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Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale

Finanza e simulazione di impresa

Prof. Gianpaolo Iazzolino


Dept. Mechanical, Energy and Management Engineering
(DIMEG - Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale)
Building 41/C, upper bridge floor
Finanza

Concetti fondamentali

2 categorie di attori:
 Investitori: temporanea rinuncia a impiego specifico o consumo di mezzi monetari
 Utilizzatori: temporanea acquisizione di mezzi monetari

Utilizzatori = emittenti di Attività finanziarie (diritti su benefici futuri - flussi di cassa)

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Rischio

Acquirente di attività finanziarie

 Rischio monetario (perdita potere di acquisto)

 Rischio di cambio (remunerazione legata al rischio fluttuazione cambi)

 Rischio di credito (default risk)

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Sistemi Finanziari

Collegamento tra soggetti con saldo finanziario positivo e soggetti con saldo finanziario
negativo

• Settori in surplus (offerenti di fondi, creditori finali): famiglie

• Settori in deficit (richiedenti di fondi, debitori finali): imprese, settore pubblico

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Intermediazione diretta e indiretta

Intermediazione indiretta: mercato creditizio


Intermediazione diretta: mercato mobiliare

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Intermediari finanziari

Fino al 1926: assenza di disciplina bancaria


1926: legge sulle imprese bancarie (banche miste)

Legge bancaria del 1936: principio della specializzazione

 Istituti di credito speciale (ICS): crediti a medio-lungo

 Banche: crediti a breve


(Casse di risparmio, monti di credito, Bin, casse rurali e artigiane, etc.)

 Parabancario: leasing, factoring, gestione fondi comuni

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Intermediari finanziari

Testo unico (D.Lgs. 1993 n. 385)

 Abolizione distinzione banca-Ics (principio di specializzazione)

 Meno categorie giuridiche (SpA, Credito cooperativo, popolari)

 Modello banca universale – gruppo polifunzionale

 Ampliamento operatività bancaria (leasing, factoring, servizi di pagamento,


emissione carte credito, consulenza gestione patrimoni, etc.)

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Mercati finanziari

Borsa Italiana SpA (London Stock Exchange Group plc)


 MTA – Mercato telematico Azionario:
 segmento elevata capitalizzazione: prime 40 società (FTSE MIB)
 segmento star: 40 MLN€ < capitalizzazione < 1 MLD€ + altri requisiti

 MOT - Mercato telematico delle Obbligazioni

 Altri mercati (es. IDEM - Italian Derivatives Market)

MTS SpA
 MTS Mercato dei Titoli di Stato (all’ingrosso)
 mercato secondario

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Intermediari finanziari

Sistemi finanziari orientati al mercato


Finanziamento: emissioni di azioni e obbligazioni
Dimensioni elevate mercati mobiliari
USA, Inghilterra

Sistemi finanziari orientati agli intermediari


Finanziamento: prestiti da banche
Dimensioni ridotte mercati mobiliari
Italia, Germania

Individuare la più corretta proporzione e integrazione tra essi

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Classificazione Fonti di Finanziamento

 Strumenti erogati dagli Mercato


intermediari finanziari
Capitale di creditizio
Debito  Titoli obbligazionari

 Prestito dei soci

 Titoli derivati Mercati


mobiliari

 Titoli azionari
Capitale di
 Autofinanziamento (utili reinvestiti)
Rischio
 Ingresso nel capitale di società di
investimento

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Prestito dei soci

• si effettua anche senza alcuna delibera assembleare


• può (come accade spesso) essere sottoscritto solo da una parte dei soci, senza alcuna
conseguenza per chi non contribuisce

• è a tutti gli effetti capitale di debito


• può essere a tempo indeterminato (al pari del capitale sociale) o avere un piano di
ammortamento prestabilito

• può essere infruttifero (senza interessi) o fruttifero (con interessi)

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Titoli obbligazionari e titoli azionari
Strumenti di finanziamento del mercato mobiliare

Titoli obbligazionari (titoli di debito)


L’impresa si impegna a remunerare a condizioni contrattualmente concordate il capitale e a
restituirlo integralmente (cedole o rendimento a scadenza)

Titoli azionari (titoli equity)


La remunerazione del capitale non è oggetto di contrattazione ma è residuale
Titolarità della proprietà

Estremi di un continuum

Titoli ibridi

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Il capitale di debito

Titoli obbligazionari (titoli di debito)

Caratteristiche:

1. Emittente
2. Valuta
3. Durata
4. Modalità di remunerazione del capitale investito

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1. Emittente

Organizzazione sovranazionale, ente pubblico, società privata

Rischio di insolvenza

Privilegi: debiti postergati (junior debt) e senior debt


Garanzie: ipoteche su impianti/attrezzature
Rating: merito di credito (credit rating)

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High grade

Qualità medio-alta

Investment
Qualità media grade

Speculative
grade

Bassa qualità
Altamente speculativi

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2. Valuta

Valuta diversa da quella della propria nazionalità

Tassi di interesse diversi

Tassi di inflazione diversi

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3. Durata

 Debiti di brevissimo termine (overnight)

 Debiti a breve (scadenza inferiore a un anno)

 Debiti a medio-lungo (scadenza compresa tra 1 e 30 anni)

 Scadenza modificabile a discrezione dell’emittente

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4. Modalità di remunerazione del capitale investito

1. Zero coupon bonds


2. Obbligazioni con cedola

Valore Nominale (VN) e valore (prezzo) di emissione (espressi in centesimi)

Cedole (espressi in percentuale del VN)


 Tasso nominale annuo (tasso cedolare)
 Frequenza con cui vengono staccate

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I Titoli di Stato

Strumento finanziario più diffuso in Italia

Taglio minimo = 1000 €


Scambiati all’ingrosso sul MTS e al dettaglio sul MOT

1. Titoli zero-coupon
 Buoni ordinari del Tesoro (BoT)
 Certificati del Tesoro zero-coupon (CTz)

2. Buoni del Tesoro poliennali (BTp)

3. Certificati di credito del Tesoro (CcT)

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Buoni ordinari del Tesoro (BoT)

Titoli a breve: 3, 6, 12 mesi

Copertura di temporanei squilibri di cassa del Tesoro

Tasso di interesse implicito

Scambiati sul MTS e sul MOT

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Certificati del Tesoro zero-coupon (CTz)

Durata: 18 o 24 mesi

Scambiati sul MTS e sul MOT

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Buoni del Tesoro poliennali (BTp)

Titoli a medio termine (durata maggiore di 1 anno)

Cedola fissa posticipata (semestrale)

Rimborso alla scadenza in unica soluzione

Strumento di indebitamento a m/l termine dello Stato

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Certificati di credito del Tesoro (CcT)

Titoli a medio termine (scadenza max 12 anni)

Cedola variabile posticipata (semestrale)

Indicizzazione: sulla base del rendimento dei BoT semestrali di più recente
emissione

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Il capitale di rischio

Titoli azionari

Titoli di proprietà: remunerazione residuale

Diritti:

1. Proprietà

2. Controllo

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Diritti di proprietà

Diritto di partecipare agli utili

1. Stacco dei dividendi

Flussi di cassa discrezionali e deliberati a intervalli regolari dall’assemblea straordinaria

Monte dividendi: distribuito tra le varie categorie di azioni

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Diritti di proprietà

Rendimento di un’azione

1. Dividendi
2. Capital gain (guadagno di capitale) = differenza tra prezzo di vendita e prezzo di
acquisto delle azioni

Buyback: riacquisto azioni proprie


Buyback: consolidare il controllo, sostenere il corso azionario (sempre più meccanismo
alternativo ai dividendi per ripagare gli azionisti)

Patti parasociali: regolare i rapporti tra i soci


Sindacato di blocco: impegno a non alienare le proprie azioni
Sindacato di voto: impegno a esercitare il diritto di voto in maniera concordata

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Diritti di controllo

1. Nomina del Consiglio di Amministrazione


2. Voto nelle assemblee sociali ordinarie e straordinarie

Elezione del CdA


• Maggioritaria: CdA interamente espressione degli azionisti di controllo

• Proporzionale (voto cumulativo): CdA eletto in modo proporzionale


(esempio: azionista che possiede il 60% dei diritti di voto può eleggere il 60% dei consiglieri)

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Tipologie di Titoli

Qualsiasi combinazione di diritti di proprietà e di controllo

Solo diritti di proprietà, solo di controllo o una combinazione dei due

In genere:
Le azioni aventi maggiori diritti di controllo (superior voting) hanno minori diritti di proprietà (minori
dividendi e un posto più basso nella gerarchia di liquidazione)

Viceversa per le azioni aventi minori diritti di controllo (restricted voting)

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Categorie di azioni in Italia

Azioni
1. ordinarie
2. privilegiate
3. di risparmio

Uguale valore nominale tra le tre

Capitale sociale composto, almeno per metà, da azioni ordinarie

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Azioni ordinarie

1. Riscossione del dividendo pro-quota

2. Diritto di voto nelle assemblee


• Ordinarie (approvazione bilancio e nomine degli amministratori)
• Straordinarie (distribuzione dividendi e operazioni di finanza straordinaria, quali
aumenti di capitale, fusioni, scissioni)

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Azioni privilegiate

1. Diritto di voto solo nelle assemblee straordinarie

2. Privilegio (misurato in % del valore nominale) nella distribuzione degli utili

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Azioni di risparmio

1. Emesse solo da società con azioni quotate su mercati regolamentati


2. No diritto di voto
3. Privilegio e Maggiorazione nella distribuzione del dividendo (% del valore nominale)

Introdotte per incentivare l’investimento in azioni per soggetti non interessati all’esercizio
dei diritti amministrativi

Distinzione azionisti imprenditori/azionisti risparmiatori

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Privilegio: beneficio in termini di “priorità”
Maggiorazione: beneficio “quantitativo”
Dividendo azione di risparmio > Dividendo azione ordinaria

Dividendo distribuibile ad azionisti ordinari e di risparmio in funzione del monte dividendi (azioni di risparmio
emesse prima del 1998)

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Azioni di risparmio emesse dopo il 1998: caratteristiche più variegate (più
libertà di fissazione di privilegi e maggiorazioni)

Esempio: Azioni di risparmio senza privilegio e con maggiorazione del 20%


rispetto alle azioni ordinarie

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Titoli derivati
Fronteggiamento dei rischi della gestione
Prevenzione (rischi specifici)
Impedire che un determinato evento si manifesti o limitare le conseguenze negative

Assicurazione (rischi specifici)


Trasferimento di un rischio ad un’economia esterna. Conversione di una perdita futura
incerta in un costo attuale certo, il premio di assicurazione

Risparmio (rischio generale)


Accantonamento di una quota a fondi “di protezione” del capitale
Fondi rischi
Fondi di riserva (legale, statutaria, etc.)

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Strumenti derivati

Strumenti finanziari il cui valore dipende (o deriva) dal valore di un’altra attività (attività
sottostante o underlying) che può essere reale (una merce) o finanziaria (tassi di
interesse, valute, titoli di stato, indici di borsa, azioni)

Dipendenza non di natura economica, e quindi in parte indefinita, ma di natura contrattuale,


essendo da contratto fissato l’algoritmo che definisce la dipendenza

Contratti che regolano “transazioni a termine”, cioè scambi di beni (reali, finanziari, virtuali)
in una data futura e a condizioni contrattualmente prefissate

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Strumenti derivati

1. Forwards (contratti a termine): contratti che impegnano (obbligano) all’acquisto o alla


vendita a una certa scadenza di una determinata quantità di un bene a un prezzo
prefissato (delivery price o prezzo alla consegna):
 Forward (propriamente detti)
 Futures (o forward standardizzati)
 Swaps

2. Options (opzioni): contratti che conferiscono all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo, di


comprare o vendere un bene a una certa scadenza (o entro una certa scadenza) a un
prezzo prefissato (strike price):
 Call
 Put
 Combinazioni di call e put e similari

Gianpaolo Iazzolino 39
Forwards

Contratto forward: accordo per comprare/vendere un’attività a una certa data futura a un
prezzo fissato al momento dell’accordo
Contratto spot: accordo per comprare/vendere un’attività immediatamente (o entro un breve
periodo di tempo)

Soggetto che si impegna ad acquistare a termine:


“posizione lunga” (long position)
Soggetto che si impegna a vendere a termine:
“posizione corta” (short position)

Attività sottostante:
 Attività finanziaria (financial future)
 Attività reale (commodity future)

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Forwards

 Forward: Contratto vincolante per entrambe le parti (simmetrico)

 Di solito il prezzo del contratto è scelto in modo tale che il “valore iniziale di mercato”
del contratto sia nullo

 Pertanto non vi è (di solito) alcuno scambio di denaro nel momento in cui il contratto
viene stipulato

Esempi di contratti forward:


 “comprare” 1.000 once d’oro a $200 per oncia tra 1 anno
 “ottenere” un tasso d’interesse del 5% su un deposito in dollari per un periodo di 6 mesi
che inizia tra 1 anno
 “vendere” 10.000 barili di petrolio a $70 per barile tra 9 mesi

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Finalità dei mercati futures

Finalità di chi opera sui mercati futures e, in generale, sui mercati dei derivati:

 Copertura (hedging)
Es. imprese industriali, a seguito di acquisti/vendite future

 Speculazione
I derivati riducono l’impiego di capitale necessario

 Arbitraggio
Acquisto e vendita (“incrocio” di due posizioni) sfruttando momentanee incoerenze nei
prezzi per realizzare profitti a rischio nullo. Esempio:
 La stessa azione quota $1,5 a NY e €1 a Milano
 Il cambio €/$ è 1,2
 Acquisto a Milano e vendo a NY

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Esempio: una opportunità di arbitraggio
Si supponga che:
 Il prezzo spot di una azione sia €30
 Il prezzo forward della stessa azione a 1 anno sia di €34 (è il prezzo quotato oggi per contratti con scadenza
1 anno)
 Il tasso di interesse a 1 anno sia pari al 5% annuo

Esiste una opportunità di arbitraggio?


Un operatore potrebbe:
• Prendere a prestito €30 al 5% annuo
• Acquistare una azione al prezzo spot di €30
• Sottoscrivere un forward corto per vendere l’azione a €34 fra un anno
A scadenza (1 anno):
• L’operatore incassa €34 per la vendita dell’azione, estingue il prestito per €31,5 ( = 30x1,05) conseguendo
un profitto netto = 34 – 31,5 = €2,5 (senza rischio)
Si noti che il guadagno si ridurrebbe sempre di più al ridursi del prezzo forward verso €31,5

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Conseguenze dell’arbitraggio

 Se vi sono possibilità di arbitraggio è possibile fare profitti illimitati senza rischio

 I prezzi si aggiusteranno in modo da chiudere le possibilità di arbitraggio:


 L’aumentata domanda di contratti forward corti fa scendere il prezzo forward
dell’azione a 1 anno
 Es. la forte domanda di azioni a Milano farà salire i prezzi, la forte offerta a NY li
farà scendere

 Il prezzo di equilibrio su un contratto è il prezzo di non arbitraggio

 Con ragionamenti di non arbitraggio è quindi possibile ricavare i prezzi “equi” dei
contratti derivati

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Opzioni

Contratti che conferiscono all’acquirente il diritto (non l’obbligo) di comprare/vendere un


bene a una certa scadenza (o entro una certa scadenza) a un certo prezzo (prezzo di
esercizio o prezzo base – strike price)

Diritto ad acquistare: opzione call


Diritto a vendere: opzione put

Tipo europeo: possibilità di esercitare il diritto solo alla scadenza


Tipo americano: possibilità di esercitare il diritto in qualsiasi istante prima della scadenza

Gianpaolo Iazzolino 45
Opzioni
Contratto asimmetrico nel quale una parte ha una facoltà (e paga il premio per averla) e l’altra
parte ha un obbligo (e riceve un pagamento in cambio del fatto che si vincola a tale obbligo)
Compratore (acquirente): holder
Venditore: writer (sottoscrittore)

Opzione:
 In the money: in caso di esercizio il detentore realizza un utile
 At the money: prezzo esercizio = prezzo di mercato
 Out of the money: esercizio non conveniente
 Deep in/out of the money: divario tra prezzi molto alto

Obiettivi:
 Copertura
 Speculazione
 Arbitraggio
Gianpaolo Iazzolino 46
Valore a scadenza per le opzioni call e put (long)

c = C = max (0, ST – X) p = P = max (0, X – ST)

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Valore a scadenza per le opzioni call e put (short)
-c = -C = - max (0, ST – X) = min (X – ST, 0)
-p = -P = - max (0, X – ST) = min (ST – X, 0)

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Struttura dei profitti dell’azione
Profitto dall’Azione = ST – S0
Profitto dalla vendita allo scoperto dell’Azione = S0 – ST
La struttura dei profitti dell'azione

50

40

30

20

10
Profitto ($)

0
0 10 20 30 40 50 60 70 80
-10

-20

-30

-40 Acquisto azione Vendita scoperto azione

-50
Prezzo finale dell'azione, ST ($)

Gianpaolo Iazzolino 49
Struttura dei profitti dell’opzione Call
Profitto dall’acquisto della Call = max (0; ST – X) – C0
Profitto dalla vendita della Call = C0 – max (0; ST – X)
La struttura dei profitti dell'opzione call

40

30

20

10
Profitto ($)

0
0 10 20 30 40 50 60 70 80

-10

-20

-30

Acquisto call Sottoscrizione call


-40
Prezzo finale azione, ST ($)

Gianpaolo Iazzolino 50
Struttura dei profitti dell’opzione Put
Profitto dall’acquisto della Put = max (0; X – ST) – P0
Profitto dalla vendita della Put = P 0 – max (0; X – ST)
La struttura dei profitti dell'opzione put

50

40

30

20

10
Profitto ($)

0
0 10 20 30 40 50 60 70 80
-10

-20

-30 Acquisto put Sottoscrizione put

-40

-50
Prezzo finale azione, ST ($)

Gianpaolo Iazzolino 51
Struttura dei profitti della put protettiva
Profitto put protettiva = Profitto acquisto azione + profitto acquisto put = ST - S0 + max (0; X – ST) – P0

I profitti di una "put protettiva"


50

40

30

20

10
Profitto ($)

0
0 10 20 30 40 50 60 70 80
-10

-20

-30
Profitto azione Profitto put Profitto put protettiva
-40

-50
Prezzo finale azione, ST ($)

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Esempio

Prezzi delle opzioni call e put sul titolo Intel nel Luglio 1995. Il titolo era scambiato a circa $ 65

Scadenza Prezzo Prezzo Prezzo


d’esercizio dell’opzione call dell’opzione put
($) ($) ($)
Ottobre 1995 65 6,25 4,625

Gennaio 1996 65 8 5,875

Gennaio 1996 70 5,875 8,5

Gianpaolo Iazzolino 53
Pricing delle opzioni

Modello binomiale (Cox, Ross, Rubinstein)

 Il titolo sottostante può assumere solo due valori (posti per semplicità equiprobabili)
nell’istante finale

 Esistono due date (modello monoperiodale o a due stadi)


 Istante iniziale – 0
 Istante finale – 1 (1 anno)

Idea:
A. Costruire un portafoglio di attività composto da azioni e obbligazioni in modo da replicare il
payoff a scadenza (istante 1) dell’opzione call (portafoglio “duplicante”)

B. Il valore dovrà essere uguale anche nell’istante iniziale 0

Gianpaolo Iazzolino 54
Pricing delle opzioni: modello binomiale

uS  (1  r ) B  Cu

dS  (1  r ) B  C d
Equazione 1
Soluzioni ottenute:
Cu  C d uC d  dCu
 B
(u  d ) S (u  d )(1  r )
Equazione 2 Equazione 3
Premio della opzione
Call:
1  (1  r  d ) (u  1  r ) 
C  S  B  C  C d .
1  r  u  d ud
u

Equazione 4

Gianpaolo Iazzolino 55
Formula di Black & Scholes

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Strumenti erogati dagli intermediari finanziari
(banche)
Classificazione Fonti di Finanziamento

 Strumenti erogati dagli Mercato


intermediari finanziari
Capitale di creditizio
Debito  Titoli obbligazionari

 Prestito dei soci

 Titoli derivati Mercati


mobiliari

 Titoli azionari
Capitale di
 Autofinanziamento (utili reinvestiti)
Rischio
 Ingresso nel capitale di società di
investimento

Gianpaolo Iazzolino 58
Strumenti di finanziamento erogati dagli intermediari creditizi

Classificazione dei prestiti

Modalità di utilizzo Per cassa Di firma


Presenza di garanzie Garantiti In bianco

Modalità di rimborso Autoliquidabili Rimborsati dall’affidato

Modalità di rientro A revoca Scadenzati

Scadenza A breve A medio-lungo


Valuta In euro In valuta

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Corrispondenza fonti-impieghi

Analisi orizzontale

Principi di finanziamento
 dell’Attivo immobilizzato: le attività immobilizzate devono essere finanziate
(bilanciate) prevalentemente dal capitale permanente (capitale netto + passività a
medio/lungo)
 dell’Attivo corrente: le attività correnti devono essere finanziate (bilanciate)
prevalentemente dalle passività correnti

Sincronizzazione temporale tra tempo di scadenza delle fonti e tempo di recupero degli
impieghi

Gianpaolo Iazzolino 60
Stato Patrimoniale riclassificato secondo il criterio finanziario

Totale Attività (A) Totale Passività + Capitale Netto (P + N)

 Attività Correnti (AC)  Passività Correnti (PC)


Liquidità immediate (Li) Debiti operativi a breve
Liquidità differite (Ld)
(fornitori)
Debiti finanziari a breve
Magazzino (M)

esigibilità crescente
liquidità crescente

(banche)
 Passività a Medio/Lungo
termine (PM/L)
 Attività Immobilizzate (AI) Debiti finanziari a m/l
Materiali Debiti operativi a m/l

Immateriali

Finanziarie
 Capitale Netto (N)

Gianpaolo Iazzolino 61
Fabbisogno finanziario e copertura

Espansioni temporanee del capitale Debiti di fornitura


circolante Banche c/c
Investimenti “duraturi” Finanziamenti a m/l termine
Debiti operativi
Investimenti duraturi (Attività
immobilizzate) Capitale proprio

Espansioni temporanee del capitale circolante:


 Politiche di concessione dei crediti e costituzione di scorte di magazzino
 Intenti speculativi: scorte di materie prime, merci
 Punte negli investimenti a rapido rigiro (cicli stagionali, temporanee espansioni del credito)
 Ritardi nei pagamenti

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Finanziamenti per cassa a breve

Apertura di credito in conto corrente


Banche c/c

Somma a disposizione dell’azienda a scadenza indeterminata

Prelievi per fronteggiare il fabbisogno a breve

Finanziamento a revoca, cioè che può essere revocato in qualsiasi momento

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Finanziamenti per cassa a breve

Smobilizzo di crediti commerciali

 Sconto (titoli cambiari): fino ad un “castelletto”


 Anticipo sul portafoglio salvo buon fine (Ricevute bancarie: Ri.ba.)

 Factoring
Finanziamento
Gestione
Garanzia
 Pro solvendo (no cessione rischio)

 Pro soluto (anche cessione rischio alla società di factoring)

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Finanziamenti per cassa a medio-lungo

Mutuo

Tasso di interesse
 Fisso
 Variabile
 London Interbank Offered Rate (LIBOR)
 Europe Interbank Offered Rate (EURIBOR)
 Prime Rate
 Misto

Piano di rimborso (ammortamento del mutuo)


 Ammortamento “alla francese” (progressivo): quota capitale crescente + quota interessi decrescente (se
tasso fisso la rata è costante)
 Ammortamento “italiano”: quota capitale cost + quota interessi decrescente
 Altre modalità (esempio: rate costanti e durata variabile)

Gianpaolo Iazzolino 65
Finanziamenti per cassa a medio-lungo

Leasing:
 Finanziario (banca)
 Operativo (direttamente il fornitore)

Canoni periodici
Alla fine:
 Riscatto del bene (prezzo di riscatto)
 Restituzione del bene

Convenienza:
 Non si acquista la proprietà del bene
 Per beni ad elevata obsolescenza (attrezzature informatiche, furgoni, impianti, macchine)

Gianpaolo Iazzolino 66

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