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Malattie intestinali

SALMONELLOSI
Le salmonellosi sono infezioni causate da batteri del genere salmonella.
Dal punto di vista apparato genetico si distinguono forme che prevedono
l’invasione della parete intestinale e infezioni limitate al tratto gastrointestinale.
La patologia intestinale da salmonella spp (caratterizzata da bacilli gram-
negativi, asporigeni, anaerobi facoltativi della famiglia degli Enterobatteri)
rappresenta una delle forme più frequenti di gastroenterite batterica.
Il rischio di contrarre questa malattia è associato soprattutto all’ingestione di
cibi contaminati durante la conservazione e la manipolazione.
Gli alimenti di origine avicola,uova e derivati, e la carne di maiale sono una
frequente causa di salmonellosi.
È l’agente batterico più comunemente isolato nelle infezioni trasmesse da
alimenti.
salmonellosi
Si sviluppano bene sia a temperatura ambiente che all’interno dell’organismo
umano ma sono sensibili:
• Alte temperature
• pH acidi (valori inferiori a 5,5)
• Agenti chimici e fisici
• La refrigerazione a temperatura minore di 5° impedisce la moltiplicazione
batterica senza uccidere i microrganismi
• La congelazione determina una inattivazione della salmonella e ne impedisce
La crescita
salmonellosi
Fattori che aumentano il rischio per l’ospite:
• Ridotta acidità gastrica
• Alterazione della normale flora batterica intestinale
• Neoplasie
• Malattie infiammatorie enteriche
Eziologia
I principali serbatoi di infezione sono animali selvatici, domestici o da
allevamento come, polli, maiali, budini, roditori, cani, gatti e pulcini. Questi
eliminano con le feci la salmonella nell’ambiente esterno contaminando gli
alimenti da essi derivati, i mangimi e le acque.
La salmonellosi è considerata quindi una zoonosi, cioè un’infezione che può
essere trasmessa dagli animali all’uomo.
Per l’uomo gli alimenti rappresentano una delle più importanti fonti di
contagio
Il cibo può essere contaminato per:
• Derivazione da un animale infetto (come carne, uova e latte senza un
preventivo trattamento termico)
• Contatto con il materiale fecale di animali o di persone infette
eziologia
Alimenti a rischio:
-uova(o poco cotte) e derivati a base di uova (salse o creme a base di uova
crude);
-carne e derivati (specialmente pollame crudo o poco cotto);
-pesci, crostacei, molluschi;
-Prodotti non pastorizzati (latte crudo e derivati latte crudo);
-frutta e verdura (angurie, pomodori, germogli di semi, meloni, insalata, succo
d’arancia) contaminate durante il taglio;
-Preparati per dolci, creme, gelato artigianale e commerciale
N.B generalmente il cibo contaminato con salmonella non presenta alterazioni
organolettiche (colore, odore, sapore e consistenza)
epidemiologia
L’incidenza della salmonellosi è attualmente in aumento.
Questa tendenza può essere spiegata sulla base di vari elementi come:
• Selezione di ceppi antibiotico-resistenti;
• Importazione di carni e bestiame con introduzione di sierotipi di salmonella
propri di altre zone;
• Diffusi con degli allevamenti intensivi;
• Maggior ricorso alla ristorazione collettiva
contagio
La salmonella è un microrganismo normalmente presente nell’apparato
gastrointestinale di molte specie animali che sono «portatori sani» del
batterio.
La contaminazione degli alimenti può avvenire:
• Al momento della produzione e della preparazione;
• Dopo la cottura,a causa di una manipolazione non corretta (esempio
vengono toccati con mani o utensili sporchi);
• L’infezione da salmonella e più comune nei mesi estivi
La trasmissione è per via oro-fecale, la malattia può essere contratta
attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminate da feci di animali o di
persone infette.
cause
Le più frequenti tossinfezione da salmonella sono:
• Cottura irregolare e incompleta dell’alimento;
• Il raffreddamento troppo lento;
• Le scarse condizioni igieniche di chi manipola i cibi (in particolare la
contaminazione crociata, ad esempio tra cibi crudi e cotti)
La contaminazione può essere anche a contatto diretto, cioè manipolando
oggetti contaminati o animali infettati, ad esempio è sufficiente che una
persona con una piccola ferita alla mano tocchi la saliva di un infetto.
sintomatologia
L’infezione da salmonella provoca gastroenteriti ed inoltre:
• Nausea
• Dolori addominali crampiformi;
• Diarrea con feci liquide
• Possibilità di feci verdi
• Febbre (38-39°)
• Vomito
• Dolori articolari
• Mal di testa
sintomatologia
Normalmente i sintomi della salmonellosi fanno la loro comparsa 12-72 ore
dall’ingestione del cibo contaminato, o comunque, dall’esposizione al batterio.
Questo breve periodo e il cosiddetto tempo di incubazione durante il quale la
salmonella si riproduce nell’intestino.
Nei bambini possiamo avere quadri clinici più gravi come: polmoniti,
endocardite e pielonefriti.
La salmonellosi si risolve in genere nel giro di 4-7 giorni. Nei casi più gravi si
può rendere necessaria l’ospedalizzazione.
La diagnosi viene confermata mediante la coprocultura.
terapia
Trattandosi di un’infezione batterica verrebbe spontaneo pensate che la cura si
attui con un trattamento antibiotico. In realtà il ricorso agli antibiotici viene
sconsigliato poiché nella maggior parte dei casi, le gastroenteriti da salmonella
sono lievi ed autolimitanti, per cui i sintomi regrediscono spontaneamente nel
giro di qualche giorno.
Per questo motivo la terapia è rappresentata prevalentemente da riposo e
assunzione di liquidi utili per compensare la perdita di acqua e Sali per il vomito
e la diarrea.
Molto utile è la somministrazione di fermenti lattici e probiotici.
NEMATODI
I nematodi sono parassiti in forma allungata, dopo
l’accoppiamento le femmine producono le uova da cui
originano le larve; queste ultime daranno origine alla forma
adulta e sessualmente del verme.
Le infestazioni da nematodi costituiscono le più comuni
parassitosi umane, in particolare nelle aree più povere. In
queste zone rappresenta un grave problema di salute
pubblica, in relazione all’importante effetto di ritardo sulla
crescita fisica e mentale dei bambini infestati.
Ascaridiasi
Causata dal nematode Ascaris lumbricoides, è l’elmintiasi più diffusa al
mondo. La parassitosi rimane molto spesso asintomatica, ma nel 15% dei casi
si possono avere manifestazioni cliniche di varia gravità.
La forma adulta del verme porta a termine il ciclo riproduttivo delle uova
all’interno del piccolo intestino dell’ospite. Una volta eliminate con le feci e
raggiunte le condizioni ambientali favorevoli, le uova (contenenti le larve)
maturano divenendo infestanti.
La trasmissione all’uomo avviene per ingestione delle uova che si schiudono
nel piccolo intestino liberando le larve le quali penetrano attraverso la parete
dell’intestino e si diffondono nel torrente ematico, raggiungendo il fegato,
cuore e polmoni.
eziologia
Entro 6-10 giorni penetrano negli alveoli polmonari e risalgono
progressivamente l’albero respiratorio. Una volta raggiunta la cavità orale
come l’espettorato, vengono nuovamente deglutite ritornando nell’intestino
tenue ove maturano dando origine alla forma adulta del verme.
Il parassita può sopravvivere nell’intestino fino a due anni.
I parassiti necessitano per la loro maturazione condizioni climatiche
caratterizzate da temperature miti è sufficiente umidità.
La diagnosi si basa sul riscontro delle uova all’esame microscopico delle feci.
sintomatologia
Nella maggior parte dei casi decorre in maniera asintomatica.
Talvolta, della fase precoce della infestazione(in corrispondenza del passaggio
delle larve a livello polmonare), a causa dell’azione meccanica diretta possiamo
avere sintomi quali tosse stizzosa, dolore toracico e febbre. Questi disturbi si
risolvono spontaneamente quando il verme raggiunge l’intestino. Quando il
verme raggiunge l’intestino i sintomi sono assenti o modesti caratterizzati da
dolori addominali, dispepsia, inappetenza o nausea.
In caso di infestazioni massive, frequente nei bambini, il verme può causare un
grave stato di malnutrizione con una notevole influenza sullo sviluppo
psicofisico.
terapia
ALBENDAZOLO:
• Bambini di età superiore a due anni: 400 mg per os in dose unica
• Bambini da uno a due anni di età: 200 mg per os intonse unica
• Ivermectina (120-200 µg/kg in una singola somministrazione.
• Il pirantel è il farmaco di scelta in gravidanza.
Si ricorre all’intervento chirurgico in caso di mancata risposta al trattamento
conservativo oppure di ostruzione intestinale completa
Trichiuriasi
Il nematode Trichuris trichiura è l’agente responsabile della trichiuriasi,
diffusa soprattutto nelle aree tropicali.
EZIOLOGIA
Risiede generalmente nel cieco e nel colon. Dopo la fecondazione la
femmina produce le uova, che una volta e raggiunto il terreno,
maturano in condizioni ambientali favorevoli diventando infestanti.
Quando l’ospite ingerisce le uova mature esse si schiudono nel piccolo
intestino con fuoriuscita della larva, che aderisce all’epitelio
intestinale maturando fino allo stadio adulto capace di produrre le
uova.
sintomatologia
Nella gran parte dei casi è asintomatica e induce soltanto eosinofilia.
Negli individui con manifestazioni massive possono verificarsi forme con
diarrea con muco e sangue e prolasso del retto. Nei bambini con colite cronica
da T.trichiura si osservano malnutrizione, dolori addominali, diarrea, anemia
e ritardo psicomotorio.
Diagnosi
La diagnosi è macroscopica, individuando i vermi adulti nella zona rettale,
all’esterno in caso di prolasso. Data l’elevata produzione giornaliera di uova,
analisi di un singolo campione di feci è sufficiente
terapia
Albendazolo:
• Nei bambini di età superiore a due anni (400 mg/die per ossa per tre giorni)
• Bambini di età compresa tra uno e due anni 200 mg/die per tre giorni
• Ivermectina (200 µg/Kg/die per os per tre giorni)
ANCHILOSTOMIASI
Causata dal nematode Ancylostomia duodenale e Necator americanus,
parassita a carattere endemico, che determina frequenti anemie da carenza
marziale(da carenza di ferro) e ritardo di crescita psicomotoria nei bambini
infestati.
EZIOLOGIA
L’esempio adulto secerne sostanze tossiche (compresi i materiali ad azione
anticoagulante e antiaggregante) e sono in grado di sottrarre ogni giorno vari
volumi di sangue.
Una volta raggiunto l’ambiente esterno con le feci, in condizioni ottimali di
temperatura, le uova si schiudono con fuoriuscita delle larve, capaci di
sopravvivere fino a quattro settimane in ambiente favorevole.
eziologia
A seguito del contatto della cute dell’ospite con il terreno
contaminato dalle larve queste penetrano rapidamente attraverso i
follicoli piliferi o piccole soluzioni di continuo raggiungendo il
torrente circolatorio e invadendo cuore e polmoni; qui penetrano
negli alveoli e risalgono l’albero respiratorio fino alla faringe,
vengono quindi deglutiti e con l’espettorato raggiungono l’intestino
tenue dove raggiungono lo stadio di verme adulto.
Nel piccolo intestino si attaccano alla mucosa e liberano enzimi di
attività litica, antiaggregante e anticoagulante.
terapia
ALBENDAZOLO:
• Età superiore a due anni: 400 mg/die per tre giorni
• Bambini tra uno e due anni: 200 mg/die per tre giorni
• Ivermectina: 200 µg/Kg/die per tre giorni
STRONGILOIDIASI

L’agente eziologico è Strongyloides stercoralis, endemico soprattutto nelle


regioni tropicali umide, ma anche negli Stati Uniti sud-orientali e dell’Europa
meridionale.
È l’unico nematode capace di portare a termine il proprio ciclo vitale e
riprodursi nell’ospite; per tale motivo l’infestazione può persistere per
decenni senza ulteriore esposizione a infestazioni esogene, e divenire
massiva nei soggetti immunodepressi.
Eziologia
La femmina adulta vive adesa all’epitelio della mucosa duodenale ed il digiuno
dove deposita le uova; queste sono prodotte per partenogenesi. Una volta
emesse le uova si schiudono nell’intestino dando origine a larve che migrano
verso il colon dove la loro evoluzione o seguire modalità differenti.
Esiste infatti un ciclo sessuato (le larve emesse con le feci maturano sul terreno
in condizioni ambientali ottimali dando origine a vermi adulti di entrambi i
sessi: la femmina fecondata depone le uova), si conosce poi un ciclo
partenogenetico (la larve si trasforma direttamente nell’ambiente in larva
infestante). È possibile infine un ciclo di autoinfestazione(endogeno: la larva
matura direttamente nell’interno del lume intestinale in larva infestante.
Tramite il circolo ematico la larva arriverà polmoni e risale fino alla faringe e
viene deglutito con l’espettorato per arrivare poi nel duodeno. Qui matura il
verme adulto femmina, per riprendere il ciclo biologico.
sintomatologia
Le manifestazioni cliniche possono essere localizzati sulla cute (lesione
eritematosa maculopapulosa pruriginosa nel punto di penetrazione della
larva), oppure interessare il polmone o l’apparato digerente (dolori
addominali e diarrea).
Nelle forme croniche e non complicate si instaura un equilibrio tra il parassita
e sistema immunitario dell’ospite, con conseguente persistenza di un numero
limitato di vermi adulti che non danno sintomi.
Nelle infestazioni massive, le larve sono presenti in numero elevato
nell’intestino e nei polmoni.
In quelle disseminate, le larve possono imbattere qualsiasi organo (fegato,
reni, sistema nervoso centrale, eccetera); sono comuni i sintomi
gastrointestinali (dolori addominali, diarrea, nausea, vomito.
diagnosi
Nei casi di infestazione non complicata la diagnosi viene ottenuta mediante
l’identificazione della larva nelle feci.
TERAPIA
Nelle forme non complicate il farmaco di scelta èè:
- l’ivermectina: 200/kg per os una volta tolto per giorni.
- Albendazolo: bambini di età superiore a due anni 400 mg/die per os per tre
giorni
- Bambini di età compresa tra uno e due anni 200 mg/die per ossa per tre
giorni

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