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Hegel

Concezione dello stato


Si definisce stato etico quella forma istituzionale che viene per esempio teorizzata da filosofi della
levatura di Hobbes, di Hegel, in cui l’istituzione statale rappresenta il fine ultimo a cui devono
tendere tutte le azioni, morali e non, degli individui, nonché la realizzazione concreta del bene
universale. Secondo il filosofo idealista Hegel, lo stato è una sorta di sostanza etica consapevole di
sé: infatti, rappresenta la forma più elevata di eticità, essendo una sorta di sintesi tra il diritto
astratto e la moralità. Siamo lontani dalla concezione giusnaturalista e contrattualista della filosofia
politica moderna del Seicento e del Settecento. La dottrina hegeliana, infatti, afferma che lo stato è
una forma di fonte di libertà e di norma etico-morale per ogni singolo individuo. La condotta dello
stato, quindi, non può e non deve essere oggetto di critiche, di valutazioni da parte dell’individuo.
Lo stato si propone un fine supremo, ed è arbitro assoluto del bene e del male. Non bisogna
incorrere nell’errore di identificare lo stato etico hegeliano con lo stato totalitario del ventesimo
secolo. Per Hegel lo Stato è ancora una totalità organica vivente: la separazione dei poteri, in base a
quello che dice Hegel, non può mai essere perfetta. A volte, finisce con il compromettere la
governabilità e l’unità dello stato; a differenza di Montesquie, che riteneva fosse fondata su un
sistema di pesi e contrappesi, e riteneva che fosse una garanzia contro la tirannide. Secondo Hegel, i
poteri vengono separati e resi autonomi in base ad un fondamento più forte, che è prima ontologico,
e quindi legato all’essere, che è morale. Lo stato come qualsiasi cosa vivente, totale o particolare,
vive solo se segue i tre momenti della dialettica hegeliana:
• la contrapposizione dei tre poteri;

• la sintesi;

• la contrapposizione interna.

Lo stato quindi può ergersi e durare nell’interpretazione di ciascuno l’intera vita umana, ma è solo
un momento temporaneo, di passaggio.
Lo stato etico è l’ultimo momento dello spirito oggettivo, ed è poi superato da tre momenti dello
spirito assoluto, che sono sintesi di spirito soggettivo e di spirito oggettivo:
• l’arte;

• la religione;

• la filosofia, che rappresentano il punto massimo della conoscenza, nel quale lo spirito
conosce se stesso.
Hegel afferma che la libertà è e resta in ogni tempo quella condizione unica della filosofia, come lo
dimostra la storia dell’antica grecia. Nello stato greco si realizza una fusione senza residui degli
individui dello stato, nella quale i fini particolari trovano finalmente ed esaustivamente la loro piena
realizzazione. L’unico motore che realizza lo stato etico è la piena conoscenza dello spirito e della
verità, inteso come spirito assoluto. Quindi, nello stato il singolo individuo trova la propria
oggettività nella verità e nell’eticità. Hegel quindi contrappone la libertà del singolo non tanto
all’istituzione familiare tradizionale, quanto al singolo che sceglie una vita etica, coerente col suo
dovere morale, ad una famiglia etica.
La situazione di contrasto tra singole famiglie è riproposta nello stato etico, che può chiedere al
singolo anche la rinuncia della vita familiare, e ad avere una propria vita privata, se non la rinuncia
della vita stessa. La critica più celebre che verrà mossa ad Hegel sarà quella di Karl Popper. Lo
stato etico è considerato l’emblema della società chiusa, contrapposta allo stato di diritto, proprio
invece della società aperta.

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