media, gli attivisti… ➡ questo modello rappresenta la
molteplicità di attori, ma nell’arcipelago sono presenti anche dei “ponti” che
rappresentano vari flussi di comunicazione.
● Le caratteristiche del modello:
○ La comunicazione pubblica è un sistema complesso.
○ Non esiste alcun modello universale di comunicazione pubblica della
scienza.
○ Ogni ponte è importante.
○ È necessario avere sia una visione analitica, sia una visione sintetica
dell’arcipelago.

LA CITTADINANZA SCIENTIFICA
Noi cittadini siamo direttamente coinvolti in ciò che riguarda scienza e tecnologia.

● La dimensione politica: generalmente le decisioni in materia scientifica


vengono prese dalle autorità, ma in altri modelli politici, i cittadini sono
chiamati a partecipare alle decisioni dello stato.
● La dimensione economica: nella società della conoscenza c’è un problema
riguardo alla situazione economica, perché i ricercatori non vengono retribuiti
abbastanza.
● La dimensione sociale: cercare di ridurre le disuguaglianze, aumentare il
benessere collettivo.
● La dimensione culturale: l’accesso alla conoscenza deve diventare un nuovo
diritto (es. l’accesso ad internet), diritto ad essere informati in modo corretto,
diritto di proprietà dei dati: controllare l’uso dei dati in internet.

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○ Morozov vuole mettere i dati nel pubblico, vuole che vengano gestiti
dalle istituzioni, e che siano le istituzioni a decidere chi può usare quei
dati e a quale prezzo, per fare questo però ci vuole un forte rapporto di
fiducia tra noi cittadini e le istituzioni.

L'APPROCCIO DIALOGICO ALLA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA


Cittadinanza scientifica significa essere cittadini nella società della conoscenza, e
“Citizen Science” è la partecipazione alla ricerca scientifica dei non esperti.
● Il caso della mucca pazza: era una malattia (BSE) che colpiva i bovini, che si
scoprì nel 1990 in Inghilterra. La ricerca scientifica provò a capire se questa
malattia fosse pericolosa per gli uomini che mangiavano carne bovina. John
Major, primo ministro della salute inglese, mostrò un'immagine la quale lo
ritraeva insieme a sua figlia mangiando un panino con carne bovina e questo
servì per diffondere l’informazione che la BSE non si diffondeva mangiando
carne .
Ma nel 1995 si registrò il primo caso di malattia tra gli uomini con anche
successivi decessi.
Il problema è il rischio di credere a informazioni che vengono divulgate dalle
istituzioni che non sono vere e questo porta l’uomo a togliere fiducia nelle istituzioni.

Quando si fa comunicazione bisogna avere ben chiaro il tipo di pubblico, perché


esistono diversi pubblici secondo alcune caratteristiche.
Nel rapporto “Science and Society” del Parlamento inglese del 2000 la scienza viene
definita come: fisica, scienze della vita e tecnologia. C’è uno scollamento tra le
aspettative delle persone e quello degli scienziati, quindi la soluzione è un modello
del dialogo. Si passa da Public Understanding of Science a Public Engagement.
Le attività tipiche dell’engagement sono attività di coinvolgimento come:
● Laboratori
● Referendum
● Consultazione a livello locale e nazionale
● Sondaggio deliberativo
● Comitati consultivi
● Focus groups
● Conferenze di consenso
● Dialoghi su internet
Mentre le attività di comunicazione del modello di Deficit erano: libri, conferenze,
periodici e giornali.

Nel modello del dialogo, il pubblico è diversificato secondo il livello sociale e


culturale, è un agente attivo e portatore di informazioni.
Secondo Sheila Jasanoff, l'epistemologia civica consiste nella descrizione dei modi
in cui il pubblico partecipa alla costruzione della conoscenza. La comunicazione non

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è top-down, cioè da scienziati a cittadini, ma multidirezionale. Quando si parla di
“sapere laico” si intende che gli scienziati sono i religiosi, mentre i cittadini (i non
esperti) sono i laici.
● La storia del film Dallas Buyers Club: racconta di un malato di AIDS ed è
ambientato all’inizio della ricerca e quindi non esistono farmaci e vaccini. Il
protagonista si cura con farmaci provenienti dal Messico, perché non serviva
la ricetta per quei farmaci, quindi non segue i protocolli della scienza,
guarisce e lo consiglia anche ad altri pazienti e così nascono i conflitti tra
istituzioni e i pazienti.
Un tipo di scienza collaborativa è Wiki Science: un'enciclopedia scientifica che deriva
da Wikipedia che è il frutto di un’impresa collaborativa in cui parteciparono i cittadini
e gli scienziati. Un altro esempio è la Citizen science: che si è sviluppata grazie alle
ICT ed è la partecipazione dei cittadini alla ricerca scientifica facendo esperimenti
scientifici, oppure risolvendo problemi di matematica messi in rete o con delle
associazioni come la European Citizen Science Association ➡ dove i fondatori sono
direttori dei musei, perché lì si può vedere e fare scienza.

La Citizen Science ha dieci principi:


1. I progetti di Citizen science coinvolgono attivamente i cittadini in attività
scientifiche che generano nuova conoscenza o comprensione. I cittadini
possono agire come contributori, collaboratori, o responsabili di progetto e
ricoprono un ruolo significativo nel progetto.
2. I progetti di Citizen Science producono un risultato scientifico originale.
3. Sia gli scienziati professionisti sia i cittadini coinvolti traggono vantaggio dal
prendere parte a progetti di Citizen Science. I vantaggi possono includere la
pubblicazione dei risultati di una ricerca, opportunità di apprendimento,
piacere personale, benefici sociali, soddisfazione per aver contribuito a fornire
una evidenza scientifica.
4. Le persone coinvolte in progetti di Citizen Science possono prendere parte a
più fasi del processo scientifico. Questo può includere lo sviluppo di quesiti di
ricerca, mettere a punto un metodo, raccogliere e analizzare dati e
comunicare I risultati.
5. Le persone coinvolte in progetti di Citizen Science ricevono feedback. Ad
esempio, come i loro dati vengono utilizzati e quali sono i risultati nel campo
della ricerca, politico e sociale.
6. La Citizen Science è considerata una metodologia di ricerca come qualunque
altra, con limiti e margini di errore che devono essere considerati e tenuti
sotto controllo.
7. Dati provenienti da progetti di Citizen Science sono resi pubblicamente
disponibili e, ove possibile, i risultati sono pubblicati in un formato di libero
accesso (open access). La condivisione dei dati può avvenire durante o dopo

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il progetto, a meno che esistano motivi di sicurezza o privacy che lo
impediscano.
8. Il contributo delle persone coinvolte in progetti di Citizen Science viene
riconosciuto ufficialmente nei risultati dei progetti e nelle pubblicazioni.
9. I programmi di Citizen Science vengono valutati per il loro risultato scientifico,
per la qualità dei dati, l’esperienza dei partecipanti e l’ampiezza dell’impatto
sociale e sulle politiche di settore.
10. I responsabili di progetti di Citizen Science prendono in considerazione aspetti
legali ed etici relativi a copyright, proprietà intellettuale, accordi sulla
condivisione dei dati, confidenzialità, attribuzione e impatto ambientale di
ogni attività.

Bruce Lewenstein ha esposto le tre finalità di un modello di comunicazione


scientifica sull'engagement:
1. Apprendimento
2. Istituzionale, cioè promosso dalle istituzioni.
3. Processo di democrazia partecipativa: si sviluppano attività volte a costruire
contesti di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali delle istituzioni
in materia di scienza e tecnologia.

Gli strumenti dell'engagement o metodi di partecipazione (esempi):


Referendum
● Partecipanti: partecipano tutti i cittadini di una nazione.
● Durata: per votare viene scelta una data.
● Caratteristiche: scelta tra opzioni da parte degli individui che hanno uguale
influenza rispetto al risultato finale.
● Esempi: Referendum sulle biotecnologie in Svizzera, referendum sulla
procreazione assistita in Italia.

Focus groups
● Partecipanti: piccoli gruppi da 5 a 12 persone selezionate dal pubblico.
● Durata: un solo incontro di un paio di ore.
● Caratteristiche: discussione libera su specifici argomenti da parte del
moderatore, usati per valutare opinioni e atteggiamenti.
● Esempi: sono stati usati in diversi paesi per esempio in Inghilterra sul rischio
alimentare.

IMMAGINI PUBBLICHE DELLA SCIENZA


1. I media dedicano poco spazio alla scienza ➡ tradizionalmente i media non
dedicano tanto tempo alla scienza, però negli ultimi anni la pandemia ha
portato la scienza al centro dell’attenzione pubblica.

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2. Lo spostamento dell’interesse dai media dalle scienze fisiche alla biomedica
➡ si sposta l’attenzione sulle scienze della vita, ma a volte i media pongono
ancora attenzione alle scienze fisiche (es. studio dello spazio).
3. Sui media sembra prevalere un’immagine positiva della scienza ➡ la scienza
viene trattata dai media con immagine positiva.
4. L’immagine ambivalente dello scienziato e della sua conoscenza: il
Frankenstein di Mary Shelley ➡ romanzo del 1816, Frankenstein è uno
scienziato e in laboratorio prende pezzi di corpi di cadaveri e riesce a dar vita
ad un corpo inanimato. La scienza in questo romanzo va oltre ai limiti.

● “Ritual abuse, hot air, and missed opportunities” - Crichton ➡ in questo


articolo, l’autore dice c'è un fraintendimento di fondo che lega scienza e
media, lui pensa che gli scienziati non notino che i loro colleghi abbiano dei
difetti in quanto esseri umani, nei film vengono rappresentati tutti i
professionisti con difetti, ma questi film vogliono creare dei profili di vita che
siano interessanti. Secondo l’autore non bisogna pretendere che i media
rappresentino sempre gli scienziati in maniera positiva.

GIORNALISMO SCIENTIFICO

ARTICOLO DI GIORNALE ARTICOLO SCIENTIFICO

Racconta una storia É un resoconto di metodo, procedure,


risultati

Va da A a B Può andare da 0 a 0,0003

Si focalizza sul contesto Si focalizza sulle irregolarità in campi


specifici

Comincia dalle conclusioni Si svolge in modo sistematico verso


una conclusione

Include le emozioni É razionale

Un articolo giornalistico deve avere:


1. Novità
2. Prossimità
3. Conflittualità
4. Drammaticità

I modi in cui i media possono influenzare l’opinione pubblica sono due: AGENDA
SETTING (la teoria delle comunicazioni che ipotizza la possibile influenza dei
mass-media sull'audience in base alla scelta delle notizie) e FRAMING (processo di

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influenza selettiva, sulla percezione dei significati che un individuo attribuisce a
parole o frasi).

La pretesa di controllo da parte degli scienziati sul processo comunicativo è uno dei
maggiori terreni di scontro con i giornalisti, i quali si considerano responsabili di ciò
che scrivono e ritengono gli scienziati delle fonti da trattare con lealtà e niente più.

IL CLIMA
I negoziati sul cambiamento climatico:
1. Nel 1972: si svolge a Stoccolma la conferenza delle Nazioni Unite
sull’ambiente, questa è la prima grande conferenza su questioni climatiche
internazionali e segna la svolta nello sviluppo della politica ambientale.
2. Nel 1988: viene creato il Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento
climatico (IPCC), che è un’istituzione scientifica che offre al mondo una
visione scientifica chiara dell’attuale stato del cambiamento climatico e le
rispettive ripercussioni.
3. Nel 1995: a Berlino si svolge la prima Conferenza delle Parti (i governi), che
stabiliscono un processo per negoziare gli impegni più incisivi.
4. Nel 1997: viene adottato il Protocollo di Kyoto, che è il primo trattato al mondo
sulla riduzione delle emissioni dei gas serra.
5. Nel 2001: il presidente USA Bush ritira gli Stati Uniti dal processo di Kyoto.
6. Nel 2015: viene adottato l’Accordo di Parigi sul clima, questo è il primo
accordo globale sul clima legalmente vincolante e universale della storia, mira
a controllare il picco delle emissioni di gas serra e bilanciare le emissioni.
7. Nel 2017: il presidente Trump annuncia l’intenzione di ritirare gli USA
dall’Accordo di Parigi.
8. Nel 2019: la Commissione Europea presenta il GREEN DEAL, c’è intende far
diventare l’Europa climaticamente neutra entro il 2050.

CAMBIAMENTI CLIMATICI: perturbazioni del sistema climatico che includono anche


il riscaldamento globale. I cambiamenti climatici hanno assunto tra le emergenze
globali una priorità tale da acquisire progressiva rilevanza nelle agende politiche di
vari paesi.

RISCALDAMENTO GLOBALE: effetto dell’innalzamento della temperatura media


atmosferica in superficie registrata su scala globale negli ultimi cento anni. Le
conseguenze sono particolarmente evidenti nello scioglimento dei ghiacciai, nella
riduzione delle estensioni delle calotte polari, nell’innalzamento dei livelli degli
oceani.

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I DATI:
● Aumento della temperatura globale di 1,5 gradi tra il 2030 e il 2050 (IPCC
2018).
● Per il 97% degli scienziati del clima l’attuale riscaldamento ha un origine
antropogenica.

“RISCALDAMENTO GLOBALE O CAMBIAMENTO CLIMATICO?” (articolo di Marco


Dotti)
Media e opinione pubblica: i media possono influenzare l’opinione pubblica e
viceversa, tramite l’Agenda Setting e il Framing.

LA VICENZA DI FRANK LUNTZ E GEORGE BUSH


Nel 2002 Bush chiama un consulente di comunicazione politica (Luntz) che gli
consiglia di:
● Insistere sulle incertezze scientifiche in tema di riscaldamento globale.
● Costruire un Framing (cornice) attorno al tema del clima, tale per cui la gente
non ci pensi più.
● Non parlare di “Riscaldamento globale”, ma piuttosto di “Cambiamento
climatico”.

EUROBAROMETRO “CAMBIAMENTO CLIMATICO” 2021


Principali risultati del sondaggio:
1. Gli europei credono che il cambiamento climatico esiste ed è un problema
globale.
2. Quasi tutti gli europei hanno messo in atto azioni “friendly” a favore
dell’ambiente.
3. Più del 60% degli europei è fiducioso che ci siano delle cose che si possono
fare per migliorare questa situazione.
4. Gli europei si aspettano che la politica faccia di più per contrastare il
cambiamento climatico.

RESPONSABILITÀ UMANA (sondaggio 2019)


● Per il 55% degli europei i governi e l’industria si devono occupare del
cambiamento climatico.
● Il 36% pensa che tutti noi siamo responsabili individualmente.
● Il 33% pensa che la responsabilità di dover agire sia delle autorità regionali e
locali.
● Il 28% pensa che i gruppi sull’ambiente siano responsabili e debbano agire.

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SHARM EL-SHEIK CONFERENZA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO (COP 27, 2022)
I leader mondiali si sono riuniti a Sharm el-Sheikh a novembre in occasione della 27a
conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 27).
L'UE era rappresentata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Nel suo
intervento il presidente ha posto l'accento sull'urgenza di un'azione immediata in
materia di cambiamenti climatici, riconoscendo che la guerra della Russia contro
l'Ucraina ha reso la situazione più complessa.
In tale contesto, ha sottolineato che l'UE mantiene il suo fermo impegno a favore
della neutralità climatica, nonostante le sfide poste dalla crisi energetica.

LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO


Quando parliamo di "comunicazione del rischio” intendiamo:
● Rischi di disastri naturali, come terremoti e alluvioni.
● Rischi legati all’azione dell’uomo, come radiazioni nucleari.
● Rischi per la salute, come il Covid-19.

LA SOCIETÀ DEL RISCHIO


Secondo il sociologo Beck (1986), viviamo in un’epoca in cui la società è dominata
da rischi introdotti dal progresso tecno-scientifico e che hanno alcune
caratteristiche:
● Ubiqui: sono dappertutto, globali.
● Iniqui: il loro impatto varia in base alle condizioni economiche e geografiche.
● Non stimabili: provocano un senso di incertezza che domina il senso comune.

LA DEFINIZIONE DI RISCHIO
● PERICOLO: è una proprietà, una modalità dannosa di una macchina, di
un'attrezzatura, di una sostanza o dell’ambiente in cui si opera (es. un vulcano
attivo è pericoloso).
● RISCHIO: situazione che si manifesta quando vi è una contemporanea
presenza di un pericolo e di qualcuno o qualcosa esposto ad esso, il concetto
di rischio riguarda la probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno
nelle condizioni di esposizione ad un determinato fattore.
NON è il pericolo in quanto tale che può provocare un danno, ma l’esposizione ad
esso.

LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO


Con questo tipo di comunicazione si vuole preparare la popolazione ad
affrontare/ridurre gli eventuali rischi legati ad un determinato pericolo.
1. Comunicazione di tipo dialogico: deve essere una comunicazione che porta
ad agire.
2. Deve tener presente di come le persone percepiscono quei rischi.

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3. La relazione di fiducia tra istituzioni e cittadini: la popolazione si deve fidare
delle istituzioni e di ciò che comunicano.
4. La comunicazione del rischio deve essere trasparente (dire tutto) e
tempestiva (dire le cose senza ritardarle).

IL CASO DELL’ AQUILA


Nel 2009 ci furono numerose scosse intorno all’Aquila, che inizialmente non
provocarono gravi danni alle persone o cose, ma le persone cominciano ad
allarmarsi e il 31 marzo il governo decide di intervenire, attivando la struttura di
monitoraggio tecnico-scientifico chiamata: GRANDI RISCHI (CGR), che è composta
da scienziati, che avevano il compito di suggerire al governo come intervenire.
● La commissione “Grandi Rischi” (che collabora con la Protezione Civile) si
riunisce a L'Aquila, e stabilisce che le persone devono mantenere uno stato di
attenzione, senza avere uno stato d’ansia, dichiarando che non ci fosse
pericolo.
● Il 6 aprile 2009, un sisma di magnitudo 6.6 provocò 309 morti e 1500 feriti
circa e decine di migliaia di sfollati.
● Alcuni parenti delle vittime, denuncia la Protezione Civile per aver causato la
morte dei loro cari.
● Nel 2012 ci fu una sentenza contro sette membri delle CGR, che condanna a
sei anni ciascuno per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
(Fu la prima volta che degli scienziati vennero condannati per aver divulgato
informazioni non chiare e contraddittorie).
● Nel 2014 gli scienziati vengono prosciolti e i cittadini insorgono.

LA LEZIONE DELL’AQUILA (articolo di Bruna De Marchi)


La vera colpa degli scienziati è stata quella di rassicurare i cittadini, di non essere
stati trasparenti, la comunicazione del rischio non deve avere come obiettivo l’ordine
pubblico, ma invece deve essere mirata a fare in modo che questo rischio
diminuisca. Lei crede che ci deve essere un accordo tra le istituzioni anche nel
momento della comunicazione del rischio.

LA COMUNICAZIONE DELLA SALUTE


IL CASO DEI VACCINI: nei primi decenni degli anni 2000, ri-emersero malattie
infantili (morbillo, pertosse…) in una percentuale superiore rispetto a quella degli anni
passati.
● Il vaiolo: il vaccino era obbligatorio per tutti, ma nel 1977 la malattia venne
debellata e lo stato smise di vaccinare le persone.
Nel 2014 in Italia “solo” l’86% dei bambini viene vaccinato contro il morbillo.

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● Copertura di gregge: percentuale di persone vaccinate sopra la quale si può
stare tranquilli che la malattia non circoli, perché il virus viene bloccato dalle
persone che sono vaccinate. (Intorno al 90-95% di persone vaccinate).

Gli inviti delle autorità sanitarie ai genitori di vaccinare i propri figli non funzionano, e
nel 2017 il governo decide di emanare una legge introducendo l’obbligo di
vaccinazione per diverse malattie.
● Dai zero ai sedici anni vanno fatti vaccini obbligatori come:
1. Anti-tetanica
2. Anti-epatite
3. Anti-morbillo
4. Anti-varicella
Se non venivano vaccinati i propri figli venne inserito il divieto ai bambini piccoli di
entrare nelle strutture scolastiche d’infanzia. (Come per il Green Pass, che vietava
l’ingresso in determinati contesti a persone non vaccinate).

L’ OPINIONE DEGLI ITALIANI (ricerca di Observa)


Siete d’accordo dell'obbligo vaccinale?
● Nel 2015: il 23% degli italiani rispondeva che tutte le vaccinazioni dovrebbero
essere obbligatorie, il 57% riteneva che solo un numero limitato di
vaccinazioni dovrebbero essere obbligatori.
● Nel 2017: il 47% ritiene che tutti i vaccini devono essere obbligatori.
● Nel 2018: il 54% ritiene che tutti i vaccini devono essere obbligatori.

I favorevoli all’obbligo vaccinale erano le persone anziane e le persone che


conoscevano meno la scienza. Mentre i laureati e i più alfabetizzati nel campo
scientifico, ritengono che dovrebbero essere obbligatorie solo alcune vaccinazioni.
(Situazione simile la troviamo nel periodo delle vaccinazioni del Covid19).

RAGIONI SCIENTIFICHE VS EMOZIONI E PAURE (articolo di Kupferschmidt)


Quando parliamo di salute contano molto anche i sentimenti, le paure, le emozioni,
un pediatra dice che bisogna far ridurre la paura anziché produrla. (315 persone
vengono divise in 3 gruppi, nel terzo gruppo vengono date immagini di bambini con
malattie, e questo gruppo divenne a favore dei vaccini per evitare che queste
malattie diventino pericolose.)
● La contrarietà all’obbligo vaccinale può derivare anche dal nostro credo
politico e da come questo partito tratti della scienza.
● Alcune persone in tutto il mondo sono contrarie sempre ai vaccini (no Vax),
queste persone elaborano idee che vengono chiamate: teorie del complotto, e
pensano che i vaccini vengano usati per arricchire le grandi aziende
farmaceutiche.

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● Esistono meccanismi che “giocano” nella mente di tutti noi (Bias cognitivi),
includendo anche i rischi per la salute.
1. I bias cognitivi sono delle distorsioni che le persone attuano nelle valutazioni
di fatti e avvenimenti. Tali distorsioni ci spingono a ricreare una propria
visione soggettiva che non corrisponde fedelmente alla realtà, i bias cognitivi
rappresentano il modo con cui il nostro cervello distorce la realtà.
2. Il bias di conferma è una strategia per cui noi tendenzialmente preferiamo
cose che sono in accordo con quello che è il nostro pensiero.
3. Il bias di ancoraggio si basa sulla semplificazione, consideriamo solo alcuni
elementi nel prendere la nostra decisione.
4. Il bias di omissione è una tendenza a preferire scelte che comportano
l’omissione piuttosto che l’azione. (questo ha a che fare con i vaccini perché
molti pensano che sia meglio non vaccinare i propri figli, piuttosto che gli
venga fatto il vaccino ma che abbia controindicazioni).

LA SCIENZA È DEMOCRAZIA? (articolo di Pietro Greco)


I media digitali hanno eroso l'intermediazione, perchè prima solo giornali, televisioni
o radio potevano divulgare, mentre adesso chiunque può condividere informazioni
tramite i social.
● Uno degli scienziati più attivi sui social è Roberto Burioni, esperto di virus, nell’
ottobre 2017, dopo la legge sull’obbligo vaccinale e le conseguenti contrarietà
della popolazione, pubblica un post su Facebook dicendo che: “la scienza non
è democratica…”, cioè che di scienza ne devono parlare solo gli scienziati, e
che i cittadini si devono fidare e ascoltare gli scienziati.

Secondo Greco dire che la “scienza non è democratica”, è inesatto e sbagliato,


perché la storia ci dice che la scienza è potuta progredire proprio in paesi
democratici. La scienza ha bisogno della democrazia e viceversa.

INTERNET, LA DISINFORMAZIONE E LA PANDEMIA COVID-19


FAKE NEWS: locuzione inglese entrata in uso nel primo decennio del XXI secolo, per
designare un’informazione in parte o del tutto non corrispondente al vero, divulgata
intenzionalmente o inintenzionalmente attraverso il Web, i media o le tecnologie
digitali.
● Disinformazione: quando la notizia falsa viene prodotta e fatta circolare
intenzionalmente.
● Misinformazione: quando una notizia falsa viene fatta circolare
inintenzionalmente.

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NOTIZIE FALSE DURANTE LA PANDEMIA
“Fare gargarismi con la candeggina, assumere acido acetico o steroidi, utilizzare oli
essenziali e acqua salata protegge dall’infezione del nuovo coronavirus”.

INFODEMIA: circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non


vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato
argomento per le difficoltà di individuare fonti affidabili.

Durante i primi mesi della pandemia sui giornali si parlava di come evitare il
contagio, ma anche di come curare la malattia, dopo un po’ venne fuori il farmaco
“Remdesivir”, nel New England Journal of Medicine venne scritto:
“Our data show that Remdesivir was superior to placebo in shortening the time to
recovery in adults who were hospitalized with Covid-19 and had evidence of lower
respiratory tract infection”. (Ottobre 2020)

Nel novembre 2020, AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) formula espressamente
una raccomandazione negativa sul Remdesivir.

SCIENZIATI ED ESPERTI (saggio di D’Eramo)


Non c’è niente di più distante tra scienziato ed esperto:
● Lo scienziato si pone le domande.
● L’esperto dà le risposte.
Non si tiene conto della differenza, perché di fatto si parla della stessa persona.
Molto spesso gli scienziati non sono d’accordo l’uno con l’altro. (virus sulle superfici,
virus trasmesso tramite “goccioline”, virus trasmesso in atmosfera…).

RICERCA DI OBSERVA
● Attraverso quali canali siamo informati del coronavirus?
- Quasi la metà degli italiani si è informata attraverso i media tradizionali:
televisione, radio, canali web delle istituzioni.
● Di quali fonti si sono fidati i cittadini su quali precauzioni adottare?
- Quasi la metà degli italiani ha seguito le indicazioni delle istituzioni: Regione,
Ministero.
● Qual è la fonte in cui noi abbiamo dato la nostra fiducia?
- Medici e operatori sanitari, scienziati, autorità sanitarie.
- Ai giornalisti viene data la minore fiducia.
● Qual è il giudizio sulla comunicazione degli esperti?
- Per più della metà degli italiani, gli esperti hanno creato confusione.

COMUNICARE LA SCIENZA (saggio di Saracino)


Successivamente alla ricerca di Observa ha tentato di costruire un identikit sociale in
base alle risposte:

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1. Primo gruppo: il 43% degli italiani si informa tramite televisione e canali web
istituzionali, si fida e giudica positivamente l’operato, a questo gruppo
appartengono soprattutto i giovani.
2. Terzo gruppo: ha un giudizio prevalentemente negativo sull’operato e la
comunicazione degli scienziati.

● Roberto Burioni: è stato uno degli esperti più importanti nella comunicazione
della pandemia in Italia. All’inizio fu protagonista di una polemica con Ilaria
Capua, dove polemizzarono sul Coronavirus portando due pareri diversi.
- Nel febbraio 2020 Burioni disse: “in Italia in questo momento il rischio di
contrarre il virus è zero”.
- Nel marzo 2020 lo accusarono e disse: “io sono un medico, non un veggente”.

Barbara Saracino dice: “le istituzioni di ricerca hanno ancora l'obiettivo di un forte
accento sulla diffusione dei risultati (modello diffusionista), con l'obiettivo di
coinvolgere attivamente il pubblico”.
Dice inoltre che il dibattito tra gli scienziati non deve tradursi in disorientamento e
confusione informativa.

De Fabris dice che autorevolezza e fiducia devono essere chiavi fondamentali della
comunicazione scientifica, secondo lui l’esperto dovrebbe dire solo cose verificate e
non lasciarsi andare all’ipotesi.

COMUNICARE LA RICERCA SUL CANCRO (AIRC)


AIRC è un’istituzione scientifica no-profit che attraverso la comunicazione riesce a
procurare fondi per la ricerca sul cancro, tramite i media.

AIRCAMPUS
È il progetto che AIRC ha pensato per gli studenti universitari. L’iniziativa prevede una
serie di lezioni su tematiche collegate all’attività della Fondazione e alle materie di
diversi corsi di studio. Partecipano relatori con competenze specifiche, che danno
agli studenti la possibilità di approfondire contenuti di loro interesse.

AIRC DA 57 ANNI CON CORAGGIO CONTRO IL CANCRO


La missione è di sostenere la ricerca per la cura del cancro, diffondere i risultati della
ricerca e sensibilizzare l’opinione pubblica. Dal 1965 sostiene con continuità,
attraverso la raccolta di fondi, il progresso della ricerca e diffonde una corretta
informazione sui risultati ottenuti, sulla prevenzione e sulle prospettive terapeutiche.
In 57 anni di impegno la fondazione ha messo a disposizione della comunità italiana
oltre 1,7 miliardi di euro per lo sviluppo di programmi di ricerca.

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Nel 2022 hanno messo a disposizione della comunità più di 136 milioni di euro per
garantire continuità al lavoro di oltre 5.000 ricercatori, impegnati a trovare le migliori
soluzioni per ogni tipo di tumore. L’investimento sostiene 741 progetti di ricerca, 93
borse di studio, 22 programmi speciali e lo sviluppo delle attività di IFOM, centro di
eccellenza internazionale per lo studio dell’oncologia molecolare.
● 20 mila volontari.
● 4,5 milioni di sostenitori.
● 5 mila ricercatori.
● 154 dipendenti.

LA COMUNICAZIONE COME PRIORITÀ


● Informano e sensibilizzano la popolazione sull’importanza della prevenzione e
della ricerca.
● Supportano la raccolta fondi attraverso la divulgazione e l’informazione.
● Usano i media esterni: relazioni con stampa, tv, radio, web. (produzioni
multimediali e testuali, relazioni con i portavoce, speaking platforms e canali
interni.)

COMUNICARE LA RICERCA SUL CANCRO


Non esiste una formula uguale per sempre e per tutte le occasioni.
Nel periodo della pandemia all’inizio sembrava fosse scomparsa l’emergenza del
tumore e quindi loro adattandosi al contesto hanno continuato a diffondere notizie
sulla ricerca.
● Wonderwhy è il progetto con cui Fondazione AIRC intende risvegliare la
curiosità con contenuti originali, un linguaggio immediato e nuovi strumenti
per coltivare il piacere di imparare cose nuove e la capacità di cogliere la
bellezza della scienza.
● Il docufilm Why Me si snoda con interviste di ospiti illustri della scienza e
della ricerca scientifica.

COSTRUIRE UN BUON PIANO DI COMUNICAZIONE


Bisogna selezionare e preparare i contenuti, scegliere e raccontare le storie delle
persone che hanno avuto il cancro e dei ricercatori, produrre strumenti testuali e
multimediali, declinare i contenuti per i diversi media, curare la relazione con i media,
accreditarsi come fonti e partner autorevoli, ricercare i comunicatori e prepararli alla
campagna.
La comunicazione deve guidare, deve essere affidabile ed efficiente.
● L’effetto Giorgi: è la storia di una ricercatrice chiamata Carlotta che è stata
efficace, chiamata per la campagna per le Azalee nel 2018. Lei lavora come
ricercatrice ad UNIFE ed è una super mamma.

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I GIORNI DELLA RICERCA
AIRC grazie alla Rai, da 25 anni cancella il tabù della parola cancro in TV. Con la Rai
arriva nelle case degli italiani parlando di cancro nei programmi più seguiti e con il
coinvolgimento di volti amati informando hanno raccolto donazioni per oltre 137
milioni di euro per sostenere i ricercatori.

TAKEAWAYS
La comunicazione è un lavoro di squadra, ognuno ha un proprio ruolo. Bisogna
mantenere i rapporti con gli interlocutori tutto l'anno.
AIRC si concentra sui ricercatori e li aiuta a diventare comunicatori. I vari
comunicatori vengono testati per vedere se c’è margine per lavorare sulle campagne.
AIRC usa come comunicatori coloro che hanno beneficiato delle cure e i ricercatori.

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