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Il Partenone

Il Partenone, costruito in marmo pentelico, è un tempio greco periptero octastilo di ordine dorico. Il tempio
segue il canone del rettangolo aureo ed è decorato con sculture in altorilievo, a cura di Fidia (490-430 a.C.),
che raffigurano storie mitologiche, nel fregio esterno, e temi civici, nel fregio interno.
Edificato nell’Acropoli di Atene nel 432 a.C., durante il «programma edizilio pericleo», il Partenone fu
progettato e realizzato dagli architetti greci Ictino (V secolo a.C.), Callicrate (470-420 a.C.), Mnesicle (V
secolo-432 a.C.) e, infine da Fidia.
Le testimonianze principali dal mondo antico del Partenone furono quelle di Pausania (110 ca-180 ca) e di
Plutarco (46/48-125/127), dal Medioevo quelle di Niccolò da Martoni (XIV sec.) e di Ciriaco d’Ancona (1391-
1452), in età moderna quelle di Evliya Çelebi (1611-1684) e di Jacob Spon (1647-1685) e George Wheler
(1651-1724).
Le vicende del Partenone sono numerose e travagliate: più volte subì diversi danni a causa di incendi, di
terremoti e di conflitti armati. Fu convertito in chiesa cristiana dai bizantini nel VI secolo e poi adibita in
moschea dagli ottomani nel XVI secolo. In questi passaggi non subì particolari modifiche strutturali ma ci
furono comunque delle perdite.
Nell’assedio di Atene del 1687, il Partenone fu bombardato dai cannoni veneziani ed esplose a causa della
polvere da sparo che fu collocata all’interno dai turchi. Da quel momento in poi, fino alla metà del XIX
secolo l’edificio divenne una rovina.
Sia il tempio che l’area dell’Acropoli di Atene divennero fonti di approvvigionamento di materiale di
costruzione o di saccheggi di conoscitori. L’operazione d’estrazione delle antichità greche, durato dal 1801 al
1811, più importante fu attuato da Lord Elgin (1766-1841) che inviò i marmi a Londra, attualmente
conservati al British Museum: questo fatto rimane un dibattito ancora aperto.
A seguito della proclamazione dell’indipendenza della Grecia nel 1832, si provvide a risistemare l’area
dell’Acropoli ateniese e il Partenone, tentando di ricostruire filologicamente il possibile. Il primo restauro
terminò nel 1902.
Un secondo cantiere di restauro fu diretto da Nikolaos Balanos (1860-1943) che ricostruì integralmente il
tempio non rispettando la filologia e adottando materiali di costruzione ferrosi che rovinò la muratura che
doveva consolidare.
Nel 1970 intervenne l’UNESCO e istituì un comitato internazionale di supervisione alla conservazione e al
restauro dell’intera Acropoli e del Partenone. Tuttora il grandioso progetto di restauro è in corso con ottimi
risultati.

FIDIA E IL PARTENONE
Si può constatare la grandezza della concezione artistica di Fidia soprattutto nei due frontoni.
La tecnica scultorea di Fidia appare estremamente raffinata. Le statue, ciascuna delle quali assume pose ed
espressioni sempre diverse dalle altre sono finite anche nella loro parte posteriore non in vista. Infatti, a
differenza del tempio di Artemide a Corfù, dove si riduceva via via la misura delle statue senza curarsi della
sproporzionalità, e in quello di Aphaia a Egina dove le statue assumono posizioni diverse per occupare gli
spazi più piccoli del timpano, nel Partenone si ha l’impressione di una riduzione prospettica delle figure.

Nel frontone occidentale è rappresentata la gara fra Atena e Poseidon per il possesso dell’Attica. Dallo
spazio centrale del timpano le due grandi figure incrociate di Atena e Poseidon divergono verso angoli
opposti.

Nel frontone orientale è rappresentata la nascita di Atena dalla testa di Zeus.

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