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LA RICOSTRUZIONE

- Il mondo aveva sperimentato caos politico, distruzione e guerra

-la sua utopia si era fermata

- la pseudo religione del progresso e il culto della macchina si erano persi

- dopo la guerra il contesto era completamente differente

- il movimento moderno emergeva trionfante come segno del welfare state


soprattutto dopo il piano Marshall del ’47

-architettura moderna come segno dello sviluppo capitalistico dell’edilizia


FRANCIA

- la ricostruzione corrisponde a una profonda trasformazione


economica e sociale, che tende a ridistribuire la popolazione sul
territorio

- nel ’44 viene istituito il Ministero della ricostruzione e


dell’urbanistica > pianificazione urbana e rurale / edilizia
sovvenzionata

- Petit (ministro della ricostruzione tra ’48 e ’53) decide di


promuovere alcuni interventi pubblici isolati di grande impegno:
> smuovere l’inerzia sociale
> elevato livello tecnico
> progettisti più brillanti della scena nazionale

- si realizzano i grandi complessi di Strasburgo,


S. Etienne, Angers, Lione
A. Perret ha l’incarico di studiare la ricostruzione di Le Havre, rasa
al suolo nella parte centrale (’47-’54)

- programma architettonico esteso alla scala urbana


- tutta la progettazione obbedisce a un modulo costante di m. 6.21
> normalizzazione e prefabbricazione di molti elementi costruttivi

- uniformità degli elementi accostata a variazione dei volumi e


disposizione
Perret si occupa anche di Amiens, dove direttamente segue gli edifici più
rappresentativi > manierismo di se stesso

- vasta piazza davanti alla stazione ferroviaria con palazzi porticati uniformi
e torre alta oltre 100 metri

- tipologia e monumentalità
fuori scala urbanistica e fuori tempo
Anche Le Corbusier è invitato a intervenire e cerca una scala adatta in cui
collocare un intervento architettonico complesso > Unitè d’Habitation
(riferimenti alle Immeuble Villas del ’22)

già all’inizio Le Corbusier aveva proposto case autocostruibili per combattere


l’emergenza > Maison Murondins

nel suo studio di Rue Sevres a Parigi l’ultimo accesso era stato nel ’40 e poi
nel ’45

Nel ’44 studiando un nuovo sistema di alloggi di emergenza in serie L.C.


propone corpi di fabbrica molto profondi, percorsi da una strada interna, con
alloggi a due livelli, a due piani > unités d’habitation transitoires

applicando questo dispositivo a case alte > unité d’habitation de grandeur


conforme: 400 alloggi, parcheggi, negozi, scuole, servizi collettivi e ludici >
cellula della città moderna

piani di ricostruzione per alcune città (rimasti tali)


- nel ’46 iniziò la sua sperimentazione di ricostruzione per la Rochelle
e St.Diè > propose 8 unitè che chiudevano un centro civico >
monumentalità urbana

1946 Piano per Saint-Dié


1946 Piano per Saint-Dié
- ricevette anche una commissione da un giovane industriale, Duval, che
gli chiese una modesta fabbrica > la prima costruzione dopo 10 anni
- qui superfici in cemento erano dipinte e fu sperimentato il Modulor
-uomo di 6 piedi con braccio alzato che definiva un sistema proporzionale
in base alla sezione aurea

1947 Fabbrica Duval, Saint-Dié (FRANCIA)


1947 Fabbrica Duval, Saint-Dié (FRANCIA)
-Unité d’Habitation
-1947-53 ruolo di prototipo per la residenza collettiva
-produzione in serie per affrontare problema scarsità di alloggi >> ministro Petit
-Città giardino verticale, in cui la densità verticale liberava spazio per la natura e
nella quale le gioie della Luce-spazio-verde si rendevano disponibili per tutti
- alla periferia di Marsiglia
-l’edificio era angolato rispetto alla via in modo che fosse collocato esattamente in
direzione N-S ed esposizione E-O
- ciascun appartamento aveva doppia esposizione per godere paesaggio ad est al
mattino e vista del mare col sole pomeridiano a ovest
- LC cercava di conciliare modello abitativo urbano di
alta densità con gioie essenziali: LUCE SPAZIO
VERDE
-deriva dal Falansterio di Fourier per 1800 persone
-influenza dell’impostazione di un transatlantico che
aveva pubblicato nella Ville Radieuse del ’35
- riferimenti viadotti di Algeri, al monastero di Ema
L’Unité d’Habitation di Marsiglia

- struttura portante principale in cemento armato su piattaforma


- 17 coppie di pilotis sagomati e cavi (canalizzazioni)
- 23 differenti tipi di alloggi > 337 appartamenti
- albergo e attrezzature sul terrazzo (asilo, palestra, bar, piscina etc)
- collegamenti verticali su 3 gruppi di scale con ascensori
- collegamenti orizzontali tramite rue interieurs al 2,7,8,13 e 16 piano

casa collettiva ed autosufficiente > tradizione francese dei riformatori


utopistici (Fourier)
-Unité d’Habitation
- avrebbe usato l’acciaio ma il
materiale non era reperibile e si optò
per il cemento
-soluzione del cemento grezzo a vista
con impronte di casseri >> condizioni
edilizie del dopoguerra e che più
imprese lavorano
contemporaneamente
- la ruvidità del trattamento resa
necessaria da una serie di maestranze
divenne virtù
-il beton brut era particolarmente
sensibile alla luce e all’ombra >>
antico tempio
-mesi di lavoro si erano resi necessari
per studi della facciata sulla base del
Modulor
- all’inaugurazione veniva proposto il
cemento come materiale naturale
paragonato con la pietra
-colossali pilotis per avere spazio
comune
- elementi verticali: ascensore, torri
scale, servizi
- cavi e impianti verticali inseriti nei
pilotis

1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)


appartamenti sovrapposti
e incastrati per altezza di 3
piani
-ogni appartamento =
soggiorno a doppia altezza
e porzione passante
- sezione 2:1
- accesso dai corridoi
longitudinali

ogni cellula si incastra con


un’altra complementare
cellula non come sistema
di camere ma ambiente
unitario articolato > con
un’unica corrispondenza
esterna
Prospetto
per le tre fronti libere viene concepita
una struttura tridimensionale a griglia
profondità = terrazzini
ritmo verticale dato dai muri laterali
della cellula
ritmo orizzontale dalle balaustre in
cemento che indicano gli spazi interni
ogni cellula ha un solo terrazzo per
lato >
se da quel lato corrisponde la zona
notte > altezza semplice
se corrisponde zona giorno >altezza
doppia
in facciata alternanza aperture
semplici e doppie
macrosegno della struttura interna
Brise soleil calibrati per evitare raggi
estivi più caldi
1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)
- strada interna con negozi,
ristorante , hotel visibile a
metà altezza>> taglio
vetrato

1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)


1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)
1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)
-tetto terrazza > palestra, asilo
infantile, ciminiera del volume tecnico
>> celebrazione del mito
mediterraneo

1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)


1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)
- il Modulor dava proporzioni armoniche dalle maniglie agli spazi urbani
- ma non era vincolo > era pronto a ignorarlo se era convinto
-pubblicato ne Le Modulor del ’48 e ne Le Modulor II nel ’57
- il Modulor era più che un sistema > era un emblema filosofico per
ritrovare un ordine equivalente nella creazione naturale
1948 Modulor
1947 Unité d'Habitation 280 Boulevard Michelet Marseille (FRANCIA)
1948 Modulor
-unità aperta nell’ottobre ’52
- si riteneva che l’edificio causasse
malattia mentale, invece L.C. ebbe la
legione d’onore dal ministro Petit

-difficoltà di funzionamento > edificio


percepito come monumento (proposta
dimostrativa )

- L.C. aveva sperato di costruire un


certo numero di Unité giustapposte ma
questo avrebbe creato problemi di tipo
sociale

- coincidenza del CIAM di Aix-en-


Provence >> frantumazione delle idee
della pianificazione moderna

-se la Carta di Atene aveva proposto


una divisione di funzioni in Abitare-
Lavorare-Tempo Libero e Circolazione
ora andava recuperata la complessità

-
-seconda Unitè a Nantes (1953-55),
terza a Berlino (> Interbau ’57)
e altre due in Francia

1955 Unité d'habitation Nantes-Rezé


1965 Unité d'Habitation Firminy-Vert
1965 Unité d'Habitation Firminy-Vert

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