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Camene

ninfe dell'antica religione romana

Le Camène (in latino Camēnae o Casmēnae o Carmēnae) erano, nella religione romana,
divinità arcaiche delle sorgenti (ninfe).

Egeria nel parco di Wörlitz in Germania

Descrizione

Le Camene note - o forse solo i loro appellativi - sono quattro: Egeria, Carmenta (Carmentis),
Antevorta e Postvorta. A loro venivano talvolta attribuite facoltà profetiche e più
generalmente "ispiratrici".

Per questa complessa natura la figura e il mito delle Camene si articolarono, nel tempo:

furono anzitutto divinità protettrici del focolare arcaico, simbolicamente assimilato alla
città: sicché la prima di loro, Egeria, fu secondo la leggenda l'ispiratrice del secondo re di
Roma, Numa Pompilio, di stirpe sabina e promotore della concordia fra le prime tribù
romane (si ricordi il ratto delle Sabine). Nell'immaginarne la natura, vale la pena di aver
presente l'assonanza tra Egeria, ager (la terra da coltivare) e agger (il terrapieno di difesa):
la figura che emerge è quella di una divinità femminile arcaica e potente, nata dai culti della
terra, che ispira al re della nuova città saggezza, concordia e pacificazione. Siamo tra il VII
e il VI secolo a.C.

Antevorta (=che guarda avanti) e Postvorta (=che guarda indietro) erano personificazioni
legate al parto, invocate perché il feto si presentasse nella giusta posizione (con la testa in
avanti), e fosse salvato se si presentava al contrario. Più che nomi di singole divinità erano
probabilmente soprattutto appellativi, e connettevano la natura arcaica e protettrice delle
donne della divinità a quella oracolare.

Attraverso Carmenta (Carmentis) poi - dalle più pronunciate qualità oracolari, e da cui si
faceva derivare il termine "carmen", (=canto, racconto epico, poesia), esse divennero la
personificazione romana delle Muse, come mostra Livio Andronico nell'invocazione alle
Camene della tradotta Odissea: Virum mihi, Camena, insece versutum, e cioè: L'uomo
versatile narrami, Camena (Odusia, 1, 1) (ma siamo già nel III secolo a.C.).

Alle Camene già Numa Pompilio aveva consacrato il bosco presso la fonte di Egeria, fuori
Porta Capena. Qui si celebravano in gennaio, con offerte di latte e acqua, le feste Carmentalia,
durante le quali le Vestali (ordine sacerdotale femminile non meno antico di Numa Pompilio)
venivano ad attingere l'acqua per i loro riti. Nel II secolo a.C. il loro sacello, colpito da un
fulmine e perciò inizialmente ricoverato nel tempio di Onore e Virtù, poco distante, fu
trasportato all'interno del tempio di Ercole delle Muse (Aedes Herculis Musarum), stabilendo
così la connessione e la futura equivalenza tra le Muse e le Camene.

Bibliografia

Anna Ferrari. Camene, in Dizionario di mitologia greca e latina. Torino, UTET, 1999. ISBN 88-
7750-754-3.

Herbert Jennings Rose. Camene, in Nicholas Hammond, Howard Scullard. Dizionario di


antichità classiche. Milano, Edizioni San Paolo, 1995. ISBN 88-215-3024-8.

Voci correlate

Flamini

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Collegamenti esterni

La valle delle Camene nel racconto di un viaggiatore del 1802 (https://web.archive.org/web/


20070308043113/http://www.romacivica.net/tarcaf/artlet/let_GT.htm) , su
romacivica.net. URL consultato il 20 novembre 2006 (archiviato dall'url originale l'8 marzo
2007).

(LA) su Antevorta e Postvorta (https://www.uni-mannheim.de/mateo/camenaref/hofmann/


p/books/p_4945.html) , su uni-mannheim.de.

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