Sei sulla pagina 1di 4

SCIMMIE

Parlare in senso proprio è mettere in connessione il linguaggio con il pensiero e i pappagalli non parlano
semplicemente perchè non hanno pensieri. La questione alla base del linguaggio umano è la connessione
tra la sica dei suoi i e la psicologia dei signi cati ➔ l’opinione comune è che i pappagalli riproducano
soltanto la meccanica del suono ma non il signi cato che tali suoni rappresentano, perchè per avere
signi cati nella testa occorre essere in grado di pensare.

➔ Il caso dei pappagalli è l’argomento esemplare chiamato in causa per demarcare in modo netto la
comunicazione animale da quella umana.

➔ Cordemoy paragona il caso del pappagallo al fenomeno dell’eco.


➔ La tesi della netta distinzione tra

- comunicazione animale: meccanica e obbligata


- linguaggio umano: libero e creativo
trova un forte alleato negli argomenti di carattere empirico ➔

• E etto Clever Hans ➔ Von Osten diede inizio a una serie di esibizioni pubbliche con il suo cavallo,
mostrando che Hans era in grado di eseguire calcoli aritmetici battendo la zampa, arrivando dunque alla
conclusione che il cavallo comprendeva ciò che gli veniva richiesto. Da un’analisi accurata emerse che le
risposte del cavallo erano strettamente dipendenti dal fatto che von Osten conoscesse la risposta e non
appena Hans, battendo la zampa, si avvicinava al risultato corretto, la postura corporea e l’espressione
facciale del padrone cambiavano sensibilmente in modo inconsapevole.

• Alex il pappagallo ➔ la ricercatrice Pepperberg era assolutamente certa del fatto che Alex voleva e
credeva ciò che diceva di volere e credere. Se Alex diceva “voglio uva” e tu gli davi una banana, te la
sputava indietro e ripeteva “voglio uva”. Non la smetteva nché non gli davi l’uva. Se la ricercatrice
avesse avuto a che fare con un bambino, chiunque avrebbe accettato senza problemi che quel bambino
voleva davvero l’uva.

La questione che merita attenzione è il paragone che la ricercatrice fa con gli umani ➔ nessuno si chiede
se il bambino voglia davvero l’uva in quanto abbiamo la tendenza di vedere gli umani esseri come noi,
ovvero come persone dotate di credenze e desideri.

1. Cartesiani di ieri:

Cartesio a erma che gli esseri umani sono distinti da tutti gli altri animali a causa di una di erenza
qualitativa dovuta dal possesso dell’anima razionale. Il losofo esalta la di erenza tra l’agire meccanico e
istintivo degli animali-macchine e l’agire libero e creativo degli esseri umani. Diversamente dagli altri
animali, governati dall’istinto, gli umani sono capaci di strategie comportamentali estremamente essibili

➔ essi riescono a far fronte a problemi nuovi e inusuali perchè dispongono della ragione. La di erenza
qualitativa tra umani e animali-macchine dipende dalla relazione tra pensiero e linguaggio.

2. Cartesiani di oggi:

Chomsky fa riferimento alle argomentazioni di Cartesio in favore della distinzione tra il linguaggio e i sistemi
di comunicazione animale. Alla base di tale distinzione è l’uso creativo del linguaggio ➔ la possibilità
degli umani di parlare in modo indipendente da stimoli esterni e interni. Negli animali la comunicazione
è totalmente sotto il controllo degli stimoli.

➔ L’idea di Chomsky è che il confronto con le capacità espressive degli animali non sia di alcuna utilità per
comprendere le caratteristiche peculiari delle capacità verbali umane ➔ per capire cosa caratterizza nello
speci co il linguaggio umano bisogna guardare a ciò che lo distingue dalla comunicazione animale, e non
ciò che a essa lo accomuna.

➔ Il linguaggio umano è interpretabile solo ammettendo uno scarto di ordine qualitativo tra gli umani e gli
animali. Una concezione di questo tipo non serve solo a salvaguardare gli aspetti di speci cità delle
capacità verbali umane; serve anche a garantire agli umani un carattere di specialità nella natura.

➔ Alla base del riferimento di Chomsky a Wallace è l’idea che se il cofondatore della teoria dell’evoluzione
porta argomenti a sostegno dello stato di eccezione degli umani nella natura, allora la prospettiva della
di erenza qualitativa non è in contrasto con la teoria dell’evoluzione. Tuttavia, il riferimento a Wallace
appare del tutto inappropriato allo scopo. I motivi che spingono Chomsky a criticare il gradualismo
darwiniano e a fare riferimento al cambiamento improvviso del linguaggio umano sono da ricercare nel
modello teorico portato avanti al linguista, ovvero, la grammatica universale.
➔ Il primato assegnato da Chomsky alla grammatica, alla sintassi in primo luogo, dipende dall’assunto
che egli pone a fondamento della di erenza qualitativa tra umani e animali-macchine, ovvero il legame tra
pensiero e linguaggio. È per il suo essere uno strumento di espressione dei pensieri che il linguaggio deve
avere una grammatica.

3. Dall’altra parte della barricata:

Il riferimento alla selezione naturale permette a Darwin di sostenere che la di erenza tra gli umani e gli
altri animali deve essere interpretata in termini quantitativi, e non qualitativi. Darwin, nei suoi scritti, fa
esplicito riferimento alle scimmie.

➔ Discutendo il tema dell’origine del linguaggio, egli dice

- il linguaggio umano deve la sua origine alla imitazione e alla modi cazione, aiutata dai gesti, dei vari
suoni naturali, delle voci degli altri animali e delle grida istintive dell’uomo;

ff
ff
fi
fi
fi
ff
ff
fi
fi
fi
fi
fi
ff
ff
fi
ff
ff
fl
- l’avvento del linguaggio è fortemente connesso alla peculiarità dei sistemi cognitivi di cui dispongono
questi animali.

➔ L’abilità di ripetere i suoni per imitazione è legata a capacità cognitive, l’ingegno superiore di cui godono
le scimmie, in grado di interpretare l’espressione sonora attribuendole un signi cato.

➔ L’idea di Darwin a proposito dell’origine del linguaggio è che le capacità verbali umane trovino
fondamento nei sistemi cognitivi che la nostra specie condivide con altre specie a noi strettamente
imparentate.

➔ Il fatto che il linguaggio sia tipico degli umani non esclude che altri animali avrebbero potuto svilupparlo
se le spinte selettive li avessero portati a dover comunicare in maniera più e cace.

3.1 Le grandi scimmie possono apprendere il linguaggio?

La riproduzione dei suoni tipici del linguaggio verbale non è riproducibile dalle grandi scimmie perchè
queste non hanno l’apparato fonatorio adeguato.

➔ Secondo Lieberman la produzione dei suoni tipici del linguaggio umano è connessa all’abbassamento
del tratto sovra-laringeo: una caratteristica speci ca di Homo sapiens che lega strettamente la comparsa
del linguaggio all’avvento della nostra specie.

➔ Poiché le scimmie non sono in grado di produrre i suoni del linguaggio umano, esse non saranno mai in
grado di parlare in senso proprio. Una tesi del genere si fonda sull’identi cazione del linguaggio con la
verbalizzazione.

➔ Chiedersi se una scimmia è in grado di acquisire e utilizzare il linguaggio umano è diverso dal chiedersi
se essa è in grado di riprodurre i suoni del linguaggio verbale. Quello che conta è capire se la scimmia sia in
possesso dei processi di interpretazione, l’ingegno superiore di Darwin, che governano la comprensione di
ciò che e ettivamente le viene detto.

Washoe ➔ è una scimpanzé alla quale è stato insegnato il linguaggio dei segni. Il suo uso dei gesti
appariva guidato da un processo di generalizzazione. Per esempio aveva la capacità di estendere il segno
di aprire dalle situazioni in cui veniva appreso (aprire la porta) a quelle completamente nuove (aprire una
borsa, lo sportello della macchina).

Ally ➔ è uno scimpanzé che ha imparato la lingua dei segni. Nell’esperimento doveva prendere un oggetto
in una scatola e posarlo in una parte della stanza o darlo a uno degli sperimentatori.

➔ La conclusione cui pervenne Fouts fu che uno scimpanzé è in grado di capire le di erenze di signi cato
dovute a una regola grammaticale.

➔ I ricercatori che si ispirano al comportamentismo sostengono che l’uso della lingua dei segni da parte
degli scimpanzé ha solo l’apparenza di una comunicazione linguistica in senso proprio, diversamente da
quanto accade negli umani, le grandi scimmie producono soltanto delle risposte meccaniche agli stimoli
esterni.

Nim Chimpsky ➔ secondo Terrace l’essenza del linguaggio umano risiede nella capacità di creare frasi.
Poiché una successione di parole non è di per sé una frase, la capacità di comporre successioni
numericamente complesse di parole non è un’indicazione certa della capacità di comporre frasi.

➔ Per sostenere che sono capaci di costruire frasi, gli scimpanzé devono dimostrare di essere in grado di
applicare correttamente un certo numero di regole grammaticali.
➔ Le sequenze utilizzate da Nim venivano costantemente confrontante con le intenzioni e le azioni di Nim.

➔ La revisione dei lmati portò Terrace a riconoscere che le sequenze prodotte da Nim non potevano
essere paragonate alle frasi prodotte dagli umani. Due aspetti della produzione di Nim:

1. La mancanza di incremento della complessità strutture delle frasi prodotte dalla scimmia. Il numero delle
espressioni utilizzate era interpretabile in termini di una ridondanza espressiva

2. La questione della spontaneità e della libertà dell’uso creativo del linguaggio umano. Le risposte della
scimmia erano strettamente dipendenti dalle sequenze di segni utilizzate dallo sperimentatore nella
formulazione delle domande, erano ripetizioni meccaniche degli stessi segni utilizzati nelle domande.

➔ La conclusione a cui pervenne Terrace alla ne del progetto Nim fu che gli scimpanzé non erano in grado
di produrre frasi in senso proprio.

4. Mettere da parte la grammatica:

Alcuni studiosi hanno proposto un criterio alternativo per valutare la competenza linguistica delle scimmie.
La tesi di questi autori è che la strada da percorrere sia quella che annovera tra le proprietà essenziali del
linguaggio caratteristiche diverse dalla sintassi e porta a valutare la competenza linguistica delle grandi
scimmie a partire da queste diverse caratteristiche.

➔ Savage-Rumbaugh entrò a far parte del LANA Project allo scopo di studiare le capacità linguistiche
degli scimpanzé.

➔ Quando la ricercatrice chiedeva qualcosa a Lana, utilizzando le stesse parole che la scimmia usava per
chiedere qualcosa, questa non era in grado di rispondere in modo appropriato.

➔ La tesi di Savage-Rumbaugh era che Lana, così come Washoe e le altre scimmie, fosse competente sul
piano della produzione, quindi era in grado di usare parole per richiedere cose, ma non lo era sul piano della
ricezione, non era perciò in grado di comprendere ciò che le veniva detto.
➔ La ricercatrice cambiò paradigma teorico. L’idea alla base della sua proposta era che fosse necessario
spostare l’attenzione dalle frasi alle parole. L’essenza del linguaggio, più che nella sintassi, quindi il
ff
fi
fi
fi
fi
ffi
fi
ff
fi
modo in cui i simboli si relazionano tra loro, veniva a dipendere dalle proprietà simboliche delle parole,
quindi come i simboli si riferiscono alle entità che designano.

4.1 Protosimboli o simboli in senso proprio?:

Il riferimento alla realtà esterna è un elemento cruciale della natura simbolica del linguaggio umano.

➔ Richiami d’allarme dei cercopitechi verdi: i cercopitechi verdi usano richiami d’allarme acusticamente
di erenti per segnalare la presenza di di erenti tipi di predatori. Ogni richiamo è associato a una speci ca
risposta comportamentale. Anche altre specie di scimmie sono in grado di produrre vocalizzazioni
acusticamente distinte in risposta ai diversi eventi esterni.

➔ Gouzoules e colleghi sottoposero le scimmie reso a un esperimento di ascolto dei richiami in assenza
della scena visiva corrispondente. I risultati di questi esperimenti hanno confermato che le scimmie
producono comportamenti di risposta anche quando non sono sicamente presenti l’individuo che emette il
grido e il suo aggressore. Le grida delle scimmie reso possono essere interpretate come rappresentazioni
che si riferiscono agli oggetti e agli eventi esterni.

➔ Deacon: A rendere simboliche le espressioni umane sono due fattori: uno interno ed uno esterno alla
mente:

1) la capacità di riferirsi alle altre cose è un processo di interpretazione, non è automatico, di cui una
parte fondamentale avviene nella mente (una parola può essere un semplice rumore, se non c’è
qualcuno che la interpreta e le dà signi cato)

2) Il carattere sistemico dei simboli: alla base dello statuto simbolico dei simboli è il fatto che, per riferirsi
al mondo, le parole devono poter riferirsi tra di loro

Se non ci sono queste due caratteristiche non si può comprendere es. la parola rosso, perchè non si hanno
dei termini di paragone nel sistema.

➔ Poiché il sistema simbolico per eccellenza è la lingua parlata in una determinata comunità, la conclusione
è che solo gli esseri umani sono capaci di utilizzare i simboli in senso proprio. Le scimmie non sono in
grado di farlo non solo perchè non dispongono delle strutture cognitive adeguate, ma soprattutto perchè
nelle comunità in cui vivono non esiste un sistema simbolico che esse possono utilizzare dopo averlo
appreso.

Sherman & Austin ➔ sono due scimpanzé studiati da Savage-Rumbaugh.

1. Uno di loro guardava cosa faceva lo sperimentatore

2. Scriveva dove lo sperimentatore aveva messo qualcosa

3. L’altro, leggendo sulla keyboard, andava nel posto in cui erano state nascoste le cose

Gli sperimentatori iniziano a nascondere la keyboard, e lasciano dei frammenti di carta, che sono le
confezioni del cibo, nascondendo il cibo. Sherman prende il pezzetto di carta da terra e lo mostra ad Austin
per fargli capire che deve cercare quella cosa. Quest’esperimento serve per capire se i due scimpanzé sono
in grado di inventare dei simboli, e la risposta è a ermativa.

Non è vero che gli animali non umani non sono in grado di usare i simboli in quanto simboli.

- gli scimpanzé interpretano il contenuto comunicativo indipendentemente dal codice utilizzato per
esprimerlo

- poiché la capacità di distinguere tra codice espressivo e contenuto veicolato dal codice espressivo è la
condizione essenziale dell’uso di simboli in quanto simboli, la conclusione da trarre da questi studi è che
gli scimpanzé sono in grado di utilizzare i simboli in senso proprio

Sherman e Austin riconoscono la distinzione tra la comunicazione nalizzata al raggiungimento dei propri
ni e la comunicazione che sfrutta le proprietà delle unità del sistema.

Kanzi ➔ bonobo studiato da Savage-Rumbaugh.

Durante la fase di apprendimento di Matata, Kanzi viveva in perfetta simbiosi con la mamma. Le
conoscenze circa l’uso dei lessigrammi che Kanzi aveva acquisito senza alcun training speci co era il
prodotto di una lunga incubazione maturata durante la partecipazione ai turni di apprendimento di Matata.

➔ Questo porta ad un cambio di prospettiva negli studi sulla comunicazione animale. Il primato solitamente
accordato alla produzione, deve lasciare il passo allo studio dei processi di comprensione.

➔ Per capire se Kanzi fosse in grado di usare espressioni sintatticamente strutturate vennero fatti degli
esperimenti. Kanzi a volte metteva prima il verbo, altre volte prima il complemento oggetto. Passato il primo
mese, iniziò a seguire un ordine preciso in cui l’azione precedeva sempre l’oggetto, dando prova di
comporre la sequenza di parole applicando una regola. Il tratto più rilevante delle capacità sintattiche di
Kanzi era da ricercare nella capacità della scimmia di inventare regole nuove.
➔ Per veri care se Kanzi fosse in grado di comprendere la comunicazione verbale, la ricercatrice iniziò una
nuova serie di esperimenti. Con una maschera addosso per evitare che la scimmia potesse cogliere le
espressioni facciali di Savage-Rumbaugh, questa iniziò a dare delle indicazioni abbastanza insolite al
bonobo, come per esempio di mettere il sapone all’interno della Coca-Cola. Kanzi eseguì i comandi della
ricercatrice dimostrando che capisse ciò che gli veniva detto.

➔ Questo porta a pensare che quindi riesca a comprendere la struttura della frase che gli è stata rivolta.

fi
ff
fi
fi
ff
ff
fi
fi
fi
fi
5. Tomasello e il neoculturalismo:

Tomasello riconosce che le scimmie posseggono un sistema cognitivo in grado di mentalizzare il


comportamento altrui, un lettore della mente che le rende in grado di comprendere gli altri come agenti
intenzionali e razionali.

➔ Per Tomasello, tuttavia, il linguaggio umano ha caratteristiche speci che che lo rendono un sistema di
comunicazione totalmente diverso da quello utilizzato dalle grandi scimmie. Due fattori importanti
nell’evoluzione della mente umana:

- competizione
- cooperazione
➔ L’evoluzione delle capacità cognitive dei primati, e anche degli esseri umani ovviamente, deve essere
interpretata in un’ottica di competizione sociale. Diversamente dagli altri primati, tuttavia, gli umani hanno
tratto vantaggio dalle spinte selettive che esaltano gli aspetti della cooperazione sociale. Senza una
risposta adattativa adeguata a tali spinte non sarebbero emerse capacità tecnologiche e culturali, e anche il
linguaggio non sarebbe mai emerso. È necessario distinguere:

- cooperazione umana

- altre forme di cooperazione

➔ L’idea di Tomasello è che gli umani mettano in atto attività cooperative condivise, ovvero guidate da un
ne comune. Le grandi scimmie collaborano all’attività di gruppo soltanto in I-mode e mai in We-mode,
ovvero senza rispettare il ne congiunto.

➔ Un altro aspetto importante della comunicazione umana è il fatto che i comportamenti collaborativi tipici
della nostra specie sono retti da principi altruistici. Tomasello considera l’altruismo un fatto tipico della
biologia umana.

• Davvero la cooperazione condivisa è un carattere speci co della natura umana?


➔ Secondo de Waal le grandi scimmie sono capaci di forme cooperative che ammettono reciprocità dei
ruoli e ne congiunto.

➔ Cavalli-Sforza sostiene che i tratti dominanti dell’Homo sapiens siano la competizione e la


sopra azione. Gli esseri umani sono i rappresentanti di una specie prepotente.

➔ Nella nostra mente convivono sistemi di elaborazione che ci rendono pronti a collaborare con gli altri e
sistemi che ci spingono costantemente a sospettare degli altri e a competere con loro.

• Davvero l’altruismo informativo è speci co degli esseri umani?


➔ I risultati ottenuti con Sherman e Austin permettono di rispondere negativamente alla domanda. Questi
animali sono in grado di mettere in atto uno scambio informativo cooperativo per un ne congiunto.

➔ Lynn e colleghi sono riusciti a provare che le grandi scimmie, oltre a essere in grado di comprendere
informazione dichiarativa, sono anche in grado di produrre informazione di questo tipo. I loro esperimenti
hanno mostrato che in un contesto appropriato e con il giusto tipo di insegnamento le grandi scimmie
utilizzate nella ricerca condividevano con gli umani le capacità di utilizzare frasi dichiarative.

- la capacità di produrre-comprendere asserzioni è una questione di grado e non di qualità,

- le prestazioni delle grandi scimmie nei compiti di comunicazione dipendono, oltre che dai sistemi
cognitivi di cui dispongono questi animali, anche dal particolare ambiente culturale in cui queste scimmie
sono state allevate.

5.2 Scimmie culturalizzate:

La tesi di Tomasello è che Savage-Rumbaugh sottovaluti il ruolo del fattore decisivo dello sviluppo della
competenza linguistica della scimmia: lo speci co ambiente culturale, a contatto con gli umani, in cui
Kanzi è stato allevato. Senza aver assimilato la cultura e il sistema di comunicazione arti ciale progettato
dagli umani, Kanzi non sarebbe mai stato in grado di mettere in atto le strategie comunicative di cui è
capace.

➔ Se questa tesi fosse vera, allora qualsiasi animale dotato di un lettore della mente dovrebbe essere in
grado, vivendo nelle opportune situazioni culturali, di mettere in atto le stesse capacità linguistiche degli
scimpanzé. Un fatto del genere è palesemente falso. Le speci che capacità bio-cognitive di cui dispongono
le grandi scimmie sono importanti tanto quanto gli ambienti culturali in cui vivono tali animali.
➔ Le di erenze tra le capacità che caratterizzano gli umani e quelle che caratterizzano le altre specie
animali devono essere considerate in termini di grado e non di qualità, per questo motivo i tratti di
peculiarità e di unicità che caratterizzano le nostre capacità verbali devono essere interpretati alla luce di un
quadro continuista, in modo tale da mantenere fede alla proposta di maggior rilievo del modello
darwiniano: considerare gli umani animali tra gli altri animali.
fi
ff
fi
ff
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi

Potrebbero piacerti anche