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I contributi de minimis sono aiuti di piccola entità che possono essere concessi alle imprese senza

violare le norme sulla concorrenza. L'importo totale massimo degli aiuti di questo tipo ottenuti da
una impresa non può superare i 200.000 euro in tre anni.
Gli aiuti definiti “de minimis” sono aiuti, concessi a un’impresa unica in un determinato arco di
tempo. Si tratta di aiuti di piccola entità che non superano un importo prestabilito e che
sono esentati dall’obbligo di notifica alla Commissione Europea di cui all’art. 108, paragrafo 3 del
Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Trattato UE 26.10.2012, G.U. UE 26.10.2012 n. C
326). L’esenzione viene concessa in quanto si tratta di aiuti che non vanno ad alterare la
concorrenza sul mercato.

Sostanzialmente, l’Amministrazione finanziaria (M.I.S.E., regioni, Camere di Commercio, etc) ha la


possibilità di erogare, in caso di necessità, aiuti alle imprese. Possono essere aiuti legati al
sostenimento della crescita di start-up o di PMI, oppure aiuti legati a periodi di crisi (non vi sono
differenze).

Queste erogazioni, nel limite di determinati massimali, fissati in percentuale sugli investimenti
devono essere autorizzati dalla Commissione europea. Il regime “de minimis” degli aiuti fa
eccezione a questa regola. Come detto si tratta di aiuti di piccola entità che si presume non
incidano sulla concorrenza in modo significativo. Sono esempi di aiuti “de minimis” i prestiti a
fondo perduti, i finanziamenti agevolati, i crediti di imposta ed altre forme di agevolazione fiscale.

Perché È Stato Introdotto Il Regime Degli Aiuti “De Minimis”?

Gli aiuti concessi dall’Amministrazione finanziaria alle imprese italiane (in generale) o verso alcuni
settori specifici non sono, generalmente, ammessi da parte dell’Unione Europea, a meno che non
sia lei stessa a validare l’applicabilità del aiuto economico.

Il regime degli aiuti “de minimis” rappresenta una deroga a questa disposizione, in quanto trattasi
di un regime che nasce per regolare le agevolazioni fiscali o i finanziamenti statali di piccole entità
(erogati in modo rapido ed in modesta entità), in modo da non dover aspettare ogni volta
l’autorizzazione della Commissione europea. Questo è il caso, ad esempio, delle sovvenzioni, dei
contributi in conto interessi che prevedano un limite in grado di garantire che il massimale
pertinente non sia superato. All’interno della nozione di aiuto sono compresi tutti i tipi
di trasferimento di risorse statali e vantaggi economici, che possono essere di
tipo diretto o indiretto, come ad esempio:

 Sussidi diretti;
 Esenzioni fiscali;
 Prestiti a tasso agevolato;
 Garanzie o indennità a condizioni favorevoli;
 Disponibilità di immobili ad un valore inferiore a quello di mercato;
 Cancellazione, storno o conversione di debiti;
 Rinuncia a profitti o altri rendimenti su fondi pubblici;
 Sostegno all’esportazione;
 Agevolazioni per attirare investimenti in una regione.
Grazie all’utilizzo di questi strumenti è possibile consentire al beneficiario di migliorare la propria
posizione finanziaria netta (o non deteriorarla), attraverso un trasferimento di risorse statali.

Quali Imprese Possono Accedere Ai Contributi “De Minimis“?

E’ opportuno sicuramente precisare che possono accedere ad aiuti economici in regime “de
minimis” tutte le aziende residenti in Italia, senza distinzione, sia per dimensione, che per forma
giuridica. Sono previste, però, delle eccezioni in relazione al quantitativo massimo di contributi
ottenibili (come vedremo di seguito).

Sonno escluse da questa tipologia di aiuti le imprese che operano nei seguenti settori:

 Pesca e acquacoltura;
 Produzione primaria di prodotti agricoli;
 Trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli qualora:
o L’importo dell’aiuto sia fissato in base al prezzo o al quantitativo di tali
prodotti acquistati da produttori primari o immessi sul mercato dalle imprese
interessate;
o L’aiuto sia subordinato al fatto di venire parzialmente o integralmente
trasferito a produttori primari;
 Attività connesse all’esportazione verso paesi terzi o Stati UE, ossia aiuti direttamente
collegati ai quantitativi esportati, alla costituzione e gestione di una rede di
distribuzione o ad altre spese correnti connesse con l’attività di esportazione;
 Iniziative che subordinino l’impiego di prodotti nazionali rispetto a quelli di
importazione.
Queste esclusioni non hanno carattere soggettivo ma oggettivo in quanto connesso alle attività e
alle caratteristiche dell’aiuto.

Quali Sono I Massimali Degli Aiuti “De Minimis”?

Il Regolamento UE 18.12.2013 n. 1407 prevede un massimale agli aiuti “de minimis“, al di sotto
del quale l’articolo 107, paragrafo 1, del trattato si può considerare inapplicabile. Secondo il citato
Regolamento:

 L’importo complessivo degli aiuti “de minimis” concessi da uno Stato membro a
un’impresa unica non può superare 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari;
 L’importo complessivo degli aiuti “de minimis” concessi da uno Stato membro a
un’impresa unica che opera nel settore del trasporto di merci su strada per conto
terzi non può superare 100.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari;
 L’importo complessivo di 15.000 euro per il settore agricolo.
Per individuare se un’impresa può ottenere un aiuto di Stato in regime “de minimis” occorre
sommare tutti gli aiuti ottenuti da quella impresa, a qualsiasi titolo (per investimenti, attività di
ricerca, promozione all’estero, etc.), in regime “de minimis“, nell’arco di tre esercizi
finanziari (l’esercizio finanziario in cui l’aiuto è concesso più i due precedenti).

E’ compito degli Stati membri UE controllare che gli aiuti concessi non superino il massimale e che
siano applicate le norme sul cumulo. Per soddisfare tale obbligo di controllo, prima di concedere
l’aiuto, lo Stato membro deve ottenere dall’impresa una dichiarazione su eventuali altri aiuti “de
minimis” ricevuti durante l’esercizio finanziario interessato e nei due precedenti.

Come Funziona Il “Rolling Basis”?

Il periodo di tre esercizi finanziari da prendere in considerazione deve essere valutato su base
mobile (c.d. “rolling basis“). In caso di nuova concessione di un aiuto “de minimis” si deve tener
conto dell’importo complessivo degli aiuti concessi nell’esercizio finanziario in questione e nei
due precedenti. Naturalmente, per esercizio finanziario in questi termini si intende il periodo di
imposta.

Il finanziamento si considera concesso nel momento in cui viene accordato, non facendo
riferimento un criterio di tipo finanziario. Ai fini del calcolo dei massimali gli aiuti concessi sono
espressi in termini di sovvenzione diretta in denaro, al lordo di qualsiasi imposta o altri oneri.
Laddove gli aiuti accordati siano rappresentati da strumenti diversi dal contributo diretto l’importo
dell’aiuto corrisponde all’equivalente sovvenzione lorda.

Esempio Di Calcolo Degli Aiuti “De Minimis“

Proviamo a fare un esempio per capire bene come individuare quanti aiuti “de minimis” sono stati
fruiti. Se ad esempio un’impresa ha ottenuto lo scorso anno un incentivo economico pari a 50.000
euro tramite un bando concesso in regime “de minimis“, vuol dire che per i due anni successivi
potrà ottenere finanziamenti da parte dello Stato o da altre amministrazioni pubbliche (o ulteriori
deduzioni detrazioni o crediti fiscali) per un importo massimo di 150.000 euro.

Sul punto occorre sempre ricordare che quando si risponde a bandi ministeriali o regionali le
imprese devono sempre calcolare e determinare i finanziamenti e le agevolazioni ottenute in
regime “de minimis” autocertificando l’importo. Spetta poi all’ente erogatore verificare la bontà
delle informazioni indicate dall’impresa. Qualora l’impresa sfori il tetto stabilito dal legislatore per
gli aiuti di Stato, ovvero i 200.000 euro negli ultimi tre esercizi finanziari, corre il rischio di
vedere vanificata per intero la richiesta di contributo.

Come Verificare L’utilizzo Dei Contributi Di Stato “De Minimis”?

Per facilitare la possibilità di tenere traccia dell’utilizzo annuale dei contributi “de minimis” esiste
uno strumento importante. Per verificare l’importo “de minimis” è possibile consultare il Registro
Nazionale degli Aiuti di Stato, dove è possibile calcolare l’entità degli aiuti ricevuti nel triennio di
monitoraggio. Di seguito il link per accedervi ed inserire il codice fiscale dell’impresa per ottenere
la lista degli aiuti statali ricevuti dalla società nell’ultimo triennio (non solo quelli in regime de
minimis):
REGISTRO NAZIONALE DEGLI AIUTI DI STATO

Che Cosa Significa Impresa Unica?

Come detto gli aiuti vengono quantificati per “impresa unica” ed è su tale entità che devono
essere verificati i massimali richiesti. Ai fini del citato regolamento UE, s’intende per “impresa
unica” l’insieme delle imprese fra le quali esiste almeno una delle relazioni seguenti:

1. Un’impresa detiene la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti o soci di un’altra
impresa;
2. Un’impresa ha il diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri del
consiglio di amministrazione, direzione o sorveglianza di un’altra impresa;
3. Un’impresa ha il diritto di esercitare un’influenza dominante su un’altra impresa in
virtù di un contratto concluso con quest’ultima oppure in virtù di una clausola dello
statuto di quest’ultima;
4. Un’impresa azionista o socia di un’altra impresa controlla da sola, in virtù di un
accordo stipulato con altri azionisti o soci dell’altra impresa, la maggioranza dei diritti di
voto degli azionisti o soci di quest’ultima.
Le imprese fra le quali intercorre una delle relazioni di cui sopra per il tramite di una o più altre
imprese sono anch’esse considerate un’impresa unica.

Cumulabilità Delle Agevolazioni

Il cumulo di un’agevolazione “de minimis” con altri aiuti di Stato esentati o autorizzati, sullo stesso
investimento, è consentito solo se non si superano le intensità di aiuto previste per
quell’intervento dalle regole comunitarie pertinenti.

Aiuti di Stato
Per aiuto di Stato si intende qualsiasi trasferimento di risorse pubbliche a favore di alcune imprese
o produzioni che, attribuendo un vantaggio economico selettivo, falsa o minaccia di falsare la
concorrenza.

Tranne in alcuni casi, gli aiuti di Stato sono vietati dalla normativa europea e dal Trattato sul
funzionamento dell'Unione Europea che disciplina la materia agli articoli 107 e 108.

Il Dipartimento Politiche Europee, attraverso l'Ufficio per il Coordinamento in materia di aiuti di


Stato, cura il coordinamento tra tutte le amministrazioni centrali e regionali per assicurare il
rispetto delle norme europee.

Gli aiuti di Stato (concessi per via amministrativa o per legge) possono determinare distorsioni
della concorrenza, favorendo determinate imprese o produzioni. Possono essere compatibili con
il Trattato di Lisbona, solo se realizzano obiettivi di comune interesse chiaramente definiti.

Gli aiuti sono ammessi quando (articolo 107/2 del Trattato):


 consentono di realizzare obiettivi di comune interesse (servizi di interesse economico generale,
coesione sociale e regionale, occupazione, ricerca e sviluppo, sviluppo sostenibile, promozione
della diversità culturale, ecc.);
 rappresentano il giusto strumento per correggere taluni "fallimenti del mercato".

Ad esempio, il rimedio ad una situazione di fallimento del mercato può talora bilanciare gli effetti
distorsivi della concorrenza: in tali casi l'aiuto è considerato compatibile.

Il compito di verificare se vi sia il giusto equilibrio tra gli effetti negativi sulla concorrenza e gli
effetti positivi in termini di comune interesse è affidato alla Commissione europea (DG
Concorrenza), che ha competenza esclusiva in materia di aiuti di Stato.

Il controllo degli aiuti di Stato da parte della Commissione europea è parte integrante della
politica di concorrenza UE garantendo uguaglianza di condizioni a tutte le imprese che operano
sul mercato interno europeo.

Il compito dello Stato membro è quello di cercare di contemperare l'esigenza nazionale di


accrescere l'efficienza del mercato dal punto di vista economico con le esigenze di equilibrio dei
mercati sotto il profilo della concorrenza. Ogni progetto di norma che preveda la concessione di
un nuovo beneficio deve essere tempestivamente notificato, insieme a tutte le informazioni
necessarie, dallo Stato membro interessato alla Commissione UE che adotta in merito una
decisione con la quale stabilisce se l'agevolazione in questione è compatibile con le regole del
Trattato.

La Commissione avvia il procedimento formale di esame se verifica che il provvedimento


notificato (articolo 108 del Trattato ), presenta dubbi sulla compatibilità col mercato comune.

Al termine del procedimento (Regolamento UE 1589/2015 che codifica il Regolamento UE n.


659/1999), la Commissione può adottare:

 una decisione "positiva" con la quale dichiara l'aiuto compatibile;


 una decisione "negativa" con la quale dichiara la misura incompatibile e, nel caso l'aiuto sia stato
già erogato, ne ordina il recupero;
 una decisione "condizionale" con la quale dichiara la misura compatibile, ma assoggetta la sua
attuazione a condizioni.

Il Servizio aiuti di Stato del Dipartimento Politiche Europee può fare una prima verifica
sommaria della compatibilità europea delle misure di agevolazione e, laddove i progetti di legge
siano sottoposti alla sua valutazione da parte dei soggetti proponenti, svolge il monitoraggio delle
procedure di valutazione di maggior rilevo avviate dalla Commissione europea.

Il Servizio segue in particolare la revisione e l'aggiornamento delle disposizioni UE in materia di


aiuti di Stato, curando la partecipazione dell'Italia a tale processo. Negli incontri con gli altri Stati
Membri, sostiene la posizione nazionale, frutto del coordinamento con le amministrazioni statali
e regionali e della consultazione delle parti economiche e sociali. Cura, inoltre, la diffusione della
normativa europea in materia di aiuti di Stato ai fini della sua omogenea e conforme applicazione.

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