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Il termine «valore» è usato abitualmente nel linguaggio ordinario in due

significati diversi, ma interscambiabili.


In un primo significato, qualsiasi cosa sia ritenuta oggettivamente
importante o sia soggettivamente desiderata è o ha un valore.
In un secondo significato, il valore non indica l'oggetto dell'interesse, ma il
criterio della valutazione, ossia il principio generale in base al quale
approviamo o disapproviamo una certa azione, come quando
disapproviamo chi non mantiene la parola data, perché non rispetta un
principio di lealtà nei rapporti interpersonali.
Nel linguaggio comune i "valori", al plurale, indicano gli ideali a cui gli
esseri umani aspirano.
(Loredana Sciolla, Valore, in Enciclopedia Treccani)
Il termine «valore»
 Il termine “valore”, viene applicato a
realtà diverse con significati variabili.
 Il valore unisce le persone in gruppi che
lo riconoscono e che lottano affinché
anche gli altri lo possano accettare.
 È importante saper distinguere tra loro i
valori, così da riconoscere quelli che
possono essere inseriti nel nostro
progetto di vita e quelli che confliggono o
sono completamente errati.
 Il termine «valore» può essere riferito a qualcosa di ideale e non
ancora realizzato.
 Oppure valore può essere una realtà concreta
che temiamo di perdere e che vogliamo tutelare.
 Il valore incarna l’idea del bene e ciò contrasta apertamente con l'idea
del male.
 Possono essere considerati valori quegli orientamenti che aiutano gli
individui a raggiungere determinati fini. Valori e fini
(oppure mete e scopi) sono collegati tra loro. Spesso per raggiungere il
fine ultimo, e quindi il valore più alto, l’individuo deve
procedere per gradi e realizzare fini e valori intermedi. Ad
esempio, per raggiungere la sicurezza sarà necessario prima
realizzare la protezione di una comunità dalle calamità naturali
e difenderla dai nemici.
 Se il valore è collocato in un ambito terreno, l’impegno dell’individuo
sarà orientato alla sua realizzazione su questa terra.
 Ma il valore può aprirsi anche a un orizzonte ultraterreno. Sono
questi i valori che plasmano la visione del mondo. Essi sono
legati alla visione religiosa e morale, hanno a che fare con ciò
che è ritenuto bene e ciò che è valutato come male.
Per la discussione
 Che senso ha la parola «valore»?
 Che cosa sono i valori?
 È possibile stabilire una gerarchia di valori?
 I valori sono tutti uguali?
 Possiamo adottare valori diversi? Non entrano in
conflitto tra loro?
Valori universali - 1
 I valori universalmente condivisi esistono.
 Ciò appare evidente nel momento in cui li poniamo in relazione con i relativi disvalori.
 Tuttavia questi valori non sono stati riconosciuti come tali da sempre, ma hanno avuto un lungo periodo di
formazione.
 Un esempio può essere il valore della pace che l’umanità, nel suo insieme, ha fatto emergere dopo la
tragedia della seconda guerra mondiale. Da allora in poi ha perso di significato il valore della guerra come
principio in base al quale stimare la forza di una nazione. Tuttavia sappiamo che il valore della pace è molto
fragile. Chi non ha conosciuto gli orrori della guerra spesso fatica a ritenere che la belligeranza sia un
disvalore. Se il contenuto di un valore non fa parte della memoria collettiva si rischia di ritornare a
celebrare le imprese guerresche come segno dell’onore di un gruppo. Alcuni poi giungono a ritenere che la
guerra possa essere santa. Per ottenere la pace è necessario introdurre con maggior forza i valori della
reciprocità, del rispetto e la conseguente svalutazione della violenza. Ma tutto ciò a livello sociale non può
essere realizzato se i rapporti personali vengono impostati secondo la logica della violenza.
 Un altro valore universale è quello della vita, anche se in realtà la cultura abortista sembrerebbe non
accettarlo. In questo modo la persona umana si trova a essere minacciata al suo nascere. In alcuni casi si
vorrebbe giustificare l’aborto giocando sulle parole e qualificando questa pratica come intervento
terapeutico. Ovviamente l’aborto non può essere una terapia giacché il bambino non viene curato, ma
soppresso. Il cosiddetto «aborto terapeutico» è in realtà utilizzato per scopi eugenetici, ossia per evitare la
nascita di bambini gravemente malati o che presentano malformazioni.
 Ugualmente dobbiamo registrare che alcune frange estremiste e fondamentaliste hanno una cultura della
morte che estende la sua nefasta influenza a tutto l’arco dell’esistenza umana.
Valori universali - 2
 La minaccia contro la vita continua con la richiesta di poter
ricorrere alla pratica dell’eutanasia nel momento in cui si pensa
che la vita di una persona, solitamente un ammalato, non sia più
degna di essere vissuta. Tuttavia, il fatto che la vita di un essere
umano non sia qualitativamente accettabile è una valutazione che
deriva dal modello di uomo efficiente ed edonista che la società
moderna ha sapientemente instillato. Piuttosto che di qualità della
vita occorre parlare di sacralità della vita.
 Altri valori universali che è necessario ricordare sono libertà,
uguaglianza e dignità della persona. Essi ci interrogano
profondamente davanti al dramma dei migranti, individui che
fuggono dai loro Paesi e abbandonano le loro case perché privati
della libertà di parola, di religione, ma prima di tutto della
fondamentale libertà di vivere onestamente la loro vita. Si tratta di
esseri umani che, in quanto tali, godono della dignità umana.
Tuttavia sia nei loro luoghi di origine, sia nei centri dove giungono
sfiniti, troppo spesso si fatica a riconoscerli in quanto persone, con
uguali diritti, e a esigere da parte loro uguali doveri.
Valori universali - 3
Un'interpretazione sofferta
 Il fatto che molti diritti fondamentali siano stati inseriti tra i valori
universali fa sì che la sensibilità aumenti tutte le volte che essi
vengono violati.
 L’emergere dei valori universali non è qualcosa di scontato, ma è il
frutto di una lunga lotta ingaggiata da uomini e donne che li hanno
riconosciuti come tali, che hanno creduto nella loro validità, e che
hanno cercato di farli rispettare a volte a prezzo della vita.
 Potete trovare un elenco dei diritti universali
 nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948)
 e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2000).
Competenze di cittadinanza
Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e
proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono
dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito
di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella
presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di
colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di
origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico,
giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona
appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non
autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria
persona.
Pluralismo e gerarchia di valori - 1
 La società in cui viviamo fa esperienza del pluralismo dei valori, anche
se non è un fenomeno esclusivo del nostro periodo storico.
Certamente, nella società preindustriale o in comunità semplici, i
bisogni erano molto più omogenei e così pure si può dire degli
interessi e dei valori. Nelle nostre società è necessario saper
riconoscere i valori e verificare se possano essere assunti con altri
che ci vengono proposti oppure se siano in conflitto.
 Per questo è essenziale stabilire una gerarchia di valori. Quasi tutti
riconoscono che ci sono «valori ultimi», o irrinunciabili. Tuttavia i
valori sono ordinati tra loro in modo gerarchico con un rapporto di
superiorità/inferiorità. Potete pensare questa gerarchia come a una
catena di mezzi e di fini intrecciati tra loro.
 Un esempio può essere quello dell’albero. Se ci pensate le foglie
sono unite ai rami e questi al fusto, ma tutto l’albero è sostenuto dalle
radici. Proprio queste, le radici, sono i valori ultimi. Così come un
albero non può rimanere ancorato al terreno senza radici, anche le
scelte di una persona non possono essere ordinate una all’altra senza
un valido fondamento valoriale.
Pluralismo e gerarchia di valori - 2
 ll valore della diversità
La secolarizzazione ha sganciato i valori dalla religione e
dalle grandi costruzioni ideologiche.
Sulla scia di filosofie nichiliste (cf. Nietzsche), si è iniziato a
parlare della morte dei valori".
Ma ciò non significa che non ci siano più valori.
Continuamente te vi sono gruppi che mobilitano nuove
energie e formulano nuovi valori, come avvenuto ad
esempio per la tutela dell’ambiente.
Pensate alla necessaria tutela del diverso e dell’altro da sé.
Questi due valori appaiono tanto più importanti quanto
più forte è la loro negazione, come avviene nelle società
multietniche o durante le guerre.
Altro valore emergente è l’uguaglianza nella diversità,
rivendicato soprattutto dalle donne.
La legge naturale
 Secondo la Chiesa, Dio ha donato all’uomo la capacità di controllare le sue
azioni e di orientarsi verso la verità e il bene.
 Quando si parla di legge naturale, perciò, si ha l’intenzione di riferirsi a
questo senso morale originale che consente all’uomo, usando la ragione, di
distinguere il bene e il male, la verità e la menzogna.
 Questa legge è detta naturale perché la ragione, di cui l’uomo si serve per
distinguere ciò che è bene, appartiene alla natura umana: seguendo la ragione e
la legge naturale l’uomo può compiere il bene.
 La legge naturale mostra all’umanità le norme essenziali che devono essere
seguite per regolare la vita morale: abbiamo un esempio di legge naturale nei
precetti esposti nel Decalogo.
 La legge naturale è presente all’interno del cuore di ogni uomo,
immutabile, eterna, universale. In base alla legge naturale è possibile stabilire la
dignità della persona con i relativi diritti e doveri.
 Ogni legge vera, vale a dire conforme alla legge naturale, ha il compito di
trattenere l’uomo dall’errore e perciò non può essere falsata da una legge
positiva, ossia da una norma inserita all'interno di un codice civile.
 La legge naturale può richiedere un adattamento alle specifiche condizioni di
vita di un’epoca o di una circostanza. Tuttavia essa non può essere stravolta
poiché i valori che la esprimono restano sempre validi.
Il diritto positivo
 Per diritto positivo o legge positiva si intende l’intero corpo di leggi o una
singola legge emanata da uno Stato. Attraverso le leggi, uno Stato intende
organizzare la vita e i rapporti dei cittadini tra loro, stabilendo ciò che si può e
ciò che non si può fare.
 La legge positiva non è universale, non è eterna, ma dipende dal
momento storico e dalla cultura che l’ha approvata. Così può accadere
che ciò che è ritenuto giusto in un Paese, sia ritenuto ingiusto in un altro, ma
anche che le leggi siano modificate tenendo conto delle mutate condizioni
sociologiche, economiche, psicologiche. Giusto, all’interno di questo contesto,
è tutto ciò che viene normato dalla legge, ma non è detto che ciò che la legge
ammette sia per ciò stesso veramente giusto secondo la legge naturale. È in
questo contesto che possiamo parlare dell’obiezione di coscienza, il rifiuto di
ottemperare a una legge da parte di chi la ritiene inconciliabile con la propria
coscienza. In questo caso, infatti, la legge positiva si rivela essere una «legge
ingiusta» che, come già ricordava san Tommaso d’Aquino, non può in alcun
caso obbligare in coscienza: «Lex iniusta, nulla lex».
 La legge naturale non si identifica con nessuna legge positiva. Tuttavia il
legislatore, se intende agire eticamente, non la può ignorare.
Perché le norme devono essere seguite?
 Spesso le nostre azioni sono dettate dal conformismo, vale a dire dall’influsso che
il comportamento degli altri ha su di noi e che ci porta ad agire perché «così fan
tutti». In altre occasioni agiamo in un determinato modo perché riteniamo che
quello sia il modo adeguato per farlo. Se devo cucinare un piatto di pasta mi procuro
una fonte di calore, una pentola per far bollire l’acqua, del sale e certamente della
pasta.
 Le norme si differenziano dal conformismo, dalle abitudini e dalle norme tecniche
(ossia quelle che mi consentono di farmi la pasta) perché quando vengono violate
prevedono sanzioni.
 Ovviamente queste sono comminate a seconda della gravità della violazione. Se
l’inquilina del piano di sopra passeggia con i tacchi alle quattro di mattina le negherò
il saluto, ma l’omicida deve avere una pena detentiva.
 Si può pensare che la gente agisca osservando la norma perché vi sono sanzioni
esterne prescritte da persone incaricate dallo Stato. Tuttavia se la gente rispetta il
semaforo, non calpesta le aiuole, paga le tasse, non uccide il prossimo, non ruba lo fa
non solo perché teme gli vengano imposte multe o debba pagare il conto con la
società, ma perché sente un obbligo interno.
 Questo obbligo interno, quasi fosse la decisione di un tribunale, fa sì che la persona
si senta in colpa quando trasgredisce. Il sentirsi non adeguato è la sanzione
interna. Affinché ciò possa avvenire tuttavia occorre che le norme siano state
interiorizzate e ciò avviene durante l'educazione ricevuta dai genitori, dagli
insegnanti, dagli amici e dalle figure di riferimento.

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