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Il tatto
Sistema fondamentale per elaborazione del mondo,
riconoscimento degli oggetti e interazioni sociali.
Mediato da meccanocettori, strutture particolari che
rispondono a informazioni meccaniche sulla loro struttura,
in questo caso deformazioni della pelle.
Hanno due principali caratteristiche che permettono di
differenziarli:
a) adattamento lento o rapido, rispondono in
maniera differente se lo stimolo contatta in
maniera istantanea o permane sulla cute,
rilevano le caratteristiche temporali del
contatto.
b) posizione nella cute più o meno profondi,
determina l’ampiezza dei campi recettivi.
In profondità abbiamo:
6/04/18
La propriocezione e la trasmissione
dell’informazione
La propriocezione è in larga parte inconsapevole; la
mancanza della propriocezione ha effetti devastanti sulla
vita quotidiana, equivale a essere paralizzati.
I recettori della propriocezione si chiamano
meccanocettori delle capsule articolari, si agganciano ad
esse e rilevano le variazioni dell’angolo nell’articolazione.
Recettori muscolo-tendinei di Golgi: si agganciano al
tendine e rilevano lo stato di allungamento del muscolo,
lavorano con i fusi neuromuscolari, che si trovano nella
fibra muscolare e rilevano il grado di contrazione del
muscolo.
La trasmissione dell’informazione propriocettiva è comune
a quella tattile.
Sistema nocicettivo
Col termine “dolore” si intende un’esperienza sensoriale ed
emozionale spiacevole. Il dolore non è solo sensazione: lo
stesso stimolo applicato a due persone diverse o a seconda
di situazioni diverse può dare differenti risposte.
Comprende aspetti emotivi ed esperienziali ed è legato alla
personalità stessa dell’individuo.
Danno potenziale: posso anticipare il dolore anche se il
danno ai tessuti non è ancora presente.
Il termine dolore è diverso dalla nocicezione trasduzione
vera e propria dello stimolo che può arrecare danno ai
tessuti; qualsiasi stimolo che può essere dannoso diventa
nocicettivo, invece il dolore è la rappresentazione
cerebrale dello stimolo nocicettivo.
I recettori per i l dolore non lo generano, ma si limitano ad
informare il cervello dello stimolo potenzialmente
dannoso, in quale parte del corpo è localizzato.
La mancanza di nocicezione è rarissima, spesso è data da
malattie genetiche e porta facilmente a morte.
VII. La visione
Il processo della visione parte dall'occhio, che cattura
l'immagine dell'ambiente luce (radiazione
elettromagnetica) che entra nell'occhio e viene
proiettata sul fondo, dove ci sono i recettori visivi della
retina, che attuano il processo di trasduzione.
Nei bastoncelli:
I fotorecettori hanno la particolarità di avere un
potenziale di membrana di -40mV, già depolarizzato in
condizione di buio, in quanto c'è un flusso di corrente
ionica positiva di Na, che entra nel fotorecettore,
chiamata corrente al buio questo ingresso è dovuto
al fatto che c'è un messaggero intracellulare cGMP che
è attaccato ai canali per il sodio e li tiene aperti e in
questo modo la membrana è meno negativa.
Quando si accende la luce il messaggero intracellulare
viene degradato da un enzima, quindi i canali per il Na
si chiudono e non entrano cariche positive, avviene
quindi un'iperpolarizzazione. Quando c'è la luce, il
recettore si iperpolarizza: lo rende più negativo.
Il processo è dovuto al fatto che nei dischi della
membrana ci sono fotopigmenti che assorbono la
luce. Nei bastoncelli questo fotopigmento è la
rodopsina (formata da proteina opsina + derivato della
vitamina A retinale). Quando la rodopsina assorbe la
luce sbianca, diventa giallognola: processo di
sbiancamento.
Condizione di buio → il disco del bastoncello ha canali
al sodio aperto, cellula depolarizzata.
Luce → attiva la rodopsina, che sbianca e l'effetto
attiva i processi a cascata: l'attivazione della proteina
G (transducina) che attiva l'enzima (fosfodiesterasi)
che degrada il GMP ciclico, e c'è quindi una
degradazione della membrana. Entro 1 secondo, un
altro enzima inattiva la rodopsina e il ciclo ricomincia.
Più proteine G attivano diversi enzimi, bastano piccole
quantità di luce per attivare gli enzimi.
Nei coni:
Avviene sostanzialmente la stessa cosa, ma i coni
rispondono in maniera differente alle diverse
lunghezze d'onda:
18/04/18
Deficit dell’udito:
lesioni delle cortecce uditive primarie causano
difficoltà della localizzazione dei suoni, ma non
sordità.
Se si lesionano le fibre che portano afferenze dalla
coclea al cervello possiamo avere una sordità
monolaterale.
Molti farmaci causano una degenerazione di questo
tipo di cellule.