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LABORATORIO - L’approccio valenziale nell’educazione linguistica - PADOVA - 22 febbraio 2011

Paola Baratter, Magda Niro, Natascia Rosmarini

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IL MODELLO VALENZIALE

In base al numero di argomenti, i verbi possono essere suddivisi in

 ZEROARGOMENTALI (ZEROVALENTI)

 A UN ARGOMENTO (MONOVALENTI)

 A DUE ARGOMENTI (BIVALENTI)

 A TRE ARGOMENTI (TRIVALENTI)

 A QUATTRO ARGOMENTI (TETRAVALENTI)

In ogni frase si individuano tre livelli strutturali:


 il NUCLEO
 i CIRCOSTANTI del NUCLEO
 le ESPANSIONI
LABORATORIO - L’approccio valenziale nell’educazione linguistica - PADOVA - 22 febbraio 2011
Paola Baratter, Magda Niro, Natascia Rosmarini

ESEMPI DI ESERCITAZIONI

1. Cerchia il verbo nelle frasi seguenti:


1. Maria gioca con Mario.
2. Marco dorme sul divano.
3. Marta ride nella sua camera.
4. Michele spedisce una lettera alla nonna.

2. Perché si realizzino le azioni presupposte dai verbi che seguono, quali e


quante entità devono necessariamente essere coinvolte?

Abbaiare Sbucciare

Sbadigliare Restituire

Svegliarsi Spedire

Baciare Restituire

Costruire Travasare

2. Dopo aver cerchiato i verbi nel testo seguente, prova a chiederti quali sono le
domande necessariamente richieste dal verbo e indica quindi il numero di
valenze.
In una foresta viveva una bellissima giraffa dal collo alto alto. Tutti gli animali la ammiravano e le

facevano i complimenti. Ma la giraffa era vanitosa e così passava tutto il suo tempo a guardarsi

negli specchi d'acqua invece di stare in compagnia degli altri animali. E quando questi avevano

bisogno di un favore, era troppo occupata a guardarsi allo specchio per aiutarli. Un giorno una

scimmietta le disse: "Esiste un albero che ha tanti frutti dolci dolci. Ma l’albero è alto e serve un

collo lungo come il tuo per mangiare i frutti". E andarono insieme sotto l’albero. Ma l’albero era

così alto che la giraffa neppure allungando il suo collo già lungo riusciva a mangiare i frutti.

La scimmietta allora salì sul collo della giraffa, arrivò fino alla testa e con le sue manine prese il

frutto e glielo regalò. Ma le disse anche: “Nella vita arriva il momento per tutti di aver bisogno di

un amico". E la giraffa vanitosa imparò la lezione.

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3. Leggi le frasi e indica se la parola evidenziata è un nome o un verbo:

a) La legge è uguale per tutti.


b) Mauro legge ancora lentamente.
c) L’insegnante dice a Filippo : “Mostra il tuo lavoro ai compagni!”
d) I bambini della V D sono andati a vedere la mostra dell’artigianato.
e) Il finale del film è la parte più divertente
f) Lucia, nella corsa, parte sempre prima del via.

4. Per ognuna delle seguenti parole inventa due frasi in cui la parola è usata
come prima come nome e poi come verbo:

fabbrica = nome / verbo corso = nome / verbo

taglia = nome /verbo remi = nome / verbo

ESERCIZI SULLA FRASE MINIMA

La frase minima è la frase più breve che può essere scritta per dire una cosa.

Io compro i cioccolatini per la mamma al supermercato.

Prova a togliere i rettangoli una alla volta e rileggi la frase: ha senso?

Io compro i cioccolatini per la mamma.


Io compro i cioccolatini al supermercato.
Io compro i cioccolatini.
* Io compro per la mamma.
* Io compro al supermercato.

Io dormo sul divano nello studio di mio padre.

Io dormo sul divano nello studio.


Io dormo sul divano
Io dormo

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FRASE SINGOLA1 E FRASE MULTIPLA2


FRASE SINGOLA

OBIETTIVI:
- conoscere diversi sistemi di rappresentazione grafica (modello Lovison e Mandelli)
- adottare il modello più efficace a seconda dell’obiettivo di apprendimento prefissato

LIVELLO 1: RAPPORTO VERBO E VALENZA, CASI PARADIGMATICI


- Sta nevicando
- E’ nata una femminuccia
- Mario osserva il tramonto
- Luca ha dato i suoi appunti al nuovo compagno

E’ nata¹/ una femminuccia² Mario1/osserva2/il tramonto³

1 2

2 1 3

LIVELLO 1 A: OLTRE LA FRASE MINIMA

Davanti al giardino,1/ ieri sera,2 / Maria3/ ha dato4/ la giacca5/ di lana6/ a Lia,7 /sua
sorella.8

1 2
4

3 7
5

8
6

1
Nell’intervento precedente abbiamo sentito parlare di “frase minima” di senso compiuto. Con l’espressione “frase
singola” F. Sabatini intende quella frase che contiene un solo predicato. Poiché è presente questa varietà terminologica,
vale la pena conoscerla e chiarirne il significato (Sabatini Francesco, 1984)).
2
Frasi con due o più predicati sono di solito definite “frasi complesse”. F. Sabatini le chiama “frasi multiple” per
classificare in un unico insieme le “frasi composte” – cioè formate sia da frasi giustapposte che coordinate – e le “frasi
complesse” – cioè formate da frasi legate per subordinazione.

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Per il laboratorio1 / di questo pomeriggio2 / Ada3 / ha rimandato4 / quattro5


/appuntamenti6/ da martedì7 / a giovedì8

3
4 6
per
1 da a 5
7 8
di

2
Come si può intuire, i circostanti del nucleo possono essere relative al predicato, per modificarne o
specificarne il significato:
- Stanotte a Trento è piovuto a lungo/Francesco ha recitato la poesia in modo commovente
al nome:
- Gianna, donna generosa, ha regalato un vaso di terracotta alla sua cara amica Sara
allo strumento che consente di realizzare l’evento:
- Francesca studia con l’aiuto del computer;
al tempo/luogo in cui si verifica un certo evento:
- In questo momento/per tutta l’estate Francesca ascolta/ha ascoltato l’IPod in terrazza;
alla causa che ha provocato l’evento:
- Francesca frequenta la palestra a causa del suo peso;

PROPOSTA DI ATTIVITA’: RAPPRESENTARE LE SEGUENTI FRASI

1. Gli studenti del Liceo Rosmini dichiarano al Dirigente il loro appoggio in caso di ulteriore taglio
del finanziamento per la manutenzione dei laboratori.
2. A causa del vostro ritardo nel pagamento dell’abbonamento è necessaria una nuova richiesta
scritta davvero rapida.

1 A 1 COME RAPPRESENTARE IL PREDICATO VERBALE E IL


PREDICATO NOMINALE

La casa1 è2 spaziosa3 Gianni1 è2 un pittore3

2 2

1 3
1 3

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Romano1 è in2 albergo3 Il computer1 sembra2 morto3

2
2

1 3 1 3

1 A 2 Come rappresentare frasi con predicativi

La proposta si basa sulla scoperta del doppio legame del predicativo, con:
 predicato e soggetto
 predicato e complemento oggetto

Marta1 /è considerata2 /la più onesta3 / della squadra4

1 3

della

Il funzionario1 / ha assunto2 / mio fratello 3/ come segretario4

2
come
1
3 4

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1 A 3 Come rappresentare frasi con costruzione passiva

a. Il gatto ha mangiato le polpette = il soggetto “gatto” è in primo piano = direzione attiva


b. Le polpette sono state mangiate dal gatto = il soggetto “polpette” è in primo piano =
direzione passiva
A seconda della “direzione di osservazione” (punto di partenza/punto di arrivo) avremo
una costruzione sintattica attiva o passiva.

Avvertenze e conoscenze preliminari:


- le direzioni attiva e passiva sussistono solo se il verbo è transitivo diretto ( a due e a tre
argomenti)
- le frasi vanno pronunciate senza enfasi

Per far prendere dimestichezza gli studenti con il significato di direzione di osservazione degli
eventi si può proporre il seguente esercizio:

1. avendo come modello le frasi a e b, elaborarne una batteria con le consegne:


- stabilire quale può essere considerato nel contesto dato il punto di partenza e d’arrivo
dell’evento descritto;
- riconoscere se il soggetto è dato dall’elemento “punto di partenza” o da quello “punto di
arrivo”

Nella costruzione passiva normale il soggetto costituisce il “punto d’arrivo” dell’evento, il verbo è
alla forma passiva e il “punto di partenza” è dato da un argomento d’agente (essere animato) o di
causa efficiente (altra cosa) che indica chi agisce o produce l’effetto (spesso preceduto dalla
preposizione “da”). Per ulteriore chiarimento: il complemento d’agente indica chi compie l’azione;
il complemento di causa efficiente indica che cosa compie l’azione.

Il gatto1 ha mangiato2 le polpette3 Le polpette1 sono state mangiate2 dal gatto3

2 2

1 3 1 3

Punto di Punto di
partenza arrivo Punto di Punto di
arrivo partenza

Direzione attiva Direzione passiva

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FRASE MULTIPLA

OBIETTIVI:

- proporre una semplice gerarchia tra le frasi, in particolare subordinate


- tra le subordinate distinguere tra frasi argomentali (soggettive, oggettive, interrogative
indirette e oblique) e frasi circostanziali
- passare dal livello della frase singola a quello della multipla

Dalla frase semplice alla frase multipla = similarità di schema

E’ evidente la tua stanchezza – E’ evidente che sei stanco

E’ evidente Principale

Argomentale/completiva
che sei stanco soggettiva

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Secondo il modello valenziale abbiamo tre tipi di subordinate:


- completiva (soggettiva, oggettiva, interrogativa indiretta, comparativa)
- relativa (relative e dichiarative)
- avverbiali (causali, finali, temporali, concessive, …)

Soggettive
E’ chiaro1 che non avete intenzione di venire2

Oggettive
Spero tanto 1/ che vi troviate bene con noi 2 / e che vi divertiate alla nostra cena3

che 1

2 3
e

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Completive oblique
Ha pensato solo1/ a sistemare i suoi affari 2/ poi è scomparso dalla circolazione3
a poi
2 1 3

Accade a tutti1/ di sentirsi a disagio 2/ ad affrontare prove difficili 3/ ma non bisogna


arrendersi4

2 1 4
di ma
ad

3
Interrogative indirette
Mi è stato chiesto 1/ dove mi trovavo la sera del delitto2

1 2
dove

Avverbiali
Vado a casa1 / a studiare 2

1 a
2 Avverbiale – complemento della frase

È evidente / che sei stanco / nonostante tu finga il contrario

È evidente Principale

Argomentale/completiva
che sei stanco soggettiva

Avverbiale
nonostante tu finga il contrario

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Poiché è molto sensibile al mercato, Aldo, che lavora in banca da anni, ha


confidato al suo capo che è molto preoccupato per l’andamento delle borse

Aldo ha confidato
al suo capo

Poiché è molto
che è molto preoccupato per sensibile
l’andamento delle borse al mercato

che lavora in banca


da anni

relativa dichiarativa avverbiale

Benché siano solo le sette1, / visto che ho molta fame2 / mangio3 / e corro in
camera4 / a telefonare a Gianluca,5 / perché deve restituirmi un libro 6/ che mi
serve con urgenza 7

e 4
3
Benché visto
che a

1 2 5
perché

6
che

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VALENZE DIDATTICHE DELLA VALENZA

CASI PARADIGMATICI E CASI CON ALTERNANZE

CASI PARADIGMATICI

Esercitazione 1
I verbi richiedono un numero preciso di argomenti, cioè di “ruoli” da assegnare a determinate
parti della frase. Ti viene fornito un elenco di verbi: specifica per ognuno di essi quali “ ruoli”
richiedono per formare una frase di senso compiuto:

A. (L’elenco comprende solo verbi transitivi bivalenti)


fondare – dipingere - imbiancare – possedere

B (L’elenco comprende verbi transitivi che possono essere bivalent o trivalenti i)


Scrivere - strappare- dare - pagare

Esercitazione 2
Quali tra queste frasi sono complete? Aggiungi quello che manca dove ti sembra necessario.
 Ho attraversato
 Hanno portato a Matteo
 Il latte fa bene
 Il cioccolato piace molto
 Sara cercava
 La Germania ha battuto l'Italia
 Marco è stato soprannominato

Le esercitazioni contengono esempi ‘chiari’, infatti permettono di capire il concetto di valenza e di


riconoscere facilmente ‘gli attanti’. Sembrano suggerire quindi che sia sufficiente eliminare un
elemento per individuare il numero preciso degli attanti o argomenti indispensabili alla correttezza
della frase.

CASI CON ALTERNANZE

Il mutamento della valenza si verifica:


 nel cambio da verbo transitivo bivalente con valore causativo a verbo intransitivo fornito
del solo soggetto Ho affondato una barca/ una barca è affondata;
 nell’alternanza tra un verbo intransitivo, con focus esclusivamente sull’attività e l’analogo
verbo transitivo con focus sull’oggetto Gianni mangia/ Gianni mangia un gelato;
 nell’alternanza in verbi che possono essere privi di argomento interno oppure con
argomento interno Non parlerò/ Non parlerò con te/ Non parlerò di politica

L’alternanza di funzione sintattica degli argomenti ricorre tra:


 i verbi transitivi che possono essere usati intransitivamente con un oggetto interno o con un
avverbiale abito una villa /abito in una villa; pensare un progetto/pensare a un progetto;
 i verbi intransitivi bivalenti che ammettono il passaggio dell’argomento esterno a interno e
viceversa Il compito abbonda di errori/Gli errori abbondano nel compito.

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Infine vanno segnalati un ultimo gruppo di verbi di uso assai comune (verbi di dire, vedere,
fare) che possono non esprimere l’argomento interno, che possono non esprimere l’argomento
interno, quando questo sia noto nel contesto situazionale o testuale guarda! (con rimando
deittico ad un oggetto presente nella situazione specifica)

Esercitazione 3

Costruisci con ognuno dei verbi sottoelencati due frasi nelle quali saranno presenti un
numero diverso di argomenti o si verificherà l’alternanza della funzione sintattica:

A. abbagliare-crescere- corrodere- graffiare

B. applaudire- rimproverare- risparmiare- fuggire

LE OMISSIONI

Esercitazione 4

A queste frasi mancano degli argomenti. Aggiungi ciò che è necessario e specifica di che cosa si
tratta

1. Ti hanno prestato
2. Hanno capito
3. Ho preso a Nino
4. Ho restituito alla biblioteca
5. Hanno preparato per te

Esercitazione 5

Dopo aver letto attentamente il testo individua quali elementi richiesti dal verbo sono stati omessi e
aggiungili.

1. I due uomini hanno sparato al giudice e sono scappati. Le persone che avevano
assistito si sono chiuse in casa.
2. Altri esseri invadono il pianeta e lo distruggono, lasciando il compito di ricostruirlo.
3. Io ho studiato tanto. Marco invece ha letto una volta e poi è andato a giocare.
4. Passo le mie giornate a rileggere e a scrivere sul diario.
5. Ci sono persone che non vogliono condividere nella stessa città con un
extracomunitario.
6. «La mia famiglia e altri animali» è un romanzo che mi è piaciuto moltissimo.
Consiglierei la lettura a tutte le persone tristi.

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Esercitazione 6

1. Dopo aver letto il racconto proposto, si indichi la valenza dei verbi evidenziati in corsivo

Italo Calvino, Chi si contenta

C’era un paese dove era proibito tutto.


Ora, l’unica cosa non proibita essendo il gioco della lippa, i sudditi si riunivano in certi prati che
erano dietro il paese e lì, giocando alla lippa, passavano le giornate.
E siccome le proibizioni erano venute un poco per volta, sempre per giustificati motivi, non
c’era nessuno che trovasse a ridire o non sapesse adattarsi.
Passarono gli anni. Un giorno i connestabili videro che non c’era ragione a che tutto fosse
proibito e mandarono messi ad avvertire i sudditi che potevano fare quel che volevano.
I messi andarono in quei posti dove usavano riunirsi i sudditi.
-Sapete- annunziarono- non è più proibito niente.
Quelli continuavano a giocare alla lippa.
-Avete capito?- insistettero i messi.- Siete liberi di fare quel che volete.
- Bene- risposero i sudditi.- Noi giochiamo alla lippa.
I messi s’affannarono a ricordar loro quante occupazioni e belle e utili vi fossero cui loro avevano
atteso e cui potevano di nuovo attendere d’allora in poi. Ma quelli non davano retta e continuavano
a giocare, una botta dopo l’altra, senza nemmeno prender fiato.
Visti vani i tentativi, i messi andarono a dirlo ai connestabili.
-Presto fatto- dissero i connestabili. – Proibiamo il gioco della lippa.
Fu la volta che il popolo fece la rivoluzione e li ammazzò tutti.
Poi senza perder tempo, tornò a giocare alla lippa.

2. Si individuino nei seguenti periodi desunti dal testo gli argomenti omessi, se ne definisca il tipo e
li si riscriva saturandoli.

E siccome le proibizioni erano venute un poco per volta, sempre per giustificati motivi, non c’era
nessuno che trovasse a ridire o non sapesse adattarsi.

Ma quelli non davano retta e continuavano a giocare, una botta dopo l’altra, senza nemmeno
prender fiato

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Nota bibliografia

Piero D’Alfonso, Semantica del verbo. Analisi secondo il modello attanziale, Franco Angeli,
Milano, 2001.

Maurizio Della Casa, Pensare, scrivere, parlare, Corso di educazione linguistica, La Scuola,
Milano, 2003

Il Sabatini Coletti. Dizionario della lingua italiana 2004. Guida all'uso del dizionario,Rizzoli
Larousse, Milano, 2004.

La verbodipendenza per un insegnamento integrato della grammatica a cura di Francesco Piazzi,


Progetto Nazionale: "La qualità nel recupero e nella ricerca metodologico-disciplianre per la qualità
dell'autonomia", MIUR e IRRE, Bologna, 2002.

Lingua e grammatica. Teorie e prospettive didattiche, a cura di Paola Baratter e Sara Dallabrida,
Franco Angeli, Milano, 2009 e, in particolare, i seguenti saggi:
- Paola Baratter – Cristina Fait, La rappresentazione grafica della frase semplice e complessa come
metodo didattico per una comprensione più efficace dei rapporti tra le parole e le frasi;
Patrizia Cordin, La grammatica delle valenze nella prassi didattica;
- Sara Dallabrida - Magda Niro, Valenze e omissibilità degli argomenti. L'esempio letterario da
saturare.

Maria G. Lo Duca, Si può salvare l’analisi logica?, in «La Crusca per voi», n. 33, ottobre 2006, pp.
4-8.

Maria G. Lo Duca. - Rosaria Solarino, La città delle parole, La Nuova Italia, Firenze, 1990.

Maria G. Lo Duca, Proprietà valenziali e criteri di descrizione lessicografica: un caso di


alternanza argomentale, in Patrizia Cordin – Maria G. Lo Duca, Classi di verbi, valenze e dizionari
esplorazioni e proposte, Padova 2003, pp.11- 29.

Fioretta Mandelli e Letizia Rovida, Il libro di lingua italiana, Principato, Milano, 1986.

Progetto "Alice". La riflessione sulla lingua 2. Materiali didattici, a cura di Adriano Colombo,
IRRSAE Emilia Romagna, Bologna, 1995.

Francesco Sabatini, La comunicazione e gli usi della lingua, Loescher, Torino, 1984.

Francesco Sabatini, “Lettera sul “ritorno alla grammatica”. Obiettivi, contenuti, metodi e mezzi”,
Settembre 2004.

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