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CONOSCERE LE CAPACITA’
COORDINATIVE PER ALLENARLE CON
COMPETENZA NELLA SCUOLA CALCIO
Alla Scoperta delle Capacità Coordinative
Generali e Speciali per poi Insegnarle
nell’Ambito della Scuola Calcio
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INDICE
Premessa
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Premessa
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Fino alla stagione sportiva 2015-16 le categorie della Scuola Calcio erano così
organizzate:
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della precedente categoria (Piccoli Amici), con l’unica sostanziale
differenza riguardante obiettivi e competenze relativi alle capacità di
gioco, dato che nella categoria Piccoli Amici si giocherà a 3 giocatori,
mentre nella categoria Primi Calci si giocherà a 5 giocatori;
Per quanto riguarda la categoria Esordienti, dato che non c’è stato alcun
cambiamento, tutto rimarrà immutato.
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L’Importanza delle Capacità
Coordinative
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Le capacità coordinative, in generale, sono importanti in qualsiasi sport e
soprattutto nel calcio dove gli atleti devono coordinare l’azione delle gambe a
quella delle braccia e del tronco per far sì che il gesto tecnico risulti corretto e
stilisticamente pulito.
Mentre le prime si adattano a tutti i tipi di sport, le seconde sono tipiche dello
sport praticato.
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Periodo dello sviluppo della coordinazione grezza
Va dalla fine dello stadio precedente sino all’esecuzione corretta ed efficace del
movimento anche in presenza di condizioni impreviste, anomale e di disturbo.
Capacità di
apprendimento motorio
Capacità di Capacità di
adattamento motorio controllo motorio
Figura 1
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Le Capacità Coordinative Generali
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Le capacità coordinative generali possono essere cosi classificate:
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Questa capacità permette al bambino di adattare, trasformare e correggere il
proprio progetto motorio in situazioni che possono cambiare durante lo
svolgimento dell’azione motoria per sostituirlo con uno più efficace.
Nel gioco del calcio la variabilità delle situazioni fa si che questa capacità
coordinativa sia presente quasi continuamente durante le fasi di gioco.
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Le Capacità Coordinative Speciali
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Le capacità coordinative speciali possono essere cosi classificate:
capacità di equilibrio;
capacità di ritmizzazione;
E’ una capacità allenabile e ben nota agli atleti di un certo livello per i numerosi
vantaggi che ne derivano.
Capacità di equilibrio
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L’equilibrio interessa tutti gli sport ed è una capacità che va sviluppata dalla
nascita e che va continuamente stimolata poiché tende ad involvere con l’età.
CAPACITÀ DI ORIENTAMENTO
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E’ una capacità fondamentale negli sport di squadra e di combattimento dove è
necessario avere molti punti di riferimento.
I metodi per sviluppare questa prestazione sono diversi, del tipo: usare attrezzi
di dimensioni e peso diversi, giocare con un numero diverso di avversari,
utilizzare spazi diversi da quelli abituali, inserire ulteriori oggetti fissi o visibili
nel campo dell’atleta, etc.
Capacità di ritmizzazione
Si parla di reazione motoria come della capacità di iniziare una risposta motoria
nel tempo più breve possibile dopo la percezione di uno stimolo.
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Distinguiamo tra reazione semplice, ossia una reazione ad uno stimolo
conosciuto in precedenza, e reazione complessa, caratterizzata da più
movimenti adeguati ad una situazione che si modifica.
E’ un’abilità che può essere sviluppata con una profonda conoscenza delle
esperienze motorie precedenti e con la ripetizione.
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Importanza delle Capacità
Coordinative Durante il Ciclo della
Scuola Calcio
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Lo sviluppo delle capacità coordinative, nella fascia di età che va dai 6 ai 13
anni, rappresenta uno degli obiettivi didattici più importanti da perseguire
durante questo periodo evolutivo.
Nella categoria Piccoli Amici si dovrà lavorare in particolare sullo sviluppo delle
capacità coordinative generali attraverso un lavoro “mirato” sugli schemi
motori di base (camminare, correre, saltare, arrampicare…).
In questi ultimi anni, nella Scuola Calcio presso cui ho operato in qualità di
coordinatore didattico, ho fatto adottare con una certa continuità (almeno una
volta alla settimana) degli esercizi per lo sviluppo della coordinazione in regime
di rapidità attraverso una ben specifica progressione didattica di esercizi di
feetwork (lavori di rapidità dei piedi).
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Devo dire che i risultati ottenuti sono stati molto buoni come hanno evidenziato
sia i risultati emersi nel test di tapping (specifico test per valutare la rapidità e
la reattività dei piedi), sia l’accresciuta rapidità e reattività messe in atto dai
bambini durante le gare.
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Trasferibilità delle Capacità
Coordinative Speciali nell’Ambito
della Scuola Calcio
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La Capacità di Differenziazione
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L’argomento che tratteremo si basa su alcune riflessioni scaturite
dall’osservazione di bambini praticanti l’attività calcistica di base, con
particolare riferimento ai problemi legati al dosaggio della forza che
potenzialmente l’allievo è in grado di produrre durante il gesto tecnico.
Si può facilmente intuire come tale problema, pur essendo un fenomeno che
interessa tutta la popolazione dei praticanti il calcio, sia più direttamente
collegato ai processi di apprendimento tecnico-coordinativo dei giovani
calciatori.
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Essa può essere definita come la capacità di selezionare il giusto grado di
tensione nei muscoli (forza) a seconda del compito (problema) tecnico ed in
funzione dell’obiettivo ricercato.
Questa capacità coordinativa non si manifesta però solo nell’abilità tecnica del
passaggio o del tiro, cui abbiamo sin qui fatto riferimento, ma viene coinvolta
anche in riferimento ad altre espressioni tecniche quali la guida e l’arresto della
palla, il dribbling…
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La Capacità di Equilibrio
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La capacità di equilibrio è la capacità di mantenere tutto il corpo in condizioni
di equilibrio, oppure di mantenere o ripristinare detta condizione durante e/o
dopo i suoi ampi spostamenti.
analizzatore cinestesico;
analizzatore ottico.
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In quel dato momento gli assetti dei vari segmenti corporei, la posizione del
baricentro e la capacità di produrre “frenate muscolari” (contrazioni eccentriche
degli estensori delle gambe) permetteranno un ripristino delle condizioni
ottimali per continuare l’azione voluta.
In pratica un piede è coinvolto nel controllo della palla (guida, stop, passaggio
o tiro), mentre l’altro piede sarà in contatto con il suolo e risulterà l’unica base
di appoggio su cui sostenere gli atteggiamenti tecnici del proprio corpo.
Secondo la tabella modello delle fasi sensibili (Hirtz 1979 - Martin 1982), il
periodo di massimo sviluppo dell’equilibrio va dai 9 ai 12 anni, con punte più
elevate tra i 10 e gli 11 anni (per cui in piena categoria Pulcini).
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La Capacità di Combinazione Motoria
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Così il Blume definisce la capacità di combinazione motoria: “capacità di
collegare (combinare) opportunamente tra loro movimenti di segmenti del
corpo, movimenti isolati o singole fasi di movimento”.
Proviamo ora a pensare a quante combinazioni ci possono essere nel gioco del
calcio nelle varie fasi di gioco:
corsa e salto;
corsa e tiro;
corsa e passaggio;
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guida della palla e passaggio;
finta e dribbling.
combinazioni semplici;
combinazioni complesse;
combinazioni speciali.
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Le combinazioni speciali, a loro volta, determineranno anche il grado di
relazione tra due o più allievi cercando d’integrare le possibilità tecniche
individuali; in questo stadio coordinativo sarà possibile anche sollecitare
eventuali comportamenti motori scelti in funzione dei compiti tattici.
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La Capacità di Organizzazione Spazio Temporale
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Per capacità di orientamento spazio-temporale si intende la capacità di
determinare e variare la posizione ed i movimenti del corpo nello spazio e nel
tempo in riferimento ad un campo di azione definito (campo di calcio,
palestra…).
Nel calcio tale capacità si esplica nel verificare la propria posizione, e le relative
variazioni della stessa, in un vasto campo di azione, con punti di orientamento
a volte molto numerosi: avversari, compagni, pallone.
Una qualsiasi azione, di un qualsiasi gioco sportivo (tra cui il calcio), si realizza
attraverso la combinazione di vari elementi tecnici che si articolano secondo un
ordine stabilito dalla situazione e dal gioco elaborato dal giocatore, secondo la
comprensione individuale della stessa, in funzione di un obiettivo.
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avere punti di riferimento non più fissi, come ad esempio la porta, ma
mobili.
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La Capacità di Ritmizzazione
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Meinel definisce la capacità di ritmizzazione come “l’ordine cronologico specifico
caratteristico di un atto motorio”.
Questa stretta dipendenza tra muscoli agonisti ed antagonisti (la cui azione si
manifesta attraverso azioni o gesti motori) può essere educata dall’essere
umano a livello senso-percettivo e coinvolgendo di conseguenza i processi di
organizzazione e regolazione del movimento.
Nel bambino l’acquisizione della capacità ritmica può essere definita come “il
mutamento e l’adeguamento di determinate espressività motorie in dipendenza
di fenomeni correlati a parametri spazio-temporali”.
Il carattere aciclico dei gesti tecnici calcistici fanno sì che il calcio, ad un primo
esame sommario, non appaia condizionato da parametri ritmici.
Eppure il termine ritmo viene spesso utilizzato dagli esperti del settore quando
si vogliono sottolineare certi comportamenti ed atteggiamenti specifici di uno o
più giocatori.
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Basta ricordare espressioni di questo tipo: “quel giocatore ha un cambio di
ritmo impressionante”; “il ritmo della partita è andato via via calando”;
”abbiamo subito il ritmo degli avversari”; “il difensore non è riuscito a marcare
l’attaccante avversario perché non aveva lo stesso passo/ritmo”, per
comprendere che nel gioco del calcio il ritmo ha una notevolissima incidenza.
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La Capacità di Reazione
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Per capacità di reazione si intende la capacità di iniziare ed eseguire
rapidamente, in risposta ad un segnale (stimolo), azioni motorie adeguate allo
scopo e di breve durata (Blume).
Per tali motivi avremo una reazione semplice nel caso in cui lo stimolo sia
conosciuto a priori (tipo segnale dello starter nelle gare di atletica), oppure una
reazione complessa nel caso in cui lo stimolo sia totalmente o parzialmente
sconosciuto; nel calcio, essendo quest’ultimo uno sport di situazione, occorrerà
allenare la capacità di reazione complessa, data l’imprevedibilità degli stimoli.
Tra l’altro, la velocità di esecuzione del calcio moderno ci induce a ritenere che
l’attivazione di certi processi di risposta, con cui il soggetto risolve la
sequenzialità delle azioni motorie, debba rientrare abbastanza precocemente
nel programma di istruzione calcistica; infatti, solo se si inizia precocemente si
può ipotizzare un apprezzabile margine di miglioramento.
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Secondo il modello delle fasi sensibili di Martin-Hirtz, la capacità di reazione è
maggiormente sollecitabile nella fascia di età che va dagli 8 ai 10 anni,
corrispondente appunto a bambini della categoria Pulcini.
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La Capacità di Fantasia Motoria
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E’ la capacità che consente di risolvere in forma originale e creativa un
problema motorio.
E’ una qualità che nel calcio interviene in occasione di finte, dribbling, ricerca di
nuove soluzioni.
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La Capacità di Anticipazione
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E’ la capacità che consente al soggetto di prevedere l’andamento, la
successione, gli esiti di un’azione e di programmare, di conseguenza, i propri
compiti motori”.
Risulta in stretta connessione con la capacità di reazione, dato che nel calcio
moderno la programmazione dei compiti motori e la successiva risposta deve
avvenire in tempi brevi.
E’ una qualità che nel calcio interviene in occasione di lettura del gioco dei
compagni, lettura del gioco avversario, lettura della situazione, visione di
gioco.
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Cosa Deve Saper Fare
(Competenze) dal Punto di Vista
Coordinativo il Giovane Calciatore
della Categoria Piccoli Amici
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In ambito di Scuola Calcio la categoria Piccoli Amici rappresenta il periodo
dell’alfabetizzazione motoria attraverso l’acquisizione e lo sviluppo degli schemi
motori di base.
Sviluppare in modo codificato gli schemi motori di base (nei primi anni della
Scuola Calcio) è di fondamentale importanza (cosa non necessaria fino a 30
anni fa).
Pertanto, gli istruttori (nel corso di questo primo biennio) devono cercare di
recuperare queste esperienze motorie che anni prima venivano sviluppate in
modo naturale.
Gli strumenti più importanti per acquisire e sviluppare gli schemi motori di
base sono:
i giochi;
i percorsi motori.
In questo primo step bisogna lavorare soprattutto sullo schema motorio del
correre, dato che i bambini del giorno d’oggi invece di correre tendono a
“galoppare”.
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In un secondo momento, poi, l’istruttore dovrà cercare di curare la sinergia di
movimento, a livello estremamente globale, degli arti inferiori e superiori (fase
propedeutica del controllo intersegmentario e di dissociazione dei movimenti
sui vari piani e a livello dei due emi-corpi).
Oltre allo schema motorio del correre, nel corso di questo primo step,
bisognerà agire anche sull’acquisizione e sullo sviluppo dello schema motorio
del rotolare, con particolare riferimento alle capovolte intese come primo
momento di sviluppo di forme di pre-acrobatica elementare.
In questo secondo step si comincia con i salti in basso che non richiedono
particolari capacità e servono a migliorare l’equilibrio nella fase di volo.
Si passa poi ai salti in alto che richiedono una rincorsa, una fase di volo ed un
atterraggio.
Infine si passa ai salti in lungo che richiedono una rincorsa più dinamica ed uno
stacco improvviso ed esplosivo.
In questo terzo step bisogna lavorare sugli schemi motori del lanciare e
dell’afferrare, di fondamentale importanza per l’acquisizione e lo sviluppo di
una funzionale coordinazione oculo-manuale.
Si comincerà con i lanci a due mani per poi passare a quelli ad una mano,
afferrando la palla e gli oggetti prima a due mani e poi, eventualmente, ad una
mano sola (come per i lanci).
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Sempre nel corso di questo step bisognerà lavorare anche per cercare di fare
interiorizzare ai giovani calciatori i principali schemi posturali (parliamo di
schemi posturali quando nel movimento sono coinvolti alcuni segmenti corporei
senza spostamento dinamico nello spazio di tutto il corpo; in questo caso si
tratterebbe di schemi motori di base).
Per quanto riguarda gli schemi posturali si tratterà di un lavoro più analitico
rispetto a quello globale sugli schemi motori di base; ed è per questo motivo
che verrà perseguito, in quest’ultimo step, come passaggio di sviluppo
propedeutico agli schemi di movimento dei cicli successivi.
Quali saranno i principali schemi posturali su cui occorrerà lavorare nel corso di
questo ciclo?
flettere/estendere;
addurre/abdurre (avvicinare/allontanare);
slanciare;
oscillare;
inclinare;
ruotare/circondurre.
L’obiettivo principale, alla fine di questo ciclo, sarà quello di possedere un buon
controllo della postura in senso dinamico, in modo da poter passare allo
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sviluppo delle capacità coordinative secondo schemi di movimento più
complessi nei cicli successivi.
Cosa dovrà saper fare il giovane calciatore al termine di questo ciclo dal punto
di vista coordinativo?
Dovrà:
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Cosa Deve Saper Fare
(Competenze) dal Punto di Vista
Coordinativo il Giovane Calciatore
della Categoria Pulcini
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Dopo aver acquisito un buon controllo della postura (in senso dinamico,
attraverso schemi di movimento semplici… schemi motori di base) nel
precedente ciclo della categoria Piccoli Amici, a partire dal ciclo della categoria
Pulcini si potrà passare allo sviluppo delle capacità coordinative generali
attraverso l’acquisizione di schemi di movimento più complessi, con l’obiettivo
finale della multilateralità (gesti ed azioni motorie non necessariamente
specifiche della disciplina praticata in modo da evitare l’eccessiva
“specializzazione motoria”, favorendo il necessario “transfert coordinativo”).
Anche nel corso di questo ciclo, come nel precedente, gli strumenti più
importanti per acquisire e sviluppare le capacità coordinative generali sono:
i giochi;
i percorsi motori.
Nel corso di questo primo step l’istruttore dovrà presentare movimenti sempre
nuovi, inizialmente in modo lineare e, poi, combinandoli sulla base di livelli di
difficoltà sempre crescenti (in ogni caso adatti alle potenzialità dei soggetti a
disposizione).
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preoccupandosi della loro acquisizione “grezza” (coordinazione grezza) e della
rapida stabilizzazione degli schemi generali dei singoli movimenti.
Nel corso di questo secondo step l’istruttore dovrà preoccuparsi di far acquisire
ed assimilare i vari schemi di movimento presentati ai propri allievi in modo
sempre più preciso (coordinazione fine), sulla base di precisi “canoni di
riferimento biomeccanico” (capacità di controllo motorio), ma, soprattutto,
sulla base delle strutture ritmiche ben precise insite all’interno di ogni dinamica
esecutiva (capacità di ritmo).
Gli esercizi che verranno presentati nel corso di questo step dovranno
possedere una sempre maggiore difficoltà esecutiva attraverso una modifica
continua dei seguenti parametri:
In questo terzo step, acquisiti e/o assimilati almeno parzialmente i primi due
step, occorrerà, alla fine del ciclo di questa categoria, lavorare per
l’acquisizione e/o assimilazione di un terzo step relativo alla capacità di
trasformare/adattare il programma motorio ad improvvise modificazioni della
situazione o delle condizioni esterne, diverse da quelle abituali, nel corso delle
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quali si è appreso il movimento stesso, senza che ciò avvenga a discapito del
risultato finale (capacità di adattamento e trasformazione).
saper riprodurre gesti e/o azioni motorie in modo preciso ed in ogni caso
funzionale allo scopo proposto (coordinazione fine/capacità di controllo
motorio);
sapersi adattare alle strutture ritmiche dei gesti e/o azioni motorie
proposte (capacità di ritmizzazione);
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Cosa Deve Saper Fare
(Competenze) dal Punto di Vista
Coordinativo il Giovane Calciatore
della Categoria Esordienti
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In questo ciclo evolutivo occorrerà lavorare principalmente sullo sviluppo ed
affinamento delle capacità coordinative speciali.
Mi spiego meglio.
Se fino alla categoria Pulcini, dal punto di vista coordinativo, l’istruttore si deve
preoccupare che il giovane calciatore acquisisca e sviluppi aspetti globali della
motricità (capacità coordinative generali), a partire dalla categoria Esordienti
dovrà cominciare a preoccuparsi che il giovane calciatore acquisisca e sviluppi
aspetti analitici della motricità soffermandosi sempre più sul recupero, sul
consolidamento e sul perfezionamento di ben precisi particolari della motricità
stessa.
Sulla base della teoria delle fasi sensibili, sfruttando gli opportuni momenti di
sviluppo di ciascuna capacità coordinativa speciale (e la loro interdipendenza),
anche per la categoria Esordienti dovranno essere perseguiti, come già
avvenuto con le precedenti categorie (Piccoli Amici e Pulcini) tre diversi step di
competenza, interdipendenti tra loro.
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Primo step di competenza
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saper combinare i vari gesti tecnici con fluidità ed armonia gestuale;
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Esempio di Programmazione
Annuale delle Capacità
Coordinative nella Scuola Calcio
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Come posso distribuire l'allenamento delle capacità coordinative all'interno del
mesociclo?
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Ma che cos’è l’agilità e come la si può definire?
In che modo si può migliorare in concreto l’agilità con i giovani calciatori della
Scuola Calcio ed in particolare con quelli delle categorie Piccoli Amici e Pulcini?
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Seconda seduta di allenamento
Nella seconda seduta di allenamento facciamo sempre svolgere sia lavori sulla
tecnica di corsa (andature varie), sia esercizi di coordinazione in regime di
rapidità (in prevalenza con utilizzo della speed ladder).
Il tutto, come nella prima seduta di allenamento, per una durata di circa 10’.
Alcuni esempi:
Sulla base della teoria delle fasi sensibili, in riferimento per esempio alla
categoria Pulcini, bisognerà lavorare in questo modo:
nel 2° anno Pulcini (9-10 anni) bisognerà agire in direzione dello sviluppo
sia delle capacità coordinative generali che di quelle speciali;
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Esempio di Come Organizzare un
Percorso di Recupero per un
Giovane Calciatore Carente da un
Punto di Vista Coordinativo
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Chissà quante volte vi sarà capitato di avere nella vostra squadra un giovane
calciatore con notevoli lacune in ambito coordinativo?
Spesso gli istruttori, anche quelli più bravi ed esperti, manifestano delle buone
capacità diagnostiche (capacità di rilevare delle lacune, in poche parole fare
della diagnosi funzionali relative ai singoli giocatori e/o gruppi di giocatori), ma
poi però manifestano le difficoltà maggiori nella predisposizione delle
necessarie terapie di recupero, anche a fronte di precisi rilievi di tipo
diagnostico.
Per questo motivo a seguire vengono forniti una serie di consigli, a livello
metodologico, in merito all’organizzazione dei necessari percorsi di recupero
qualora un istruttore rilevi la presenza nella propria squadra di alcuni giocatori
(o anche uno solo) con evidenti problemi di tipo coordinativo.
Consiglio N° 1
La prima cosa da fare sarà quella di comprendere (il meglio possibile) l’origine
delle problematiche coordinative affinché l’intervento terapeutico possa
risultare fortemente mirato ed indirizzato verso le reali carenze.
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una risoluzione definitiva del problema, risolvendo per lo più il problema stesso
solo in modo parziale.
Una volta raccolti tutti questi dati, l’istruttore potrà intervenire per predisporre
i necessari percorsi di recupero facendo in modo che risultino il più possibile
“mirati” al tipo di carenze realmente diagnosticate.
Grazie agli studi attuali (Bernstein, Meinel, Schnabel, Hirtz…) si è capito che la
coordinazione rappresenta una qualità assai più complessa e strutturata in una
serie di capacità coordinative generali e speciali.
Dal punto di vista didattico, a ciascun istruttore non basterà più dire in modo
estremamente generico frasi del tipo: “quel bambino presenta carenze di tipo
coordinativo”, senza poi specificarne con precisione l’ambito di effettiva
carenza (quale sarà la capacità coordinativa speciale e/o generale in cui il
giovane calciatore risulterà più carente?).
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Consiglio N° 2
Consiglio N° 3
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allenamento straordinarie; in queste sedute di allenamento straordinarie
verranno raggruppati i giocatori con maggior bisogno di svolgere questi
programmi di recupero coordinativo.
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