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CECILIA LUZZI
da decenni tanto che Francesco Berni nel suo Dialogo contra i poeti del
1526 aveva proposto in modo provocatorio «una inquisizione particolare
sopra li poeti, come si fa delli eretici o de’ marrani in Spagna».3 Il Berni,
dal 1523 al servizio di Giovan Matteo Giberti, potente datario e vescovo
di Verona, prima presso la corte romana di papa Clemente VII, poi,
dopo il tragico Sacco di Roma del 1527, presso la diocesi veronese,
preconizzava nel Dialogo quell’ostilità nei confronti della poesia volgare
e in particolare verso la lirica d’argomento amoroso, che sarà più
avanti bersaglio di interventi in forme diverse da parte delle istituzioni
ecclesiastiche. Qui, come poi nel rifacimento dell’Orlando innamorato del
Boiardo che il Berni pubblicò nel 1542, trapela l’impronta del Giberti,
il vescovo ‘riformatore’, modello della Controriforma, impegnato nella
sua diocesi in un progetto di moralizzazione e disciplinamento del clero
e nella catechesi dei laici.4
La condanna del Petrarca non si tradusse mai in una azione netta o
nel clamoroso inserimento del Canzoniere nei tre indici dei libri proibiti
promulgati a Roma: il primo, l’Indice romano dei libri proibiti del 1558
(stilato dalla Congregazione romana del Sant’Uffizio, sotto Paolo IV), il
secondo, l’Indice tridentino del 1564 (elaborato da una commissione di
vescovi nominata su ordine di Pio IV dal Concilio di Trento che inserì
un distinguo tra libri di autori eretici e libri proibiti) e infine l’Indice
clementino del 1596, pubblicato sotto Clemente VIII dalla Congregazione
dell’Indice. Piuttosto la censura si rivolse ad un ‘certo’ Petrarca, quello dei
quattro sonetti antiavignonesi, nei quali gli strali del poeta si dirigevano
contro la curia papale paragonata ad una nuova Babilonia, anche se negli
anni del papato di Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, ripetute
testimonianze riservavano al Petrarca giudizi assai aspri: «dux et magister
spurcarum libidinum», «Petrarcham ipsum vanitatis magistrum et alios
3
A. Prosperi, Censurare le favole, in Id., L’Inquisizione romana: letture e ricerche, Roma,
Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 345-384: 362. Il Dialogo contra i poeti di Fran-
cesco Berni fu stampato per la prima volta a Roma presso Francesco Minitio Calvo nel
1526; edizioni moderne si trovano in Poesie e prose, a cura di E. Chiorboli, Genève-
Firenze, L.S. Olschki, 1934, pp. 265-289 e in A. Reynolds, Renaissance Humanism at the
Court of Clement VII. Francesco Berni’s “Dialogue against Poets” in Contest, New York,
Garland Publisher, 1997 (Garland Studies in the Renaissance, 7).
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D. Romei, Introduzione, in F. Berni, Rime, a cura di D. Romei, Milano, Mursia, 1985,
pp. 5-18.
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I TRAVESTIMENTI SPIRITUALI DEL PETRARCA E IL MADRIGALE
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CECILIA LUZZI
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I TRAVESTIMENTI SPIRITUALI DEL PETRARCA E IL MADRIGALE
Stando alla lettera del Vescovo d’Anglona, la presenza di testi del Petrarca
nei libri di musica era di ostacolo, a Roma, per la concessione del privilegio
di stampa. Mancano studi sugli effetti della censura in ambito musicale
e non sono a conoscenza di altri documenti analoghi a questo. Tuttavia,
un altro esempio di questa ostilità degli ambienti ecclesiastici verso la
poesia del Petrarca e la musica che la intonava, si potrebbe leggere fra
le righe delle scelte poetiche di Paolo Aretino, compositore e canonico
della cattedrale di Arezzo. Nel Libro primo delli madrigali cromati del
1549, infatti, l’Aretino compose otto madrigali su testi del Petrarca –
quattro stanze di canzone, tre stanze di sestina, una ballata – ma evitò
sempre di intonare la prima stanza di componimenti ciclici quali canzoni
e sestine, addirittura eliminando i versi iniziali, la ripresa, nel caso della
ballata, quasi a volerne celare la paternità petrarchesca probabilmente
per aggirare il controllo; addirittura nel secondo libro, Li madrigali a
V.VI.VII.VIII del 1558, in anni in cui la poesia del Petrarca dominava il
mercato della musica profana, l’Aretino non intonò più componimenti
petrarcheschi, ad eccezione di S’io esca vivo de’ dubiosi scogli, sesta
stanza e congedo della sestina Chi è fermato di menar sua vita, che era già
comparso nel libro precedente.10
Tuttavia, negli stessi anni in cui l’atteggiamento censorio della Chiesa
verso la poesia profana e dunque anche verso la musica si acuisce,
letteralmente ‘esplode’ la moda del Petrarca in musica: osservando i dati
10
I madrigali su testi del Petrarca intonati da Paolo Aretino nel Libro primo delli madrigali
cromati, Venezia, Girolamo Scotto, 1549, sono: Non credo che pascesse mai per selva (n.
2, quarta stanza della sestina A qualunque animale alberga in terra, RVF 22, vv. 19-24), S’io
esca vivo de dubiosi scogli (n. 3, sesta stanza e congedo della sestina Chi è fermato di menar
sua vita, RVF 80, vv. 31-39), S’egli è pur mio destino (n. 4, seconda stanza della canzone
Chiare, fresche e dolci acque, RVF 126, vv. 14-26), S’i’l dissi mai, di quel che men vorrei (n. 5,
terza stanza della canzone S’i’l dissi mai, ch’io vegna in odio a quella, RVF 206, vv. 19-27),
Come a corrier tra via se il cibo manca (n. 6, seconda stanza della canzone Solea da la fon-
tana di mia vita, RVF 331, vv. 13-24), Che fanno meco ormai questi sospiri (n. 7, mutazioni
e volta della ballata Di tempo in tempo mi si fà men dura, RVF 149, vv. 5-16), Consumando
mi vo di piaggia in piaggia (n. 10, quarta stanza della sestina Non ha tanti animali il mar
fra l’onde, RVF 237, vv. 19-24) e Quando vede il pastor calar i raggi (n. 24, terza stanza della
canzone Ne la stagion che ’l ciel rapido inchina, RVF 50, vv. 29-42). Cfr. C. Luzzi, Poesia e
musica ad Arezzo nell’età di Cosimo I de’ Medici. Le scelte poetiche nei madrigali di Paolo
Del Bivi alias Paolo Aretino, in Paolo Antonio del Bivi, alias Paolo Aretino, e il suo tempo
(Arezzo, 1508-1584). Un musicista aretino contemporaneo di Giorgio Vasari, a cura di L.
Tagliaferri, Terranuova Bracciolini, Settore8 Editoria, 2011, pp. 136-155.
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mi degli atti del Convegno Internazionale Petrarca, Petrarchismi. Modelli di poesia per
l’Europa tenutosi a Bologna nel 2004, Il Petrarchismo. Un modello di poesia per l’Europa,
vol. 1 a cura di L. Chines, vol. 2 a cura di F. Calitti e R. Gigliucci, Roma, Bulzoni, 2006.
Sul ruolo del Bembo per le origini del madrigale cfr. D.T. Mace, Pietro Bembo and the
Literary Origins of the Italian Madrigal, «Musical Quarterly», LV, 1969, pp. 65-86 (trad.
it., Pietro Bembo e le origini letterarie del madrigale, in Il madrigale tra Cinque e Seicento,
a cura di P. Fabbri, Bologna, Il Mulino 1988, pp. 71-91). Un contributo aggiornato su
petrarchismo e origini del madrigale è I. Fenlon, Petrarch, Petrarchism and the Origins of
the Italian Madrigal, in Il Petrarchismo. Un modello di poesia per l’Europa, I, pp. 129-144
in cui si rivedono le ipotesi di Dean T. Mace sulla dottrina del Bembo come una delle
principali sollecitazioni per la nascita del madrigale. A Petrarca e petrarchismo a Venezia
è dedicata la corposa monografia di M. Feldman, City culture and the madrigal at Venice,
Berkeley-Los Angeles, University of California Press, 1995.
14
R. Po-chia Hsia, La Controriforma. Il mondo del rinnovamento cattolico (1540-1770),
Bologna, Il Mulino, 2009; nell’Introduzione (pp. 9-19) l’autore offre un quadro degli
studi sul versante cattolico soffermandosi anche sulla questione terminologica, le diverse
accezioni con cui è stato definito il movimento cattolico di reazione alla Riforma prote-
stante – ‘Controriforma’, ‘Riforma cattolica’ o ‘Restaurazione cattolica’ – preferendo la
tradizionale espressione ‘Controriforma’, sfrondandola tuttavia dalle connotazioni passi-
ve e reazionarie.
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G. Malipiero, Il Petrarca spirituale, Venezia, F. Marcolini, 1536; le altre edizioni cono-
sciute sono sempre stampate a Venezia, da Francesco Marcolini (1538 e 1545), Domeni-
co Farri (1575), Domenico Cavalcalupo (1581) e presso gli Eredi di Alessandro Griffio
(1587). Della princeps è disponibile un’edizione moderna nella Biblioteca Italiana nel sito
di Internet culturale che ho consultato (http://www.internetculturale.it/opencms/open-
cms/it/collezioni/collezione_0061.html).
23
Sugli autori di canzonieri spirituali elencati nella bibliografia della poesia religiosa
(1471-1600) allestita da Quondam, si leggano le rilevazioni nel suo Note sulla tradizione
della poesia spirituale, pp. 171-180; sulle spiritualizzazioni di opere letterarie cfr. Fragnito,
Proibito capire. La Chiesa e il volgare nella prima età moderna, pp. 153-155.
24
Sulla tradizione dei cantasi come cfr. F. Luisi, L’espressione musicale della devozione
popolare, in Enciclopedia della musica, diretta da Jean-Jacques Nattiez, IV, Storia della
musica europea, Torino, Einaudi, 2004, pp. 152-176: 156-164 per un quadro generale e la
bibliografia di riferimento, all’interno della quale sono da citare gli studi sulla tradizione
laudistica di Giulio Cattin oggi raccolti in Studi sulla lauda offerti all’autore da F. A. Gallo
e F. Luisi, a c. di P. Dalla Vecchia, Roma, Torre d’Orfeo, 2003 e F. Luisi, Laudario giusti-
nianeo. Musiche a modo proprio, ricostruzioni e «cantasi come» nella tradizione musicale
dei secoli XV-XVI-XVII per le fonti della laude attribuite a Leonardo Giustinian, Venezia,
Fondazione Levi, 1983; inoltre cfr. il recente B. Wilson, Singing poetry in Renaissance
Florence. The cantasi come tradition (1375–1550), Firenze, Olschki – Western Australia,
Fontecolombo Institute, 2009.
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suo successo editoriale: una loro lettura tuttavia offre un contributo alle
vicende della musica spirituale nel corso del Cinquecento. Fra i 317
sonetti petrarcheschi spiritualizzati, soltanto il sonetto proemiale, Voi
ch’ascoltate in rime sparse il suono / de’ miei novi sospir, ch’escon dal core,
viene messo in musica, limitatamente alle prime due quartine, mentre fra
le 48 canzoni cinque sono quelle intonate da sei compositori per un totale
di 56 brani, di cui nove madrigali (sei in più parti), una canzone spirituale,
una canzonetta spirituale e tre laude. (si veda la Tabella 2: Intonazioni di
testi del Petrarca spirituale).
Nella tabella qui sopra riportata, colpisce che il componimento del
Petrarca spirituale più musicato sia l’unico, fra i 366 complessivi, composto
ex novo, senza partire da un precedente exemplum petrarchesco. Posto
dopo la canzone finale Vergine bella, che di sol vestita, preceduto dalla
didascalia «Epilogo alle laudi della beata Vergine», S’io di te penso e del
tuo amor, Maria appartiene ad un genere, la stanza in ottava rima, non
presente nel Canzoniere petrarchesco costituito, com’è noto, di sonetti,
canzoni (tra cui le sestine), ballate e madrigali; il lessico e lo stile poi,
appaiono estranei alla tradizione petrarchista:
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zione laudistica in ambiente romano, in Id. – Zardin – Mischiati, La lauda spirituale tra
Cinque e Seicento, pp. 3-200, oltre agli studi sempre di Rostirolla citati in nota 15 e lo
studio di Filippi, «Selva Armonica». Sulla promozione del madrigale spirituale negli am-
bienti dei Gesuiti cfr. K.S. Powers, The Spiritual Madrigal in Counter-Reformation Italy.
Definition, use and style, Ann Arbor, UMI, 1997, pp. 100-125.
32
Ivi, p. 106 n.172.
33
G. Rostirolla, La musica a Roma al tempo del cardinal Baronio. L’oratorio e la produzione
laudistica in ambiente romano, in Id. – Zardin – Mischiati, La lauda spirituale tra Cinque
e Seicento, pp. 3-200: 63.
34
E. Crema, Aspetti di petrarchismo sacro: il Tempio armonico di Giovenale Ancina, «Am-
bra. Percorsi di italianistica», V, 2005, pp. 20-39 e M.L. Doglio, Il “Tempio armonico” di
Giovenale Ancina: dal Petrarca “travestito” alla lauda spirituale alla “canzonetta ariosa”, in
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Literatur ohne Grenzen. Festschrift für Erika Kanduth, Herausgegeben S. Löwe, Frank-
furt am Main, Lang, 1993, pp. 99-112. Cfr. inoltre A. Morelli, Il tempio armonico: musica
nell’oratorio dei Filippini in Roma, Laaber, Laaber Verlag, 1991 (Analecta Musicologica,
27) e Il tempio armonico. Giovanni Giovenale Ancina e le musiche devozionali nel contesto
internazionale del suo tempo, Convegno internazionale di studi, organizzato dall'Istituto
per i beni musicali in Piemonte, Saluzzo, Scuola di alto perfezionamento musicale, 8-10
ottobre 2004, a cura di C. Bianco, Lucca, LIM, 2006 (Le chevalier errant, 5).
35
Cecchi, La fortuna musicale della “Canzone alla Vergine”, pp. 266-267.
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S’i’ ’l dissi mai, ch’i’ vegna in Vergine sacra, che sola sei Vergine sacra, che sola sei
odio a quella quella quella
del cui amor vivo, e senza ’l del cui amor vivo, e senza ’l del cui amor vivo, e senza ’l
qual morrei; qual morrei, qual morrei,
s’i’ ’l dissi, che miei dí sian bench’in me sian peccati bench’in me sian peccati
pochi e rei, molti e rei, molti e rei,
e di vil signoria l’anima e di vil signoria l’anima e di vil servitù
ancella; ancella, l’anim’ancella,
s’i’ ’l dissi, contra me pur mi riduco a te, che sei pur mi riduc’a te, che sei
s’arme ogni stella, mia stella. mia stella.
e dal mio lato sia Però fa’ ch’in me sia Però fa’ ch’in me sia
Paura e Gelosia, di bene gelosia, di bene gelosia,
e la nemica mia acciò che l’alma mia acciò che l’alma mia
piú feroce ver’ me sempre e sia fatta per tua grazia sia fatta per tua grazia
piú bella. ognior più bella. ogn’or più bella.
36
Sulla biografia del compositore cfr. la voce di S. La Via, Alessandro Romano, in The
New Grove Dictionary of Music and Musicians, edited by S. Sadie and J. Tyrrell, London,
MacMillan, 2001. Alle Vergini di Alessandro Romano (qui ancora identificato con Ales-
sandro Merlo), è dedicato un capitolo in Powers, The Spiritual Madrigal, pp. 126-134.
37
G. La Martoretta, Il terzo libro di madrigali a quattro voci, Venezia, Antonio Gardano,
1554 (NV 1741); l’esemplare consultato si trova presso la Bayerische Staatsbibliothek
München.
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Sulla tradizione delle intonazioni sulla Canzone petrarchesca alla Vergine, comprese
le spiritualizzazioni del Malipiero, cfr. Cecchi, La fortuna musicale della “Canzone alla
Vergine”, pp. 268-277.
42
Sul ruolo di Verona, di personaggi e istituzioni veronesi nella storia del madrigale spiri-
tuale cfr. Powers, The Spiritual Madrigal, pp. 14-21; su Giovanni Del Bene e la raccolta da
lui curata cfr. Musica Spirituale, Libro primo (Venice, 1563), edited by K. Powers, Midd-
leton, Wisconsin, A-R Editions, 2001 (Recent researches in the music of the Renaissance,
127), ma anche cfr. Cecchi, La fortuna musicale della “Canzone alla Vergine”, pp. 270,
275-277.
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Zardin, L’arte dell’apprendere “soave”, p. 738.
46
Ivi, p. 698.
47
Quondam, Riscrittura, citazione e parodia, pp. 205-206 e G. Forni, Vittoria Colonna, la
“Canzone alla Vergine” e la poesia spirituale, in Rime sacre dal Petrarca al Tasso, a cura di
M.L. Doglio e C. Delcorno, Bologna, Il Mulino, 2005, pp. 63-94: p. 67.
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C. Mouchel, Rome franciscaine. Essai sur l’histoire de l’éloquence dans l’Ordre des frères
mineurs au XVIe siècle, Paris, H. Champion, 2001, pp. 329-337.
49
Filippi, «Selva Armonica», p. 215-224, in particolare p. 223.
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Tabella 2. Intonazioni musicali del Petrarca spirituale di Girolamo Malipiero
Malipiero Petrarca
Incipit Fonti musicali
Sonetti, 1 RVF 1Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono (quartine di Mateo Flecha, Primo libro de madrigali a 4 e 5 v.,
sonetto) Venezia, A. Gardano, 1568 (NV 993)
Canzoni, 3 RVF 22 Quando discese a illuminar la terra (sestina) Giulio Zenaro, Madrigali spirituali a 3 v., Venezia, G.
Inanzi ch’apparisse la bell’alba (2 p.) Vincenti, 1590 (NV 3022)
Oh beato quel sacro e chiaro giorno (3 p.)
De’ nostri ciechi error l’oscura selva (4 p.)
Più grazie che nel ciel lucenti stelle (5 p.)
Gli antichi padri anzi ’l levar del sole (6 p.)
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Canzoni, 34 RVF 206 Vergine sacra, che sola sei quella (canzone: vv. 1-9) Gian Domenico La Martoretta, Il terzo libro di
madrigali a 4 v., Venezia, A. Gardano, 1554 (NV 1741)
Vergine sacra, che sola sei quella (canzone)
Spesso fortuna in me le sue quadrella (2 p.) Giovanni Matteo Asola, Le vergine a 3 v. Libro primo,
Hor questo don da te, madre, vorrei (3 p.) Venezia, A. Gardano, 1571 (NV 0179)
Se cosa dunque grata mai ti fei (4 p.)
Ben prego, che ’l favor tuo, che m’apria (5 p.)
Questo però mai far io non poria (6 p.)
Va’ spirt’a quella diva alma Maria (7 p.)
Canzoni, 48 RVF 366 Vergine bella, che di sol vestita (canzone) Alessandro Romano, Le vergine... a 4 v., Venezia, G.
Vergine saggia e del bel numero una (2 p.) Scotto, 1554 (NV 1818)
Vergine pura d’ogni parte intera (3 p.)
Vergine santa d’ogni grazia piena (4 p.)
Vergine sola al mondo senza essempio (5 p.)
Vergine chiara e stabile in eterno (6 p.)
[Vergine, quante lagrime ò già sparte: Petrarca] (7
p.)
Vergine, ben sai tu quant’aspra doglia (8 p.)
Vergine, in cui ho tutta mia speranza (9 p.)
Vergine umana e nemica d’orgoglio (10 p.)
Il dì s’appressa e non puote esser lunge (11 p.)
Vergine bella, che di sol vestita Giovanni Matteo Asola, Le vergine a 3 v. Libro primo,
Vergine saggia e del bel numer una (2 p.) Venezia, A. Gardano, 1571 (NV 0179)
Vergine pura d’ogni part’intera (3 p.)
Vergine santa d’ogni gratia piena (4 p.)
Vergine sola al mondo senza essempio (5 p.)
Vergine chiara e stabile in eterno (6 p.)
Vergine, inanzi a cui mai non son sparte (7 p.)
Vergine, ben sai tu quant’aspra doglia (8 p.)
Vergine, in cui ho tutta mia speranza (9 p.)
Vergine umana e nemica d'orgoglio (10 p.)
Il dì s’appressa e non pote esser lunge (11 p.)
Epilogo / S’io di te penso e del tuo amor, Maria Jakobus Peetrinus, Primo libro del Jubilo di S.
(ottava Bernardo con alcune canzonette spirituali a 3-4 v.,
rima) Roma, S. Verovio, 1588 (NV 2171)
Giovan Battista Villanova, in Nuove laudi ariose della
Beatissima Vergine scelte da diversi autori a 4 v, Roma,
N. Mutii,1600 (A1600-04)
Giovanni de Macque, in Nuove laudi ariose, rist. in
Terzo libro di madrigali a 4 v, Napoli, G.B. Gargano -
L. Nucci, 1610 (NV 1535)
Giovanni Antonio Cirullo, Quinto libro di madrigali a
5 v. dove si contengono consetti spirituali, Venezia, A.