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CONOSCERE LE CAPACITA’
COORDINATIVE PER ALLENARLE CON
COMPETENZA NELLA SCUOLA CALCIO
Alla Scoperta delle Capacità Coordinative
Generali e Speciali per poi Insegnarle
nell’Ambito della Scuola Calcio

Prof. Ernesto Marchi – Team Centro Studi Calcio

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INDICE

Premessa

L’Importanza delle Capacità Coordinative

Le Capacità Coordinative Generali

Le Capacità Coordinative Speciali

Importanza delle Capacità Coordinative Durante il Ciclo della Scuola


Calcio

Trasferibilità delle Capacità Coordinative Speciali nell’Ambito della


Scuola Calcio

Cosa Deve Saper Fare (Competenze) dal Punto di Vista


Coordinativo il Giovane Calciatore della Categoria Piccoli Amici

Cosa Deve Saper Fare (Competenze) dal Punto di Vista


Coordinativo il Giovane Calciatore della Categoria Pulcini

Cosa Deve Saper Fare (Competenze) dal Punto di Vista


Coordinativo il Giovane Calciatore della Categoria Esordienti

Esempio di Programmazione Annuale delle Capacità Coordinative


nella Scuola Calcio

Esempio di Come Organizzare un Percorso di Recupero per un


Giovane Calciatore Carente da un Punto di Vista Coordinativo

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Premessa

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Fino alla stagione sportiva 2015-16 le categorie della Scuola Calcio erano così
organizzate:

 Piccoli Amici 5-8 anni (triennio 1°/2°/3° anno);

 Pulcini 8-11 anni (triennio 1°/2°/3° anno);

 Esordienti 11-13 anni (biennio 1°/2° anno).

A partire dalla stagione 2016-17-18, invece, l’organizzazione delle categorie


della Scuola Calcio è stata così modificata:

 Piccoli Amici 5-7 Anni (disputano partite di 3c3);

 Primi Calci 7-9 Anni (disputano partite di 5c5);

 Pulcini 9-11 Anni (disputano partite di 7c7);

 Esordienti 11-13 Anni (disputano partite di 9c9).

Il presente Ebook è stato scritto quando ancora sussisteva la


vecchia classificazione delle categorie della Scuola Calcio (in
vigore fino alla stagione sportiva 2015/16); considerando,
pertanto, la nuova organizzazione delle categorie della Scuola
Calcio (attualmente in vigore) PREGHIAMO RAGIONARE NEL
MODO ESPOSTO A SEGUIRE.

Per quanto riguarda la categoria Piccoli Amici si continuerà a fare


riferimento, per quanto concerne gli aspetti didattici e metodologici, alla
“vecchia” categoria Piccoli Amici.

Per quanto riguarda la categoria Primi Calci, considerandola una categoria


per così dire “ibrida”, il riferimento ai vari modelli didattici verrà fatto in base
alle potenzialità/capacità dei giovani calciatori appartenenti a questa fascia di
età:

 qualora i giovani calciatori appartenenti al 1° anno Primi Calci risultino un


po’ “indietro”, si farà riferimento ancora agli standard programmatici

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della precedente categoria (Piccoli Amici), con l’unica sostanziale
differenza riguardante obiettivi e competenze relativi alle capacità di
gioco, dato che nella categoria Piccoli Amici si giocherà a 3 giocatori,
mentre nella categoria Primi Calci si giocherà a 5 giocatori;

 sempre nel 1° anno Primi Calci, qualora i giovani calciatori risultino


“avanti” (precoci), si farà riferimento, invece, agli standard
programmatici della vecchia categoria Pulcini 1° anno;

 nel 2° anno Primi Calci si farà sempre riferimento agli standard


programmatici della “vecchia” categoria Pulcini 1° anno.

Per quanto riguarda la categoria Pulcini, invece, si dovrà agire e ragionare


nel modo seguente:

 nel corso del 1° anno Pulcini, secondo la nuova classificazione, si farà


riferimento agli standard programmatici della “vecchia” categoria Pulcini
2° anno;

 nel corso del 2° anno Pulcini, secondo la nuova classificazione, si farà


riferimento agli standard programmatici della “vecchia” categoria Pulcini
3° anno.

Per quanto riguarda la categoria Esordienti, dato che non c’è stato alcun
cambiamento, tutto rimarrà immutato.

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L’Importanza delle Capacità
Coordinative

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Le capacità coordinative, in generale, sono importanti in qualsiasi sport e
soprattutto nel calcio dove gli atleti devono coordinare l’azione delle gambe a
quella delle braccia e del tronco per far sì che il gesto tecnico risulti corretto e
stilisticamente pulito.

Dobbiamo distinguere tra capacità coordinative generali e speciali.

Mentre le prime si adattano a tutti i tipi di sport, le seconde sono tipiche dello
sport praticato.

I vantaggi che si possono trarre dalle capacità coordinative sono molteplici.

La coordinazione è una manifestazione esterna di funzioni del sistema nervoso


centrale e viene influenzata geneticamente dalle modificazione ambientali
raggiungendo il massimo sviluppo tra i 7 e i 13 anni.

Le capacità coordinative sono l'insieme delle capacità utilizzate per apprendere,


controllare ed organizzare (adattare e trasformare) un movimento.

Costituiscono la base per l'apprendimento ed il miglioramento delle capacità


tecniche e sono in stretta interazione con le capacità condizionali.

Le capacità coordinative saranno più efficaci se collegate con le capacità


condizionali (forza, rapidità, resistenza, mobilità articolare).

Durante lo sviluppo individuale, i momenti in cui è possibile allenare in modo


ottimale le capacità coordinative e condizionali non coincidono tra loro; mentre
il periodo per lo sviluppo delle capacità coordinative è ottimale, quello per le
capacità condizionali non lo è ancora.

Possiamo dire che le capacità coordinative di base (o generali) si riflettono con


incisività su quelle coordinative speciali; nei bambini e nei ragazzi sono doti
che possono essere educate e contribuiscono alla soluzione rapida ed adeguata
dei compiti di movimento in tutti i settori della vita.

Secondo Meinel le capacità coordinative generali, che costituiscono la destrezza


sportiva, posseggono un elevato grado di universalità e si possono riferire
all’intero settore della motricità sportiva.

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Periodo dello sviluppo della coordinazione grezza

Va dalla comprensione del nuovo movimento sino alla sua esecuzione in


condizioni favorevoli, seppur ancora imprecisa, insicura ed antieconomica.

Il movimento risulta poco fluido, privo di ritmo, scarsamente o troppo ampio,


eccessivamente forzato (capacità di apprendimento motorio).

Periodo dello sviluppo della coordinazione fine

Va dalla fine dello stadio precedente sino all’esecuzione del movimento, in


condizioni prive di elementi di disturbo o di variabili impreviste, quasi senza
errori, fluido, ritmico, di giusta ampiezza e dispendio energetico (capacità di
controllo motorio).

Periodo dello sviluppo della disponibilità variabile

Va dalla fine dello stadio precedente sino all’esecuzione corretta ed efficace del
movimento anche in presenza di condizioni impreviste, anomale e di disturbo.

Viene pertanto definito anche come stadio della “maestria” (capacità di


adattamento motorio).

Capacità di
apprendimento motorio

Capacità di Capacità di
adattamento motorio controllo motorio

Figura 1

8
Le Capacità Coordinative Generali

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Le capacità coordinative generali possono essere cosi classificate:

 capacità di apprendimento motorio;

 capacità di controllo motorio;

 capacità di adattamento e trasformazione.

Capacità di apprendimento motorio

Capacità d’imparare, assimilare ed acquisire movimenti, da quelli più semplici a


quelli più complessi.

Consente di modificare il proprio comportamento motorio attraverso


l’apprendimento di nuove gestualità con l’utilizzo di mezzi di lavoro
(esercitazioni, giochi, situazioni).

Per poter automatizzare la gestualità il soggetto dovrà correggere ed adattare


il proprio progetto, per renderlo stabile nel tempo, sulla base di informazioni
provenienti da stimoli propriocettivi ed esterocettivi, dalla memoria e dal
proprio vissuto motorio personale.

Capacità di controllo motorio

Capacità di controllare i movimenti per raggiungere esattamente lo scopo


previsto dal gesto da compiere.

La capacità di controllo motorio permette al bambino di controllare il


movimento al fine di realizzare un proprio progetto motorio precedentemente
stabilito.

Capacità di adattamento e trasformazione

Capacità di cambiare, trasformare ed adattare i movimenti appresi ad


improvvisi mutamenti delle condizioni esterne per permettere di raggiungere
sempre ed in ogni modo il risultato motorio previsto.

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Questa capacità permette al bambino di adattare, trasformare e correggere il
proprio progetto motorio in situazioni che possono cambiare durante lo
svolgimento dell’azione motoria per sostituirlo con uno più efficace.

Nel gioco del calcio la variabilità delle situazioni fa si che questa capacità
coordinativa sia presente quasi continuamente durante le fasi di gioco.

Tale meccanismo prevede, inoltre, una buona capacità di anticipazione motoria


che si struttura in sinergia con questa capacità coordinativa generale.

Le tre capacità coordinative generali sono strettamente collegate fra di loro


attraverso un circuito circolare.

Le capacità coordinative generali trovano il loro miglior periodo di sviluppo


durante il ciclo della categoria Pulcini; in questo periodo bisognerebbe
promuovere una grande quantità di esercizi coordinativi a livello generale per
far sì che i nostri giovani atleti posseggano una base di partenza abbastanza
sviluppata in modo da poter inserire apprendimenti coordinati via via sempre
più specifici (dalla fase terminale della categoria Pulcini).

Successivamente, nella categoria Esordienti si ricercherà lo sviluppo delle


capacità coordinative specifiche.

A seguire, nel ciclo Giovanissimi-Allievi, si ricercherà, in modo sempre più


mirato, lo sviluppo delle abilità tecniche specifiche.

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Le Capacità Coordinative Speciali

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Le capacità coordinative speciali possono essere cosi classificate:

 capacità di differenziazione dinamica;

 capacità di equilibrio;

 capacità di combinazione motoria;

 capacità di organizzazione spazio-temporale;

 capacità di ritmizzazione;

 capacità di reazione motoria;

 capacità di fantasia motoria;

 capacità di anticipazione motoria.

Si tratta di capacità motorie in grado di rispondere a richieste molto specifiche


a seconda dell’attività motoria o sportiva.

Si configurano nella possibilità di operare delle variazioni esecutive della


tecnica propria di un determinato sport.

Capacità di differenziazione dinamica

Consiste nel saper dosare ed adattare il grado di contrazione muscolare alle


diverse richieste di esecuzione motoria.

E’ una capacità allenabile e ben nota agli atleti di un certo livello per i numerosi
vantaggi che ne derivano.

Per svilupparla è necessario eseguire esercizi nei quali aumenta gradualmente


il livello di precisione ed auto-valutare la condizione e la posizione dei propri
segmenti corporei.

Capacità di equilibrio

Capacità che permette di svolgere compiti motori su superfici d’appoggio


limitate o sotto la spinta di forze esterne che ne disturbano l’esecuzione.

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L’equilibrio interessa tutti gli sport ed è una capacità che va sviluppata dalla
nascita e che va continuamente stimolata poiché tende ad involvere con l’età.

L’equilibrio si manifesta in forme diverse: statico, dinamico, in volo.

Un corpo si dice in equilibrio quando la verticale passante per il baricentro cade


sulla base d’appoggio.

Per sviluppare la capacità di equilibrio è utile esercitarsi su basi d’appoggio


minime o mobili, eseguire rapidi cambi di direzione, eseguire attività combinate
che compromettano l’equilibrio, eseguire esercitazioni in condizioni di stress,
etc.

L’equilibrio è una forma complessa in cui rientrano più fattori (l’informazione


visiva, tattile, etc.) è da vita a reazioni che sono “a cavallo” tra le riflesse e le
automatiche per sviluppare le quali sarà opportuno esercitarsi a compiere
attività in situazioni poco agevoli.

Capacità di combinazione motoria

Vale a dire l’essere in grado di accoppiare armonicamente più forme parziali in


un’unica struttura motoria.

Si sviluppa con l’esecuzione di esercizi di coordinazione segmentaria fra arti


superiori ed inferiori in forma simultanea, con movimenti simmetrici ed
asimmetrici.

Capacità di organizzazione spazio-temporale

Intesa sia come capacità di orientamento che come capacità di differenziazione


spazio-temporale.

CAPACITÀ DI ORIENTAMENTO

Si esprime con la capacità di modificare i movimenti del corpo in uno spazio


determinato rispetto ad oggetti o persone.

Importante, al fine di un buon funzionamento di questa capacità, è il ruolo dei


recettori muscolo-tendinei e dell’apparato visivo.

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E’ una capacità fondamentale negli sport di squadra e di combattimento dove è
necessario avere molti punti di riferimento.

I metodi per sviluppare questa prestazione sono diversi, del tipo: usare attrezzi
di dimensioni e peso diversi, giocare con un numero diverso di avversari,
utilizzare spazi diversi da quelli abituali, inserire ulteriori oggetti fissi o visibili
nel campo dell’atleta, etc.

CAPACITÀ DI DIFFERENZIAZIONE SPAZIO-TEMPORALE

Esprime la capacità di sapersi collocare nello spazio circostante in rapporto con


gli oggetti ed i luoghi.

Sono indispensabili i presupposti acquisiti nei primi anni di vita, sviluppando i


quali sarà possibile rivestire un determinato ruolo in una squadra o poter
eseguire una strategia predeterminata.

La percezione temporale non si limita alla valutazione della durata effettiva


dell’azione, ma a tutte le pause che la compongono.

L’affinamento di questa capacità consentirà di adattare un movimento al ritmo


più consono.

Capacità di ritmizzazione

E’ la capacità di contrarre e decontrarre i gruppi muscolari rispettando gli


intervalli di determinati stimoli sensoriali, adattandosi ad un ritmo e restando
in grado di mutarlo repentinamente.

La capacità di ritmizzazione consente al soggetto di muoversi armonicamente


nello spazio.

Per esercitarla sarà utile provare ad adattarsi a ritmi esterni, o a quelli di un


compagno, o a seguire ritmi acustici.

Capacità di reazione motoria

Si parla di reazione motoria come della capacità di iniziare una risposta motoria
nel tempo più breve possibile dopo la percezione di uno stimolo.

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Distinguiamo tra reazione semplice, ossia una reazione ad uno stimolo
conosciuto in precedenza, e reazione complessa, caratterizzata da più
movimenti adeguati ad una situazione che si modifica.

La prima varia al variare dell’età ed è scarsamente allenabile.

La seconda è tipica dei giochi di squadra; si basa su esperienze precedenti ed è


migliorabile con l’allenamento.

Capacità di fantasia motoria

E’ la capacità che consente di essere in grado di risolvere, in maniera


inconsueta, un problema motorio che si contrappone alla buona riuscita del
gesto atletico.

E’ fondamentale, per lo sviluppo della fantasia motoria, accumulare un grande


bagaglio di esperienze di movimento.

Capacità di anticipazione motoria

E’ un’abilità che consente di prevedere l’andamento, la successione ed il


risultato di un’azione programmando, conseguentemente, i propri compiti
motori.

Tutto ciò avviene prevalentemente a livello psicologico.

E’ un’abilità che può essere sviluppata con una profonda conoscenza delle
esperienze motorie precedenti e con la ripetizione.

Le capacità coordinative speciali trovano un ambito di sviluppo privilegiato


nell’ultimo anno del ciclo Pulcini e per tutto il biennio Esordienti.

Lo sviluppo degli esercizi coordinativi assume, al termine del ciclo terminale


della Scuola Calcio, un indirizzo sempre più mirato e specifico alla tecnica di
base, con prosecuzione nelle categorie Giovanissimi ed Allievi.

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Importanza delle Capacità
Coordinative Durante il Ciclo della
Scuola Calcio

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Lo sviluppo delle capacità coordinative, nella fascia di età che va dai 6 ai 13
anni, rappresenta uno degli obiettivi didattici più importanti da perseguire
durante questo periodo evolutivo.

Tutte le capacità coordinative, generali e speciali, in base alla classificazione


del Meinel-Blume, vengono a trovarsi in piena fase sensibile (periodo ottimale
per uno sviluppo “mirato” e durante il quale è possibile ottenere i migliori
risultati).

Durante il periodo della Scuola Calcio risulta di fondamentale importanza


lavorare per creare le necessarie basi coordinative, visto la loro funzione
propedeutica per un corretto sviluppo della capacità tecniche.

Senza la necessaria base propedeutica, garantita dallo sviluppo delle capacità


coordinative, difficilmente si potrà acquisire un’efficace tecnica sportiva, nel
nostro caso calcistica.

Nella categoria Piccoli Amici si dovrà lavorare in particolare sullo sviluppo delle
capacità coordinative generali attraverso un lavoro “mirato” sugli schemi
motori di base (camminare, correre, saltare, arrampicare…).

A partire dalle categorie Pulcini ed Esordienti si comincerà ad impostare un


lavoro per lo sviluppo della capacità coordinative speciali (combinazione
motoria, equilibrio, ritmo…) svolto in sinergia con lo sviluppo dei vari gesti
tecnici.

Faccio un esempio pratico: nell’effettuare lavori sulla guida della palla si


cercherà contemporaneamente di perseguire, con la giusta “sinergia”, anche
alcune capacità coordinative speciali quali l’equilibrio, il ritmo, la
differenziazione sensoriale.

In questi ultimi anni, nella Scuola Calcio presso cui ho operato in qualità di
coordinatore didattico, ho fatto adottare con una certa continuità (almeno una
volta alla settimana) degli esercizi per lo sviluppo della coordinazione in regime
di rapidità attraverso una ben specifica progressione didattica di esercizi di
feetwork (lavori di rapidità dei piedi).

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Devo dire che i risultati ottenuti sono stati molto buoni come hanno evidenziato
sia i risultati emersi nel test di tapping (specifico test per valutare la rapidità e
la reattività dei piedi), sia l’accresciuta rapidità e reattività messe in atto dai
bambini durante le gare.

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Trasferibilità delle Capacità
Coordinative Speciali nell’Ambito
della Scuola Calcio

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La Capacità di Differenziazione

nella Scuola Calcio

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L’argomento che tratteremo si basa su alcune riflessioni scaturite
dall’osservazione di bambini praticanti l’attività calcistica di base, con
particolare riferimento ai problemi legati al dosaggio della forza che
potenzialmente l’allievo è in grado di produrre durante il gesto tecnico.

Si può facilmente intuire come tale problema, pur essendo un fenomeno che
interessa tutta la popolazione dei praticanti il calcio, sia più direttamente
collegato ai processi di apprendimento tecnico-coordinativo dei giovani
calciatori.

Se osserviamo il comportamento di un bambino della categoria Pulcini o Piccoli


Amici, constatiamo che, quando si trova al cospetto di una palla, egli darà
libero sfogo alle sue pulsioni interne, scaturite dallo stimolo creato dalla
presenza della palla stessa, prendendola a calci in maniera incontrollata.

Difficilmente il bambino “addomesticherà” la palla attraverso dei contatti


leggeri o mediante dei piccoli tocchi.

Questa caratteristica, che riguarderà la sfera psicologica del bambino, ci deve


far riflettere nel programmare i piani di addestramento, inserendo delle
esercitazioni che provochino adattamenti nella condotta motoria dell’allievo che
altrimenti non si verificherebbero in modo naturale.

Proviamo a suggerire ad un bambino: “calcia più forte che puoi!”

La risposta motoria quasi sicuramente non provocherà problemi di gestione nel


controllo del gesto, se non in rapporto alle potenzialità soggettive di ciascun
individuo.

Se si prova invece ad invitare lo stesso bambino a calciare più piano possibile,


lo stesso incontrerà difficoltà maggiori.

Questo poiché nel principiante non si è ancora evidenziata la capacità di


gestire, a livello sensitivo, i contatti con l’attrezzo.

Cercando di approfondire questo fenomeno, al fine di dargli una precisa


collocazione anche dal punto di vista terminologico, denomineremo tale
importante aspetto coordinativo capacità di differenziazione.

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Essa può essere definita come la capacità di selezionare il giusto grado di
tensione nei muscoli (forza) a seconda del compito (problema) tecnico ed in
funzione dell’obiettivo ricercato.

Questa capacità di sentire e riconoscere determinati contatti con la palla


avviene a livello fisiologico per mezzo di determinati recettori, o meglio
propriocettori speciali (analizzatori tattili e cinestesici), che si trovano nelle
strutture muscolari, tendinee e nella cute.

I messaggi che questi recettori ricevono vengono immagazzinati sia a livello


del sistema nervoso periferico che centrale, con elaborazione della necessaria
risposta e relativa trasmissione ai muscoli per la susseguente riproduzione,
producendo tutti quei benefici che si possono osservare durante un ciclo di
insegnamento/apprendimento.

Durante le nostre proposte di insegnamento, relative appunto alla capacità di


differenziazione, dovrà essere somministrato un programma che tenga conto di
tali indicazioni; in sintesi, indurre il soggetto ad amministrare in forma
economica le dinamiche d’impatto con la palla.

Questa capacità coordinativa non si manifesta però solo nell’abilità tecnica del
passaggio o del tiro, cui abbiamo sin qui fatto riferimento, ma viene coinvolta
anche in riferimento ad altre espressioni tecniche quali la guida e l’arresto della
palla, il dribbling…

Né la sua influenza è limitata esclusivamente all’uso dei piedi ma, anche se in


misura meno rilevante, in relazione ad altre parti del corpo che nel gioco del
calcio possono entrare in contatto con la palla (petto, coscia, testa…).

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La Capacità di Equilibrio

nella Scuola Calcio

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La capacità di equilibrio è la capacità di mantenere tutto il corpo in condizioni
di equilibrio, oppure di mantenere o ripristinare detta condizione durante e/o
dopo i suoi ampi spostamenti.

Vanno quindi distinti due aspetti di questa capacità:

 da un lato la capacità di mantenere l’equilibrio in posizione di quiete


relativa o durante movimenti del corpo molto lenti (equilibrio statico);

 dall’altro la capacità di mantenere o ripristinare l’equilibrio durante ampi,


e spesso molto rapidi, cambiamenti di posizione del corpo (equilibrio
dinamico).

Dal punto di vista senso-percettivo tale capacità implica la partecipazione


sensoriale di recettori specializzati:

 analizzatore statico-dinamico (vestibolare);

 analizzatore cinestesico;

 analizzatore ottico.

Riferendoci all’azione che compie il giocatore di calcio, si può intuire come


difficilmente egli sia sottoposto a situazioni che implichino un controllo statico
del proprio corpo.

In altre specialità sportive tale situazione risulta determinante (ad esempio


l’esercizio alla trave nella ginnastica artistica).

Nel calcio si osservano continuamente situazioni di gioco in cui il calciatore


esprime la propria capacità di equilibrio dinamico (vedi ad esempio le situazioni
di volo).

Per la verità, in particolari momenti del gioco l’atleta è sottoposto ad equilibrio


statico… quando per esempio dopo un rapido rallentamento della propria
azione di corsa decida di cambiare direzione.

Il momento del cambio di direzione coincide con un “punto morto” in cui la


velocità è nulla.

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In quel dato momento gli assetti dei vari segmenti corporei, la posizione del
baricentro e la capacità di produrre “frenate muscolari” (contrazioni eccentriche
degli estensori delle gambe) permetteranno un ripristino delle condizioni
ottimali per continuare l’azione voluta.

Grazie a tutte queste azioni non si avrà alcuna perdita di coordinazione o


meglio di equilibrio.

Se si osserva l’azione di un calciatore in possesso palla si noterà che,


qualunque sia il gesto che stia effettuando, egli sarà sempre sottoposto a
“controllare” gli equilibri del proprio corpo.

Tale situazione si riscontra in quanto risulterà continuamente soggetto ad


appoggi al suolo di tipo monolaterale.

In pratica un piede è coinvolto nel controllo della palla (guida, stop, passaggio
o tiro), mentre l’altro piede sarà in contatto con il suolo e risulterà l’unica base
di appoggio su cui sostenere gli atteggiamenti tecnici del proprio corpo.

Se si considera poi che determinate esecuzioni sono spesso soggette ad essere


espresse in condizioni estremamente dinamiche (rapide), e sotto l’assillo degli
avversari, si può immaginare come mantenere in equilibrio il proprio corpo
risulti per il calciatore estremamente complesso.

Tale espressione coordinativa si accentuerà maggiormente in ulteriori


espressioni tecniche del gioco come ad esempio durante un contrasto o dopo
un intervento in scivolata al suolo con ripresa successiva della corsa, oppure
dopo un contrasto aereo.

Secondo la tabella modello delle fasi sensibili (Hirtz 1979 - Martin 1982), il
periodo di massimo sviluppo dell’equilibrio va dai 9 ai 12 anni, con punte più
elevate tra i 10 e gli 11 anni (per cui in piena categoria Pulcini).

Tali riferimenti ci devono responsabilizzare circa l’attuazione di un programma


didattico, mediante l’uso della palla, che stimoli con efficacia l’equilibrio
durante il periodo della categoria Pulcini.

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La Capacità di Combinazione Motoria

nella Scuola Calcio

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Così il Blume definisce la capacità di combinazione motoria: “capacità di
collegare (combinare) opportunamente tra loro movimenti di segmenti del
corpo, movimenti isolati o singole fasi di movimento”.

Si può dunque facilmente intravvedere come tale aspetto della coordinazione


motoria sia particolarmente significativo nella pratica di quelle discipline
sportive (ginnastica artistica, pattinaggio artistico, tuffi) che fondano i propri
presupposti sulla qualità degli elementi tecnici e sull’armonia dei vari
collegamenti e/o combinazioni.

Tuttavia la capacità di combinazione motoria risulta altrettanto importante


anche in sport come il calcio in cui avviene, all’interno delle varie azioni di
gioco, una continua combinazione di gesti tecnici e motori.

Il Meinel, sintetizzando la definizione del Blume, sottolinea come la


combinazione di atti motori possa attuarsi in successione o simultaneamente.

Ad esempio, nell’azione di rincorsa e di tiro in porta si potrà osservare prima


una fase di corsa e poi una fase di tiro (combinazione in successione); a sua
volta, nell’azione di salto e conseguente colpo di testa si riscontra un
collegamento simultaneo tra lo schema motorio del saltare e l’abilità tecnica
del colpire la palla di testa.

Proviamo ora a pensare a quante combinazioni ci possono essere nel gioco del
calcio nelle varie fasi di gioco:

 corsa e guida della palla;

 corsa e salto;

 corsa, salto e colpo di testa;

 corsa e tiro;

 guida della palla e tiro;

 corsa e passaggio;

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 guida della palla e passaggio;

 corsa ed arresto della palla;

 arresto e guida della palla (arresto a seguire);

 arresto, guida della palla e tiro;

 finta e dribbling.

Da questa panoramica di gesti tecnici possiamo ben dedurre come sia


importante raggiungere un apprezzabile livello di capacità di combinazione;
essa infatti consente di riprodurre, con efficace fluidità, le possibili congiunzioni
di più gesti tecnici nel corso delle azioni di gioco.

Ecco allora che, al fine di ottenere una sufficiente disponibilità coordinativa


post-puberale, durante il processo di formazione si dovranno prevedere (non
appena il livello di apprendimento lo renderà possibile) stimoli addestrativi
rivolti alla ricerca dei possibili “anelli di congiunzione” tra abilità e/o schemi
motori elementari di base.

In ambito didattico esistono tre diversi livelli di combinazioni motorie:

 combinazioni semplici;

 combinazioni complesse;

 combinazioni speciali.

Con le combinazioni semplici all’allievo si chiederà di riprodurre non più di due


espressioni motorie alla volta.

Esse si realizzeranno in prevalenza tramite il collegamento di uno schema


motorio dinamico (ad esempio il correre) con un gesto tecnico (ad esempio la
conduzione della palla).

Nella fase delle combinazioni complesse all’allievo sarà richiesto di coordinare


determinate azioni inserendo nell’esercizio più di due aspetti motori e/o tecnici.

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Le combinazioni speciali, a loro volta, determineranno anche il grado di
relazione tra due o più allievi cercando d’integrare le possibilità tecniche
individuali; in questo stadio coordinativo sarà possibile anche sollecitare
eventuali comportamenti motori scelti in funzione dei compiti tattici.

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La Capacità di Organizzazione Spazio Temporale

nella Scuola Calcio

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Per capacità di orientamento spazio-temporale si intende la capacità di
determinare e variare la posizione ed i movimenti del corpo nello spazio e nel
tempo in riferimento ad un campo di azione definito (campo di calcio,
palestra…).

Nel calcio tale capacità si esplica nel verificare la propria posizione, e le relative
variazioni della stessa, in un vasto campo di azione, con punti di orientamento
a volte molto numerosi: avversari, compagni, pallone.

Inoltre, questi cambiamenti di posizione debbono inserirsi in situazioni di gioco


che cambiano continuamente.

Una qualsiasi azione, di un qualsiasi gioco sportivo (tra cui il calcio), si realizza
attraverso la combinazione di vari elementi tecnici che si articolano secondo un
ordine stabilito dalla situazione e dal gioco elaborato dal giocatore, secondo la
comprensione individuale della stessa, in funzione di un obiettivo.

Per lo sviluppo della capacità di orientamento nella Scuola Calcio, almeno


durante gli allenamenti, sarà bene avvalersi di una didattica che si prefigga di
far esprimere le azioni di gioco elaborate non più in funzione di un pensiero
convergente (come la partita e gli allenamenti tradizionali che si svolgono con
utilizzo delle porte), ma divergente.

Una didattica che cerca di sviluppare il pensiero tattico in funzione di


determinati punti di riferimento come le porte, rappresenta una didattica
chiusa, eccessivamente canalizzata, assai poco varia.

Con una didattica in funzione del pensiero divergente il bambino ha la


possibilità di:

 stimolare una più ampia percezione di campo visivo;

 stimolare maggiormente la strutturazione delle capacità di orientamento


spazio/temporale;

 stimolare, a livello cognitivo, un comportamento logico/deduttivo più


ricco;

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 avere punti di riferimento non più fissi, come ad esempio la porta, ma
mobili.

In conclusione, bisogna cercare di allontanare la possibilità di formare, sia a


livello cognitivo che motorio, degli schemi comportamentali ricalcanti modelli
standard che normalmente si verificano durante le partite e gli allenamenti
tradizionali.

Con questa proposta, in pratica, si cerca, modificando parzialmente le regole,


di orientare lo sviluppo delle azioni verso dei punti caratterizzati dalla mobilità
e non coincidenti, quindi, esclusivamente con la porta avversaria.

33
La Capacità di Ritmizzazione

nella Scuola Calcio

34
Meinel definisce la capacità di ritmizzazione come “l’ordine cronologico specifico
caratteristico di un atto motorio”.

Il ritmo definisce la temporalità con cui si articolano le varie frazioni dell’atto


motorio, rispecchia determinati sincronismi originati da fenomeni di
rilasciamento e contrazione muscolare.

Questa stretta dipendenza tra muscoli agonisti ed antagonisti (la cui azione si
manifesta attraverso azioni o gesti motori) può essere educata dall’essere
umano a livello senso-percettivo e coinvolgendo di conseguenza i processi di
organizzazione e regolazione del movimento.

Ed è in base a tale considerazione che Meinel definisce ritmo oggettivo l’azione


meccanica finale, cioè quella visibile dall’esterno (ad esempio dall’insegnante).

Riconduce invece al ritmo soggettivo tutte le sensazioni che il soggetto (nel


nostro caso l’allievo) avverte a livello neuromuscolare durante l’esecuzione.

Pertanto parlare di ritmo non significa solamente abbinare tale espressione a


fenomeni di carattere musicale quali la danza e la ginnastica ritmica.

Esso rappresenta invece, a livello sportivo, la risposta muscolare all’input dei


processi di re-afferenza sensitiva insiti nella consequenzialità di cui è
caratterizzato un determinato movimento.

L’espressione ritmica del gesto non è quindi esclusivamente legata


all’attivazione di analizzatori acustici; stimolerà invece il coinvolgimento delle
strutture percettivo-visive e cinestesiche.

Nel bambino l’acquisizione della capacità ritmica può essere definita come “il
mutamento e l’adeguamento di determinate espressività motorie in dipendenza
di fenomeni correlati a parametri spazio-temporali”.

Il carattere aciclico dei gesti tecnici calcistici fanno sì che il calcio, ad un primo
esame sommario, non appaia condizionato da parametri ritmici.

Eppure il termine ritmo viene spesso utilizzato dagli esperti del settore quando
si vogliono sottolineare certi comportamenti ed atteggiamenti specifici di uno o
più giocatori.

35
Basta ricordare espressioni di questo tipo: “quel giocatore ha un cambio di
ritmo impressionante”; “il ritmo della partita è andato via via calando”;
”abbiamo subito il ritmo degli avversari”; “il difensore non è riuscito a marcare
l’attaccante avversario perché non aveva lo stesso passo/ritmo”, per
comprendere che nel gioco del calcio il ritmo ha una notevolissima incidenza.

I giocatori sudamericani (ed in particolare i brasiliani) sono da sempre maestri


nell’interpretazione ritmica del gioco e delle gestualità tecniche.

Nelle sedute di allenamento alcuni allenatori brasiliani addirittura pretendono


che le varie esercitazioni vengano accompagnate da un sottofondo musicale
(samba, salsa...) con il preciso intento di stimolare nei loro atleti specifici
adattamenti e di abituarli a certe cadenze ritmiche.

36
La Capacità di Reazione

nella Scuola Calcio

37
Per capacità di reazione si intende la capacità di iniziare ed eseguire
rapidamente, in risposta ad un segnale (stimolo), azioni motorie adeguate allo
scopo e di breve durata (Blume).

La percezione dei segnali è comunque direttamente collegata alla memoria, nel


senso che si assiste ad un continuo confronto tra i segnali che vengono
percepiti e ciò che la memoria ha già immagazzinato.

È la memoria che, arricchita della quantità e della qualità degli stimoli


esperienziali, consentirà una selezione circa le scelte motorie da effettuare
(capacità tattiche).

Ci sembra logico e scontato affermare che il bambino della Scuola Calcio, in


fase di avviamento sportivo, non dispone ancora di informazioni mnemoniche
sufficienti ad ottimizzare la qualità della sua risposta.

Il tempo di reazione risulta invece un fattore esclusivamente legato alla


velocità di trasmissione dell’impulso nervoso... da quando esso è stato
generato in fase di percezione del segnale, sino a quando l’impulso ritorna agli
organi effettori (muscoli).

Questa velocità di trasmissione è strettamente condizionata dallo stimolo


indotto dal fatto che questo sia conosciuto o meno.

Per tali motivi avremo una reazione semplice nel caso in cui lo stimolo sia
conosciuto a priori (tipo segnale dello starter nelle gare di atletica), oppure una
reazione complessa nel caso in cui lo stimolo sia totalmente o parzialmente
sconosciuto; nel calcio, essendo quest’ultimo uno sport di situazione, occorrerà
allenare la capacità di reazione complessa, data l’imprevedibilità degli stimoli.

Tra l’altro, la velocità di esecuzione del calcio moderno ci induce a ritenere che
l’attivazione di certi processi di risposta, con cui il soggetto risolve la
sequenzialità delle azioni motorie, debba rientrare abbastanza precocemente
nel programma di istruzione calcistica; infatti, solo se si inizia precocemente si
può ipotizzare un apprezzabile margine di miglioramento.

38
Secondo il modello delle fasi sensibili di Martin-Hirtz, la capacità di reazione è
maggiormente sollecitabile nella fascia di età che va dagli 8 ai 10 anni,
corrispondente appunto a bambini della categoria Pulcini.

Esistono altre due capacità coordinative speciali, non rientranti nella


classificazione del Meinel-Blume, ma che secondo molti autori rientrano
nell’ambito di questa categoria; sono la fantasia motoria e la capacità di
anticipazione.

39
La Capacità di Fantasia Motoria

nella Scuola Calcio

40
E’ la capacità che consente di risolvere in forma originale e creativa un
problema motorio.

Per stimolare questa capacità occorrerà stimolare i giovani calciatori


proponendo loro problemi motori sempre “nuovi”, cercando di indurre risposte
non solo stereotipate ma anche originali e creative.

E’ una qualità che nel calcio interviene in occasione di finte, dribbling, ricerca di
nuove soluzioni.

41
La Capacità di Anticipazione

nella Scuola Calcio

42
E’ la capacità che consente al soggetto di prevedere l’andamento, la
successione, gli esiti di un’azione e di programmare, di conseguenza, i propri
compiti motori”.

È strettamente collegata al bagaglio di esperienze maturate e conservate in


memoria; un soggetto con poca esperienza difficilmente potrà avere buone
qualità previsionali.

Risulta in stretta connessione con la capacità di reazione, dato che nel calcio
moderno la programmazione dei compiti motori e la successiva risposta deve
avvenire in tempi brevi.

E’ una qualità che nel calcio interviene in occasione di lettura del gioco dei
compagni, lettura del gioco avversario, lettura della situazione, visione di
gioco.

43
Cosa Deve Saper Fare
(Competenze) dal Punto di Vista
Coordinativo il Giovane Calciatore
della Categoria Piccoli Amici

44
In ambito di Scuola Calcio la categoria Piccoli Amici rappresenta il periodo
dell’alfabetizzazione motoria attraverso l’acquisizione e lo sviluppo degli schemi
motori di base.

I giovani calciatori appartenenti a questo ciclo evolutivo devono, prima di tutto,


imparare a correre, saltare, rotolare, lanciare ed afferrare un oggetto.

Gli schemi motori di base rappresentano dei pre-requisiti coordinativi di


fondamentale importanza (unità di base del movimento).

Sviluppare in modo codificato gli schemi motori di base (nei primi anni della
Scuola Calcio) è di fondamentale importanza (cosa non necessaria fino a 30
anni fa).

Pertanto, gli istruttori (nel corso di questo primo biennio) devono cercare di
recuperare queste esperienze motorie che anni prima venivano sviluppate in
modo naturale.

Gli strumenti più importanti per acquisire e sviluppare gli schemi motori di
base sono:

 i giochi;

 i percorsi motori.

Primo step di competenza

In questo primo step bisogna lavorare soprattutto sullo schema motorio del
correre, dato che i bambini del giorno d’oggi invece di correre tendono a
“galoppare”.

Inizialmente l’istruttore dovrà curare, durante la corsa, la meccanica di


movimento degli arti inferiori e, in particolare, la correttezza negli appoggi dei
piedi.

L’obiettivo è quello di cercare di stimolare lo sviluppo di piedi reattivi, carichi,


propulsivi, dinamici.

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In un secondo momento, poi, l’istruttore dovrà cercare di curare la sinergia di
movimento, a livello estremamente globale, degli arti inferiori e superiori (fase
propedeutica del controllo intersegmentario e di dissociazione dei movimenti
sui vari piani e a livello dei due emi-corpi).

Oltre allo schema motorio del correre, nel corso di questo primo step,
bisognerà agire anche sull’acquisizione e sullo sviluppo dello schema motorio
del rotolare, con particolare riferimento alle capovolte intese come primo
momento di sviluppo di forme di pre-acrobatica elementare.

Secondo step di competenza

Nella fascia di età dai 6 ai 7 anni risulta di fondamentale importanza imparare


a saltare in basso, in alto ed in lungo.

In questo secondo step si comincia con i salti in basso che non richiedono
particolari capacità e servono a migliorare l’equilibrio nella fase di volo.

Si passa poi ai salti in alto che richiedono una rincorsa, una fase di volo ed un
atterraggio.

Infine si passa ai salti in lungo che richiedono una rincorsa più dinamica ed uno
stacco improvviso ed esplosivo.

Terzo step di competenza

In questo terzo step bisogna lavorare sugli schemi motori del lanciare e
dell’afferrare, di fondamentale importanza per l’acquisizione e lo sviluppo di
una funzionale coordinazione oculo-manuale.

L’obiettivo di queste esercitazioni sarà quello di imparare a valutare con


precisione traiettorie e distanze.

Si comincerà con i lanci a due mani per poi passare a quelli ad una mano,
afferrando la palla e gli oggetti prima a due mani e poi, eventualmente, ad una
mano sola (come per i lanci).

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Sempre nel corso di questo step bisognerà lavorare anche per cercare di fare
interiorizzare ai giovani calciatori i principali schemi posturali (parliamo di
schemi posturali quando nel movimento sono coinvolti alcuni segmenti corporei
senza spostamento dinamico nello spazio di tutto il corpo; in questo caso si
tratterebbe di schemi motori di base).

Per quanto riguarda gli schemi posturali si tratterà di un lavoro più analitico
rispetto a quello globale sugli schemi motori di base; ed è per questo motivo
che verrà perseguito, in quest’ultimo step, come passaggio di sviluppo
propedeutico agli schemi di movimento dei cicli successivi.

Verso i 6 anni il giovane calciatore matura una prima forma di controllo


intersegmentario e sa imitare e riprodurre posizioni globali del corpo e
posizioni combinate dei suoi segmenti.

Quali saranno i principali schemi posturali su cui occorrerà lavorare nel corso di
questo ciclo?

Gli schemi posturali saranno:

 flettere/estendere;

 piegare/estendere (differenza principale tra piegare e flettere: nel


piegare il tratto distale dell’arto coinvolto è fissato a terra, nel flettere
no);

 addurre/abdurre (avvicinare/allontanare);

 slanciare;

 oscillare;

 inclinare;

 ruotare/circondurre.

L’obiettivo principale, alla fine di questo ciclo, sarà quello di possedere un buon
controllo della postura in senso dinamico, in modo da poter passare allo

47
sviluppo delle capacità coordinative secondo schemi di movimento più
complessi nei cicli successivi.

Quadro sinottico riassuntivo

Cosa dovrà saper fare il giovane calciatore al termine di questo ciclo dal punto
di vista coordinativo?

Dovrà:

 saper correre in modo sufficientemente naturale;

 saper effettuare una capovolta in avanti sia da fermo che in leggero


movimento;

 saper saltare in basso, in alto ed in lungo;

 saper lanciare e ricevere una palla principalmente a due mani, ma anche


ad una sola mano.

 saper controllare il proprio corpo nello sviluppo delle principali posture


che gli verranno insegnate.

48
Cosa Deve Saper Fare
(Competenze) dal Punto di Vista
Coordinativo il Giovane Calciatore
della Categoria Pulcini

49
Dopo aver acquisito un buon controllo della postura (in senso dinamico,
attraverso schemi di movimento semplici… schemi motori di base) nel
precedente ciclo della categoria Piccoli Amici, a partire dal ciclo della categoria
Pulcini si potrà passare allo sviluppo delle capacità coordinative generali
attraverso l’acquisizione di schemi di movimento più complessi, con l’obiettivo
finale della multilateralità (gesti ed azioni motorie non necessariamente
specifiche della disciplina praticata in modo da evitare l’eccessiva
“specializzazione motoria”, favorendo il necessario “transfert coordinativo”).

Le capacità coordinative generali permettono di organizzare e regolare i


movimenti in modo sempre più funzionale al contesto situazionale in cui il
giovane calciatore si troverà ad agire.

Le capacità coordinative generali dipendono dal sistema nervoso e dagli organi


di senso e sono costituite dalla capacità di apprendimento motorio, dalla
capacità di controllo motorio e dalla capacità di adattamento e trasformazione.

Anche nel corso di questo ciclo, come nel precedente, gli strumenti più
importanti per acquisire e sviluppare le capacità coordinative generali sono:

 i giochi;

 i percorsi motori.

Primo step di competenza

In questo primo step bisognerà lavorare soprattutto sulla capacità di assimilare


ed acquisire movimenti, o parte di movimenti, facendo in modo che vengano
stabilizzati nel più breve tempo possibile (capacità di apprendimento motorio).

Nel corso di questo primo step l’istruttore dovrà presentare movimenti sempre
nuovi, inizialmente in modo lineare e, poi, combinandoli sulla base di livelli di
difficoltà sempre crescenti (in ogni caso adatti alle potenzialità dei soggetti a
disposizione).

In questa fase i gesti, o meglio le azioni motorie presentate, dovranno essere


assimilate ed acquisite senza preoccuparsi troppo della precisione, ma

50
preoccupandosi della loro acquisizione “grezza” (coordinazione grezza) e della
rapida stabilizzazione degli schemi generali dei singoli movimenti.

In particolare, durante l’esecuzione dei percorsi sotto forma di gioco, risulterà


di fondamentale importanza la rilevazione cronometrica in modo da stimolare i
giovani calciatori all’esecuzione rapida.

Secondo step di competenza

Nel corso di questo secondo step l’istruttore dovrà preoccuparsi di far acquisire
ed assimilare i vari schemi di movimento presentati ai propri allievi in modo
sempre più preciso (coordinazione fine), sulla base di precisi “canoni di
riferimento biomeccanico” (capacità di controllo motorio), ma, soprattutto,
sulla base delle strutture ritmiche ben precise insite all’interno di ogni dinamica
esecutiva (capacità di ritmo).

Gli esercizi che verranno presentati nel corso di questo step dovranno
possedere una sempre maggiore difficoltà esecutiva attraverso una modifica
continua dei seguenti parametri:

 ritmi e frequenze del movimento;

 combinazioni tra più abilità motorie e sportive;

 esecuzione degli esercizi da entrambi i lati (simmetrizzazione);

 riduzione del tempo a disposizione (maggiore velocità);

 tentativo di una precisa esecuzione anche in condizioni di affaticamento.

Terzo step di competenza

In questo terzo step, acquisiti e/o assimilati almeno parzialmente i primi due
step, occorrerà, alla fine del ciclo di questa categoria, lavorare per
l’acquisizione e/o assimilazione di un terzo step relativo alla capacità di
trasformare/adattare il programma motorio ad improvvise modificazioni della
situazione o delle condizioni esterne, diverse da quelle abituali, nel corso delle

51
quali si è appreso il movimento stesso, senza che ciò avvenga a discapito del
risultato finale (capacità di adattamento e trasformazione).

Questa capacità consente di adattare il movimento alla mutevolezza


dell'ambiente ed al variare della situazione (sport di situazione) modificandolo
in relazione alle differenti condizioni che si vengono a configurare durante
l'attività motoria o sportiva.

Quadro sinottico riassuntivo

Al termine di questo ciclo, dal punto di vista coordinativo, il giovane calciatore


dovrà:

 saper riprodurre gesti e/o azioni motorie in modo sufficientemente


naturale (coordinazione grezza/capacità di apprendimento motorio);

 saper riprodurre gesti e/o azioni motorie in modo preciso ed in ogni caso
funzionale allo scopo proposto (coordinazione fine/capacità di controllo
motorio);

 sapersi adattare alle strutture ritmiche dei gesti e/o azioni motorie
proposte (capacità di ritmizzazione);

 saper adattare e trasformare le proprie azioni al contesto situazionale


mutevole (capacità di adattamento e trasformazione).

52
Cosa Deve Saper Fare
(Competenze) dal Punto di Vista
Coordinativo il Giovane Calciatore
della Categoria Esordienti

53
In questo ciclo evolutivo occorrerà lavorare principalmente sullo sviluppo ed
affinamento delle capacità coordinative speciali.

Come premessa fondamentale ritengo importante fare chiarezza


sull’argomento capacità coordinative speciali, fugando una serie di dubbi e
inesattezze che spesso insorgono quando lo si prende in considerazione.

Molti considerano le capacità coordinative speciali come una sotto-area delle


capacità coordinative generali, ma non è così.

Le capacità coordinative speciali rappresentano delle componenti elementari


delle capacità coordinative generali e per lo sviluppo di ciascuna di esse (nel
rispetto di quanto viene fatto nei lavori di sviluppo delle capacità coordinative
generali) sarà necessario modulare l’intervento qualitativo e/o quantitativo
sulla base del compito motorio richiesto.

In ogni caso occorre ribadire che le capacità coordinative speciali restano


dipendenti da quelle coordinative generali.

Mi spiego meglio.

Se fino alla categoria Pulcini, dal punto di vista coordinativo, l’istruttore si deve
preoccupare che il giovane calciatore acquisisca e sviluppi aspetti globali della
motricità (capacità coordinative generali), a partire dalla categoria Esordienti
dovrà cominciare a preoccuparsi che il giovane calciatore acquisisca e sviluppi
aspetti analitici della motricità soffermandosi sempre più sul recupero, sul
consolidamento e sul perfezionamento di ben precisi particolari della motricità
stessa.

Sulla base della teoria delle fasi sensibili, sfruttando gli opportuni momenti di
sviluppo di ciascuna capacità coordinativa speciale (e la loro interdipendenza),
anche per la categoria Esordienti dovranno essere perseguiti, come già
avvenuto con le precedenti categorie (Piccoli Amici e Pulcini) tre diversi step di
competenza, interdipendenti tra loro.

Ogni capacità coordinativa speciale verrà sviluppata anche in considerazione


della propria trasferibilità specifica con le diverse capacità tecniche, cosa che
nelle categorie precedenti viene fatta sulla base di una trasferibilità generale.

54
Primo step di competenza

Bisognerà lavorare in particolare sulle capacità coordinative speciali di ritmo,


differenziazione, equilibrio, in sinergia con gli esercizi tecnici di dominio della
palla (conduzione, sensibilizzazione, palleggio).

Secondo step di competenza

Bisognerà lavorare, in particolare, sulla capacità coordinativa speciale di


combinazione motoria, con sviluppo delle principali combinazioni tecniche in
rapida ed armonica sequenza e con una sempre maggiore attinenza e
specificità con il contesto situazionale (conduzione + tiro/controllo +
passaggio/controllo + tiro).

Terzo step di competenza

Bisognerà lavorare, in particolare, sulle capacità coordinative speciali di


orientamento spaziale, di anticipazione motoria, di fantasia motoria.

Le prime due verranno affrontate in sinergia e ad integrazione dello sviluppo


delle capacità tattiche, in particolare la capacità di muoversi ed agire nello
spazio (capacità di orientamento spaziale) e la capacità di leggere/interpretare
in anticipo le situazioni di gioco (capacità di anticipazione motoria).

La terza verrà affrontata in sinergia e ad integrazione dello sviluppo dei gesti


tecnici estrosi, in particolare il palleggio e le finte in abbinamento al dribbling.

Quadro sinottico riassuntivo

Al termine di questo ciclo, dal punto di vista coordinativo, il giovane calciatore


dovrà:

 dimostrare di possedere la necessaria dominanza tecnica in rapporto ad


equilibrio, ritmo, differenziazione (intesa come modulazione dei livelli di
forza); in definitiva deve dimostrare di possedere la necessaria armonia,
a livello di stile personale, relativamente al suo rapporto con l’attrezzo
palla;

55
 saper combinare i vari gesti tecnici con fluidità ed armonia gestuale;

 sapersi orientare nello spazio;

 saper leggere in anticipo e con il giusto timing le varie situazioni di gioco;

 dimostrare di possedere buone doti di fantasia e di creatività


nell’applicare e combinare i vari gesti tecnici appresi.

56
Esempio di Programmazione
Annuale delle Capacità
Coordinative nella Scuola Calcio

57
Come posso distribuire l'allenamento delle capacità coordinative all'interno del
mesociclo?

Fermo restando il fatto che in un allenamento che si rispetti le capacità


coordinative devono essere tutte sollecitate, sulle base delle esperienze ritengo
opportuno stimolarne in particolare due a mesociclo alternandole di
allenamento in allenamento.

Un'altra soluzione potrebbe essere quella di sollecitarne una ad allenamento ed


in questo modo si renderebbero le esercitazioni del mesociclo più variegate e di
conseguenza più divertenti.

Ma vediamo, a titolo di esempio, come io organizzo il lavoro coordinativo, nel


corso delle sedute di allenamento, con i ragazzi della Scuola Calcio.

Prima seduta di allenamento

Nella prima seduta di allenamento facciamo sempre svolgere un percorso di


agilità della durata di 10’ circa.

Perché un percorso di agilità?

Perché l’agilità permette di sviluppare le capacità coordinative in modo


“globale” stimolandole tutte contemporaneamente, evitando, tra le altre cose,
un eccesso di lavori analitici mirati.

L’incremento dell’agilità è relativamente semplice soprattutto se si lavora con


soggetti appartenenti alle fasce di età più basse in continuo apprendimento di
movimenti nuovi.

Personalmente prediligo lavorare per lo sviluppo di questa capacità nelle prime


due categorie della Scuola Calcio, Piccoli Amici e Pulcini, attraverso la
proposizione di percorsi ricchi di contenuti e di movimenti estremamente
variegati in modo da “toccare” molteplici aspetti di tipo coordinativo.

Nel tentativo di determinare forti stimoli nei bambini, soprattutto a livello


motivazionale, ritengo estremamente utile utilizzare piccoli e grandi attrezzi,
codificati e non, in modo da stimolare la loro fantasia.

58
Ma che cos’è l’agilità e come la si può definire?

L’agilità rappresenta la capacità di adattarsi in modo armonioso a qualsiasi


tipologia di movimento proposto; è in stretta dipendenza con le capacità
coordinative oltre che con la capacità di adeguarsi rapidamente alle situazioni
spazio-temporali in modo da sviluppare buone doti di elasticità articolare e di
velocità.

In che modo si può migliorare in concreto l’agilità con i giovani calciatori della
Scuola Calcio ed in particolare con quelli delle categorie Piccoli Amici e Pulcini?

Attraverso esercizi “mirati” che permettano loro di muoversi in modo veloce e


semplice e che permettano, quindi, di riuscire a fermarsi con grande scioltezza
da un movimento rapido e cambiare direzione improvvisamente mantenendo il
controllo dell’equilibrio e della forza (esercizi tipo scatti di vario tipo con arresti
improvvisi ed in varie direzioni, tipo corsa all’indietro e con cambi di senso e
direzione…).

Dato che l’agilità rappresenta il presupposto fondamentale per lo sviluppo di un


buon grado di destrezza (la destrezza rappresenta la capacità di realizzare
movimenti rapidi e precisi), occorrerà sviluppare l’agilità (creando le basi di
tipo coordinativo necessarie all’apprendimento di qualsiasi movimento) prima
di sviluppare la destrezza.

Vediamo ora l’iter procedurale per lo sviluppo di queste qualità.

Nelle categorie Piccoli Amici e Pulcini occorrerà sviluppare soprattutto l’agilità,


mentre nella categoria Esordienti occorrerà sviluppare in modo particolare la
destrezza, in entrambi con la strutturazione di percorsi.

Nel caso di percorsi per lo sviluppo dell’agilità, l’istruttore dovrà preoccuparsi


principalmente che i vari esercizi vengano eseguiti con la necessaria fluidità,
velocità ed armonia.

Per lo sviluppo della destrezza l’istruttore dovrà preoccuparsi principalmente


che i vari esercizi, oltre che in modo rapido ed armonioso, vengano anche
eseguiti con una certa precisione esecutiva.

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Seconda seduta di allenamento

Nella seconda seduta di allenamento facciamo sempre svolgere sia lavori sulla
tecnica di corsa (andature varie), sia esercizi di coordinazione in regime di
rapidità (in prevalenza con utilizzo della speed ladder).

Il tutto, come nella prima seduta di allenamento, per una durata di circa 10’.

Diciamo che il lavoro coordinativo così proposto riguarda in particolare lo


sviluppo delle capacità coordinative generali: capacità di apprendimento
motorio, capacità di controllo motorio, capacità di adattamento e
trasformazione.

Per quanto riguarda le capacità coordinative speciali preferisco svilupparle in


sinergia con le capacità tecniche, dato che esiste una stretta correlazione tra
gestualità tecniche e pre-requisiti coordinativi.

Alcuni esempi:

 nella conduzione della palla le capacità coordinative correlate sono:


ritmo, equilibrio, combinazione motoria.

 nel calciare la palla le capacità coordinative correlate sono:


differenziazione, anticipazione, equilibrio.

Sulla base della teoria delle fasi sensibili, in riferimento per esempio alla
categoria Pulcini, bisognerà lavorare in questo modo:

 nel 1° anno Pulcini (8-9 anni) bisognerà agire principalmente in direzione


dello sviluppo delle capacità coordinative generali;

 nel 2° anno Pulcini (9-10 anni) bisognerà agire in direzione dello sviluppo
sia delle capacità coordinative generali che di quelle speciali;

 nel 3° anno Pulcini (10-11 anni) bisognerà agire principalmente in


direzione dello sviluppo delle capacità coordinative speciali.

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Esempio di Come Organizzare un
Percorso di Recupero per un
Giovane Calciatore Carente da un
Punto di Vista Coordinativo

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Chissà quante volte vi sarà capitato di avere nella vostra squadra un giovane
calciatore con notevoli lacune in ambito coordinativo?

E quante volte vi sarà capitato di avere enormi difficoltà a gestire la situazione


relativamente alla programmazione di opportuni percorsi di recupero?

Spesso gli istruttori, anche quelli più bravi ed esperti, manifestano delle buone
capacità diagnostiche (capacità di rilevare delle lacune, in poche parole fare
della diagnosi funzionali relative ai singoli giocatori e/o gruppi di giocatori), ma
poi però manifestano le difficoltà maggiori nella predisposizione delle
necessarie terapie di recupero, anche a fronte di precisi rilievi di tipo
diagnostico.

Tutto questo a volte accade:

 per la mancanza di tempo;

 per l’incapacità di organizzare al meglio il lavoro e creare opportuni spazi


di intervento;

 per l’assenza di un adeguato numero di istruttori, con impossibilità di


organizzare nella maniera più funzionale possibile le modalità di
intervento didattico.

Per questo motivo a seguire vengono forniti una serie di consigli, a livello
metodologico, in merito all’organizzazione dei necessari percorsi di recupero
qualora un istruttore rilevi la presenza nella propria squadra di alcuni giocatori
(o anche uno solo) con evidenti problemi di tipo coordinativo.

Consiglio N° 1

La prima cosa da fare sarà quella di comprendere (il meglio possibile) l’origine
delle problematiche coordinative affinché l’intervento terapeutico possa
risultare fortemente mirato ed indirizzato verso le reali carenze.

Qualora, infatti, l’intervento risulti troppo generico, perché la diagnosi


funzionale è stata, appunto, troppo generica, difficilmente si potrà arrivare ad

62
una risoluzione definitiva del problema, risolvendo per lo più il problema stesso
solo in modo parziale.

Per poter definire una diagnosi funzionale fortemente mirata, occorrerà


predisporre una batteria di test ad indirizzo coordinativo (valutazione
oggettiva) ed una griglia di osservazione sistematica contenente una serie di
indicatori e descrittori relativi alla performance coordinativa che non sarà
possibile rilevare in modo oggettivo (valutazione soggettiva).

Una volta raccolti tutti questi dati, l’istruttore potrà intervenire per predisporre
i necessari percorsi di recupero facendo in modo che risultino il più possibile
“mirati” al tipo di carenze realmente diagnosticate.

Senza una diagnosi precisa difficilmente si potrà intervenire nel tentativo di


riuscire a risolvere, in via definitiva, i problemi realmente presenti.

Un tempo, per la risoluzione dei problemi di tipo coordinativo, a fronte di una


definizione molto generica della coordinazione come qualità motoria, si
interveniva di conseguenza in modo estremamente globale (la coordinazione
veniva confusa con la destrezza e l’agilità, inglobando un po’ tutte le
caratteristiche di queste ultime qualità).

Grazie agli studi attuali (Bernstein, Meinel, Schnabel, Hirtz…) si è capito che la
coordinazione rappresenta una qualità assai più complessa e strutturata in una
serie di capacità coordinative generali e speciali.

Ed è per questo che l’intervento di recupero deve essere indirizzato nei


confronti della capacità coordinativa generale e/o speciale in cui il discente
risulterà effettivamente più carente.

Dal punto di vista didattico, a ciascun istruttore non basterà più dire in modo
estremamente generico frasi del tipo: “quel bambino presenta carenze di tipo
coordinativo”, senza poi specificarne con precisione l’ambito di effettiva
carenza (quale sarà la capacità coordinativa speciale e/o generale in cui il
giovane calciatore risulterà più carente?).

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Consiglio N° 2

Una volta messa a punto la diagnosi, ciascun istruttore dovrà predisporre i


necessari percorsi terapeutici definendo i contenuti (esercizi, mezzi, strumenti)
attraverso i quali cercare di eliminare le carenze evidenziate.

Mi piace evidenziare, all’interno di questi percorsi terapeutici, il ricorso alla


cosiddetta esplorazione orizzontale, dato che gli istruttori della Scuola Calcio si
troveranno di fronte a calciatori ancora molto giovani.

L’esplorazione orizzontale consiste nel tentativo di far apprendere ai giovani


calciatori un gran numero di schemi di movimento “nuovi” e la combinazione di
quelli già conosciuti (a differenza della esplorazione verticale, attraverso la
quale si cerca di favorire la ricerca di un sempre più approfondito
perfezionamento dei movimenti già automatizzati; questa metodica risulta
maggiormente indicata per allievi evoluti e dovrà essere messa in atto quando
sarà presente un discreto repertorio di abilità di base).

Consiglio N° 3

Una volta messa a punto la diagnosi, e stabiliti i necessari percorsi di recupero,


ciascun istruttore dovrà pensare a come organizzare i contenuti all’interno del
contesto didattico, con definizione delle necessarie metodologie di lavoro.

Per prima cosa dovrà cercare di estrapolare ed organizzare dei momenti di


recupero individualizzato all’interno delle sedute di allenamento ordinarie.

Perché questo possa avvenire è ovvio che risulti di fondamentale importanza la


presenza di almeno due istruttori: uno che possa seguire la squadra ed uno
che possa seguire il giovane calciatore nel corso del suo percorso di recupero
(trattandosi di Scuola Calcio questi momenti di recupero individualizzato non
dovranno essere particolarmente lunghi in modo da non risultare
particolarmente noiosi e demotivanti per giocatori in così giovane età).

Altra possibilità sarà quella di organizzare degli spazi di recupero al di fuori


delle sedute di allenamento ordinarie, facendo ricorso a della sedute di

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allenamento straordinarie; in queste sedute di allenamento straordinarie
verranno raggruppati i giocatori con maggior bisogno di svolgere questi
programmi di recupero coordinativo.

In queste sedute di allenamento straordinario si faranno principalmente


svolgere ai giovani calciatori dei programmi di lavoro alternativi mirati alla
multilateralità sportiva (ricorso alle abilità tecniche e/o movimenti specifici
derivanti da altri sport).

Qualora sia possibile, ritengo importante organizzare anche momenti di


recupero domestico (da svolgere a casa) per rinforzare gli apprendimenti
acquisiti sia nel corso degli allenamenti ordinari che straordinari.

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