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PRE-OPERATORIA POST-OPERATORIA
INTRA-OPERATORIA
FASE PRE-OPERATORIA
OBT PRINCIPALE:
EDUCAZIONE SANITARIA
LEDUCAZIONE SANITARIA
Essendo breve il periodo di tempo in cui il paziente sosta nella camera operatoria, pi
difficile instaurare una relazione infermiere-paziente che sia soddisfacente dal
punto di vista della collaborazione, della stima e dei rispetto reciproco.
Agli occhi del malato, linfermiere di sala operatoria non assume un ruolo di rilevanza
LA COMUNICAZIONE
CHE PREVEDE
UNINFORMAZIONE EFFICACE
ATTRAVERSO
PRESENTARSI: definire il proprio ruolo e compito
USARE SEMPRE IL LEI
USARE SEMPRE IL NOI: d il senso di squadra, di quipe (es. noi le applicheremo,
noi verificheremo, i miei colleghi, ect.
UTILIZZARE LA MODALITA AD ESPANSIONE: partire da una quantit di informazioni
minima, verificare se sufficiente ed eventualmente ampliare (es. chiedere se ha letto
linformativa)
CHIAREZZA, CONCISIONE, COMPLETEZZA, CORRETTEZZA: utilizzare parole di uso
comune (es. non tricotomia), non usare quindi termini tecnico-specialistici, non usare sigle e
abbreviazioni
VERIFICARE LA COMPRENSIONE CHIEDENDO CONFERMA
USARE ESEMPI, METAFORE DELLA VITA QUOTIDIANA
RASSICURARE SULLA POSSIBILITA DI CHIEDERE CHIARIMENTI E SULLA
DISPONIBILITA AL BISOGNO
FASE INTRA-OPERATORIA
INGRESSO IN SALA TRASFERIMENTO NELLA SALA DI
OPERATORIA RISVEGLIO
1. Le attivit assistenziali ruotano intorno al paziente
ed i suoi bisogni sono considerati in primo piano.
2. Linfermiere responsabile
della sicurezza e del benessere del paziente,
svolge e coordina le molte attivit del personale,
cura ligiene degli ambienti
collabora con lanestesista e con il chirurgo per garantire un esito
positivo dellintervento.
3. Al termine, controlla i parametri vitali del paziente
ed il suo ritorno alle normali funzioni mentali e
fisiche. Le osservazioni dellinfermiere a la loro pronta comunicazione
al medico riducono la probabilit di complicanze, e influiscono
positivamente sul decorso postoperatorio.
1. ACCOGLIENZA IN SALA OPERATORIA
Il paziente viene accompagnato dal collega OSS e/o dal
collega infermiere di reparto in sala operatoria
IN SEDIA A ROTELLE CON IL LETTO DI
DEGENZA
Verifica del paziente
Trasferimento del paziente al letto operatorio
2. INGRESSO IN SALA OPERATORIA
MONITORAGGIO DEL PAZIENTE
Def.: misurazione ripetuta e frequente delle variabili fisiologiche mediante tecniche
analitiche o apparecchiature
C. PRESSIONE ARTERIOSA
Pressione del sangue allinterno delle arterie
Modalit di rilevazione: intermittente non invasiva
misurazione al bracciale
automatica
2. INGRESSO IN SALA OPERATORIA
FLEBOCLISI o TERAPIA E.V.
Def.: consiste nellinfusione di sostanze liquide direttamente in una vena. Si tratta di un
dispositivo medico per la somministrazione di medicinali o altro, costituito da un
flacone, un deflussore e una cannula collegati tra di loro.
2. INGRESSO IN SALA OPERATORIA
PREVENZIONE TROMBOSI VENOSA PROFONDA
Il tromboembolismo post-operatorio rappresenta un importante problema associato
allassistenza sanitaria, che pu causare aumento significativo della mortalit,
complicanze e prolungamento della degenza. I pazienti sottoposti ad interventi di
chirurgia generale presentano una prevalenza di trombosi venosa profonda pari al 15-
40%, in assenza di profilassi antitromboembolica.
Le misure di prevenzione in Sala Operatoria comprendono luso di calze elastiche o di
strumenti per la compressione.
2. INGRESSO IN SALA OPERATORIA
PREVENZIONE IPOTERMIA
Def.: Il DPR 14.01.97 stabilisce che in sala operatoria la temperatura interna
invernale ed estiva sia compresa tra 20 e 24 C e lumidit relativa, sempre
invernale ed estiva, tra 40 e 60%.
CONFORT
PAZIENTE
3. CHECKLIST
ULTERIORI PROCEDURE PER LANESTESIA
FLEBOCLISI
Il posizionamento di altri accessi venosi di grosso calibro, permette ulteriori vie per la
terapia endovenosa e/o somministrazione di emoderivati.
PRESSIONE ARTERIOSA
Pressione del sangue allinterno delle arterie
Modalit di rilevazione: continua e invasiva
attraverso cannula arteriosa (radiale o femorale) collegata al
sistema di trasduzione
ULTERIORI PROCEDURE PER LANESTESIA
RISTAGNO GASTRICO
Il posizionamento del SNG permette di misurare la quantit giornaliera di secrezioni
gastriche (ristagno gastrico) che non vengono assorbite e di valutare le caratteristiche
macroscopiche del liquido.
DIURESI
Il posizionamento del catetere vescicale permette di valutare la quantit di urina
prodotta dai reni. Inoltre essendo il funzionamento dei reni notevolmente
influenzato dalla situazione circolatoria, pu dare preziose informazioni sul
funzionamento dellapparato cardiovascolare.
PROCEDURE PER LATTO CHIRURGICO
POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE
dipende da 2 fattori:
Tipo di intervento che deve essere eseguito Condizioni generali del paziente
CHI
Spetta al chirurgo indicare quale sia la posizione in cui porre il paziente, ossia quella che
gli permetta di lavorare pi comodamente.
MA
1. Generalmente, il paziente viene posto dapprima in posizione supina sul letto operatorio,
per essere poi correttamente posizionato solo dopo che lanestesista abbia indotto lo stato
di incoscienza.
2. Il posizionamento deve essere eseguito in maniera tale che larea chirurgica sia esposta
in modo adeguato. Nel contempo la posizione deve essere comoda e confortevole, sia che
il paziente sia vigile che addormentato.
3. Particolare attenzione deve essere posta nel non provocare pressioni sui vasi o sui nervi,
onde evitare problemi di perfusione o paralisi.
4.Una volta assunta, la posizione pu essere mantenuta mediante appositi presidi (cinghie,
sostegni, cuscini, ecc.), posti in modo che assicurino la stabilit senza compromettere la
comodit.
1. POSIZIONE SUPINA
2. POSIZIONE PRONA
3. POSIZIONE GENUPETTORALE
4. POSIZIONE SEDUTA
5. POSIZIONE LIPOTOMICA (ginecologica)
6. POSIZIONE LATERALE (fianco)
7. POSIZIONE di TRENDELENBURG
ALCUNI PRESIDI ANTIDECUBITO
TESTIERE a ferro di cavallo o a ciambella
MATERASSO
GINOCCHIERA o TALLONIERA
per LE BRACCIA
Lelettrodo neutro deve essere usato in modo da limitare al massimo i possibili danni
1. Scegliere la misura pi appropriata al paziente: neonatale, pediatrica o adulta.
2. Definire lesatta posizione anatomica della piastra (su ampia superficie, ben irrorata e
dotata di massa muscolare) e controllare le condizioni della cute sottostante
3. Posizionare la placca sempre il pi vicino possibile alla sede dintervento.
4. Asciugare, prima della copertura, eventuali preparati a base di alcool utilizzati per la
disinfezione della cute
5. Evitare zone ipertricotiche, ev. rasare la sede individuata.
6. Verificare che lelettrodo di ritorno del paziente abbia mantenuto il contatto cutaneo
in caso di spostamento o riposizionamento del paziente. Se il cavo di ritorno viene
spostato per qualsiasi ragione, dovrebbe essere utilizzata una nuova piastra.
PROCEDURE PER LATTO CHIRURGICO
PROCEDURA CHIRURGICA
1. Il campo operatorio viene preparato
accuratamente legando i capelli nel modo pi
opportuno per allontanarli dalla sede in cui
deve essere praticata lincisione. Si pratica
quindi una tricotomia lineare e molto ridotta
nella sede in cui si praticher lincisione.
Tale rasatura larga circa 1,5 cm ed lunga
alcuni cm in pi rispetto alle dimensioni
previste per lincisione.
2. Si applica quindi uno sterile drape e
lo si fissa, ai margini della tricotomia,
con dei punti metallici in modo da
evitarne lo scollamento dalla cute al
momento dellincisione.