Sei sulla pagina 1di 2

Alfa-amanitina

Con il nome di Amanitina si intendono vari polipeptidi biciclici contenuti in specie di funghi quali l'Amanita
phalloides, l'Amanita virosa e l'Amanita verna, la Galerina autumnalis e simili.

Le amanitine interferiscono con processi di sintesi proteica provocando un progressivo calo del contenuto
proteico cellulare e necrosi delle cellule.

L'avvelenamento con le amanitine è caratterizzato da quattro fasi:

Fase 1. È il cosiddetto periodo di latenza che va dalle 6 alle 24 ore dall'ingestione (dalle 10 alle 12 in media)
durante il quale il paziente non accusa alcun sintomo.

Fase 2, detta anche fase coleriforme o gastrointestinale. I sintomi appaiono all'improvviso sotto forma di
dolori addominali, vomito incoercibile e diarrea profusa, arsura e sudorazione accentuata congiunte ad
anuria.

La forte disidratazione è causa di ipovolemia che se non trattata conduce ad insufficienza prerenale (cioè
dovuta non alle tossine ma alla sofferenza che il rene subisce con la forte disidratazione) con aggravamento
in shock ipovolemico e morte del paziente.

Fase 3 o fase epatica. Insorge tra la 24ª e la 36ª ora dall'ingestione, in media alla 36ª. Se il paziente
sopravvive alla fase coleriforme può dare segni di miglioramento, ma a questo periodo segue generalmente
una rapida e consistente perdita delle forze, prostrazione e insonnia causata dai dolori. La morte può
sopraggiungere entro 48 ore (dose massiccia) nel 50-90% dei casi per progressivo e irreversibile danno al
fegato, ai reni, e ai muscoli, cuore compreso, ma il malessere più tipicamente permane dai 6 agli 8 giorni
negli adulti e dai 4 ai 6 giorni per i bambini.

La fase epatica è caratterizzata da aumento iniziale delle transaminasi fino a 100000 UI/l e l'intossicazione è
più severa se le ALAT sono al di sopra di 1000 UI/l. Fin dalla 48ª ora si notano un calo nella glicemia e
nell'attività protrombinica.

Fase 4, insufficienza epatica grave. Insorge tipicamente in quarta o quinta giornata. Si riscontrano un calo
netto di protrombinemia e fattore V della coagulazione. Un calo delle transaminasi è indice di necrosi
epatica e implica prognosi infausta per il paziente. La morte di solito segue un periodo di coma epatico
caratterizzato da convulsioni, crisi respiratorie ed emorragie interne (tipicamente intestinali), ipoglicemia,
coagulopatia ed insufficienza renale acuta.

Se si ha un miglioramento, questo generalmente richiede minimo un mese ed è accompagnato da gonfiore


del fegato. L'autopsia di solito rivela degenerazione grassa e necrosi del fegato e dei reni.

'alfa-amanitina è la potente tossina prodotta da Amanita phalloides e da solo trenta altri funghi, fra le
migliaia di specie esistenti. Ora un gruppo di biologi dell'Università del Michigan è riuscito a identificare la
via metabolica del fungo che porta alla produzione della sostanza, scoprendo che essa non è assemblata da
un grande enzima, come avviene nel caso delle tossine prodotte dalla maggior parte dei funghi, ma da un
piccolo gene che procede direttamente alla sua costruzione, e che ciò vale anche per un altro alcaloide del
fungo, la fallicidina.

Proprio questa discrepanza rispetto agli altri funghi ha permesso ai meccanismi di produzione della tossina
di sfuggire per moltissimi anni all'identificazione da parte degli scienziati, che ora sono riusciti nell'intento
solo grazie al ricorso a una particolare tecnologia del sequenziamento del DNA.
L'alfa-amanitina agisce inibendo un enzima necessario all'espressione di buona parte dei geni delle cellule
che, rese incapaci di sintetizzare nuove proteine, interrompono bruscamente le proprie attività. Le cellule
del tratto intestinale e del fegato sono le più drasticamente colpite non appena vengono in contatto con la
sostanza e nel caso di avvelenamento grave, l'unica possibilità di salvezza è il trapianto di fegato.

I ricercatori hanno identificato un gene che codifica direttamente la tossina, senza passare per la
produzione di un enzima che la costruisca.

"L'RNA costruisce direttamente la struttura portante della tossina, che successivamente viene modificata in
vari modi dal fungo, rendendola particolarmente velenosa", spiega Jonathan Walton, che con Heather
Hallen ha diretto la ricerca e firma un articolo in proposito sui Proceedings of the National Academy of
Sciences (PNAS).

I ricercatori hanno anche scoperto che nel genoma del fungo esistono sequenze multiple correlate ai geni
per queste due tossine, e caratterizzato una regione "tossica" iper-variabile in grado di produrre un'ampia
varietà di peptidi.

"Riteniamo di trovarci di fronte a una sorta di fabbrica che 'sputa fuori' una grande quantità di piccole
sequenze poi montate nel fungo Amanita. Il nostro lavoro indica che questo fungo ha evoluto un
meccanismo per produrre decine o centinaia di sostanze chimiche finora ignote oltre alla tossina che ben
conosciamo", ha detto Walton.

I ricercatori ritengono che l'individuazione del singolare meccanismo utilizzato da Amanita possa aprire la
strada a un suo sfruttamento per la produzione di nuove sostanze utilizzabili come farmaci. (gg)

Microcistina

è un tipo particolare di tossina prodotta dai cianobatteri. ono una classe di tossine prodotte da alcune alghe
blu-verdi d'acqua dolce. Finora sono state scoperte oltre 50 microcistine diverse, di cui la microcistina-LR è
la più comune. Chimicamente sono eptapeptidi ciclici prodotti attraverso sintasi peptidiche nonribosomiali.

Potrebbero piacerti anche