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La follia, è uno dei temi della più famosi nell’intera storia della musica,
sopravvissuto a lungo nei secoli.
Nasce nella penisola iberica, più precisamente nell’attuale Portogallo, intorno al
XVI secolo nel cosiddetto “Siglo de oro” periodo di massimo splendore artistico,
politico-militare e letterario della Spagna.
Gil Vicente, autore teatrale del rinascimento portoghese descrive la ‘folia’ come
danza popolare ballata dalle persone più umili come contadini e pastori, a
confermare questa origine è Francisco de Salinas nel trattato De musica libri
septem (1577).
È possibile distinguere due tipi di follia la ‘early folia’ e ‘late folia’.
Recenti ricerche suggeriscono che la early folia, chiaramente più antica nasca come
forma improvvisativa in modo minore, non curandosi in maniera specifica di un tema
o una sequenza rigida di accordi ma processo compositivo ed improvvisativo che
genera sequenze di accordi (fantasia x mudarra).
La prima follia quindi costituisce l’essenza della produzione musicale e del
patrimonio artistico dell’area spagnola, profonda fonte di ispirazione per i secoli
a venire.
La ‘later folia’ è invece caratterizzata dalla nota progressione di accordi qui
sotto riportati e da una linea melodica di sarabanda in tre. Solitamente il tema
viene presentato per poi essere variato per ogni ripetizione (variazione).
A testimoniare il primo uso della progressione armonica è il repertorio vocale
della fine del quindicesimo secolo e il sedicesimo secolo ossia “Cancionero de
Palacio” per l’area spagnola e “Canzoniere di Perugia” e di “Montecassino” per
l’area italiana.
Il primo compositore che si occupò di teorizzare la struttura della ‘tarda folia’
(la progressione accordale e la linea melodica) fu Jean Baptiste Lully.
Nel periodo barocco il tema della follia raggiunse il suo splendore, tutti
scrivevano sulla follia a partire da Handel, Corelli, Vivaldi..
Per la chitarra l’uso di questo tema sopravvisse fino all’800 con autori quali
Giuliani, Sor, Carulli e Francois De Fossa.