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Monitoraggio dell’emergenza
M. Godement, A. Prigent, S. Mereiles, M. Nahon, B. Prunet, B. Vivien, R. Jouffroy

Riassunto: Il monitoraggio dell’emergenza consiste in un insieme di metodi e tecniche per il monitorag-


gio, in continuo o in discontinuo, di vari parametri clinici, biologici o iconografici oltre ai dati dell’esame
clinico da cui non dispensa. Migliora il triage e la prognosi a breve termine. Il particolare contesto
dell’urgenza impone delle direttive semplici e rigorose. L’emergenza, infatti, richiede un monitoraggio
“mirato e adeguato” al contesto e non un monitoraggio “multiplo e sistematico”.
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Parole chiave: Urgenza; Monitoraggio; Sorveglianza; Prognosi

Struttura dell’articolo Pertanto, l’abbondanza di mezzi di monitoraggio non deve far


dimenticare che, in determinate situazioni in cui la Clinica è sug-
■ Introduzione 1 gestiva (misurazione degli enzimi cardiaci in un paziente con un
esame obiettivo e un elettrocardiogramma (ECG) chiaramente a
■ Emodinamica 2 favore di una sindrome coronarica acuta), il monitoraggio non è
■ Ventilazione 4 necessario e non deve ritardare la realizzazione del trattamento di
■ Temperatura 7 emergenza.

Il particolare contesto dell’urgenza impone delle direttive
Funzione neurologica 7
comuni per le diverse tipologie di monitoraggio. Per il disposi-
■ Dolore 8 tivo medico stesso: un apparecchio portatile, di volume ridotto,
■ Biologia 8 autonomo (batterie), robusto, poco sensibile alle variazioni delle
■ Monitoraggio durante i trasferimenti interospedalieri temperature ambientali, di facile utilizzo, che consenta un’analisi
medicalizzati 8 e un’interpretazione rapide dei risultati con una variabilità intra-
e interosservatori e che richieda una manutenzione semplice e
■ Conclusioni 8 limitata nonché un costo accettabile è un prerequisito essenziale.
■ Allegato A. Ecografia FAST 8 Tutti i materiali consumabili associati devono inoltre essere facili
■ Allegato B. Biologia 9 da usare e conservare mantenendo un costo accettabile.
Il valore del monitoraggio non ha più bisogno di essere dimo-
strato dopo l’emergere del “concetto di morte evitabile” (il 20%
dei pazienti deceduti ha una causa di morte curabile, parte della
 Introduzione quale avrebbe potuto essere rilevata grazie al monitoraggio) [1] . Per
ogni tecnica di monitoraggio nel contesto dell’urgenza deve essere
Il monitoraggio dell’emergenza consiste in un insieme di valutato il rapporto “beneficio/rischio”, in particolare il tempo
metodi e tecniche che consentono il monitoraggio continuo necessario per l’attuazione della tecnica [2, 3] . Conoscere i limiti
o discontinuo di vari parametri clinici, biologici o iconografici di ciascun metodo di monitoraggio è essenziale per evitare dia-
mediante dispositivi automatici che integrano i dati dell’esame gnosi e/o trattamenti errati. Infine, i valori forniti dai dispositivi
clinico. Il monitoraggio rappresenta quindi una risorsa aggiun- di monitoraggio devono sempre essere interpretati in funzione del
tiva nella cura dei pazienti, soprattutto in situazioni urgenti, o contesto clinico. Al di là del valore assoluto fornito dal monitorag-
addirittura critiche, in cui la clinica può essere carente. gio, la variazione di tale valore in funzione delle terapie effettuate
Il monitoraggio dell’emergenza è destinato a pazienti con e delle condizioni del paziente si mostra più informativa [4] .
lesioni gravi o potenzialmente gravi trattati in regime pre- Il monitoraggio si inserisce in un obiettivo diagnostico e/o
o intraospedaliero e che possono essere trasferiti verso e tra terapeutico. Può anche rivelarsi un test diagnostico e/o progno-
strutture sanitarie o all’interno di esse. In un contesto di emer- stico (dosaggio del brain natriuretic peptide [BNP] nello scompenso
genza, si rivolge principalmente alle principali funzioni vitali cardiaco). Può anche essere utilizzato per valutare il rischio di
(cardiocircolatorie, respiratorie, neurologiche e metaboliche) e una situazione clinica (dosaggio della kaliemia in caso di arit-
può riguardare parametri clinici, biologici o anche iconografici. mie cardiache) o terapeutica (dosaggio della kaliemia prima

EMC - Urgenze 1
Volume 27 > n◦ 1 > marzo 2023
http://dx.doi.org/10.1016/S1286-9341(22)47493-X
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dell’induzione in sequenza rapida con succinilcolina) o la gra- Nel contesto dell’urgenza, a volte possono esserci variazioni
vità (dosaggio della lattatemia nello stato di shock emorragico). acute e significative della PA, che richiedono l’uso di dispositivi
Il monitoraggio permette anche di seguire l’effetto delle tera- di misurazione che possono essere utilizzati facilmente e rapi-
pie intraprese (dosaggio dell’emoglobina e trasfusione di globuli damente, con un’affidabilità che rimane buona su un ampio
rossi). Consente inoltre la sorveglianza dei parametri che influen- intervallo di misurazione.
zano la morbilità e la mortalità: ipotermia e acidosi in caso di Le tecniche di misurazione della PA possono essere suddivise in
shock emorragico [5] ; esempi indiscussi sono l’ipotensione arte- due categorie principali: il metodo indiretto o non invasivo e il
riosa, l’ipossiemia, l’ipo/iperglicemia e l’ipo/ipercapnia nei casi di metodo diretto o invasivo che richiede un accesso arterioso.
grave trauma cranico.
Misurazione discontinua non invasiva
della pressione arteriosa
 Emodinamica La misurazione intermittente non invasiva della PA, manuale
o automatica, si basa sull’utilizzo di uno sfigmomanometro, un
Frequenza e ritmo cardiaco bracciale pneumatico il cui gonfiaggio induce l’occlusione di
un’arteria periferica e il cui sgonfiaggio è seguito da una sequenza
L’elettrocardioscopio “classico” (tre o quattro derivazioni) con- di eventi fisici misurabili. La tecnica più antica e più semplice
sente il monitoraggio continuo della frequenza e del ritmo per misurare la PA è il metodo manuale basato sull’auscultazione
cardiaco. Sebbene l’elettrocardioscopio possa rilevare aritmie e/o dei suoni di Korotkoff. Con questa metodica, gli errori di misura
anomalie di conduzione e/o della ripolarizzazione, la diagnosi del possono essere generati da vari fattori, quali: insufficiente tra-
tipo di anomalia richiede l’esecuzione di un ECG a 18 derivazioni smissione del suono, errore di calibrazione del manometro e
con registrazione cartacea e calibrazione precisa. Inoltre, i moni- ipoperfusione periferica con ritardo nella produzione del suono e
tor multiparametrici sono spesso associati a un defibrillatore che sottostima della PA. La misurazione richiede in tutti i casi l’utilizzo
consente non solo la diagnosi ma anche il trattamento immediato di un bracciale di misurazione adeguato al braccio del paziente con
delle aritmie più gravi. un corretto posizionamento sul percorso arterioso [12] . Non può
Il monitoraggio elettrocardioscopico è molto diffuso, perfino essere utilizzata in caso di collasso o in un ambiente rumoroso.
sistematico, per monitorare i pazienti nel contesto dell’urgenza. Lo sviluppo di dispositivi automatici di misurazione della PA ha
La tachicardia, segno il più delle volte osservato nel con- permesso di:
testo dell’emergenza, è precoce ma molto poco specifica di • liberare il personale di cura per altre attività assistenziali;
un’eziologia, in particolare per quanto riguarda la profondità • misurare la PA a intervalli regolari con una stima affidabile;
dell’ipovolemia [5] . In alternativa può essere presa la sua sensibi- • attirare l’attenzione immediatamente in caso di variazioni
lità nei pazienti trattati con bradicardizzanti (betabloccanti, alcuni significative della PA grazie ai sistemi d’allarme;
calcioantagonisti) e poi deve essere sistematicamente presa in con- • memorizzare i valori di PA misurati ed effettuare un follow-up
siderazione la terapia del paziente. Tuttavia, la bradicardia deve evolutivo digitale o grafico.
essere considerata come un segnale di allarme con rischio di arre- Rare complicanze sono state descritte con questo tipo di disposi-
sto cardiaco imminente in un contesto di grave ipovolemia. La tivo (compressione nervosa, tromboflebite superficiale, sindrome
realizzazione di un ECG è consigliata in caso di trauma grave in compartimentale) soprattutto quando la frequenza di misura-
ambito preospedaliero [2] ma può, in situazioni meno gravi, atten- zione della PA era eccessiva.
dere l’arrivo in ospedale. Il monitoraggio elettrocardioscopico può La tecnica di misurazione il più delle volte utilizzata da que-
quindi essere di ausilio alla diagnosi eziologica (disturbo della con- sti dispositivi è il metodo oscillometrico. L’ampiezza massima
duzione preesistente all’origine di un trauma, per esempio) o allo delle pulsazioni corrisponde approssimativamente alla PAM, con
screening delle conseguenze del trauma (disturbi del ritmo, della i valori della pressione arteriosa sistolica (PAS) e diastolica (PAD)
conduzione o della ripolarizzazione, rivelatori di una contusione calcolati successivamente. Nonostante l’esistenza di una certa
miocardica, o microvoltaggio diffuso o addirittura alternanza ven- approssimazione, direttamente legata al principio di misurazione,
tilatoria elettrica indicativa di un tamponamento). D’altra parte, molti studi hanno dimostrato che esiste un’ottima correlazione
un normale ECG non esclude l’esistenza di una sottostante con- tra la PA misurata con metodo oscillometrico e con metodo inva-
tusione miocardica [6, 7] . sivo [13] . La misurazione intermittente automatica della PAM non
Il monitoraggio elettrocardioscopico, anche se essenziale nel è affidabile in caso di ipotensione, brividi, aritmia e mobilizza-
contesto dell’emergenza, è insufficiente da solo per monitorare zione del paziente (soprattutto trasporto su strada) [2] , situazioni
efficacemente i pazienti più gravi. frequenti nel contesto di un’emergenza.
Misurazione continua non invasiva
Limiti dei multiparametri e dei filtri: Il progresso tecnologico ha permesso lo sviluppo di una tec-
esempio del monitoraggio del segmento ST nica non invasiva che fornisce una rappresentazione accettabile
Il segnale ECG è un segnale composto da numerosi segnali dell’onda di PA e una misurazione continua della PA, mentre in
di diversa frequenza e ampiezza che possono essere disturbati precedenza questa richiedeva sistematicamente un accesso arte-
da qualsiasi parametro di variazione sinusoidale. Per rilasciare rioso. Questa misurazione viene effettuata utilizzando un piccolo
un segnale ECG corretto e senza interruzioni, è necessario eli- bracciale fotopletismografico posto sulla falange di un dito. Ven-
minare determinate frequenze utilizzando dei filtri. Questi filtri gono calcolate PAS, PAM e PAD e il trend evolutivo può essere
riducono la qualità della raccolta e mascherano o amplificano visualizzato in continuo. Il pollice sembra essere il miglior sito
dei cambiamenti del segmento ST. A causa della distorsione del di misurazione [14] . È stata osservata una buona correlazione tra
segnale legata all’utilizzo dei filtri, è stato osservato che i valori la misurazione della PA misurata in modo non invasivo e quella
ottenuti dal monitoraggio continuo del tratto ST sono superiori a invasiva [14, 15] .
quelli dell’Holter o dell’ECG di superficie con variazioni diverse a
seconda dei dispositivi medici [8–11] . Monitoraggio invasivo continuo
della pressione arteriosa
Pressione arteriosa Da un punto di vista teorico, tutte le arterie periferiche possono
essere incannulate; nella pratica, le arterie radiali e femorali sono
Il monitoraggio della pressione arteriosa (PA) è un ele- le più utilizzate. In ambito intraospedaliero è stato osservato che la
mento chiave del monitoraggio emodinamico nel contesto metodica invasiva consente di ottenere una misurazione affidabile
dell’emergenza, soprattutto quando si assiste un paziente con e continua, anche in caso di grave ipotensione o di mobilizzazione
trauma grave [2] . La PA media (PAM) è considerata il riflesso della del paziente [2] .
pressione di perfusione tissutale e un’approssimazione della git- È stato calcolato che la misurazione della PA invasiva dalla
tata cardiaca. fase preospedaliera consentiva di risparmiare tempo sulla gestione

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Δ up Figura 1. Variazioni respiratorie della pressione


SPmax SPref SPmin arteriosa pulsata. PS: pressione sistolica (pressione
PA SPV arteriosa sistolica); PA: pressione arteriosa; PAW:
pressione delle vie aeree; SPV: systolic pressure
variation (variazione della pressione sistolica); PP:
pulse pressure (pressione pulsata).

PAW Δ down

Pausa di fine espirazione

Δ PP = 100 x (PPmax - PPmin)/[PPmax + PPmin)/2]


PPmax
PA
PPmin

complessiva pre- e intraospedaliera, nella misura in cui il posizio- In un paziente ventilato e sedato rispettando le condizioni di
namento veniva eseguito entro un massimo di 10 minuti [2] . La validità della misurazione (frequenza cardiaca regolare, inferiore
misurazione della PA radiale e quella della PA femorale sono equi- a 120/min, assenza di ciclo respiratorio spontaneo e volume cor-
valenti [16] . Inoltre, per la sua facilità di accesso e per il calibro rente di almeno 7 ml/kg) [23] , la PP è massima (PPmax) durante
dell’arteria femorale rispetto all’arteria radiale, l’accesso femorale l’inspirazione e minima (PPmin) durante l’espirazione. Queste
è da preferire in prima intenzione nel contesto dell’urgenza. Inol- due PP permettono il calcolo del delta PP la cui formula è scritta:
tre, è possibile eseguire contemporaneamente il posizionamento Delta PP = (PPmax – PPmin)/[(PPmax + PPmin)/2] * 100 [23]
del catetere venoso centrale femorale e la valutazione biologica (Fig. 1).
d’urgenza. Un valore di delta PP superiore al 13% è predittivo di una rispo-
A livello radiale, l’incannulamento arterioso può determinare sta positiva al riempimento vascolare [24] .
un calo del flusso sanguigno, fonte di ischemia distale da trombosi La misurazione invasiva della PA consente inoltre di valutare
radiale (frequenza inferiore al 5%) [17, 18] anche se la vascolariz- indirettamente il volume sanguigno del paziente attraverso le
zazione della mano è assicurata dall’arcata palmare risultante variazioni dell’onda pressoria [23] e di guidare la terapia in caso
dall’incontro dell’arteria radiale e dell’arteria ulnare, arteria che di ipotensione arteriosa: prosecuzione o meno del riempimento
dona la maggior parte del flusso sanguigno dell’arcata palmare. vascolare con l’obiettivo di ottimizzare la gittata cardiaca nel
In un contesto di emergenza, deve essere preferito l’accesso femo- rispetto delle condizioni di validità del criterio decisionale (fre-
rale in quanto associato a un tasso di complicanze [19] molto basso quenza cardiaca regolare, inferiore a 120/min, in un paziente con
(fistola arterovenosa, pseudoaneurisma), anche se il rischio di ventilazione controllata senza ciclo respiratorio spontaneo e un
complicanze infettive sembra maggiore [20] sebbene nessuno stu- volume corrente di almeno 7 ml/kg per il delta PP) [25] .
dio metodologico sufficiente abbia permesso di confermarlo. Se la La PAM è il riflesso della pressione di perfusione tissutale [26] .
scelta del medico è l’incannulazione dell’arteria radiale, si consi- La PAM misurata in modo invasivo è l’unica attendibile [27] . La
glia di eseguire il test di Allen per garantire la pervietà dell’arteria fattibilità e l’interesse del monitoraggio invasivo della pressione
ulnare [21] . arteriosa sono stati osservati nel contesto dell’emergenza pre-
La misurazione invasiva della PA rappresenta quindi il metodo e intraospedaliera [28] e largamente raccomandati fin dalla fase
di riferimento in situazioni di instabilità emodinamica in cui preospedaliera, in particolare nei pazienti emodinamicamente
rimane affidabile [22] . È molto diffusa in terapia intensiva per i instabili (politrauma, emorragia acuta, sepsi grave) o in neuro-
pazienti in condizioni critiche, in particolare in caso di stato di traumatologia [2, 22] .
shock, dove consente di monitorare con precisione l’efficacia dei Il riferimento delle competenze di un medico di emer-
trattamenti intrapresi (riempimento vascolare e/o somministra- genza ricorda che l’approccio arterioso deve essere acquisito [29] .
zione di catecolamine). L’apprendimento e la formazione regolare sono necessari per
La misurazione invasiva della PA fornisce quattro pressioni, l’attuazione rapida del monitoraggio invasivo della PA fin dalla
ognuna delle quali apporta informazioni sulla situazione cardio- fase preospedaliera [2] .
circolatoria del paziente: PAS, PAD, PAM e pressione pulsata (PP).
La PAD dipende dal tono vascolare (resistenze vascolari sistemi-
che) e dalla durata della diastole (frequenza cardiaca). La PAS Ecografia e Doppler
dipende dalla PAD, dal volume di eiezione sistolica (VES) e dalla
compliance arteriosa aortica. La valutazione emodinamica del paziente critico non si limita
La PP è pari alla differenza tra PAS e PAD. più alla semplice misurazione della PA. Attualmente, l’obiettivo
La PP fornisce preziose informazioni sul meccanismo dello non è solo quello di ottimizzare la PAM, ma piuttosto la gittata
shock. In effetti, è il riflesso del VES. Pertanto, una PP abbas- cardiaca, per ottimizzare in ultima analisi la perfusione tissutale.
sata o “pizzicata” depone a favore di uno stato di shock di tipo Molte tecniche relativamente complesse che richiedono attrezza-
ipovolemico, cardiogeno od ostruttivo (situazione in cui il VES è ture pesanti e spesso ingombranti sono disponibili nei reparti di
abbassato). Una PP conservata, invece, fa sospettare un meccani- terapia intensiva e rianimazione. La miniaturizzazione dei dispo-
smo di tipo distributivo (settico, anafilattico, vasoplegia indotta sitivi medici negli ultimi 20 anni ha reso alcune di queste tecniche
da sedazione), situazione in cui il VES è conservato e le resistenze accessibili al campo dell’emergenza, anche se non tutte sono state
vascolari periferiche sono ridotte. valutate in base alla loro validità in questo contesto.

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Riduzione del precarico Aumento del precarico Figura 2. Diversi aspetti osservati con il Doppler esofa-
geo. TEjc: tempo di eiezione ventricolare corretto rispetto
alla durata del ciclo cardiaco; PV: picco di velocità (secondo:
http://www.atysmedical.com/pages/produits/waki-to.php).

TEjc TEjc

Riduzione del postcarico


Aumento del postcarico PV

PV Tej PV
TEjc TEjc

Inotropo positivo
Depressione miocardica

PV PV

Doppler esofageo • un’ipovolemia, in particolare attraverso la valutazione del dia-


metro e delle variazioni respiratorie della vena cava inferiore [36] ,
Le tecniche di Doppler esofageo consentono una valutazione
il che indica la necessità di un’espansione volemica;
semi-invasiva che permette il monitoraggio emodinamico con-
• un’insufficienza cardiaca sinistra attraverso l’oggettivazione di
tinuo del VES e della gittata cardiaca stimato a partire dalla
una disfunzione sistolica VS che indica il ricorso a un supporto
misurazione della velocità della colonna sanguigna nell’aorta
inotropo (dobutamina);
discendente [30] . In caso di ipotensione arteriosa, il Doppler eso-
• un’insufficienza cardiaca destra (a seguito di un’embolia pol-
fageo consente di determinare su quale porzione della curva di
monare, di una sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS)
Frank-Starling si trova il paziente e di optare per la continuazione
o di qualsiasi grave ipossiemia) tramite l’associazione di una
del riempimento vascolare (porzione ascendente nota come “di
dilatazione delle cavità destre e di un setto paradosso [37] ;
precarico dipendenza”) o per l’utilizzo di vasopressori (plateau
• la diagnosi di una valvulopatia sfuggente acuta (modalità
della curva detta “di precarico indipendenza”) al fine di migliorare
color Doppler) che può, a seconda del contesto, portare
la gittata cardiaca e la perfusione tissutale [30] .
all’orientamento del paziente verso un centro chirurgico.
Il Doppler esofageo è teoricamente fattibile nel periodo preo-
Nell’ambito della traumatologia, l’ETT consente la ricerca di
spedaliero solo in pazienti intubati, ventilati e sedati. Tuttavia, la
una contusione miocardica, di una rottura dell’istmo aortico [37–39]
tecnica non è stata ancora convalidata e pertanto non può essere
o di segni di embolia gassosa sistemica durante gravi contusioni
considerata come tecnica di monitoraggio di prima intenzione nel
polmonari [40] .
contesto dell’emergenza preospedaliera.
In generale, la valutazione visiva qualitativa è sufficiente in
Il seguente diagramma rappresenta i diversi aspetti osservati con
acuto [41] .
il Doppler esofageo (Fig. 2).
Tuttavia, nell’1-4% dei casi, l’esecuzione dell’ETT è impos-
sibile [32] . L’ecocardiografia transesofagea (ETE) può fornire
Ecocardiografia informazioni non date dall’approccio transtoracico [42] . Tuttavia,
data la pesantezza logistica della sua attuazione e la necessità di
La miniaturizzazione degli ecografi ha permesso il loro utilizzo un apprendimento iniziale e continuo nella sua pratica, l’ETE non
nell’ambito dell’emergenza adattandosi ai vincoli insiti nel con- sembra poter, a oggi, essere mantenuta come esame di monitorag-
testo preospedaliero. gio nel contesto dell’emergenza preospedaliera.
L’ecografia transtoracica (ETT) è diventata uno strumento indi-
spensabile oltre alla clinica nell’approccio diagnostico durante Ecografia FAST
la gestione dello shock, dell’insufficienza respiratoria acuta e del
trauma grave. Sono da conoscere tre finestre per un’esplorazione L’ecografia Focus Abdominal Sonography for Trauma detta
completa: parasternale (cinetica segmentaria ventricolare sinistra “FAST” è stata inizialmente descritta per l’esplorazione delle
[VS], studio del setto interventricolare), apicale (cinetica segmen- strutture addominali e pericardiche [42] . La sua associazione
taria VS, cavità destre, valvole) e subcostale (pericardio, vena cava per l’esplorazione delle strutture pleuropolmonari, detta “FAST
inferiore). estesa” o “E-FAST”, ne ha fatto l’esame di riferimento per la valu-
Nell’ambito degli stati di shock, è stato ampiamente dimostrato tazione strumentale iniziale in sala di deshockaggio del paziente
che il suo utilizzo consente un’ottimizzazione della performance con grave trauma (Allegato A).
diagnostica del clinico mediante una valutazione emodinamica
rapida e mirata [31] . Permette infatti di specificare il meccanismo
dell’insufficienza circolatoria ricercando i seguenti elementi:  Ventilazione
• un versamento pericardico e il suo impatto emodinamico, se
necessario, mediante esplorazione del pericardio per via subco- Monitoraggio pulsossimetrico
stale [32] (rispettivamente sensibilità e specificità diagnostiche
del 100% e del 99-100% a seconda degli studi) [33–35] . Con-
dell’ossigenazione
sente inoltre di guidare un gesto di pericardiocentesi in caso La saturazione misurata dalla pulsossimetria è espressa dal ter-
di tamponamento con stato di shock refrattario; mine SpO2 per saturazione pulsata di ossigeno, diversa dalla

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saturazione arteriosa di ossigeno (SaO2 ) che richiede un pre- • lo studio delle variazioni della curva della SpO2 indotta dalla
lievo di sangue arterioso. Il monitoraggio della SpO2 è essenziale ventilazione meccanica potrebbe predire o meno la probabilità
nel monitoraggio dell’ossigenazione e fondamentale nel moni- di una risposta positiva al riempimento vascolare in caso di
toraggio dei pazienti ipossiemici o a rischio di ipossiemia. ipotensione arteriosa [48, 49] .
Il monitoraggio della SpO2 consente di controllare in modo
semplice, continuo e non invasivo l’ossigenazione arteriosa.
Misurazione del flusso espiratorio di picco
È più performante dell’esame clinico consentendo un rile-
vamento più precoce e affidabile dell’ipossiemia rispetto alla Il flussimetro di picco o Peak Flow® è un dispositivo medico
valutazione clinica nei pazienti in ventilazione spontanea e utilizzato per misurare il grado di ostruzione dei bronchi della
controllata [43, 44] . malattia asmatica e quindi per valutare la gravità di un attacco
La pulsossimetria combina la spettrofotometria di assorbi- d’asma nonché l’efficacia delle terapie attuate. Esistono diversi
mento per la misurazione dell’ossimetria e la fotopletismografia modelli in commercio. Devono essere osservate quattro regole
per il rilevamento delle onde di polso. La spettrofotometria per garantire la qualità del valore della cifra resa dal dispositivo
di assorbimento consente di misurare i contenuti relativi di medico: il flussimetro di picco di flusso deve essere posizionato
ossiemoglobina e di emoglobina ridotta i cui coefficienti di assor- a “guance sgonfie” prima di procedere alla misurazione, le lab-
bimento luminoso sono diversi. I pulsossimetri forniscono un bra devono essere apposte al boccaglio del flussimetro, le dita
risultato medio derivato da diverse sistole e diastole ed esplorano non devono interferire con il movimento del cursore e, infine,
solo l’assorbimento relativo al sangue arterioso pulsatile (sottra- deve essere verificata la libera circolazione del flusso espiratorio
zione dell’assorbimento ottenuto in diastole dall’assorbimento in nel flussimetro prima del suo utilizzo.
sistole).
Prima di utilizzare questa tecnica per scopi diagnostici e di
monitoraggio, è necessario conoscere l’errore di questo metodo Monitoraggio della pressione del palloncino
rispetto al metodo di riferimento: la misurazione della SaO2 tra- e della sonda di intubazione tracheale
mite CO-ossimetro. In uno studio sono state osservate differenze
tra i valori di SaO2 e SpO2 ottenuti con 14 pulsossimetri. Per satura- È necessario e obbligatorio limitare le complicanze legate
zioni prossime al 55%, l’accuratezza (SpO2 -SaO2 ) variava tra – 15,1 all’intubazione tracheale, la cui incidenza è molto variabile [50, 51]
e + 5,5% [44] . Pertanto, nella maggior parte delle situazioni clini- secondo i criteri studiati. Per esempio, uno studio americano
che, l’informazione fornita dal pulsossimetro (SpO2 ) è abbastanza riporta che queste complicanze sono la causa del 6% delle lamen-
accurata, tranne nei casi di estrema ipossiemia (SaO2 inferiore al tele presentate dai pazienti dopo l’anestesia generale [52] . Sebbene
70%). Esiste una variazione media di più o meno il 4% tra SpO2 queste complicanze siano il più delle volte benigne [53] , sono
e SaO2 [45] , inoltre si raccomanda che la relazione tra SpO2 e SaO2 facilmente prevenibili mantenendo la pressione all’interno della
sia verificata mediante misurazioni dirette dei gas nel sangue [44] . sonda di intubazione inferiore a 30 cmH2 O [54] .
Prima di qualsiasi interpretazione, è necessario visualizzare una
curva di pletismografia di buona qualità in modo che il valore di Monitoraggio della ventilazione meccanica
SpO2 possa essere correttamente interpretato.
In molte situazioni, i valori di SpO2 possono essere sbagliati: Il monitoraggio della ventilazione meccanica dipende dalla
• atmosfera di luce fluorescente che fornisce valori di SpO2 falsa- modalità di ventilazione scelta: invasiva o meno, ventilazione
mente bassi; pressoria o volumetrica e così via. Il monitoraggio del volume
• agitazione del paziente che crea artefatti di lettura o la perdita corrente, della frequenza respiratoria, della ventilazione minuto
della raccolta della SpO2 [46] ; (VM), della frazione di ossigeno inspiratorio e delle pressioni di
• perdita di rilevamento del segnale del polso, in caso di shock o insufflazione è essenziale. I parametri impostati sul ventilatore
di grave ipotermia (temperatura interna inferiore a 33◦◦ C); così come quelli che ne derivano (rapporto tra tempo di insuffla-
• presenza di altre forme di emoglobina come l’emoglobina zione e tempo di espirazione [TI/TE] o pausa di tele-inspirazione)
ridotta e l’ossiemoglobina che possono interferire con la misu- devono essere facilmente e rapidamente accessibili.
razione della SpO2 [46] . La carbossiemoglobina (HbCO), la I seguenti parametri devono essere visualizzati in modo perma-
metaemoglobina (MetHb) o la sulfoemoglobina (SulfHb) non nente:
vengono rilevate ed espongono al rischio di una sovrastima, • modalità in flusso: volume corrente inspirato (VTI), fre-
talvolta significativa, della SaO2 mediante misurazione della quenza respiratoria, VM, TI/TE o il rapporto tra la durata
SpO2 . La SpO2 non è una modalità idonea di valutazione se dell’inspirazione e la durata totale del ciclo ventilatorio
i valori di carbossiemoglobinemia e metaemoglobinemia sono (TI/TTOT), flusso di insufflazione, durata del plateau inspira-
elevati [44] ; quindi il valore della SpO2 non è affidabile per torio, pressione espiratoria positiva (PEP);
valutare la gravità dell’ipossia e dell’intossicazione da anidride • modalità in pressione: pressione massima di insufflazione, PEP,
carbonica; frequenza respiratoria, TI/TE.
• anemia [47] ; I valori misurati dal ventilatore che devono essere permanente-
• presenza di pigmenti (verde di indocianina o blu di metilene) mente visualizzati sono: pressione massima nelle vie aeree (Pmax),
che creano false riduzioni della SpO2 ; pressione di fine inspirazione (Pplat), PEEP, volume corrente espi-
• presenza di henné, inchiostro o smalto per unghie. rato (VTE), VE e frequenza respiratoria.
La pelle nera, i guanti in vinile o i guanti in plastica trasparente, Altri parametri impostati (limiti di allarme) o misurati devono
invece, non modificano la misurazione o i valori di SpO2 . essere disponibili su richiesta [44] .
Se un valore di SpO2 maggiore del 90-92% può essere consi-
derato a priori un segnale rassicurante, viceversa un valore basso
indica che l’ossigenazione è inadeguata o che è presente un difetto Volume corrente e frequenza ventilatoria
di perfusione [48, 49] che modifica di conseguenza le priorità tera- La misurazione dei parametri ventilatori (volume corrente,
peutiche. frequenza ventilatoria e VM) è ottenuta facilmente utilizzando
In un paziente ventilato meccanicamente, si raccomanda di spirometri. Questi elementi consentono di adattare i parametri
impostare l’allarme basso all’85% e che questo si attivi dopo un ventilatori alle esigenze del paziente e permettono di rilevare
ritardo di circa 60 secondi [44] . rapidamente qualsiasi problema ventilatorio patologico (bronco-
Sebbene la SpO2 serva preferenzialmente per monitorare spasmo, ecc.) o meccanico (perdita nel circuito, disconnessione,
l’ossigenazione di un paziente, può anche aiutare a monitorare ecc.).
la funzione cardiovascolare:
• la scomparsa del carattere pulsante della SpO2 deve suggerire Pressioni di insufflazione
un’ipoperfusione distale, anche se può essere distorta da una
sottostante patologia vascolare (p. es., malattia o sindrome di La ventilazione artificiale durante il trasporto è generalmente
Raynaud); effettuata attraverso un ventilatore meccanico che deve essere

EMC - Urgenze 5
I – 24-000-I-10  Monitoraggio dell’emergenza

dotato di un allarme di disconnessione e di un allarme di


sovrapressione. Il monitoraggio della pressione di insufflazione EtCO2 (mmHg)
consente quindi di rilevare una sovrapressione polmonare causata
da uno pneumotorace comparso durante la ventilazione mecca-
nica.
Fondamentale è il monitoraggio della spirometria espiratoria
che indica i volumi effettivamente ricevuti dal paziente e non 40
2 3
quelli erogati dal respiratore. L’impostazione degli allarmi, in
particolare quelli della pressione inspiratoria massima e delle
pressioni minima e di plateau, deve essere sistematica [55] . Una
20
pressione inspiratoria massima vicina a 40 cmH2 O [55] è general-
mente raccomandata insieme a una pressione di plateau inferiore
a 27-30 cmH2 O [56] .
Un aumento transitorio del livello di allarme Pmax deve essere 1 4 1
efficace nel caso in cui si verifichi una cessazione della ventila-
zione in seguito al raggiungimento della Pmax. Infatti, il pericolo
Figura 3. Aspetto capnografico normale. EtCO2 : anidride carbonica di
immediato è dunque l’ipossiemia causata dall’assenza di VTI ero-
fine espirazione.
gato e non è, invece, il rischio barotraumatico causato da un
aumento transitorio delle pressioni di insufflazione. Il livello di
allarme viene modificato dopo il trattamento del fattore causale Frazione inspirata di ossigeno (FIO2 )
(sedazione insufficiente, morso od ostruzione della sonda di intu-
bazione, broncospasmo, pneumotorace). Il monitoraggio della FIO2 è necessario per il corretto funziona-
mento del miscelatore e l’adeguata erogazione dei gas [44] .
Specificità delle modalità in volume
In ventilazione controllata, il monitoraggio della Pmax Anidride carbonica di fine espirazione (EtCO2 )
riflette sia le resistenze e l’elastanza dell’apparato respiratorio
che l’autoPEEP (pressione iniziale nell’apparato respiratorio del La CO2 , prodotto metabolico, viene trasportata nel sangue in
paziente, escluso il circuito). diverse forme per essere in parte eliminata a livello polmonare
In ventilazione assistita controllata intermittente (VACI), la VE tramite la ventilazione alveolare. Quando il polmone non è il
realizzata dai cicli assistiti o spontanei deve essere visualizzata in fattore che limita la diffusione dei gas a livello alveolare, si ha
modo permanente sotto forma di VE paziente e confrontata con molto rapidamente un equilibrio tra la pressione capillare della
la VE totale. CO2 (PaCO2 ) e la pressione alveolare di CO2 (PACO2 ) [44] . Alla
Sarà possibile impostare il livello di allarme di Pmax fino a fine dell’espirazione, la pressione parziale di CO2 nel circuito
100 cmH2 O in modo da garantire una VE minima in situazioni ventilatorio o a livello delle fosse nasali è un riflesso diretto e pro-
eccezionali (fibroscopia bronchiale o massaggio cardiaco automa- porzionale della PaCO2 . Tuttavia, esiste un gradiente tra PaCO2
tizzato, per esempio). ed EtCO2 (CO2 espirata tele-espiratoria) dell’ordine di 2-3 mmHg
È necessario l’allarme riguardante la pressione minima delle vie (in situazione stabile), a causa dello spazio morto fisiologico, che
aeree. può essere modificato in diverse situazioni (anomalie del rapporto
ventilazione/perfusione, somministrazione di farmaci, instabilità
Specificità dei modi di pressione emodinamica o disturbi ventilatori ostruttivi) [58] . L’EtCO2 è un
Il monitoraggio della ventilazione a pressione controllata (PC) o parametro particolarmente interessante in caso di emergenza per-
assistita controllata (PAC) deve consentire di rilevare le variazioni ché riflette rapidamente con buona sensibilità due importanti
del volume corrente (VT) che possono derivare dalle variazioni funzioni vitali del corpo: la ventilazione e la circolazione.
delle caratteristiche meccaniche dell’apparato respiratorio del I capnometri o i capnografi a infrarossi, apparecchiature precise
paziente (compliance, resistenza) o dai parametri impostati (pres- e affidabili, analizzano un campione di aria espirata prelevata da
sione inspiratoria ed espiratoria, pendenza dell’aumento della una pompa o direttamente il flusso espirato.
pressione inspiratoria, frequenza respiratoria, rapporto I/E). La Figura 3 [58] rappresenta una normale curva capnografica.
In PC, PAC e pressione di supporto (PS), VTE, VM espirata Il punto 1 corrisponde all’espirazione iniziale di parte dei gas
(VME) e frequenza respiratoria devono essere visualizzati conti- che non hanno partecipato allo scambio gassoso (spazio morto
nuamente. assoluto). La comparsa di CO2 nei gas espirati risulta nella parte
In PC e in PAC, VME massima, VME minima e frequenza respi- ascendente della curva (1-2). Una fase di plateau (leggermente
ratoria massima devono beneficiare di un allarme. crescente) (2-3) segue questo rapido aumento della CO2 espirata
Durante la ventilazione in biphasic positive airway pressure che traduce l’espirazione del gas proveniente solo dagli alveoli.
(BIPAP) o in airway pressure release ventilation (APRV), la VM e la L’EtCO2 corrisponde al punto 3. L’inizio della fase inspiratoria è
frequenza respiratoria sono i due parametri di monitoraggio più segnato da un’improvvisa e rapida diminuzione della curva (3-4)
rilevanti. che ritorna, al di fuori del contesto patologico, al livello iniziale
Il monitoraggio essenziale della ventilazione nella PS riguarda pari a zero [58] .
la ventilazione spontanea del paziente e la sua distribuzione in La capnografia viene utilizzata in particolare per monitorare la
VT e frequenza respiratoria. La soglia superiore d’allarme della rianimazione degli arresti cardiaci, l’intubazione endotracheale
frequenza respiratoria dipende dal paziente (il valore non deve in emergenza [44] e i pazienti in condizioni critiche o in alcuni
essere inferiore a 30/min): casi in ventilazione spontanea. Nella ventilazione spontanea, il
• l’acidosi respiratoria indica una ventilazione alveolare troppo monitoraggio è accessibile misurando l’EtCO2 attraverso sistemi
bassa che può corrispondere a un VT e a una pressione di sup- di aspirazione collegati a un catetere nasale o a un connettore
porto insufficienti; collegato a una maschera facciale. I valori misurati di EtCO2 non
• l’alcalosi respiratoria suggerisce un’eccessiva ventilazione riflettono accuratamente quelli della PaCO2 dovuta alla miscela-
alveolare che può corrispondere a una pressione di supporto zione della CO2 espirata con l’aria ambiente o l’ossigeno. Tuttavia,
e a un VT eccessivi. il calo di EtCO2 rileva la depressione respiratoria o l’ostruzione
Specificità della ventilazione non invasiva delle vie aeree prima della misurazione della SpO2 riducendo
Il monitoraggio in ventilazione non invasiva (VNI) viene essen- l’incidenza di eventi avversi, soprattutto durante la chirurgia den-
zialmente effettuato utilizzando i dati dell’esame clinico, i gas toalveolare [59–62] .
ematici e alcuni elementi forniti dal monitoraggio ventilatorio. Intubazione nel contesto dell’urgenza
La frequenza respiratoria è essenziale per il monitoraggio. L’interesse dell’utilizzo della capnometria per l’intubazione tra-
La pressione di insufflazione, il VTI e la VE a volte sono inaffi- cheale è ampiamente riconosciuto e dimostrato grazie a una
dabili nella VNI a causa di perdite [57] . sensibilità e a una specificità elevatissime nella previsione della

6 EMC - Urgenze
Monitoraggio dell’emergenza  I – 24-000-I-10

Rianimazioni dell’arresto cardiaco


EtCO2 (mmHg) Il monitoraggio dell’EtCO2 durante l’arresto cardiaco è fon-
damentale. Infatti, questo semplice parametro, non invasivo e
facilmente ottenibile nei pazienti intubati, permette di valutare
alcuni punti fondamentali della rianimazione cardiopolmonare.
Si tratta infatti di un semplice monitoraggio dell’efficacia del mas-
40 saggio cardiaco esterno. È stato osservato che la gittata cardiaca
durante la rianimazione cardiopolmonare è direttamente corre-
lata con l’EtCO2 e che, analogamente, l’EtCO2 era proporzionale
20 alla circolazione polmonare [65, 66] . Pertanto, l’EtCO2 è un semplice
riflesso dell’efficacia del massaggio cardiaco esterno [67, 68] .
1 2 L’EtCO2 è anche un indicatore prognostico durante la ria-
nimazione cardiopolmonare. È stato osservato che, durante la
rianimazione da arresto cardiaco, tutti i pazienti la cui EtCO2 rima-
A neva costantemente sotto i 10 mmHg morivano [69] . Durante la
rianimazione preospedaliera, sono stati ottenuti risultati compa-
EtCO2 (mmHg) rabili [70] . L’uso di EtCO2 come indicatore prognostico durante gli
arresti cardiaci deve rimanere di cauta interpretazione ed è soprat-
tutto l’assenza di rilevazione di CO2 ad avere un significato, tanto
più se il valore esatto del limite inferiore dell’EtCO2 non è ben
40 specificato anche se sembra essere intorno ai 10 mmHg [71] . Tutta-
via, molti fattori possono modificare il valore assoluto dell’EtCO2
(iniezione di bicarbonati, sonda di intubazione ostruita o pie-
gata, ecc.), di conseguenza è opportuno prestare molta attenzione
20 nell’interpretazione di una cifra isolata.
L’EtCO2 presenta molte limitazioni che possono manifestarsi
1 2 in qualsiasi paziente intubato e ventilato: anomalie nei rapporti
ventilazione-perfusione osservate per esempio durante le embolie
polmonari massive.
B Nonostante i limiti e le difficoltà interpretative che si possono
Figura 4. Esempi di aspetto patologico del capnografo. EtCO2 : ani- osservare per questo parametro, si tratta comunque di un metodo
dride carbonica di fine espirazione. particolarmente semplice, rapido ed efficace da utilizzare in un
A. Aumento delle resistenze espiratorie come nel broncospasmo (1). contesto di emergenza.
Aumento della pendenza del plateau espiratorio durante le broncopatie Neuroprotezione nel paziente neuroleso
croniche ostruttive (2). Il rigoroso mantenimento dei valori di EtCO2 corrispon-
B. Tacca visibile durante il plateau quando si riprende la ventilazione spon- denti alla normocapnia è fondamentale, in particolare in ogni
tanea (1). Plateau bifasico durante un’asincronia ventilatoria di entrambi paziente neuroleso (trauma cranico, accidente vascolare cere-
i polmoni (2). brale (AVC), arresto cardiorespiratorio) al fine di prevenire
l’insorgenza di aggressioni cerebrali secondarie di origine siste-
mica. Infatti, è stato perfettamente dimostrato che l’ipercapnia
posizione endotracheale della sonda in ambito preospedaliero [58] . aumenta l’ipertensione intracranica per effetto vasodilatatore. Al
È raccomandata dopo qualsiasi procedura di intubazione tra- contrario, un’ipocapnia induce un rischio di lesioni ischemiche
cheale [58, 63] . per effetto vasocostrittore [72] . In assenza di gasometria disponi-
bile, è raccomandato un valore intorno ai 30-35 mmHg.
Monitoraggio dei pazienti critici
L’EtCO2 è stata ampiamente utilizzata per il monitoraggio con-
tinuo dei pazienti in condizioni critiche sia in sala operatoria, che  Temperatura
in terapia intensiva che durante il trasporto inter- e intraospeda-
liero. Si raccomanda la misurazione della temperatura al di fuori
Schematicamente, ci sono due principali anomalie che pos- dell’ospedale [2] , che può contribuire alla diagnosi, alla tera-
sono verificarsi durante il monitoraggio dell’EtCO2 nel contesto pia o alla prevenzione dell’ipotermia. Quest’ultima è frequente
dell’urgenza: improvvisa assenza di EtCO2 e improvvisa diminu- nei pazienti politraumatizzati e costituisce un fattore di rischio
zione dell’EtCO2 . di mortalità che entra nella triade letale dello shock emor-
In caso di improvvisa assenza di capnogramma. Durante ragico [73] . La temperatura di riferimento, quella dell’arteria
o immediatamente dopo l’intubazione, deve essere presa in polmonare situata tra i 37 e i 37,5◦◦ C, non è accessibile nell’ambito
considerazione immediatamente l’intubazione esofagea, poiché dell’urgenza. Quest’ultima è sostituita dal monitoraggio discon-
la pulsossimetria può rimanere normale per diverse decine di tinuo della temperatura timpanica (paziente non intubato) o dal
secondi. Dopo aver eliminato l’intubazione esofagea, bisogna cer- monitoraggio continuo della temperatura esofagea (paziente intu-
care un broncospasmo e un arresto cardiaco [58] . bato). Un monitoraggio discontinuo per via timpanica è preferito
In un contesto di ventilazione controllata, vanno menzionati nei casi di grave ipotermia, situazione in cui la via esofagea è
la disconnessione del circuito respiratorio e l’arresto cardiaco. controindicata a causa del rischio di aritmie cardiache (fibrilla-
L’invalidità della spirometria nel 1o caso aiuta a differenziarli. zione ventricolare) secondarie all’introduzione di un dispositivo
In caso di calo improvviso dell’EtCO2 . Oltre a un aumento esofageo.
della ventilazione artificiale, le prime cause da menzionare sono
un improvviso calo della gittata cardiaca (ipovolemia, compres-
sione della vena cava e pneumotorace compressivo, per esempio)  Funzione neurologica
e un’embolia polmonare gassosa o meno [58] .
Il vantaggio del capnogramma è quello di consentire un’analisi Il monitoraggio neurologico clinico “generale” si basa
visiva immediata e più fine rispetto alla semplice interpretazione sull’utilizzo della Glasgow Coma Scale (GCS) considerata il pun-
dei dati numerici. In questo contesto si dimostra più efficiente di teggio di riferimento utilizzato per valutare la gravità dei traumi
altre tecniche di monitoraggio più tradizionali, come la misura- cranici, anche se la sua descrizione iniziale è stata fatta nel con-
zione della SpO2 , della PA o della frequenza cardiaca [64] . testo delle emorragie sottoaracnoidee [74] . In un contesto di emer-
La Figura 4 mostra esempi di capnogrammi patologici. genza, date le associazioni lesive, l’interpretazione prognostica

EMC - Urgenze 7
I – 24-000-I-10  Monitoraggio dell’emergenza

della GCS può essere resa difficile dalla presenza di numerosi fat- consentono l’esecuzione di analisi biologiche delocalizzate, in
tori confondenti: ipossia, ipotensione e intossicazioni associate. particolare al di fuori dell’ospedale. Questi diversi sistemi sono
Inoltre, nei casi di grave trauma cranico (GCS iniziale inferiore o costituiti da una piccola scatola che consente un facile trasporto
uguale a 8), si raccomanda la sedazione con intubazione e venti- al letto del paziente (nome inglese: bed-side hand-held unit), in
lazione meccanica [75] che rende inutilizzabile la GCS. cui è inserita una cassetta con il campione di sangue da testare.
La dimensione e la reattività pupillare sono il secondo elemento Le misurazioni sono effettuate mediante minielettrodi ionoselet-
clinico indispensabile nel monitoraggio del neuroleso. Oltre al tivi, per conduttimetria e amperometria associate a catalizzatori
valore prognostico nel contesto del trauma cranico [85] , il moni- enzimatici e consentono l’accesso allo ionogramma del sangue
toraggio delle pupille può guidare la gestione nel contesto di un (Na+, K+, Cl– , Ca2+i ), all’urea e alla creatinina ematica, alla gli-
coma, in particolare in caso di anisocoria (osmoterapia, imaging cemia, alla troponina, all’HbCO, ai gas ematici (pH, PO2 , PCO2 ,
rapido in ambiente neurochirurgico). SaO2 , eccesso di basi e bicarbonati), al lattato e all’ematocrito
Due strumenti di monitoraggio neurologico paraclinico dispo- (Allegato B).
nibili nel contesto dell’emergenza non richiedono che il paziente
venga condotto in un reparto di radiologia.
 Monitoraggio durante
Doppler transcranico i trasferimenti interospedalieri
Al di fuori dell’ospedale, l’unico modo per garantire medicalizzati
l’adeguatezza dell’obiettivo di PAM prescelto è misurare la velo-
cità nell’arteria cerebrale media mediante Doppler transcranico Si raccomanda di disporre delle attrezzature di base per
(DTC) poiché la misurazione della pressione intracranica (PIC) e l’anestesia e la rianimazione necessarie per gestire il distress respi-
il calcolo della pressione di perfusione cerebrale (PAM – PIC) non ratorio, circolatorio o neurologico e l’arresto cardiocircolatorio
sono possibili. Il DTC consente di calcolare l’indice di pulsatilità (intubazione endotracheale, drenaggio pleurico, instaurazione di
(IP) (riflesso della vasocostrizione cerebrale) e di identificare un’infusione endovenosa o intraossea e somministrazione di far-
precocemente un basso flusso sanguigno cerebrale [75–78] . maci).
Nel contesto del trauma cranico, l’associazione di un IP supe- È stato redatto dalle società scientifiche francesi l’elenco delle
riore a 1,4 e di velocità diastoliche inferiori a 20 cm/s viene attrezzature necessarie raccomandate, il cui ultimo aggiorna-
utilizzata come criterio di gravità [79] che deve indurre una rispo- mento risale al 2013 [88] .
sta terapeutica immediata (osmoterapia, approfondimento della
sedazione e aumento del supporto vasopressore).
Inoltre, si presume che il DTC consenta un trattamento pre-
coce dei pazienti e il monitoraggio dell’efficacia terapeutica in
 Conclusioni
caso di grave trauma cranico. Di facile esecuzione, il DTC richiede
L’evoluzione tecnologica con la miniaturizzazione dei dispo-
una buona conoscenza teorica e pratica, che ne limita l’utilizzo in
sitivi medici ha permesso di rendere accessibile il monitoraggio
ambito emergenziale, soprattutto extraospedaliero [76] .
continuo o discontinuo di molti parametri fisiologici e biologici
nell’ambito dell’urgenza. I dispositivi medici disponibili consen-
Indice bispettrale tono un attento monitoraggio dei pazienti al fine di stabilire
rapidamente una diagnosi o di rilevare precocemente un inci-
L’indice bispettrale (BIS) è comunemente usato in anestesia per dente. La diversità e la molteplicità dei parametri monitorati non
regolare le dosi degli agenti anestetici alla profondità di sedazione devono far dimenticare i limiti di ogni tecnica di monitoraggio,
desiderata. Si tratta di un monitoraggio continuo non invasivo che devono sempre essere confrontati con i dati clinici.
basato sull’analisi spettrale della registrazione elettroencefalogra-
fica. Il suo utilizzo è attualmente limitato dalla scarsa conoscenza
dei valori del BIS in caso di danno anatomico cerebrale o meta-
bolico [79] . I valori del BIS che possono essere influenzati dalle
mobilizzazioni del paziente rendono quest’ultimo difficilmente
utilizzabile nell’ambito dell’emergenza immediata (extraospeda-
“ Punti importanti
liera). Tuttavia, il BIS si rivela uno strumento semplice e di facile • Nel contesto dell’urgenza, l’esame clinico può essere
utilizzo, una volta che la situazione si è stabilizzata, per il moni-
toraggio della sedazione da un lato [80, 81] e, dall’altro, per la alterato nella valutazione precoce delle complicanze
rilevazione del verificarsi di uno stato di morte cerebrale [82] . • Il monitoraggio è un valido aiuto per la diagnosi precoce
delle complicanze
• Il monitoraggio è associato a una prognosi migliore
 Dolore • Devono essere noti i limiti intrinseci di ciascuna tecnica
di monitoraggio
Il trattamento e il monitoraggio del dolore sono spesso erronea- • Il monitoraggio si aggiunge alla clinica, da cui non
mente lasciati indietro nel contesto dell’emergenza, nonostante dispensa.
i noti effetti avversi emodinamici, respiratori e neuropsicologici
del dolore [83] . Gli studi riportano tassi variabili tra il 14% e il 23%
dei pazienti trattati insufficientemente per il dolore nel contesto
dell’urgenza [84] . Pertanto, si raccomanda che il dolore venga siste-
maticamente valutato per essere adeguatamente trattato [83, 85, 86] .
Si raccomanda il monitoraggio dell’intensità iniziale del dolore e  Allegato A. Ecografia FAST
della sua evoluzione in corso di trattamento utilizzando la scala
visiva analogica (SVA) o la scala numerica (SN) e poi, in man- Viene eseguita con un ecografo in modalità bidimensionale e
canza, la scala verbale semplice (SVS) e la scala osservazionale una sonda di 2-5 Mhz, in un paziente in posizione supina, pos-
comportamentale [87] . sibilmente con la vescica piena [89] . Si può realizzare in meno di
5 minuti [90] .
L’esplorazione addominale esamina il bacino e l’ipocondrio
 Biologia destro e sinistro al fine di trovare e quantificare un versamento
intraperitoneale rilevabile a partire da un volume di 150-250 ml.
Il monitoraggio biologico è stato reso possibile dalla minia- La sensibilità aumenta con il volume del versamento (97% per un
turizzazione e dalla semplificazione dei dispositivi medici che versamento di 600 ml) [91, 92] .

8 EMC - Urgenze
Monitoraggio dell’emergenza  I – 24-000-I-10

L’esplorazione pericardica, classicamente per via subcostale È stato osservato che l’uso di apparecchi biologici delocaliz-
contemporaneamente all’esplorazione addominale, consentirà di zati (ABD) consente una gestione rapida ed efficiente dei pazienti
ricercare il versamento di liquido pericardico in caso di instabilità prima del loro arrivo in Pronto Soccorso [101] .
emodinamica [32] . Ha una sensibilità e una specificità diagnostiche Mentre gli ABD accelerano l’ottenimento dei risultati e la
eccellenti (96-100%) [35, 40] che possono essere significativamente gestione del paziente, non è stata osservata alcuna differenza
influenzate da un versamento liquido toracico sinistro [34] . Per ese- significativa nella durata della degenza in Pronto Soccorso, nella
guire le ecografie FAST e pleuropolmonare, non è necessario essere mortalità e nella durata della degenza in ospedale [102, 103] . Risultati
uno specialista senza che questo influisca sui valori diagnostici contraddittori sono stati osservati da altre equipe, dimostrando
dell’esame [34, 93, 94] . che gli ABD non rappresentano di per sé un elemento importante
L’esplorazione pleuropolmonare cercherà un versamento pleu- nella gestione dei pazienti in urgenza [104] .
rico liquido e/o aereo. Il versamento liquido appare come Gli studi sui costi mostrano che le analisi effettuate in biologia
un’immagine ipodensa posteriore sopra il diaframma tra la pleura delocalizzata sono più costose di quelle effettuate in labora-
parietale e viscerale che mostra una variazione respiratoria della torio [105–108] . Inoltre, alcuni considerano gli ABD come dei
distanza interpleurica [95] . dispositivi abbastanza affidabili ed efficaci nei reparti d’urgenza;
Un versamento aereo è caratterizzato dalla scomparsa dello sci- l’investimento è giustificato se il loro uso porta a un migliora-
volamento pleurico, dalla scomparsa delle “code di cometa” e, mento delle cure [102] .
segno più specifico, dalla presenza di un “punto polmonare”.
L’ecografia pleuropolmonare è più sensibile della radiografia del
torace per rilevare degli pneumotoraci anteriori [95] . La sua sen- Gas nel sangue
sibilità e la sua specificità sono soddisfacenti (dall’84% al 97% e
L’analisi dei gas arteriosi permette di accedere allo stato respi-
del 100%) [45, 57] . Può essere impossibile da eseguire a causa di un
ratorio e metabolico del paziente. Consente di valutare il grado
enfisema sottocutaneo [63, 96] .
di severità dell’insufficienza respiratoria acuta e la profondità di
La FAST, infine, deve essere considerata uno strumento di moni-
un disturbo metabolico (acidosi). Consente inoltre di regolare i
toraggio diagnostico e di orientamento terapeutico (decisione di
parametri del ventilatore in determinate situazioni. Per esempio,
una laparotomia immediata in caso di instabilità emodinamica in
il monitoraggio dei gas ematici è raccomandato nei traumi cranici
un paziente politraumatizzato).
gravi per mantenere la normossia e la normocapnia, con l’EtCO2
Inoltre, l’ecografia può essere utilizzata contemporaneamente
che non costituisce un riflesso attendibile della PaCO2 [2] .
per l’identificazione vascolare prima del posizionamento dei cate-
L’emogasanalisi arteriosa consente anche la misurazione del cal-
teri femorali, cosa che permette di risparmiare tempo [97] e di
cio ionizzato. Il calcio agisce come cofattore nell’emostasi ed è
avere una riduzione dell’incidenza delle complicanze meccaniche
coinvolto nella contrattilità miocardica e nel tono vascolare. Nella
associate al posizionamento.
gestione di traumi gravi che richiedono trasfusioni massicce di
I progressi tecnologici alla fine del secolo scorso con la minia-
globuli rossi, l’ipocalcemia da diluizione è frequente [109, 110] . Si
turizzazione delle componenti e dei dispositivi elettronici hanno
raccomanda di mantenere un livello di calcio ionizzato superiore
permesso la realizzazione quotidiana della FAST e della E-FAST
a 0,9 mmol/l nei pazienti in shock emorragico [111] .
nella pratica della medicina d’urgenza pre- e intraospedaliera sia
come strumento diagnostico che come ausilio nella realizzazione
di atti terapeutici di pazienti medici e traumatizzati. Troponina
Nella sindrome coronarica acuta, il dosaggio delocalizzato
della troponina da parte di un sistema di laboratorio imbarcato
 Allegato B. Biologia viene effettuato giornalmente e costituisce il migliore esempio
dell’importanza della velocità di ottenimento del risultato per
Tra i tanti dispositivi medici disponibili sul mercato, si possono prendere una decisione terapeutica [112–117] . Tuttavia, data la cine-
citare i-STAT® (i-STAT, Princeton, New Jersey, USA; distribuito tica della positività alla troponina (4-6 ore) e degli altri marcatori
in Francia da Abbott Diagnostics Division, Rungis), AVL OPTI® successivi (creatina fosfochinasi [CPK] e mioglobina), è stato pro-
(Roche/AVL Corp., Roswell, Georgia, Stati Uniti) e IRMA® (Dia- posto di sviluppare dei marcatori più precoci come la copeptina
metrics, Saint Paul, Minnesota, Stati Uniti), che consentono di (positiva nelle prime 4 ore) da sola e in combinazione con la
eseguire uno ionogramma del sangue e una gasometria arteriosa troponina [118, 119] per ottenere un valore predittivo negativo del
nonché il dosaggio della troponina I e del BNP. Il dispositivo 99,7% con un valore soglia di 14 pmol/l. Il recente sviluppo del
medico StatStrip Xpress Meter® commercializzato dalla società dosaggio della troponina “hs” o “us” consente di rilevare più
Nova Biomedical consente una misurazione delocalizzata del lat- precocemente, ma anche di escludere, la diagnosi di sindrome
tato nel sangue con risultati confrontabili con quelli ottenuti in coronarica acuta con due dosaggi eseguiti a 3 ore di distanza invece
laboratorio. di 6 ore [120, 121] . Tuttavia, data la loro eliminazione per via renale,
Dal 2008 in Francia, il CoaguChek® INRange, commercializ- nell’interpretazione dei valori di troponinemia non deve essere
zato da Roche, permette di valutare il valore dell’international trascurata la considerazione di un’insufficienza renale sottostante.
normalized ratio (INR) e quindi si rivela utile nella valutazione
preospedaliera della gravità della coagulopatia secondaria a un Lattatemia
grave trauma [98] ma può anche essere utile per valutare il valore
dell’INR nei pazienti trattati con antivitamine L (AVK) a lungo Negli stati di shock emorragico, il monitoraggio della lattatemia
termine. ha un valore diagnostico e prognostico [122] . La tromboelastografia
Uno dei principali vantaggi è la disponibilità quasi istanta- permette di valutare precocemente la coagulopatia, costituendo
nea dei risultati biologici, che possono essere utili nel triage e così un valido ausilio terapeutico nella scelta del tipo di prodotto
nell’orientamento dei pazienti ma talvolta anche fondamentali sanguigno labile. Il monitoraggio della lattatemia ha mostrato il
nella gestione dei pazienti gravi. Questi dispositivi medici, altri- suo interesse diagnostico e prognostico nel guidare il trattamento
menti semplici, non richiedono una formazione specifica (buona e l’orientamento negli stati di shock settico [123–127] .
affidabilità, buona precisione e buona riproducibilità dei risul-
tati) [99, 100] . L’uso di dispositivi biologici delocalizzati è soggetto Emoglobina
a normative in cui il biologo ospedaliero ha un ruolo chiave
(responsabile del rispetto delle procedure di qualità e della manu- La determinazione del livello di emoglobina (o dell’ematocrito)
tenzione del dispositivo) [2] . è necessaria per decidere la trasfusione o meno di globuli rossi. Si
Nei traumatizzati gravi, la misurazione preospedaliera di alcuni consiglia di disporre di un dispositivo che consenta la misurazione
parametri biologici può consentire di modificare gli orientamenti istantanea dell’emoglobina (HemoCue® ) o, in mancanza, di un
diagnostici e terapeutici. Nei traumatizzati gravi è fondamentale microematocrito. L’uso di un emoglobinometro tipo HemoCue®
il dosaggio della glicemia e dell’emoglobina [2] . è preferibile rispetto alla misurazione dell’ematocrito mediante

EMC - Urgenze 9
I – 24-000-I-10  Monitoraggio dell’emergenza

superiorità in caso di sospetto di AVC [135] . Pertanto, Asimos et al.


100 hanno osservato che nessun paziente è sopravvissuto quando il
loro livello di lattato era uguale o superiore a 4 mmol/l per più di
12 ore, indipendentemente dall’entità dell’AVC [136] .
Pazienti in stato di shock (%)

75
Test rapido capillare di gravidanza
Recentemente, diversi dispositivi medici consentono di
50
effettuare una misurazione delocalizzata del livello ematico
dell’ormone gonadotropo corionico (hCG) da un campione di
sangue capillare. Questa misurazione potrebbe rivelarsi partico-
25 larmente interessante in una giovane donna in età fertile che
presenta dolore addominale acuto in ambito pre- e intraospeda-
liero, anche se a oggi nessuno studio ne ha convalidato l’ampio
utilizzo.
0
< 20 % 20–30 % > 30 %
Ematocrito (%) Prospettive
Figura B.1. Percentuale di traumi gravi (n = 109) in stato di shock
Lo sviluppo di nuove tecnologie con la miniaturizzazione, la
emorragico all’arrivo in ospedale basata sull’ematocrito (secondo [128] ).
semplificazione e l’integrazione di nuove tecnologie ha permesso
di passare da un monitoraggio che richiedeva prelievi a un moni-
micrometodo. La misurazione molto precoce dell’emoglobina toraggio non invasivo mantenendo la quantità e la qualità delle
riflette male il grado di perdita di sangue [2] . Il tasso di emoglobina informazioni raccolte, il che consente di prevedere la scomparsa
all’ammissione è un riflesso della gravità dello shock emorragico futura della biologia delocalizzata invasiva [137] . Attualmente, i
(Fig. B.1) [128] . La stretta relazione tra la caduta del livello di emo- parametri valutabili in maniera non invasiva sono rappresentati
globina e l’entità dell’emorragia si spiega con l’importanza del da glicemia, emogasanalisi, misurazione dell’HbCO, saturazione
riempimento preospedaliero generalmente necessario per man- tissutale in ossigeno (StO2 ) ed emoglobinemia [138–142] .
tenere una corretta PA e con l’iniziale perdita di sangue, prima
di qualsiasi riempimento, che aumenta l’effetto di diluizione del
riempimento vascolare [129] .  Riferimenti bibliografici
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una piccola quantità di CO risultante dalla degradazione delle [3] Ammirati C. Stratégie de prise en charge extrahospitalière d’un polytrau-
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legata all’ipossiemia (sanguigna e cellulare) che provoca. I fuma- [4] Riou B, Thicoïpé M, Atain-Kouadio P. Comment évaluer la gravité ?
tori, in particolare i fumatori di pipa o di sigaro, di solito hanno Actualités en réanimation préhospitalière. Société française d’éditions
livelli di HbCO più elevati. I valori considerati normali vanno médicales; 2002.
dall’1% al 4% in un non fumatore, dal 5% al 6% in un fumatore [5] Vallet B. Le choc hémorragique. Rev Prat 1999;49:203–7.
moderato e dal 7% al 9% in un forte fumatore. [6] Wisner D, Reed W, Riddick R. Suspected myocardial contusion. Triage
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Il metodo di misurazione di riferimento è il CO-ossimetro.
[7] Fabian T, CicalaR, Croce M, Westbrook L, Coleman P, Minard G, et al. A
Il CO-ossimetro misura la concentrazione di quattro tipi prospective evaluation of myocardial contusion: correlation of significant
di emoglobina: l’ossiemoglobina (HbO2 ), l’emoglobina ridotta arrhythmias and cardiac output with CPK-MB measurements. J Trauma
(Hb), l’HbCO e la MetHb. La SaO2 è calcolata come segue: 1991;31:653–9, discussion 9-60.
SaO2 = (HbO2 /HbO2 + Hb + HbCO + MetHB) × 100 [130] . Pertanto [8] Landesberg G, Luria MH, Cotev S, Eidelman LA, Anner H, Mosseri M,
la saturazione pulsata in ossigeno (SpO2 ) sovrastima la SaO2 in et al. Importance of long-duration postoperative ST-segment depression
presenza di HbCO, perché il pulsossimetro rileva l’HbCO come in cardiac morbidity after vascular surgery. Lancet 1993;20:715–9.
ossiemoglobina, a causa dei coefficienti di assorbimento ravvi- [9] Slogoff S, Keats A, David Y, Igo S. Incidence of perioperative myocardial
cinati. La SpO2 visualizzata dal dispositivo medico deriva dalla ischemia detected by different electrocardiographic systems. Anesthesio-
somma di HbO2 e HbCO [131] che sottovaluta così la gravità logy 1990;73:1074–81.
dell’ipossiemia e la profondità dell’intossicazione da anidride car- [10] Ansley D, O’Connor J, Merrick P, Ricci D, Dolman J, Kapnoudhis P. On
bonica. Inoltre, la misurazione dell’emogasanalisi mediante gli line ST-segment analysis for detection of myocardial ischaemia during
and after coronary revascularization. Can J Anaesth 1996;43:995–1000.
ABD non fornisce il valore del livello di HbCO in regime preo-
[11] Leung J, Voskanian A, Bellows W, Pastor D. Automated electrocardio-
spedaliero. Per aggirare questa trappola, esistono sul mercato vari
graph ST segment trending monitors: accuracy in detecting myocardial
dispositivi medici non invasivi e il più conosciuto e diffuso in ischemia. Anesth Analg 1998;87:4–10.
Francia è il Rad-57® (Masimo Corporation, Irvine, California, Stati [12] Yelderman M, Ream AK. Indirect measurement of mean blood pressure
Uniti). La sua affidabilità sembra buona [132, 133] , anche se è stata in the anesthetized patient. Anesthesiology 1979;50:253–6.
rimessa in discussione [134] . Per aggirare questa trappola, è stato [13] Lakhal K, Ehrmann S, Runge I, Legras A, Dequin P, Mercier E, et al.
proposto di combinare la misurazione del livello di HbCO con il Tracking hypotension and dynamic changes in arterial blood pressure
Rad-57® e una misurazione del valore espirato di HbCO nell’aria with brachial cuff measurements. Anesth Analg 2009;109:494–501.
espirata tramite il dispositivo medico CO-ossimetro. Negli Stati [14] Kurki T, Smith N, Head N, Dec-Silver H, Quinn A. Noninvasive conti-
Uniti si raccomanda il monitoraggio non invasivo dell’HbCO nel nuous blood pressure measurement from the finger: optimal measurement
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10 EMC - Urgenze
Monitoraggio dell’emergenza  I – 24-000-I-10

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M. Godement, Praticien hospitalier.


A. Prigent, Chef de clinique assistant.
S. Mereiles, Interne.
Service de médecine intensive réanimation, Hôpital Ambroise-Paré, 9, avenue Charles-de-Gaulle, 92100 Boulogne-Billancourt, France.
M. Nahon, Praticien hospitalier.
Samu 95, Centre hospitalier René-Dubos, GHT NOVO, 6, avenue de l’Île-de-France, 95300 Pontoise, France.
B. Prunet, Professeur agrégé du Val-de-Grâce.
Brigade des sapeurs-pompiers de Paris, Paris, France.
B. Vivien, Professeur des Universités, praticien hospitalier.
Samu 75, Hôpital Necker–Enfants malades, 149–161, rue de Sèvres, 75743 Paris cedex 15, France.
R. Jouffroy, Praticien hospitalier (romain.jouffroy@aphp.fr).
Service de médecine intensive réanimation, Hôpital Ambroise-Paré, 9, avenue Charles-de-Gaulle, 92100 Boulogne-Billancourt, France.

Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Godement M, Prigent A, Mereiles S, Nahon M, Prunet B, Vivien B, et al. Monitoraggio
dell’emergenza. EMC - Urgenze 2023;27(1):1-13 [Articolo I – 24-000-I-10].

EMC - Urgenze 13

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