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RELAZIONI FISICHE CON L’AGILITY. (affermazioni basate su studi, pagine >>921 dispensa)
● Studi confutano la correlazione tra sprint e velocità di cambio di direzione, in quanto quest’ultima è
un’azione molto più complessa.
● Studi confutano la correlazione di forza e potenza muscolare nelle gambe col cambio di direzione.
Nelle brevissime distanze vi è un miglioramento, probabilmente dovuto però alla minore incidenza
di altri fattori fisici (piuttosto che alla sola forza muscolare dell’atleta).
● La velocità di reazione pare avere un collegamento con il cambio di direzione.
● Se la velocità di reazione è squilibrata tra le due gambe, ne risentirà anche l’agility.
● Studi di antropometria non hanno provato il rapporto di quest’ultima con l’agility.
● La tecnica di sprint è importante, come la tecnica di uno sprinter 100-200 (accelerazione graduale
atta a mantenere max velocità sino a fine gara) è diversa da un giocatore di giochi sportivi (massima
accelerazione nel minor periodo di tempo). La prima è pianificata e controllata, la seconda no. Lo
stress e il peso che grava sulle articolazioni cambia da tra un cambio di direzione programmato e
uno improvviso in seguito a uno stimolo.
TESTARE L’AGILITY (la maggior parte dei test per valutare l’agility sono test per il cambio di direzione)
-Molti giochi sportivi comprendono che il giocatore faccia improvvisi cambi di direzioni in base a una
moltitudine di fattori come la elaborazione visiva, il tempo di reazione, la percezione e l’anticipazione.
Nonostante ciò, i test di misurazione dell’agility misurano l’abilità di cambiare rapidamente direzione e
posizione sul piano orizzontale.
-l”Illinois agility test”, il “505”, e il “Up and back test” sono testi per il cambio di direzione, percorsi
PREDETERMINATI e quindi basati su uno stimolo predeterminato, quindi inefficaci poiché non è richiesta
alcuna componente reattiva e cognitiva.
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CAPACITA’ COORDINATIVE
● Sono la base di una buona capacità sensomotoria di apprendimento (allenare la allenabilità)
● Con la precisione del movimento da eseguire si ottiene un movimento economico risparmiando
energia, determinando il livello di utilizzazione delle capacità condizionali
● Con buona capacità coordinativa, negli anni si apprendono nuove abilità tecnico-sportive e si
migliorano quelle già apprese
● Alto livello di capacità coordinative permette di far proprie abilità tecniche di altri sport
Allenabilità max, 7-pre pubertà. Matura sistema nervoso centrale, analizzatori visivi e uditivi ->
-> addestramento tempestivo delle capacità coordinative è decisivo per quanto riguarda il livello di sviluppo
che si potrà raggiungere successivamente.
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PRINCIPIO DELLA U ROVESCIATA : Descrive la relazione, relativamente stabile, che esiste tra il livello di
attivazione e la prestazione; specificatamente, all’aumentare dei livelli di attivazione di un soggetto, la sua
prestazione migliora - ma solo fino ad un certo punto. Se l’attivazione continua a aumentare, la prestazione
inizia a peggiorare.
Tre fattori attivazione: persona, compito, situazione.
-Persona:Persone differiscono per il loro normale campo di variabilità dell’attivazione e per il grado di come
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Automatismo dannoso per le open skills, in quanto vi è una grande variabilità di pattern motori da gestire.
Servono anni di esperienza per gestire tutti i possibili pattern.
Esercitarsi per potenziare l’automatismo e più facile in condizioni di mapping (associazione stimolo-
risposta) costante, che di mapping variato.
Mapping costante: Condizione per cui un dato stimolo richiede sempre la stessa risposta.
Mapping variato: Condizione per cui un dato stimolo richiede risposte diverse a seconda del momento o
della situazione in cui si presenta.
Raggruppamento output del movimento: Atto dell’organizzazione e produzione di diversi movimeni come
una singola unità;
FOCALIZZAZIONE ATTENZIONE VISIVA: Maggiore è, più possibilità ci sono di cogliere stimoli. Se poi uno
stimolo è importante, si può ridurre il focus e concentrarsi su di esso.
La focalizzazione dei calciatori funziona diversamente da quella di soggetti non allenati. Fan meno fatica nel
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ZOOMOUT (da visione ristretta di controllo palla a visione ad area per direzionare passaggio, in caso
prevedendo spostamento compagni e avversari) e più fatica nel ZOOMIN. Il contrario per i non allenati.
Questo fa pensare che i calciatori creino delle macro-unità dove condensano questa informazione multipla
(posizione avversari e compagni, direz di movimento).
EFFETTI CARICO SU PRESTAZIONE SPORTIVA
Funzione della U rovesciata, per i calciatori sotto carico incrementa l’attivazione cerebrale (ridotto però
tempo reazione) e solo la capacità di ZOOMIN, che è meno usuale per loro
PROCESSI MENTALI, TATTICA E COMPORTAMENTI DI FINTA (atleti elite si sfidano sul piano elaborativo)
Strategia: Pianificazione mentale che, tenendo conto delle regole dell’attività sportiva, delle caratteristiche
proprie dell’avversario, anticipa e prestabilisce nelle loro linee generali le decisioni relative al
comportamento di gara.
Tattica: insieme di comportamenti individuali e/o collettivi che, tenendo conto della situazione attuale,
produce condizioni che possono essere utilizzate a proprio vantaggio durante l’incontro.
Finta: Tentativo intenzionale di trarre in inganno l’avversario per acquisire un vantaggio nel contesto
competitivo. Inutile quando linguaggio comunicativo diverso o si può prevalere grazie a una chiara
supremazia tecnica o fisica (poiché costosa).
CONDIZIONI DI STANCHEZZA
In condizioni di stanchezza l’efficacia elaborativa decade. La risposta inizia prima, più imprecisa e
grossolana. Utile fintare a seconda dello stato di stanchezza.
Situazioni di monotonia inoltre, come ripetere a lungo la stessa azione, abitua l’avversario, che sarà più
sensibile ad un iprovviso cambio di ritmo. Ciò avviene più facilmente se l’avversario è stanco, quando il suo
sistema elaborativo vuole risparmiare.
VELOCITA’ PRECISIONE
Poichè il sistema richiede tempo per cambiare pattern motorio (200 ms) più stimoli produci e più esso sarà
in difficoltà.
Altra finta è l’invito, cioè il lasciar scoperta una parte del corpo nella scherma per portare l’avversario ad
agire in un certo modo.
Reagire a una finta è complicato per il concetto di finta. Una finta ben eseguita porta l’avversario ad
abboccare. Un modo per riconoscere la finta è per esempio quando un avversario finta un atteggiamento
che non potrebbe eseguire in quanto non capace di tale gesto (pessimo tiratore da tre che finta un tiro da
lontano per poter passar la palla indisturbato).
Inoltre la finta va fatta con un ISI > di 40 ms (altrimenti gli stimoli vengono identificati come uno solo e
l’avversario non subisce il PRP) e comunque minore del tempo di elaborazione dei due stimoli separati (per
questo motivo la finta deve essere pianificata a monte, senza aspettare di scoprire se l’avversario vi è
cascato o meno).
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altri abbassando la loro soglia di sensibilità. Dapprima con esercizi semplici, poi riproducendo secondo un
grado di difficoltà crescente esercizi che si avvicinino a quella che è la competizione vera e propria.
POTENZIAMENTO SENSORIALE
Il cieco sente meglio, il sordo vede meglio. Ciò è dovuto alla capacità di adattamento delle sinapsi del
cervello, potenziando un senso in assenza di un altro. Ciò ci consente di rendere temporaneamente ciechi o
sordi i nostri atleti così che gli altri sensi vengano potenziati. Quando si tornerà a lavorare normalmente,
questi sensi “potenziati” saranno ipersensibili.
METODOLOGIA DI LAVORO
Attraverso il feedback: cioè la valutazione di informazioni propriocettive.
Attraverso il transfer: Saper trovare una risposta in un contesto nuovo in base a ciò che si è imparato
precedentemente (richiede molta esperienza e capacità di autocritica).
INATTENTIONAL BLINDNESS
L’attenzione è concentrata su un oggetto o su un compito, non notando così un altro oggetto inaspettato
che comunque si trovava nel campo visivo.
-Più un oggetto è simile a quelli su cui è focalizzata l’attenzione, più è facile notarlo.
-Dipende dall’età
-Dipende dalle capacità percettive e dall’esperienza.
-Fissazione diretta dell’oggetto inatteso non significa a priori che venga percepito coscientemente, legato al
concetto di “focus”.
-Come allenatore bisogna stare attenti a non fornire istruzioni limitative che potrebbero influenzare il
processo decisionale proprio dell’atleta.
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