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Anno Accademico
2022-2023!
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prof.ssa Patrizia
Pellizzari!
!
Letteratura italiana –
L11 !
– studenti A-I

Percorsi
della
novella
Decameron – cronologia e +tolo
- Prima del 1349: probabile redazione di gruppi
di novelle
- 1349-1351: completamento redazione delle
novelle e stru=ura
“Comincia il libro chiamato Decameron
cognominato Galeo3o. Nel quale si contengono
cento novelle in diece dì de3e da se3e donne e
da tre giovani uomini”.
Decameron – +tolo
Decameron > dieci giornate (dalle parole greche
deca + emèra)
Galeo3o > dalla tradizione dei romanzi cortesi: è
il nome di chi aiutò Lancillo=o a conquistare
Ginevra > il Decameron deve aiutare le donne
sofferen+ per amore
Suddivisione in dieci par+ (Giornate), contenen+
dieci novelle ciascuna
Boccaccio non è il narratore delle novelle
Decameron: il Proemio
L’opera inizia con un Proemio dell’autore:
- “Compassione degli affliP”
- Situazione personale (sofferenza per amore): aiuto
degli amici
- Riconoscenza: aiutare chi soffre per amore, sopra=u=o
chi non ha modo di alleviare la malinconia e il dolore
causa+ dall’amore > le donne
- Il racconto delle novelle come rimedio al dolore
(dile3o) e per porgere u?le consiglio […], in quanto [le
donne] potranno cognoscere quello che sia da fuggire e
che sia similmente da seguitare
Decameron: la “cornice” o
racconto portante
La cornice serve a collegare fra loro i raccon+ (<
tradizione araba e orientale).
La cornice del Decameron è cos+tuita dalla
brigata dei novellatori, che si forma a Firenze
durante la peste del 1348, descri=a
nell’Introduzione alla Prima Giornata.
Decameron: la “cornice”
Nell’infuriare della peste a Firenze, un martedì
maPna si trovano nella chiesa di Santa Maria
Novella se=e giovani donne: Pampinea,
Fiamme=a, Filomena, Emilia, Laure=a, Neifile ed
Elissa.
La più anziana di loro, Pampinea, propone di
lasciare la ci=à. A esse si aggiungono tre giovani
uomini: Filostrato, Panfilo e Dioneo.
Una fonte iconografica:
Il Trionfo della Morte
del Camposanto di Pisa
Una fonte iconografica: Il Trionfo della Morte
Decameron: la “cornice”
Nel corso dell’Introduzione alla Prima Giornata,
l’autore (cioè Boccaccio) cede il ruolo di
narratore ai giovani della brigata.
Boccaccio riprenderà la parola in prima persona
nell’Introduzione alla Quarta Giornata e nella
Conclusione dell’autore.
Decameron: la “cornice”
Nel Decameron la cornice, oltre a essere un collante
stru=urale, ha anche la funzione di opporre al disordine
(causato dalla peste) l’ordine della brigata, che rifonda la
vita comunitaria e civile dandosi delle regole:
- organizzazione e scansione del tempo (per es. il
venerdì e il sabato non si racconta)
- la brigata elegge per ogni Giornata un re o una regina
che stabilisce l’argomento delle novelle (solo Dioneo
oPene di potere raccontare a=enendosi o no
all’argomento stabilito e di raccontare per ul+mo)
- i giovani commentano quanto viene raccontato,
rinsaldando la vita comunitaria.
Decameron: par+zione e argomen+
delle Giornate
I giornata (mercoledì), Pampinea: tema libero
II giornata (giovedì), Filomena: il potere della
fortuna (lieto fine)
III giornata (domenica), Neifile: il potere
dell’ingegno e dell’impegno
IV giornata (lunedì), Filostrato: amori infelici
V giornata (martedì), Fiamme=a: amori felici
Decameron: par+zione e argomen+
delle Giornate
VI giornata (mercoledì), Elissa: efficacia dei moP
di spirito e delle argute risposte
VII giornata (giovedì), Dioneo: beffe ai mari+
VIII giornata (domenica), Laure=a: altre beffe
IX giornata (lunedì), Emilia: tema libero
X giornata (martedì), Panfilo: liberalità e
magnificenza
Le “cornici” dopo il Decameron
La traduzione la+na della boccacciana “novella di
Griselda” (Decameron, X 10), eseguita da Francesco Petrarca e da lui
inserita nel corpus della sua raccolta di le=ere Seniles (XVII, 1-3),
introduce una nuova forma di cornice:

la novella racchiusa nella le.era, o meglio – in questo caso – facente


parte di un gruppo di le=ere (tre), dire=e a Boccaccio, di cui la prima è
un biglie=o di accompagnamento, la seconda con+ene la traduzione
della novella e la terza ne è un commento.

A questo modello si ispireranno, fra gli altri, Masuccio Salernitano,


Luigi Da Porto, Ma=eo Bandello, nonché, sul versante la+no, Enea
Silvio Piccolomini (poi papa Pio II) per la sua novella Historia de duobus
aman?bus (Storia di due aman?; 1444).
Le novelle senza cornice
Nel Qua=rocento compaiono anche novelle
singole, senza cornice: le cosidde=e novelle
spicciolate.
La più famosa è la Novella del grasso legnaiuolo
(forse di Antonio ManeP), che racconta una
crudele beffa ordita da Filippo Brunelleschi e da
Donatello ai danni dell’ebanista Mane=o.
Le novelle senza cornice

Le novelle spicciolate sono ben a=estate anche


nel Cinquecento > per es. Novella di Belfagor
arcidiavolo di Machiavelli

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