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CODICE DI DIRITTO CANONICO

Libro III
BIBLIOGRAFIA: C. J. ERRÀZURIZ, La dimensione giuridica del munus docendi nella
Chiesa, in Ius Ecclesiae (1989), 177-193.

Giuridicità del munus docendi

 Il diritto è essenzialmente realtà giusta (res iusta), costituente l’oggetto della virtù della
giustizia.
o Diritto è una realtà appartenente ad un soggetto, dovuta in giustizia a questi da un altro
soggetto, socialmente esigibile fino alla coercizione.
 L’ordinamento giuridico non è solo un sistema ordinato di norme, ma è una realtà che ordina
rapporti di giustizia all’interno della Chiesa.
 Le norme giuridiche sono quelle che determinano e regolano i diritti e i conseguenti rapporti di
giustizia.
 Le norme sul munus docendi hanno contenuto teologico e pastorale ma anche una dimensione
intrinsecamente giuridica.
 Secondo una visione del diritto più normativista si segue questo ragionamento:
o Can. 1752: salus animarum suprema lex: interpretazione teleologica del diritto:
 La finalità ultima della normativa canonica coincide con il fine soprannaturale
della Chiesa.
o Conservare e proclamare il messaggio di Cristo è essenziale per conseguire il fine della
salvezza: La parola di Dio ed i sacramenti sono i beni salvifici che Dio in Cristo ha
affidato alla sua Chiesa per realizzare la missione di salvezza. Si è al cuore della Chiesa.
 Il compimento del munus docendi è un obiettivo facente parte del fine cui
si indirizza l’intero ordinamento giuridico.
 Can. 851 obbligo per la Chiesa di annunciare la salvezza.
 Can. 747 § 1: responsabilità della Chiesa nel servizio della dottrina.
 Annunciare la buona novella affinché tutti giungano alla salus aeterna
animarum.
 Questa lettura porta ad una considerazione estrinseca del rapporto fra il
munus docendi e il diritto, in cui il munus tende ad essere considerato come
una realtà extragiuridica o metagiuridica.
 Secondo la visione realista del diritto si può dire:
o Si deve ricercare se in questo ambito si diano realtà giuste, cioè realtà appartenenti ad un
soggetto e a lui dovute da parte di un altro secondo giustizia.
o La realtà giusta in questo campo è la stessa Parola di Dio.
 Giuridicità intrinseca del munus docendi: ciò che è da dare in giustizia è la stessa
parola di Dio.
o La Parola di Dio è della Chiesa, appartiene all’intero popolo di Dio e in qualche misura a
tutta l’umanità (cfr. LG 13).
o Tale bene ha giuridicità intrinseca avendo le caratteristiche del diritto: eguaglianza,
esigibilità, alterità, esteriorità, obbligatorietà (K. MÖRSDORF).
 Alterità: la parola è sempre emessa da una persona e si rivolge ad un’altra.
 Esteriorità: la parola si trasmette secondo segni esterni.
 Esigibilità: Cristo chiede obbedienza alla sua parola perché parola del Figlio di
Dio (Mc 16,16). Questa parola continua a vivere nella Chiesa con la medesima
forza in virtù dei poteri da lui trasmessi agli apostoli.
 I rapporti di giustizia aventi per oggetto la parola di Dio possono legare
solo gli uomini: non pensabili tra Dio e l’uomo. Dio dona la Sua parola
o L’esigibilità è anche il diritto di Dio alla risposta dell’uomo.
o Esigibilità della persona rispetto a se stessa, essendo in gioco la
salvezza.
o Esigibilità rispetto a chi è tenuto a proclamare la Parola.
o Alle caratteristiche elencate da Mörsdorf è bene aggiungere la socialità della parola di
Dio (Mt 28,19), che è profilo importante per coglierne la giuridicità:
 La parola è per tutti e quindi è di tutti.
 Alcuni soggetti hanno un obbligo di giustizia nel soddisfare e dare operatività
all’ius ad Verbum.
 Ogni uomo è titolare del diritto soggettivo di ricevere l’annuncio del Vangelo
(ius ad Verbum) / la Chiesa è titolare del corrispettivo dovere (Mt 28, 18-20):
esigibilità giuridica, non solo morale.
 Il diritto canonico dà norme che regolano tali rapporti giuridici al fine di tutelare la parola
nell’annuncio e custodirla.
 Interpretazione delle norme del libro III:
o Individuazione dei rapporti giuridici, accertando l’esistenza, la portata, le diverse
modalità di esecuzione e adempimento.
o Studio dell’articolazione dei mezzi giuridici esistenti per un’adeguata tutela dei rapporti
di giustizia.
 Gli obblighi di giustizia vanno adempiuti per un motivo di carità: essi sono il minimo
socialmente esigibile: resta poi l’area libera della carità.
o I comportamenti non esigibili in giustizia possono essere oggetto di raccomandazioni da
parte dell’autorità, anche per mezzo di leggi:
 Can. 767: norme sull’omelia nelle Messe.

Schema del munus docendi

1. Soggetti dei rapporti giuridici:


a) Persona umana e Chiesa
b) Fedele e Chiesa
c) Gerarchia e Chiesa
d) Diversi tipi di fedeli.

2. Funzioni del munus docendi:


a) Conservazione e difesa del depositum fidei
b) Approfondimento delle verità rivelate (secondo i diversi stati)
c) Diffusione della parola/ricezione della parola.

3. Beni giuridici tutelati:


a) Fedeltà al deposito rivelato e interpretato autenticamente dal magistero accanto
all’approfondimento della dottrina della fede (autenticità della parola di Dio).
b) Adempimento effettivo dell’evangelizzazione.
c) Rispetto della diversità funzionale dei fedeli che deriva dall’ordine sacro.
d) Legittima libertà ed autonomia dei fedeli nel vincolo di comunione di fede ed obbedienza
alla gerarchia.
Caratteristiche proprie del munus docendi

 Autenticità della parola rivelata:


o È dono gratuito di Dio all’uomo con un contenuto ben determinato.
o Ha un’oggettività per cui la si può cogliere mediante la fede.
o Tale oggettività è un’altra proprietà della Parola imprescindibile perché si possa parlare
di una vera dimensione giuridica.
o DV 10: S.S. e Tradizione: unico deposito. Cfr. 1Tm 6,20.
o Ufficio di interpretazione autentica pertiene al magistero vivo della Chiesa per mandato
di Gesù Cristo: istanza istituzionalizzata di controllo dell’autenticità.
 Magistero non è sopra la Parola di Dio, ma ne è al servizio.
 S.S. e Tradizione e Magistero sono così congiunti e connessi che non possono
sussistere separati.
o Se non ci fosse l’autenticità e l’oggettività non si potrebbero dare rapporti di giustizia e
la Parola di Dio non sarebbe un bene giuridico, ma ci sarebbero solo opinioni, adesioni a
credenze soggettive: non ci sarebbe comunione nella fede.
o L’’oggettività consente che sia giudicato – esternamente – da parte dell’autorità
competente il compimento dei doveri e la soddisfazione dei diritti riguardanti il munus
docendi  profilo essenziale di giuridicità.
o All’autenticità si oppone tutto ciò che la nega (fino all’eresia – can. 751).

 Unità/integrità della Parola:


o Per l’intrinseca unità del depositum fidei, se si nega una parte si ripercuote su tutto il
deposito.
o Il bene della Parola di Dio è presente anche oltre i confini visibili della Chiesa Cattolica.
 UR parla di comunione imperfetta.
 UR 11: gerarchia delle verità perché ci sono diversi nessi con il fondamento, ma
la dottrina resta unica senza una gradazione delle verità e va esposta tutta.
 Cfr. CDF, Dich. Mysterium Ecclesiae 1973: alcuni dogmi si fondano su
altri e ne sono illuminati, ma tutti sono rivelati e perciò vanno ugualmente
creduti con fede divina.
 Can. 755 norma fondamentale sull’ecumenismo che di per sé attiene alla
communicatio in sacris.

 Inseparabilità della parola di Dio dai sacramenti e dalla disciplina:


o Il munus regendi ha dimensione giuridica ed attiene all’insieme della vita ecclesiale.
 Regola anche l’adeguato svolgimento delle funzioni di insegnare e santificare.
o Il munus docendi ha al suo interno una dottrina sulla santificazione:
 La Parola di Dio dice qualcosa sui sacramenti: c’è uno ius divinum rivelato che li
riguarda.
 Nei sacramenti si realizza quanto è stato predicato con la Parola.

 Inseparabilità della parola di Dio dalla vita morale:


o La dottrina della fede comporta un necessario riferimento alla vita.
 Locuzione tradizionale: fides et mores (cann. 749-752; 823)
o GPII, Veritatis Splendor: contro l’opinione che contesti il nesso intrinseco tra fede e
morale: è necessaria una dottrina della Chiesa che si fondi sul depositum fidei, ma che
riguardi anche i costumi.
o Tutela giuridica dell’autenticità del messaggio rivelato può esserci se c’è integrità
morale di fondo di chi insegna (cann. 805 e 810: mores e probitas vitae).
Rapporti della parola rivelata con i diversi contesti di annuncio

 Can. 229: obbligo/diritto di ricevere un insegnamento adeguato alla propria capacità e


condizione.
o Il criterio è l’utilità comune: l’adeguarsi alle capacità e condizioni di ciascuno.
 Can. 761: diversi mezzi di annuncio.
 Can. 769: proposta della dottrina cristiana in modo conforme alla condizione degli uditori e
adattata alle necessità dei tempi.
 Can. 793: dovere/diritto dei genitori cattolici di scegliere i mezzi e le istituzioni attraverso cui
secondo le circostanze del luogo si possa provvedere in modo più adeguato all’educazione
cattolica dei figli.
Rapporto dei diversi soggetti con il munus docendi

 Scelta del CIC 1983 è diversa rispetto al CIC 1917:


o Un intero libro (e non solo una parte – pars IV liber III de rebus – come nel 1917)
o De munere docendi e non più solo De magisterio.
 Sintonia con la dottrina dei tria munera del CVII.
 Ogni fedele per il battesimo partecipa del munus profetico.

 Posizione giuridica di ogni persona umana rispetto alla Parola di Dio:


o Cann. 747-748: rapporto giuridico fondamentale:
 Can. 747: Dovere/diritto nativo della Chiesa, indipendente da ogni potestà
umana, di predicare il Vangelo a tutte le genti.
 Can. 771.2: cura dei pastori perché il vangelo giunga anche ai non
credenti.
 Can. 748.1: Tutti gli uomini sono tenuti a ricercare la verità nelle cose che
riguardano Dio e la sua Chiesa e ad abbracciarla ed osservarla una volta
conosciuta.
 Can. 748.2: Corrispondente diritto di libertà: nessuno può essere costretto
ad abbracciare la fede cattolica contro la propria coscienza.
 Can. 206: rilievo peculiare di questo rapporto nel caso dei catecumeni.
 Questo è il contesto dell’azione missionaria:
 Can. 786: implantatio ecclesiae mediante l’invio di annunciatori del
Vangelo. Azione di per sé transitoria.
 Redemptoris missio (1990) distingue tre situazioni missionarie:
1. Missione ad gentes: gruppi che non sono cristiani perché l’annuncio
del Vangelo manca o è insufficiente.
2. Missione della Chiesa in comunità cristiane: zone di missione ove il
cristianesimo è solido e vitale.
3. Rievangelizzazione di paesi di antica cristianità ove la fede si
affievolisce o è ancora fragile.
 Il CIC 1917 aveva un solo canone sulle missioni.
 CCEO ha titolo specifico sull’evangelizzazione delle genti che contempla
i tria munera.
 CIC 1983 Libro III, Titolo II: L’azione missionaria della Chiesa. RINVIO

o La situazione giuridica fondamentale di diritto a ricevere la parola di Dio non si estingue


con il battesimo o la catechesi, ma è permanente.
 Diritto inseparabile da quello a ricevere i sacramenti (cann. 213 e 217).
 Parola e sacramenti generano appartenenza alla Chiesa ed alla sua
missione, ma ancor prima sono inseparabili nell’opera della redenzione.
 Il can. 213 che dà un diritto al fedele ha per corrispettivo il dovere dei pastori di
annunciare il Vangelo (can. 762).
 Ex can. 217 il diritto a ricevere la parola di Dio non si limita alla predicazione,
ma si estende ad altre forme non ufficiali che vanno a costituire il complesso
della predicazione cristiana.
 Cann. 213 e 217 riguardano anche lo speciale luogo privato di
trasmissione della parola rappresentato dall’educazione della prole.
 Ex can. 761 il diritto a ricevere la parola di Dio copre abbondanza di contenuti e
mezzi. Cfr. LG 37.
o I fedeli hanno un corrispettivo dovere di indole generica (senza la richiesta di
comportamenti specifici a conoscere la parola):
 Esigibilità sociale del dovere per accedere ad alcuni atti (es: cann. 899.2 e 1027).

 Diritti e doveri di conservazione della parola:


o La conservazione spetta anzitutto al Magistero.
o Ma ogni fedele, per il proprio sensus fidei, ha il dovere morale di custodire la parola.
 Tale situazione morale può avere in alcuni casi rilevanza giuridica (can. 748.1).
 Ruolo particolare dei teologi: CDF Istruzione Donum veritatis (1990)
 CCEO 10.
o Diritto fondamentale di poter approfondire la Parola (can. 218).
 Diritto/dovere di essere in comunione (cann. 205 e 209.1):
o Sanzione della scomunica per eresia, scisma, apostasia.
o Obbedienza al magistero è garanzia visibile esterna di comunione nella fede (can. 212.1)
 Diffusione della Parola è diritto/dovere anche per i laici (can. 211 e LG 33, Esort. Christifideles
laici).
o Questo dovere giuridico può avere un titolo specifico come nel caso del rapporto
genitori/figli.
o Non c’è sanzione per l’omissione dell’apostolato, ma il fedele, per il battesimo, deve
sentirsi moralmente impegnato a trasmettere la fede ricevuta con la testimonianza di
vita, la catechesi, l’insegnamento della religione.
o LG 30: dovere specifico per i sacerdoti.
 Interventi della gerarchia per proteggere il bene comune, ad es.:
o Approvazione dei catechismi (cann. 775.2, 824, 827.1)
o Mandato di insegnare per i docenti di materie teologiche (cann. 229.3 e 812)

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