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Essere e stare: uso e differenze

              
Essere e stare sono due verbi che creano confusione. In alcuni casi hanno usi
simili ma con sfumature diverse e, inoltre, hanno lo stesso participio passato:
stato.

Essere

Essere si usa per esprimere l’esistenza e l’essenza, cioè esprime


la qualità o la condizione di un oggetto o una persona. Le qualità o
le condizioni possono essere permanenti o temporanee.

Normalmente con il verbo essere si usa un sostantivo o


un aggettivo.

es:

→ Maria è bella.  / Con questo vestito, Maria è bella.

→ Giovanni è il mio avvocato. / Per ora Giovanni è il mio


avvocato.

→ Il giardino è profumato. / Oggi il giardino è profumato.

Essere si usa per esprimere lo stato in luogo e dice dove si


trova qualcosa o qualcuno.

es:

→ Dov’è Antonio?

→ Antonio è al lavoro.

→ Milano è in Lombardia.

Esserci (ci sono, ci sei, c’è ecc…) significa essere presenti, essere


pronti o avere capito.

es:
→ C’è Marco? (E’ presente Marco?)

→ Ci sei? Allora possiamo cominciare. (Sei pronto?…)

→ Due è la radice quadrata di quattro, ci sei? (… hai capito?)

Stare

Stare si usa per esprimere una condizione


fisica e psicologica temporanea, in sostituzione del
verbo sentirsi e si usa con un avverbio.

es:

→ Come stai? (Come ti senti?)

→ Sto bene! (Mi sento bene)

→ Francesca sta male? (Francesca si sente male?)

Stare si usa per esprimere il rimanere o il restare in


una condizione o in un luogo.

es:

→ State a casa questa sera? (Restate a casa ….)

→ Stanno in silenzio e ascoltano il mare. (Restano in silenzio …)

→ Sta’ zitto! (Resta zitto)

Starci (ci sto, ci stai, ci sta ecc…) significa essere


d’accordo, essere disponibile o entrarci (cioè avere lo spazio
sufficiente).

es:

→ Mi chiedi di accettare le tue bugie, ma io non ci sto! (… ma io


non  sono d’accordo)
→ Ci stai per una partita di calcio? (Sei disponibile per …)

→ In questa auto non ci stiamo tutti! (… non ci entriamo tutti!)

Stare si usa anche con alcune espressioni particolari con


un significato specifico:

Stare + gerundio

Stare per + infinito

Stare ai dati / ai fatti → Rimanere concentrati sui dati / sui fatti.

Stare alle apparenze → Giudicare dalle apparenze.

Stare ai patti → Mantenere i patti.

Stare allo scherzo → Accettare lo scherzo.

Stare a qualcuno → Spettare / toccare a qualcuno.

Essere o stare?

La scelta e il significato di essere e stare dipendono molto dall’uso


e dalle sfumature che vogliamo dare.

Ci sono alcune espressioni che possiamo usare con


entrambi (essere/stare a dieta, essere/stare calmo, essere/stare in
silenzio ecc…). In questi casi, il verbo essere esprime una qualità
o constatazione mentre il verbo stare esprime una
maggiore volontarietà.

Per capire meglio come si usano, vediamo altri esempi concreti:

– Come sta Marilù? (Come si sente Marilù?)

– Marilù è stanca (stanca = aggettivo) ma sta bene (bene =


avverbio).

– Come mi sta questo vestito? (Come appare questo vestito su di


me?)

– Ti sta molto bene (il vestito su di te va molto bene). Con


questo vestito sei elegante!

– Dove sei? 

– Sono in viaggio! Sto per arrivare a casa tua. Tu stai ancora a


casa,  vero?

– No, sono alla stazione, sto qui ad aspettarti da 20 minuti.

– Sta a te decidere se venire con noi o no. Noi non ti obblighiamo.

– Se stiamo alle apparenze è così, ma se stiamo ai dati non ho


altra scelta.

– A capodanno da me ci sono Lucia, Serena e Sabrina. Ti


propongo  questo: vieni alle 22 e festeggiamo insieme. Ci stai?

– Ciao Marco, stiamo per venire alla tua festa, ma siamo 7


persone: ci  stiamo a casa tua?

– Sì! Ci stiamo tutti, anche perché noi per ora siamo pochi.

– Come è il tuo fidanzato?

– E’ molto simpatico e giovanile… e anche molto bello!

– Come sta il tuo fidanzato?

– Sta bene, lavora molto, è sempre stanco, ma sta bene.

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