Sei sulla pagina 1di 7

Nel testo sono passate in rassegna le conoscenze astronomiche degli antichi Stefano Spagocci

europei, dal Paleolitico al Rinascimento, secondo l’ottica propria dell’archeoa-


stronomia, cercando cioè di comprendere come le varie culture abbiano inteso i
fenomeni celesti, come se ne siano serviti, quale ruolo l’astronomia abbia giocato
nella loro visione del mondo.
L’autore si è intenzionalmente posto in modo sintetico e divulgativo, mantenen-
do comunque il senso scientifico dell’indagine. Il testo privilegia una dimensione
europea, alla ricerca di ciò che ci unisce più che di ciò che ci divide.
Per quanto riguarda l’area geografica italiana, si segnala la trattazione delle cono-
scenze astronomiche nel megalitismo mediterraneo e alpino, in Gallia Cisalpina,
in Etruria, in Magna Grecia e tra i Longobardi; sono trattate anche le cono-
scenze astronomiche di Dante Alighieri nel contesto del Medioevo occidentale
e in un’ottica finora mai considerata in una pubblicazione di lingua italiana; e di
Leonardo da Vinci nel contesto del Rinascimento europeo.
L’ampia bibliografia fornita, come invito all’approfondimento, crediamo possa
essere utile anche al lettore più esperto, poiché include tanto opere divulgative
quanto lavori professionali.

Stefano Spagocci è nato a Milano nel 1966. Si è laureato in fisica all’Università degli Studi di
Archeoastronomia
Milano, svolgendo la tesi di laurea presso il CERN di Ginevra. Ha poi conseguito un M.Sc.
alla Edinburgh University ed un Ph.D. presso University College London. Sin dalla tesi di
laurea si occupa dello sviluppo di modelli matematici per applicazioni scientifiche, ingegneri-
L’Europa dai primordi
stiche ed economiche. Ha da sempre un forte interesse per l’archeologia e la storia antica, con
una particolare attenzione ai popoli “barbarici”. Nell’ultimo venticinquennio tale interesse si
al Rinascimento
è congiunto con quello per l’antropologia, dando origine ad una lunga serie di ricerche sull’ar-
cheologia cisalpina.

Archeoastronomia

ISBN 978-88-32211-45-0

€ 16,00 Press & Archeos


INDICE

Introduzione p. 13

I. Introduzione all’archeoastronomia p. 19

II. Datare con le stelle p. 23

III. L’astronomia paleolitica p. 31

IV. L’astronomia megalitica p. 37

V. L’astronomia celtica p. 49

VI. L’astronomia in Gallia Cisalpina p. 57

VII. L’astronomia etrusca p. 71

VIII. L’astronomia romana p. 79

IX. L’astronomia greca p. 85

X. L’astronomia germanica p. 101

XI. L’astronomia vichinga p. 109

XII. L’astronomia medievale p. 117

XIII. L’astronomia rinascimentale p. 137

Bibliografia p. 148
Introduzione

Nell’ormai lontano 2014 l’autore, astrofilo di lungo corso e da sem-


pre appassionato di archeologia, decideva di proporre, presso il Gruppo
Astrofili di Cinisello Balsamo, il corso “Incontro con l’Archeoastrono-
mia”. Il corso, protrattosi lungo un semestre, riscosse un certo successo
e l’autore ebbe allora l’idea di raccogliere gli atti del corso in un volu-
metto stampato in proprio. Il volumetto in questione fu poi ampliato
e ripubblicato con un diverso titolo, riscuotendo un certo successo in
entrambe le versioni.
Sono passati diversi anni da quel corso, le conoscenze archeoas-
tronomiche hanno avuto una certa evoluzione, l’autore ha cominciato
a dare qualche originale contributo alla materia e (perché no) la sua
comprensione della materia si è parimenti evoluta: per tutte queste ra-
gioni si è ritenuto opportuno rimettere mano ai due artigianali libretti
in questione, aggiornando alcuni capitoli, aggiungendone altri e am-
pliando la bibliografia, con lo scopo di renderla appetibile per lo stesso
lettore specialista.

L’approccio
Anche limitandosi alla Penisola italiana, sono molti i siti aventi ri-
levanza archeoastronomica. I testi citati in bibliografia, che consiglia-
mo al fine di approfondire la conoscenza della materia, descrivono però
questi siti in dettaglio e il lettore inesperto può trovarsi disorientato. Il
libro si propone, appunto, di rimediare ad un tale inconveniente; scopo
di quest’opera è infatti fornire una panoramica dell’archeoastronomia
europea, dal Paleolitico al Rinascimento, cercando di concentrarsi sugli
aspetti salienti della stessa.
Poiché scopo di quest’opera è quello di avvicinare il lettore non spe-
cialista al mondo dell’archeoastronomia europea, il linguaggio è voluta-
mente divulgativo. È parimenti intenzionale la limitata lunghezza del
testo. In ossequio allo spirito divulgativo che ci ha animato, il lettore
non deve aspettarsi una panoramica sito per sito dell’archeoastronomia
europea, né una dettagliata descrizione di tutti gli allineamenti astro-
14 Stefano Spagocci

nomici. Rinunciando all’esaustività ci si è concentrati sull’essenziale, ot-


tenendo un risultato che ci sembra non banale. Il lettore potrà quindi
approfondire le sue conoscenze consultando le eccellenti opere in bib-
liografia.
Nel testo sono passate in rassegna le conoscenze astronomiche degli
antichi europei, dal Paleolitico al Rinascimento, secondo l’ottica propria
dell’archeoastronomia, cercando cioè di capire come le varie culture ab-
biano compreso i fenomeni celesti, come se ne siano serviti, quale ruolo
l’astronomia abbia giocato in tali culture.
Va però detto che abbiamo deciso di usare il termine “archeoastrono-
mia” in un’accezione più larga di quella comunemente usata: “archeo-
astronomia”, quindi, come “astronomia arcaica” oltre che “astronomia
nei suoi rapporti con l’archeologia”. I confini tra discipline scientifiche,
infatti, non sono mai netti e a noi interessava fornire una panoramica
riassuntiva ma il più possibile esaustiva delle conoscenze astronomiche
delle civiltà pre-moderne: a fronte di questo obiettivo, il violare i confini
tra discipline ci è sembrato un “sacrificio” più che accettabile.
Esistono sul mercato eccellenti testi di archeoastronomia; limitando-
ci alle opere edite in lingua italiana, segnaliamo i testi di Magli, Cossard
e Gaspani. Esistono anche eccellenti opere monografiche su singoli as-
petti dell’archeoastronomia; a tal proposito è d’obbligo citare i testi editi
da Gaspani, rivolti all’archeoastronomia cisalpina e centro-nord-euro-
pea. Nonostante ciò, riteniamo che un’opera come questa possa colmare
una lacuna: i testi citati, infatti, sono caratterizzati da una (meritoria)
esaustività che rischia però di scoraggiare il lettore non esperto.

Struttura del Testo

w Nel Capitolo 1 si fornisce una rapida introduzione ai metodi del-


l’archeoastronomia che, per quanto semplificata, dovrebbe essere suffi-
ciente al lettore per seguire le argomentazioni esposte nel libro

w Il Capitolo 2 è dedicato all’esposizione dei risultati di uno studio


che l’autore ha compiuto in collaborazione con Gaspani, portando alla
datazione archeoastronomica di un santuario d’altura e (crediamo) di-
Archeoastronomia 15

mostrando l’infondatezza dello scetticismo riguardo alla possibilità di


datare archeoastronomicamente.

w Il Capitolo 3 è dedicato all’astronomia del Paleolitico. Ci si con-


centra in particolare sulle famose pitture parietali del sud della Francia
e nord della Spagna e sui manufatti mobili le cui decorazioni si pensa
riportino un simbolismo astronomico.

w Il Capitolo 4 è dedicato all’astronomia megalitica. Il campo è vas-


tissimo, costituendo da due secoli “terreno di caccia” per gli studiosi; si
è quindi stati costretti a scegliere alcuni siti rappresentativi. Per quan-
to riguarda il megalitismo “maggiore” si considerano il sito inglese di
Stonehenge, quello irlandese di Newgrange, quello bretone di Carnac;
segue una trattazione del megalitismo mediterraneo (Malta, Sardegna)
e alpino (Valdaosta).

w Il Capitolo 5 riguarda l’archeoastronomia delle popolazioni cel-


tiche. Il campo è molto vasto, grazie soprattutto all’opera di Gaspani,
e si sono dovute quindi operare delle drastiche scelte; in particolare, ci
siamo concentrati sulla struttura del calendario celtico (in riferimento
al Calendario di Coligny), sulle feste celtiche e il loro riscontro astro-
nomico e sugli allineamenti riscontrati in varie tipologie di struttura in
ambito centro-europeo.

w Il Capitolo 6 tratta dell’astronomia dei popoli protostorici in Cis-


alpina, di origine celtica o più o meno profondamente celtizzati. Il cap-
itolo è più ricco, in testo e iconografia, rispetto ad altri, avendo l’autore
deciso di dedicare un certo spazio alle “cose di casa sua”: nel capitolo,
quindi, si fornisce una panoramica sintetica ma (almeno nei concetti
fondamentali) esaustiva dell’astronomia di tali popoli. Le conoscenze in
materia si devono principalmente all’opera di Gaspani, le cui scoperte
l’autore ha voluto qui presentare.

w Nel Capitolo 7 si affronta la tematica dell’astronomia etrusca, in


Etruria propria ed Etruria padana. La cosmologia etrusca, in partico-
lare, è affrontata a partire dalle interpretazioni che gli studiosi hanno
16 Stefano Spagocci

dato del Fegato di Piacenza, un modello che, sia stato “sussidio didat-
tico” per aruspici o oggetto in qualche modo sacro, riepiloga nella sua
struttura la struttura del cielo secondo questo popolo. Ci si sofferma poi
sugli allineamenti dei templi etruschi e sulla loro interpretazione e sul
calendario in Etruria.

w All’astronomia dei Romani è dedicato il Capitolo 8. Per quanto ne


sappiamo, i templi romani non erano astronomicamente orientati e per
questa ragione pochi cenni sono dati al problema. Trattiamo invece in
considerevole dettaglio del calendario romano, nei suoi aspetti pratici e,
soprattutto, simbolici, il cui studio va a merito di Magini. Ci occupia-
mo poi dell’orientamento astronomico delle città e degli accampamenti
romani.

w Il Capitolo 9 è dedicato all’astronomia greca, in Grecia propria e in


Magna Grecia. In questo ambito l’archeoastronomia non è l’unica pos-
sibile fonte di conoscenza e ci siamo quindi concentrati su quegli aspetti
della storia dell’astronomia greca per i quali il confronto con l’archeo-
logia risulta essenziale, dando però un cenno alla storia dell’astronomia
greca e soffermandoci quindi sulla scienza ellenistica. La parte propria-
mente archeoastronomica del capitolo riguarda l’orientamento dei tem-
pli greci. Ricollegandoci al Capitolo 2, trattiamo poi della datazione
dei templi. Ci concentriamo quindi sul Meccanismo di Antikythera, un
elaborato planetario meccanico di epoca ellenistica.

w Il Capitolo 10 è dedicato all’astronomia dei Germani. Ci occu-


piamo del calendario germanico e prendiamo poi in considerazione il
Disco di Nebra (un disco rituale sul quale è riportata una simbologia
astronomica che gli archeoastronomi stanno decifrando) e il santuario
germanico di Externsteine. Si affronta quindi l’astronomia dei Longo-
bardi, per quanto riguarda l’orientamento delle sepolture, in Pannonia
e in Italia, e delle chiese, concentrandoci su Santa Maria Foris Portas
(Castelseprio).

w Il Capitolo 11 tratta dell’astronomia dei Vichinghi, sulla quale


sappiamo molto grazie all’opera di Gaspani. Ci si occupa, in particolare,
Archeoastronomia 17

della cosmologia, della navigazione (come noto, l’astronomia è sempre


stata di grande aiuto ai naviganti), del calendario vichingo, degli allinea-
menti astronomici. Si prende poi in considerazione il sito di Brattahlid
(Groenlandia), l’analisi del quale implica tutti gli aspetti di cui sopra.

w Riguardo all’astronomia del Medioevo, valgono considerazioni


analoghe a quelle svolte a proposito dell’astronomia greca. Nel Cap-
itolo 12, quindi, ci concentriamo su quegli aspetti che esulano dalla
storia dell’astronomia medievale in senso stretto, dando solo un cenno
a quest’ultima. Trattiamo, in particolare, della fisica e cosmologia me-
dievali (in rapporto alla mentalità dell’uomo del Medioevo) e ci dedi-
chiamo quindi a una disamina dell’astronomia in Dante, compresa una
trattazione della struttura “quadridimensionale” del paradiso dantesco.
Concludiamo quindi il capitolo con una trattazione degli orientamenti
astronomici delle chiese romaniche.

w All’astronomia del Rinascimento è dedicato il Capitolo 13. Come


(e ancor più che) nel caso dell’astronomia greca e di quella medievale, lo
studio dell’astronomia rinascimentale vede l’archeoastronomia in senso
stretto giocare un ruolo minore. Abbiamo dunque deciso di concentrar-
ci sull’astronomia leonardesca, premettendo alla trattazione un quadro
delle conoscenze astronomiche al suo tempo.

Potrebbero piacerti anche