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Cristina Usardi

EQUE OPPORTUNITÀ PER

SCIENZE

Testo ad alta leggibilità per studenti e studentesse


degli Istituti Secondari di Secondo Grado

a cura di Teresa Caputo

PROGETTO CO-FINANZIATO DALL’ UNIONE EUROPEA

MINISTERO del LAVORO


e delle POLITICHE SOCIALI

FONDO ASILO, MIGRAZIONE E INTEGRAZIONE (FAMI) 2014-2020

Obiettivo Specifico 2.Integrazione / Migrazione legale – Obiettivo nazionale 2.Integrazione – 01 – Qualificazione del sistema
scolastico in contesti multiculturali, anche attraverso azione di contrasto alla dispersione scolastica lett c.
MISURA PER MISURA – Atto primo: Integrazione a scuola e lotta alla dispersione scolastica – Piano Regionale prog - 1116.
1
Progetto “Misura per Misura - Integrazione a scuola e lotta alla dispersione scolastica”
Co-finanziato da Unione Europea (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione - FAMI 2014/2020 -
Regione Lombardia e Ministero dell'Interno).

Supervisione e coordinamento
Antonio D’Ercole

Redazione
Teresa Caputo

Progetto grafico/impaginazione
Ilario Piatti
2
La collana "Eque opportunità per.."
a cura di Antonio D'Ercole
Responsabile Area Scuole (Associazione ALA Milano Onlus)

Questo testo nasce nell’ ambito del Progetto “Misura per Misura - Integrazione a scuola e lotta
alla dispersione scolastica”, realizzato da ALA Milano Onlus in collaborazione con l' Istituto
Tecnico Industriale Statale "G. Feltrinelli" e l'Istituto d’Istruzione Superiore “Claudio Varalli” di
Milano, grazie al co-finanziamento dell'Unione Europea (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione -
FAMI 2014/2020 - Regione Lombardia e Ministero dell'Interno).

"Eque opportunità per Chimica-Biologia-Scienze della Terra" è un testo ad alta leggibilità


che fa parte di una collana, nata con l'intento di offrire alle scuole supporti didattici rivolti a chi ha
difficoltà di apprendimento ed integrazione come, ad esempio, molti studenti e studentesse di
origine straniera o in generale con BES (DSA). Il valore aggiunto di questa iniziativa sta nella scelta
che fossero alcuni insegnanti a progettare e scrivere la collana, in quanto più “vicini" ed attenti alle
problematiche linguistiche e di apprendimento di ragazzi e ragazze, riscontrabili quotidianamente
in classe. Il processo di scrittura è stato guidato e supervisionato da un'insegnante esperta in
semplificazione di testi didattici che ha lavorato in stretta connessione con le autrici.

Come si evince dal titolo la ragione che ci ha spinti ad affrontare un percorso avvincente, ma
molto impegnativo, come la creazione di un'intera collana, è la convinzione che nella nostra società
debbano esserci pari diritti ed opportunità per tutti e tutte e che purtroppo non sempre è così.
Considerando che la scuola italiana deve offrire ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze la grande
occasione di diventare futuri cittadini sani, attivi, inclusi e responsabili, crediamo che
questa opportunità debba essere data a tutti/e, non lasciando indietro nessuno.

Tutto comincia con un bravo insegnante... questa frase ci è molto cara perché siamo fermamente
convinti che la scuola di qualità la facciano le persone... come tutte le insegnanti che si sono
cimentate con noi in questa grande e meravigliosa avventura, come tutti/e gli/le insegnanti che
decideranno di utilizzare questi testi sostenendo quotidianamente ragazzi e ragazze nel
loro processo di apprendimento, integrazione e crescita. Questo testo è semplicemente
un supporto che verrà depotenziato se non adeguatamente inserito in una programmazione
didattica che preveda lo sviluppo non solo di conoscenze ma anche di competenze. I contenuti
semplificati (conoscenze) risulteranno più facilmente leggibili e studiabili; tuttavia il testo risulterà
ancora più efficace se l'insegnante lo utilizzerà a supporto di attività che allenino e sviluppino
alcune competenze chiave di cittadinanza come ad esempio comunicare, imparare ad imparare,
individuare collegamenti e relazioni, collaborare e partecipare.

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Testo ad alta leggibilità, non un bigino
a cura di Teresa Caputo
Esperta di semplificazione testi didattici (Associazione ALA Milano Onlus) e docente dell'Istituto
d'Istruzione Superiore "Claudio Varalli" di Milano

Con i testi proposti in questa collana ci proponiamo di fornire un supporto alla “lingua per lo studio”,
strumento fondamentale per gli studenti e le studentesse che richiede la messa in campo di abilità
linguistiche complesse, riferite alla capacità di servirsi della lingua nella sua dimensione cognitiva.

La lettura e la comprensione del testo scritto rappresentano infatti uno degli ambiti più difficili per
chi studia in lingua non materna e per tutti gli studenti con difficoltà di apprendimento. Con la
scrittura di questi volumi le autrici non si sono limitate a semplificare testi già esistenti ma hanno
creato dei testi ex novo, pensati appositamente per trattare in forma più semplice ma esaustiva gli
stessi argomenti presenti nei testi disciplinari adottati nelle scuole.

Lo scopo è stato quello di creare materiali comprensibili a un numero di lettori più vasto,
indipendentemente dalle conoscenze pregresse e dalla competenza linguistica.

Per raggiungere tale obiettivo i testi sono stati elaborati seguendo alcuni criteri fondamentali per la
stesura di testi semplificati di argomento disciplinare:

• Lessico: uso di parole e verbi concreti, precisi, spiegati, quando necessario, attraverso nozioni
e termini già familiari, con esempi vicini all’esperienza dello studente, inserendo la spiegazione
nel testo oppure creando uno spazio apposito.

• Sintassi: frasi brevi a struttura S.V.O, con prevalenza di coordinazione; forma attiva, personale,
affermativa¸ uso di verbi ai modi finiti con predominanza del modo indicativo e del tempo
presente, passato prossimo, futuro.

• Organizzazione delle informazioni: gli argomenti sono stati selezionati sulla base dei nuclei
fondanti individuati dai dipartimenti di materia; i contenuti sono stati organizzati in modo adeguato
a favorire la loro elaborazione cognitiva, in maniera gerarchica, inserendo titoli e sottotitoli per
orientare il lettore; ciascuna idea conduce a quella seguente e sono presenti informazioni di
sfondo relative ai prerequisiti, richiami a nozioni o concetti già descritti in paragrafi e capitoli
precedenti.
La punteggiatura non appesantisce il testo ed è frequente l’uso del punto fermo. A margine
sono stati inseriti alcuni approfondimenti.
Ogni capitolo è corredato di tabelle, schemi e mappe concettuali, che consentono di fissare
anche visivamente le informazioni essenziali; sono stati inseriti esercizi sui contenuti, che
possono essere utilizzati anche per l’elaborazione delle verifiche.

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• Aspetti grafici: i termini nuovi o specifici della disciplina sono evidenziati e spiegati in un glossario
che precede il capitolo o a margine del testo.
Il corpo tipografico è più grande di quello dei testi abitualmente in uso nelle scuole e sono stati
previsti margini bianchi più grandi per eventuali annotazioni dello studente. Le immagini non
sono mai superflue, ma servono a chiarire i concetti espressi o a far conoscere i personaggi
nominati nel testo.

Ringraziamenti

Si ringraziano tutti i/le professionisti/e che hanno reso possibile la creazione della collana.

Per la sua realizzazione: prof.ssa Cristina Usardi e prof.ssa Mariarosa Scotti (IIS "Claudio Varalli"
di Milano); prof.ssa Giusi Drago e prof.ssa Maria Gabriella Lippa (ITIS "G. Feltrinelli" di Milano);
Teresa Caputo (IIS "Claudio Varalli" di Milano") e Ilario Piatti (Grafica e impaginazione).

Per il prezioso supporto: la prof.ssa Michela Marcianò (ITIS "G.Feltrinelli" di Milano); Vincenzo
Cristiano (Presidente ALA Milano Onlus); Giuseppe Bastianello (Amministrazione ALA Milano
Onlus).

Si ringrazia inoltre la Regione Lombardia.

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Come usare questo libro
a cura di Cristina Usardi
Autrice e docente dell'Istituto d'Istruzione Superiore "Claudio Varalli" di Milano

1. I capitoli sono scritti in modo semplice e a vari livelli di difficoltà.


In cima ai paragrafi ci sono le definizioni racchiuse in un box per chi è alle prime armi.
I capitoli trattano argomenti che sono i nuclei fondanti della materia, cioè argomenti ritenuti
indispensabili per dire “so la materia”.

2. Nel testo per alcune parole ci sono i sinonimi tra parentesi.

3. All’inizio di ogni capitolo ci sono le PAROLE UTILI che sono le spiegazioni di parole che si
trovano nel testo.

4. Gli approfondimenti sono scritti per chi già sa un po’ di italiano. Sono argomenti non ritenuti
indispensabili.

5. Gli esercizi sono calibrati in difficoltà e riguardano sia i capitoli sia gli approfondimenti.
La difficoltà si riconosce dal numero di faccine:
 = facile,  = medio,  = difficile,  = impegnativo.

6. Le mappe, sono da usare insieme alle definizioni per chi è alle prime armi e per chi vuole una
sintesi dei concetti chiave.

6
INDICE

INTRODUZIONE il metodo scientifico p. 9

SCIENZE DELLA TERRA


1 L’Universo, il sistema solare p. 11
Approfondimento: Le stelle p. 22
Esercizi p. 27

2 Il reticolato geografico, i movimenti della Terra, la misura del tempo p. 30


Approfondimento: La Luna p. 43
Esercizi p. 49

3 I minerali e le rocce, i vulcani e i terremoti p. 52


Approfondimento: La struttura terrestre, la tettonica delle placche p. 65
Esercizi p. 71

4 L’atmosfera, l’idrosfera p. 74
Approfondimento: la pressione e i venti, l’umidità e le precipitazioni p. 89
Esercizi p. 98

BIOLOGIA
1 Le caratteristiche dei viventi, i regni della natura, le biomolecole p. 101
Approfondimento: l’origine della vita sulla Terra,
la classificazione dei vegetali e degli animali p. 116
Esercizi p. 125

2 La cellula, il metabolismo cellulare, il ciclo e la divisione cellulare p. 128


Approfondimento: i tessuti umani p. 141
Esercizi p. 148

3 Il corpo umano, gli apparati: circolatorio, respiratorio e digerente p. 152


Approfondimento: l’apparato urinario, il sistema immunitario p. 167
Esercizi p. 173

4 I gameti e la meiosi, gli apparati riproduttori maschile e femminile p. 176


Approfondimento: l’apparato endocrino, il sistema nervoso p. 190
Esercizi p. 197

7
CHIMICA
1 Le proprietà della materia, gli stati della materia e i passaggi di stato,
le sostanze pure e i miscugli p. 200
Approfondimento: la massa atomica relativa e molecolare relativa,
le moli e la molarità p. 208
Esercizi p. 213

2 L’atomo, la tavola periodica, i legami chimici, la geometria delle molecole p. 216


Approfondimento: i modelli atomici, la configurazione elettronica p. 225
Esercizi p. 230

3 Le formule chimiche, la classificazione dei composti, le reazioni chimiche,


la velocità delle reazioni p. 233
Approfondimento: la nomenclatura, i conti con le moli p. 240
Esercizi p. 248

4 Le soluzioni e la concentrazione, l’equilibrio chimico, gli acidi e le basi e il pH p. 251


Approfondimento: i composti organici p. 259
Esercizi p. 265

LE MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA p. 268


LE MAPPE DI BIOLOGIA p. 280
LE MAPPE DI CHIMICA p. 292

8
INTRODUZIONE: IL METODO SCIENTIFICO

IL METODO SCIENTIFICO

-> Il metodo scientifico - definizione


Il metodo scientifico o sperimentale serve agli scienziati per studiare un fenomeno.

-> Come si applica il metodo scientifico


Il metodo scientifico ha quattro fasi:
1. l’osservazione – guardare il fenomeno;
2. la raccolta dei dati – un elenco, una tabella o un grafico delle caratteristiche
del fenomeno (ad esempio il colore, il peso, il volume, la lunghezza) viste con
l’osservazione;
3. la formulazione (= pensare) di una ipotesi – una idea del perché avviene il
fenomeno;
4. l’esperimento – la riproduzione in laboratorio del fenomeno. L’esperimento si
fa sulla base dell’ipotesi perché serve a confermarla, cioè dire se essa è giusta.

L’ipotesi è giusta quando l’esperimento, fatto più volte nelle stesse condizioni, dà
sempre risultati simili ed essi sono prevedibili (= ce li aspettiamo).
Quando l’esperimento non dà risultati simili o dà risultati diversi dal previsto c’è un
errore. L’errore può essere causato dall’esperimento fatto male, dall’ipotesi, dai
dati o dall’osservazione sbagliati.
L’ipotesi giusta diventa un principio o una legge scientifica e più ipotesi insieme
fanno una teoria.
I principi, le leggi e le teorie sono valide fino a quando nuove conoscenze le
correggono o le cambiano.

-> Un esempio per capire come si usa il metodo scientifico


Il fenomeno da studiare è: l’erba che cresce nel terreno.
La domanda è: “perché l’erba cresce”?
Applico (= uso) il metodo scientifico:
1. osservo due terreni uno con l’erba e uno senza: nel terreno dove c’è l’acqua
cresce l’erba, nel terreno senza l’acqua l’erba non cresce;
2. i dati sono: nel terreno dove c’è l’acqua cresce l’erba, nel terreno senza l’acqua
l’erba non cresce;
3. ipotesi: l’erba cresce se la terra ha l’acqua;
4. in laboratorio prendo due vasi con la terra, ci metto dei semi, uno lo bagno
e l’altro no: prevedo la crescita solo nel vaso in cui ho messo l’acqua e
ripeto la prova molte volte.

9
INTRODUZIONE: IL METODO SCIENTIFICO

Se l’ipotesi è giusta in tutti gli esperimenti l’erba cresce solo nei vasi con l’acqua.
Se l’esperimento non riesce, cioè non dà il risultato che aspetto, potrebbe essere
che ho commesso un errore, ad esempio ho dato poca o troppa acqua alla terra, ho
scelto semi sbagliati per la stagione, la quantità di luce è sbagliata, la temperatura e
l’umidità non sono giuste.
Perciò devo rifare l’esperimento tante volte cambiando una sola di queste
caratteristiche ogni volta. Quando ho trovato l’errore l’esperimento riesce perché
l’ipotesi è corretta.
Se invece l’errore non è nell’esperimento ma nell’osservare, nel raccogliere i dati o
nella formulazione dell’ipotesi devo rifare dall’inizio.

10
1
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO

L’UNIVERSO
IL SISTEMA SOLARE

INDICE:

PAROLE UTILI P. 12
L’UNIVERSO P. 14
IL SISTEMA SOLARE P. 15
FUORI DAL SISTEMA SOLARE P. 21

11
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE

la materia È tutto ciò che forma gli oggetti, ha una massa* e un volume, cioè
occupa uno spazio. La materia può essere solida, liquida o aeriforme
(gas o vapore).
la massa È la quantità di materia che c’è in un corpo. L’unità di misura è il
chilogrammo (Kg).
la sfera È una figura geometrica che ha la superficie curva. Ogni punto della
le sfere superficie è alla stessa distanza dal centro della sfera.

la stella È un corpo celeste formato da gas che produce molta energia con
le stelle le reazioni nucleari di fusione*. La stella emette (= manda fuori)
energia sotto forma di diverse radiazioni*.
la reazione nucleare È la reazione che trasforma un atomo in un altro atomo e produce una
di fusione grande quantità di energia. Questa reazione avviene a temperature
le reazioni nucleari di molto alte. Nelle stelle, gli atomi di idrogeno (simbolo H) si trasformano
fusione in elio (simbolo He).
la radiazione È l’onda elettromagnetica che viaggia nel vuoto e trasporta energia:
le radiazioni più piccola è l’onda più grande è l’energia. La luce visibile (= che
vediamo) è un’onda elettromagnetica.

il gas È uno stato della materia, cioè come può essere. Gli stati della materia
i gas sono: solido, liquido e aeriforme (gas o vapore).
il sistema È l’insieme di due o più corpi.
i sistemi Il sistema tra corpi celesti si forma quando i corpi si attraggono a causa
della forza di gravità*.
la forza di gravità È la forza che c’è tra due corpi.
La gravità dipende dalla massa* dei corpi e dalla distanza che c’è tra
loro: la forza di gravità aumenta all’aumentare delle masse e diminuisce
all’aumentare della distanza.
la nebulosa È un corpo celeste molto grande formato da gas freddi. Nella nebulosa
le nebulose nascono le stelle.
lo strato È una struttura fatta da sostanze con uguali caratteristiche. Gli strati
gli strati sono messi uno dopo l’altro o uno sopra l’altro.
la particella È il nome che indica in generale un atomo*, una molecola* o uno
le particelle ione* (= atomo con una carica). Indica anche le parti che formano un
atomo: protoni*, elettroni* e neutroni*.

12
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

Termine/espressione DEFINIZIONE

l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.


gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni* che hanno carica
positiva, gli elettroni* che hanno carica negativa e i neutroni* che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.
lo ione È un atomo* con una o più cariche positive o negative. Uno ione
gli ioni positivo si forma quando l’atomo perde elettroni e uno ione negativo
si forma quando l’atomo prende elettroni.
l’eclisse È il fenomeno che accade quando un corpo passa davanti a un altro
le eclissi corpo e lo nasconde, ad esempio una nuvola davanti al Sole.
l’orbita È il percorso di un corpo celeste che gira intorno a un altro. L’orbita ha
le orbite una forma ellittica (= ovale).
il pianeta nano È un pianeta fatto da roccia e ghiaccio che si trova nella parte esterna
i pianeti nani del Sistema solare. È chiamato anche plutoide. Un esempio è Plutone.
la densità (d) È il rapporto tra la massa e il volume di un oggetto.
d = m / V, l’unità di misura è kg/m3.

13
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

L’UNIVERSO

-> L’Universo – definizione


L’Universo è lo spazio dove ci sono tutti i corpi celesti (= del cielo) che sono fatti di
materia*, ad esempio le galassie, le nebulose, le stelle, i pianeti.
La parte di Universo, cioè il “cielo”, che vediamo sopra di noi si chiama volta o sfera*
celeste. Noi vediamo gli oggetti celesti, anche se molto lontani, perché emettono (=
mandano fuori) radiazioni*. I telescopi sono strumenti che raccolgono (=prendono)
queste radiazioni e ingrandiscono l’immagine degli oggetti celesti.

-> Come si è formato e come finirà l’Universo


L’Universo si è formato circa 14 miliardi di anni fa.
Il Big Bang è la teoria che spiega come si è formato
l’Universo. La teoria dice che all’inizio c’era solo
una piccola sfera di energia. Questa sfera poi è
esplosa. Dopo l’esplosione l’energia ha cominciato a
espandersi (= occupare sempre più spazio) in tutte le
direzioni e una parte di essa è diventata materia. La
materia ha formato tutti i corpi celesti.
L’Universo è ancora in espansione e non sappiamo fig. 1 - una galassia, il Sole è in una ga-
se continuerà a espandersi o se tornerà ad essere la lassia come questa
piccola sfera dell’inizio.

-> Le caratteristiche dell’Universo


Nell’universo le radiazioni emesse dagli oggetti celesti in un anno percorrono (= fanno)
9500 miliardi di chilometri (km) circa. Questi chilometri sono l’unità di misura, cioè
il “righello”, chiamato anno luce. L’anno luce serve per calcolare la distanza degli
oggetti celesti dalla Terra.
L’Universo è fatto da miliardi di galassie. [fig. 1]
Le galassie sono corpi celesti enormi (= molto grandi). Miliardi di stelle*, il gas*
idrogeno e altri gas freddi formano le galassie.
Le stelle possono avere intorno i pianeti (vedi “I pianeti del sistema solare” pag. 18).
Una stella con intorno uno o più pianeti forma un sistema*.

Nell’Universo ci sono anche oggetti invisibili (= non si vedono) chiamati materia


oscura che non si vedono perché non emettono radiazioni*. La materia oscura è la
“colla” che tiene insieme gli oggetti dell’Universo.

14
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

IL SISTEMA SOLARE

-> Il Sistema solare – definizione


Il Sistema solare è formato dalla stella Sole e da otto pianeti tra cui la Terra e altri corpi
celesti più piccoli.
Il Sistema solare si trova in una galassia chiamata Via Lattea.

-> La struttura del Sistema solare


Nel Sistema solare ci sono:
• il Sole;
• gli otto pianeti;
• i satelliti dei pianeti;
• gli asteroidi.
Alcuni corpi celesti entrano nel Sistema solo in alcuni periodi dell’anno:
• le comete;
• le meteore e le meteoriti.

-> L’origine del Sistema solare


Il Sistema solare si è evoluto (= nato) da una nebulosa* 4,5 miliardi di anni fa. Quando
la materia al centro della nebulosa ha formato il Sole la materia della parte esterna
della nebulosa ha formato i pianeti.

-> Il Sole – definizione


Il Sole è la stella che produce l’energia necessaria alla vita sulla Terra.

-> Le caratteristiche del Sole


Il Sole, come tutte le stelle, è composto (= fatto) dai gas idrogeno (74%), elio (24%)
e altri gas (2%).
Il Sole ha un diametro di 1,4 milioni di chilometri (km) e occupa il 99,8% della
massa di tutto il Sistema solare.
Il Sole ha un’età di 5 miliardi di anni e vivrà ancora per 5 miliardi di anni.

15
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

-> La struttura del Sole


Il Sole è formato da più strati* di gas [fig. 2].
Gli strati interni sono:
1. il nucleo – la parte al centro del Sole. Il nucleo ha una temperatura di 10-15
milioni di gradi. Grazie a questa temperatura elevata (= alta) sono possibili le
reazioni nucleari di fusione*. Le reazioni nucleari di fusione producono molta
energia;
2. le due zone che trasportano l’energia verso la superficie. Il trasporto dell’energia
verso l’esterno dura un milione di anni circa.
Gli strati esterni sono:
3. la fotosfera – la superficie visibile del Sole.
La fotosfera è di colore giallo e ha una temperatura di circa 6000° C.
La fotosfera emette (= manda fuori) l’energia prodotta dal nucleo sottoforma di
radiazioni.
Sulla fotosfera ci sono le macchie solari. Le macchie sono zone scure a
temperatura più bassa che variano in numero, dimensioni e posizione;
4. la cromosfera – è di colore rosa intenso (= forte, scuro).
Sulla cromosfera ci sono enormi esplosioni di energia, chiamate protuberanze.
Le protuberanze sono visibili sul bordo del Sole come grandi archi alti 20.000-
40.000 km;
5. La corona solare – è di colore bianco.
La corona solare emette l’energia sottoforma di particelle* cariche che formano il
vento solare.
La cromosfera e la corona solare di solito non si vedono perché la luminosità della
fotosfera ci abbaglia (= acceca, gli occhi non riescono a vedere bene). Esse si vedono
solo durante le eclissi* di Sole [fig. 3], cioè quando dalla Terra non si vede più il Sole
perché la Luna gli passa davanti,

fig. 2 – gli strati del Sole dall’interno verso fig. 3 - una eclisse di Sole:
l’esterno: nucleo, zone che trasportano si vede la cromosfera con le
energia, fotosfera, cromosfera e corona protuberanze (colore rosa)
solare
16
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

MOMENTO SALUTE
Fissare il Sole senza protezione causa danni agli occhi
Non usare MAI le lastre, i negativi delle fotografie, gli occhiali da sole.
Usare solo occhiali speciali venduti nei negozi di ottica.

-> L’attività del Sole


La forma della corona solare, il numero delle macchie e delle
protuberanze e il vento indicano l’attività energetica del
Sole.
L’attività del Sole non è costante (= sempre uguale).
Quando il Sole è molto attivo ha più macchie e più
protuberanze e il vento è più intenso (= ricco di particelle).
Quasi tutte le particelle del vento sono fermate dal campo
magnetico, un fenomeno che c’è intorno alla Terra e che è
meno intenso ai Poli. Quindi le particelle del vento riescono a
passare attraverso il campo magnetico solo ai Poli della Terra
e reagiscono con i gas dell’atmosfera terrestre (vedi “Le
caratteristiche dei pianeti” pag. 18). Questa reazione emette
luce, un fenomeno visibile chiamato aurora polare [fig. 4], e
causa i blackout alle telecomunicazioni.
fig. 4 - una aurora polare

-> I pianeti – definizione


I pianeti sono corpi celesti che ruotano intorno a una stella.
Il pianeta ha due poli, il Nord e il Sud. Tra i due poli passa un asse [fig. 5].
Il pianeta compie due movimenti: la rotazione sull’asse e la rivoluzione intorno alla stella.

fig. 5 – i poli e l’asse del pianeta


17
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

-> I pianeti interni e i pianeti esterni


I pianeti del sistema solare sono otto e si muovono intorno al Sole lungo un’orbita* [fig. 6].
Intorno a un pianeta possono ruotare uno o più corpi rocciosi che si chiamano
satelliti, ad esempio la Luna è il satellite della Terra.
Il satellite come il pianeta ha due movimenti: la rotazione sul suo asse e la rivoluzione,
cioè ruota intorno a un pianeta.
I pianeti si dividono in:
• i pianeti interni (chiamati terrestri o rocciosi) che sono i pianeti più vicini al
Sole. In ordine di distanza dal Sole sono Mercurio, Venere, Terra e Marte;
• i pianeti esterni (chiamati gioviani o gassosi) che sono quelli più lontani. In
ordine di distanza dal Sole sono: Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Nel Sistema solare c’è anche un pianeta nano*, il suo nome è Plutone.
Plutone ha l’orbita inclinata (= storta) rispetto agli altri pianeti. L’orbita diversa è un
indizio dell’origine di Plutone: forse è un corpo celeste che si è formato in una zona
esterna del Sistema solare (vedi “Le comete” pag. 19) e la forza di gravità del Sole
ha attirato Plutone nel sistema.

fig. 6 – il Sole e intorno le orbite dei pianeti


-> Le caratteristiche dei pianeti
I pianeti sono formati da più strati:
1. il nucleo – la parte al centro del pianeta. Il nucleo è solido. Nei pianeti esterni il
nucleo è piccolo;
2. una zona intermedia – nei pianeti interni è solida, fatta da rocce, e si chiama
mantello; nei pianeti esterni è liquida;
3. la superficie – nei pianeti interni è solida, fatta da rocce; nei pianeti esterni è fatta
da materiale fluido (= materiale che si muove);
4. l’atmosfera – strato di gas che circonda il pianeta. Nei pianeti interni l’atmosfera è
sottile e rarefatta (= pochi gas) o assente; nei pianeti esterni l’atmosfera è spessa
e densa (= molti gas).

18
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

Altre caratteristiche dei pianeti:

PIANETI INTERNI PIANETI ESTERNI


volume piccolo e alta densità* volume grande e bassa densità
bassa forza di gravità alta forza di gravità
pochi satelliti o assenti tanti satelliti
non hanno un sistema di anelli hanno un sistema di anelli: insieme di
tanti piccoli corpi rocciosi ghiacciati che
riflettono la luce del Sole

-> Gli asteroidi – definizione


Gli asteroidi sono corpi rocciosi, il loro diametro può essere di alcuni cm o di alcuni km.
Gli asteroidi si trovano tra Marte e Giove.

-> L’origine degli asteroidi


Gli asteroidi sono composti dal materiale della nebulosa che ha formato il Sistema
solare. Questo materiale non è diventato un pianeta a causa della forte forza di gravità
di Giove.

-> Le comete – definizione


Le comete sono corpi rocciosi che hanno la superficie ghiacciata (= con il ghiaccio). Le
comete arrivano da una zona esterna al Sistema solare dove la temperatura è molto
bassa.

-> Come si forma una cometa


L’orbita di una cometa a volte entra nel Sistema solare. La cometa si avvicina al Sole
e il ghiaccio della superficie sublima, cioè passa
da solido a gas senza diventare liquido.
La cometa si muove e per questo il gas forma una
coda dietro la cometa. La coda è rivolta (= girata)
sempre dalla parte opposta al Sole a causa del
vento solare. Spesso la coda ha da due parti di
colore diverso [fig 7].
La coda delle comete è lunga milioni di chilometri,
per questo, a volte, una cometa si vede anche se fig. 7 – la cometa con la coda che si avvicina
al Sole
è molto lontana dalla Terra.
Quando l’orbita della cometa esce dal Sistema solare la superficie della cometa
ghiaccia di nuovo, ma il materiale della coda resta nello spazio e forma una massa di
detriti (= pezzi, resti).

19
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

-> Le meteore e le meteoriti – definizione


Le meteore e le meteoriti sono i detriti rocciosi presenti nello spazio che entrano
nell’atmosfera della Terra, per esempio i detriti lasciati dalle comete, i detriti che
provengono (= arrivano) dalla Luna o da Marte.

-> La differenza tra le meteore e le meteoriti


Le meteore e le meteoriti entrano nell’atmosfera e bruciano a causa dell’ossigeno:
le meteore bruciano completamente e le meteoriti, invece, bruciano solo in parte e
cadono sul suolo della Terra.

-> Le meteore e le meteoriti a volte si vedono


In alcuni momenti dell’anno, l’orbita della Terra entra in zone dove ci sono i detriti che
le comete lasciano.
Se molti detriti entrano contemporaneamente nell’atmosfera della Terra, si forma uno
sciame (= grande gruppo di corpi) di meteore: nel cielo si vedono le scie luminose
lasciate dalle meteore che bruciano [fig 8]. Queste scie sono chiamate “stelle
cadenti”. Le “stelle cadenti” sono un fenomeno visibile ogni anno in alcuni giorni,
soprattutto il 10 agosto, la famosa notte di S. Lorenzo.

fig. 8 – meteore nella volta celeste

20
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 1

FUORI DAL SISTEMA SOLARE

-> Gli esopianeti – definizione


Gli esopianeti sono pianeti che ruotano attorno a una stella che non è il Sole. Gli
esopianeti e la loro stella formano sistemi stellari simili al sistema solare.

-> Lo studio degli esopianeti


Gli scienziati studiano gli esopianeti per capire sia come si può formare un sistema
fatto da una stella e da pianeti, sia per capire se è possibile la vita in un ambiente
diverso da quello della Terra.
Fino ad oggi gli esopianeti scoperti sono tutti più grandi di Giove perché non è facile
vederli. Infatti un pianeta non emette luce propria ma riflette quello della stella quindi
se è piccolo è difficile da vedere.

21
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

LE STELLE

INDICE:

LE STELLE P. 23
LA “VITA” DI UNA STELLA P. 24
LE STELLE SI POSSONO OSSERVARE P. 26

22
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

LE STELLE

-> Le stelle – definizione


Le stelle sono corpi celesti formati da gas che producono molta energia. Essa viene
emessa sotto forma di diverse radiazioni: i raggi X, gli ultravioletti, la luce visibile, i
raggi infrarossi, le microonde e le onde radio.

-> Le caratteristiche delle stelle


Le stelle non sono tutte uguali, infatti hanno diversa massa, volume, densità,
luminosità, colore, temperatura superficiale e composizione chimica.
La massa delle stelle varia da 1/10 a 80 volte la massa solare.
Il colore e la temperatura superficiale sono correlati (= collegati). Il colore infatti è
importante per misurare la temperatura di superficie di una stella: stelle blu e bianche
hanno una temperatura di superficie più alta di stelle rosse e gialle.

-> Da che cosa sono fatte le stelle


Le stelle sono composte da gas
• idrogeno (simbolo chimico H) 74%;
• elio (simbolo chimico He) 24%;
• altri gas 2%.
I gas formano degli strati compressi (= schiacciati) uno sull’altro, quello più interno
è il nucleo. I gas nel nucleo sono allo stato di plasma, cioè gli atomi dei gas hanno i
nuclei positivi separati dagli elettroni negativi.

-> Come le stelle producono energia


Le stelle producono un’enorme quantità di energia attraverso le reazioni nucleari
di fusione.
Le reazioni avvengono nel nucleo delle stelle a temperature elevate, 10-15 milioni di
gradi.
Nelle reazioni quattro nuclei di H si fondono in un nucleo di He e una piccola massa
di H si trasforma in una enorme quantità di energia: 4 H -> 1 He + ENERGIA

fig. 1 – la reazione di fusione

23
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

LA “VITA” DI UNA STELLA


-> Le fasi di una stella
La “vita” di una stella è divisa in fasi:
1. la protostella – come si forma una stella;
2. la fase stabile – la “vita normale” di una stella;
3. la fase instabile – come evolve (= cambia) una stella;
4. la fase finale – come finisce la “vita” di una stella.

-> La protostella: come si forma una stella


Le stelle si formano per mezzo di un lento processo che dura milioni di anni.
Le stelle hanno origine nelle nebulose, cioè ammassi di gas idrogeno e altri gas
freddi. In alcune zone della nebulosa, chiamate globuli di Bok, la materia ruota e si
contrae (= cade) verso il centro a causa della forza di gravità. Nel centro la temperatura
aumenta. Questa zona centrale densa di materia è chiamata protostella.
Se la temperatura della protostella arriva a 10-15 milioni di gradi, cominciano le
reazioni nucleari di fusione che producono energia, cioè
è “nata” una stella.

-> La fase stabile


La stella passa quasi tutta la “vita” nella fase stabile.
All’interno della stella ci sono due forze [fig. 2]:
• la gravità che contrae i gas verso il centro;
• la pressione prodotta dall’energia che espande (= fig. 2 – l’azione di gravità e pressione
allarga, spinge) i gas verso l’esterno. in una stella
L’equilibrio tra le due forze permette alla stella di essere stabile, cioè non ci sono
contrazione ed espansione degli strati di gas.
La “vita” di una stella dipende dalla sua massa che influenza:
la sua evoluzione;
la sua durata, una stella di massa piccola infatti “vive” di più di una stella di grande
massa perché consuma l’idrogeno più lentamente.

-> La fase instabile


La fase instabile inizia quando le reazioni si fermano perché l’idrogeno finisce. Non
producendo più energia non c’è più l’equilibrio e la gravità fa nuovamente contrarre
la materia.
In base alla sua massa la stella evolve per fermare la contrazione [fig. 3]:
• se la massa della stella è minore della massa del Sole.
La stella diventa una nana bianca, una stella piccola (circa il diametro della
Terra), densa, di colore bianco e con una temperatura di superficie alta.
Nel nucleo della nana bianca non ci sono reazioni, quindi in milioni di anni la
stella si raffredda e diventa una nana nera, cioè una stella di colore scuro;
• se la massa della stella è uguale o maggiore della massa del Sole.

24
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

La stella diventa una gigante rossa, una stella enorme, poco densa, di colore
rosso e con una temperatura di superficie bassa. Nel nucleo la temperatura
arriva a 100 milioni di gradi. A questa temperatura ripartono le reazioni nucleari
di fusione, che producono molta energia e così i gas degli strati esterni della
stella si espandono.

-> La fase finale


Dopo milioni di anni, nella gigante rossa, le reazioni si fermano e la gravità fa
nuovamente contrarre la materia.
La stella evolve in base alla massa per fermare la contrazione [fig. 3]:
• si ha un’evoluzione tranquilla, quando la massa della stella è uguale o poco
più grande della massa del Sole. La stella espelle (= butta fuori) i gas degli
strati esterni. Quindi il nucleo della stella si trasforma in una nana bianca e i gas
formano intorno una nube incandescente (= molto calda), chiamata nebulosa
planetaria. Tra 5 miliardi di anni il Sole evolverà in questo modo.

fig. 3 - schema dell’evoluzione stellare in base alla massa

• si ha un’evoluzione violenta, quando la massa della stella è molto maggiore


della massa del Sole. Per migliaia di anni nella stella ci sono le reazioni nucleari.
Quando queste si fermano, la stella prima si contrae e poi esplode in modo
violento. L’esplosione, chiamata supernova, libera una quantità enorme di
energia e di materia. La materia è dispersa nello spazio, dove forma nebulose e
quindi nuove stelle.

Il residuo dell’esplosione si trasforma in base alla massa:


• il residuo di piccola massa diventa una stella di neutroni. La stella è molto piccola
(diametro 20 km circa) e molto densa (milioni di kg in un mm3) e le particelle che
compongono la materia non sono più atomi ma neutroni. I neutroni si formano
perché nella stella l’elevata gravità fa fondere gli elettroni e i protoni che ci sono
nel nucleo degli atomi. La stella di neutroni non emette luce visibile ma onde
radio;
25
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

• il residuo di grande massa diventa un buco nero. Il buco nero è molto denso
e ha una gravità enorme. L’enorme gravità attrae all’interno del buco nero la
materia che gli passa vicino e impedisce alle radiazioni di essere emesse.
Il buco nero non si vede perché non emette nessun tipo di radiazioni.

LE STELLE SI POSSONO OSSERVARE


-> Stelle vicine e stelle lontane
Le stelle non sono tutte alla stessa distanza, rispetto a noi.
Le stelle più vicine si vedono a “occhio nudo” (= senza usare strumenti) e nella volta
celeste si vedono circa 6000 stelle, 3000 a Nord e 3000 a Sud dell’Equatore.
Le stelle sono unite a gruppi e formano figure chiamate costellazioni [fig. 4].
Possiamo osservare le stelle più lontane da noi con i telescopi [fig. 5], strumenti
capaci di raccogliere la luce visibile emessa dai corpi celesti e ingrandire l’immagine
dell’oggetto osservato.
Per le stelle e i corpi celesti che emettono altri tipi di radiazioni, ci sono strumenti
speciali, ad esempio il radiotelescopio per raccogliere le onde radio.

fig. 4 – due costellazioni

fig. 5 – cupola di un telescopio e volta celeste con una meteora (riga


luminosa) e il bordo della Via Lattea (nube sopra alla cupola)

26
ESERCIZI CAPITOLO 1
J1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
Universo, sistema solare, Sole, pianeti, asteroidi, comete, meteore e meteoriti, esopianeti.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura del Sole sul libro e scrivi i nomi delle sue parti:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. L’Universo è lo spazio in cui ci sono i …………………. …………………………
Il……………….. ……………………..è la teoria che spiega com’è nato l’Universo.
b. La Via Lattea è una ……………………. dove c’è il ……………………. ……………....
c. Il Sole è una ………………… e produce …………………
d. La Luna è il ……………………… della ………...………
e. Il Sole, i pianeti, i satelliti e gli asteroidi formano il ………………… …………………

JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false:


V F
a. Le macchie solari sono più fredde della fotosfera o o
b. Marte è il pianeta del sistema solare più vicino al Sole o o
c. Nel Sole avvengono le reazioni nucleari o o
d. Il sistema solare è composto da pianeti, satelliti e asteroidi o o
e. Tutti i pianeti descrivono un’orbita intorno al Sole o o
f. Giove è il pianeta più grande del sistema solare o o
g. Tutti i pianeti ruotano intorno a una stella o o

27
JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. meteore a. è la stella del Sistema solare
2. vento solare b. stelle cadenti
3. Sole c. corpi celesti che nell’atmosfera terrestre non
bruciano completamente
4. meteoriti d. oggetti rocciosi che sono tra Marte e Giove
5. fotosfera e. particelle elettricamente cariche
6. asteroidi f. strato superficiale del Sole

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. In alcuni periodi dell’anno nel Sistema solare entrano:
o gli asteroidi o i satelliti o le comete o Plutone
b. Tra i seguenti pianeti non è terrestre:
o Marte o Saturno o Mercurio o Venere
c. I pianeti gioviani non hanno:
o superficie rocciosa o anelli o satelliti o alta forza di gravità

JJJ 7. Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il

perché sul tuo quaderno di scienze:


a. o Saturno o Nettuno o Mercurio o Urano
b. o fotosfera o corona solare o cromosfera o coda

JJJ 8. Trova l’affermazione che non vale (= che non va bene) per la cometa e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. La coda si forma solo quando si avvicina al Sole.
b. Hanno una superficie ghiacciata.
c. Si vedono perché emettono luce.
d. La coda è sempre orientata dalla parte opposta a quella del Sole.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. Che cos’è il Big Bang.
b. Che cos’è una galassia.
c. Come si è formato il sistema solare.
d. La differenza tra le meteore e le meteoriti.
e. A cosa serve lo studio degli esopianeti.

28
ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 1

JJ 10. Completa le seguenti frasi:


a. Le stelle sono corpi celesti che emettono …………………. e sono costituiti dai gas
………………….. e ……………
b. Il colore è collegato alla ………………………………… …….. …………………………: le stelle
…………….... sono le più fredde e le stelle ……………. sono le più calde.
c. Le stelle producono energia con le reazioni di ……………………… ………………………………
nelle quali una piccola quantità di ………………………. si trasforma in una enorme quantità di
………………………
d. Quando finisce l’idrogeno inizia la fase…………………di una stella: se la stella ha la massa
minore del Sole diventa una …………………………, se la massa è maggiore diventa una
……………………………………………………….
e. L’esplosione di una stella si chiama ……………………………… il residuo dell’esplosione
diventa una …………… ……. …………….…..o un …………… ……………..

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Quali sono i corpi celesti in cui nascono le stelle? Da che cosa sono composti?
b. Vive di più una stella di piccola massa o una stella di grande massa? Perché?
c. Cosa c’è nella fase stabile delle stelle?
d. Come sono fatte le nane bianche e le giganti rosse?
e. Com’è fatto un buco nero? Perché non è possibile vederlo?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Fai una piccola ricerca sulle caratteristiche delle costellazioni (ad esempio quante sono, i loro
nomi da dove derivano). Cerca in internet notizie sulla stella polare e la costellazione in cui si
trova, la costellazione Croce del Sud, la costellazione del tuo segno zodiacale e una costellazione
che ti piace.
b. Fai una piccola ricerca sulle aurore polari (perché si formano e le conseguenze).
c. Cerca in internet notizie sulle ultime scoperte fatte dalle missioni su Marte e sui satelliti di
Giove, Saturno, Nettuno e sugli esopianeti.

29
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2
IL RETICOLATO GEOGRAFICO
I MOVIMENTI DELLA TERRA
LA MISURA DEL TEMPO

INDICE:

PAROLE UTILI P. 31
IL PIANETA TERRA P. 33
L’ORIENTAMENTO P. 33
IL RETICOLATO GEOGRAFICO P. 34
I MOVIMENTI DELLA TERRA P. 36
LE STAGIONI P. 38
LA MISURA DEL TEMPO P. 41

30
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE
l’osservatore È una persona che cerca o guarda qualcosa: ad esempio cerca
gli osservatori un luogo sulla carta geografica o guarda una stella nel cielo.
la carta geografica È una rappresentazione della superficie terrestre.
le cartine geografiche Serve per capire dove si trova un luogo sulla superficie terrestre.
Le carte sono di tipi diversi: ad esempio fisiche (montagne, mari,
fiumi), politiche (continenti, stati, nazioni, regioni), stradali (vie, auto-
strade, ferrovie).
il settore È una parte della superficie di un oggetto quando è diviso.
i settori
l’emisfero È la metà di una sfera*.
gli emisferi
la sfera È una figura geometrica che ha la superficie curva. Ogni punto
le sfere della superficie è alla stessa distanza dal centro della sfera.

il pianeta lI pianeta è un corpo celeste* che ruota intorno a una stella*. Il


i pianeti pianeta ha due poli, il Nord e il Sud. Tra i due poli passa un asse.
Il pianeta compie due movimenti: la rotazione intorno all’asse e la
rivoluzione intorno alla stella
il corpo celeste È un oggetto che si trova nell’Universo, per esempio le stelle e i
i corpi celesti pianeti.
la stella È un corpo celeste formato da gas che produce molta energia. La stella
le stelle emette (= manda fuori) energia sotto forma di diverse radiazioni*.
la radiazione È l’onda elettromagnetica che viaggia nel vuoto e trasporta
le radiazioni energia: più piccola è l’onda più grande è l’energia. La luce visibile
(= che vediamo) è un’onda elettromagnetica.

il sistema solare È un insieme di corpi celesti*, cioè la stella Sole* e otto pianeti*
tra cui la Terra.
il Sole Il Sole è la stella* che produce l’energia necessaria alla vita sulla
Terra.
il raggio È la linea che unisce:
i raggi nel cerchio, il centro del cerchio con un punto della circonferenza;
nella sfera, il centro della sfera con la superficie della sfera.

l’orizzonte È la circonferenza immaginaria che contiene tutto quello che l’osser-


vatore riesce a vedere.
il circolo di illuminazione È la circonferenza immaginaria che divide la Terra in due parti,
cioè da una parte c’è luce ed è il dì, dall’altra parte c’è buio ed è la
notte.

31
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

la sfera celeste È la parte di Universo, cioè il “cielo”, che vediamo sopra di noi, si
chiama anche volta celeste.
l’orbita È il percorso di un corpo celeste che gira intorno a un altro. L’orbita
le orbite ha una forma ellittica (= ovale).
l’ora È la parte in cui è diviso il giorno: in un giorno ci sono 24 ore.
le ore Un’ora è formata da sessanta (60) minuti e ogni minuto è formato
da 60 secondi.

32
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

IL PIANETA TERRA

->La Terra – definizione


La Terra è il quarto pianeta* che gira intorno alla stella Sole* nel sistema solare*. La
Terra è il luogo abitato dagli esseri viventi, ad esempio le piante, gli animali e l’uomo.

-> Le caratteristiche della Terra


La Terra ha la forma di una sfera* ma questa sfera non è perfetta perché la rotazione
della Terra (vedi “La rotazione” pag. 36) schiaccia i Poli e rigonfia (= allarga) l’Equatore
Il raggio* medio della Terra è di 6365 km, cioè è la media tra il raggio più lungo
misurato all’Equatore e il raggio più corto misurato al Polo.
La Terra ha due movimenti, la rotazione e la rivoluzione (vedi “La rotazione” pag. 36
e “la rivoluzione" pag. 37).

L’ORIENTAMENTO

-> L’orientamento – definizione


L’orientamento serve a indicare:
la direzione verso cui andare;
la posizione di un punto sulla superficie terrestre rispetto alla posizione dell’osservatore*.

fig. 1 – i punti cardinali e i


loro nomi: fig. 2 – la bussola
• nord o settentrione
• est o oriente
• sud o meridione
• ovest o occidente

33
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

-> I punti cardinali


Per l’orientamento servono i punti cardinali, cioè punti fissi (= che non si spostano):
• i punti cardinali sono nord, est, sud, ovest [fig. 1];
• i punti cardinali sono segnati sulla carta geografica*.
La bussola serve per trovare i punti cardinali perché la punta dell’ago indica sempre
il nord [fig.2].

IL RETICOLATO GEOGRAFICO

-> Il reticolato geografico – definizione


Il reticolato geografico serve per trovare un luogo sulla carta geografica e anche sulla
superficie terrestre.
Linee curve immaginarie (= che non sono vere ma sono disegnate dagli uomini) dette
paralleli e meridiani formano Il reticolato geografico [fig. 3].

-> La struttura del reticolato geografico


Le linee curve del reticolato dividono la superficie della Terra in settori*:
I paralleli sono circonferenze orizzontali:
• i paralleli diventano più piccoli dall’Equatore ai Poli dove essi sono solo un punto;
• l’Equatore è il parallelo di riferimento (= più importante) ed è la circonferenza
massima (= più grande).
Altri paralleli sono: il Tropico del Cancro e il Circolo Polare Artico a nord, il Tropico
del Capricorno e il Circolo Polare Antartico a sud [fig. 4];
• l’Equatore è l’unico parallelo che divide in due parti uguali la Terra perché passa
per il centro della Terra. Queste due parti si chiamano emisferi* nord e sud;
• sul reticolato geografico sono disegnati 180 paralleli: 90 a nord e 90 a sud
dell’Equatore.

I meridiani sono circonferenze verticali:


• i meridiani passano per i Poli e quindi sono tutti grandi uguali;
• tutti i meridiani dividono in due metà uguali la Terra;
I meridiani sono fatti da 2 semicirconferenze (= metà circonferenze) che vanno da
Polo a Polo, una si chiama meridiano e l’altra antimeridiano. Quindi con meridiano
si indica la metà di una circonferenza:
• il meridiano di Greenwich è il meridiano di riferimento. La linea del cambiamento
di data è il meridiano dalla parte opposta a Greenwich, cioè il suo antimeridiano
(vedi “I fusi orari pag. 41);
• sul reticolato geografico sono disegnati 360 meridiani: 180 a est e 180 a ovest di
Greenwich.

34
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

fig. 3 – il reticolato geografico fig. 4 – i paralleli più importanti

-> Come si trova un luogo


Per trovare un luogo sulla superficie terrestre e sulla carta geografica servono le
coordinate geografiche.
Le coordinate geografiche indicano la posizione esatta di un luogo e non dipendono
da dove sta l’osservatore.
L’unità di misura delle coordinate è il grado.
Le coordinate sono due:
• la latitudine è la distanza in gradi del luogo da trovare dall’Equatore.
I valori della latitudine vanno da 0° a 90° a nord e a sud dell’Equatore, 0° è
l’Equatore e 90° sono i due Poli;
• la longitudine è la distanza in gradi del luogo da trovare dal meridiano di Greenwich.
I valori della longitudine vanno da 0° a 180° a est e a ovest di Greenwich, 0° è il
meridiano Greenwich e 180° è la linea del cambiamento di data.

Per trovare un luogo sulla superficie terrestre e sulla carta geografica usiamo le
coordinate del luogo [fig. 5]:
1. tracciamo (= disegniamo) le coordinate sul reticolato geografico;
2. il punto di incrocio tra le due coordinate indica il luogo.

fig. 5 – le coordinate geografiche


35
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

I MOVIMENTI DELLA TERRA

-> La rotazione – definizione


La rotazione è il movimento che la Terra fa su se stessa, cioè sull’asse immaginario
che passa per i Poli [fig. 6].

-> Le caratteristiche della rotazione


La rotazione avviene in senso antiorario (= movimento contrario alle lancette
dell’orologio), cioè da ovest a est.
La rotazione avviene in 23h (ore) 56m (minuti) 4s (secondi).
La durata della rotazione corrisponde al giorno, l’insieme del dì, il periodo di luce, e
della notte, il periodo di buio (vedi “Le conseguenze della rotazione terrestre” pag. 36
e “Il giorno e l’anno” pag. 41).

-> Le conseguenze della rotazione terrestre


Le conseguenze della rotazione sono:
1. il passaggio dal dì alla notte, cioè da un periodo
di luce perché il Sole è sopra all’orizzonte a un
periodo di buio perché il Sole è sotto l’orizzonte*.
Il passaggio dal dì alla notte è lento perché l’atmosfera
diffonde (= manda) la luce anche quando il Sole
è sotto l’orizzonte. Il passaggio dal dì alla notte si
fig. 6 – l’asse di rotazione
chiama genericamente crepuscolo [fig7], oppure
nello specifico alba al mattino e tramonto alla sera;
2. la forma della Terra è schiacciata ai Poli e rigonfia all’Equatore;
3. i corpi celesti* nella sfera celeste* hanno un movimento in senso orario
(= come le lancette dell’orologio), cioè sorgono a est e
tramontano a ovest;
4. la forza di Coriolis. A causa di questa forza le correnti marine
e i venti non vanno in linea retta ma curvano verso destra
nell’emisfero nord e verso sinistra in quello sud. Questo
accade perché mentre le correnti e i venti si muovono la Terra
sotto di loro ruota.

fig. 7 – il crepuscolo

36
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

-> La rivoluzione – definizione


La rivoluzione è il movimento intorno al Sole che la Terra compie lungo l’orbita* [fig. 8].

-> Le caratteristiche della rivoluzione


Durante la rivoluzione, l’asse della Terra è inclinato (= storto) sempre dalla stessa
parte.
La rivoluzione avviene in senso antiorario.
La rivoluzione avviene in 365g (giorni) 6h 9m 10s.
La durata della rivoluzione corrisponde all’anno, l’insieme di 365 giorni (vedi “Il giorno
e l’anno” pag. 41).

-> Le conseguenze della rivoluzione terrestre


L’asse inclinato della Terra provoca (= fa):
1. la variazione durante l’anno del numero di ore* del dì e di ore della notte;
2. il susseguirsi (= venire una dopo l’altra) delle stagioni, periodi con condizioni
particolari di luce e temperatura.

fig. 8 – la rivoluzione: la Terra ruota attorno al Sole


su un’orbita e le stagioni sono punti precisi lungo
l’orbita

37
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

LE STAGIONI

-> Le stagioni – definizione


Le stagioni sono periodi dell’anno che hanno diverse condizioni di luce e temperatura.
Ogni stagione dura circa tre mesi.
Le stagioni sono quattro: l’autunno, l’inverno, la primavera e l’estate [fig 9].
Le stagioni sono quattro solo alle medie latitudini, tra 40° e 50° di latitudine nord e
sud, cioè nelle zone temperate (vedi “Le zone astronomiche a pag. 40)

fig. 9 - l'inverno

-> Le caratteristiche delle stagioni


Le stagioni hanno un giorno di inizio: l’autunno e la primavera iniziano con l’equinozio
(23 settembre e 22 marzo), l’inverno e l’estate iniziano con il solstizio (22 dicembre
e 21 giugno) [fig. 8].

Gli Equinozi
Nel giorno dell’equinozio (equinozio = notte lunga come il dì):
• i raggi del Sole sono perpendicolari (= formano un angolo retto) all’Equatore, cioè
il Sole sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest;
• il circolo di illuminazione* divide la Terra in due metà uguali: in tutti i punti della
Terra ci sono dodici (12) ore di luce e dodici ore di buio.
Solo l’Equatore ha per tutto l’anno dodici ore di luce e dodici di buio perché passa per
il centro della Terra e il circolo di illuminazione lo divide sempre in due metà uguali.
38
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

I solstizi
Nel giorno del solstizio (solstizio = il Sole si ferma):
• i raggi del Sole sono perpendicolari (= formano un angolo retto) o al Tropico del
Cancro a nord o al Tropico del Capricorno a sud, cioè il Sole sorge a est ma
spostato o a nord o a sud [fig. 10];
• un polo è al buio (è sempre notte) e l’altro è alla luce (è sempre dì).

fig. 10 – i due tropici

-> Il percorso del Sole durante l’anno: come variano le stagioni nell’emisfero
nord della Terra
All’equinozio di autunno i raggi del Sole sono perpendicolari all’Equatore e il Sole
sorge esattamente a est: dì e notte hanno la stessa durata [fig. 11].
Dopo l’equinozio di autunno il Sole, ogni giorno, sorge a est perpendicolare a un punto
sempre più a sud. Quando il Sole raggiunge il punto limite, il Tropico del Capricorno,
è il solstizio di inverno.
Nel giorno del solstizio di inverno, per l’emisfero nord ha inizio l’inverno perché il dì è
il più corto dell’anno e il Sole è basso sopra all’orizzonte.
Durante l’inverno, ogni giorno il Sole sorge a est perpendicolare a un punto che è
sempre più vicino all’Equatore. Il Sole è sempre più alto sopra l’orizzonte e il dì si
allunga (= aumenta di durata). Al Polo nord il Sole non è mai sopra l’orizzonte, perciò
c’è sempre buio (notte).
All’equinozio di primavera si ripete la situazione dell’equinozio di autunno.
Dopo l’equinozio di primavera il Sole, ogni giorno, sorge a est perpendicolare a
un punto sempre più a nord. Quando il Sole raggiunge il punto limite, il Tropico del
Cancro, è il solstizio di estate.
Nel giorno del solstizio di estate, per l’emisfero nord ha inizio l’estate perché il dì è il
più lungo dell’anno e il Sole è alto sopra all’orizzonte.
Durante l’estate, ogni giorno il Sole sorge a est perpendicolare a un punto che è
sempre più vicino all’Equatore. Il Sole è sempre più basso sopra l’orizzonte è il dì
si accorcia (= diminuisce di durata). Al Polo nord il Sole è sempre sopra l’orizzonte,
perciò c’è sempre luce (dì).

39
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

Nell’emisfero sud le stagioni sono invertite: il solstizio d’estate cade al Tropico del
Capricorno e il solstizio d’inverno cade al Tropico del Cancro.

fig. 11 – la durata del dì durante l’anno

-> Le zone astronomiche


L’Equatore, i due tropici e i due circoli polari dividono la superficie terrestre in cinque
zone, chiamate zone astronomiche [fig. 12]:
• una zona torrida;
• due zone temperate nell’emisfero boreale (nord) e australe (sud);
• due calotte polari artica (nord) e antartica (sud).
Le zone astronomiche hanno condizioni di illuminazione (= luce) e di riscaldamento
(= calore) diverse durante l’anno:
• nella zona torrida, ogni giorno i raggi del Sole sono perpendicolari in un punto.
Il dì è la notte hanno poche ore di differenza e all’Equatore la differenza non c’è;
• nelle zone temperate i raggi del Sole sono inclinati. Il dì e la notte hanno sempre
più differenza;
• nelle calotte polari i raggi del Sole sono molto inclinati. Per circa sei mesi
è sempre dì e per circa sei mesi è sempre notte con lunghi crepuscoli tra i due
periodi dell’anno.

fig. 12 – le zone astronomiche


40
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

LA MISURA DEL TEMPO


-> Il giorno e l’anno
Le unità di misura del tempo sono il giorno e l’anno:
• il giorno dura 23h (ore) 56m (minuti) 4s (secondi). La durata del giorno è arrotondata
a 24 ore;
• l’anno dura 365g (giorni) 6h 9m 10s. La durata dell’anno è arrotondata a 365 giorni
e circa 6 ore ogni anno sono tolte. Ogni 4 anni, le 6 ore formano 1 giorno quindi
l’anno ha un giorno in più. L’anno con un giorno in più si chiama anno bisestile e
ha 366 giorni.
Il calendario è lo strumento per misurare il passare dei giorni e degli anni e l’orologio
è lo strumento per misurare il passare delle ore.

-> I fusi orari – definizione


I fusi sono 24 come le ore e dividono la superficie terrestre in 24 settori verticali [fig. 13].
I fusi orari servono per calcolare l’ora del giorno nei vari luoghi della Terra.

-> I fusi orari servono per calcolare l’ora


L’ora locale o vera è l’ora che ha un luogo.
L’ora locale è la stessa per tutti i luoghi che sono sullo stesso meridiano.
L’ora locale è scomoda da usare perché cambia se ci spostiamo da un meridiano a
un altro.
I fusi orari servono per superare questo problema.

fig. 13 – i fusi orari

41
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 2

-> Le caratteristiche dei fusi orari


Ogni fuso contiene 15 meridiani e per tutti i luoghi di quel fuso l’ora è la stessa.
Rispetto a un osservatore i fusi a est hanno ore in più e i fusi a ovest hanno ore in meno. Per questo
al nostro orologio quando andiamo verso est aggiungiamo le ore e quando andiamo verso ovest
togliamo le ore.
I fusi non sono linee diritte perché seguono i confini degli Stati.
La linea del cambiamento di data è il meridiano dalla parte opposta a Greenwich e passa
nell’Oceano Pacifico in zone disabitate (= non abitate).
Quando un viaggiatore attraversa la linea del cambiamento di data deve cambiare la data del
giorno:
• se attraversa la linea da est a ovest sposta la data al giorno successivo;
• se attraversa la linea da ovest a est ripete la data del giorno precedente.

-> L’ora estiva


L’ora estiva o legale è usata in alcuni Stati (ad esempio in Italia).
In questi Stati da marzo a ottobre, l’orologio va avanti di 1 ora rispetto all’ora del fuso.
In questo modo il tramonto è spostato di 1 ora per guadagnare (= avere) un’ora di luce e risparmiare
energia elettrica.

42
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

LA LUNA

INDICE:

LA LUNA P. 44
I MOVIMENTI E LE FASI DELLA LUNA P. 46
LE ECLISSI P. 47
L’ORIGINE DELLA LUNA P. 48

43
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

LA LUNA

-> La Luna – definizione


La Luna è il satellite naturale della Terra ed è l’unico corpo celeste su cui l’essere umano
abbia “messo piede”. Nel 1969 è stata esplorata per la prima volta da astronauti. Dalla
Terra si vede solo un emisfero (= metà di una sfera).

-> Le caratteristiche fisiche della Luna


Il raggio è un quarto (1/4) del raggio terrestre.
La forza di gravità è un sesto (1/6) di quella terrestre. L’attrazione gravitazionale
della Luna agisce sulle acque della Terra provocando il fenomeno delle maree, cioè
la variazione di livello delle acque ogni circa 6 ore.
Non ha atmosfera. Le conseguenze della mancanza di atmosfera sono:
• non c’è acqua liquida. Forse ai poli, sul fondo di alcuni crateri dove i raggi del sole
non arrivano mai c’è del ghiaccio;
• c’è una forte escursione termica (= differenza di temperatura), da +110°C il dì
si passa a -150 °C la notte. Il fenomeno dipende anche dalla lunga durata del dì e
della notte, 13,5 giorni ciascuno (1 girono della Terra = 27 giorni Luna);
• non ci sono i crepuscoli, cioè il passaggio dal dì alla notte è immediato e il cielo
non è azzurro ma è sempre nero perché non c’è l’atmosfera che riflette e diffonde
la luce;
• non c’è erosione del suolo dovuta agli agenti atmosferici come pioggia e vento;
• i corpi attratti dalla gravità della Luna cadono sulla superficie e producono crateri
da impatto (vedi “La superficie della Luna”, pag. 45).

-> La struttura della Luna


La struttura della Luna è divisa in tre strati:
1. il nucleo – è piccolo e ricco di ferro;
2. il mantello – è la zona intermedia formata da materiali molto densi;
3. la crosta – è la superficie solida e rigida, cioè non ha movimenti.

44
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

-> La superficie della Luna


Il colore della Luna non è uniforme, presenta zone scure e chiare [fig. 1]:
• le zone scure sono i mari, si tratta di ampie aree piatte ricoperte da uno strato di
regolite, una fine polvere di origine vulcanica. Anche se non c’è acqua, si chiamano
“mari” perché sono aree molto grandi. Sono molti nell’emisfero visibile e pochi su
quello non visibile;
• le zone chiare sono le terre alte (o altipiani), ossia aree elevate molto ricche di
crateri.
I rilievi arrivano anche a 9000 m di altezza sono isolati o riuniti a formare delle catene.
Alcuni si trovano sugli altipiani e altri formano le pareti dei mari.
I crateri sono presenti su tutta la superficie, il loro diametro varia da centimetri (cm)
a chilometri (km). Essi sono più abbondanti sull’emisfero nascosto della Luna, cioè
quello non visibile dalla Terra. Sono di due tipi:
• la maggior parte sono crateri da impatto, creati dalla caduta dei meteoriti;
• alcuni sono di origine vulcanica. I fenomeni vulcanici non ci sono più, ma la
regolite è una prova che nel passato ci sono stati.

fig. 1 – una foto dell’emisfero visibile della Luna che


mette in evidenza le zone chiare e scure della su-
perficie
45
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

I MOVIMENTI E LE FASI DELLA LUNA


-> I movimenti della Luna: rotazione e rivoluzione
La Luna ha due movimenti:
• la rotazione attorno al proprio asse in 27 giorni: 13,5 giorni di luce (dì) e 13,5 di
buio (notte);
• la rivoluzione attorno alla Terra in 27 giorni.
I due moti sono sincroni (= hanno la stessa durata), per questo la Luna rivolge alla
Terra sempre lo stesso emisfero.

-> Le fasi lunari – definizione


Le fasi lunari sono i diversi modi in cui noi vediamo la Luna illuminata dal Sole.

-> Le caratteristiche delle fasi lunari


La Luna non emette luce propria ma è illuminata dal Sole.
La Luna ha posizioni diverse rispetto alla Terra e al Sole perché compie la rivoluzione
intorno alla Terra.
Le posizioni principali sono quattro [fig. 2]:
1. Luna nuova – la Luna non si vede perché la parte illuminata è rivolta verso il Sole;
2. primo quarto – si vede metà della parte illuminata della Luna;
3. Luna piena – la Luna si vede perché la parte illuminata è rivolta verso la Terra;
4. ultimo quarto – si vede metà della parte illuminata della Luna.

fig. 2 – le fasi Luna


46
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

LE ECLISSI
-> Le eclissi della Luna

-> Le eclissi – definizione


Le eclissi sono fenomeni astronomici che si hanno quando un oggetto passa davanti a
un altro e lo nasconde alla vista.

La Luna insieme al Sole e alla Terra può far avvenire delle eclissi.
Esse avvengono solo quando Sole, Luna e Terra sono allineati, fenomeno che
non accade tutti i mesi perché l’orbita della Luna e l’orbita della Terra non sono sullo
stesso piano.
Queste eclissi sono di due tipi:
• quando Sole e Luna sono dallo stesso lato rispetto alla Terra, congiunzione
(Luna nuova) si ha l’eclisse di Sole [fig. 3a e 4].
La Luna è in mezzo tra Sole e Terra, copre il Sole e crea un cono d’ombra che
cade su una piccola zona della Terra. In quella zona, è dì e non si vede più il Sole;
• quando Sole e Luna sono ai due lati opposti rispetto alla Terra, opposizione
(Luna piena) si ha l’eclisse di Luna [fig. 3b e 5].
La Terra è in mezzo tra Sole e Luna, copre il Sole e crea un cono d’ombra che
oscura tutta la Luna. Nella zona di Terra in cui è notte non si vede più la Luna.

fig. 3a – l’eclisse di Sole fig. 3b – l’eclisse di Luna

In un anno ci possono essere da due a sette eclissi, sono più frequenti quelle di Sole
ma sono meno visibili

fig. 4 – l’eclisse di Sole fig. 5 – l’eclisse di Luna


47
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

L’ORIGINE DELLA LUNA


La Luna si è formata circa 4,5 miliardi di anni fa. Ci sono alcune ipotesi sulla sua
origine ma nessuna è stata confermata.
1. Ipotesi della fissione (= distacco) – per un certo periodo dopo la sua formazione,
la Terra non aveva una superficie solida e ruotava più velocemente di oggi. La Luna
si è formata da materiale terrestre che si è staccato per effetto della rotazione
terrestre.
2. Ipotesi della cattura – la Luna si è formata in una zona del Sistema solare
lontana dalla Terra e poi è stata catturata dall’attrazione gravitazionale terrestre.
3. Ipotesi dell’impatto – la Luna si è formata dall’impatto di un corpo grande come
Marte con la Terra. Dopo l’impatto molti detriti rocciosi che ruotavano intorno alla
Terra si sono uniti a formare la Luna. Questa ipotesi è quella ritenuta più corretta.

48
ESERCIZI CAPITOLO 2
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
Terra, orientamento, reticolato geografico, rotazione, rivoluzione, stagioni, fusi orari.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura delle zone astronomiche sul libro e scrivi i loro nomi:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. La……………………………. è il movimento della Terra sul suo asse.
b. La rivoluzione è il movimento della Terra………………………………...
c. Quando dì è notte durano 12 ore è il giorno di ………………………….
d. Il di e notte dipendono dal movimento di…………………………………

JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F


a. All’equatore dì e notte hanno la stessa durata per tutto l’anno o o
b. L’alternarsi del dì e della notte dipendono dalla rivoluzione o o
c. Le stagioni dipendono dalla distanza della Terra dal Sole o o
d. I raggi solari sono perpendicolari sui tropici nei solstizi o o
e. I paralleli sono 180 o o
f. L’equatore è un meridiano o o
g. Il meridiano di Greenwich è il più importante o o
h. La latitudine è la distanza di un punto dall’equatore o o
i. La longitudine può essere nord o sud o o
j. Latitudine e longitudine servono per trovare un luogo o o
k. I poli sono attraversati da tutti i meridiani o o

49
JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. fusi orari a. distanza da Greenwich
2. reticolato geografico b. distanza dall’equatore
3. latitudine c. sistema per sapere le ore
4. longitudine d. sistema per trovare un punto

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. I meridiani:
o sono circonferenze verticali o non passano per i poli
o sono 180 o sono circonferenze orizzontali
b. Se dall’Italia ci spostiamo verso est troviamo Paesi con:
o la stessa ora o ore in più
o ore in meno o dipende dalla stagione
c. La conseguenza della rotazione della Terra è:
o l’alternarsi delle stagioni o la forza di Coriolis
o l’anno o i crepuscoli
d. la forma della Terra è:
o piatta o sferica o non si sa o sferica ma schiacciata
ai poli
e. il solstizio è il giorno:
o in cui inizia la primavera o l’autunno o il dì e la notte hanno la stessa durata
o il Sole è perpendicolare all’equatore o in cui inizia l’inverno o l’estate
f. l’asse terrestre è:
o inclinato sempre dalla stessa parte o l’inclinazione si inverte ogni sei mesi
o diritto o dipende dalla stagione

JJJ 7. Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o paralleli o longitudine o equinozio o reticolato geografico
b. o ora estiva o ora locale o fusi orari o bussola

JJJ 8. Correggi le affermazioni false dell’esercizio 4 e scrivile corrette sul tuo quaderno
di scienze.

50
JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:
a. Il movimento di rotazione terrestre.
b. Perché ci sono le stagioni sulla Terra.
c. Di che cosa ha bisogno l’uomo per orientarsi nello spazio.
d. A che cosa servono i fusi orari.
e. Che cosa succede agli equinozi e ai solstizi.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 2

JJ 10. Completa le seguenti frasi:


a. I …………sono le zone scure della Luna, sono aree molto grandi e ……………… , sono
ricoperte da uno strato di …………..
b. Le ………………….………sono le zone chiare, cioè aree elevate molto ricche di ……………..
c. I …………. …..arrivano anche a 9000 m di altezza e formano le pareti dei………..….
d. Le fasi lunari sono ………………. Quando c’è la congiunzione la Luna è ……………..quando
c’è l’opposizione la Luna è ……………….
e. La Luna ha tre strati: il ………………… fatto di …………., il ………………. che è la zona
…………………… e la ………………che è la superficie e non ha…………………


JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Spiega quali sono le conseguenze della mancanza di atmosfera sulla Luna.
b. Perché dalla Terra si vede sempre la stessa faccia della Luna?
c. Disegna le fasi lunari, descrivile e spiega perché avvengono.
d. Disegna e descrivi l’eclisse di Sole e l’eclisse di Luna.
e. Spiega come si è formata la Luna.

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Osserva per un mese la Luna e descrivi i suoi cambiamenti nel cielo.
b. Fai una piccola ricerca sulle missioni dell’uomo sulla Luna.
c. Cerca in internet notizie sui calendari nelle civiltà del passato (ad esempio Babilonesi, Egizi,
antica Roma, medioevo).

51
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

I MINERALI E LE ROCCE
I VULCANI E I TERREMOTI

INDICE:

PAROLE UTILI P. 53
I MINERALI P. 55
LE ROCCE P. 57
I VULCANI P. 59
I TERREMOTI P. 62
LA PREVISIONE E LA PREVENZIONE
DEI VULCANI E DEI TERREMOTI P. 63
LA DISTRIBUZIONE DEI VULCANI
E DEI TERREMOTI IN ITALIA P.64

52
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE
il solido È uno stato della materia, cioè come può essere. Gli stati della materia
i solidi sono: solido, liquido e aeriforme (gas o vapore).
il composto È una sostanza fatta da atomi* diversi legati tra loro. Un composto è
i composti formato sempre dallo stesso tipo e dallo stesso numero di atomi, cioè
la composizione chimica* non cambia.
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

la composizione È l’insieme degli atomi presenti in una sostanza. Se la composizione


chimica chimica non cambia si può scrivere la formula chimica*.
le composizioni
chimiche
la formula chimica È la rappresentazione scritta della composizione di una sostanza:
le formule chimiche indica gli atomi che formano la sostanza e la loro quantità.
Ad esempio la formula del sale da cucina è NaCl che vuol dire 1 atomo
di sodio e 1 atomo di cloro.
la piramide È una figura di geometria che ha come base un triangolo o un
le piramidi quadrato e in cima ha una punta detta vertice.

il tetraedro È una figura geometrica che ha quattro facce.


i tetraedri

il detrito È un pezzo di roccia di dimensioni varie che si stacca dalla roccia.


i detriti
lo strato È una struttura fatta da sostanze con uguali caratteristiche. Gli strati
gli strati sono messi uno dopo l’altro o uno sopra l’altro.
la miscela È un insieme di due o più sostanze. Le quantità delle sostanze che la
le miscele formano possono cambiare.
il gas e il vapore Sono sostanze allo stato aeriforme*, ad esempio nell’aria ci sono il
i gas e i vapori gas anidride carbonica e il vapore acqueo.
lo stato aeriforme È uno stato della materia, cioè come può essere. Gli stati della materia
sono: solido, liquido e aeriforme (gas o vapore).

53
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

lo scudo È uno stato della materia, cioè come può essere. Gli stati della materia
gli scudi sono: solido, liquido e aeriforme (gas o vapore).

il cono È una figura di geometria che ha come base un cerchio e in cima ha


i coni una punta detta vertice.

l’onda È il movimento che trasporta energia attraverso una sostanza, ad


le onde esempio l’onda del mare nell’acqua, il suono nell’aria e l’onda del
terremoto nel terreno.

54
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

I MINERALI

-> I minerali – definizione


I minerali sono sostanze solide* che si trovano in natura e si formano (= nascono)
sottoterra.
I minerali formano le rocce (vedi “Le rocce” pag. 57).

-> Le caratteristiche dei minerali


I minerali sono solidi cristallini (vedi “La struttura dei minerali” pag. 55).
I minerali sono composti*. Ogni minerale ha la sua composizione chimica* che
non cambia.
La composizione chimica serve a riconoscere un minerale.

-> La struttura dei minerali


Gli atomi che compongono i minerali formano una struttura precisa perché sono
legati in modo regolare (= ordinato). Questa struttura si chiama reticolo cristallino
[fig. 1a], ecco perché i minerali sono detti solidi cristallini. Ogni minerale ha il suo
reticolo che permette di riconoscerlo.
Per formare il reticolo gli atomi hanno bisogno di spazio e di molto tempo.
Se un minerale si forma velocemente gli atomi non hanno tempo di legarsi in modo
ordinato e non si forma il reticolo. Quando non si forma il reticolo il minerale si chiama
solido amorfo.

fig. 1a – il reticolo fig. 1b – il tetraedro


cristallino del cloruro dei silicati
di sodio
I minerali più abbondanti (= in grande quantità) nelle rocce sono i silicati.
Il reticolo cristallino dei silicati è una piramide* a base triangolare detta tetraedro*
[fig. 1b], ad esempio il quarzo.

55
CAPITOLO 3

-> Le proprietà dei minerali


Le proprietà dei minerali servono a riconoscere i diversi tipi di minerali.
Per riconoscere un minerale dobbiamo osservare più proprietà contemporaneamente
(= insieme).
Il colore è una proprietà che non è molto utile perché:
• minerali diversi possono avere lo stesso colore, ad esempio sia il topazio sia
l’acquamarina sono di colore azzurro;
• lo stesso minerale può avere colori diversi, ad esempio il quarzo può essere rosa,
viola, giallo, trasparente.
La durezza è la proprietà di un minerale di
resistere alla scalfittura (= essere graffiato,
rigato con un oggetto a punta). Il minerale più
duro è il diamante (una pietra preziosa) e il più
tenero il talco che si riga con l’unghia.
La sfaldatura è la proprietà di un minerale di
rompersi in modo regolare. La rottura avviene
nei punti del reticolo in cui i legami tra gli
atomi sono più deboli (ad esempio il taglio del
diamante). Si dice frattura se il minerale si
rompe in modo irregolare (= non regolare).
fig. 2 – il quarzo ametista

56
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

LE ROCCE

-> Le rocce – definizione


Le rocce sono aggregati (= insiemi) di uno o più minerali diversi, in percentuale variabile,
cioè nello stesso tipo di roccia la quantità di un minerale può variare. Le rocce formano
la superficie e l’interno della Terra.

-> La classificazione delle rocce


Le rocce si dividono in tre gruppi sulla base dell’origine (= come si formano):
• le rocce magmatiche, si formano dal magma (vedi “I vulcani” pag. 59) che si
raffredda e solidifica (= diventa solido) in superficie e sottoterra;
• le rocce sedimentarie, si formano dai detriti* che si mettono in strati*. Gli strati
poi si uniscono perché tra gli strati ci sono sostanze che fanno da “colla”;
• le rocce metamorfiche, si formano da rocce già presenti che vengono modificate
dalla temperatura e dalla pressione del sottosuolo.

-> Le rocce magmatiche


Le rocce magmatiche sono divise in base al luogo in cui il magma solidifica:
• se il magma solidifica sotto la superficie e in tempi molto lunghi si formano le
rocce intrusive. Nei minerali di queste rocce gli atomi hanno il tempo di formare
il reticolo cristallino. I minerali sono grandi e visibili a “occhio nudo” (= senza usare
strumenti), ad esempio il granito [fig. 3a];
• se il magma solidifica sulla superficie e in tempi brevi si formano le rocce
effusive. Nei minerali di queste rocce gli atomi non hanno il tempo di formare il
reticolo cristallino. I minerali sono piccoli e non visibili a “occhio nudo” (si vedono
al microscopio), ad esempio il basalto [fig. 3b] o non ci sono, rocce amorfe, ad
esempio l’ossidiana [fig. 3c].
Le rocce magmatiche si dividono anche in base alla quantità di silice che contengono,
cioè il minerale quarzo, che è di colore chiaro:
• le rocce acide – sono chiare e contengono molta silice, ad esempio il granito;
• le rocce basiche – sono scure e hanno poca silice, ad esempio il basalto.

fig. 3a – il granito fig. 3b – il basalto fig. 3c – l’ossidiana

57
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

-> Le rocce sedimentarie


I detriti* delle rocce sedimentarie si formano in modi diversi:
• erosione – la roccia viene erosa (= consumata) da agenti
atmosferici (pioggia, vento), fiumi e ghiacciai, variazioni di
temperatura (caldo e gelo);
• evaporazione – in acque calde e salate l’acqua evapora (=
fig. 4 – gli strati
diventa vapore) e i sali si depositano (= vanno) sul fondo dei mari,
ad esempio il salgemma (= sale da cucina);
• accumulo – gusci, scheletri e conchiglie di organismi acquatici e coralli dopo la
loro morte si depositano sul fondo dei mari;
• eruzione – materiali solidi che escono dai vulcani.
I detriti si stratificano (= si mettono uno sopra l’altro) [fig. 4] e diventano
rocce in due passaggi:
1. compattazione – gli strati che stanno sopra pesano su quelli
sotto e così si riducono gli spazi tra un detrito e l’altro;
2. cementazione – l’aria e l’acqua presenti negli spazi tra i detriti
vengono espulse (= buttate fuori). I sali sciolti nell’acqua restano
tra gli spazi e fanno da “colla” per i detriti.
Negli strati si possono trovare dei fossili, resti di animali e di fig. 5 – un fossile di ammonite
vegetali vissuti milioni di anni fa [fig. 5].

-> Le rocce metamorfiche


Le rocce metamorfiche si formano da rocce presenti sotto la superficie
che sono modificate dall’elevata (= alta) pressione e temperatura.
La temperatura e la pressione modificano i minerali che formano queste
rocce, così il reticolo cristallino cambia e quindi si hanno nuovi minerali.
I nuovi minerali sono più grandi e formano un nuovo tipo di roccia.
La pressione può agire sulla forma dei minerali, così i minerali sono
schiacciati e allungati in una direzione. Questa proprietà è detta scistosità
fig. 6 – una roccia
[fig. 6]. scistosa

-> Il ciclo delle rocce


Il ciclo delle rocce [fig. 7] collega i processi magmatico, sedimentario e metamorfico.
Il ciclo delle rocce spiega perché un tipo di roccia, in milioni di anni, può trasformarsi
in un altro tipo di roccia.
Ad esempio: una roccia effusiva può essere erosa (= consumata) dal vento e diventare
una roccia sedimentaria, una roccia metamorfica può finire sottoterra e diventare
magma.

58
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

fig. 7 – il ciclo delle rocce

I VULCANI

-> I vulcani – definizione


I vulcani sono spaccature (= buchi molto grandi) della crosta terrestre (vedi
approfondimento “La struttura della Terra” pag. 66). Da questa spaccatura sale in
superficie il magma.
L’eruzione vulcanica è il fenomeno di uscita del magma.

-> La forma dei vulcani


I vulcani hanno due forme.
I vulcani centrali, ad esempio l’Etna e il Vesuvio (in Italia) [fig. 8]:
• hanno un edificio (= struttura) formato dalle colate di lava (= masse di lava)
solidificate;
• l’edificio ha in cima una apertura, il cratere [fig. 9];
• all’interno dell’edificio c’è il condotto, da dove sale il magma;
• il condotto collega il cratere alla camera magmatica dove si deposita (= si trova
fermo) il magma;
I vulcani lineari, ad esempio in Islanda: il magma sale in superficie da spaccature
della roccia, perché non c’è l’edificio [fig. 10].

59
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

fig. 9 - il cratere

fig. 8 – la struttura di un vulcano centrale e


si vedono l’edificio formato dalla colata, il
condotto e il cratere da cui esce il magma,
la camera magmatica dove si trova il magma
prima di uscire

fig. 10 – la struttura di un
vulcano lineare: la lava esce
da una spaccatura della crosta
terrestre e solidifica senza
formare l’edificio

-> Il magma – definizione


Il magma è una miscela* di minerali allo stato fuso, mescolati a gas* e vapori* ad alta
temperatura.

-> Le caratteristiche del magma


Il magma è all’interno della Terra tra i 75 e i 250 chilometri (km) di profondità ed è
eruttato (= buttato fuori) dai vulcani durante un’eruzione vulcanica.
Quando il magma, durante l’eruzione vulcanica, arriva in superficie, perde i gas e si
chiama lava [fig. 11].

-> La composizione del magma


Nel magma i silicati sono i minerali più abbondanti.
I gas e i vapori più abbondanti sono il vapore acqueo e
l’anidride carbonica, ma c’è anche zolfo, cloro e gas tossici (=
pericolosi per la vita).
Gas e vapori hanno la funzione di spingere il magma
verso l’esterno. Durante l’eruzione i gas e i vapori passano
nell’atmosfera. fig. 11 - una colata di lava
Nella composizione del magma è importante la quantità di silice, cioè il minerale
quarzo (un silicato). Infatti se c’è poca silice il magma è fluido, se c’è tanta silice il
magma è denso. Il contenuto in silice influisce:
• sul movimento del magma nel condotto;
• sul tipo di lava che è fluida o densa in base al magma da cui deriva.
60
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

-> Le eruzioni vulcaniche


L’eruzione vulcanica è innescata (= fatta partire) dalla pressione dei gas che spinge
il magma verso l’alto.
Ci sono due tipi di eruzione che dipendono dal tipo di magma e dal contenuto di gas:
• nell’eruzione effusiva il magma è fluido, sale nel condotto con facilità e i gas si liberano
gradualmente. In superficie esce lava fluida che forma colate di lava. Le colate formano
dei “fiumi“ di lava che percorrono molti chilometri (km) prima di solidificare;
• nell’eruzione esplosiva il magma è denso, sale nel condotto con difficoltà e i
gas fanno fatica a liberarsi. La pressione dei gas aumenta fino a quando i gas si
liberano in modo violento.
Durante la liberazione violenta il magma si frammenta (= si rompe in pezzi) e strappa
pezzi di roccia dalle pareti del condotto. La forza dell’esplosione lancia in aria i detriti
di magma e di roccia.I detriti hanno diverse dimensioni: ceneri (piccoli detriti), lapilli
(sassolini) e bombe (blocchi di roccia).

-> Le forme degli edifici vulcanici


La forma dell’edificio vulcanico dipende dal tipo di lava.
Ci sono due tipi di edifici [fig. 12]:
• l’edificio largo alla base e con i lati poco ripidi dei vulcani a scudo*.
Questi vulcani si formano da lave fluide durante eruzioni poco
violente, ad esempio il Mauna Loa (nelle isole Hawaii);
• l’edifico a forma di cono* e con i lati ripidi dei vulcani-strato. Questi fig. 12 – le forme di edificio
vulcani si formano da lave poco fluide o dense durante eruzioni alternate effusive
ed esplosive, ad esempio il Fujiyama (in Giappone), l’Etna e il Vesuvio.

-> La vita di un vulcano


• Un vulcano con eruzione continua si dice attivo. Ad esempio l’Etna.
• Un vulcano alla fine di un’eruzione si dice quiescente. Un vulcano resta in questa
fase fino a quando, nella camera magmatica, il magma comincia di nuovo a salire
nel condotto e inizia una nuova eruzione. ad esempio il Vesuvio.
• Un vulcano che non ha attività da qualche migliaio di anni si dice estinto. Ad
esempio il Mauna Kea nelle isole Hawaii.
Nelle ultime fasi di vita un vulcano ha attività secondarie. Le
attività secondarie possono durare anche migliaia di anni.
Una attività secondaria è ad esempio quando l’acqua che circola
sottoterra viene riscaldata dal magma che si sta raffreddando.
L’acqua riscaldata forma [fig. 13]:
• i geyser, acqua riscaldata che sale verso l’alto. In superficie,
per il calo di pressione, l’acqua bolle ed esce con forza dal
suolo. Si formano getti di vapore e acqua molto calda che
escono a intervalli di tempo regolari;
• le sorgenti termali, acqua calda ricca di sali minerali che fig. 13 – due attività second-
esce in superficie. arie: le sorgenti e i geyser
61
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

I TERREMOTI

-> I terremoti - definizione


I terremoti (o sismi) sono vibrazioni del terreno prodotte da un’improvvisa liberazione di
energia nel sottosuolo. L’energia si propaga (= si muove) sotto forma di onde*

-> Come si origina un terremoto


I terremoti avvengono solo in alcune parti della Terra, chiamate aree sismiche.
Sottoterra una roccia può subire spinte o pressioni e si deforma (= cambia forma). Il
processo è lento e avviene per tappe [fig. 14a]:
1. la roccia si deforma e accumula energia;
2. quando la roccia raggiunge la sua massima capacità di deformazione si rompe in
due parti. La linea di rottura si chiama faglia;
3. le due parti di roccia scorrono in direzioni opposte lungo la faglia in modo improvviso.
Nel movimento si libera l’energia;
4. il punto di rottura è l’ipocentro, da qui l’energia si propaga in tutte le direzioni sotto
forma di onde. L’ipocentro è quindi il punto di origine del terremoto.
In superficie il punto in verticale sopra l’ipocento si chiama epicentro [fig. 14b].

fig. 14a – il movimento di una faglia fig. 14b – lo schema di propagazione

-> Le onde sismiche


Le onde sismiche provocano le vibrazioni della roccia, cioè le scosse.
Le onde sismiche diventano più deboli man mano che si allontano dal punto di origine
del terremoto.
Le onde sismiche sono di tre tipi:
• le onde P, sono le onde più veloci. Le onde P partono dall’ipocentro e possono
attraversare qualsiasi sostanza (roccia, acqua). Le onde P fanno oscillare (=
muovere) la roccia avanti e indietro;
• le onde S, sono le onde più lente. Le onde S partono dall’ipocentro e non
attraversano i fluidi (magma, acqua). Le onde S fanno oscillare la roccia su e giù;
• le onde superficiali, sono onde che si propagano dall’epicentro. Le onde superficiali
hanno forme diverse perché dipende da come arrivano in superficie le onde P e S.

62
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

-> Come si registra (= misura) un terremoto


Il sismografo è lo strumento per registrare le onde sismiche [fig. 15] e quindi capire
dov’è l’ipocentro.
La forza di un terremoto è il suo potere di distruggere, ed è misurata in due modi che
danno dati diversi:
• la scala Richter misura l’energia liberata nell’ipocentro.
Per un terremoto ha lo stesso valore ovunque venga registrata
perché misura l’energia liberata;
• la scala Mercalli misura i danni provocati dalle scosse
in una determinata zona a edifici, al terreno e alle persone. fig. 15 – grafico delle onde P
Per un terremoto ha valori diversi, infatti il valore massimo è e S registrato dal sismografo
nell’epicentro e diminuisce con la distanza.

LA PREVISIONE E LA PREVENZIONE DEI VULCANI E DEI TERREMOTI


-> Come difendersi dai vulcani e dai terremoti
Non è possibile sapere esattamente quando e come avverrà un’eruzione vulcanica o
un terremoto. Si può però fare previsione e prevenzione.

Previsione vuol dire saper riconoscere i segnali di un possibile fenomeno.


Come si fa:
• i dati storici indicano quali aree sono più a rischio e da quanto tempo non si verifica
il fenomeno;
• per i vulcani gli studiosi osservano i cambiamenti del suolo (ad esempio se si
solleva e se aumenta di temperatura) e se il vulcano emette gas;
• per i terremoti non c’è un sistema sicuro, gli studiosi osservano le deformazioni
del suolo in superficie e la formazione di fratture all’interno di una massa rocciosa.

Prevenzione vuol dire organizzare sistemi di protezione e piani di evacuazione (=


andare via). Come si fa:
• per prevenire i vulcani è meglio non costruire case e centri abitati vicino a un vulcano.
Quando un vulcano erutta, a volte, è possibile deviare il “fiume” della colata lavica;
• per prevenire i terremoti lo studio del tipo di terreno permette di intervenire sulle
case per rinforzarle. Nelle aree sismiche si devono costruire edifici antisismici,
cioè con materiali che resistono alle scosse di terremoto.

63
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 3

LA DISTRIBUZIONE DEI VULCANI E DEI TERREMOTI IN ITALIA

-> Le aree vulcaniche e sismiche italiane


Vulcani attivi o quiescenti: Etna e Stromboli attivi, Vesuvio e Vulcano quiescenti
(Stromboli e Vulcano sono nelle isole Eolie) [fig. 16a].
Aree sismiche [fig. 16b]:
• le zone molto sismiche sono al centro-sud, tra Campania e Basilicata;
• l’arco alpino è poco sismico, tranne il Friuli che è molto sismico;
• le zone centro-nord sono poco sismiche;
• le zone non sismiche sono la Sardegna e il Salento (Puglia).

fig. 16a – i vulcani attivi in Italia fig. 16b – le aree sismiche in Italia

64
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3
LA STRUTTURA DELLA TERRA
LA TETTONICA DELLE
PLACCHE

INDICE:

LA STRUTTURA DELLA TERRA P. 66


LA TETTONICA DELLE PLACCHE P. 68

65
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

LA STRUTTURA DELLA TERRA

-> Gli strati della Terra


Per costruire il modello della struttura della Terra è stato studiato il percorso delle onde P
e S all’interno della Terra.
Questo perché le onde sismiche hanno velocità diverse e cambiano direzione in
base al materiale in cui si muovono.

La Terra è formata da più strati [fig.1].


Gli strati interni della Terra sono il nucleo e il mantello:
1. il nucleo – è composto dai minerali ferro (simbolo Fe) e nichel (Ni), si divide in
nucleo interno solido e nucleo esterno fluido. Ha un raggio di 3500 chilometri
(km) circa;
2. il mantello – è lo strato intermedio composto da rocce ricche di ferro e magnesio
(Mg). Tra i 70 e 250 km di profondità c’è l’astenosfera, una zona plastica (= non
rigida, morbida) che divide il mantello in superiore e inferiore.
Lo strato superficiale della Terra è la crosta:
3. La crosta si divide in continentale e oceanica:
• la crosta continentale è spessa 20-70 km e forma i continenti;
• la crosta oceanica è spessa 6-8 km e forma il fondo degli oceani.
La crosta e il mantello superiore formano insieme la litosfera, che è divisa in placche
(= pezzi) incastrate come i pezzi di un puzzle (vedi “La tettonica delle placche” pag.
68).

-> La struttura della crosta oceanica


Il fondo degli oceani presenta due
strutture, le dorsali e le fosse [fig. 2]:
• le dorsali sono lunghe strutture
in cui la crosta oceanica si solleva
verso l’alto e arriva a 2000-3000 m
di altezza. In alcuni punti la cima
delle dorsali può emergere dal
mare, ad esempio l’Islanda. La
cima delle dorsali è percorsa da fig. 1 – gli strati della Terra
una depressione (= valle, bacino)
larga alcuni km, detta rift valley. Lungo la rift valley ci sono eruzioni vulcaniche di
tipo effusivo e terremoti.
• le fosse sono lunghe depressioni a volte molto profonde (ad esempio la Fossa
delle Marianne, nell’Oceano Pacifico, è profonda 11.033 m).
Lungo zone parallele alle fosse si ha intensa attività vulcanica di tipo esplosivo. Nelle
fosse l’attività sismica è alta.

66
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

-> L’attività delle dorsali e delle fosse


L’attività delle dorsali e delle fosse è collegata e provoca l’espansione dei fondi
oceanici, cioè il continuo movimento dei fondi oceanici [fig. 2].
La velocità di espansione è di alcuni centimetri (cm) all’anno.
• La dorsale è zona di formazione di nuova crosta: il magma sale dal mantello
e in superficie si divide in due parti, una a destra e una a sinistra della dorsale. Il
nuovo magma che esce allontana le due parti della dorsale in direzioni opposte e
a contatto con l’acqua solidifica. È così che il fondo oceanico si espande.
Lontano dalla dorsale la litosfera oceanica si raffredda, diventa più pesante e, dove
incontra una litosfera più leggera, comincia a scendere sotto. È così che si forma una
fossa.
• La fossa è zona di distruzione della crosta: la discesa della litosfera, detta
subduzione, avviene con violenti attriti che provocano terremoti. Nella discesa la
litosfera si riscalda, e fonde diventando magma. Questo magma in parte risale a
formare vulcani paralleli alle fosse.

fig. 2 – l’immagine mostra una dorsale e una fossa tra loro collegate dal
meccanismo di espansione del fondo oceanico

67
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

LA TETTONICA DELLE PLACCHE

-> La tettonica delle placche – definizione


La tettonica delle placche è una teoria che spiega la formazione di oceani e montagne
e la distribuzione dei vulcani e delle aree sismiche.
La teoria si basa sull’osservazione del comportamento della litosfera che appoggia e si
sposta sull’astenosfera.

-> Le caratteristiche della litosfera


La litosfera è divisa in venti placche [fig. 3].
Le placche sono di tre tipi in base al tipo di litosfera che le forma:
1. solo litosfera oceanica, ad esempio la placca del Pacifico;
2. quasi tutta litosfera continentale, ad esempio la placca eurasiatica;
3. litosfera oceanica e continentale, ad esempio la placca africana.

fig. 3 – le venti placche in cui è divisa la litosfera


-> L’attività delle placche
Il movimento delle placche è possibile perché l’astenosfera è plastica, cioè esse
“galleggiano” e scivolano su di essa.
Lungo i margini (= bordi) delle placche l’attività coincide con l’attività di dorsali e
fosse [fig. 4].
In base alla attività ci sono tre tipi di margini:
• i margini divergenti o costruttivi dove le due placche si allontanano, essi
corrispondono alle dorsali lungo le quali si forma nuova litosfera;
• i margini convergenti o distruttivi dove le due placche si avvicinano, essi
corrispondono alle fosse lungo le quali la litosfera è distrutta;
• i margini trasformi o conservativi dove le due placche scorrono una a fianco
all’altra in direzioni opposte. In questo caso non si costruisce e non si distrugge
litosfera.

68
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

fig. 4 – il collegamento tra margini delle placche e dorsali


e fosse
Alcune placche sono circondate da margini costruttivi e
quindi aumentano in dimensione con il tempo, ad esempio
la placca africana.
Altre placche sono limitate sia da dorsali sia da fosse e
quindi possono aumentare, diminuire o restare costanti, ad
esempio la placca sudamericana.

-> I movimenti convergenti delle placche (fosse)


1. Movimenti tra due placche continentali [fig. 5] – le
fig. 5 – le due placche continentali
placche si avvicinano e distruggono per subduzione
tutto quello che c’era in mezzo (ad esempio un oceano).
I margini delle placche si scontrano, si frammentano e si
sovrappongono (= si mettono uno sopra l’altro). Questo
movimento, chiamato orogenesi, forma una catena
montuosa, ad esempio le Alpi e l’Himalaya.
2. Movimenti tra una placca continentale e una oceanica
[fig. 6] – i sedimenti del fondo oceanico si accumulano sul
margine della placca continentale. La placca oceanica fig. 6 – la placca continentale e la
scende sotto a quella continentale perché è più pesante, placca oceanica
in parte fonde e diventa magma. Se il magma arriva
in superficie si forma un arco vulcanico. Nel tempo
i sedimenti accumulati e i vulcani formano una catena
montuosa, ad esempio le Ande.
3. Movimenti tra due placche oceaniche [fig. 7] – la
placca più pesante scende sotto all’altra, in parte fonde e
diventa magma. Il magma sale e forma un arco di isole
vulcaniche. L’arco emerge ed è parallelo al margine della fig. 7 – le due placche oceaniche
placca che resta in superficie, ad esempio l’arcipelago
delle Marianne.
69
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

-> I movimenti divergenti delle placche (dorsali)


1. Movimenti tra due placche oceaniche o tra
una placca oceanica e una continentale – i
margini si separano e si forma nuova crosta
oceanica.
2. Movimenti tra due placche continentali [fig.
8] – la nuova crosta forma una depressione
che, con il tempo, si riempie di acqua dando
origine a un nuovo oceano, ad esempio la
Great Rift Valley in Africa e il Mar Rosso. fig. 8 – i movimenti divergenti tra due
placche continentali

-> Il motore delle placche


Non è ancora chiaro il meccanismo che causa il movimento
delle placche.
Attualmente gli studiosi pensano che le placche vengano
trascinate dal movimento delle correnti convettive [fig. 9],
cioè dai movimenti del materiale del mantello:
• in profondità il materiale caldo sale verso l’alto perché è
più leggero;
• in prossimità della superficie il materiale si raffredda e
scende. fig. 9 – le correnti convettive

->La distribuzione geografica dei vulcani e dei terremoti


La tettonica delle placche spiega la distribuzione dei vulcani e dei terremoti, infatti
i vulcani attivi e le aree sismiche sono quasi sempre in corrispondenza dei margini
delle placche [fig. 10].

fig. 10 – l’immagine evidenzia come la posizione delle aree


vulcaniche e sismiche sia associata
70
ESERCIZI CAPITOLO 3
ESERCIZI DEL CAPITOLO 3

J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:


minerali, rocce, vulcani, magma, terremoti, previsione, prevenzione.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura del vulcano sul libro e scrivi i nomi delle sue parti:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. I ……………. sono le sostanze solide che formano le rocce.
b. Le rocce si dividono in tre gruppi: le ……………………………. che si formano dal ………………, le
………………………………… che si formano dai ……………………., le …………………….…….
che si formano da rocce modificate dalla…………………… e dalla …………………………… del
sottosuolo.
c. I …………………..…..sono spaccature della ……………………da cui sale in superficie il
………………….. Il fenomeno di uscita del magma si chiama ……………………...
d. Quando il magma è …………. il vulcano ha la forma di un cono e l’eruzione
è………………………………Quando il magma è ……………. il vulcano ha la forma di uno scudo
e l’eruzione è ………………………………….
e. I …………………………. sono vibrazioni del terreno prodotte da un’improvvisa liberazione di
………………….. nel sottosuolo.

71
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. La struttura interna dei minerali si chiama reticolo cristallino o o
b. Le rocce formano i minerali o o
c. Le rocce sedimentarie derivano dalla solidificazione del magma o o
d. Il magma fluido è più mobile di quella denso o o
e. I vulcani a scudo hanno forma di cono a fianchi ripidi o o
f. Le onde sismiche più veloci sono quelle P o o
g. La scala Richter misura i danni fatti da un terremoto o o
h. Le zone non sismiche dell’Italia sono la Sardegna e il Salento o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. magma a. punto in superficie da cui si propaga l’energia
2. cratere b. linea di rottura di una roccia
3. camera magmatica c. apertura in cima al vulcano
4. condotto d. zona sottoterra dove si raccoglie il magma
5. epicentro e. massa di rocce fuse
6. faglia f. zona attraverso cui passa il magma

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Le rocce magmatiche si formano da:
o rocce trasformate dalla temperatura e dalla pressione o detriti che si uniscono
o sali che si depositano sul fondo del mare o magma che solidifica
b. La lava è:
o uguale al magma o il magma senza i gas o il magma senza silice
c. Un vulcano con eruzione continua si dice:
o quiescente o attivo o estinto
d. Le onde che non attraversano i fluidi sono:
o onde S o onde superficiali o onde P

JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o solido amorfo o compattazione o durezza o reticolo cristallino
b. o erosione o evaporazione o sfaldatura o accumulo

72
JJJ 8. Trova l’affermazione che non vale (= che non va bene) per la cometa e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. La previsione è riconoscere i segnali di un fenomeno e la prevenzione è organizzare la
protezione.
b. Con la prevenzione e la previsione si sa esattamente quando avverrà un’eruzione vulcanica
o un terremoto.
c. Per la previsione sono importanti i dati storici e per la prevenzione lo studio del terreno.
d. Per prevedere i vulcani e i terremoti si studiano i cambiamenti del suolo.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. Che cos’è un minerale e che cosa forma.
b. Che cos’è la lava.
c. La differenza tra eruzione effusiva e eruzione esplosiva.
d. Come si forma un terremoto.
e. La differenza tra scala Richter e scala Mercalli.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 3
JJ 10. Completa le seguenti frasi:
a. I margini ……………………sono dove due placche si allontanano, i margini
……………………………..sono dove due placche si avvicinano.
b. Quando una placca oceanica si scontra con una placca ………………………….. si
forma ……………………………., quando si scontrano due placche oceaniche si forma un
………………………………………………..
c. Quando due placche continentali si avvicinano si forma una ……………………………….e il
movimento si chiama ……………………………
d. Quando due placche oceaniche si allontanano si forma nuova …………………………………,
quando si allontanano due placche continentali si forma una ……………………………..che dà
origine a un nuovo …………………………………

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Disegna e descrivi gli strati della Terra.
b. Descrivi le caratteristiche delle dorsali e delle fosse e spiega come sono collegate.
c. Qual è il motore delle placche?
d. Qual è il legame tra vulcani terremoti e placche?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Sulla carta delle placche osserva su quale placca si trova il tuo Paese e poi cerca quali dorsali
e quali fosse ha vicino, i vulcani più importanti e in quali zone sono più frequenti i terremoti.
b. Fai una piccola ricerca sui geyser.

73
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

L’ATMOSFERA
L’IDROSFERA

INDICE:

PAROLE UTILI P. 75
L’ATMOSFERA P. 77
L’ORIGINE DELL’ATMOSFERA P. 78
IL CICLO DELL’ACQUA P. 79
L’IDROSFERA P. 80
LE ACQUE CONTINENTALI: I GHIACCIAI,
LE FALDE, I FIUMI E I LAGHI P. 81
LE ACQUE OCEANICHE: GLI OCEANI E I MARI P. 84

74
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

PAROLE UTILI:

Termine/espressione DEFINIZIONE

lo strato È una struttura fatta da sostanze con uguali caratteristiche. Gli strati
gli strati sono messi uno dopo l’altro o uno sopra l’altro.
il gas È uno stato della materia, cioè come può essere. Gli stati della materia
i gas sono: solido, liquido e aeriforme (gas o vapore).
l’evaporazione È il processo per cui un liquido, assorbendo energia, diventa aeriforme
(= gas o vapore), ad esempio l’acqua diventa vapore acqueo.

l’attrito È la forza che c’è tra due oggetti che si toccano. Questa forza rallenta
il movimento degli oggetti.
la meteora, Sono i detriti rocciosi presenti nello spazio che entrano nell’atmosfera
la meteorite, della Terra.
le meteore,
le meteoriti
la radiazione È l’onda elettromagnetica che viaggia nel vuoto e trasporta energia:
le radiazioni più piccola è l’onda più grande è l’energia. La luce visibile (= che
vediamo) è un’onda elettromagnetica

l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.


gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica ne positiva ne negativa.

lo ione È un atomo* con una o più cariche positive o negative. Uno ione
gli ioni positivo si forma quando l’atomo perde elettroni e uno ione negativo
si forma quando l’atomo prende elettroni.
il vento solare È l’insieme di particelle cariche (ioni, protoni, elettroni) che emette
(= manda fuori) lo strato esterno del Sole detto corona solare.
l’aurora polare È un fenomeno che emette luce visibile ai Poli. Il fenomeno dipende da
le aurore polari una reazione tra le particelle del vento solare* e i gas dell’atmosfera
terrestre.
il batterio È un essere vivente formato da una cellula. Alcuni batteri sono
i batteri patogeni, cioè provocano malattie.
75
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

Termine/espressione DEFINIZIONE

la fotosintesi clorofilliana È un insieme di reazioni che usa l’energia della luce del Sole per
produrre molecole* di carboidrati (zuccheri), soprattutto glucosio.
Durante il processo si libera ossigeno. L’energia è catturata dalla
clorofilla*.
la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.
la clorofilla È un pigmento (= molecola colorata) verde che cattura la luce del
Sole.
la sublimazione È il fenomeno per cui un solido, quando assorbe energia, passa da
solido a aeriforme (= gas o vapore) senza diventare acqua, ad
esempio il ghiaccio diventa vapore acqueo.
la condensazione È il fenomeno per cui un aeriforme (= gas o vapore), quando perde
energia, diventa liquido, ad esempio il vapore acqueo diventa acqua.
la densità (d) È il rapporto tra la massa e il volume di un oggetto.
d = m / V, l’unita di misura è kg/m3.
la rotazione È il movimento che la Terra fa su sé stessa, cioè sull’asse immaginario
(= che non è vero ma è disegnato dagli uomini) che passa per i Poli.

la forza di Coriolis È la forza per cui le correnti marine e i venti non vanno in linea retta ma
curvano verso destra nell’emisfero nord e verso sinistra in quello sud.
Questo accade perché mentre le correnti e i venti si muovono la Terra
sotto di loro ruota.

76
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

L’ATMOSFERA

-> L’atmosfera – definizione


L’atmosfera è lo strato* di gas* che circonda la Terra ed è trattenuta dalla forza di gravità
della Terra.
L’atmosfera si estende (= allunga) per chilometri (km) in altezza dalla superficie terrestre
verso lo spazio.

-> La struttura dell’atmosfera


Il 99% di tutta la massa dell’atmosfera si trova nei primi 30 km di
spessore (= altezza).
L’atmosfera non è omogenea (= tutta uguale), infatti essa diventa
sempre più rarefatta (= pochi gas) e ci sono gas diversi man mano
che si sale in altezza.
L’atmosfera perciò si divide in cinque strati [fig. 1]:
1. la troposfera – va da 0 a 20 km di altezza. La troposfera è lo
strato più vicino alla superficie terrestre. La troposfera contiene
il 75% della massa di tutta l’atmosfera e quasi tutto il vapore
acqueo che si forma per evaporazione* dell’idrosfera (vedi
“Il ciclo dell’acqua” pag. 79). Nella troposfera ci sono i venti, le
nuvole o nubi e le precipitazioni (pioggia, neve e grandine)
(vedi approfondimento “La pressione dei venti. L’umidità e le
precipitazioni” pag. 89);
fig. 1 – gli strati dell’atmosfera
2. la stratosfera – va da 20 a 50 km di altezza. La stratosfera ha
gli stessi gas della troposfera ma più rarefatti. Nella stratosfera c’è lo strato di
ozono tra i 30 e i 60 km di altezza. L’ozono è un gas che assorbe quasi tutte
le radiazioni U.V. del Sole e impedisce (= non permette) loro di arrivare sulla
superficie terrestre. Nella stratosfera volano gli aerei intercontinentali perché i gas
rarefatti producono (= fanno) meno attrito* sugli aerei ed essi consumano meno
carburante;
3. la mesosfera – va da 50 a 80 km di altezza. Nella mesosfera i gas sono molto
rarefatti. La mesosfera è lo strato in cui le meteore* e le meteoriti* bruciano a
causa dell’ossigeno;
4. la termosfera – va da 80 a 500 km di altezza. Nella termosfera le radiazioni*
del Sole trasformano gli atomi* dei gas in ioni*. Gli ioni insieme al vento solare*
producono le aurore polari*. Tra i 50 e i 1000 km di altezza gli ioni formano uno
strato, detto ionosfera, che riflette le onde radio, un tipo di radiazioni*. Questo
è importanze perché le onde radio servono a trasmettere le comunicazioni da un
punto all’altro della superficie terrestre;
5. la esosfera – è la parte più esterna e sfuma (= si perde) nello spazio.

77
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

-> Che cosa c’è nella troposfera


La troposfera è un miscuglio (= insieme) di gas che si chiama aria.
i principali gas sono: l’azoto (78 %), l’ossigeno (21%), l’argon (0,9 %) e l’anidride
carbonica (0,03 %).
Nell’aria c’è anche il vapore acqueo in quantità variabile e il pulviscolo atmosferico.
Nel pulviscolo ci sono i batteri*, i pollini delle piante, le ceneri degli incendi e dei
vulcani e i fumi industriali;
La troposfera è lo strato in cui c’è vita.

-> L’effetto serra – definizione


L’effetto serra trattiene (= ferma) il calore della superficie terrestre all’interno
dell’atmosfera e mantiene una temperatura terrestre media di 15 °C.

-> Come si forma l’effetto serra


Il Sole emette (= butta fuori) l’energia sottoforma di radiazioni. La superficie terrestre
assorbe alcune di queste radiazioni e, a sua volta, essa emette radiazioni sottoforma
di calore che riscalda l’aria.
Il calore emesso, insieme ai gas serra dell’atmosfera, soprattutto anidride carbonica
e vapore acqueo, crea l’effetto serra.
L’effetto serra avviene (= c’è) perché i gas serra lasciano entrare le radiazioni solari
e non fanno uscire dall’atmosfera le radiazioni della
superficie terrestre.
Per questo il calore torna verso la superficie e
scalda l’aria [fig. 2].
L’effetto serra è un fenomeno naturale che
mantiene la temperatura della Terra a valori
adatti per la vita e per l’acqua liquida.
Infatti senza effetto serra la temperatura della Terra
sarebbe sottozero con forti escursioni termiche
(= differenze di temperatura) tra il dì e la notte.

fig. 2 – l’effetto serra


L’ORIGINE DELL’ATMOSFERA
4,9 miliardi di anni fa la Terra aveva un’atmosfera ricca di idrogeno, metano,
ammoniaca, elio e non c’era ossigeno.
4,4 miliardi di anni fa si è formata l’atmosfera attuale con azoto, anidride carbonica
e vapore acqueo. Questi gas sono usciti dall’interno della Terra da vulcani e da
spaccature della superficie terrestre prodotte (= fatte) dalla caduta di meteoriti.
2 miliardi di anni fa l’ossigeno compare (= c’è) perché alcuni esseri viventi hanno
cominciato a fare la fotosintesi clorofilliana*.

78
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

IL CICLO DELL’ACQUA

-> Il ciclo dell’acqua – definizione


Il ciclo dell’acqua è il percorso ciclico (= che si chiude a cerchio) dell’acqua che collega
tutte le parti dell’idrosfera (vedi “L’idrosfera” pag. 80).

-> Il percorso dell’acqua nel ciclo dell’acqua


Il ciclo dell’acqua collega (= unisce) l’atmosfera all’idrosfera perché tra le due c’è uno
scambio di energia e materia [fig. 3]:
1. l’energia del Sole provoca l’evaporazione dell’acqua dai fiumi, dai laghi e dai
mari, la sublimazione* del ghiaccio e la traspirazione (= evaporazione) delle
piante. L’acqua da liquida diventa vapore acqueo;
2. il vapore acqueo va nell’atmosfera e quando si raffredda avviene la
condensazione*, cioè si formano piccole gocce di acqua. Le gocce si uniscono
e formano le nuvole;
3. le nuvole producono le precipitazioni, cioè l’acqua torna sulla superficie terrestre
come pioggia, grandine e neve.

Nel ciclo l’acqua non si muove sempre alla stessa velocità.


Nei ghiacciai (vedi “I ghiacciai” pag. 81) e nelle falde (vedi “Le falde” pag. 81) l’acqua
resta per più tempo e per questo i ghiacciai e le falde sono depositi di acqua “dolce”.
(vedi “L’idrosfera” pag. 80)

fig. 3 – il ciclo dell’acqua

79
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

L’IDROSFERA

-> L’idrosfera – definizione


L’idrosfera è l’insieme di tutta l’acqua che c’è sulla Terra.
Nell’idrosfera l’acqua è presente come liquido, solido e vapore [fig. 4].

-> Le caratteristiche dell’idrosfera


L’idrosfera si divide in parti che hanno caratteristiche
diverse [fig. 4]:
• le acque oceaniche, cioè gli oceani e i mari [fig.5];
• le acque continentali, cioè i ghiacciai (continentali
e montani), le acque sotterranee (falde), le acque
superficiali (fiumi e laghi);
• l’acqua nell’atmosfera (vapore) e negli esseri viventi.
Nell’acqua ci sono i sali. I sali derivano dall’erosione
(= consumo) che l’acqua dei fiumi fa sulle rocce. I fiumi
trasportano i sali al mare.
La quantità di sali che si sono nell’acqua si chiama
salinità. La salinità si misura in g/L, cioè i grammi di sale
in 1 litro di acqua, e si esprime (= dice) in per mille (‰).
Nelle acque oceaniche, che sono “salate”, la media è di
35 g/L = 35 ‰, nelle acque continentali che sono “dolci”
è di 0,2 g/L = 0,2 ‰.

fig. 5 – l’acqua del mare

fig. 4 – la distribuzione dell’acqua sulla


superficie della Terra
80
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

LE ACQUE CONTINENTALI: I GHIACCIAI, LE FALDE, I FIUMI E I LAGHI


-> La formazione dei ghiacciai

-> I ghiacciai – definizione


I ghiacciai sono grandi masse di ghiaccio in movimento. Si formano in montagna o ai
poli, dove le temperature sono basse per tutto l’anno.

I ghiacciai sono di due tipi in base alla forma e alla grandezza, i ghiacciai continentali
o calotte polari (Antartide, Groenlandia Canada e Islanda) e i ghiacciai montani
(Alpi, Ande, Himalaya e Montagne
Rocciose) [fig. 6].
Un ghiacciaio si forma al di sopra
del limite delle nevi perenni che
è la quota sopra la quale la neve e il
ghiaccio non fondono (= diventano
acqua) del tutto. La quota ai Poli è
al livello del mare e all’Equatore è
a 4500 m.
I ghiacciai si formano perché la
neve, sopra al limite delle nevi
perenni, si accumula, cioè forma
tanti strati uno sopra l’altro. Gli fig. 6 – un ghiacciaio montano
strati di neve si schiacciano a causa del loro peso e, in molto tempo, anche più di
cento anni, si trasformano in ghiaccio.
I ghiacciai si muovono lentamente verso la valle sotto la spinta del loro peso [fig. 7].

fig. 7 – il ghiacciaio che si muove

81
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

-> Le falde – definizione


Le falde sono acqua accumulata sottoterra sopra a uno strato di roccia impermeabile
(= non fa passare acqua).

-> La formazione delle falde


Le falde si formano con l’acqua della pioggia che filtra nel suolo e attraversa alcuni
strati di roccia fino a raggiungere uno strato impermeabile, cioè che impedisce
all’acqua di andare più in profondità. Si forma un deposito di acqua che può essere
fermo o in movimento.
Dove le acque della falda tornano in superficie si forma la sorgente. L’uomo preleva
(= prende) le acque di falda scavando i pozzi.

-> I fiumi – definizione


I fiumi sono masse di acqua che scorrono in un alveo o letto che scavano con il loro
movimento. L’alveo è delimitato da argini o sponde [fig. 8].

-> Le caratteristiche dei fiumi


Il fiume “nasce” in un punto detto sorgente dove l’acqua esce da sottoterra.
Il fiume durante l’anno ha dei periodi di magra (o secca) quando nell’alveo c’è
poca acqua e periodi di piena quando nell’alveo c’è molta acqua.
L’acqua che scorre (= si muove) nell’alveo trasporta varie sostanze, ad esempio i
sali, la sabbia e i piccoli sassi. Queste sostanze si depositano (= restano giù) lungo
tutto il percorso del fiume.
Se lungo il percorso del fiume c’è un dislivello, cioè una differente altezza tra due
punti del letto, si forma una cascata.
Il percorso del fiume finisce con la foce in mare o in un altro fiume o in un lago. Nel
mare la foce è a delta se le sostanze trasportate dal fiume si depositano in strati (ad
esempio il Nilo e il Po) o a estuario se le sostanze vengono portate via dal mare (ad
esempio il Rio delle Amazzoni) [fig. 9].

fig. 8 – il percorso del fiume fig. 9 – i due tipi di foce

82
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

-> I laghi – definizione


I laghi sono masse di acqua che occupano una depressione (= valle, bacino) della
superficie terrestre.

fig. 10 – un lago di montagna

-> Le caratteristiche dei laghi


Un lago si forma in una depressione ad esempio l’area di un ghiacciaio scomparso, una
valle chiusa da una frana, il cratere di un vulcano, cioè l’apertura che ha in cima [fig. 10].
Un lago di solito è alimentato dall’acqua di un fiume che entra, ma può essere anche
l’acqua di una falda o della pioggia. Dal lago di solito l’acqua esce come fiume, ma
può uscire anche per evaporazione o come falda.
In migliaia di anni un lago diventa palude, cioè una zona in cui il suolo è impermeabile
(= non fa passare l’acqua) e l’acqua si ferma.

83
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

LE ACQUE OCEANICHE: GLI OCEANI E I MARI

-> Gli oceani e i mari – definizione


Gli oceani sono grandi distese di acqua che formano un sistema continuo e separano i
continenti. Ci sono tre oceani: Pacifico, Atlantico, Indiano [fig. 11].
I mari sono distese più piccole e meno profonde, collegate agli oceani e circondate
dalle coste dei continenti.

fig. 11 – la posizione dei I tre oceani

-> Le caratteristiche delle acque oceaniche


Oceani e mari occupano il 71% della superficie terrestre ma la loro distribuzione non è uniforme:
c’è più acqua nell’emisfero sud.
Nell’acqua sono disciolti (= sciolti) i sali, i gas e le sostanze nutrienti:
• i sali, sono di vario tipo e i più abbondanti sono i cloruri. I cloruri sono sali che contengono il
cloro, ad esempio il cloruro di sodio (il sale che si usa in cucina);
• i gas, arrivano dall’atmosfera: l’azoto è il più abbondante, l’ossigeno serve alla respirazione,
l’anidride carbonica serve alla fotosintesi clorofilliana;
• le sostanze nutrienti, sono il cibo per gli esseri viventi.

-> La struttura delle acque oceaniche


Le acque oceaniche non sono omogenee (= uguali): gli strati
superficiali sono più caldi, meno salati e ricchi di ossigeno, gli
strati profondi sono freddi e più salati.
Gli strati sono tre e non si mescolano perché hanno diversa
salinità, temperatura e densità* [fig. 12]:
1. lo strato superficiale – è caldo e arriva a 200 m di profondità.
La temperatura è omogenea nelle varie zone perché le
acque si mescolano continuamente. La temperatura è
influenzata però dalle escursioni termiche (= differenze di
temperatura) giornaliere e stagionali;
2. lo strato termoclino – arriva a 1000 m di profondità. La
temperatura diminuisce rapidamente mentre la pressione e fig. 12 – gli strati delle acque
oceaniche
84
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

la densità aumentano rapidamente;


3. lo strato profondo – è freddo. La temperatura non risente delle escursioni
termiche.

-> I movimenti delle acque oceaniche


Le acque oceaniche hanno tre movimenti: le onde, le maree e le correnti.

-> Le onde – definizione


Le onde sono movimenti irregolari dell’acqua di superficie.
Le onde nascono da uno scambio di energia tra atmosfera e idrosfera.

-> Il movimento delle onde


Il vento colpisce le molecole* di acqua della superficie e cede a loro la sua energia.
L’acqua si mette in movimento e si formano le onde che si propagano (= si formano e
si spostano una dopo l’altra) da sole, anche se non c’è più il vento [fig 13].
La velocità delle onde dipende dalla forza del vento, in media 30-40 km/h e negli
oceani 70 km/h.
Il movimento delle onde è diverso in base alla
profondità [fig. 14]:
• in mare aperto le molecole d’acqua hanno un
movimento circolare. Il movimento circolare si
esaurisce (= finisce) prima di toccare il fondo. Le
onde trasportano energia ma non materia.
• vicino alla costa il movimento circolare tocca il
fondo perché questo è poco profondo. Le molecole
di acqua in profondità rallentano per l’attrito* con
fig. 13 – un’onda
il fondo e le molecole in superficie mantengono la
propria velocità. L’onda si rompe e si rovescia (= cade) sulla costa. L’onda che si
rovescia si chiama frangente. Poi c’è un movimento di acqua che torna verso il
mare, detto risacca. Le onde trasportano energia e materia.

fig. 14 - le onde in mare aperto e vicino alla costa

85
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

-> Le maree – definizione


Le maree sono movimenti periodici perché avvengono ad intervalli di tempo: se il livello
(= altezza) dell’acqua si alza c’è l’alta marea e se si abbassa e c’è la bassa marea.

-> Come avvengono le maree


Le maree sono causate da due forze: l’attrazione
gravitazionale (la forza che c’è tra due corpi) della
Luna e del Sole (meno perché è lontano) e la forza
centrifuga dovuta alla rotazione* della Terra [fig. 11].
In un giorno in un luogo della Terra si alternano due fig. 11 – le forze cha causano le maree
alte e due basse maree, cioè ogni circa 6 ore c’è o
l’alta marea o la bassa marea:
• le due alte maree ci sono quando la Luna è sopra il luogo e
attrae l’acqua e poi quando lo stesso luogo è dalla parte opposta
alla Luna e la forza centrifuga spinge l’acqua verso l’esterno;
• le due basse maree ci sono perché le due forze spingono verso
il centro della Terra e l’acqua si sposta verso le zone di alta marea.
L’alta marea in un luogo non c’è ogni 24 ore ma ogni 24 ore e 50
minuti [fig. 12]. Quando il luogo, dopo 24 ore, torna dove era il giorno
prima (1 nel disegno) non ha sopra di sé la Luna, essa si è spostata
in avanti perché ruota intorno alla Terra. Per avere la Luna sopra il fig. 12 – la marea dopo
luogo (2 nel disegno) la Terra deve ruotare un po’ e ci mette 50 minuti. 24h e 50m sul un luogo (il
punto rosso)

-> Le correnti – definizione


Le correnti sono movimenti costanti di masse d’acqua calda o fredda che non si
mescolano con l’acqua che c’è intorno perché hanno diversa temperatura, salinità e
densità.

86
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

-> La circolazione oceanica delle correnti


Le correnti sono costanti perché hanno sempre la stessa direzione e velocità che è
di 1-2 km/h circa.
Le correnti nell’insieme creano una circolazione oceanica: le correnti superficiali si
muovono dall’Equatore verso i Poli e le correnti profonde dai Poli verso l’Equatore
(vedi “Le correnti verticali e le correnti profonde pag. 87).
Lo spostamento è lento e richiede centinaia di anni.
Questa circolazione mescolando le acque oceaniche porta verso la superficie i sali e
le sostanze nutrienti e nelle acque profonde l’ossigeno.

• Le correnti superficiali
Le correnti superficiali si formano perché alcuni venti soffiano senza fermarsi e
sempre nella stessa direzione. Le correnti superficiali sono correnti poco profonde,
infatti arrivano a 200 metri (m) di profondità.
Le correnti superficiali sono influenzate dalla forza di Coriolis* che dipende dalla
rotazione terrestre.
Le correnti superficiali possono essere: calde (ad esempio la Corrente del Golfo)
e portare umidità quindi piogge e clima mite, o fredde (ad esempio la Corrente
del Labrador) e bloccare l’evaporazione quindi clima arido [fig. 13].
Le correnti calde e fredde trasferiscono calore e quindi influenzano il clima delle
coste e trasportano il plancton. Il plancton è un insieme di piccoli organismi
animali e vegetali. Questi esseri viventi non si muovono da soli ma si fanno
trasportare dalle correnti. Il plancton è il cibo di molti animali marini.

fig. 13 - le correnti superficiali

87
SCIENZE DELLA TERRA: CAPITOLO 4

• Le correnti verticali e le correnti profonde


Le correnti verticali e profonde si formano per differenza di salinità e di densità tra
le diverse zone dell’oceano.
Dall’equatore le acque superficiali calde vanno verso i Poli dove si raffreddano e
scendono verso il fondo (verticale). Con la discesa le acque diventano più fredde
e salate. Sul fondo le acque lentamente si spostano verso l’Equatore (profonda).
All’Equatore le acque profonde sono più calde e risalgono verso la superficie
(verticale).

-> I maremoti o tsunami – definizione


I maremoti sono onde anomale (= strane) che coinvolgono tutta la colonna di acqua e
non solo lo strato* superficiale. I maremoti sono prodotti da un terremoto sul fondo del
mare o da una frana, cioè una grande quantità di terra che scivola verso il fondo [fig 18].

-> Le caratteristiche dei maremoti o tsunami


Le onde in mare aperto sono veloci e poco alte (30-60 cm). Quando arrivano vicino
alla costa la loro velocità diminuisce, perché si riduce la profondità del fondo, e
quindi aumenta l’altezza dell’onda che può arrivare fino a 30-40 m.
Gli effetti sono diversi in base alla forma della costa. A volte, prima dell’onda, c’è il
risucchio dell’acqua verso il largo.

fig. 18 – un’onda di tsunami provocata da un terremoto


(l’epicentro è il punto sottoterra in cui si forma il
terremoto)

88
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

LA PRESSIONE E I VENTI
L’UMIDITÀ E LE PRECIPITAZIONI

INDICE:

LA PRESSIONE ATMOSFERICA P. 90
I VENTI P. 91
L’UMIDITÀ ATMOSFERICA P. 93
LE PRECIPITAZIONI ATMOSFERICHE P. 96

89
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

LA PRESSIONE ATMOSFERICA

-> La pressione atmosferica – definizione


La pressione atmosferica è la forza che l’aria esercita su ogni punto della superficie
terrestre perché l’aria ha un peso.
L’aria ha un peso perché è attratta dalla forza di gravità della Terra.

-> Le caratteristiche della pressione atmosferica


La pressione atmosferica normale è il peso dell’aria secca su una superficie di un metro
cubo (= m3) misurata a livello del mare, alla latitudine di 45° e alla temperatura di 0 °C.
Una pressione superiore alla normale è detta alta pressione e una inferiore è detta
bassa pressione.
Lo strumento per misurare la pressione è il barometro e l’unità di misura in meteorologia,
la scienza che studia le condizioni del tempo, è il millibar (mb).
il valore di pressione normale è 1013,2 mb.

La pressione dell’aria diminuisce quando:


• aumenta l’altitudine perché diminuisce il peso della massa d’aria sopra al punto e
perché l’aria diventa più rarefatta (meno densa);
• aumenta la temperatura dell’aria perché l’aria calda è meno densa (più leggera) e
si sposta verso l’alto, quindi c’è meno peso sul punto;
• aumenta l’umidità dell’aria perché a parità di temperatura l’aria umida pesa meno
dell’aria secca.

La pressione è responsabile dei cambiamenti nelle condizioni del tempo.


La pressione dell’aria non è costante, varia da luogo a luogo e nello stesso luogo in base
al momento. Per questo si formano aree a pressione diversa [fig. 1]:
• le aree anticicloniche (A), zone di alta pressione che hanno aria fredda e secca e
bel tempo;
• le aree cicloniche (B), zone di bassa pressione che hanno aria calda e umida e
brutto tempo.

90
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

I VENTI

-> I venti – definizione


I venti sono masse d’aria in movimento che si spostano parallelamente alla superficie
terrestre andando da aree anticicloniche a aree cicloniche, cioè da aree di alta
pressione a aree di bassa pressione.

-> La classificazione dei venti


I venti si classificano in base al modo in cui soffiano:
1. i venti variabili – sono irregolari e si formano localmente in base a differenze di
pressione;
2. i venti periodici – soffiano sempre ma invertono la direzione a seconda della
stagione, i monsoni, o nel corso del giorno, le brezze:
• i monsoni, sono venti a livello regionale dell’Asia sud-orientale. Il monsone
umido soffia in estate dall’Oceano Indiano verso il continente e provoca (=
fa) abbondanti (= grandi) piogge. Il monsone secco soffia in inverno dal
continente verso l’oceano;
• le brezze, sono venti a livello locale.La brezza di mare soffia durante il dì dal
mare verso la terra e la brezza di terra soffia durante la notte da terra verso
il mare.In montagna ci sono la brezza di valle che soffia durante il dì dalla
valle verso la montagna e la brezza di monte che soffia durante la notte dalla
montagna verso la valle;
3. i venti costanti – soffiano sempre secondo direzioni fisse a livello planetario
spostando enormi masse d’aria, ad esempio gli alisei.

-> Il movimento dei venti


Il vento che si muove dalle aree anticicloniche alle
cicloniche è parte di una cella convettiva, cioè
un movimento chiuso di masse di aria [fig. 1]:
1. nell’area anticiclonica l’aria fredda e secca è
più densa, quindi scende verso il suolo;
2. l’aria al suolo si scalda e diverge (= esce),
si forma il vento che si muove verso l‘area di
bassa pressione in cui converge (= entra);
3. nell’area ciclonica l’aria calda e umida è
meno densa, quindi sale in quota (= altezza) fig. 1 – le aree:
e si raffredda; • B ciclonica cioè di bassa pressione
4. in quota l’aria si sposta verso l’area anticiclonica (rosso);
e il ciclo si chiude. • A anticiclonica, cioè di alta pressione
(azzurro)

91
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

La direzione dei venti viene deviata dalla rotazione terrestre (forza di Coriolis):
verso destra nell’emisfero nord (orario) e verso sinistra in quello sud (antiorario).
La velocità del vento aumenta all’aumentare della differenza di pressione tra l’area di
alta pressione e l’area di bassa. La velocità del vento si esprime in km/h (= chilometri
all’ora) e in mare si usano i nodi: 1 nodo = 1,85 km/h. Lo strumento che misura la
velocità del vento è l’anemometro.

Nella troposfera la circolazione dei venti è diversa in base alla quota:


• a bassa quota (a contatto con il suolo) il percorso e la velocità dei venti sono
influenzati dall’attrito con la superficie terrestre;
• ad alta quota, oltre i 5000 m di altitudine, i venti soffiano in modo regolare e costante.

-> La circolazione dei venti nella bassa troposfera


In base alla temperatura dell’aria ci sono fasce di alta e bassa pressione da cui
nascono i venti costanti [fig. 2]:
• una fascia di basse pressioni equatoriali, zona priva di venti;
• due fasce di alte pressioni subtropicali da cui originano gli alisei che si
muovono verso l’equatore da nord-est a sud-ovest nell’emisfero nord e da sud-
est a nord-ovest nell’emisfero sud e i venti occidentali che si muovono verso il
circolo polare da sud-ovest a nord-est nell’emisfero nord e da nord-ovest a sud-
est nell’emisfero sud;
• due fasce di basse pressioni subpolari in cui arrivano i venti orientali polari;
• due fasce di alte pressioni polari da cui originano i freddi venti orientali polari
che si muovono verso il circolo polare e soffiano nelle stesse direzioni degli alisei.

fig. 2 – la circolazione nella bassa troposfera:


sono visibili le fasce di alta e bassa pressione,
dette celle

92
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

-> La circolazione dei venti nell’alta troposfera


Oltre i 5000 m a tutte le latitudini l’aria si muove in modo costante e regolare lungo i
paralleli.
L’attrito tra aria e suolo è trascurabile (= c’è ma poco), e quindi i venti hanno alta
velocità.
Ci sono:
• le correnti orientali che si muovono tra i due tropici da est a ovest;
• le correnti occidentali che si muovono nei due emisferi da ovest a est.
Le correnti occidentali delle medie latitudini (zone temperate) si chiamano correnti
a getto e sono due per emisfero. Si tratta di “fiumi” di aria larghi 500 km e spessi
qualche km con velocità diversa dalle masse d’aria circostanti.
Le correnti a getto in estate si spostano verso i poli e in inverno verso i tropici
influenzando la circolazione della bassa troposfera durante le stagioni.

L’UMIDITA’ ATMOSFERICA

-> L’umidità – definizione


L’umidità è la quantità di vapore acqueo che è presente nell’aria della troposfera.
L’umidità nell’aria non è costante: aumenta con l’aumento della temperatura dell’aria,
quindi varia con la latitudine, le stagioni e l’altitudine.

-> I cambiamenti di stato del vapore acqueo nell’atmosfera


Il vapore acqueo si forma perché un aumento di temperatura fa passare l’acqua dalla
forma liquida o solida a quella aeriforme. Questo avviene per evaporazione delle
acque oceaniche e continentali, per traspirazione (= buttare fuori) delle piante e per
sublimazione del ghiaccio nei ghiacciai.

Con una diminuzione di temperatura il vapore acqueo diventa acqua, cioè passa da
aeriforme a liquido, per condensazione o ghiaccio, cioè passa direttamente a solido
se la temperatura è inferiore a 0 °C, per brinamento.

-> L’umidità assoluta


L’umidità assoluta è la quantità in grammi di vapore che c’è in 1 m3 di aria.
L’aria non può contenere vapore in quantità illimitata (= infinita): per ogni temperatura
dell’aria c’è una quantità massima di vapore.
La quantità massima di vapore è detta limite di saturazione: quando l’aria raggiunge
questo limite si dice che è satura e quando lo supera il vapore in eccesso condensa
o brina.
Il limite di saturazione aumenta con la temperatura dell’aria, per questo l’aria
calda è più umida dell’aria fredda.

93
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

Il limite di saturazione può essere raggiunto e superato per:


• intensa evaporazione (vicino a bacini di acqua);
• diminuzione della temperatura perché l’aria sale in quota o viene a contatto con
qualcosa di più freddo (fenomeno più frequente).

Il vapore in eccesso viene eliminato per condensazione o brinamento formando


piccole gocce d’acqua o piccoli aghi di ghiaccio. Queste particelle sono molto leggere
e quindi restano sospese in aria formando la nebbia negli strati più bassi dell’aria, la
rugiada o la brina se si formano direttamente al suolo, le nuvole in quota.
La formazione delle gocce e degli aghi avviene solo se sono presenti dei nuclei di
condensazione, piccole particelle sulla cui superficie le molecole di acqua possono
attaccarsi, ad esempio il pulviscolo atmosferico.

-> La nebbia, la rugiada, la brina e le nuvole – definizione


La nebbia, la rugiada, la brina e le nuvole sono fenomeni che derivano dalla
condensazione o dal brinamento del vapore acqueo presente nell’aria: la nebbia si
forma vicino al suolo, la rugiada e la brina sul suolo e le nuvole in quota.

-> Le caratteristiche della nebbia


La nebbia è formata da piccole gocce di acqua, più piccole e più rarefatte rispetto
alle nubi, sospese nell’aria. Queste gocce rifrangono la luce rendendo l’aria meno
trasparente.
La nebbia si forma per condensazione del vapore vicino al suolo (più freddo).
Quando la nebbia è leggera si chiama foschia.

-> Le caratteristiche della rugiada e della brina


La rugiada è formata da piccole gocce d’acqua e si forma per condensazione del
vapore direttamente sul suolo e sulla vegetazione (più fredde).
La brina è formata da aghi di ghiaccio e si forma o per congelamento delle prime
gocce di rugiada o per brinamento del vapore direttamente sul suolo e sulla
vegetazione se la temperatura è inferiore a 0 °C.

-> Le caratteristiche delle nuvole


Le nuvole o nubi sono un insieme di piccole gocce di acqua e di piccoli aghi di
ghiaccio.
Si formano in quota per condensazione o brinamento del vapore presente in una massa
di aria che sale [fig. 3].
Alcune nubi possono produrre le precipitazioni: pioggia, neve e grandine.

94
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

fig. 3 – le nuvole in quota

-> La classificazione delle nuvole


Le nubi sono classificate in base alla quota a cui si trovano [fig. 4]:
• le nubi basse, sono sotto i 4000 m e portano la maggior
parte delle precipitazioni;
• le nubi medie, sono tra 4000 e 8000 m, sono formate da
gocce di acqua e possono causare pioggia;
• le nubi alte, sono sopra gli 8000 m, sono formate da aghi
di ghiaccio e non causano precipitazioni.

Le nubi si possono classificare anche in base alla forma:


strati, cumuli, cirri e i cumulonembi (nembo = portatore
di pioggia) che hanno sviluppo verticale e causano temporali
[fig. 4].

fig. 4 – le forme delle nuvole alle


varie quote

95
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

LE PRECIPITAZIONI ATMOSFERICHE

-> Come si formano le precipitazioni


Le gocce di acqua e gli aghi di ghiaccio che formano la nube sono attratte dalla
gravità terrestre ma si muovono verso il basso lentamente perché sono leggere e
quindi le nuvole possono durare per più giorni.
Le nubi si sviluppano in modo diverso in base alla quota e alla temperatura:
• se si abbassano di quota e incontrano uno strato di aria più calda evaporano;
• se le gocce e gli aghi si uniscono e diventano più grandi, cadono per gravità
formando le precipitazioni, cioè pioggia, gocce di acqua, se la temperatura
dell’aria è sopra gli 0 °C oppure neve, fiocchi solidi, se la temperatura dell’aria è
sotto gli 0 °C.

La distribuzione delle precipitazioni non è omogenea sulla superficie terrestre:


• le regioni con scarse precipitazioni sono dette aride;
• le regioni con precipitazioni abbondanti sono dette umide.
In uno stesso luogo la quantità varia in base alla stagione e da anno a anno.

-> La grandine – definizione


La grandine è una precipitazione solida composta da chicchi di ghiaccio a strati che
si formano nei cumulonembi.

-> Come si forma la grandine


Nella nube ci sono correnti di aria che trascinano le gocce di acqua nella parte alta e
più fredda della nube:
1. le gocce solidificano attorno agli aghi di ghiaccio e si forma il chicco;
2. il chicco scende nella parte bassa e più calda della nube dove in parte si scioglie
e si ricopre di altra acqua;
3. le correnti spingono il chicco ancora verso l’alto.
Ad ogni giro si aggiunge uno strato di ghiaccio e quando il chicco
diventa troppo pesante precipita, cioè cade al suolo.

fig. 5 – la formazione della


grandine

96
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

-> I temporali – definizione


I temporali sono fenomeni atmosferici, caratterizzati da piogge intense e violente, che
durano poco, di solito si esauriscono in circa un’ora. Sono fenomeni più frequenti in
estate e più intensi nelle zone equatoriali.

-> Come si formano i temporali


Se una massa di aria calda è circondata da aria più fredda e densa sale. Quando la
massa d’aria calda e umida sale il vapore acqueo in eccesso che contiene condensa
e si forma una nube temporalesca, il cumulonembo, che è molto grande e sviluppata
in altezza.
Più cumulonembi aggregandosi (= unendosi) producono un temporale.
Durante un temporale può cadere la grandine.

Con i temporali ci sono fenomeni elettrici, i fulmini e


fenomeni sonori, i tuoni:
• i fulmini sono violente scariche elettriche che si formano
nell’atmosfera con produzione di luce detta lampo [fig.
6]. Si generano tra due corpi che hanno carica elettrica
opposta: tra due nuvole, dentro a una nuvola tra la parte
bassa della nuvola (negativa) e la parte alta (positiva),
tra il suolo (positivo) e la parte bassa di una nuvola
(negativa). Anche oggetti appuntiti o molto alti possono
reagire con una nuvola;
• i tuoni sono violenti boati (= scoppi) associati ai
fulmini. Quando un fulmine si propaga nell’aria essa
si riscalda velocemente fino a 30.000 °C circa e si
espande rapidamente, cioè esplode. Il tuono è il rumore
dell’esplosione.
Se il fulmine cade vicino il tuono è un colpo secco, se il
fulmine cade lontano il tuono è un brontolio sordo.
fig. 6 – un fulmine
Il tuono si sente dopo aver visto il fulmine perché la luce
è più veloce del suono: la velocità della luce è di 300.000 km/s e la velocità del suono
è di 0,34 km/s. Per capire quando è lontano un fulmine da noi basta contare i secondi
che passano tra la vista del fulmine e il rumore del tuono e moltiplicarli per 0,34.

97
ESERCIZI CAPITOLO 4
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
atmosfera, effetto serra, ciclo dell’acqua, idrosfera, ghiacciai, falde, fiumi, laghi, oceani e mari,
onde, correnti, maree, maremoti.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura del ciclo dell’acqua sul libro e scrivi i nomi delle sue parti:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. La …………………………. è lo strato più vicino alla superficie terrestre e ci sono i ………….
e le …………..
b. Il calore della Terra, l’ …………………. ………………… e il ………………… …………………..
creano l’…………………… ………………………….
c. La neve accumulata in alta montagna forma un …………………
d. La foce di un fiume può essere a ………………… o a …………………
e. L’acqua del sottosuolo che esce in superficie forma una …………………

98
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. La stratosfera è la zona dell’atmosfera in cui c’è vita o o
b. Il vento solare e gli ioni dei gas producono le aurore polari o o
c. La causa dell’effetto serra è il gas ozono o o
d. L’effetto serra mantiene la temperatura terrestre media di 15 °C o o
e. Quando il vapore acqueo si raffredda avviene la condensazione o o
f. Le acque salate hanno una concentrazione media di 35 per cento o o
g. I ghiacciai sono masse di ghiaccio che non si muovono o o
h. La foce a delta è quando le sostanze sono portare via dal mare o o
i. In mare aperto le onde trasportano solo energia o o
j. Le maree in un luogo ci sono ogni 24 ore e 50 minuti o o
k. Le correnti superficiali sono importanti per il clima o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. alveo a. fase finale di un lago
2. palude b. quando l’onda del mare si rovescia
3. ozono c. zona in cui scorre un fiume
4. ionosfera d. evaporazione delle piante
5. frangente e. gas che assorbe le radiazioni U.V.
6. traspirazione f. strato dell’atmosfera che riflette le onde

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Le sostanze che causano l’effetto serra sono (2 risposte):
o anidride carbonica o ossido di carbonio o vapore acqueo o azoto
b. Le onde radio sono riflesse dalla:
o mesosfera o esosfera o stratosfera o ionosfera
c. Le correnti marine sono influenzate da:
o forza di gravità o forza di Coriolis o clima o temperatura

JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o foce o risacca o cascata o secca
b. o evaporazione o traspirazione o condensazione o salinità

99
JJJ 8. Correggi le affermazioni false dell’esercizio 4 e scrivile corrette sul tuo
quaderno di scienze.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. L’origine dell’atmosfera della Terra.
b. Il ciclo dell’acqua.
c. Come si forma un ghiacciaio.
d. Il movimento delle onde.
e. Come avvengono le maree.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 4
JJ 10. Completa le seguenti frasi:
a. Una area anticiclonica è una zona di ……………… pressione, l’aria è …………… e
………………e il tempo è……………………… L’area ciclonica è una zona di ……………..
pressione, l’aria è ………………e……………. e il tempo è ……………………
b. In estate sull’oceano Indiano si forma il monsone …………………… che porta sulle
regioni continentali piogge. In inverno soffia dal ……………………………… verso
l’………………...…………. il monsone ……………………..
c. Nella bassa troposfera nelle 2 fasce di alte pressioni …………………………………..
si formano gli ………………. che si muovono verso l’……………………………e
i ……………………………… …………………………… che si muovono verso
il …………………… ……………… Nella alta troposfera ci sono le correnti
…………………………… che si chiamano ………………. …. ……………………

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Spiega, aiutandoti anche con un disegno, com’è il movimento dei venti.
b. Spiega quali sono e come avvengono i cambiamenti di vapore acqueo nell’atmosfera.
c. Che differenza c’è tra la nebbia, rugiada, la brina e le nuvole?
d. Come si forma la grandine?
e. Come si forma un temporale?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Fai una piccola ricerca sui tornado e sui cicloni.
b. Cerca notizie in internet sui Paesi, ad esempio l’India, che hanno i monsoni e i danni che
questi venti provocano.
c. Quando c’è un temporale prova a calcolare la distanza dei fulmini da dove sei tu e osserva
come cambia la distanza nel corso del temporale.
d. Fai una piccola ricerca sui più importanti ghiacciai e fiumi del tuo Paese.

100
BIOLOGIA: CAPITOLO 1
LE CARATTERISTICHE DEI
VIVENTI
I REGNI DELLA NATURA
LE BIOMOLECOLE

INDICE:

PAROLE UTILI P. 102


GLI ESSERI VIVENTI P. 104
I REGNI DELLA NATURA P. 105
LE MOLECOLE ORGANICHE P. 106
LE BIOMOLECOLE P. 107
LA SINTESI (= PRODUZIONE) DELLE PROTEINE P. 115

101
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

PAROLE UTILI:

Termine/espressione DEFINIZIONE

la reazione chimica È un processo nel quale i reagenti (= atomi* o molecole*) si


le reazioni chimiche combinano per ottenere nuove sostanze, dette prodotti. Per innescare
(= far partire) una reazione chimica serve energia.
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.

la specie È un insieme di esseri viventi simili che possono avere figli. I figli,
le specie quando sono adulti (= crescono), possono avere figli.
il procariote È il nome degli esseri viventi fatti da cellule semplici.
i procarioti Il termine “procariote” significa “prima del nucleo” (dalla parola greca
káryon = “nucleo” e da pro-).
l’eucariote È il nome degli esseri viventi fatti da cellule complesse.
gli eucarioti Il termine “eucariote” significa “vero nucleo” (dalla parola greca káryon
e da eu-).
l’autotrofo È un essere vivente che produce i nutrienti (= molecole del cibo) da
gli autotrofi solo.
l’eterotrofo È un essere vivente che prende i nutrienti dall’ambiente, cioè mangiano.
gli eterotrofi
il parassita È un essere vivente che sfrutta altri organismi, piante e animali per
i parassiti vivere.
il patogeno È un essere vivente che provoca malattie più o meno gravi in animali,
i patogeni piante e uomo.
la fotosintesi È un insieme di reazioni che usa l’energia della luce del Sole per
clorofilliana produrre molecole* di glucosio e altri carboidrati. Durante il processo
si libera ossigeno. L’energia è catturata dalla clorofilla*.
la clorofilla È un pigmento (= molecola colorata) verde che cattura la luce del
Sole.

102
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

Termine/espressione DEFINIZIONE

il composto È una sostanza fatta da atomi* diversi legati tra loro. Un composto è
i composti formato sempre dallo stesso tipo e dallo stesso numero di atomi, cioè
la composizione chimica* non cambia.
la composizione chimica È l’insieme degli atomi presenti in una sostanza. Se la composizione
le composizioni chimiche chimica non cambia si può scrivere la formula chimica*.
la formula chimica È la rappresentazione scritta della composizione di una sostanza:
le formule chimiche indica gli atomi che formano la sostanza e la loro quantità.
Ad esempio la formula del sale da cucina è NaCl che vuol dire 1 atomo
di sodio e 1 atomo di cloro
la membrana È una struttura che circonda (= sta intorno) un oggetto, ad esempio la
le membrane membrana che circonda la cellula.
lo strato È una struttura fatta da sostanze con uguali caratteristiche. Gli strati
gli strati sono messi uno dopo l’altro o uno sopra l’altro.
l’ormone È una molecola che aiuta il cervello a regolare l’attività degli organi. Gli
gli ormoni ormoni sono prodotti da strutture dette ghiandole e secreti (= buttati
fuori) nel sangue.
la vitamina È una molecola necessaria al metabolismo cellulare in piccole quantità.
le vitamine Le vitamine si dividono in solubili:
• in acqua (vitamine dei gruppi B e C)
• nei lipidi (vitamine dei gruppi A, D, E e K)

103
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

GLI ESSERI VIVENTI


-> Le caratteristiche degli esseri viventi
Gli esseri viventi, o organismi, hanno delle caratteristiche che li distinguono (=
rendono diversi) da tutto quello che “non è vita”, ad esempio un sasso.
Un essere è vivente se ha alcune di queste caratteristiche insieme:
1. Un essere vivente ha un’organizzazione interna complessa. Tutti gli organismi
sono fatti da cellule. La cellula è la parte più piccola di un essere vivente. Ogni
cellula ha attività autonoma ma le cellule sono tra loro coordinate, cioè lavorano
insieme e sono capaci di riprodursi. Se gli esseri viventi sono fatti da una sola
cellula sono unicellulari, se sono fatti da tante cellule pluricellulari.
2. Un essere vivente ha dei meccanismi per mantenere costante l’ambiente interno
(ad esempio la temperatura e il pH, cioè l’acidità di una soluzione) quando varia
dell’ambiente esterno.
3. Un essere vivente prende dall’ambiente l’energia e il nutrimento che le cellule
usano per fare reazioni*. Alcune reazioni distruggono strutture che non servono
più e sostanze che servono per ricavare energia, altre costruiscono strutture
nuove. L’insieme di tutte le reazioni è detto metabolismo.
4. Un essere vivente ha in tutte le sue cellule il DNA (vedi “il DNA” pag. 113). Il DNA è
una molecola* molto grande che contiene (= ha dentro) tutte le informazioni per
“costruire” e “far funzionare” un essere vivente, cioè le sue caratteristiche. Il DNA
serve anche per trasmettere (= passare) le caratteristiche di un individuo ai figli,
cioè a nuovi esseri viventi.
5. Un essere vivente interagisce con l’ambiente esterno, cioè si adatta ai
cambiamenti dell’ambiente e lo modifica. Un essere vivente interagisce anche
con altri esseri viventi.
6. Un essere vivente ha un ciclo vitale caratteristico della specie, cioè nasce, cresce
e muore. Il ciclo vitale ha come traguardo (= arrivo) la riproduzione che produce
nuovi individui simili ai genitori e quindi permette alla specie di sopravvivere (=
non morire).
7. Tutti gli esseri viventi sono comparsi sulla Terra con un primo essere detto antenato
comune. Nel tempo le specie* sono cambiate a causa delle diversità tra genitori
e figli. L’insieme dei cambiamenti è l’evoluzione.

104
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

I REGNI DELLA NATURA

--> I regni della natura – definizione


Gli esseri viventi sono divisi in gruppi in base alle loro caratteristiche e alla loro origine.
I gruppi si chiamano regni e sono: monere, protisti, piante, funghi e animali.

-> Le caratteristiche dei regni della natura


1. Le monere è il gruppo dei batteri. I batteri sono unicellulari procarioti*, vivono
in quasi tutti gli ambienti terrestri, sono autotrofi* e eterotrofi*. Alcuni batteri sono
utili, ad esempio la flora batterica nell’intestino dell’uomo, altri sono parassiti* o
patogeni*, ad esempio provocano la carie, la peste, il colera, la tubercolosi.
2. I protisti è il gruppo degli organismi unicellulari eucarioti*. Alcuni sono autotrofi,
altri eterotrofi. Alcuni sono innocui (= non fanno male), altri sono parassiti o
patogeni, ad esempio provocano la dissenteria e la malaria.
3. I vegetali o piante sono pluricellulari, eucarioti e autotrofi. Le piante fanno la
fotosintesi clorofilliana*.
4. I funghi sono pluricellulari, eucarioti e eterotrofi. I funghi si nutrono per
assorbimento, cioè il cibo è digerito all’esterno del corpo. Alcuni funghi sono utili,
ad esempio i lieviti, le muffe del formaggio e le muffe che producono la penicillina,
un antibiotico (una sostanza che uccide gli organismi patogeni). Altri funghi sono
dannosi perché velenosi, parassiti o patogeni, come la muffa del pane e della
frutta.
5. Gli animali sono pluricellulari, eucarioti e eterotrofi. Gli animali si nutrono per
ingestione, cioè digeriscono il cibo all’interno del corpo. Gli animali si muovono
almeno in una fase della loro vita.

batteri
cellula procariote le MONERE
autotrofi e eterotrofi unicellulari
organismi tra loro molto visibili solo al microscopio
i PROTISTI
diversi autotrofi e eterotrofI
i VEGETALI autotrofi: fanno la fotosintesi
eterotrofi: si nutrono per
cellula eucariote i FUNGHI
assorbimento del cibo
eterotrofi: si nutrono per pluricellulari
ingestione, sono dotati di
gli ANIMALI
movimento almeno in una fase
della vita

105
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

LE MOLECOLE ORGANICHE

-> Le molecole organiche – definizione


Le molecole* organiche sono composti* del carbonio (simbolo C), cioè molecole
formate da atomi di carbonio che si legano insieme tra loro.

-> Le caratteristiche delle molecole organiche


Gli atomi di carbonio si legano e formano strutture dette catene, anche molto lunghe
e sono di tre tipi [fig.1]:
• lineare - gli atomi di carbonio si legano uno dopo l’altro;
• ramificata - dalla catena di atomi di carbonio si allungano catene più corte di
atomi di carbonio;
• ciclica - le catene si chiudono ad anello.

fig. 1 – le tre strutture delle catene formate dagli atomi di carbonio

Agli atomi di carbonio della catena si legano anche atomi diversi dal carbonio, ad
esempio l’idrogeno (simbolo H) e l’ossigeno (simbolo O).
Ci sono molte molecole organiche, ad esempio sono molecole organiche l’alcool e
l’etere.
Le molecole organiche più semplici sono gli idrocarburi, ad esempio il metano
(formula CH4), che sono fatti solo da atomi di C e di H.

106
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

LE BIOMOLECOLE
-> Le caratteristiche delle biomolecole

-> Le biomolecole – definizione


Le biomolecole sono le molecole organiche che formano gli esseri viventi.
Sono classificate in quattro gruppi: i carboidrati, i lipidi, le proteine, gli acidi nucleici.

Tante molecole piccole, chiamate unità, si legano tra loro per formare le biomolecole.
Le molecole piccole possono essere uguali o diverse [fig.2].
Le biomolecole sono continuamente smontate e costruite dalle cellule per:
• costruire le molecole e le strutture di cui hanno bisogno;
• ricavare energia.

fig. 2 – tante molecole piccole unite da un legame


formano una biomolecola

-> I carboidrati – definizione


I carboidrati sono biomolecole che hanno funzione energetica e di struttura e si dividono
in monosaccaridi, disaccaridi, polisaccaridi.

-> Le caratteristiche dei carboidrati


I carboidrati sono solubili (= si sciolgono) in acqua perché sono molecole polari, cioè
molecole con una parte positiva e una negativa. Solo i carboidrati di grandi dimensioni
sono insolubili (= non si sciolgono).
1. I monosaccaridi o zuccheri semplici
La molecola dei monosaccaridi è una catena di atomi di carbonio ciclica:
I monosaccaridi hanno funzione di:
• fornire energia immediata alle cellule, in particolare il glucosio è la principale
fonte di energia per la cellula;
• essere le unità che formano gli zuccheri complessi (vedi “gli oligosaccaridi” e
“i polisaccaridi” pag. 108). Sono
monosaccaridi oltre al glucosio
[fig.3]:
• il galattosio che si trova nel
latte;
fig. 3 – le molecole di tre monosaccaridi: il glucosio,
• il fruttosio che si trova nella frutta.
il galattosio e il fruttosio

107
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

2. Gli oligosaccaridi
Gli oligosaccaridi sono fatti da poche unità (fino a dieci). Sono oligosaccaridi
formati da due unità:
• il saccarosio che si trova nella linfa, il liquido nutriente, delle piante ed è usato
in cucina;
• il lattosio che si trova nel latte;
• il maltosio che si trova nel malto e nella birra.

3. I polisaccaridi
I polisaccaridi sono fatti da centinaia o migliaia di unità, perciò sono molecole di
grandi dimensioni.
Sono polisaccaridi formati da molecole di glucosio legate insieme:
• il glicogeno, la molecola con cui si conservano piccole quantità di glucosio
negli animali. Nei vertebrati questa riserva di energia si trova nelle cellule del
fegato e dei muscoli;
• l’amido, la molecola con cui si conserva parte dello zucchero prodotto con
la fotosintesi nei vegetali. Questa riserva di energia si trova nei fusti, nelle
radici e nei semi;
• la cellulosa, la molecola che forma la parete delle cellule vegetali ed è
il principale componente del legno. La sua funzione è di dare sostegno e
protezione.

108
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

-> I lipidi – definizione


I lipidi sono biomolecole con funzione energetica di riserva e di struttura e si dividono in
trigliceridi, fosfolipidi, steroidi, cere.

-> Le caratteristiche dei lipidi


I lipidi sono insolubili in acqua perché sono molecole non polari.

1. I trigliceridi
La molecola dei trigliceridi ha una struttura con quattro molecole unite tra loro.
I trigliceridi non sono solubili in acqua e quindi sono accumulati nelle cellule del
tessuto adiposo che forma il grasso sottocutaneo (= sotto la pelle). Il grasso
sottocutaneo ha le funzioni (= serve a) di:
• riserva energetica;
• protezione perché protegge gli organi dagli urti (= colpi) e il corpo dalla perdita
di calore, cioè è termoisolante.
I trigliceridi si dividono in:
• saturi, si trovano negli animali e si chiamano grassi. Le diete ricche di grassi
saturi possono contribuire a causare disturbi cardiovascolari (= cuore e
circolazione del sangue);
• insaturi, si trovano nei vegetali (semi e
frutti) e si chiamano olii.
fig. 4 – la struttura del fosfolipide

2. I fosfolipidi
La molecola dei fosfolipidi è simile a quella dei trigliceridi ma
ha una parte polare e una parte non è polare. La parte polare
si chiama testa ed è idrofila (= sta bene con l’acqua), la parte
non polare si chiama coda ed è idrofoba (= scappa dall’acqua)
[fig.4].
Grazie alla testa i fosfolipidi possono formare sia la membrana*
che circonda tutte le cellule sia le loro membrane interne.
Due strati* di fosfolipidi messi “coda contro coda” formano le
fig. 5 – la struttura della
membrane cellulari [fig.5].
membrana cellulare
La zona interna e esterna a una membrana sono acquose: le
teste idrofile sono rivolte verso l’acqua e le code idrofobe, una contro l’altra,
formano una zona priva di acqua.

109
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

3. Gli steroidi
La molecola degli steroidi ha una struttura con quattro catene cicliche unite
tra loro. Gli steroidi sono insolubili in acqua.
Uno steroide “famoso” è il colesterolo [fig.6], indispensabile agli animali
perché ha funzioni importanti:
• si trova nelle membrane cellulari per dare stabilità ai due strati di
fosfolipidi;
• nelle cellule è una molecola di partenza per la produzione di altre. Dal
colesterolo infatti il metabolismo cellulare forma alcuni ormoni*, la vitamina*
fig. 6 – la
D (serve al metabolismo del calcio nelle ossa) e i sali biliari (servono nella molecola del
digestione dei lipidi). c o l e s t e r o l o,
uno steroide

MOMENTO SALUTE
Il colesterolo
Il colesterolo è insolubile in acqua perciò circola nel sangue legato a proteine di trasporto
solubili: il legame colesterolo-proteina si chiama lipoproteina.
Le lipoproteine sono di 2 tipi:
le LDL hanno la funzione di distribuire il colesterolo agli organi che ne hanno bisogno.
Sono conosciute come colesterolo “cattivo”;
le HDL hanno la funzione di portare il colesterolo in eccesso (= in più) al fegato che lo
elimina o lo usa. Sono conosciute come colesterolo “buono”.
Le LDL hanno grande affinità (= simpatia) per le pareti delle arterie, i “tubi” che portano
il sangue agli organi del corpo. Le LDL, quando il loro livello nel sangue è alto, possono
cedere alle arterie il colesterolo.
Così si formano depositi di colesterolo sulle pareti delle arterie: il diametro delle arterie
dirette al cervello e al cuore si restringe (arriva meno sangue) e l’elasticità della parete
delle arterie diminuisce (aumenta la pressione). I depositi sono quindi pericolosi perché
aumentano il rischio di infarto e ictus.
Le HDL, invece, rimuovono le molecole di colesterolo in più e “puliscono” le arterie da
queste “incrostazioni”.
cosa non va bene cosa va bene
una dieta ricca di colesterolo e di trigliceridi una dieta che fornisce una giusta quantità
saturi, ad esempio carne, formaggi, tuorlo di colesterolo e trigliceridi saturi, ad
dell’uovo (parte gialla) esempio cibi poveri di carboidrati e ricchi
di fibre
fumare diminuisce i livelli di HDL e non fumare
favorisce i depositi di colesterolo
poca attività fisica una regolare attività fisica aumenta i livelli
di HDL e riduce la percentuale di grassi
nel sangue

110
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

4. Le cere
Le cere hanno la funzione di protezione, infatti sono insolubili in acqua e quindi
formano uno strato che rende impermeabile la superficie di foglie e di frutti,
l’esoscheletro (= scheletro esterno) degli insetti, le penne degli uccelli e i peli dei
mammiferi.

-> Le proteine – definizione


Le proteine sono biomolecole che hanno funzioni importanti per le cellule, ad esempio
di struttura, di difesa, di controllo e di nutrimento. La struttura delle proteine è scritta nel
DNA (vedi “il DNA” pag. 113).

-> Le caratteristiche delle proteine


Alcune proteine sono solubili in acqua altre sono insolubili.
Le proteine hanno funzioni molto diverse tra loro, ad esempio:
• gli enzimi nel metabolismo cellulare aumentano la velocità
delle reazioni;
• gli anticorpi difendono il corpo dagli organismi patogeni*;
• l’albumina dell’uovo è nutrimento per l’embrione;
• il collagene nella pelle e la cheratina nei capelli danno sostegno
e protezione;
• l’emoglobina trasporta l’ossigeno nel sangue e le lipoproteine fig. 7 – la struttura del
nucleotide
il colesterolo;
• l’insulina è un ormone* che regola la quantità di glucosio nel sangue.

Le proteine sono fatte da almeno cento unità, perciò sono molecole di grandi
dimensioni.
Le unità si chiamano aminoacidi [fig.7] e sono venti, essi sono diversi solo per una
parte della molecola che si chiama R.

111
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

-> Le strutture delle proteine


Le proteine hanno più strutture:
1. la struttura primaria è la sequenza (= fila ordinata) degli aminoacidi [fig.8a].
Questa sequenza non è casuale ma è codificata nel DNA,
cioè scritta nei geni (vedi “il DNA” pag. 113).
Ogni proteina ha la propria sequenza primaria che identifica
la proteina e determina le strutture successive, cioè la forma
tridimensionale (= 3 dimensioni) della proteina.
La forma a sua volta è importante perché determina la
funzione, cioè rende specifica la proteina.
2. la struttura secondaria è la forma che prende la sequenza
degli aminoacidi. Sono possibili due forme [fig.8b]:
• l’elica, una struttura rigida ma elastica, ad esempio ha
questa forma la cheratina presente nei capelli;
• la ripiegata, una struttura flessibile e pieghevole, ma
fig. 8.a – la struttura primaria
non elastica, perciò non si allunga ma è resistente, ad di una proteina
esempio ha questa forma la proteina della seta e della
tela del ragno.
Le proteine con struttura secondaria hanno una funzione di struttura.
3. la struttura terziaria si ha quando la catena di aminoacidi prende la forma di una
sfera. Le proteine con struttura terziaria hanno una funzione dinamica e svolgono
specifiche reazioni, ad esempio gli enzimi e gli anticorpi.
4. la struttura quaternaria si ha quando più catene di aminoacidi sono unite
insieme e formano una struttura compatta, ad esempio l’emoglobina [fig.8c].

fig. 8b – le due forme della struttura secondaria di una proteina

fig. 8c – la strut-
tura quaternaria
dell’emoglobina

112
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

-> Gli acidi nucleici – definizione


Gli acidi nucleici sono biomolecole che hanno funzione di contenere e trasferire le
informazioni necessarie alle cellule per svolgere (= fare) le loro attività, cioè le reazioni.
Gli acidi nucleici sono il DNA (acido deossiribonucleico) e l’RNA (acido ribonucleico).

-> Le caratteristiche degli acidi nucleici


Gli acidi nucleici sono fatti da milioni di unità, perciò sono molecole di grandi
dimensioni.
Le unità si chiamano nucleotidi [fig.9] e sono cinque, essi sono diversi solo per una
parte della molecola che si chiama base azotata.
Le basi sono cinque e si chiamano: citosina (C), guanina (G), adenina (A), timina
(T), uracile (U).

1. Il DNA
Il DNA si trova nel nucleo della cellula e contiene
tutte le informazioni genetiche, cioè tutte le
informazioni sulle caratteristiche di un essere
vivente.

fig. 9 – la struttura del nucleotide


Il DNA è formato da due filamenti (= fila lunga) di
nucleotidi arrotolati in una doppia elica.
I due filamenti sono uniti per mezzo delle basi che sporgono (= escono) da ciascun
filamento all’interno dell’elica e stanno una di fronte all’altra.
Le basi sono complementari, cioè A si appaia solo con T e C si appaia
solo con G [fig.10].

La sequenza (= fila ordinata) dei nucleotidi nei due filamenti non è casuale,
essa corrisponde alle informazioni genetiche, perciò ogni tratto (=
piccolo pezzo) di basi sulla sequenza è una informazione.
Il tratto di basi si chiama gene. L’informazione di un gene serve alle cellule
per costruire una proteina perché indica come è la sua sequenza di
aminoacidi (vedi “le proteine” pag. 111).

Nelle cellule le informazioni del DNA sono copiate in due modi:


• con la duplicazione che copia tutto il DNA per fare due copie identiche
del DNA. La duplicazione serve quando una cellula si divide in due
nuove cellule perché esse devono avere le stesse informazioni della
cellula che si è divisa;
• con la trascrizione che copia solo l’informazione di un gene. La
trascrizione serve per la produzione di una proteina (vedi “la sintesi fig. 10 – la doppia
delle proteine” pag. 115). elica del DNA
113
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

Il meccanismo per copiare è uguale in tutti gli esseri


viventi e si basa sulle basi complementari dei due
filamenti di DNA: dalla sequenza di basi di un filamento
si costruisce velocemente l’altro [fig. 11] e si riduce (= di
meno) la possibilità di fare errori.

2. L’RNA
L’RNA è formato da un filamento lineare (= dritto) di
nucleotidi.
Nell’RNA al posto della base T c’è la U. fig.11–ilriconoscimento
Ci sono vari tipi di RNA con funzioni diverse. Quelli tra basi
coinvolti nella sintesi (= produzione) delle proteine
sono:
• l’RNA messaggero (m-RNA), si forma nel nucleo delle cellule con la
trascrizione del gene richiesto. Il filamento di m-RNA trasferisce l’informazione
ai ribosomi (strutture della cellula) dove avviene la traduzione delle
informazioni, cioè la lettura della sequenza di basi che dice quali aminoacidi
formano la proteina (vedi “la sintesi delle proteine” pag. 115);
• gli RNA di trasporto (t-RNA), portano ai ribosomi gli aminoacidi necessari
alla sintesi della proteina. Ogni t-RNA trasporta un preciso aminoacido.

114
BIOLOGIA: CAPITOLO 1

LA SINTESI (= PRODUZIONE) DELLE PROTEINE

-> Il codice genetico – definizione


Il codice genetico è il “linguaggio” che il DNA usa per trasmettere le informazioni che
contiene.

-> Le caratteristiche del codice genetico


Nel DNA c’è un vero e proprio “linguaggio”: le basi sono le lettere che formano
delle parole, le parole insieme formano delle frasi. Ogni frase corrisponde a un
gene.
Le parole sono fatte da tre lettere e ogni parola corrisponde a un preciso aminoacido
(vedi “le proteine” pag. 111).
Questo “linguaggio” è uguale in tutti gli esseri viventi e si chiama codice genetico.

-> Come le cellule producono le proteine


La produzione di una proteina avviene per fasi [fig. 12]:
1. nel nucleo della cellula c’è la trascrizione del gene che ha le informazioni della
proteina da produrre. Si forma l’m-RNA che esce dal nucleo;
2. l’m-RNA va ai ribosomi strutture che fanno la traduzione del gene, cioè “leggono”
tutta la frase una parola alla volta;
3. ad ogni parola corrisponde un preciso aminoacido e i t-RNA portano gli aminoacidi
necessari ai ribosomi;
4. gli aminoacidi si legano insieme e si forma la proteina.

fig. 12 – la sintesi proteica

115
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1
L’ORIGINE DELLA VITA SULLA
TERRA
LA CLASSIFICAZIONE DEI
VEGETALI E DEGLI ANIMALI

INDICE:

LA VITA SULLA TERRA P. 117


SCHEMA: CLASSIFICAZIONE SEMPLIFICATA
DEL REGNO VEGETALE P. 120
SCHEMA: CLASSIFICAZIONE SEMPLIFICATA
DEL REGNO ANIMALE P. 121

116
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

LA VITA SULLA TERRA

-> La Terra – definizione


La Terra è un pianeta del sistema solare, è il quarto pianeta a ruotare intorno al Sole
che è la stella del sistema.

-> La Terra è il pianeta adatto alla vita


La Terra ha tre caratteristiche adatte (= giuste) alla vita:
• la Terra ha una temperatura adatta alla vita perché non è né troppo lontana né
troppo vicina al Sole, quindi non fa né toppo freddo né troppo caldo. La temperatura
media è di circa 15 °C e a questa temperatura l’acqua è allo stato liquido sulla
superficie della Terra;
• la Terra ha l’atmosfera, uno strato di gas che circonda il pianeta. L’atmosfera
protegge da alcune radiazioni solari (ad esempio i raggi ultravioletti) ma fa passare
la luce visibile e mantiene una temperatura adatta alla vita;
• la Terra ha le stagioni, cioè periodi con condizioni diverse di luce e di temperatura.

-> La formazione della Terra


La Terra si forma 4,5 miliardi di anni fa.
Per un certo periodo dopo la sua formazione la Terra non ha una superficie solida.
Lentamente la superficie della Terra diventa solida e si formano le rocce; l’acqua
forma gli oceani e i mari.
Nell’atmosfera non c’era il gas ossigeno.

-> Come è nata la vita sulla Terra


Le molecole necessarie alla vita sono:
• i carboidrati e i lipidi, le molecole che danno energia;
• gli aminoacidi, le molecole che formano le proteine;
• le basi azotate, le molecole che formano il DNA.

Le prime fasi della formazione della vita sono difficili da ricostruire.


L’ipotesi (= spiegazione) migliore è questa:
4 miliardi di anni fa sulla Terra c’erano le condizioni adatte per formare le
molecole necessarie alla vita attraverso reazioni chimiche, infatti nell’atmosfera
c’erano atomi e molecole di gas che potevano reagire. I fulmini dei temporali e i raggi
ultravioletti del Sole davano l’energia per innescare le reazioni.
L’acqua proteggeva le molecole appena formate dalle radiazioni del Sole.
I lipidi, che sono capaci di unirsi in acqua, formarono delle piccole sfere.
In queste piccole sfere c’erano le molecole della vita che reagivano tra loro: le prime
cellule capaci di duplicarsi (= da una cellula avere due cellule identiche).

117
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

-> Il significato di alcuni nomi – definizione


Procariote: deriva dalla parola greca Káryon che significa “nucleo” con davanti pro,
ovvero “prima del nucleo”. Le cellule semplici non hanno questa struttura che separa il
DNA dal resto della cellula.
Eucariote: deriva dalla parola greca Káryon che significa “nucleo” con davanti eu, cioè
“vero nucleo”. Le cellule complesse hanno questa struttura che separa il DNA dal resto
della cellula.
Autotrofo: deriva dalla parola greca tróphos che significa “che si nutre di” e dalla parola
greca autós che significa “sé stesso”. L’autotrofo produce nutrimento da sé.
Eterotrofo: deriva dalla parola greca tróphos che significa “che si nutre di” e dalla parola
greca héteros che significa “altro, diverso”. L’eterotrofo ricava nutrimento dall’ambiente,
cioè mangia.

-> La formazione dei primi esseri viventi


I primi esseri viventi:
• erano unicellulari, cioè fatti da una sola cellula;
• avevano una cellula molto semplice, detta procariote. Per questo i primi esseri
viventi sono chiamati procarioti e erano simili ai batteri che vivono oggi sulla
Terra [fig. 1];
• erano eterotrofi, cioè non erano capaci di produrre da sé materia prima e quindi
dovevano cercare il cibo da demolire per ottenere materia prima e energia;
• vivevano senza ossigeno.

fig.1 – foto al microscopio elettronico a scansione di un


batterio. I primi organismi erano procarioti come i bat-
teri

118
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

-> Gli esseri viventi lentamente si evolvono, cioè modificano le loro


caratteristiche
Sempre in acqua, 2,5 miliardi di anni fa, alcuni procarioti evolvono in autotrofi.
Gli autotrofi erano capaci di produrre da sé materia prima e quindi non dovevano
cercare il cibo.
Questi procarioti facevano la fotosintesi, cioè un insieme di reazioni che usa l’energia
della luce del Sole per produrre carboidrati (materia prima). La fotosintesi produce
anche l’ossigeno.
Per alcuni procarioti l’ossigeno era tossico (= faceva male) perciò morivano. Invece
altri procarioti usavano l’ossigeno nel processo che demolisce il cibo: questo processo
è un vantaggio perché produce più energia e le cellule possono diventare più grandi.
Così, 1,5 miliardi di anni fa, si formano le cellule più complesse dette eucarioti. Gli
esseri viventi formati dalla cellula eucariote sono detti eucarioti e sono sia autotrofi
sia eterotrofi.
Infine, 1 miliardo di anni fa, si formano gli esseri viventi eucarioti pluricellulari da
cui derivano tutte le specie di esseri viventi pluricellulari per evoluzione, cioè il lento
cambiamento dei caratteri da genitori a figli.

-> I vantaggi degli esseri viventi pluricellulari


Un essere vivente pluricellulare è favorito perché:
• se muore una cellula non muore l’essere vivente;
• le cellule si specializzano in funzioni diverse.
Con la specializzazione delle cellule gli eucarioti diventarono più grandi, cioè le
cellule diventarono più efficienti e capaci di adattarsi meglio all’ambiente.

119
SCHEMA: LA CLASSIFICAZIONE (= divisione in gruppi) SEMPLIFICATA DEL REGNO VEGETALE
Gruppo Caratteristiche importanti Sottogruppo Caratteristiche importanti del sottogruppo Esempi
del gruppo
le Alghe Vivono nei mari freddi e caldi. l’alga bruna,
Non hanno radici, fusto e l’alga verde, l’alga rossa
foglie.
le Briofite Vivono in ambienti umidi. il muschio
Non hanno sistemi di
trasporto.
Hanno le spore per la
riproduzione.
Si sviluppano poco in altezza.
le Tracheofite Hanno radice, fusto e foglie le Felci e vivono in ambienti umidi e non hanno i semi la felce,
Si sviluppano in altezza gli Equiseti per la riproduzione l’equiseto
le Gimnosperme hanno i semi per la riproduzione le conifere: il pino, l’abete
le gimnosperme, le conifere:
• hanno i semi non protetti monocotiledoni:
• non fanno i fiori e i frutti l’aglio, la cipolla,
le angiosperme: il frumento, il mais,
• hanno i semi protetti il tulipano, il giglio
• fanno i fiori e i frutti
e le Angiosperme • nel seme c’è il cotiledone, una dicotiledoni:
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

foglia ricca di sostanze di riserva: le la rosa, il papavero,


monocotiledoni hanno un cotiledone le il pomodoro, il fagiolo,
dicotiledoni due il pesco, il melo,
la quercia, il faggio

120
SCHEMA: LA CLASSIFICAZIONE SEMPLIFICATA DEL REGNO ANIMALE

Gruppo Caratteristiche importanti del gruppo Classi Caratteristiche importanti della classe Esempi
i Poriferi Vivono in acqua. a spugna
Gli adulti sono fissi sul fondo e le larve si spostano
con la corrente.
Possono essere riunite in colonie.
Non hanno organi.
Si nutrono per filtrazione: l’acqua entra dai pori ed
esce da una cavità in cima al corpo.
gli Cnidari Vivono in acqua. l’anemone di
Hanno la bocca, la cavità digerente e i tentacoli. mare,
Il ciclo vitale è diviso in due forme: il polipo fisso sul
il corallo,
fondo e la medusa che si sposta con la corrente.
la medusa
i Platelminti Vivono in acqua e nel terreno umido. la planaria,
(i vermi piatti) Alcuni sono parassiti e patogeni. la tenia
Hanno l’apparato digerente.
Sono capaci di rigenerazione, cioè alcune parti
del corpo possono ricrescere quando vengono
danneggiate.
i Nematodi Vivono in acqua e nel terreno umido. l’ossiuro,
(i vermi cilindrici) Alcuni sono parassiti e patogeni. l’ascaris,
Hanno l’apparato digerente con bocca e ano.
la filaria
i Molluschi Vivono in acqua e nel terreno umido. i Gasteropodi la chiocciola,
Hanno il corpo formato da tre parti: la lumaca
• il capo con la bocca; i Bivalvi la cozza,
• una parte centrale con gli organi interni;
• il piede per lo spostamento (nei polpi e nelle la vongola,
seppie si modifica in tentacoli). l’ostrica
Quasi tutti hanno una conchiglia per proteggere gli i Cefalopodi il polpo,
organi. la seppia,
il calamaro
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

121
Gruppo Caratteristiche importanti del gruppo Classi Caratteristiche importanti della classe Esempi
gli Anellidi Vivono in acqua e nel terreno umido. il lombrico,
Il corpo è diviso in tante parti (anelli). la sanguisuga
Alcuni sono parassiti.
gli Artropodi Delle circa 1.250.000 specie* animali classificate, gli Aracnidi il ragno,
circa 1.000.000 sono costituite da artropodi. l’acaro,
Vivono ambienti acquatici e terrestri.
lo scorpione
Alcuni sono parassiti (acari).
Hanno il corpo formato da tre parti: i Crostacei il gambero,
- il capo con gli organi di senso (le antenne) o le il granchio,
pinze per afferrare il cibo; l’aragosta
- il torace con le zampe e ali;
- l’addome con organi vari. i Millepiedi il millepiedi
Hanno uno scheletro esterno resistente e flessibile. gli Insetti la cavalletta,
la formica,
l’ape,
la farfalla,
lo scarafaggio
gli Echinodermi Vivono nel mare quasi sempre sul fondo. la stella di
Hanno uno scheletro interno di calcare calcaree mare,
rigido (ricci) o flessibile (stelle) con spine esterne. il riccio di mare
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

122
Gruppo Caratteristiche importanti del gruppo Classi Caratteristiche importanti della classe Esempi
i Vertebrati Hanno uno scheletro interno che protegge gli organi i Pesci Vivono in acqua. lo squalo, la
e permette il movimento Hanno il corpo rivestito da scaglie ossee. razza,
Hanno le branchie per respirare.
Hanno un sistema nervoso e organi di senso il cavalluccio
Squali, razze e mante hanno lo
sviluppati scheletro di cartilagine, tutti gli altri di di mare,
osso. la murena,
il pirañha, la
sardina, il
tonno
gli Anfibi Vivono in acqua e in luoghi umidi. la rana,
Fanno la metamorfosi*: il rospo,
- la larva ha le branchie, la coda e è il tritone,
vegetariana; la salamandra
- l’adulto ha i polmoni ed è carnivoro

i Rettili Vivono sulla terra e alcuni sono la tartaruga,


acquatici. il camaleonte,
Hanno il corpo ricoperto da squame l’iguana,
per protezione. il coccodrillo,
Hanno i polmoni per respirare. la lucertola,
Depongono uova con guscio e tuorlo il serpente
(il nutrimento dell’embrione*).
gli Uccelli Hanno il corpo ricoperto di piume. lo struzzo,
La temperatura del corpo è costante. la gallina,
Hanno i polmoni per respirare. l’aquila,
Hanno le ali, le penne e le ossa cave il gufo
per volare. il pappagallo,
Depongono uova con guscio e tuorlo il pavone,
che è il nutrimento dell’embrione. il pinguino
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

123
Gruppo Caratteristiche importanti del gruppo Classi Caratteristiche importanti della classe Esempi
i Vertebrati Hanno uno scheletro interno che protegge gli organi i Mammiferi Vivono in acqua e sulla terra, il cane,
e permette il movimento possono volare (ad esempio i gatto,
il topo
Hanno un sistema nervoso e organi di senso pipistrelli).
il coniglio,
sviluppati Hanno il corpo ricoperto di peli. il riccio,
La temperatura del corpo è costante. l’orso,
Hanno i polmoni per respirare. il leone,
la balena,
Allattano i piccoli e li curano.
il delfino
Lo sviluppo dell’embrione è
all’interno del corpo materno, tranne i
marsupiali (ad esempio il canguro e il
koala) e l’ornitorinco che fa le uova
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

124
ESERCIZI CAPITOLO 1
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
regni della natura, molecole organiche, biomolecole, carboidrati, lipidi, proteine, acidi nucleici,
codice genetico.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J Guarda la figura della sintesi delle proteine sul libro e scrivi i nomi delle sue fasi e
delle strutture che la fanno:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. Il ……………………….. è l’insieme delle reazioni in un essere vivente.
b. La ……………………….è il processo che produce nuovi esseri viventi.
c. Le piante fanno la……………………………. ……………………………..
d. I carboidrati e i lipidi sono molecole che danno………………………...
e. I trigliceridi di tipo animale sono …………………e si chiamano …………………….. e quelli di
tipo vegetale sono ……………………….. e si chiamano ………………..
f. I fosfolipidi sono formati da due parti la …………...e la ………………..
g. Gli ……………………………formano le proteine. La loro sequenza si chiama
……………………… ……………………….. e è scritta nei …….
h. Il DNA contiene tutte le ………………………………. Di una cellula e è fatto da 2 filamenti di
………………………………….

125
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. Tutti gli esseri viventi sono fatti da cellule o o
b. Gli esseri viventi interagiscono con l’ambiente o o
c. Unicellulare significa che si nutre da sé o o
d. Un essere vivente fatto da più cellule è un pluricellulare o o
e. Le biomolecole non sono molecole organiche o o
f. Il glucosio è l’energia di riserva per le cellule o o
g. I fosfolipidi formano le membrane della cellula o o
h. Le cere sono dei carboidrati o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. glucosio a. cellula complessa
2. cellulosa b. è una riserva di energia
3. amido c. cellula semplice
4. eucariote d. sostiene e protegge le cellule delle piante
5. trigliceride f. è la riserva di energia delle piante
6. procariote g. fornisce energia immediata

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. L’ordine corretto delle fasi del ciclo vitale è:
o nascita – crescita – morte o morte – crescita – nascita
o crescita – morte – nascita o riproduzione – morte – nascita
b. L’evoluzione produce figli:
o simili ma non uguali ai genitori o sempre diversi dai genitori
o sempre uguali ai genitori o simili o diversi in base alla specie
c. Le monere sono:
o pluricellulari o solo eterotrofi
o batteri o funghi
d. Le proteine sono composte da:
o nucleotidi o acidi grassi
o aminoacidi o monosaccaridi
e. Il colesterolo è dannoso perché:
o fa ingrassare o si deposita nelle arterie
o si deposita nella pelle o non è digerito
f. Il DNA nella cellula è:
o nel nucleo o all’esterno
o nel nucleo e all’esterno o nei ribosomi

126
JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o piante o monere o eucarioti o protisti
b. o colesterolo o cera o glucosio o trigliceridi
c. o amido o glicogeno o fosfolipide o cellulosa

JJJ 8. Correggi le affermazioni false dell’esercizio 4 e scrivile corrette sul tuo


quaderno di scienze.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. Quali sono le caratteristiche dei viventi.
b. Che cosa sono i regni della natura e quali sono le loro caratteristiche.
c. La funzione del colesterolo e i suoi effetti sulla salute.
d. Le strutture delle proteine.
e. Le differenze nella struttura e nella funzione tra le molecole di DNA e di RNA.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 1
JJ 10. Completa le seguenti frasi:
a. Gli esseri viventi che hanno la cellula semplice si chiamano ……………………….. e quelli
con la cellula complessa ………………………………….
b. Gli autotrofi fanno la ……………………………… che produce ……………………… e
……………………….
c. 4 miliardi di anni fa nell’atmosfera della Terra c’erano i ……………. che con
l’…………………… dei ……………………e dei ……………………… …… hanno fatto le
……………………………….. …………………………per formare le molecole della vita.

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Perché la Terra è un pianeta adatto alla vita?
b. Come è nata e si è sviluppata la vita sulla Terra? Descrivi le varie fasi.
c. Che differenza c’è tra gli autotrofi e gli eterotrofi?
d. Qual è il vantaggio degli esseri viventi pluricellulari?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Cerca in internet le principali teorie sulla evoluzione (ad esempio Darwin e Lamarck).
b. Fai una piccola ricerca sull’origine e l’evoluzione della specie umana.
c. Fai una piccola ricerca sui batteri utili e sui batteri patogeni.

127
BIOLOGIA: CAPITOLO 2
LA CELLULA
IL METABOLISMO CELLULARE
IL CICLO E LA DIVISIONE
CELLULARE

INDICE:

PAROLE UTILI P. 129


LA CELLULA P. 131
LA CELLULA PROCARIOTE
E LA CELLULA EUCARIOTE P. 132
IL METABOLISMO CELLULARE P. 136
IL CICLO CELLULARE P. 138
LA DIVISIONE CELLULARE P. 139

128
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

PAROLE UTILI:

Termine/espressione DEFINIZIONE

il procariote È il nome delle cellule semplici, cioè che non hanno il nucleo, struttura
i procarioti che separa il DNA* dal resto della cellula.
Il termine “procariote” significa “prima del nucleo” (dalla parola greca
káryon = “nucleo” e da pro-).
l’eucariote È il nome delle cellule complesse, cioè che hanno il nucleo, struttura
gli eucarioti che separa il DNA* dal resto della cellula.
Il termine “eucariote” significa “vero nucleo” (dalla parola greca káryon
e da eu-).
il DNA È una molecola* molto grande con la funzione di contenere le
informazioni necessarie alle cellule per svolgere (= fare) le loro attività.
Il DNA serve anche per trasmettere (= passare) le caratteristiche di un
individuo ai figli, cioè a nuovi esseri viventi.
la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

il batterio È un essere vivente fatto da una cellula. Alcuni batteri sono patogeni,
i batteri cioè provocano malattie.
il lievito È un essere vivente fatto da una cellula e appartiene al gruppo dei
i lieviti funghi.
il micrometro Sono unità di misura per le dimensioni di un oggetto: il simbolo del
il millimetro micrometro è μm e 1000 μm = 1 mm;
il simbolo del millimetro è mm e 1000 mm = 1 metro.
lo strato È una struttura fatta da sostanze con uguali caratteristiche. Gli strati
gli strati sono messi uno dopo l’altro o uno sopra l’altro.
il fosfolipide È una molecola* molto grande del gruppo dei lipidi (molecole che
i fosfolipidi formano gli esseri viventi).
la proteina È una molecola* grande, fatta da aminoacidi (molecole più piccole
le proteine legate insieme). Le proteine sono molecole che formano gli esseri
viventi.

129
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

Termine/espressione DEFINIZIONE

lo ione È un atomo* con una o più cariche positive o negative. Uno ione
gli ioni positivo si forma quando l’atomo perde elettroni e uno ione negativo
si forma quando l’atomo prende elettroni.
l’enzima È una proteina* con la funzione di aumentare la velocità delle reazioni*
gli enzimi che avvengono nelle cellule.
la reazione chimica È un processo nel quale i reagenti (atomi* o molecole*) si combinano
le reazioni chimiche per ottenere nuove sostanze, dette prodotti. Per innescare (= far
partire) una reazione chimica serve energia.
lo spermatozoo È la cellula del maschio che si unisce alla cellula uovo della femmina
gli spermatozoi nella fecondazione. Con la fecondazione comincia la formazione di un
nuovo essere vivente.
il glucosio È una molecola* che da energia alla cellula. Il glucosio è del gruppo
dei carboidrati (molecole che formano gli esseri viventi).
la cellulosa È una molecola* grande del gruppo dei carboidrati (molecole che
formano gli esseri viventi). La cellulosa è contenuta nei vegetali.
il muscolo È una struttura che permette il movimento delle parti del corpo.
i muscoli

130
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

LA CELLULA

-> La cellula – definizione


La cellula è la più piccola unità vivente capace di crescere e di riprodursi autonomamente,
cioè senza l’aiuto di un altro vivente.
Esistono due tipi di cellule, una semplice, la procariote* e una più complessa,
l’eucariote*.

-> La teoria cellulare


La teoria cellulare dice che:
1. le cellule formano tutti gli organismi viventi. Alcuni organismi sono
unicellulari cioè hanno una sola cellula (ad esempio i batteri* e i lieviti*),
altri sono pluricellulari cioè hanno più cellule (i funghi, le piante e gli
animali);
2. ogni cellula ha origine da un’altra cellula.

-> Perché le cellule sono piccole


fig. 1a – il
Per il suo metabolismo (vedi “il metabolismo cellulare” pag. 136) la cellula
microscopio
scambia con l’esterno, cioè riceve le sostanze di nutrimento, elimina i rifiuti ottico
e fa uscire i suoi prodotti attraverso la sua superficie.
La cellula è piccola per fare gli scambi più rapidamente.

-> I microscopi – definizione


Il microscopio è uno strumento capace di distinguere (= vedere separate) strutture molto
piccole e ingrandirle. Il microscopio serve per osservare e studiare le cellule perché
l’occhio umano non può vederle.

-> Le caratteristiche dei microscopi


Ci sono microscopi diversi in base a cosa si vuole osservare:
1. Il microscopio ottico – serve per osservare la forma delle cellule [fig. 1a]. Le
cellule sono messe su un vetrino (un sottile rettangolo in vetro) e la luce di una
lampadina le illumina [fig. 1b].
Le cellule però sono incolori (= non hanno colore) e trasparenti [fig. 1c]. Per

fig. 1b – il vetrino
con il campione fig. 1c – cellule fig. 1d – cellule colorate: si vede
da osservare non colorate il nucleo (viola scuro) e il cito-
plasma (viola chiaro)
131
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

vedere meglio le cellule è possibile “colorarle” con sostanze chimiche [fig. 1d].
2. Il microscopio elettronico – serve per osservare le strutture interne della
cellula, dette organuli [fig. 2b] (vedi “Le strutture e gli organuli della cellula
eucariote” pag. 133).
Un fascio (= insieme) di elettroni “illumina” le cellule. Gli elettroni però non si
vedono ma colpiscono una pellicola fotografica o uno schermo dove formano
l’immagine [fig. 2a].
Un particolare microscopio elettronico è quello a scansione che permette di
osservare la superficie in 3D (= tridimensionale) di una cellula [fig. 2c].

fig.2a – il microscopio fig. 2b – l’interno di una fig. 2c – globuli rossi in 3D


elettronico cellula

LA CELLULA PROCARIOTE E LA CELLULA EUCARIOTE


Tutte le cellule hanno:
• la membrana plasmatica intorno alla cellula;
• il citoplasma, l’insieme di sostanze e acqua dentro la
cellula;
• i ribosomi, gli organuli (= strutture);
• il DNA*, una grande molecola in cui sono “scritte” tutte le
informazioni necessarie alle attività della cellula.

La cellula procariote è grande da 1 μm a 10 μm (si pronuncia fig. 3 – la struttura della cellula


micrometri*). procariote
La cellula procariote [fig. 3] ha una struttura semplice: ha il DNA e i ribosomi nel
citoplasma e la membrana plasmatica (per le funzioni vedi “Le strutture e gli organuli
della cellula eucariote” 133).
Intorno alla membrana ha una parete cellulare e una capsula che la proteggono.
Può avere il flagello che serve per il movimento.

La cellula eucariote è grande da 10 μm a 100 μm.


La cellula eucariote ha una struttura più complessa della cellula procariote: nel
citoplasma ci sono il nucleo con dentro il DNA, i ribosomi e sistemi di membrane,
detti organuli. Gli organuli hanno la membrana che separa l’interno dal citoplasma
perché in essi avvengono reazioni specifiche (vedi “Le strutture e gli organuli della
cellula eucariote” 133).
Ci sono due tipi di cellula eucariote, quella animale e quella vegetale.
132
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

-> Le strutture e gli organuli della cellula eucariote


Le strutture e gli organuli hanno una specifica funzione [fig. 5].
1. La membrana plasmatica [fig. 4] – è una barriera che separa l’interno della
cellula dall’ambiente esterno. Due strati* di fosfolipidi* fanno la membrana che
ha due funzioni:
• circonda il citoplasma e lo protegge;
• fa entrare e uscire le sostanze attraverso canali fatti da proteine*. Le proteine
servono anche a “riconoscere” le sostanze che possono entrare e uscire dalla
cellula.
fig. 4 – la struttura della membrana
plasmatica:
• i due strati di fosfolipidi;
• le proteine che riconoscono le
sostanze e formano i canali per
farle passare

2. Il citoplasma – è lo spazio interno della cellula. Il citoplasma è denso ed è


composto da acqua, proteine, carboidrati, sali minerali. Nel citoplasma ci sono
gli organuli e avvengono le reazioni del metabolismo cellulare (vedi “il
metabolismo cellulare” pag. 136).

3. Il nucleo – è la struttura che contiene il DNA*. Il DNA al microscopio elettronico


è di colore chiaro e scuro. Il nucleo ha una doppia
membrana con dei pori (= buchi) per far entrare e
uscire le sostanze.

4. I ribosomi – fanno la sintesi (= produzione) delle


proteine.
I ribosomi non hanno membrane e sono nel
citoplasma e sulle membrane del reticolo
endoplasmatico (vedi “punto 5” pag. 133).

5. Il reticolo endoplasmatico – è una rete di


membrane e nel citoplasma forma dei piccoli tubi.
Ci sono due tipi di reticolo: fig. 5 – foto di una cellula eucariote al
• il reticolo ruvido, si chiama ruvido perché sulle microscopio elettronico:
1. citoplasma;
membrane ci sono i ribosomi. Il reticolo modifica
2. mitocondri;
le proteine che i ribosomi producono e forma delle 3. involucro nucleare;
vescicole per portare le proteine all’apparato di 4. DNA;
5. reticolo endoplasmatico
133
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

Golgi (vedi “punto 6 e 7” pag. 134).;


• il reticolo liscio, si chiama liscio perché sulle membrane non ci sono i ribosomi. Il
reticolo liscio ha varie funzioni, ad esempio immagazzina ioni* calcio (importanti
per la contrazione dei muscoli).
6. L’apparato di Golgi – sono dei sacchetti di membrana disposti uno sopra l’altro.
L’apparato di Golgi riceve le proteine dal reticolo ruvido, le modifica e le invia (=
manda) alla loro destinazione.

fig. 6 – come le sostanze


entrano (endocitosi) e
escono (esocitosi) dalla
cellula.
La membrana della vescicola
di trasporto si fonde (=
unisce) con la membrana
plasmatica e le sostanze
si trovano all’interno o
all’esterno della cellula

7. Le vescicole di trasporto – sono dei sacchetti di membrana. Le vescicole


trasportano le sostanze nel citoplasma da un organulo
all’altro e le fanno entrare e uscire dalla cellula attraverso la
membrana plasmatica [fig. 6].

8. I mitocondri – hanno una membrana esterna e una


membrana interna. La membrana interna si piega e
forma delle creste [fig. 7]. La funzione dei mitocondri è la
respirazione cellulare che produce ATP usando glucosio e
ossigeno. L’ATP è una molecola che trasporta energia nella
fig. 7 – la struttura del
cellula. L’energia serve alla cellula per il suo metabolismo
mitocondrio
(vedi “il metabolismo cellulare” pag. 136).
Alcuni organuli sono solo nella cellula animale [fig. 8] o nella cellula vegetale [fig. 9].
La cellula animale ha:

fig. 8 – la struttura della cellula fig. 9 – la struttura della cellula eucari-


eucariote animale ote vegetale

134
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

1. I lisosomi – sono organuli l’apparato di Golgi produce. I lisosomi contengono


enzimi* che “smontano” le strutture vecchie e danneggiate della cellula o gli
organismi dannosi che entrano nella cellula, ad esempio i batteri.
2. Il citoscheletro – è uno “scheletro” di filamenti (= fili lunghi e sottili) proteici
[fig. 10] che dà forma e struttura alla cellula e la fa muovere.
3. Le ciglia e i flagelli – sono fatti da filamenti proteici, hanno uguale struttura
ma le ciglia sono corte e tante e i flagelli sono pochi e lunghi. Le ciglia
e i flagelli servono per il movimento delle cellule, ad esempio il flagello dello
spermatozoo* [fig. 11].

fig. 10 – il citoscheletro
fig. 11 – gli spermato-
zoi (in giallo) in 3D

La cellula vegetale ha:


1. La parete – è una struttura rigida all’esterno della membrana plasmatica. La
parete è fatta da cellulosa*. La parete serve a proteggere, dare sostegno e forma
alla cellula.
2. Il vacuolo – è una grossa vescicola che contiene acqua, sali e i rifiuti del
metabolismo cellulare (vedi “il metabolismo cellulare” pag. 136). Il vacuolo con
l’acqua si gonfia (= diventa più grosso) e fa una pressione contro la parete per
mantenere la forma della cellula.

3. I cloroplasti – hanno una membrana esterna e


una membrana interna. La membrana interna si
piega e forma dei piccoli dischi che contengono la
clorofilla. La clorofilla è un pigmento (= molecola
colorata) verde che cattura la luce del Sole [fig. 12].
La funzione dei cloroplasti è la fotosintesi
clorofilliana che produce glucosio usando
anidride carbonica, acqua e l’energia del Sole
(vedi “il metabolismo cellulare” pag. 136).
fig. 12 – la struttura del cloroplasto

135
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

Il METABOLISMO CELLULARE

-> Il metabolismo cellulare – definizione


Il metabolismo cellulare è l’insieme delle reazioni* che avvengono in una cellula. Con
le reazioni la cellula svolge (= fa) le sue funzioni.

-> L’energia nella cellula


Tutte le cellule hanno bisogno di nutrienti che sono molecole grandi e si trovano nel cibo. Le cellule
“smontano” le molecole grandi in molecole più piccole. Le molecole piccole servono alle cellule
come “combustibile” per produrre energia e come materia prima per costruire nuove molecole
grandi che formano le strutture della cellula.
Tutte queste funzioni sono possibili grazie a reazioni specifiche.
Le reazioni si dividono in:
1. reazioni di decomposizione per “smontare” (=dividere) le molecole grandi in molecole più
piccole. Queste reazioni liberano energia;
2. reazioni di sintesi per “costruire” le molecole grandi da molecole più piccole. Queste reazioni
consumano energia.
Gli enzimi, che sono proteine, accelerano tutte le reazioni nella cellula, cioè le reazioni sono più
veloci.
L’energia nella cellula circola (= si sposta) grazie alla molecola di ATP che lega l’energia liberata da
alcune reazioni e la dà alle reazioni che la consumano.

-> La respirazione cellulare – definizione


La respirazione cellulare è un insieme di reazioni* che produce energia, cioè molecole
di ATP.

-> Come avviene la respirazione cellulare


Le reazioni della respirazione cellulare sono divise in tre fasi.
La prima fase avviene nel citoplasma; le altre due fasi avvengono nei mitocondri e hanno
bisogno di ossigeno.
I “combustibili” più importanti sono i carboidrati, tra cui il glucosio, e i lipidi.
Nelle fasi della respirazione cellulare le molecole di “combustibile” sono smontate e si produce
energia che viene legata alle molecole di ATP, acqua (formula chimica H2O) e anidride carbonica
(formula chimica CO2).
La respirazione cellulare si può riassumere così:
glucosio + ossigeno = energia + acqua + anidride carbonica
L’energia è il prodotto che serve alla cellula, l’anidride carbonica è eliminata.
Ci sono degli organismi unicellulari, ad esempio alcuni batteri e lieviti, che vivono senza ossigeno.
Quando manca l’ossigeno c’è solo la prima fase seguita dalla fermentazione. Ci sono vari tipi di
fermentazione:

136
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

• la fermentazione alcolica che produce etanolo e anidride carbonica. Ad


esempio avviene nel succo d’uva che diventa vino e nella pasta per fare il pane
che lievita (= si gonfia) perché contengono i lieviti;
• la fermentazione lattica che produce acido lattico. Avviene nel latte che diventa
yogurt perché contiene i batteri e nei muscoli sotto sforzo.

MOMENTO SALUTE
La fermentazione nel corpo umano
Durante un’intensa attività fisica il sangue non riesce a portare l’ossigeno in quantità
sufficiente alle cellule dei muscoli per fare la respirazione cellulare.
Quindi le cellule per continuare a lavorare passano alla fermentazione lattica. L’acido
lattico che si forma va nel sangue e arriva al fegato (= un organo dell’apparato digerente)
che lo elimina.
Se lo sforzo è grande i muscoli producono troppo acido lattico che si accumula (= resta)
nei muscoli e dà i crampi.

-> La fotosintesi clorofilliana – definizione


La fotosintesi clorofilliana è un insieme di reazioni* che produce molecole di glucosio
e altri carboidrati.

-> Come avviene la fotosintesi clorofilliana


Le reazioni della fotosintesi sono divise in due fasi e avvengono nei cloroplasti.
La prima fase della fotosintesi ha bisogno di acqua e della luce solare perché la
clorofilla “cattura” l’energia solare e la lega alle molecole di ATP. In questa fase è
prodotto ossigeno.
La seconda fase usa l’ATP prodotta nella prima fase per far reagire le molecole di
anidride carbonica e produrre carboidrati, soprattutto glucosio.
La fotosintesi clorofilliana si può riassumere così:
energia + acqua + anidride carbonica = glucosio + ossigeno
il glucosio è il prodotto che serve alla cellula, l’ossigeno è eliminato.

137
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

-> Gli autotrofi e gli eterotrofi


Gli organismi viventi si procurano i nutrienti in due modi diversi e quindi si dividono in:
• autotrofi che producono i nutrienti da soli;
• eterotrofi che prendono i nutrienti dall’ambiente, cioè mangiano.
Gli autotrofi e gli eterotrofi sono collegati, cioè hanno bisogno gli uni degli altri: gli
autotrofi eliminano ossigeno che serve agli eterotrofi e gli eterotrofi eliminano
anidride carbonica che serve agli autotrofi [fig. 13].
I carboidrati prodotti dagli autotrofi sono dei nutrienti che servono sia a loro sia agli
eterotrofi.

fig. 13 – lo schema che


raffigura il collegamen-
to tra autotrofi e etero-
trofi

IL CICLO CELLULARE

-> Il ciclo cellulare – definizione


Il ciclo cellulare è l’insieme delle fasi della vita di una cellula.

-> Le fasi del ciclo cellulare


Una cellula cresce e con il suo metabolismo contribuisce (= aiuta) al buon
funzionamento dell’intero organismo.
La cellula, a un certo punto della sua vita, può riceve il segnale di divisione. Questo
segnale dipende dalle necessità dell’intero corpo.

Il ciclo cellulare si divide in quattro fasi [fig. 14]:


1. G1 – la maggior parte della vita di una cellula: la
cellula cresce e fa le reazioni, cioè svolge (= fa) le sue
funzioni;
2. S – nel nucleo della cellula il DNA viene duplicato, cioè
si creano due copie identiche di tutte le informazioni
“scritte” nel DNA;
3. G2 – la cellula sintetizza le molecole necessarie alla
sua divisione;
4. M – la divisione cellulare che si divide in due fasi:
a. la mitosi – le due copie identiche di DNA fatte
nella fase S si separano;
fig. 14 – il ciclo cellulare
b. la citodieresi – si divide in due il citoplasma.
(vedi “la divisione cellulare” pag. 139)

138
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

Il ciclo cellulare non ha la stessa durata per tutte le cellule:


• alcune si dividono spesso, ad esempio le cellule della pelle, gli spermatozoi e i
globuli rossi;
• alcune, una volta cresciute, restano in fase G1 tutta la vita e si dividono solo se
stimolate, ad esempio le cellule del fegato;
• alcune, una volta cresciute, restano in fase G1 tutta la vita e perdono la capacità
di dividersi perché si specializzano nel loro compito, ad esempio i neuroni e le
cellule del muscolo* del cuore.

LA DIVISIONE CELLULARE

-> La divisione cellulare – definizione


La divisione cellulare è il processo di una cellula che si divide in due cellule. Le due
cellule sono identiche sia tra loro, sia alla cellula di partenza perché contengono copie
identiche del suo DNA.
La divisione cellulare è fatta da due fasi: la mitosi e la citodieresi.

-> La mitosi
La mitosi avviene solo se nel nucleo della cellula ci sono due copie identiche di DNA
perché è la fase in cui le due copie di DNA si separano.
(vedi “il ciclo cellulare” pag. XXX). La mitosi è suddivisa in quattro fasi:
1. profase – il DNA si “arrotola” in bastoncini detti cromosomi. Ogni cromosoma
è fatto da due parti identiche, cioè le due copie, dette cromatidi, unite al centro
da un ”bottone”.Contemporaneamente scompare la membrana del nucleo che
separa il DNA dal citoplasma e si forma il fuso, un sistema di fibre proteiche che
serve a separare i cromatidi di ogni cromosoma [fig. 15a].

fig. 16 – fotografia al
microscopio
elettronico di un
cromosoma in meta-
fig. 15b – la metafase fase: sono visibili
fig. 15a – la profase i due cromatidi e il
“bottone”
(centromero)

2. metafase – I cromosomi si mettono a metà del fuso e grazie al “bottone” si


attaccano alle sue fibre [fig. 15b]. Nella metafase si vedono al microscopio i
cromosomi divisi nei due cromatidi [fig. 16].

139
BIOLOGIA: CAPITOLO 2

3. anafase – I due cromatidi di ogni cromosoma si separano a livello del “bottone”


perché le fibre del fuso si accorciano e li tirano verso i poli del fuso [fig. 15c].
4. telofase – Una volta ai poli i cromosomi non si vedono più perché il DNA si “srotola”.
Contemporaneamente si riforma la membrana del nucleo e si disfa il fuso [fig. 15d].

fig. 15d – la telofase


e l’inizio della cito-
fig. 15c – l’anafase dieresi

-> La citodieresi
La citodieresi è la fase in cui si forma un anello di filamenti proteici che si stringe e
“strozza” il citoplasma e lo divide in due parti [fig. 2d].
Alla fine del processo si hanno due cellule separate, ciascuna con il suo citoplasma,
organuli e nucleo.

-> A che cosa serve la divisione cellulare


Tutte le cellule fanno la mitosi.
La funzione della mitosi è creare nuove cellule:
• negli organismi pluricellulari serve a sostituire le cellule vecchie o danneggiate
(ad esempio riparare i danni di una ferita) e a aumentare il numero di cellule in un
organismo (ad esempio allungare le ossa nella crescita);
• negli organismi unicellulari per riprodurre nuovi organismi. I nuovi organismi
sono identici tra loro e alla cellula iniziale.

-> La differenza tra la divisione e la morte cellulare


La divisione della cellula non è la sua morte perché si è divisa in due nuove cellule
identiche a lei e tra loro.
Le cellule muoiono in due modi diversi:
1. per necrosi – perché sono danneggiate da un trauma (= danno violento), da una
malattia o dalla mancanza di nutrimento;
2. per apoptosi o morte cellulare programmata – perché sono
diventate vecchie e il DNA si è danneggiato o hanno finito il loro compito.
L’apoptosi controlla la moltiplicazione delle cellule perché l’aumento
del numero di cellule per divisione è bilanciato dall’apoptosi.
Quando le cellule si moltiplicano senza controllo si possono sviluppare i tumori (=
insieme di cellule che non funzionano bene).

140
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

I TESSUTI UMANI

INDICE:

I TESSUTI UMANI P. 142

141
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

I TESSUTI UMANI

-> I tessuti – definizione


I tessuti sono un insieme di cellule che svolgono la stessa funzione.
Tessuti diversi si uniscono a formare gli organi.
I tessuti in base alla loro struttura e funzione si dividono in quattro gruppi: gli epiteli, i
connettivi, i muscolari e il nervoso.
Lo studio dei tessuti è l’istologia.

-> Come osservare i tessuti


Per osservare un campione di tessuto si usa il microscopio ottico
perché le cellule non sono visibili ad “occhio nudo”.
Il campione è messo su un vetrino (sottile rettangolo di vetro) [fig.
1] e le cellule vengono “colorate” con sostanze chimiche per vederle
meglio perché sono incolori (= non hanno colore) e trasparenti. fig. 1 – il vetrino con il
campione da osservare

-> I tessuti epiteliali – definizione


I tessuti epiteliali sono insiemi di cellule che hanno la funzione di proteggere e di
formare ghiandole.

-> I tessuti epiteliali


Gli epiteli sono fatti da cellule che stanno molto vicine tra loro.
Ci sono due tipi di epitelio: l’epitelio di rivestimento e l’epitelio ghiandolare.

1. L’epitelio di rivestimento – riveste (= ricopre) le superfici esterne del corpo


e le cavità degli organi che comunicano con l’esterno, ad esempio la bocca,
l’intestino e i polmoni. La funzione dell’epitelio di rivestimento dipende da quanti
strati di cellule ci sono:
• uno strato di cellule [fig. 2a] serve per far passare le sostanze. Si trova ad
esempio nell’intestino, nei polmoni, nei reni;
• molti strati di cellule uno sopra l’altro [fig. 2b] servono per proteggere. Si trova
ad esempio nella bocca e forma l’epidermide che è la parte superiore della pelle.

fig. 2a – l’epitelio con uno strato fig. 2b – l’epitelio con molti strati

142
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

2. L’epitelio ghiandolare – forma le ghiandole, strutture che secernono (= buttano


fuori) sostanze. Ci sono due tipi di ghiandole:
• le ghiandole esocrine che producono sostanze che vanno all’esterno del
corpo (ad esempio le lacrime, la saliva, il sudore, il latte materno) o nelle cavità di
organi che comunicano con l’esterno (ad esempio i succhi gastrici dello stomaco
e la bile del fegato) [fig. 3a];
• le ghiandole endocrine che producono ormoni, molecole che aiutano il cervello
a regolare l’attività degli organi (ad esempio la tiroide e una parte del pancreas).
Gli ormoni sono secreti nel sangue [fig. 3b].

fig. 3a – le ghiandole esocrine fig. 3b – le ghiandole endocrine

-> I tessuti connettivi – definizione


I tessuti connettivi sono insiemi di cellule che hanno la funzione di connettere (=
collegare, unire) tra loro organi e tessuti diversi, proteggere gli organi e dare loro
sostegno.

-> I tessuti connettivi


I tessuti connettivi hanno la sostanza fondamentale che si trova tra una cellula e l’altra.
Nella sostanza fondamentale ci sono molecole varie, vasi sanguigni, terminazioni
nervose e due tipi di fibre proteiche: le fibre collagene che sono resistenti e le fibre
elastiche che sono flessibili (= si piegano).
In base alla consistenza della sostanza fondamentale ci sono quattro tipi di
connettivo: il connettivo, l’osseo, la cartilagine e il sangue.

1. Il connettivo – la sostanza fondamentale è fluida. Il connettivo


è resistente allo sforzo e forma ad esempio i tendini, i
legamenti e il derma che è la parte inferiore della pelle [fig. 4a].
Un connettivo speciale è l’adiposo le cui cellule contengono lipidi. Questo
tessuto è una riserva energetica, è termoisolante (= protegge dalla perdita di
calore) e protegge gli organi [fig. 4b].

143
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

fig. 4a – il connettivo fig. 4b – l’adiposo


2. L’osseo – la sostanza fondamentale è solida perché contiene sali di calcio e di fosforo che
rendono il tessuto resistente. Il tessuto osseo forma le ossa [fig. 5] che sostengono il corpo,
proteggono gli organi e con i muscoli permettono il movimento. Le ossa sono anche una
riserva di calcio, importante in alcune reazioni come la contrazione dei muscoli, (vedi “i tessuti
muscolari” pag. 146). Ci sono due tipi di tessuto osseo, il compatto e lo spugnoso:
• il compatto forma la parte centrale delle ossa lunghe ad esempio la tibia;
• lo spugnoso forma le ossa corte ad esempio il polso e la caviglia e le ossa piatte ad esempio il
cranio, le costole e le scapole e si torva alle estremità delle ossa lunghe. Lo spugnoso contiene
il midollo osseo rosso che produce le cellule del sangue (vedi “il sangue” pag. 157).

fig. 5 – la struttura
interna di un osso fig. 6 – la cartilagine
3. La cartilagine – la sostanza fondamentale è densa e rende il tessuto resistente ma flessibile
[fig. 6]. La cartilagine forma ad esempio lo scheletro del feto (l’essere vivente che in gravidanza
si sviluppa nell’utero materno dei mammiferi), le articolazioni e i menischi, si trova nel naso,
nella trachea e nei bronchi.
4. Il sangue – la sostanza fondamentale è liquida e si chiama plasma. Il plasma trasporta
proteine, ad esempio la fibrina che è importante per la coagulazione del sangue (vedi le
piastrine pag. 145), ormoni, glucosio e lipidi, sostanze nutrienti e rifiuti, ad esempio l’anidride
carbonica.Nel plasma ci sono tre tipi di cellule [fig. 7] che si formano nel midollo osseo rosso
(vedi “l’osseo” pag. 144):
• i globuli rossi che trasportano l’ossigeno alle cellule del corpo. Il trasporto è possibile
perché nei globuli rossi c’è la proteina emoglobina che “lega” l’ossigeno. I globuli rossi non
hanno nucleo perciò non possono riprodursi e dopo circa tre mesi di attività sono distrutti dal
fegato e dalla milza;
• i globuli bianchi che intervengono nelle infezioni e nelle allergie per difendere il corpo dalle
144
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

sostanze tossiche e dagli organismi patogeni, cioè che causano malattie (ad esempio i batteri
e i virus). Un tipo di globuli bianchi, i linfociti B, producono gli anticorpi. Gli anticorpi sono
proteine che riconoscono in modo specifico sostanze e patogeni e li distruggono;
• le piastrine che sono piccoli pezzi di una grande cellula che si frammenta (= dividersi in parti).
In caso di ferita le piastrine intervengono nella coagulazione del sangue. La coagulazione è
un insieme di reazioni in cui le piastrine formano un “tappo” e la fibrina una rete per bloccare
l’uscita delle cellule del sangue dalla ferita.

fig. 7 – il sangue con alcuni suoi ele-


menti:
1. piastrina
2. globulo rosso
3. linfocita

MOMENTO SALUTE
La quantità di cellule del sangue nel corpo
globuli rossi globuli bianchi piastrine
per mm di sangue 4 - 6 milioni
3
4.000 - 10.000 150.000 - 400.000
1mm3 = 0,001 mL

La leucemia
La leucemia è il nome dato a alcuni tipi di tumori del midollo osseo.
I globuli bianchi si moltiplicano senza controllo e il loro accumulo nel midollo osseo
interferisce (= disturba, ostacola) con la produzione delle altre cellule del sangue.
I globuli bianchi possono migrare nei linfonodi (strutture del sistema immunitario), nel
fegato e nella milza che diventano più grossi.

145
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

-> I tessuti muscolari – definizione


I tessuti muscolari sono insiemi di cellule che formano i muscoli.

-> I tessuti muscolari


I tessuti muscolari sono fatti da cellule che si uniscono a formare strutture dette fasci
che a loro volta si uniscono a formare i muscoli.
I muscoli permettono il movimento perché si contraggono, cioè si accorciano e poi
tornano alla loro dimensione. La contrazione nasce dall’actina e dalla miosina, due
proteine del citoscheletro, cioè lo “scheletro” della cellula, che fanno cambiare forma
alla cellula.
Ci sono tre tipi di muscoli: gli scheletrici, i lisci e il cardiaco.
1. I muscoli scheletrici – si attaccano alle ossa grazie ai tendini e permettono il
movimento. Si chiamano volontari perché la contrazione dipende dalla nostra
volontà, cioè decidiamo noi quando contrarli [fig. 8a].
2. I muscoli lisci – stanno intorno agli organi interni e ai vasi sanguigni. Si
chiamano involontari perché la contrazione non dipende dalla nostra volontà
[fig. 8b] ma è il cervello che la controlla.
3. Il muscolo cardiaco – forma il cuore. È un muscolo autonomo perché la
contrazione nasce nelle sue cellule, il cervello non la controlla, infatti esso può
solo regolare il battito del cuore.

fig. 8a – il muscolare scheletrico fig. 8b – il muscolare liscio

146
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

-> Il tessuto nervoso – definizione


Il tessuto nervoso è un insieme di cellule che forma il sistema nervoso, l’organo che
coordina le varie parti del corpo.
Il sistema nervoso si divide in centrale (SNC) formato dall’encefalo (= cervello) e dal
midollo spinale e in periferico (SNP) formato dai nervi.

-> Il tessuto nervoso


Il tessuto nervoso è fatto da due tipi di cellule: i neuroni e le cellule della glia.

1. I neuroni – sono cellule specializzate per ricevere segnali dall’esterno e


dagli organi interni del corpo e elaborarli, cioè produrre una risposta. La
risposta è il segnale inviato ad altri neuroni per comunicare tra loro, e a
muscoli e ghiandole per ordinare loro di svolgere una funzione (ad esempio
ritirare la mano vicino al fuoco). I segnali si chiamano impulsi nervosi.
I neuroni hanno dei prolungamenti:
• i dendriti che sono tanti, corti e ramificati da cui entra il segnale che
arriva;
• un assone che è lungo, da cui esce il segnale elaborato [fig. 9].
2. Le cellule della glia – nel SNC rivestono e proteggono i neuroni
fig. 9 – il neurone:
perché formano una barriera che seleziona le sostanze da far entrare. 1. l’assone
Inoltre circondano l’assone formando un rivestimento isolante che 2. i dendriti
facilita la conduzione dell’impulso nervoso.

->Le cellule staminali – definizione


Le cellule staminali sono i precursori (= struttura di partenza per produrne un’altra) di
tutte le cellule del corpo. Esse servono per sviluppare e accrescere il corpo per arrivare
all’adulto e sostituire le cellule danneggiate o vecchie di un tessuto.

-> La capacità di rigenerazione dei tessuti


i tessuti sono strutture dinamiche perché le cellule si “rovinano” con l’uso: alcuni tessuti si rigenerano
continuamente (ad esempio l’epitelio dello stomaco e della pelle, il sangue), alcuni si rigenerano
lentamente (ad esempio il fegato), altri non si rinnovano (ad esempio il nervoso e il muscolare
cardiaco).
La capacità di rigenerarsi dipende dalla presenza nel tessuto di cellule indifferenziate, le cellule
staminali.

147
ESERCIZI CAPITOLO 2
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
cellula, microscopi, metabolismo cellulare, respirazione cellulare, fotosintesi, ciclo cellulare,
divisione cellulare.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura della cellula animale sul libro e scrivi i nomi dei suoi organuli:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. Il microscopio ……………………. fa vedere la forma delle cellule. Le cellule sono messe su
un ………………………….e sono ……………………perché sono trasparenti.
b. Lo spazio interno della cellula si chiama………………………………. In esso ci sono gli
………………………. e avvengono le ……………………………del ……………………...……
c. Il reticolo ……………………ha i ……………………….…che fanno le ……………….……..
d. Per ”smontare” le molecole ci sono le reazioni di …………………………. e per “costruirle” ci
sono le reazioni di …………………………….
e. La divisione cellulare è fatta da 2 fasi: la …………..……. e la ………………………………

148
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. Le cellule formano tutti gli organismi viventi o o
b. I ribosomi producono (= fanno) energia o o
c. I mitocondri producono ATP dal glucosio o o
d. I flagelli sono corti e tanti, le ciglia lunghe e poche o o
e. I cloroplasti fanno la fotosintesi clorofilliana o o
f. L’ATP è la molecola che sposta l’energia nella cellula o o
g. La cellula animale fa la fotosintesi o o
h. Gli animali sono autotrofi. o o
i. Alcune cellule non si dividono mai e altre spesso o o
j. Prima della mitosi c’è la duplicazione del DNA o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. parete cellulare a. “smontano” le molecole
2. cloroplasto b. contiene il DNA
3. lisosomi c. dà la forma alla cellula animale
4. apparato di Golgi d. protegge e sostiene la cellula vegetale
5. ribosomi e. modifica le proteine
6. citoscheletro f. fanno la sintesi delle proteine
7. nucleo g. fa la fotosintesi

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Le dimensioni della cellula dipendono:
o dalle sue funzioni o dagli scambi tra la sua superficie e l’esterno
o dalle dimensioni delle cellule vicine o dall’organismo di cui fa parte
b. Il microscopio elettronico fa vedere della cellula:
o la superficie o la membrana, il citoplasma e il nucleo
o le strutture interne o la struttura del DNA
c. La membrana cellulare è costituita da:
o uno strato di lipidi o uno strato di lipidi e uno di proteine
o uno strato di proteine con fosfolipidi o da due strati di fosfolipidi con proteine
d. la cellula procariote (2 risposte):
o è la cellula dei batteri o ha il nucleo
o ha il DNA e i ribosomi o non ha la parete cellulare
e. Gli enzimi (2 risposte):
o sono proteine o aumentano la velocità di una reazione
o sono lipidi o bloccano una reazione

149
JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o lisosomi o citoscheletro o ciglia e flagelli o parete cellulare
b. o citoscheletro o parete cellulare o vacuolo o cloroplasti

JJJ 8. Ordina nella giusta sequenza le fasi della divisione cellulare e con le tue
parole scrivi sul tuo quaderno di scienze che cosa succede in ogni fase.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. I punti della teoria cellulare.
b. Le caratteristiche e le funzioni degli organuli della cellula eucariote animale e vegetale.
c. Come avvengono la respirazione cellulare e la fotosintesi clorofilliana.
d. Le fasi del ciclo cellulare.
e. La differenza tra la necrosi e la apoptosi.

150
ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 2

JJ 10. 10. Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi
il perché sul tuo quaderno di scienze:
a. epitelio di rivestimento – ghiandola endocrina – ghiandola esocrina – cartilagine
b. connettivo –cellule della glia – sangue – osseo
c. globuli rossi – neuroni – globuli bianchi – piastrine
d. dendriti – assone – neurone – fasci

JJJ 11. Individua il tipo di tessuto di ciascuna foto e sul tuo quaderno di scienze, con le
tue parole, descrivi le loro caratteristiche:

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Fai una piccola ricerca sulle ossa che formano lo scheletro del corpo umano.
b. Cerca in internet notizie sulle fermentazioni che l’uomo usa per produrre alimenti.

151
BIOLOGIA: CAPITOLO 3
IL CORPO UMANO
GLI APPARATI CIRCOLATORIO,
RESPIRATORIO E DIGERENTE

INDICE:

PAROLE UTILI P. 153


SCHEMA: GLI APPARATI E
I SISTEMI DEL CORPO UMANO P. 155
L’APPARATO CIRCOLATORIO P. 157
L’APPARATO RESPIRATORIO P. 160
L’APPARATO DIGERENTE P. 163

152
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE

la ghiandola esocrina È una struttura che produce sostanze che vanno all’esterno del corpo
le ghiandole esocrine (ad esempio le lacrime, la saliva, il sudore, il latte materno) o in alcuni
organi (ad esempio il succo gastrico dello stomaco e la bile del fegato).
il sebo È una sostanza che mantiene morbida la pelle e la protegge dai
batteri*. Il sebo è prodotto da ghiandole esocrine*.
il batterio È un essere vivente fatto da una cellula. Alcuni batteri sono patogeni,
i batteri cioè provocano malattie.
la ghiandola endocrina È una struttura che produce ormoni*, (ad esempio la tiroide e una parte
le ghiandole endocrine del pancreas). Gli ormoni sono secreti (= buttati fuori) nel sangue.
l’ormone È una molecola che aiuta il cervello a regolare l’attività degli organi.
gli ormoni Gli ormoni sono prodotti da strutture dette ghiandole endocrine* e
secreti (= buttati fuori) nel sangue.
il tessuto È un insieme di cellule* che svolgono la stessa funzione. I tessuti si
i tessuti dividono in: epiteli, connettivi, muscolari e nervoso.
la cellula È la parte più piccola che forma un essere vivente. La cellula è capace
le cellule di riprodursi e ha vita autonoma.
la contrazione È l’azione del muscolo* che si accorcia. Dopo la contrazione c’è il
le contrazioni rilassamento del muscolo che torna alla sua dimensione.
il muscolo È una struttura che permette il movimento delle parti del corpo.
i muscoli
il colesterolo È una molecola* grande del gruppo dei lipidi (molecole che formano
gli esseri viventi).
la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

153
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

Termine/espressione DEFINIZIONE

il trombo È una massa solida che si attacca alla parete dei vasi sanguigni e li
i trombi può ostruire (= chiudere).
l’embolo È una massa che si muove nei vasi sanguigni e li può ostruire, ad
gli emboli esempio una bolla d’aria o un trombo* che si stacca.
il muco È una sostanza densa con funzione di protezione. Il muco è prodotto
da ghiandole esocrine*.
l’enzima È una proteina* con la funzione di aumentare la velocità delle reazioni*
gli enzimi che avvengono nelle cellule.
la proteina È una molecola* grande fatta da aminoacidi (molecole più piccole
le proteine legate insieme). Le proteine sono molecole che formano gli esseri
viventi.
la reazione chimica È un processo nel quale i reagenti (atomi* o molecole*) si combinano
le reazioni chimiche per ottenere nuove sostanze, dette prodotti. Per innescare (= far
partire) una reazione chimica serve energia.
l’amido È una molecola* grande del gruppo dei carboidrati. (molecole che
gli amidi formano gli esseri viventi). L’amido è contenuto nei vegetali.
lo strato È una struttura fatta da sostanze con uguali caratteristiche. Gli strati
gli strati sono messi uno dopo l’altro o uno sopra l’altro.
la vitamina È una molecola necessaria al metabolismo cellulare in piccole quantità.
le vitamine Le vitamine si dividono in solubili:
in acqua (vitamine dei gruppi B e C)
nei lipidi (vitamine dei gruppi A, D, E e K)

154
IL CORPO UMANO
SCHEMA: GLI APPARATI E I SISTEMI DEL CORPO UMANO

organi e strutture principali funzioni principali medico specialista

APPARATI

Tegumentario pelle con peli, unghie e capelli, protegge il corpo Dermatologo


ghiandole esocrine* del sebo* e regola la temperatura del corpo,
del sudore elimina le sostanze tossiche
Circolatorio o cuore, il cuore pompa (= spinge) il sangue nei vasi, Cardiologo (cuore)
Cardiovascolare vasi sanguigni (= tubi), il sangue trasporta l’ossigeno e i nutrienti alle cellule e Ematologo (sangue)
sangue elimina l’anidride carbonica e i rifiuti, Angiologo (vasi)
regola la temperatura e il contenuto d’acqua dei tessuti
Respiratorio naso, trasferisce (= fa passare) l’ossigeno dall’aria inspirata (= Otorinolaringoiatra
faringe, in entrata) al sangue e l’anidride carbonica dal sangue (gola, naso, orecchie)
laringe e trachea, all’aria espirata (= in uscita), produce suoni con le corde Pneumologo (polmoni)
bronchi e polmoni vocali
Digerente bocca con lingua, denti e ghiandole smonta le grandi molecole di cibo in molecole piccole, Gastroenterologo
salivari (esocrine*), assorbe i nutrienti (le molecole piccole), (stomaco, intestino)
faringe e esofago, stomaco, elimina le molecole di cibo che non servono Epatologo (fegato)
intestino tenue e crasso, Proctologo (retto e
fegato, pancreas, cistifellea ano)
Urinario reni, produce ed elimina l’urina che contiene sostanze che non Nefrologo (reni)
vescica e uretra servono Urologo (urinario)
Riproduttore ovaie e tube, le ovaie producono le uova, Ginecologo
femminile utero e vagina, nell’utero si sviluppa l’embrione
mammelle le mammelle producono latte
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

155
Riproduttore testicoli, i testicoli producono gli spermatozoi Andrologo
maschile prostata, il pene serve ad inserire gli spermatozoi nella vagina della
pene femmina
Endocrino ghiandole endocrine* produce gli ormoni che regolano le attività degli organi Endocrinologo
SISTEMI
Scheletrico ossa, da sostegno e protezione agli organi, Ortopedico
articolazioni, con i muscoli permette il movimento, (muscolo-scheletrico)
cartilagini produce cellule del sangue,
immagazzina il calcio
Muscolare i muscoli legati alle ossa permette i movimenti del corpo, Miologo (muscoli)
mantiene la postura (= posizione) del corpo Chinesiologo (movi-
mento)
Nervoso encefalo e midollo spinale, produce segnali che regolano le attività del corpo, Neurologo
nervi, rileva sensazioni (tatto, caldo, freddo, dolore) Oftalmologo o Ocu-
organi di senso lista (occhi)
Linfatico vasi linfatici, linfonodi, timo, porta sostanze al sangue, Immunologo
tonsille, milza, appendice, midollo contiene e trasporta i globuli bianchi
osseo
Immunitario globuli bianchi protegge dagli organismi patogeni (= che provocano
malattie)
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

156
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

-> Gli organi, gli apparati e i sistemi – definizione


Organi, apparati e sistemi formano il corpo umano.
Gli organi sono strutture che svolgono funzioni specifiche e sono fatti da diversi tipi di
tessuti*.
Gli apparati e i sistemi sono insiemi di organi che cooperano (= lavorano insieme)
per svolgere precise funzioni e comunicano tra loro.
L’anatomia è lo studio della struttura degli organi e la fisiologia di come funzionano.

L’APPARATO CIRCOLATORIO

-> L’apparato circolatorio – definizione


I vasi sanguigni (arterie, vene e capillari) e il cuore formano l’apparato circolatorio [fig. 1].
La funzione dell’apparato è di fare circolare il sangue nel corpo, cioè dal cuore a tutti gli
organi del corpo e dagli organi al cuore.

-> Il sangue – definizione


Il sangue è un tessuto* che serve a trasportare alle cellule le sostanze di
nutrimento e l’ossigeno e a portare via le sostanze che non servono più
e l’anidride carbonica.

-> I vasi sanguigni – definizione


I vasi sanguigni sono un sistema chiuso di “tubi” che va in tutto il corpo.
La loro funzione è di trasportare il sangue e di garantire agli organi un
continuo ricambio di sangue.
Ci sono tre tipi di vasi che hanno struttura diversa in base alla funzione:
arterie, vene e capillari.

-> La struttura dei vasi sanguigni fig. 1 –


1. Le arterie escono dal cuore perché portano il sangue agli organi. Le arterie l’apparato
circolatorio: la
devono espandersi (= allargarsi) quando il cuore spinge con forza al loro
posizione del
interno il sangue e poi tornare alle dimensioni iniziali. Per questo le arterie cuore e delle
hanno la cavità piccola e la parete forte ed elastica. arterie (rosse)
e delle vene
(blu)
2. Le vene entrano nel cuore perché portano il sangue dagli organi al cuore.
Per questo le vene hanno la cavità più larga e la parete più sottile. Le valvole,
la contrazione* dei muscoli* scheletrici e della respirazione aiutano il sangue
a scorrere nelle vene verso il cuore. Le valvole sono strutture che si aprono e si
chiudono in modo coordinato per impedire al sangue di tornare indietro.

157
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

3. I capillari scambiano sostanze tra il sangue e gli organi. I capillari formano una
rete intorno agli organi: collegano le arterie che entrano e le vene che escono
dagli organi. Lungo il loro percorso si ha lo scambio di sostanze tra il sangue e le
cellule, quindi hanno la parete sottile.

-> Il cuore – definizione


Il cuore è un organo che si torva tra i polmoni nella cavità del torace (= petto). La funzione
del cuore è generare la pressione che spinge il sangue nelle arterie.

-> La struttura del cuore


Il cuore è grande come un pugno chiuso ed è fatto, in gran parte, dal tessuto
muscolare cardiaco (tessuto che fa la contrazione*).
Il cuore è diviso in quattro cavità: due superiori, l'atrio destro e l’atrio sinistro e
due inferiori, il ventricolo destro e il ventricolo sinistro [fig. 2].
Tra un atrio e un ventricolo e all’uscita dei due ventricoli ci sono delle valvole (vedi “la
struttura dei vasi sanguigni” pag. 157).
Dal cuore escono e entrano i vasi:
• le arterie escono dai ventricoli: dal sinistro esce l’aorta che va verso gli organi
e dal destro esce l’arteria polmonare che si divide in due rami che vanno verso
i polmoni;
• le vene entrano agli atri: al sinistro entrano le vene polmonari che arrivano dai
polmoni e al destro entrano la vena cava superiore e la vena cava inferiore che
arrivano dagli organi.
Le coronarie sono vasi che circondano il cuore e garantiscono il ricambio di sangue
alle sue cellule.

fig. 2 – la struttura del cuore:


1. l’aorta e le valvole;
2. arteria polmonare divisa in due
rami;
3. vene polmonari:
4. vena cava superiore;
5. vena cava inferiore.
Le frecce indicano il percorso del
sangue dentro agli atrii e ai ventricoli

158
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

-> Il percorso del sangue nei vasi


Il percorso del sangue nei vasi si chiama circolazione sanguigna, è ciclico perché
comincia dal cuore e finisce nel cuore [fig. 3].
1. Ventricolo sinistro – il sangue è spinto nell’aorta che lo
distribuisce a tutti gli organi.
2. Ai capillari degli organi il sangue scambia con le cellule sostanze,
cioè dà alle cellule nutrimento e le cellule eliminano nel sangue
i rifiuti. Il sangue ritorna al cuore “povero” di ossigeno perché
l’ossigeno va nelle cellule e l’anidride carbonica dalle cellule va
nel sangue.
3. Atrio destro – il sangue entra nel cuore attraverso le vene cave e
passa nel ventricolo destro.
4. Ventricolo destro – il sangue è spinto nell’arteria polmonare che
lo porta ai polmoni.
5. Ai capillari dei polmoni il sangue scambia i gas respiratori con
l’aria, cioè l’ossigeno va nel sangue e l’anidride carbonica va
nell’aria. Il sangue ritorna al cuore “ricco” di ossigeno. fig. 3 – la circolazione
6. Atrio sinistro – il sangue entra nel cuore attraverso le vene sanguigna
polmonari e passa al ventricolo sinistro dove ricomincia il percorso.

-> Il battito cardiaco
Il cuore si contrae* in modo ciclico, prima si contraggono contemporaneamente gli
atrii e quando si rilassano si contraggono contemporaneamente i ventricoli. Quando
i ventricoli si rilassano ricomincia la contrazione degli atrii. La contrazione si chiama
sistole e il rilassamento si chiama diastole.
Un ciclo, cioè un battito, dura 0,8 secondi. Durante il ciclo si sentono due suoni che
corrispondono alla chiusura delle valvole.
La frequenza cardiaca è il numero dei battiti al minuto: in un adulto a riposo è di
70/80 battiti al minuto.

->La pressione sanguigna – definizione


La pressione sanguigna è la forza esercitata (= fatta) dal sangue sulle pareti dei vasi.

-> Come varia e come si misura la pressione sanguigna


La pressione è massima (= più alta) nelle arterie e diminuisce lungo il circolo, perché
il sangue, lontano dal cuore, non ha più la sua spinta.
La pressione è misurata in due momenti e l’unità di misura sono i mm Hg (= millimetri
di mercurio):
• quando i ventricoli si contraggono è la pressione massima o sistolica, 120 mm
Hg;

159
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

• quando i ventricoli si rilassano è la pressione minima o diastolica, 70 mm Hg.


Al polso si sente una pulsazione dovuta alla pressione: il numero di pulsazioni
coincide con il numero di battiti al minuto (frequenza cardiaca).

MOMENTO SALUTE
Le malattie dell’apparato circolatorio
• Aterosclerosi – formazione di placche, ad esempio di colesterolo*, che riducono
l’elasticità delle arterie e le ostruiscono (= chiudono).
• Infarto del miocardio e ictus cerebrale – una placca, un trombo* o un embolo*
ostruiscono un vaso, quindi non arriva ossigeno alle cellule del tessuto del cuore
o dell’encefalo (= cervello) che muoiono.
• Ipertensione – pressione sempre troppo alta, cioè la massima superiore a 140 e la
minima superiore a 90.

L’APPARATO RESPIRATORIO

-> L’apparato respiratorio – definizione


Il naso, la faringe e la laringe, la trachea, i bronchi e i polmoni formano l’apparato
respiratorio [fig. 4].
La funzione dell’apparato è di introdurre nel corpo l’ossigeno e eliminare all’esterno
l’anidride carbonica.

-> Il naso – definizione


Il naso si trova nella faccia tra i due occhi e sopra alla bocca. Il naso serve a far entrare
l’aria nel corpo ed è l’unica parte dell’apparato esterna al corpo.

->La struttura del naso


Il naso ha due narici, cioè due aperture da cui entra l’aria. La
parte interna che si chiama cavità nasale è ricca di capillari
sanguigni e ha i recettori per l’olfatto, cioè strutture per “sentire”
gli odori.
Le funzioni del naso sono: filtrare l’aria con i peli della cavità
nasale, trattenere con il muco* sostanze nocive (= dannose) e
batteri*, riscaldare l’aria con il sangue che passa nei capillari.

fig. 4 – l’apparato respiratorio:


la posizione degli organi

160
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

-> La faringe, la laringe e la trachea – definizione


La faringe, la laringe e la trachea sono tubi che collegano il naso ai polmoni e servono
per il passaggio dell’aria.

-> La struttura della faringe, della laringe e della trachea


La faringe o gola è una struttura anche dell’apparato digerente e collega il naso alla
laringe. Nella gola ci sono le tonsille (sono organi del sistema linfatico, vedi tabella
pag. 156) che sono la prima linea di difesa contro i batteri*.

La laringe ha parti di cartilagine (tessuto* resistente ma flessibile) che la


sostengono. Una di queste parti si chiama pomo d’Adamo che si può sentire
toccando il collo sotto al mento. Nella laringe ci sono:
• l’epiglottide, una membrana che chiude la laringe durante la deglutizione (=
mandare giù) (vedi “l’apparato digerente” pag. 161) e impedisce al cibo di entrare
nelle vie respiratorie (trachea e bronchi);
• le corde vocali, pieghe di tessuto muscolare che, con la bocca e la lingua usano
l’aria espirata (= buttata fuori) per produrre suoni, ad esempio per parlare,
cantare e fischiare.

La trachea si trova davanti all’esofago (vedi “apparato digerente” pag. 161) e ha anelli
di cartilagine che la sostengono per impedire che si chiuda. La trachea entra nei
polmoni e si divide in due bronchi, tubi che si ramificano (= dividono) in tubi sempre
più piccoli, i bronchioli che in fondo hanno gli alveoli (vedi “i polmoni” pag. 161).

-> I polmoni – definizione


I polmoni sono due organi che si trovano nella cavità del torace separati dal cuore. La
funzione dei polmoni è la respirazione, cioè scambiare ossigeno e anidride carbonica
tra aria e sangue.

-> La struttura dei polmoni


I polmoni hanno la forma di un triangolo con il vertice in alto
e la base che appoggia sul muscolo diaframma. Appoggiano
anche sulle costole e sono rivestiti dalla pleura che è una
membrana che li protegge.
I polmoni sono fatti da tessuto connettivo (tessuto* che
protegge e da sostegno agli organi) che circonda i bronchi, i
bronchioli e gli alveoli.
Gli alveoli con piccoli sacchi uniti a grappolo e dei capillari
sanguigni li circondano (= girano intorno). Negli alveoli avviene
fig. 5 – la struttura degli alveoli
lo scambio di ossigeno e anidride carbonica tra aria e
sangue: l’ossigeno dall’aria passa nel sangue e l’anidride carbonica dal sangue passa
161
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

nell’aria [fig. 5].

-> L’inspirazione e l’espirazione


Il movimento dei polmoni si divide in due fasi: l’inspirazione e l’espirazione [fig. 6].
1. L’inspirazione – è una contrazione* del diaframma e dei muscoli tra
le costole. La cavità del torace si espande (= allarga) perché il diaframma si
abbassa e i muscoli tra le costole si sollevano (= alzano). Il volume dei polmoni
aumenta e l’aria entra dentro. La contrazione è involontaria, cioè non dipende
dalla volontà.

2. l’espirazione – i muscoli si rilassano. La cavità del torace si restringe perché i


muscoli tornano nella posizione iniziale. Il volume dei polmoni diminuisce e l’aria
esce. Negli alveoli resta un po’ d’aria per non farli collassare (= chiudere).

fig. 6 – le fasi della respirazi-


one polmonare: l’inspirazione
e l’espirazione

MOMENTO SALUTE
Le malattie dell’apparato respiratorio
• Infiammazioni – l’aria trasmette i batteri, i virus e le sostanze nocive. Il nome delle
infiammazioni dipende dalla parte colpita: rinite (troppa produzione di muco del
naso), tonsillite (infiammazione delle tonsille che diventano più grosse), faringite,
laringite, tracheite, bronchite, polmonite (provocata dal batterio Streptococcus
pneumoniae), pleurite (infiammazione della pleura).
• Fibrosi cistica – malattia ereditaria. C’è troppa produzione di muco nella cavità di
alcuni organi. Nell’apparato respiratorio il muco ostruisce le vie respiratorie e in
esse crescono con facilità i batteri.
• Tubercolosi – infezione provocata dal batterio Mycobacterium tubercolosis. I batteri
crescono e formano piccole masse nel tessuto connettivo dei polmoni.

162
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

L’APPARATO DIGERENTE

-> L’apparato digerente – definizione


La bocca, la faringe e l’esofago, lo stomaco e l’intestino formano l’apparato digerente
[fig. 7].
Le funzioni dell’apparato sono la digestione, cioè “smontare” le grandi molecole di
cibo in molecole piccole, l’assorbimento delle molecole utili che passano nel sangue
e l’eliminazione delle parti di cibo che non servono.

-> La bocca – definizione


La bocca si trova nella faccia sotto al naso.
La bocca serve a far entrare il cibo nel corpo e a iniziare la digestione.

-> La struttura della bocca


La bocca è formata dalle labbra, dalle guance e dal palato [fig. 8]
Nella bocca ci sono i denti, la lingua e le ghiandole salivari.
I denti servono per masticare il cibo e nell’adulto sono 32 [fig. 9].
In base alla funzione hanno forme diverse:
8 incisivi a scalpello per tagliare;
4 canini appuntiti per lacerare e trattenere;
8 premolari con due punte e 12 molari con più punte per rompere
e triturare.

La lingua che è un muscolo scheletrico, cioè volontario e serve


a mescolare il cibo durante la masticazione, per deglutire (=
mandare giù) e per produrre suoni. Sulla superficie della lingua ci
sono i recettori per il gusto, cioè strutture per “sentire” i sapori. fig. 7 – l’apparato digerente:
la posizione degli organi

fig. 9 – la posizione dei denti


fig. 8 la struttura della bocca

163
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

Le ghiandole salivari, ghiandole esocrine* che secernono (= buttano fuori) la


saliva. La saliva è un liquido che contiene enzimi* per la digestione degli amidi*.
La saliva serve anche a sciogliere e mescolare il cibo per facilitare la deglutizione.

-> La faringe e l’esofago – definizione


La faringe e l’esofago sono due tubi che collegano la bocca allo stomaco e servono per
il passaggio del cibo.

-> Come il cibo scende lungo il tubo digerente


La faringe o gola è una struttura anche dell’apparato respiratorio e collega la bocca
all’esofago (vedi “l’apparato respiratorio” pag. 160).
L’esofago porta allo stomaco.
Dall’esofago all’intestino il tubo digerente è circondato da due strati* di muscolatura
liscia, cioè involontaria: uno accorcia e allunga, l’altro allarga e restringe la cavità del
tubo.
La contrazione* coordinata delle due muscolature spinge in giù il cibo lungo il
tubo. Questo movimento muscolare involontario si chiama peristalsi [fig. 10].

-> Lo stomaco – definizione


Lo stomaco è un organo a forma di “J” che si trova tra l’esofago e l’intestino.
La funzione dello stomaco è continuare la digestione dei carboidrati (gli
zuccheri) e iniziare quella delle proteine*.

-> La struttura dello stomaco


Lo stomaco ha due valvole: una all’entrata dall’esofago e una all’uscita verso fig. 10 – il cibo
l’intestino che impediscono il reflusso del cibo (= tornare indietro). spinto in giù
Nell’epitelio, il tessuto che forma la parete dello stomaco, ci sono delle ghiandole nel tubo dalla
esocrine* che secernono nella cavità dello stomaco il succo gastrico. Il succo peristalsi
gastrico è un liquido fatto da pepsina, l’enzima che digerisce le proteine, da
acido cloridrico (HCl) che uccide i batteri* e da muco* che protegge dall’acidità le
cellule dell’epitelio.

164
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

-> Il fegato e il pancreas – definizione


Il fegato e il pancreas sono due ghiandole che secernono sostanze nella prima parte
dell’intestino.

-> La struttura del fegato e del pancreas


Il fegato è una ghiandola esocrina* che secerne una sostanza liquida detta bile.
La bile emulsiona (= divide in piccole gocce) i lipidi* (i grassi) per facilitare il lavoro
degli enzimi nell’intestino tenue. La bile è conservata nella cistifellea, un piccolo
sacco che si trova sotto al fegato ed è collegata al duodeno. Il fegato ha anche altre
funzioni (vedi “intestino tenue” pag. 165)

Il pancreas è una ghiandola esocrina e endocrina* che si trova sotto allo stomaco.
La parte esocrina secerne nel duodeno il succo pancreatico, un liquido fatto da
bicarbonato di sodio e enzimi per la digestione. La parte endocrina secerne
ormoni* nel sangue per regolare la glicemia, cioè la quantità di glucosio nel sangue.
(vedi “momento salute” pag. 166)

-> L’intestino – definizione


L’intestino è un lungo tubo diviso in due parti, l’intestino tenue e l’intestino crasso.
La funzione dell’intestino è iniziare la digestione dei lipidi (i grassi) e finire la digestione
delle molecole di cibo, assorbire le molecole utili e eliminare quelle che non servono.

-> La struttura dell’intestino tenue


L’intestino tenue è diviso in tre parti.
Nella prima parte che si chiama duodeno il succo pancreatico ha enzimi per digerire
i lipidi e per completare (= finire) la digestione dei carboidrati e delle proteine. La
bile aiuta gli enzimi a digerire i lipidi (vedi “la struttura del fegato e del pancreas” pag.
165). Nelle altre due parti chiamate digiuno e ileo comincia l’assorbimento delle
sostanze utili.
L’assorbimento è il passaggio delle piccole molecole, ottenute con la digestione,
e dell’acqua dalla cavità dell’intestino ai vasi sanguigni. I vasi sanguigni portano
le molecole al fegato che le trasforma in altre sostanze in base alle necessità del
corpo e demolisce le sostanze nocive (ad esempio l’alcool). Il fegato è anche un
deposito di glucosio perché controlla la glicemia. (vedi “momento salute” pag. 166).
Le sostanze non assorbite passano nell’intestino crasso per essere eliminate.

-> La struttura dell’intestino crasso


L’intestino crasso è diviso in tre parti.
Una parte si chiama cieco è ha in fondo l’appendice (è un organo del sistema
linfatico, vedi tabella pag. 156).

165
BIOLOGIA: CAPITOLO 3

La parte più lunga si chiama colon e ha le funzioni di assorbire l’acqua rimasta e


formare le feci che sono l’insieme di tutte le sostanze che non sono state digerite
o non servono. Nel colon c’è la flora batterica, batteri* che producono alcune
vitamine* del gruppo B e la vitamina K utili al corpo.
La parte finale si chiama retto che termina con una apertura, l’ano. L’ano si apre
solo durante l’espulsione delle feci, cioè la defecazione. L’ano si apre perché i suoi
muscoli si rilassano.

MOMENTO SALUTE
Il controllo della glicemia
La glicemia è la quantità di glucosio nel sangue. Il fegato regola la quantità di glucosio
nel sangue: sottrae (= toglie) il glucosio dal sangue quando è troppo e lo rilascia quando
e poco. L’ordine di sottrarlo o rilasciarlo arriva dal sistema nervoso attraverso due
ormoni secreti dal pancreas endocrino: l’insulina quando il glucosio deve essere
sottratto dal sangue e il glucagone quando il glucosio deve essere rilasciato nel sangue.

Le malattie dell’apparato digerente


• Ulcera – il succo gastrico danneggia l’epitelio della parete dello stomaco perché
c’è troppo acido cloridrico o è presente nel muco un batterio l’Helicobacter pilori.
• Appendicite – infiammazione del cieco.
• Celiachia – infiammazione dell’epitelio della parete dell’intestino provocata dal
glutine, una proteina presente in molti cereali.
• Epatite – infiammazione del fegato causata da virus, farmaci e sostanze chimiche,
ad esempio l’alcool.
• Diabete – incapacità di produrre insulina o usare quella prodotta dal pancreas.
• Calcoli alla cistifellea – le sostanze che ci sono nella bile formano dei “piccoli
sassi” che chiudono il passaggio verso il duodeno.

166
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

L’APPARATO URINARIO
IL SISTEMA IMMUNITARIO

INDICE:

L’APPARATO URINARIO P. 168


IL SISTEMA LINFATICO P. 170
IL SISTEMA IMMUNITARIO P. 170

167
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

L’APPARATO URINARIO

-> L’apparato urinario – definizione


L’apparato urinario è composto dai reni, dagli ureteri, dalla vescica e dall’uretra [fig. 1].
Le funzioni dell’apparato urinario sono la filtrazione del sangue per eliminare le sostanze
di scarto (= che non servono più) e le sostanze tossiche (= dannose), il recupero delle
sostanze utili e l’escrezione delle sostanze da eliminare all’esterno del corpo.

-> I reni – definizione


I reni sono due organi che servono a filtrare il sangue e a produrre l’urina, cioè il liquido
fatto dalle sostanze da eliminare.

-> La struttura dei reni


I reni hanno la forma di un fagiolo e sono grandi come una saponetta.
I reni si trovano nella zona lombare (= parte bassa della schiena) e il
destro è messo più in basso perché sopra c’è il fegato.
I reni sono formati da circa un milione di nefroni, strutture fatte da tubi
sottili e lunghi che filtrano il sangue e producono l’urina, un liquido
di colore giallo.
Nell’incavo (= solco) del “fagiolo” c’è la pelvi, una cavità in cui si
raccoglie l’urina. Dall’incavo esce l’uretere e passano i vasi sanguigni.
I reni sono ricoperti da una capsula di tessuto connettivo che li
protegge e mantiene la forma [fig. 2].

-> Il lavoro dei nefroni


Il lavoro dei nefroni è diviso in tre fasi:
1. la filtrazione – il sangue che arriva da tutto il corpo viene filtrato e
fig. 1 – l’apparato urinario:
si forma un liquido detto filtrato fatto da acqua, rifiuti, ioni, glucosio; la posizione degli organi
2. il riassorbimento – il filtrato scorre lungo il tubo del nefrone e
l’acqua e le sostanze utili (ad esempio gli ioni e il glucosio) vengono
recuperate per essere riutilizzate;
3. la secrezione – nel tubo del nefrone si raccolgono le sostanze
da eliminare, cioè i rifiuti del metabolismo e le sostanze tossiche, ad
esempio i farmaci. L’insieme di queste sostanze è l’urina.

fig. 2 – la struttura del rene

168
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

--> Gli ureteri – definizione


Gli ureteri sono due tubi che portano l’urina dalle pelvi dei reni alla vescica.

-> La vescica – definizione


La vescica è un organo muscolare, cioè capace di contrarsi, posto nella cavità pelvica
(= basso ventre), nei maschi è davanti al retto (parte finale del tubo digerente) e nelle
femmine è sotto l’utero e davanti alla vagina (organi dell’apparato riproduttore).
La funzione della vescica è di raccogliere l’urina.

-> L’uretra – definizione


L’uretra è un corto canale che collega la vescica con l’esterno. L’uretra ha un’apertura
che si apre solo durante la minzione (vedi come avviene la minzione pag. 169). Nei
maschi l’uretra passa attraverso il pene (organo dell’apparato riproduttore) nelle
femmine è davanti alla vagina.

-> Come avviene la minzione


La minzione è l’espulsione dell’urina.
La vescica immagazzina l’urina e la spinge verso l’uretra, il riempimento della vescica
dà la sensazione di tensione. Quando nella vescica ci sono dai 200 ai 400 mL (si
legge millilitri e 1000 mL = 1 litro) si crea una pressione che fa contrarre la vescica
e rilassare i muscoli dell’apertura dell’uretra, cioè l’apertura si apre perché i suoi
muscoli si rilassano.

MOMENTO SALUTE
Le malattie dell’apparato urinario
• Infezioni urinarie – sono le infezioni batteriche più diffuse, in particolare l’infezione
dell’uretra nelle donne. Spesso sono causate dal batterio Escherichia coli che si
trova nelle feci. Iniziano con una cistite che è un’infiammazione della vescica.
• Gotta – malattia del metabolismo dovuta a una dieta ricca di alcool, bevande
zuccherate, carne e frutti di mare. Provoca dolori e gonfiori alle articolazioni in
particolare agli arti inferiori.
• Calcoli renali – all’interno del rene si formano dei “piccoli sassi” che chiudono
l’uretere. I calcoli si formano a causa di vari fattori, ad esempio la gotta, bere pochi
liquidi, l’obesità, alcuni alimenti e farmaci ricchi di calcio.
• Insufficienza renale – la filtrazione da parte dei nefroni diminuisce o si interrompe.
Le cause possono essere i calcoli renali, alcuni farmaci, o la malattia ereditaria delle
cisti ai reni (strutture piene di liquido).

169
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

IL SISTEMA LINFATICO

-> Il sistema linfatico – definizione


Il sistema linfatico è composto da vasi (= tubi) linfatici che percorrono tutto il corpo.
La funzione del sistema è di riportare nei vasi sanguigni (tubi in cui circola il sangue) il
liquido che è uscito dai capillari (tubi sottili) sanguigni.
Il sistema è composto anche da organi che sono la sede delle difese dell’organismo [fig.
3] (vedi sistema immunitario pag. 170).

-> Come funziona il sistema linfatico e i suoi organi


I capillari sanguigni formano una rete intorno agli organi e lungo il
loro percorso si ha lo scambio di sostanze, ad esempio ossigeno e
nutrienti, tra il sangue e le cellule che formano gli organi. Durante lo
scambio passa anche una parte di plasma, cioè il liquido del sangue
che contiene acqua, sali minerali e proteine. Questo liquido, detto linfa,
viene raccolto dai vasi linfatici che lo riportano nel sangue.
Tutti i vasi linfatici confluiscono (= si uniscono) in due vasi principali che
si connettono con due vene del sistema circolatorio alla base del collo.
Lungo i vasi ci sono i linfonodi, piccoli noduli, sparsi in tutto il corpo
ma concentrati alle ascelle, al collo e all’inguine. La loro funzione è di
filtrare la linfa che li attraversa e ripulirla dalle sostanze estranee.
Quando c’è un’infezione i globuli bianchi aumentano di numero (vedi
sistema immunitario pag. 170) e si concentrano nei linfonodi che si fig. 3 – il sistema
gonfiano e fanno male. linfatico: la posizione
Altri organi del sistema linfatico sono le tonsille (sono strutture degli organi
dell’apparato respiratorio), il timo (struttura dell’apparato endocrino),
l’appendice (è una struttura dell’apparato digerente), la milza e il midollo osseo
rosso [fig. 3].

-> Il sistema immunitario – definizione


Il sistema immunitario non ha organi specifici ma è fatto da cellule che girano nel
sangue e nella linfa.
La sua funzione è la difesa immunitaria specifica, cioè difendere il corpo dalle
sostanze estranee e dagli organismi patogeni (= che provocano malattie) riconoscendoli
in modo specifico.

IL SISTEMA IMMUNITARIO
-> Come avviene la difesa immunitaria
Tutto quello che viene riconosciuto come estraneo si chiama antigene. L’antigene

170
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

può essere una proteina che sta sulla superficie dei batteri e dei virus o una loro parte
o una tossina (= sostanza dannosa) da loro prodotta. Sono antigeni anche alcune
proteine di superficie delle cellule del corpo, ad esempio delle cellule tumorali, e dei
trapianti.
Le cellule che riconoscono gli antigeni sono dei globuli bianchi detti linfociti. I linfociti
sono diversi tra loro perché ognuno è specializzato a riconoscere un preciso antigene.
Quando un antigene entra nel corpo i linfociti prima lo riconoscono e poi aumentano
di numero. Di questi linfociti la gran parte forma un “esercito” per combattere i “cattivi”,
alcuni diventano cellule della memoria, cioè cellule già pronte all’attacco se lo
stesso antigene si ripresenta.
I linfociti, in base a come agiscono, sono di due tipi:
• i linfociti B che producono gli anticorpi, proteine che si legano in modo specifico
ai virus o ai batteri e li distruggono o li inattivano, ad esempio i virus non riescono
a entrare nelle cellule;
• i linfociti T che attaccano e “mangiano” le cellule da eliminare.

MOMENTO SALUTE
La vaccinazione
La vaccinazione si basa sulla memoria del sistema immunitario perché il vaccino è
l’antigene reso inoffensivo che fa produrre al sistema le cellule della memoria da usare
quando si presenta il vero antigene.

Le malattie del sistema immunitario


• reazioni allergiche – l’organismo reagisce in modo eccessivo a contatto con
sostanze di solito tollerate, ad esempio alcuni cibi e farmaci, veleno di insetti, piante
e pollini, polvere, peli di animali.
• AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) – il virus HIV distrugge le
cellule del sistema immunitario e il corpo, non più protetto, è soggetto a infezioni
varie. Il contagio con il virus si ha per contatto con il sangue e i liquidi corporei infetti.
La malattia si può manifestare da 2 a 10 anni dopo il contagio e si può rilevare nel
sangue per la presenza di anticorpi, cioè con il test della sieropositività.
• malattie autoimmuni – il sistema riconosce come estranee alcune cellule del
proprio corpo, ad esempio:
- sclerosi multipla – infiammazione di aree del sistema nervoso centrale, in
particolare i nervi ottici, il cervelletto e il midollo spinale.
- artrite reumatoide – iperattività dei linfociti T che provoca infiammazione alle
giunzioni

171
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

Esistono anche difese non specifiche.

-> Le difese non specifiche – definizione


Le difese non specifiche sono un insieme di sistemi di protezione che agiscono in generale,
cioè non bloccano in modo specifico le sostanze estranee e gli organismi patogeni.

-> Come agiscono le difese non specifiche


Le difese non specifiche sono attive su più livelli.
Le prime “barriere protettive” sono:
• la pelle che ha un pH acido per inibire (= bloccare) la crescita dei batteri;
• il muco che è una sostanza densa prodotto da ghiandole nell’apparato
digerente e respiratorio. Il muco intrappola (= cattura) i batteri e li elimina;
• i fluidi corporei ad esempio le lacrime e la saliva che contengono enzimi capaci
di uccidere i batteri o l’urina che ha un pH acido.
Se le sostanze estranee superano queste “barriere” si attivano altre difese che sono:
• la risposta infiammatoria che avviene in un punto del corpo. Quando i batteri
entrano nel corpo, ad esempio da una ferita, le cellule della zona colpita producono
istamina, una sostanza che dilata i vasi sanguigni per far arrivare più sangue.
Nella zona si ha rossore, gonfiore e sensazione di calore, cioè i sintomi
dell’infiammazione. Con il sangue arrivano i globuli bianchi detti macrofagi che
“mangiano” i batteri ma alcuni, nella lotta, muoiono e si forma il pus, un liquido
denso e giallo;
• la febbre, cioè un aumento della temperatura corporea, si ha quando i batteri
entrano nel corpo e nel sangue. La febbre serve a bloccare la crescita dei batteri
che vivono bene fino a 37 °C. La febbre però è pericolosa quando supera i 39 °C.

Ci sono anche dei globuli bianchi detti linfociti natural killer che riconoscono le
cellule tumorali e le cellule infettate dai virus e sono capaci di distruggerle.

172
ESERCIZI CAPITOLO 3
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
organi, apparati e sistemi, apparato circolatorio, sangue, vasi sanguigni, cuore, pressione
sanguigna, apparato respiratorio, naso, faringe, laringe e trachea, polmoni, apparato digerente,
bocca, faringe e esofago, stomaco, intestino.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura degli apparati sul libro e scrivi i nomi dei loro organi:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a.Il cuore è diviso in cavità: quelle superiori si chiamano …………………. e quelle inferiori
……………………… Tra le 2 cavità ci sono le ………………………
b. Quando l’aria entra nei polmoni si ha l’…………………………… e quando esce
l’…………………………………..
c. Il ……………………….produce la bile che è conservata nella …………………………….
d. L’intestino tenue è fatto dal ………………….. che finisce la digestione e dal ………………e
dall’…………………..che fanno l’ …………………………delle sostanze utili

173
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. Le coronarie fanno il ricambio di sangue al cuore o o
b. La contrazione del cuore è la diastole e il rilassamento è la sistole o o
c. La laringe è il tubo che porta il cibo nello stomaco o o
d. I bronchi sono 2 tubi che si dividono in bronchioli o o
e. La bile è un liquido che emulsiona i lipidi o o
f. Nell’intestino tenue si formano le feci o o
g. Le valvole non fanno tornare indietro le sostanze o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. capillari a. producono suoni
2. epiglottide b. movimento del cibo nel tubo digerente
3. corde vocali c. contiene la flora batterica
4. peristalsi d. scambiano sostanze tra il sangue e gli organi
5. colon e. impedisce al cibo di entrare nella trachea

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Nel cuore:
o escono le arterie e entrano le vene o escono le vene e entrano le arterie
o le cavità superiori sono i ventricoli o le coronarie portano il sangue ai polmoni
b. La pressione sanguigna è:
o la velocità del sangue nei vasi o la forza del sangue sulle pareti dei vasi
o la quantità di sangue nei vasi o la forza delle pareti dei vasi sul sangue
c. Gli alveoli:
o si trovano tra laringe e trachea per far passare l’aria
o sono circondati da cartilagine che li sostiene
o servono nella deglutizione per non far passare il cibo in trachea
o scambiano ossigeno e anidride carbonica tra aria e sangue
d. La trachea è fatta da:
o anelli di cartilagine o anelli di osso
o anelli di connettivo o nelli di muscolo
e. Lo stomaco produce:
o la bile per digerire i lipidi o il succo gastrico per digerire le proteine
o la flora batterica o è collegato al duodeno
f. La glicemia è:
o la quantità di colesterolo nel sangue o la quantità di glucosio nel sangue
o l’acidità del sangue o la quantità di globuli rossi nel sangue

174
JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o vene o arterie o cuore o polmoni
b. o trachea o laringe o bronchi o esofago
c. o stomaco o fegato o pancreas o alveoli

JJJ 8. Correggi le affermazioni false dell’esercizio 4 e scrivile corrette sul tuo


quaderno di scienze.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue


parole:
a. La struttura del cuore e come avviene la circolazione sanguigna.
b. Come varia la pressione sanguigna e come si misura.
c. La struttura dei polmoni e il loro movimento.
d. I diversi tipi di denti e la loro funzione (scrivi i nomi nel
disegno)
e. Il legame che c’è tra il fegato e il duodeno e tra il fegato e il
pancreas.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 3
JJ 10. Completa le seguenti frasi:
a. I reni sono fatti dai …………………………e ricoperti da una ………………………Essi
producono l’………………………. che si raccoglie nella ……………………………..
b. Le sostanze estranee si chiamano ……………………e i …………………….li riconoscono:
i ……………………. ……. producono ……………………….. e i …………………….
….…”mangiano”.

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Come lavorano i nefroni?
b. Perché è importante il sistema linfatico?
c. Come avviene la difesa immunitaria e la risposta infiammatoria?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Fai una piccola ricerca sulle malattie infettive dei bambini.
b. Scarica da internet la piramide alimentare e cerca notizie su come va usata.

175
BIOLOGIA: CAPITOLO 4
I GAMETI E LA MEIOSI
GLI APPARATI RIPRODUTTORI
MASCHILE E FEMMINILE

INDICE:

PAROLE UTILI P. 177


I CROMOSOMI P. 179
I GAMETI E LA MEIOSI P. 180
GLI APPARATI RIPRODUTTORI P. 182

176
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE

il DNA È una molecola* molto grande con la funzione di contenere le


informazioni necessarie alle cellule per svolgere (= fare) le loro attività.
Il DNA serve anche per trasmettere (= passare) le caratteristiche di un
individuo ai figli, cioè a nuovi esseri viventi
la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

la specie È un insieme di esseri viventi simili che possono avere figli. I figli, a loro
le specie volta, possono avere figli.
la mitosi È una fase della divisione cellulare cioè quando una cellula si divide
le mitosi in due cellule. Nella cellula che si divide ci sono due copie identiche di
DNA. Nella mitosi le due copie di DNA si separano e vanno nelle due
nuove cellule.
l’embrione È la prima fase dello sviluppo di un essere vivente. Lo sviluppo dei
gli embrioni mammiferi* si chiama gravidanza* e avviene nell’utero, un organo
delle femmine.
il mammifero È un animale del gruppo dei vertebrati, cioè che hanno uno scheletro.
i mammiferi I mammiferi si riconoscono perché hanno i peli e la femmina produce il
latte che è il nutrimento dei piccoli. Ad esempio il gatto.
la gravidanza Lo sviluppo dei mammiferi* e avviene nell’utero, un organo delle
le gravidanze femmine. Nell’uomo dura circa 280 giorni, cioè 9 mesi e 10 giorni.
il feto È la seconda fase della gravidanza. Quando il feto ha finito il suo
i feti sviluppo avviene il parto, cioè la nascita del nuovo individuo.

177
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

Termine/espressione DEFINIZIONE

la ghiandola esocrina È una struttura che produce sostanze che vanno all’esterno del corpo
le ghiandole esocrine (ad esempio le lacrime, la saliva, il sudore, il latte materno) o in alcuni
organi (ad esempio il succo gastrico dello stomaco e la bile del fegato).
la ghiandola endocrina È una struttura che produce ormoni*, (ad esempio la tiroide e una parte
le ghiandole endocrine del pancreas). Gli ormoni sono secreti (= buttati fuori) nel sangue.
l’ormone È una molecola che aiuta il cervello a regolare l’attività degli organi.
gli ormoni Gli ormoni sono prodotti da strutture dette ghiandole endocrine* e
secreti (= buttati fuori) nel sangue.
il muscolo È una struttura che permette il movimento delle parti del corpo.
i muscoli
la contrazione È l’azione del muscolo* che si accorcia. Dopo la contrazione c’è il
le contrazioni rilassamento del muscolo che torna alla sua dimensione.
la pubertà È il periodo tra i 10 e i 17 anni di età in cui c’è la maturazione sessuale
dell’individuo.
il tessuto È un insieme di cellule* che svolgono la stessa funzione. I tessuti si
i tessuti dividono in: epiteli, connettivi, muscolari e nervoso.

la cellula È la parte più piccola che forma un essere vivente. La cellula è capace
le cellule di riprodursi e ha vita autonoma.
il pus È un liquido denso e giallo che si forma quando c’è una infiammazione
che è la reazione del corpo ai batteri.

178
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

I CROMOSOMI

-> I cromosomi – definizione


I cromosomi sono pezzi di DNA* che sono divisi in tratti detti geni. Ogni gene è una
informazione per un carattere.

-> Le caratteristiche dei cromosomi


Tutti gli individui della stessa specie* hanno lo stesso numero di cromosomi in tutte le
cellule del loro corpo, tranne i gameti (vedi “i gameti e la meiosi” pag. 180). L’insieme
dei cromosomi di una specie si chiama corredo cromosomico.
Il corredo cromosomico è fatto da coppie di cromosomi [fig. 1A]. Il corredo
cromosomico della specie umana è fatto da 46 cromosomi, cioè 23 coppie.

fig. 2 – i due cromosomi della


coppia con la posizione di tre
geni
fig. 1 – A: corredo che ha i cromosomi presenti
in coppia, B: corredo che ha un cromosoma
per coppia

I cromosomi della coppia hanno gli stessi geni che, nei due cromosomi, sono messi
nella stessa posizione [fig. 2].

I geni possono avere forme diverse che si chiamano alleli, ad esempio per il colore
degli occhi c’è l’allele per il colore marrone e l’allele per il colore azzurro.
In base agli alleli che ci sono sulla coppia di cromosomi i caratteri si dicono:
• dominanti – si vedono quando i due alleli sono uguali o quando sono diversi, per
il colore marrone 2 alleli marroni o 1 marrone e 1 azzurro;
• recessivi – si vedono solo quando i due alleli sono uguali, per il colore azzurro 2
alleli azzurri.

179
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

I GAMETI E LA MEIOSI

-> I gameti e la fecondazione – definizione


I gameti sono cellule e sono di due tipi, maschile e femminile. Negli animali i gameti del
maschio sono gli spermatozoi e della femmina le cellule uovo.
I gameti hanno la funzione di unirsi nella fecondazione cioè l’evento da cui comincia la
formazione di un nuovo organismo.

-> I gameti e la fecondazione


I gameti sono le uniche cellule del corpo che hanno il corredo cromosomico con
un solo cromosoma per coppia [fig. 1B]. Questo corredo è necessario per la
fecondazione.
Nella specie umana i gameti non hanno 46 cromosomi ma 23.
La fecondazione si ha quando una cellula uovo e uno spermatozoo si fondono (=
uniscono) per unire i loro DNA, cioè tutte le informazioni che servono per “costruire”
e “far funzionare” un nuovo organismo.
Con la fecondazione si forma una cellula chiamata zigote che si divide molte volte
per mitosi* producendo una struttura fatta da molte cellule. Da questa struttura si
sviluppa l’embrione* che diventerà feto*, cioè un nuovo organismo.

-> La meiosi – definizione


La meiosi è il processo che separa i cromosomi della coppia in modo che nei gameti
ci sia un solo cromosoma per ogni coppia [fig. 1B].

-> Perché i gameti fanno la meiosi


Alla fecondazione il corredo dell’uovo si fonde con il corredo
dello spermatozoo. Se i gameti mantengono (= tengono)
il corredo cromosomico fatto da coppie di cromosomi lo
zigote ha il doppio di cromosomi della specie, ad esempio
nell’uomo 46 + 46 = 92.
Per questo motivo prima della fecondazione i gameti fanno
la meiosi e riducono il loro corredo a un cromosoma per
coppia.
Quando alla fecondazione i gameti si uniscono, le coppie
di cromosomi si riformano e lo zigote ha due cromosomi
per ogni coppia, uno dallo spermatozoo e uno dalla cellula fig. 3 – dalla meiosi dei gameti alla
fecondazione e formazione dello
uovo [fig. 3], ad esempio nell’uomo 23 + 23 = 46.
zigote

È il caso a unire uno spermatozoo e una cellula uovo, quindi i caratteri si mescolano
e i figli sono simili ma non identici ai genitori.

180
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

MOMENTO SALUTE
Gli errori della meiosi
I cromosomi possono separarsi in modo sbagliato e causare malattie perché le
informazioni sono trasmesse male. Ad esempio la sindrome di Down si ha quando
lo zigote ha tre cromosomi della coppia 21 perché deriva dalla fecondazione tra un
gamete che ha un cromosoma 21 (corretto) e un gamete che ha due cromosomi 21
(sbagliato). La malattia causa un ritardo nello sviluppo cognitivo, cioè nell’intelligenza.

-> I cromosomi sessuali della specie umana


I cromosomi della coppia 23 sono detti cromosomi sessuali perché determinano
il sesso del nuovo organismo, nella femmina hanno entrambi la forma di X, nel
maschio uno ha la forma di X e l’altro di Y.
Alla formazione dei gameti con la meiosi la femmina produce solo cellule uovo con
X e il maschio spermatozoi con per metà X e per metà Y.
Alla fecondazione i corredi cromosomici dei due gameti si fondono a formare lo zigote
e il sesso del nuovo organismo dipende dalla combinazione tra X e Y.
Ci sono 4 possibili combinazioni dei cromosomi della coppia 23 nello zigote:

CELLULA UOVO
SPERMATOZOO

X X

XX XX
X

XY XY
Y

A stabilire se il nuovo individuo sarà maschio o femmina è il cromosoma Y del maschio.

181
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

GLI APPARATI RIPRODUTTORI

-> L’apparato riproduttore maschile – definizione


L’apparato riproduttore maschile è composto da testicoli, dotti deferenti, vescichette
seminali, prostata e pene [fig. 4].
La funzione dell’apparato è di produrre gli spermatozoi, e di permettere il loro incontro
con una cellula uovo prodotta dall’apparato femminile (vedi “i gameti e la fecondazione”
pag. 180).

fig. 4 – la struttura dell’apparato fig. 5 – la struttura dello


riproduttore maschile spermatozoo

-> I testicoli – definizione


I testicoli sono due ghiandole sia esocrine* sia endocrine*. La parte esocrina produce
gli spermatozoi e la parte endocrina secerne (= butta fuori) l’ormone* testosterone
che è l’ormone sessuale maschile. I testicoli sono contenuti nello scroto un “sacchetto”
esterno al corpo.

-> Le caratteristiche dei testicoli


Ogni testicolo contiene tanti tubuli seminiferi, piccoli tubi in cui c’è la produzione
degli spermatozoi. Ogni giorno si producono circa 300 milioni di spermatozoi. Nei
tubuli ci sono delle cellule che proteggono e nutrono gli spermatozoi e secernono
il testosterone. Gli spermatozoi che si formano continuamente spingono gli
spermatozoi già pronti verso i dotti deferenti.

Gli spermatozoi sono cellule che hanno una testa in cui c’è il nucleo e una coda per
il movimento [fig. 5]. La mobilità (= il movimento) è necessaria per raggiungere la
cellula uovo nell’apparato femminile.

182
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

MOMENTO SALUTE
Perché i testicoli sono esterni al corpo
I testicoli sono esterni al corpo perché la temperatura interna è troppo alta per lo
sviluppo degli spermatozoi. I testicoli nell’embrione* si formano nell’addome (= pancia)
e al settimo mese di gravidanza* scendono nello scroto. Se non c’è la discesa si
ha sterilità, cioè l’uomo non può avere un bambino, perché non c’è produzione di
spermatozoi. Si cura con una operazione chirurgica.

-> I dotti deferenti – definizione


I dotti deferenti sono due piccoli tubi che collegano i testicoli all’uretra e servono al
passaggio degli spermatozoi.

-> Le caratteristiche dei dotti deferenti


I dotti deferenti nel loro percorso girano intorno alla vescica urinaria (un organo
dell’apparato urinario) e ricevono il liquido secreto dalle vescichette seminali. Poi
entrano nella prostata dove si inseriscono nell’uretra che arriva dalla vescica urinaria.
Durante lo stimolo sessuale i muscoli* lisci (cioè involontari perché la loro
contrazione* non dipende dalla volontà) dei dotti deferenti si contraggono e spingono
lo sperma nell’uretra.

-> Le vescichette seminali e la prostata – definizione


Le vescichette seminali e la prostata sono ghiandole che secernono la parte liquida
dello sperma, cioè il liquido che contiene gli spermatozoi.

MOMENTO SALUTE
Disturbi alla prostata
Le infezioni alla prostata e all’uretra sono comuni. La prostata circonda l’uretra quindi
un’infezione o un gonfiore può ostruire (= bloccare) l’uscita dell’urina.

-> Le caratteristiche delle vescichette seminali e della prostata


Le vescichette seminali si trovano dietro alla vescica urinaria e secernono un liquido
per nutrire gli spermatozoi.
La prostata è una ghiandola a forma e dimensione di castagna che si trova sotto la
vescica e secerne un liquido che attiva gli spermatozoi.

183
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

-> Il pene – definizione


Il pene è la parte esterna dell’apparato maschile. La funzione del pene e di inserisce
gli spermatozoi nella vagina (vedi “L’apparato riproduttore femminile” pag. 184). Il pene
contiene la parte finale dell’uretra che fa parte dell’apparato urinario e serve a far
uscire lo sperma e l’urina.

-> Le caratteristiche del pene


Il pene ha forma cilindrica ed è fatto da un tessuto che come una spugna si riempie
di sangue durante lo stimolo sessuale.
Il pene termina con il glande in cui c’è l’apertura dell’uretra. Il glande è ricoperto da
una piega di pelle, il prepuzio.
Lo stato normale del pene è flaccido (= molle) ma, durante lo stimolo sessuale,
quando il tessuto si riempie di sangue, il pene diventa più grande e rigido. Questo
cambiamento è l’erezione che è necessaria per l’eiaculazione, cioè l’emissione (=
buttare fuori) di sperma e per inserire lo sperma nella vagina.
Senza erezione e eiaculazione non c’è emissione di sperma.
Una eiaculazione emette circa 2,5-5 mL (si legge millilitri e 1000 mL = 1 litro) di
sperma, e in ogni mL ci sono circa 50-150 milioni di spermatozoi. Una volta eiaculati
gli spermatozoi sopravvivono circa due giorni.

MOMENTO SALUTE
La circoncisione
La circoncisione, termine che significa “tagliare intorno”, è una operazione chirurgica
per togliere una parte o tutto il prepuzio.

Il testosterone controlla l’attività dei testicoli


Il testosterone è un ormone prodotto nei testicoli che:
• nell’embrione promuove lo sviluppo dell’apparato genitale in senso maschile e la
discesa dei testicoli;
• alla pubertà* promuove lo sviluppo degli organi, influenza il comportamento
sessuale maschile e la comparsa dei caratteri secondari, ad esempio l’aumento
della massa muscolare e scheletrica, cioè dei muscoli e delle ossa, e l’abbassamento
del timbro (= tono) vocale.

La produzione degli spermatozoi


La produzione di spermatozoi che comincia alla pubertà è continua, cioè non si ferma
mai e dura tutta la vita anche se con l’età rallenta la velocità di produzione e la quantità
di cellule prodotte.

184
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

-> L’apparato riproduttore femminile – definizione


L’apparato riproduttore femminile è composto da ovaie, tube uterine, utero, vagina e
vulva [fig. 6].
La funzione dell’apparato è di produrre le cellule uovo, e di permettere l’incontro di
una di esse con gli spermatozoi (vedi “i gameti e la fecondazione” pag. 180). L’apparato
femminile serve anche per la gravidanza*, cioè lo sviluppo di un nuovo organismo.

fig. 6 – la struttura dell’apparato riproduttore femminile

-> Le ovaie – definizione


Le ovaie sono due ghiandole sia esocrine* sia endocrine*. Nella parte esocrina
maturano le cellule uovo e la parte endocrina secerne gli ormoni progesterone ed
estrogeni che sono gli ormoni sessuali femminili. Le ovaie sono poste nella parte bassa
dell’addome (= pancia).

-> Le caratteristiche delle ovaie


Le ovaie sono grandi circa due volte una mandorla.
Sulla superficie di ciascuna ovaia ci sono i follicoli, vescicole che contengono una
cellula uovo immatura. Nei follicoli ci sono cellule che danno nutrimento alla cellula
uovo in fase di maturazione.
Le cellule uovo immature si formano nell’embrione e alla nascita sono circa 2 milioni.
Dopo la nascita le cellule uovo non sono più prodotte.
Molte di queste cellule muoiono e alla pubertà ce ne sono circa 300.000 -500.000.
Alla pubertà, ogni mese c’è l’ovulazione, cioè un follicolo si rompe ed espelle una
cellula uovo matura. Una volta espulsa la cellula uovo sopravvive circa 3 giorni.
Dopo l’ovulazione il follicolo cambia nome e si chiama corpo luteo. Il corpo luteo
produce progesterone ed estrogeni e poi se non c’è fecondazione (vedi “i gameti
e la fecondazione” pag. 180) degenera (= si disfa).

185
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

MOMENTO SALUTE
Le cisti ovariche
Le cisti ovariche sono strutture piene di liquido che stanno dentro o sopra un’ovaia.
Possono dare gonfiore, dolori e ritardi delle mestruazioni (vedi “il ciclo femminile” pag.
188) e emorragie. Spesso regrediscono (= si ritirano) da sole. Le cisti si tolgono solo se
sono grandi o molto dolorose.

-> Le tube uterine – definizione


Le tube uterine (o di Falloppio) sono due tubi che si trovano ai lati dell’utero e
collegano le ovaie all’utero.
Le tube uterine servono al passaggio della cellula uovo.

-> Le caratteristiche delle tube uterine


A ogni ovulazione le tube uterine raccolgono la cellula uovo espulsa dal follicolo.
I muscoli* lisci (cioè involontari perché la loro contrazione* non dipende dalla
volontà) delle tube si contraggono e spostano la cellula uovo verso l’utero. In questo
trasporto che dura circa tre giorni la cellula uovo può essere fecondata dagli
spermatozoi. Se non è fecondata degenera.

-> L’utero – definizione


L’utero è l’organo in cui la cellula uovo fecondata si impianta (= si fissa) e si sviluppa
prima in embrione* e poi in feto*.
La funzione dell’utero è di proteggere e nutrire il nuovo organismo durante la gravidanza*.

-> Le caratteristiche dell’utero


L’utero si trova tra la vescica urinaria e il retto (la parte finale dell’intestino).
L’utero è un organo che ha la forma e le dimensioni di una pera rovesciata ed è
collegato alla vagina con una apertura detta cervice o collo.
Ogni circa 28 giorni, e solo per un breve periodo, l’utero è pronto per l’impianto. In
questo periodo l’endometrio, il tessuto* epiteliale che riveste la parete dell’utero,
è ricco di vasi sanguigni.
Se non c’è la fecondazione, l’endometrio si sfalda (= si rompe) e si ha la mestruazione
(vedi “il ciclo femminile” pag. 188), se c’è la fecondazione non si sfalda e i vasi
sanguigni trasportano nutrimento per le prime fasi della gravidanza.
Alla fine della gravidanza la muscolatura liscia dell’utero si contrae per espellere il
bambino e avviene il parto

186
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

MOMENTO SALUTE
Il progesterone e gli estrogeni controllano l’attività delle ovaie e dell’utero
Il progesterone e gli estrogeni sono ormoni prodotti dal follicolo e dal corpo luteo alla
pubertà*:
• circa ogni mese il progesterone e gli estrogeni preparano e mantengono
l’endometrio per l’impianto della cellula uovo fecondata e preparano le ghiandole
mammarie a produrre latte;
• gli estrogeni promuovono anche lo sviluppo degli organi, e la comparsa dei caratteri
secondari, ad esempio l’aumento della larghezza del bacino, l’aumento sui fianchi e
nelle mammelle del tessuto adiposo, cioè del grasso sottocutaneo (= sotto la pelle),
la comparsa del ciclo mestruale (vedi “il ciclo femminile” pag. 188).

La produzione delle cellule uovo


Tutte le cellule uovo si formano prima della nascita e quindi il loro numero è finito. Alla
pubertà, ogni mese c’è l’ovulazione, cioè una cellula matura è pronta per essere
fecondata, ma ad un certo punto della vita la maturazione di cellule uovo termina e inizia
la menopausa. La menopausa, che inizia tra i 40 e i 55 anni di età, è la fine del periodo
fertile, cioè il periodo in cui una donna può avere un bambino.

-> La vagina e la vulva – definizione


La vagina è il canale muscolare che va dal collo dell’utero alla vulva e serve per
accogliere il pene, per far uscire il flusso mestruale e il bambino durante il parto.
La vulva è l’insieme delle strutture esterne dell’apparato femminile.

-> Le caratteristiche della vagina e della vulva


L’apertura interna della vagina può essere in parte chiusa da una sottile membrana,
detta imene che si rompe durante i primi rapporti sessuali.
La vulva è composta da due pieghe di pelle, le grandi labbra che racchiudono due
pieghe di pelle più piccole, le piccole labbra. Le grandi e le piccole labbra hanno
funzione protettiva.
Nel punto in cui le piccole labbra si uniscono si ha una piccola protuberanza, il
clitoride. All’interno delle piccole labbra ci sono due aperture, quella della vagina e
davanti quella dell’uretra che fa parte dell’apparato urinario e serve a far uscire l’urina.

MOMENTO SALUTE
La candidiasi – è la forma di vaginite più comune provocata dal fungo Candida albicans
presente nell’intestino e nell’apparato urinario. Dà prurito, dolore e c’è la produzione di
una sostanza densa e gialla.

187
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

-> Il ciclo femminile – definizione


Il ciclo femminile è l’insieme dei cambiamenti ciclici delle ovaie e dell’utero che ci
sono circa ogni mese dalla pubertà fino alla menopausa. È chiamato anche ciclo
mestruale o mestruazione.

-> Le fasi del ciclo femminile


Il ciclo femminile comprende due cicli paralleli [fig. 7] regolati dagli ormoni femminili:
• il ciclo ovarico: maturazione del follicolo e ovulazione;
• il ciclo mestruale o uterino: modificazioni dell’endometrio.

fig. 7 – lo schema che raffigura come il ciclo ovarico e il


ciclo uterino sono paralleli

Il ciclo femminile dura circa 28 giorni e si divide in quattro fasi:


1. la mestruazione – dura i primi 3-5 giorni. L’endometrio si sfalda è c’è un flusso di
50-150 mL di sangue e cellule. Il primo giorno di mestruazione è il primo giorno di
un nuovo ciclo ovarico;
2. la preovulazione – durata variabile tra 6 e 13 giorni. Nell’utero c’è la rigenerazione
dell’endometrio, cioè si riforma, e in una delle due ovaie matura un follicolo nuovo;
3. l’ovulazione – avviene al 14° giorno. Nell’utero l’endometrio continua la
rigenerazione e nell’ovaia c’è la rottura del follicolo con espulsione della cellula
uovo;
4. la postovulazione – ha una durata costante di 14 giorni (dal 15° al 28°). Nell’utero
l’endometrio raggiunge il suo massimo spessore circa una settimana dopo
l’ovulazione (tra il 20° e il 25° giorno del ciclo) ed è pronto ad accogliere l’uovo
fecondato (impianto). Il follicolo, che ha espulso la cellula uovo, diventa corpo
luteo.
Se non c’è la fecondazione il corpo luteo degenera e si ha la mestruazione, cioè al
28° giorno il ciclo ricomincia. Se c’è la fecondazione il ciclo si ferma e comincia la
gravidanza.

-> Il controllo delle nascite e la prevenzione


Ci sono metodi per evitare la gravidanza e per la protezione da malattie che si possono
trasmettere con i rapporti sessuali:
1. preservativo o profilattico – è un “guanto” che infilato sul pene eretto impedisce agli
spermatozoi di entrare nella vagina ed è l’unico metodo che protegge dalle malattie;
2. diaframma – oggetto a forma di cupola che si adatta alla cervice e va usato con
188
BIOLOGIA: CAPITOLO 4

uno spermicida, una sostanza che uccide gli spermatozoi;


3. pillola e cerotto – rilasciano (= fanno uscire) gli ormoni che inibiscono (=
bloccano) l’ovulazione;
4. spirale – oggetto a forma di ancora inserito nell’utero che impedisce l’impianto
dell’uovo fecondato.
C’è la sterilizzazione, cioè il metodo per non avere più figli perché impedisce l’uscita
dei gameti. La sterilizzazione nel maschio è il taglio dei dotti deferenti e nelle
femmine la legatura (= chiusura) delle tube.
Ci sono anche metodi naturali che sono poco sicuri. Per le femmine il controllo
della temperatura corporea e la produzione di muco che aumentano nei giorni
dell’ovulazione, oppure astenersi (= non fare) dai rapporti tre giorni prima, tre giorni
dopo e il giorno dell’ovulazione. Per i maschi è estrarre il pene dalla vagina prima
dell’eiaculazione ma è poco sicuro perché un po’ di sperma esce anche prima della
sua emissione.

MOMENTO SALUTE
Le malattie che si trasmettono con i rapporti sessuali
• La clamidia – è una malattia diffusa provocata dal batterio Clamydia trachomatis. Nei
maschi dà infiammazione all’uretra e minzione (= fare la “pipì”) frequente e dolorosa.
Nelle femmine dà infiammazione agli organi dell’apparato ma può non dare sintomi
(= segni). Può dare sterilità e può essere trasmessa al bambino durante il parto.
• La gonorrea – è provocata dal batterio Neisseria gonorrhoeae. Nei maschi
dà infiammazione all’uretra, minzione dolorosa e con pus*. Nelle femmine dà
infiammazione con pus alla vagina e agli organi dell’apparato e può dare sterilità. Se
è trasmessa al bambino durante il parto può provocare cecità, cioè la perdita della
vista.
• La sifilide – è provocata dal batterio Treponema pallidum, si può trasmettere anche
con lo scambio di sangue. Può passare anche al feto attraverso la placenta, l’organo
di contatto tra la mamma e il bambino. Dà eruzioni cutanee (= sulla pelle) e febbre
e poi i sintomi possono sparire per anni. Con il tempo l’infezione si diffonde e può
danneggiare le ossa, il cuore e il cervello.
• La tricomoniasi – è provocata dal parassita Trichomonas vaginalis che infetta nel
maschio l’uretra e nella femmina la vagina che produce una sostanza densa e gialla.
• L’herpes genitale – è provocato dal virus Herpes simplex che produce pustole (=
bolle) sul prepuzio, sul glande e su tutto il pene, sulla vulva e sulla vagina. Il virus
resta nell’organismo perché non ci sono cure come l’herpes delle labbra.
• AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) – è provocato dal virus HIV che
distrugge le cellule del sistema immunitario che proteggono il corpo dalle sostanze
estranee e dagli organismi patogeni (= che provocano malattie). Il corpo non più
protetto, è soggetto a infezioni varie. Si può trasmettere anche con lo scambio di
sangue. La malattia si può manifestare da 2 a 10 anni dopo la trasmissione e si può
rilevare (=scoprire) nel sangue con il test della sieropositività.

189
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

L’APPARATO ENDOCRINO
IL SISTEMA NERVOSO

INDICE:

L’APPARATO ENDOCRINO P. 191


IL SISTEMA NERVOSO P. 193

190
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

L’APPARATO ENDOCRINO

-> L’apparato endocrino – definizione


L’apparato endocrino è un insieme di ghiandole che producono e secernono (= buttano
fuori) nel sangue gli ormoni.
La funzione dell’apparato è di regolare, insieme al sistema nervoso (vedi "il sistema
nervoso" pag. 193), l’attività degli altri apparati e sistemi.

-> La struttura dell’apparato endocrino


Le ghiandole dell’apparato endocrino sono messe in varie parti del corpo [fig.1].
Ogni ghiandola produce uno specifico ormone che controlla l’attività di un preciso
organo, ad esempio il pancreas produce l’insulina che controlla il fegato.

Le ghiandole sono:
• l’ipofisi è grande come un acino d’uva,
si trova nel cervello e produce ormoni
per regolare la crescita, la riproduzione
e lo sviluppo, per stimolare o bloccare
l’attività delle altre ghiandole
dell’apparato endocrino;
• la ghiandola pineale o epifisi è un
prolungamento del cervello e produce
melatonina, l’ormone che influenza il
ritmo di sonno-veglia;
• la tiroide è a forma di farfalla e si trova fig. 1 – l’apparato endocrino: la posizione degli organi
sotto la laringe (struttura dell’apparato respiratorio che si trova nel collo). Gli
ormoni che produce regolano la crescita dell’organismo e nell’adulto controllano
le funzioni metaboliche;
• le paratiroidi sono quattro piccole strutture vicino alla tiroide e controllano la
quantità di ioni calcio e magnesio nel sangue;
• il timo si trova sotto la tiroide e produce l’ormone che attiva i linfociti T, un tipo di
globuli bianchi che difendono il corpo dalle cellule estranee “mangiandole”;
• le ghiandole surrenali sono due e si trovano sopra i reni. Gli ormoni che producono
controllano l’equilibrio salino (cioè la quantità di sali), la risposta infiammatoria, ad
esempio l’ormone cortisone, e rispondono a situazioni di stress, ad esempio
l’ormone adrenalina;
• il pancreas si trova sotto al duodeno (tratto dell’intestino) e produce l’insulina e
il glucagone, ormoni che servono al fegato per regolare la quantità si glucosio
(zucchero) nel sangue;
• le ovaie sono due organi dell’apparato riproduttore femminile che producono
estrogeni e progesterone, gli ormoni femminili che controllano il ciclo femminile
e i caratteri sessuali;

191
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

• i testicoli sono due organi dell’apparato riproduttore maschile che producono il


testosterone, l’ormone maschile che controlla i caratteri sessuali.

-> Come funziona l’apparato endocrino


Gli ormoni regolano l’attività di un preciso organo che raggiungono circolando nel
sangue.
Le cellule dell’organo per riconoscere l’ormone hanno dei recettori sulla superficie,
cioè strutture con una forma che si incastra (= adatta) perfettamente con la molecola
dell’ormone.
Il sistema nervoso controlla il “lavoro” degli ormoni: l’ipotalamo, una zona del cervello
(vedi “il sistema nervoso” pag. 193) comanda alla ghiandola ipofisi la produzione di
ormoni per controllare le altre ghiandole.
Il sistema nervoso attraverso l’ipofisi fa produrre alle ghiandole gli ormoni quando
sono necessari.

MOMENTO SALUTE
Le malattie dell’apparato endocrino
• Nanismo ipofisario e gigantismo – anomala crescita delle ossa perché l’ormone
della crescita è poco quindi la crescita si arresta o è troppo quindi si allungano molto
le ossa.
• Ipertiroidismo – eccessiva (= troppa) produzione degli ormoni della tiroide che
provoca l’aumento del battito cardiaco e della pressione del sangue, nervosismo e
irrequietezza (= agitazione).
• Gozzo – quando la tiroide cresce da due a tre volte la sua dimensione perché manca
lo iodio, l’elemento chimico per produrre i suoi ormoni.

192
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

IL SISTEMA NERVOSO

-> Il sistema nervoso – definizione


Il sistema nervoso ha la funzione di coordinare le attività di tutti gli organi: riceve
informazioni dall’esterno e dagli organi e invia ordini ai muscoli e alle ghiandole.
Si divide in sistema nervoso centrale fatto dal cervello e dal midollo spinale e in
sistema nervoso periferico fatto dai nervi [fig. 2].

-> La struttura del sistema nervoso


1. Il sistema nervoso centrale – è formato dall’encefalo o cervello
e dal midollo spinale. Il nervoso centrale riceve informazioni
in arrivo dall’ambiente esterno e sullo stato degli organi interni.
L’encefalo elabora le informazioni cioè le trasforma in segnali
di risposta che vanno a muscoli e alle ghiandole per ordinare
un lavoro, ad esempio ritirare la mano vicino al fuoco.Il midollo
spinale conduce (= porta) i segnali dall’encefalo al sistema
nervoso periferico e viceversa.
2. Il sistema nervoso periferico – è formato dai nervi che
collegano il sistema nervoso centrale a tutte le parti del corpo. I
nervi trasportano le informazioni dai recettori verso l’encefalo e
le risposte dell’encefalo ai muscoli e alle ghiandole.

fig. 2 – il sistema
nervoso: la posizione
delle strutture

-> I recettori – definizione


I recettori sono cellule che si trovano in varie parti del corpo e hanno la funzione di
raccogliere informazioni dall’ambiente esterno e interno al corpo.

-> Le caratteristiche dei recettori


Ci sono recettori per:
• la temperatura, cioè “sentono” il caldo e il freddo;
• il dolore;
• la pressione, importante per l’udito e l’equilibrio;
• le sostanze chimiche, importanti per l’olfatto (sentire gli odori) e il gusto (sentire
i sapori);
• la luce, importante per la vista.
Le informazioni raccolte dai recettori vanno al sistema nervoso centrale che le elabora
e produce delle risposte per coordinare le varie parti del corpo.

193
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

-> Il sistema nervoso centrale


Le strutture che formano il sistema nervoso centrale sono [fig. 3]:
1. l’encefalo – si trova nel cranio, ha una massa di circa 1,3 Kg. È diviso in quattro
aree principali:
a. il tronco cerebrale – passano le informazioni dal midollo spinale al resto
dell’encefalo e viceversa. Qui ci sono i centri di controllo del ritmo della
respirazione e della frequenza del battito del cuore;
b. il cervelletto – alla base del cranio controlla la postura, l’equilibrio e la
coordinazione dei movimenti;
c. il diencefalo – sopra al tronco e al centro dell’encefalo è fatto da
tante strutture tra cui l’ipofisi una ghiandola endocrina (vedi "la struttura
dell'apparato endocrino" pag. 191) e l’ipotalamo che controlla la temperatura
corporea, il metabolismo e produce ormoni che controllano il lavoro dell’ipofisi.
L’ipotalamo è anche la sede delle emozioni, del centro del piacere e regola i
ritmi giornalieri di sonno e fame.
d. il telencefalo – la parte maggiore dell’encefalo detto cervello, è diviso in
emisfero destro e in emisfero sinistro tra loro collegati. I due emisferi sono
ricoperti dalla corteccia che forma delle pieghe ed è divisa in quattro lobi
ognuno con una funzione:
• il lobo frontale è l’area motoria, delle emozioni e della immaginazione;
• il lobo parietale è l’area del tatto e del gusto;
• il lobo temporale è l’area dell’udito, dell’olfatto, della memoria e del
linguaggio;
• il lobo occipitale è l’area della vista.

fig. 3 – l’encefalo: la posizione delle aree

194
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

2. il midollo spinale – si trova nella colonna


vertebrale e trasporta le informazioni dal sistema
nervoso periferico all’encefalo e viceversa.
Il midollo dà risposte semplici e immediate, cioè
risposte che non sono elaborate dal cervello, dette
archi riflessi, ad esempio la gamba che si solleva
quando il ginocchio viene colpito [fig. 4]. Dal midollo
spinale partono i nervi che formano il sistema nervoso
periferico.

-> Il sistema nervoso periferico


Il sistema periferico è formato dai nervi che fanno una rete
in tutto il corpo per portare le informazioni dai recettori al
sistema nervoso centrale e viceversa. I nervi si dividono in:
• cranici che sono 12 paia; fig. 4 – l’arco riflesso del ginocchio
• spinali che sono 31 paia e il nome deriva dalla zona
del corpo in cui si trovano (8 cervicali, 12 toracici, 5 lombari, 5 sacrali e 1 coccigeo).
Il sistema nervoso periferico si divide in:
1. somatico – controlla i movimenti volontari, ad esempio alzare un braccio;
2. autonomo – controlla i movimenti involontari, ad esempio il ritmo della respirazione
e la frequenza del battito del cuore, le ghiandole e il movimento del tubo digerente.
Il sistema autonomo ha due parti antagoniste, cioè che portano ad un organo un
comando opposto:
• il simpatico che interviene in situazioni di stress;
• il parasimpatico che interviene in situazioni di relax. Un organo riceve i nervi
di tutti e due, ad esempio nel cuore il simpatico accelera il battito cardiaco e il
parasimpatico lo rallenta, nell’occhio il simpatico dilata le pupille e il parasimpatico
le contrae (= chiude).

195
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

MOMENTO SALUTE
Le malattie del sistema nervoso
• Lesioni al midollo spinale – dovute ad esempio a un incidente stradale, a una lotta
violenta, a cadute e a tuffi in acque basse. La gravità della lesione dipende da quali
parti vengono danneggiate e da quanto è grande il danno. Le parti più a rischio sono
la zona cervicale, la toracica inferiore e la lombare superiore.
• Nevrite – infiammazione di uno o più nervi dovuta ad esempio a botte, lesioni, rottura
delle ossa, infezioni, mancanza di vitamine e alcuni medicinali. Causa debolezza,
perdita di riflessi e cambiamenti nelle sensazioni. La sciatica o sciatalgia è una
nevrite del nervo sciatico con dolore acuto che parte dal gluteo e scende lungo la
gamba.
• Morbo di Parkinson – danno ai neuroni (le cellule del sistema nervoso) in alcune
zone del cervello. Causa tremore incontrollabile, rigidità muscolare e movimenti
involontari.
• Afasia – incapacità di usare e comprendere le parole dovuta a lesioni alle aree del
linguaggio della corteccia.
• Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) – danno progressivo alle aree motorie della
corteccia. Causa debolezza e progressiva atrofia (= riduzione dell’attività) muscolare
che comincia da mani e braccia per poi estendersi a tutto il corpo, ma non danneggia
l’intelletto e le sensazioni.
• Ischemia cerebrale o attacco ischemico transitorio (TIA) – è un danno
temporaneo (5-10 minuti) dovuto a una diminuzione di flusso sanguigno a una parte
del cervello. Non lascia danni permanenti.
• Ictus – infarto cerebrale che può provocare la morte, dovuto a una emorragia
nell’encefalo e a placche di colesterolo che bloccano il flusso di sangue al cervello.
I fattori di rischio sono ad esempio: valori alti di pressione e colesterolo, malattie del
cuore, ischemie, riduzione della cavità delle arterie carotidi, diabete, fumo, obesità
e alcool.

196
ESERCIZI CAPITOLO 4
ESERCIZI DEL CAPITOLO 4

J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:


cromosomi, gameti e fecondazione, meiosi, apparato riproduttore maschile, testicoli, dotti
deferenti, vescichette seminali e prostata, pene, apparato riproduttore femminile, ovaie, tube
uterine, utero, vagina e vulva, ciclo femminile.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura degli apparati sul libro e scrivi i nomi dei loro organi

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. I cromosomi sono pezzi di …………. divisi in tratti detti ……………. che sono informazioni
per i ………………………………….
b. Nella fecondazione si uniscono ………………………e si forma lo ………………………da cui
si sviluppa un ……………………………………
c. Quando un carattere si vede si dice ………………….il carattere ……………………….si vede
solo se gli alleli sono uguali.
d. Lo sperma esce dal ………………con l’…………………………….. che avviene dopo il
cambiamento del pene che si chiama …………………………………….
e. Nell’utero si impianta la ………………………… ………………. fecondata. L’utero protegge e
nutre il nuovo organismo durante la …………………...
197
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. La specie umana ha un corredo cromosomico di 23 cromosomi o o
b. La meiosi è la divisione delle sole cellule uovo o o
c. I gameti sono le cellule che si uniscono nella fecondazione o o
d. Gli alleli sono le forme di un gene o o
e. Gli spermatozoi sono prodotti nella prostata o o
f. I testicoli sono contenuti nello scroto o o
g. Le cellule uovo maturano nelle tube uterine o o
h. L’endometrio alla mestruazione si sfalda (= rompe) o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. zigote a. organi che producono gli spermatozoi
2. testicoli b. raccolgono la cellula uovo
3. dotti deferenti c. collega l’utero con l’esterno
4. prostata d. cellula che si forma con la fecondazione
5. tube uterine e. ghiandola dell’apparato maschile
6. vagina f. collegano i testicoli all’uretra

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Nella specie umana il sesso del nuovo organismo dipende:
o dal caso o dal cromosoma X o dal cromosoma Y o dalla meiosi
b. Nel maschio la produzione degli spermatozoi avviene (2 risposte):
o ogni 28 giorni o tutta la vita o nei testicoli o nei dotti
c. Nella femmina la produzione di cellule uovo avviene (2 risposte):
o ogni 28 giorni o nell’embrione o nelle tube o nelle ovaie

JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o progesterone o estrogeni o testosterone o parto
b. o glande o prepuzio o endometrio o eiaculazione
c. o follicoli o tube uterine o corpo luteo o ovulazione
d. o imene o piccole labbra o grandi labbra o clitoride

198
JJJ 8. Correggi le affermazioni false dell’esercizio 4 e scrivile corrette sul tuo
quaderno di scienze.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. L’importanza della meiosi.
b. Il percorso degli spermatozoi e delle cellule uovo dall’organo in cui sono prodotti all’uscita
(puoi aiutarti con un disegno).
c. Le fasi del ciclo femminile.
d. La differenza tra il preservativo e gli altri metodi anticoncezionali

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 4
JJ 10. Completa le seguenti frasi:
a. Le ghiandole ……………………………producono ………………………. che controllano
l’……………………………….. di alcuni organi.
b. Nel cervello c’è l’…………………………………che comanda l’……………………….. la quale
controlla la produzione di ……………………………delle altre …………………………
c. I ……………………………mandano le informazioni al…………………….………
…………………….. …………………………L’…………………………produce delle risposte che
il ………………………. …………………….conduce ai …………………..
d. Un organo riceve stimoli dal sistema …………………………….quando è sotto stress e dal
sistema ……………………………………….quanto è in relax.

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Come le ghiandole endocrine svolgono il loro lavoro?
b. Com’è la struttura del sistema nervoso centrale?
c. Com’è la struttura del sistema nervoso periferico?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Cerca in internet una tabella degli ormoni (nome, ghiandola che li produce, organo che
controlla, effetti) e riscrivila su una pagina del quaderno.
b. Fai una piccola ricerca sui sensi: vista, udito, olfatto, gusto e tatto.
c. Fai una piccola ricerca sullo sviluppo del bambino nei trimestri della gravidanza e sul parto.

199
CHIMICA: CAPITOLO 1
LE PROPRIETÀ DELLA MATERIA,
GLI STATI DELLA MATERIA
E I PASSAGGI DI STATO, LE
SOSTANZE PURE E I MISCUGLI

INDICE:

PAROLE UTILI P. 201


LE PROPRIETÀ DELLA MATERIA P. 202
GLI STATI DELLA MATERIA E
I PASSAGGI DI STATO P. 203
LE TRASFORMAZIONI DELLA MATERIA P. 205
LE SOSTANZE PURE E I MISCUGLI P. 206

200
CHIMICA: CAPITOLO 1

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE

l’Universo L’Universo è lo spazio in cui sono presenti tutti i corpi celesti, ad


esempio le stelle e i pianeti.
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

la forza È ciò che può mettere in moto o fermare un corpo. La forza può anche
le forze cambiare il moto e la forma di un corpo. La forza ha una direzione è una
intensità, cioè può essere grande o piccola.
la energia È la capacità di un corpo di compiere un lavoro.
le energie L’energia si divide in:
• cinetica, prodotta dal movimento del corpo;
• potenziale, che ha un corpo quando è a una certa altezza dal suolo
il simbolo Il simbolo di un atomo* è una sigla per scrivere il suo nome. Il simbolo
i simboli serve a riconoscere l’elemento e a scrivere le formule chimiche dei
composti, cioè le sostanze fatte dagli atomi.
lo ione È un atomo* con una o più cariche positive o negative. Uno ione
gli ioni positivo si forma quando l’atomo perde elettroni e uno ione negativo
si forma quando l’atomo prende elettroni.
la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.

201
CHIMICA: CAPITOLO 1

LE PROPRIETA’ DELLA MATERIA

-> La materia – definizione


La materia forma tutto ciò che c’è nell’Universo* e quindi sta intorno a noi. La materia
esiste sottoforma di sostanze diverse, alcune sono visibili ad esempio le stelle, i sassi e i
libri, altre sono invisibili (= non si vedono), ad esempio l’aria. La materia è fatta da atomi*.
La materia ha una massa e un volume, cioè occupa uno spazio.

-> Le proprietà della materia


Le sostanze che formano la materia hanno caratteristiche precise dette proprietà.
Le proprietà sono di due tipi:
1. le proprietà fisiche – sono tutte le caratteristiche che si possono studiare senza
cambiare la composizione della sostanza, cioè com’è fatta. Ad esempio il colore,
il sapore, la massa, il volume, lo stato (vedi gli stati della materia pag. 203).
2. le proprietà chimiche – sono tutte le caratteristiche che si manifestano (=
vengono fuori) quando si cambia la composizione della sostanza perché reagisce
con un’altra sostanza (vedi “Le trasformazioni della materia” pag. 205). Ad esempio
il ferro che forma un chiodo reagisce prima con l’ossigeno e poi con l’acqua e
diventa ruggine.

-> La massa e il peso, la densità


La massa è la quantità di materia che ha un oggetto. La massa di un oggetto non cambia.
Lo strumento per misurare la massa è la bilancia e l’unità di misura il chilogrammo
(Kg).

Il peso misura la forza* con cui un oggetto attrae (= tira verso di sé) un altro oggetto,
ad esempio un sasso attratto dalla Terra.
Il peso di un oggetto cambia perché dipende dalla sua massa e dalla forza di gravità
che ha l’oggetto che lo attrae:
peso = massa x forza di gravità
Lo strumento per misurare tutte le forze è il dinamometro e l’unità di misura il newton
(N).

La densità è il rapporto tra la massa e il volume di un oggetto:


densità = massa / volume

202
CHIMICA: CAPITOLO 1

-> La pressione
La pressione è il rapporto tra una forza e la superficie su cui agisce:
pressione = forza / superficie
Ad esempio il peso dell’aria sul suolo. Lo strumento per misurare la pressione
dell’aria è il barometro e l’unità di misura il pascal (Pa).
Per misurare la pressione dei gas, ad esempio nelle bombole dei sub, l’unità di
misura è l’atmosfera (atm) e per la pressione del sangue l’unità di misura sono i
millimetri (1000 mm = 1 metro) di mercurio (mmHg).
Le unità di misura si possono convertire, cioè si può passare da una unità all’altra
perché 101.320 Pa corrispondono (= sono uguali) a 1 atm e a 760 mmHg.

-> Il calore e la temperatura


Il calore è una forma di energia cinetica* che ha un oggetto e che può passare a un
altro oggetto. Il calore passa dall’oggetto più caldo all’oggetto più freddo, ad esempio
dal tè caldo nella tazza all’aria della stanza.
Le unità di misura del calore sono la caloria (cal) e il joule (J).

La temperatura misura quanto un oggetto è caldo o freddo.


Lo strumento per misurare la temperatura è il termometro e le unità di misura sono
il grado celsius (°C) e il kelvin (K).
Il valore più basso di temperatura è – 273 °C. La misura fatta con i kelvin non ha valori
negativi perché lo zero kelvin corrisponde a – 273 °C.
Le due unità si possono convertire: K = 273 + °C.
Il calore dipende dalla massa di una sostanza quindi due oggetti possono avere la
stessa temperatura ma una quantità di calore diversa. Ad esempio 1L (litro) di acqua
e 2L di acqua possono avere 30°C di temperatura ma 2L ha più calore di 1L.

GLI STATI DELLA MATERIA E I PASSAGGI DI STATO

-> Gli stati della materia – definizione


Gli stati della materia sono come può essere la materia.
Gli stati della materia sono tre: solido, liquido e aeriforme.
La materia può cambiare il suo stato.

-> Le caratteristiche degli stati della materia


Lo stato solido ha un volume e una forma definiti (= fissi), ad esempio un libro.
Lo stato liquido ha un volume definito ma la forma cambia, cioè il liquido prende la
forma del recipiente che lo contiene, ad esempio l’acqua nella bottiglia o nel vaso.
Lo stato aeriforme non ha né il volume né la forma definiti. Un aeriforme prende sia
il volume sia la forma del recipiente che lo contiene, ad esempio l’ossigeno in una
stanza o in una bombola.

203
CHIMICA: CAPITOLO 1

Ci sono due tipi di aeriforme:


• il gas che a temperatura ambiente si torva in natura solo allo stato aeriforme. Ad
esempio l’ossigeno e l’anidride carbonica dell’aria;
• il vapore che a temperatura ambiente è solido o liquido e poi diventa aeriforme a
determinate temperature e pressioni. Ad esempio l’acqua diventa vapore acqueo
quando il suo calore aumenta.

Le caratteristiche dei tre stati dipendono da come gli atomi


che formano la materia sono messi al suo interno.
Nel solido gli atomi sono molto vicini tra loro e si muovono
poco perché la forza che lega gli atomi è grande, si dice che
sono poco “agitati”.
fig. 1 – i tre stati della materia
Nel liquido gli atomi sono ancora vicini ma possono
muoversi perché la forza è debole (= piccola), di dice che sono più “agitati”.
Nell’aeriforme gli atomi sono lontani tra loro e si muovono in tutte le direzioni perché
la forza è molto debole, si dice che sono molto “agitati”.

-> I passaggi di stato – definizione


I passaggi di stato sono dei cambiamenti che modificano lo stato della materia. I
passaggi di stato sono delle trasformazioni fisiche (vedi “le trasformazioni della materia”
pag. 205).

-> Come e perché avvengono i passaggi di stato


La differenza tra gli stati della materia sta nell’”agitazione” degli atomi. L’”agitazione”
dipende da quanta energia hanno gli atomi.
Per questo, per passare da uno stato all’altro, si deve dare o togliere energia e
“agitare” di più o di meno gli atomi.
Ogni passaggio di stato ha un nome [fig. 2]:

passaggi in cui si dà energia


da solido a liquido fusione
da liquido a aeriforme (vapore) ebollizione se interessa tutto il volume del liquido
evaporazione se interessa solo la superficie
da solido a aeriforme sublimazione

passaggi in cui si toglie energia


da aeriforme a liquido condensazione se è un vapore
liquefazione se è un gas
da liquido a solido solidificazione
da aeriforme a solido brinamento

204
CHIMICA: CAPITOLO 1

Per cambiare di stato si può agire sia sulla temperatura sia sulla pressione, ad
esempio in un accendino il gas è liquido perché c’è più pressione.
Ogni sostanza passa di stato a una precisa temperatura detta punto fisso, ad
esempio l’acqua in forma liquida bolle a 100 °C e diventa solida a 0 °C.
La pressione cambia il valore del punto fisso di una sostanza, ad esempio nella
pentola a pressione l’acqua bolle a 120° C perché la pressione è più alta. Il cibo cuoce
più in fretta perché l’acqua ha più calore, cioè energia. In alta montagna la pressione
dell’aria è più bassa e l’acqua bolle a meno di 100 °C. L’acqua ha meno calore e per
cuocere il cibo ci vuole più tempo (vedi “il calore e la temperatura” pag. 203).

fig. 2 – schema dei passaggi di stato

Sulla Terra l’acqua è l’unica sostanza che c’è in tutti e tre gli stati.

LE TRASFORMAZIONI DELLA MATERIA


-> Le caratteristiche delle trasformazioni della materia

-> Le trasformazioni della materia – definizione


Le trasformazioni sono dei cambiamenti che può subire la materia.
Le trasformazioni sono di tre tipi: fisiche, chimiche e nucleari.

Alcune trasformazioni producono energia e altre consumano energia.


1. le trasformazioni fisiche – sono trasformazioni che non cambiano la
composizione delle sostanze ma cambiano le loro caratteristiche fisiche, cioè lo
stato. Le sostanze tornano allo stato iniziale se temperatura e pressione tornano
come all’inizio. I passaggi di stato sono trasformazioni fisiche;
2. le trasformazioni chimiche o reazioni chimiche – sono trasformazioni che
cambiano la composizione delle sostanze perché esse reagiscono tra loro. Gli
atomi* che formano le sostanze si combinano (= uniscono) in modo diverso e alla
fine della reazione si formano sostanze nuove, cioè hanno una composizione e
proprietà diverse dalle sostanze si partenza. Ad esempio l’idrogeno e l’ossigeno
sono due gas che reagiscono insieme per formare l’acqua che è liquida;
3. le trasformazioni nucleari o reazioni nucleari – sono trasformazioni che
cambiano il tipo di atomi che ci sono in una sostanza perché cambia il numero

205
CHIMICA: CAPITOLO 1

dei protoni* e dei neutroni*. Alla fine della reazione si formano atomi diversi da
quelli di partenza. Sono reazioni che producono molta energia, ad esempio la
fissione (reazione che rompe gli atomi) serve a produrre l’energia elettrica.

LE SOSTANZE PURE E I MISCUGLI


-> Le caratteristiche delle sostanze pure e i miscugli

-> Le sostanze pure e i miscugli – definizione


I miscugli e le sostanze pure sono i due gruppi in cui si divide la materia in base alla
composizione, cioè com’è fatta [fig. 3].

La composizione della materia è importante perché determina il comportamento


chimico delle sostanze, cioè come reagiscono tra loro nelle reazioni chimiche.
1. Le sostanze pure – sono formate da un solo tipo di sostanza.

fig. 3 – schema che suddivide la materia in


base alla composizione

La composizione di una sostanza pura non è variabile ma definita e costante,


cioè il tipo e il numero di atomi che formano la sostanza non cambiano.
La composizione di una sostanza pura è definita e costante, perciò si può scrivere la
sua formula chimica che dice quali e quanti atomi la formano. Ad esempio H2O è la
formula dell’acqua e dice che l’acqua è fatta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno.
Le sostanze pure sono di due tipi:
• gli elementi sono fatti da atomi uguali. Sono elementi il carbonio (simbolo*
C), il ferro (Fe), il calcio (Ca), l’ossigeno (O₂);
• i composti sono fatti da atomi diversi che si sono uniti con una reazione
chimica. L’unione si chiama legame chimico. Il legame chimico si può rompere,
con un’altra reazione chimica, per ottenere (= avere) gli atomi che formano
il composto (vedi “Le reazioni di analisi e di sintesi dei composti pag. 207).
In base al tipo di legame i composti possono essere fatti da ioni*, ad esempio
il cloruro di sodio (formula NaCl) che è il sale da cucina o da molecole*, ad
esempio l’anidride carbonica (CO₂), l’acqua (H₂O), l’ammoniaca (NH₃), il
metano (CH₄).
2. I miscugli – sono formati da due o più sostanze pure diverse che possono essere

206
CHIMICA: CAPITOLO 1

in uno dei tre stati. Ad esempio le leghe cioè l’insieme di due metalli allo stato solido
(il bronzo fatto da rame e stagno), il sale sciolto nell’acqua (stato liquido e solido).
La composizione di un miscuglio è variabile, cioè la quantità delle sostanze può
cambiare ogni volta.
Nei miscugli le sostanze mantengono le loro caratteristiche perché non sono
combinate (= unite) attraverso una reazione chimica.
Le sostanze del miscuglio si possono separare con trasformazioni
fisiche (vedi “come separare le sostanze di un miscuglio” pag. 207).
I miscugli sono di due tipi:
• eterogenei quando si distinguono (= vedono) le sostanze che formano il
miscuglio, ad esempio l’acqua e la sabbia;
• omogenei quando le sostanze non si distinguono, ad esempio l’acqua e il
sale. I miscugli omogenei si chiamano anche soluzioni.

-> Le reazioni di analisi e di sintesi dei composti


La reazione di analisi serve a separare gli atomi che formano un composto perché
rompe i legami che tengono uniti gli atomi, ad esempio per separare l’idrogeno e
l’ossigeno che formano l’acqua:
2H2O -> 2H2 + O2
La reazione di sintesi serve a formare un composto perché con i legami unisce gli atomi
che lo formano, ad esempio per unire l’idrogeno e l’ossigeno che formano l’acqua:
2H2 + O2 -> 2H2O.

-> Come separare le sostanze di un miscuglio


Per separare le sostanze di un miscuglio ci sono vari metodi che usano le proprietà
fisiche delle sostanze. Ad esempio:
• la filtrazione che sfrutta le dimensioni delle sostanze per separare una sostanza
solida da una liquida o da una aeriforme, ad esempio la cappa della cucina e il
climatizzatore;
• la sedimentazione che sfrutta la densità delle sostanze per separare una
sostanza solida da una liquida, ad esempio la sabbia nell’acqua;
• la centrifugazione che usa la velocità per separare sostanze che hanno una
densità simile, ad esempio le sostanze del sangue;
• la distillazione che sfrutta il punto di ebollizione delle sostanze per separare una
sostanza solida da una liquida, ad esempio il sale nell’acqua, o due sostanze
liquide, ad esempio l’acqua con gli alcool (tranne l’etanolo, l’alcool che c’è nel
vino). È il metodo per produrre le bevande alcoliche, ad esempio la grappa e il
whisky;
• l’estrazione con solvente che usa un liquido per scogliere solo la sostanza da
separare. Ad esempio l’acqua bollente della caffettiera che estrae dalla polvere
del caffè le sostanze che danno il gusto, il colore e l’aroma alla bevanda che si
chiama caffè.

207
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1
LA MASSA ATOMICA RELATIVA
E MOLECOLARE RELATIVA,
LE MOLI E LA MOLARITÀ

INDICE:

LA MASSA ATOMICA RELATIVA E LA MASSA


MOLECOLARE RELATIVA P. 209
LA MOLE P. 210
LA MOLARITÀ P. 212

208
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

LA MASSA ATOMICA RELATIVA E LA MASSA MOLECOLARE RELATIVA

-> La massa atomica relativa (M.A.R.) e la massa molecolare relativa (M.M.R.) –


definizione
La massa atomica relativa è la massa di un atomo e la massa molecolare relativa è
la massa di una molecola calcolate usando una massa precisa come riferimento.

-> Come calcolare la massa atomica relativa (M.A.R.)


La massa degli atomi è molto piccola quindi si misura in modo relativo, cioè
confrontandola con una massa di riferimento che si chiama unità di massa atomica.
L’unità di massa atomica (u.m.a.) è 1/12 della massa dell’atomo di carbonio e
corrisponde a 1,66 x 10-27 kg.
La massa atomica degli atomi è scritta nella tavola periodica e spesso è chiamata
peso atomico.
Ad esempio la M.A.R dell’atomo di azoto (N) è 14 u.m.a, si scrive:
M.A.R. N = 14 u.m.a.

-> Come calcolare la massa molecolare relativa (M.M.R.)


La massa molecolare relativa è la massa di una molecola, cioè è la somma delle
masse atomiche relative di tutti gli atomi che formano una molecola. Spesso è
chiamata peso molecolare.
Per i composti ionici che sono fatti da ioni e non da molecole la massa si calcola
come la M.M.R. ma si chiama peso formula.
Ad esempio:
la molecola N2O3 ha M.M.R. = 76 u.m.a. perché:
M.A.R. N = 14 u.m.a. e M.A.R. O = 16 u.m.a.
quindi bisogna sommare le masse di tutti gli atomi:
M.M.R. N2O3 = (14 u.m.a. x 2) + (16 u.m.a. x 3) = 76 u.m.a.

Il composto ionico NaCl ha peso formula = 58,5 u.m.a. perché:


M.A.R. Na = 23 u.m.a. e M.A.R. Cl = 35,5 u.m.a.
quindi bisogna sommare le masse di tutti gli ioni:
M.M.R. NaCl = 23 u.m.a.+ 35,5 u.m.a. = 58,5 u.m.a.

209
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

LA MOLE

-> La mole – definizione


La mole (mol) è l’unità di misura della quantità di sostanza che c’è in un elemento o
in un composto.

-> Come calcolare le moli


Una mole di ogni sostanza contiene un numero di particelle (atomi, molecole ioni) fisso:
1 mole = 6,022 x 1023 particelle.
La massa di una mole di un elemento corrisponde alla sua M.A.R. e la massa di una
mole di una molecola o di un composto ionico corrisponde alla loro M.M.R.
Ad esempio:
M.A.R. N = 14 u.m.a quindi 1 mole N = 14 g (grammi)
M.M.R. N2O3 = 76 u.m.a. quindi 1 mole N2O3 = 76 g
M.M.R. NaCl = 58,5 u.m.a. quindi 1 mole NaCl = 58,5 g

Per calcolare il numero di moli che ci sono in una certa quantità di sostanza bisogna
usare la formula:

bisogna dividere i grammi della sostanza per la sua M.A.R. o per la sua M.M.R.
perché esse sono i grammi di 1 mole di quella sostanza.

Per calcolare il numero di particelle che ci sono in una certa quantità di sostanza
bisogna:
1. calcolare il numero di moli della sostanza;
2. moltiplicare il numero di moli ottenuto per 6,022 x 1023 perché è il numero di
particelle che ci sono in una mole.

Per risolvere un problema si seguono precisi passaggi e si deve capire quali sono i
dati, cioè le informazioni che il problema dà, e cosa si deve trovare.
Impara con alcuni esempi.

Esercizio 1: dai grammi di sostanza calcolare quante moli ci sono.


Quante moli ci sono in 80 g di CaCO3?
Quali sono i dati? Ci sono 80 g di CaCO3 (il calcare).
Cosa si deve trovare? Il numero di moli che ci sono in 80 g.
1. Bisogna calcolare la M.M.R. di CaCO3 (le masse dei singoli atomi sono sulla
tavola periodica):
M.M.R. CaCO3 = 40 u.m.a.+ 12 u.m.a. + (16 u.m.a. x 3) = 100 u.m.a.
2. 1 mole di CaCO3 = 100 g.

210
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

3. Bisogna usare la formula delle moli in cui il dato da calcolare sono le moli:
i grammi si semplificano

La risposta è: in 80 g di CaCO3 ci sono 0,8 moli.

Esercizio 2: calcolare il numero di particelle che ci sono nei grammi di una sostanza.
Quante particelle ci sono nei grammi di CaCO3 dell’esercizio 1?
Quali sono i dati? Ci sono 0,80 g di CaCO3.
Cosa si deve trovare? Le particelle (in questo caso ioni) che ci sono in 80 g.

le moli si semplificano
1. Sappiamo che in una mole ci sono 6,022 x 1023 particelle quindi bisogna
moltiplicare per il numero di moli della sostanza:
La risposta è: in 80 g di CaCO3 ci sono 4,82 particelle

Esercizio 3: dalle moli di una sostanza calcolare quanti grammi sono.


Calcolare a quanti grammi corrispondono 4,5 moli di O2.

Quali sono i dati? Ci sono 4,5 moli di O2 (l’ossigeno dell’aria).


Cosa si deve trovare? Quanti g sono 4,5 moli.
1. Bisogna calcolare la M.M.R. di O2: M.M.R. O2 = 16 u.m.a. x 2 = 32 u.m.a.
2. 1 mole di O2 = 32 g.
3. Bisogna usare la formula delle moli in cui il dato da calcolare sono i grammi:

le moli si semplificano

La risposta è: 4,5 moli di O2 corrispondono a 144 g di O2.

Esercizio 4: dalle particelle di una sostanza calcolare quanti grammi sono.


A quanti grammi corrispondono 15,7 x 1023 particelle (in questo caso atomi) di C?

Quali sono i dati? Ci sono 15,7 x 1023 particelle di C (carbonio).


Cosa si deve trovare? Quanti g sono 15,7 x 1023 particelle.

1. le particelle si semplificano

2. Bisogna cercare sulla tavola periodica la M.A.R. di C:


M.A.R. C = 12 u.m.a.
3. 1 mole di C = 12 g.
4. Bisogna usare la formula delle moli in cui il dato da calcolare sono i grammi:
le moli si semplificano

La risposta è: 15,7 x 1023 particelle di C corrispondono a 29,88 g di C.

211
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 1

LA MOLARITA’

-> Come calcolare la molarità di una soluzione

-> La molarità – definizione


La molarità (M) misura la concentrazione di una soluzione. La soluzione è fatta dal
soluto, la sostanza che si scioglie e dal solvente, la sostanza che scioglie. Spesso il
solvente è l’acqua.
La molarità calcola il numero di moli di soluto che ci sono in 1L (litro) di soluzione.

Per calcolare la molarità di una soluzione bisogna usare la formula:

Impara con alcuni esempi.

Esercizio 1: dalle moli di soluto alla molarità della soluzione.


750 mL di una soluzione acquosa contengono 1,2 moli di HCl. Calcolare la molarità
della soluzione.

Quali sono i dati? Ci sono 1,2 moli di HCl (il soluto) in 750 mL di soluzione.
Cosa si deve trovare? La molarità della soluzione.

1. Bisogna usare la formula della molarità in cui il dato da calcolare è la molarità:

bisogna convertire (= cambiare) i mL in L


La risposta è: la M della soluzione è 1,6 mol/L.

Esercizio 2: dalla molarità della soluzione alle moli di soluto.


Calcolare le moli di KOH che ci sono in 500 mL di una soluzione acquosa 1,5 M.

Quali sono i dati? Ci sono 500 mL di soluzione che è 1,5 M.


Cosa si deve trovare? Quante moli di KOH (il soluto) contiene la soluzione.

1. Bisogna usare la formula della molarità in cui il dato da calcolare sono le moli:

La risposta è: la soluzione 1,5 M contiene 0,75 moli di KOH.


bisogna convertire i mL in L
i litri si semplificano

212
ESERCIZI CAPITOLO 1
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
materia, stati della materia, passaggi di stato, trasformazioni della materia, sostanze pure e
miscugli.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura dei passaggi di stato sul libro e scrivi i nomi delle sue parti:

Per ogni passaggio di stato indica con una X se bisogna dare o togliere energia:
fusione condensazione evaporazione brinamento solidificazione
dare
togliere

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. Un solido ha un …………………….e una ………………………. definiti.
b. Un liquido ha un ……………….… definito ma prende la………………………del recipiente
che lo contiene.
c. Un aeriforme non ha né il …………………….. né la …………………..…. L’aeriforme è di 2 tipi:
il ……………………… e il …………………...……
d. L’ …………………………………. Interessa tutto il volume del liquido e
l’………………………………. interessa solo la superficie del liquido.
e. Delle sostanze pure si può scrivere la ……………………. ………………….. Le sostanze
pure sono di 2 tipi: gli ……………………………………fatti da atomi ……………………. e i
……………………..fatti da atomi …………………..

213
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. Le proprietà fisiche si possono studiare solo cambiando la sostanza o o
b. In un solido gli atomi sono molto vicini e si muovono poco o o
c. Le trasformazioni chimiche cambiano il tipo di atomi o o
d. I miscugli eterogenei si chiamano soluzioni o o
e. La composizione dei composti è definita e costante o o
f. La reazione di analisi serve a formare un composto o o
g. La filtrazione separa le sostanze in base alle loro dimensioni o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. peso a. rapporto tra massa e volume di un oggetto
2. massa b. rapporto tra una forza e una superficie
3. densità c. misura di quanto un oggetto è caldo o freddo
4. pressione d. forma di energia che ha un oggetto
5. calore e. quantità di materia che ha un oggetto
6. temperatura f. forza con cui un oggetto è attratto

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Le proprietà di una sostanza sono:
o nucleari e chimiche o fisiche, chimiche e nucleari
o chimiche e fisiche o fisiche e nucleari
b. Il punto fisso di una sostanza (2 risposte):
o è la temperatura a cui cambia di stato o non cambia mai
o è la sua posizione data dalla gravità o cambia con la pressione
c. I miscugli (2 risposte):
o sono fatti da più sostanze o hanno una composizione variabile
o sono fatti solo da 2 sostanze o hanno una composizione costante

JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o formula chimica o peso o pressione o temperatura
b. o mmHg o atm o kelvin o pascal
c. o nucleare o sintesi o analisi o chimica
d. o centrifugazione o distillazione o fisica o sedimentazione

214
JJJ 8. Osserva le seguenti reazioni e decidi se sono di sintesi o di analisi:
a. 2 N2O5 -> 2 N2 + 5 O2 b. 4 Fe + 3 O² -> 2 Fe2O³
c. 2 Br2O3 -> 2 Br2 + 3 O2 d. 2 Cr + 3 Cl2 -> 2 CrCl3

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. La differenza tra massa e peso e tra calore e temperatura.
b. Le unità di misura e gli strumenti delle proprietà che hai studiato.
c. Da che cosa dipendono le caratteristiche degli stati della materia e perché avvengono i
passaggi di stato.
d. La differenza tra la trasformazione fisica e la trasformazione chimica.
e. Le caratteristiche delle sostanze pure e dei miscugli.
e. Come si può separare il riso dal sale e la farina dall’acqua. Per spiegare prova a mettere le
sostanze in un bicchiere e aggiungi l’acqua.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 1
JJ 10. Sul tuo quaderno di scienze risolvi i seguenti esercizi:
a. Calcolare le moli che ci sono in 150 g di CO2.
b. Calcolare le particelle che ci sono in 200 g di C6H12O6 (zucchero).
c. A quanti grammi corrispondono 12,5 moli di Fe2O3?
d. A quanti grammi corrispondono 3,5 x 1023 particelle di H2O?
e. 400 mL di una soluzione acquosa contengono 0,6 moli di NH3. Calcolare la molarità della
soluzione.
f. Quante moli di HzCO3 ci sono in 850 mL di soluzione acquosa 2,5 M?

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Come si calcola la massa atomica di una atomo e la massa molecolare di una molecola?
b. Che cos’è la mole?
c. Che cos’è la molarità di una soluzione?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Fai una piccola ricerca sulle varie forme di energia e come l’uomo le utilizza.

215
CHIMICA: CAPITOLO 2
L’ATOMO
LA TAVOLA PERIODICA
I LEGAMI CHIMICI
LA GEOMETRIA DELLE
MOLECOLE

INDICE:

PAROLE UTILI P. 217


L’ATOMO P. 218
LA TAVOLA PERIODICA P. 219
I LEGAMI CHIMICI P. 221
LA GEOMETRIA DELLE MOLECOLE P. 223

216
CHIMICA: CAPITOLO 2

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE

l’elemento È fatto da atomi tutti uguali. Un elemento è formato sempre dallo stesso
gli elementi numero di atomi, cioè la composizione chimica* non cambia
Sono elementi il carbonio (C), il ferro (Fe), il calcio (Ca), l’ossigeno
(O₂).
il composto È una sostanza fatta da atomi diversi legati tra loro. Un composto è
i composti formato sempre dallo stesso tipo e dallo stesso numero di atomi, cioè
la composizione chimica* non cambia.
la composizione chimica È l’insieme degli atomi presenti in una sostanza. Se la composizione
le composizioni chimica non cambia si può scrivere la formula chimica*.
chimiche
la formula chimica È la rappresentazione scritta della composizione di una sostanza:
le formule chimiche indica gli atomi che formano la sostanza e la loro quantità.
Ad esempio la formula del sale da cucina è NaCl che vuol dire 1 atomo
di sodio e 1 atomo di cloro.
lo stato fisico È come può essere la materia, cioè solida, liquida o aeriforme (gas o
gli stati fisici vapore).
la massa È la quantità di materia che c’è in un corpo. L’unità di misura è il
le masse chilogrammo (Kg).
il gas È uno stato della materia, cioè un suo “modo di essere”. Gli stati della
i gas materia sono: solido, liquido e aeriforme (gas o vapore).
il tetraedro È una figura geometrica che ha quattro facce.
i tetraedri

217
CHIMICA: CAPITOLO 2

L’ATOMO

-> L’atomo - definizione


L’atomo è la più piccola parte di un elemento* con le proprietà chimiche tipiche
dell’elemento. Dentro all’atomo ci sono gli elettroni, i protoni e i neutroni che sono
particelle più piccole dell’atomo.

-> La struttura dell’atomo


L’atomo ha un nucleo con i protoni di carica positiva (+) e i neutroni senza carica.
Intorno al nucleo ci sono i livelli energetici dove si muovono gli
elettroni di carica negativa (–) [fig. 1].

Un atomo è neutro cioè non ha carica né negativa né positiva


perché in un atomo il numero degli elettroni è uguale al
numero dei protoni.
Il numero atomico (Z) è il numero dei protoni, il numero di
massa (A) è la somma dei protoni e dei neutroni. fig. 1 – la struttura dell’atomo
Il numero dei neutroni è il numero di massa meno il numero
atomico:
A – Z = numero di neutroni
Il numero atomico è la “carta d’identità” dell’atomo, cioè dice che atomo è perché
ogni tipo di atomo ha un numero di protoni preciso, diverso da quello degli altri atomi.
Ad esempio il carbonio (C) ha Z = 6 e il calcio (Ca) Z = 20.

-> Gli isotopi e gli ioni


Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento che hanno un numero diverso di
neutroni, cioè è diverso il numero di massa. Ad esempio l’idrogeno ha tre isotopi: il
primo non ha neutroni, il secondo uno e il terzo due.
Gli ioni sono atomi con una o più cariche positive o negative. Il segno (+) o (–) si
mette in alto a destra del simbolo (vedi “I simboli degli atomi” pag. 219)
Uno ione si forma quando l’atomo perde o prende elettroni:
• un l’atomo ha una carica positiva quando perde elettroni perché ha meno
elettroni rispetto ai protoni. Ad esempio il sodio (Na) ha Z = 11 e il suo ione Na+
ha 11 protoni e 10 elettroni;
• un l’atomo ha una carica negativa quando prende elettroni perché ha più
elettroni rispetto ai protoni. Ad esempio il cloro (Cl) ha Z = 17 e il suo ione Cl– ha
17 protoni e 18 elettroni.

218
CHIMICA: CAPITOLO 2

-> I simboli degli atomi – definizione


Il simbolo di un atomo è una sigla per scrivere il suo nome.
Il simbolo serve a riconoscere l’atomo e a scrivere le formule chimiche* degli elementi*
e dei composti*.

-> Come si scrive il simbolo di un atomo


Il simbolo di un atomo è la prima o le prime due lettere del suo nome. La prima lettera
si scrive maiuscola e la seconda minuscola, ad esempio carbonio C e calcio Ca.
Il simbolo dell’atomo può corrispondere anche al suo nome latino, al nome di un
Paese o di uno scienziato. Ad esempio Na = sodio (dal latino natrium) e Cu = rame
(dal latino cuprum), Cf = californio (da California) e Es = einsteinio (da Einstein).

LA TAVOLA PERIODICA

-> La tavola periodica – definizione


La tavola periodica è uno schema che raggruppa gli atomi in base al loro numero
atomico. La tavola dà informazioni su un atomo, oltre al numero atomico, al nome e
al simbolo di un atomo dice, ad esempio il suo stato fisico* e la massa*.

-> Le caratteristiche della tavola periodica


Medeleev è lo scienziato russo che nel 1869 ha scritto la tavola periodica.
Gli atomi conosciuti sono 118: gli atomi fino al 92 (uranio) si trovano in natura e quelli
dopo il 92 sono prodotti (= fatti) in laboratorio.
Nella tavola periodica ogni atomo si riconosce in base al suo simbolo e al suo numero
atomico [fig.2].
La tavola periodica è divisa in gruppi e periodi:
• i gruppi – sono le righe verticali. Gli atomi dello stesso gruppo hanno un
comportamento chimico simile, cioè reagiscono in modo simile. Gli atomi dello
stesso gruppo, nel livello energetico più esterno, hanno lo stesso numero di
elettroni;
• i periodi – sono le righe orizzontali. Gli atomi dello stesso periodo hanno un
comportamento chimico diverso. Gli atomi dello stesso periodo hanno lo stesso
numero di livelli energetici.

Nella tavola periodica gli atomi sono divisi anche per le loro caratteristiche in tre gruppi:
1. i metalli – sono atomi che in natura, a temperatura ambiente, sono solidi, tranne il
mercurio (Hg) che è liquido. I metalli fondono, cioè diventano liquidi, a temperature
molto alte. I metalli sono duttili cioè si possono tirare in fili molto sottili e malleabili,
cioè si possono tirare in fogli molto sottili. I metalli sono buoni conduttori di calore
e elettricità. I metalli reagiscono per formare composti* con i non metalli;

219
CHIMICA: CAPITOLO 2

2. i non metalli – sono atomi che in natura, a temperatura ambiente, sono solidi,
liquidi e aeriformi. I non metalli fondono a temperature basse, non sono duttili,
non sono malleabili e non sono buoni conduttori di calore e elettricità. I non metalli
reagiscono per formare composti* con i metalli e i non metalli.
3. i semimetalli – sono atomi che in natura, a temperatura ambiente, sono tutti solidi
e hanno caratteristiche intermedie tra i metalli e i non metalli.

fig. 2 – la tavola periodica degli atomi: i metalli (gialli), i non metalli (azzurri) e i semimetalli
(bianchi, a destra e a sinistra della riga gialla). Il bordo rosso orizzontale è un periodo,
quello verticale un gruppo

220
CHIMICA: CAPITOLO 2

I LEGAMI CHIMICI

-> Il legame chimico – definizione


Il legame chimico è l’unione di due o più atomi. Il legame si forma quando gli atomi sono
abbastanza vicini e il loro nucleo attira gli elettroni degli atomi vicini.
Ci sono due tipi di legame: il legame ionico e il legame covalente. Gli atomi legati
formano un composto*.

-> Gli atomi reagiscono tra loro


Gli atomi reagiscono, cioè fanno delle reazioni chimiche, perché cercano la stabilità,
cioè il livello minimo (=più basso) di energia.
Un atomo è stabile quando nel livello energetico più esterno ci sono otto elettroni,
tranne che per l’idrogeno (H) e l’elio (He) che hanno due elettroni.
Alcuni atomi non reagiscono perché sono già stabili, sono i gas* nobili. I gas nobili
sono l’ottavo gruppo della tavola periodica: elio (He), neon (Ne), argon (Ar), kripton
(Kr), xenon (Xe), radon (Rn) [fig. 3].

fig. 3 – la tavola periodica con in evidenza (bordo rosso) il gruppo dei


gas nobili

Tutti gli altri atomi non sono stabili, perciò reagiscono e formano dei legami tra loro
per avere otto elettroni nel livello più esterno.
Il comportamento chimico di un atomo dipende dagli elettroni del livello energetico
più esterno, questo spiega perché gli atomi dello stesso gruppo nella tavola periodica
reagiscono in modo simile: perché hanno lo stesso numero di elettroni nel livello più
esterno.
Gli elettroni del livello più esterno sono persi (= dati), presi o condivisi (= messi in
comune) in un legame tra due o più atomi.

221
CHIMICA: CAPITOLO 2

-> Il legame ionico e il legame covalente


Il tipo di legame che si forma tra gli atomi dipende dalla forza con cui un atomo attira gli
elettroni del livello energetico più esterno. Questa forza si chiama elettronegatività:
• se l’elettronegatività è bassa l’atomo perde elettroni;
• se l’elettronegatività è alta l’atomo prende elettroni.

1. Il legame ionico – è tra due o più atomi che hanno


elettronegatività molto diversa: gli atomi con bassa
elettronegatività perdono elettroni, quelli con alta
elettronegatività prendono elettroni. Quando gli atomi
perdono o prendono elettroni diventano ioni, cioè hanno una
carica: positiva l’atomo che perde elettroni e negativa quello
che li prende [fig. 4] (vedi “Gli isotopi e gli ioni” pag. 218).
Gli ioni si attirano e restano uniti. Con questo legame si
formano i composti ionici.Ad esempio gli ioni sodio (Na+) e
gli ioni cloro (Cl–) formano il cloruro di sodio che è il sale usato fig. 4 – il legame ionico nel
in cucina, che ha formula chimica* NaCl. cloruro di sodio: l’elettrone
in rosso è perso dal sodio e
preso dal cloro
2. Il legame covalente – è tra due o più atomi che hanno
elettronegatività uguale o simile. L’elettronegatività è uguale quando gli
atomi sono uguali, ad esempio H2 ed è simile quando gli atomi sono
diversi, ad esempio HCl. Gli atomi condividono gli elettroni [fig. 5], cioè
gli elettroni sono attratti da entrambi i nuclei che per questo restano
uniti. Con questo legame si formano i composti molecolari, cioè le
molecole. Ad esempio due atomi di idrogeno (H) formano la molecola
del gas idrogeno, che ha formula chimica H2.

Gli atomi possono condividere più di due elettroni con formazione di:
• un legame semplice quando gli elettroni sono due, cioè una coppia, ad
esempio H2 [fig. 6a];
• un legame doppio quando gli elettroni sono quattro, cioè due coppie,
ad esempio il gas ossigeno O2 [fig. 6b];
• un legame triplo quando gli elettroni sono sei, cioè tre coppie, ad fig. 5 – il legame
covalente nella
esempio il gas azoto N2 [fig. 6c]. molecola di
idrogeno: in
azzurro la coppia di
elettroni condivisi

fig. 6 – i legami covalenti:


a. semplice, b. doppio, c. triplo

222
CHIMICA: CAPITOLO 2

LA GEOMETRIA DELLE MOLECOLE

-> La geometria delle molecole - definizione


Gli atomi in una molecola sono legati in modo ordinato, cioè la molecola ha una precisa
forma geometrica.

-> Le forme geometriche delle molecole


La geometria di una molecola dipende da quanti atomi la formano e dalle coppie di
elettroni condivise. Tre semplici geometrie sono:
• la geometria lineare, quando intorno all’atomo che sta al centro della molecola ci
sono legati due atomi, ad esempio il gas anidride carbonica, CO2 [fig. 7a];
• la geometria triangolare, quando intorno all’atomo che sta al centro della molecola
ci sono legati tre atomi, ad esempio il gas anidride solforosa, SO3 [fig. 7b];
• la geometria tetraedrica*, quando intorno all’atomo che sta al centro della
molecola ci sono legati quattro atomi, ad esempio il gas metano, CH4 [fig. 7c].

fig. 7 – le geometrie molecolari:


a. lineare, b. triangolare, c. tetraedrica

-> La polarità delle molecole – definizione


Una molecola è polare quando ha una parte positiva e una parte negativa. Una molecola
polare si chiama dipolo (= due poli).

-> Le caratteristiche delle molecole polari


La geometria serve per capire la polarità di una molecola.
Quando intorno all’atomo che sta al centro della molecola c’è simmetria, cioè ci
sono atomi tutti uguali, la molecola è apolare o non polare [fig. 8a]. Questo perché
gli elettroni condivisi sono attratti dagli atomi con la stessa forza.
Quando intorno all’atomo che sta al centro della molecola non c’è simmetria, cioè ci
sono atomi diversi, la molecola è polare [fig. 8b]. Questo perché gli elettroni condivisi
sono attratti dagli atomi con forza diversa e le cariche tendono ad accumularsi alle
estremità (= parti esterne).
fig. 8b – molecola polare

fig. 8a – molecola non polare


223
CHIMICA: CAPITOLO 2

Per indicare la zona con la carica si usa il segno δ.


Ad esempio sono molecole apolari l’olio e la benzina, sono molecole polari l’acqua,
H2O [fig. 9a] e l’acido cloridrico (o muriatico), HCl [fig. 9b].

fig. 9a – la molecola fig. 9b – la molecola


di H2O di HCl

224
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2
I MODELLI ATOMICI
LA CONFIGURAZIONE
ELETTRONICA

INDICE:

L’IDEA DI ATOMO P. 226


I PRIMI MODELLI ATOMICI P. 226
LE PARTICELLE DELL’ATOMO P. 227
IL MODELLO ATOMICO ATTUALE P. 228

225
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

L’IDEA DI ATOMO
-> Le prime ipotesi
Le prime ipotesi di com’è fatta la materia risalgono all’Antichità:
• Leucippo (Grecia – quinto secolo a.C.) diceva che la materia è formata da
particelle piccolissime;
• Democrito, (Grecia 460 – 370 a.C.) allievo di Leucippo, chiamava queste
particelle atomi e diceva che sono indivisibili, cioè non si possono dividere in parti
più piccole.

I PRIMI MODELLI ATOMICI


Le conoscenze attuali (= del nostro tempo) sulla struttura e
sulla composizione della materia derivano da esperimenti fatti
tra il 1700 e il 1900.
Oggi sappiamo che:
• ogni elemento chimico è formato da un solo tipo di atomo;
• gli atomi sono divisibili in particelle più piccole uguali per
tutti gli atomi.
fig. 1 – modello atomico di
Thomson
-> Dalton e il primo modello atomico
Dalton dice che l’atomo è una particella indivisibile e con carica neutra, cioè non ha
carica né negativa né positiva.

-> Thomson e gli elettroni


Nel 1897 Thomson con un esperimento scopre che in tutti gli atomi ci sono gli
elettroni, particelle che hanno una carica negativa.
L’atomo è neutro quindi all’interno dell’atomo ci devono essere
anche delle particelle positive per annullare la carica negativa
degli elettroni.
Nel 1903 Thomson propone un modello di atomo: gli elettroni
sono sparsi all’interno di una sfera di carica positiva. [fig.
1].

Questa scoperta è molto importante perché dimostra che gli


atomi sono divisibili, cioè contengono delle particelle ancora
più piccole.
fig. 2 – modello atomico di
-> Rutherford e i protoni Rutherford
Nel 1911 Rutherford con un esperimento scopre che l’atomo ha al centro un nucleo
di carica positiva e che attorno a questo ruotano gli elettroni di carica negativa
[fig. 2].

226
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

L'atomo è neutro perciò la carica positiva del nucleo è uguale alla carica negativa
degli elettroni.

Rutherford con altri esperimenti nel 1920 scopre che la carica positiva del nucleo
dipende dai protoni al suo interno. Queste particelle hanno una massa circa 2000
volte più grande di quella dell’elettrone e hanno una carica positiva.

-> Chadwick e i neutroni


Nel 1932 Chadwick scopre i neutroni, particelle con massa poco più grande del
protone e che non hanno carica, sono cioè neutre.

LE PARTICELLE DELL’ATOMO

-> Le particelle dell’atomo – definizione


I protoni, i neutroni e gli elettroni sono le tre particelle che costituiscono tutti gli atomi e
le loro caratteristiche non dipendono dal tipo di atomo, cioè sono uguali in tutti gli atomi.

-> Le caratteristiche delle particelle dell’atomo


Tutti gli atomi hanno al loro interno i protoni, i neutroni e gli elettroni:
1. i protoni – sono nel nucleo di un atomo e sono le più piccole particelle con carica
positiva. Essi ci permettono di riconoscere l’atomo perché ogni atomo ha un
numero di portoni preciso. Questo numero si chiama numero atomico;
2. i neutroni – sono nel nucleo di un atomo e sono particelle che non hanno carica.
Essi impediscono ai protoni di carica positiva di respingersi (le cariche dello
stesso segno si respingono e le cariche di segno opposto si attraggono);
3. gli elettroni – girano intorno al nucleo e sono le più piccole particelle con carica
negativa. Da essi dipende il comportamento chimico di un atomo, cioè con quali
atomi reagisce e come reagisce.

-> Il modello atomico di Bohr


Il modello atomico di Rutherford non spiega perché gli
elettroni girano intorno al nucleo senza caderci dentro
attratti dai protoni.
Nel 1913 Bohr propone un nuovo modello atomico in
cui gli elettroni percorrono, intorno al nucleo, orbite,
dette livelli energetici, che hanno una quantità fissa
di energia. Gli elettroni non cadono sul nucleo perché
hanno la stessa energia dell’orbita che percorrono [fig. 3]
fig. 3 – modello atomico di Rutherford

227
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

IL MODELLO ATOMICO ATTUALE

-> Gli orbitali – definizione


L’orbitale è una zona intorno al nucleo di un atomo in cui la probabilità di trovare un
elettrone è massima (90%).

-> Il modello atomico di Schrödinger e il principio di Pauli


Nel 1925 Schrödinger afferma che non è possibile definire in modo preciso la
traiettoria di un elettrone intorno al nucleo, ma soltanto individuare una regione di
spazio con un’alta probabilità di trovare un elettrone.
Questa zona dove è più probabile trovare l’elettrone si chiama orbitale.
Esistono diversi tipi di orbitali:
• gli orbitali di tipo s con forma sferica [fig. 4a];
• gli orbitali di tipo p con forma a “8”, orientati nello spazio lungo tre direzioni [fig.
4b], cioè sono tre orbitali tutti uguali;
• gli orbitali di tipo d orientati nello spazio lungo cinque direzioni, cioè sono cinque
orbitali tutti uguali [fig. 4c];
• gli orbitali di tipo f orientati nello spazio lungo sette direzioni, cioè sono sette
orbitali tutti uguali.

fig. 4 – le forme degli orbitali:


a. tipo s, b. tipo p, c. tipo d
Gli orbitali sono disposti (= messi) in livelli energetici che sono intorno al nucleo
dell’atomo e hanno energia crescente dal nucleo verso l’esterno.
Ogni livello energetico ha i suoi orbitali:
• nel primo livello, quello più vicino al nucleo, c’è solo l’orbitale s;
• nel secondo livello c’è l’orbitale s e ci sono i tre orbitali p;
• nel terzo livello c’è l’orbitale s, i tre orbitali p e i cinque d;
• nel quarto livello c’è l’orbitale s, i tre orbitali p, i cinque d e i sette f.
e così fino al settimo livello.

228
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 2

Pauli scopre che in ogni orbitale ci sono due elettroni e che per non respingersi
(perché hanno carica uguale) ruotano uno in senso orario (= come le lancette
dell’orologio) e uno in senso antiorario.
Gli elettroni in un orbitale si rappresentano con due frecce, una con la punta verso
l’alto e uno con la punta verso il basso [fig. 5].

fig. 5 – la rappresentazione dei due elettroni di un orbitale

-> La configurazione elettronica – definizione


La configurazione elettronica è la disposizione (= come sono messi) degli elettroni negli
orbitali di un atomo.

-> Come scrivere la configurazione elettronica di un atomo


Gli elettroni di dispongono dove c’è meno energia, perciò riempiono prima il primo
livello e poi il secondo e così via.
Essi passano al livello successivo solo dopo aver riempito tutti gli orbitali del precedente.
Gli orbitali di ogni livello si rappresentano con la loro lettera che ha
davanti il numero del livello in cui si trovano. In alto a destra si mette
il numero di elettroni che contengono [fig. 6].

C’è un ordine di riempimento degli orbitali che dipende dall’energia


fig. 6 – la rappresentazione
che hanno: in ogni livello prima gli s e poi i p. di un orbitale
I d, che sono più energetici, si riempiono non nel loro livello ma dopo
gli s del livello successivo ad esempio i 3d si riempiono dopo i 4s.
Gli f si riempiono dopo gli s di due livelli successivi, ad esempio i 4f si riempiono dopo
i 6s [fig. 7].

1s 2s 2p 3s 3p 4s 3d 5s 4p 5s 4d 5p 6s 4f 5d 6p 7s 5f 6d 7p
fig. 7 – l’ordine di riempimento degli orbitali

Facciamo due esempi.


Na, il sodio ha 11 elettroni: 1s2, 2s2, 2p6 (ce ne stanno al massimo sei perché gli
orbitali p sono tre), 3s1. La configurazione si scrive così:
3s1
2s2 2p6
1s2

Fe, il ferro ha 26 elettroni: 1s2, 2s2, 2p6, 3s2, 3p6, 4s2, 3d6 (ce ne stanno al massimo
dieci perché gli orbitali d sono cinque):
4s2
3s² 3p6 3d6
2s2 2p6
1s2
229
ESERCIZI CAPITOLO 2
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
atomo, simboli degli atomi, tavola periodica, legame chimico, geometria delle molecole,
polarità delle molecole.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura della struttura dell’atomo sul libro e scrivi i nomi delle sue parti:

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. Dentro l’atomo ci sono gli ……………………………con carica ………………………., i
………………………….con carica …………………………… e i ………………………………
senza …………………………..
b. I gruppi sono le righe ……………….…… e contengono atomi che hanno un comportamento
chimico…………………………Gli atomi dello stesso gruppo, nel livello energetico più esterno,
hanno lo stesso numero di ……………………………
c. I periodi sono le righe …………………………..e contengono atomi con comportamento
chimico ……………………….. Gli atomi dello stesso periodo hanno lo stesso numero di
………………………………. ………………………………..
d. I legami dipendono dalla ………………………………….Ci sono 2 tipi di legame:
il legame ………………………..dove gi atomi diventano ………………….e il legame
………………………..con cui si formano le ……………………………….

230
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. Gli elettroni hanno carica positiva o o
b. I protoni ruotano intorno al nucleo dell’atomo o o
c. La tavola periodica raggruppa gli atomi in base al numero atomico o o
d. I non metalli sono duttili e malleabili o o
e. Un atomo con elettronegatività alta prende elettroni o o
f. Una molecola è apolare quando non ha parti cariche o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. numero atomico a. atomo con una carica positiva o negativa
2. numero di massa b. atomo che non reagisce
3. ione c. atomo con diverso numero di massa
4. isotopo d. molecola polare
5. gas nobile e. numero dei protoni
6. dipolo f. somma dei protoni e dei neutroni

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Nei livelli energetici ci sono:
o solo protoni o protoni e neutroni o solo elettroni o solo neutroni
b. I simboli chimici (2 risposte):
o servono per riconoscere l’elemento o il composto
o si scrivono sempre con la prima lettera minuscola
o indicano il numero degli elettroni di un atomo
o servono per scrivere le formule dei composti
c. L’elettronegatività è la forza con cui un atomo attira:
o i protoni o gli elettroni interni o i neutroni o gli elettroni esterni

JJJ 7.Individua quale termine è l’intruso (= che non c’entra con gli altri) e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. o protoni o nucleo o elettroni o neutroni
b. o stabilità o isotopo o legame o elettronegatività
c. o lineare o polare o tetraedrica o triangolare

231
JJJ 8. Trova l’affermazione che non vale (= che non va bene) per il legame e scrivi il
perché sul tuo quaderno di scienze:
a. il legame ionico forma le molecole
b. il tipo di legame dipende dalla elettronegatività
c. il legame ionico può essere doppio o triplo
d. il legame covalente si ha tra atomi con elettronegatività molto diversa

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. Le caratteristiche della tavola periodica.
b. Perché gli atomi reagiscono.
c. Le differenze tra il legame ionico e il legame covalente.
d. Da che cosa dipende la geometria delle molecole.
e. La differenza tra una molecola polare e una molecola non polare.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 2
JJ 10. Scrivi sul tuo quaderno di scienze le configurazioni elettroniche dei seguenti
atomi (ricorda l’ordine di riempimento):
a. Mg = 12
b. N = 7
c. Cl = 17
d. Ca = 20
e. Be = 4

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Cosa c’è di nuovo nel modello atomico di Thomson rispetto a quello di Dalton?
b. Cosa c’è di nuovo nel modello atomico di Rutherford rispetto a quello di Thomson?
c. Quali sono le caratteristiche dei protoni, dei neutroni e degli elettroni?
d. Cosa c’è di nuovo nel modello atomico di Bohr rispetto a quello di Rutherford?
e. Quali sono le caratteristiche del modello atomico attuale?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Fai una piccola ricerca sulla radioattività (ad esempio che cos’è, usi e pericoli).
b. Cerca in internet notizie sullo scienziato Bohr.
c. Fai una piccola ricerca sull’uso dei composti fatti con i semimetalli e con i gas nobili.

232
CHIMICA: CAPITOLO 3
LE FORMULE CHIMICHE
LA CLASSIFICAZIONE DEI
COMPOSTI
LE REAZIONI CHIMICHE
LA VELOCITA’ DELLE REAZIONI

INDICE:

PAROLE UTILI P. 234


LE FORMULE CHIMICHE P. 235
LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI P. 236
LE REAZIONI CHIMICHE P. 238
LA VELOCITÀ DELLE REAZIONI CHIMICHE P. 239

233
CHIMICA: CAPITOLO 3

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE

l’elemento È fatto da atomi* tutti uguali. Un elemento è formato sempre dallo


gli elementi stesso numero di atomi, cioè la composizione chimica* non cambia
Sono elementi il carbonio (C), il ferro (Fe), il calcio (Ca), l’ossigeno
(O2).
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che hanno carica
positiva, gli elettroni che hanno carica negativa e i neutroni che non
hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

il simbolo Il simbolo di un atomo* è una sigla per scrivere il suo nome. Il simbolo
i simboli serve a riconoscere l’elemento e a scrivere le formule chimiche dei
composti, cioè le sostanze fatte dagli atomi.
il minerale È una sostanza solida che si trova in natura.
i minerali I minerali formano le rocce. Le rocce formano la superficie e l’interno
della Terra.
lo ione È un atomo* con una o più cariche positive o negative. Uno ione
gli ioni positivo si forma quando l’atomo perde elettroni e uno ione negativo
si forma quando l’atomo prende elettroni.
la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi possono
le molecole essere uguali o diversi.
la cellula È la parte più piccola che forma un essere vivente. La cellula è capace
le cellule di riprodursi e di vita autonoma.
il carboidrato Sono molecole* molto grandi che formano gli esseri viventi e danno
i carboidrati energia alle cellule*. si chiamano anche zuccheri.
la massa È la quantità di materia che c’è in un corpo. L’unità di misura è il
le masse chilogrammo (Kg).
il secondo Il secondo (s) è l’unità di misura del tempo.
i secondi 60 secondi fanno un minuto e 60 minuti fanno un’ora.

234
CHIMICA: CAPITOLO 3

LE FORMULE CHIMICHE

-> Le formule chimiche e la composizione chimica – definizione


La formula chimica è la rappresentazione scritta di un elemento* o di un composto
(vedi i composti definizione pag. 236) perché dice la sua composizione chimica.
La composizione chimica è l’insieme degli atomi che ci sono in un elemento* o un di un
composto, cioè quali e quanti atomi ci sono.

-> La composizione chimica e le formule dei composti


Un elemento o un composto hanno la formula chimica perché la loro composizione
è definita e costante, cioè gli atomi che li formano sono sempre dello stesso tipo e
nella stessa quantità.
Ad esempio la formula dell’elemento ossigeno che respiriamo è O2 perché è fatto
sempre da due atomi di ossigeno e la formula del composto sale da cucina è NaCl
perché è fatto sempre da 1 atomo di sodio e 1 atomo di cloro.

-> Come scrivere le formule


Nella formula chimica gli atomi sono scritti con il loro simbolo*. I simboli sono scritti
nella tavola periodica, lo schema che raggruppa tutti gli atomi [fig. 1].

fig. 1 – la tavola periodica con i simboli degli atomi

In una formula in basso a destra del simbolo ci può essere un numero che indica
la quantità di quell’atomo, cioè quanti atomi di quel tipo ci sono nella formula: ad
esempio l’elemento idrogeno ha la formula H2 perché è fatto da 2 atomi di idrogeno
e il composto acqua ha la formula H2O perché è fatto da 2 atomi di idrogeno e 1 di
ossigeno.

235
CHIMICA: CAPITOLO 3

LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI

I composti – definizione
Sono sostanze fatte da atomi* diversi legati tra loro. Un composto è formato sempre
dallo stesso tipo e dallo stesso numero di atomi, cioè la composizione chimica non
cambia.

-> Le caratteristiche dei composti


Ogni composto ha delle caratteristiche chimiche che sono responsabili di come un
composto reagisce (vedi le “reazioni chimiche” pag. 238) e con quali altri composti
lo fa.
Queste caratteristiche dipendono dagli elementi che formano il composto.
I composti in base alle loro caratteristiche chimiche si classificano, cioè si dividono,
in 4 gruppi: ossidi, idrossidi, acidi e sali.
La formula dei composti ci permette di riconoscere a quale gruppo il composto
appartiene perché è scritta seguendo delle regole.

1. Gli ossidi
Si formano per reazione tra un metallo e l’ossigeno o tra un non metallo e l’ossigeno.
La loro formula si scrive con il metallo o il non metallo davanti all’ossigeno, ad esempio
Al2O3 (triossido di dialluminio), CO² (diossido di carbonio o anidride carbonica):
• gli ossidi con il metallo sono solidi e si trovano come minerali*, ad esempio
SiO4 (tetraossido di silicio) o si formano dai metalli esposti agli agenti atmosferici
(umidità, pioggia e vento), ad esempio Fe2O3 (triossido di diferro che è la ruggine).
• gli ossidi con il non metallo o anidridi sono anche aeriformi ad esempio SO3
(triossido di zolfo), P2O5 (pentaossido di difosforo).

2. Gli idrossidi
Si formano per reazione tra un ossido metallico e l’acqua.
La loro formula si scrive con il metallo davanti a OH, ad esempio KOH (idrossido di
potassio), Ca(OH)2 (diidrossido di calcio).
Alcuni sono solubili (= si sciolgono) in acqua, ad esempio NaOH (idrossido di sodio
che è la soda caustica), in cui liberano ioni* OH–, per questo sono chiamati anche basi.
Altri sono poco solubili o insolubili (= non si sciolgono) in acqua e si forma un
precipitato, cioè un solido che va a fondo, ad esempio Cu(OH)2 (diidrossido di rame)
e Fe(OH)3 (triidrossido di ferro).
Alcuni idrossidi sono sostanze che corrodono (= consumano, rovinano).

3. Gli acidi
Si formano per reazione tra un ossido non metallico e l’acqua e si chiamano
ossiacidi o per reazione di sintesi tra un non metallo e l’idrogeno e si chiamano
idracidi.

236
CHIMICA: CAPITOLO 3

La loro formula si scrive con l’idrogeno davanti al non metallo e all’ossigeno se sono
ossiacidi, ad esempio H2CO3 (acido triossocarbonico (IV)) e con l’idrogeno davanti
al non metallo se sono idracidi, ad esempio HBr (bromuro di idrogeno).
Gli acidi sono tutti solubili in acqua in cui liberano ioni H+, per questo sono chiamati
acidi.
Alcuni acidi sono sostanze che corrodono, ad esempio H2SO4 (acido tetraossosolforico
(VI)), HNO3 (acido triossonitrico (V)), HCl (cloruro di idrogeno che è l’acido muriatico),
H2S (solfuro di diidrogeno, che ha odore di uova marce).

4. I sali
Si formano per reazione tra un idrossido e un ossiacido e si chiamano sali ternari,
o per reazione tra un idrossido e un idracido e si chiamano sali binari.
La loro formula si scrive con il metallo davanti al non metallo e all’ossigeno se sono
sali ternari, ad esempio FeSO4 (tetraossosolfato (VI) di ferro) e con il metallo davanti
al non metallo se sono sali binari, ad esempio KCl (cloruro di potassio).
Alcuni sali sono solubili in acqua altri sono insolubili.
Si classificano in gruppi in base al non metallo presente, ad esempio:
• i carbonati, hanno il carbonio (C), ad esempio CaCO3 (triossocarbonato (IV) di
calcio) che è il calcare;
• i nitrati, hanno l’azoto (N), ad esempio NaNO3 (triossonitrato (V) di sodio);
• i fosfati, hanno il fosforo (P), ad esempio Ca3(PO4)2 (ditetraossofosfato (V) di
tricalcio) che è un sale delle ossa;
• i solfuri e i solfati, hanno lo zolfo (S), ad esempio ZnS (solfuro di zinco) e CaSO4
(tetraossosolfato (VI) di calcio);
• i cloruri e i clorati, hanno il cloro (Cl), ad esempio NaCl (cloruro di sodio) che
è il sale da cucina NaClO (monoossoclorato (I) di sodio) che è la candeggina
(quando è diluita si chiama amuchina);
• i fluoruri, hanno il fluoro (F), ad esempio CaF2 (difluoruro di calcio) che è un
minerale* di nome fluorite [fig. 2].

fig. 2 – il minerale fluorite

237
CHIMICA: CAPITOLO 3

LE REAZIONI CHIMICHE

-> La reazione chimica – definizione


È un processo nel quale atomi* o molecole* si combinano per ottenere nuove sostanze.
Per innescare (= far partire) una reazione chimica serve energia.

-> Come si scrive una reazione chimica


Le sostanze reagiscono tra loro, cioè gli atomi che le formano si combinano (=
uniscono) in modo diverso e quindi si formano nuove sostanze con proprietà diverse
da quelle di prima.
La sostanza o le sostanze di partenza, cioè quelle che fanno la reazione si chiamano
reagenti. Le sostanze che si formano alla fine della reazione si chiamano prodotti.
Una reazione chimica si scrive con i reagenti a sinistra e i prodotti a destra entrambi
scritti con la loro formula:
reagenti -> prodotti
ad esempio C + O2 -> CO2, la freccia indica la direzione della reazione.

-> L’energia nelle reazioni chimiche


Per innescare (= far partire) una reazione chimica ci vuole energia.
Nelle reazioni chimiche l’energia è anche scambiata tra le sostanze che reagiscono
(reagenti) e l’ambiente. L’energia può essere liberata o assorbita e in base a questo
le reazioni si dividono in:
1. esoergoniche – reazioni che liberano energia nell’ambiente, ad esempio
la combustione di un pezzo di legno che produce luce e calore, cioè energia.
La combustione delle molecole* di cibo per ottenere energia nelle cellule* si
chiama respirazione cellulare.
2. endoergoniche – reazioni che assorbono energia dall’ambiente, ad esempio la
dissociazione (= sciogliere) in acqua di alcuni sali. La produzione di carboidrati*
nelle cellule delle piante è endoergonica e si chiama fotosintesi clorofilliana.

-> La legge di Lavoisier e il bilanciamento


La legge di Lavoisier dice che durante la reazione chimica la massa* si conserva
(= non si perde), cioè la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle
masse dei prodotti. Questo vuol dire che gli atomi sono gli stessi nel numero e
nel tipo prima e dopo la reazione.

Per rispettare la legge di Lavoisier si deve fare il bilanciamento della reazione, cioè
per ogni tipo di atomo il numero di atomi a destra e a sinistra deve essere uguale.
Il bilanciamento si fa per punti:
1. guardare quanti atomi di un certo tipo ci sono a destra e a sinistra nella reazione;
2. mettere davanti alla formula che contiene quell’atomo un coefficiente, cioè il
numero che corrisponde alla quantità (così il numero di ogni atomo diventa uguale

238
CHIMICA: CAPITOLO 3

nei reagenti e nei prodotti);


3. fare lo stesso per tutti gli atomi.
Ad esempio, H2 + O2 -> H2O:
• H c’è con 2 atomi sia a sinistra sia a destra;
• O c’è con 2 atomi a sinistra e 1 a destra, quindi metto un 2 davanti all’ H2O
H2+ O2 -> 2 H2O
• ora però H c’è con 2 atomi a sinistra e 4 a destra, quindi metto un 2 davanti a H
2 H2+ O2 -> 2 H2O
adesso il numero degli atomi di idrogeno e di ossigeno è uguale sia a sinistra sia a
destra della reazione.

LA VELOCITA’ DELLE REAZIONI CHIMICHE

-> La velocità di reazione – definizione


La velocità è il tempo che impiega una reazione ad avvenire. La misura della velocità è
la quantità di reagente che si trasforma in un secondo*.

-> Le reazioni e la velocità di reazione


Le reazioni hanno velocità diverse, ci sono reazioni:
• istantanee, cioè avvengono in pochi secondi, ad esempio i fuochi d’artificio e
l’esplosione della polvere da sparo;
• lente che avvengono in settimane o mesi, ad esempio la ruggine (la sottile crosta
che si forma sulla superficie degli oggetti di ferro);
• molto lente che avvengono in anni, ad esempio la formazione del petrolio.
Tutte le reazioni quando partono hanno velocità massima e poi rallentano perché i
reagenti si consumano.

-> I fattori che influenzano la velocità di reazione


Ci sono dei fattori che modificano la velocità di una reazione e sono:
• il tipo di reagente: alcune sostanze reagiscono bene altre no, oppure reagiscono
solo con alcune sostanze. Questo dipende da come sono fatte le sostanze, cioè
da quali atomi sono fatte e da come essi sono legati;
• la quantità del reagente: la velocità aumenta quando aumenta la quantità del
reagente. Questo perché in una reazione i reagenti si “urtano” (= si toccano) per
diventare prodotti, quindi più sono più veloce è la reazione;
• la superficie di contatto dei reagenti solidi: maggiore è la superficie del
reagente più veloce è la reazione;
• la pressione per i reagenti aeriformi: maggiore è la pressione più veloce è la
reazione perché i reagenti si “urtano” di più;
• la temperatura: tutte le reazioni sono più veloci quando aumenta la temperatura;
• il catalizzatore accelera la reazione, cioè aumenta la sua velocità. Il catalizzatore
è una sostanza che non fa la reazione ma aiuta i reagenti a trasformarsi in prodotti.
L’inibitore invece rallenta la reazione.
239
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3
LA NOMENCLATURA DEI
COMPOSTI
I CONTI CON LE MOLI

INDICE:

IL NOME DEI COMPOSTI P. 241


I CONTI CON LE MOLI P. 244

240
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

IL NOME DEI COMPOSTI


Ci sono vari modi per dare il nome ai composti.
Secondo il sistema I.U.P.A.C. (International Union of Pure and Applied Chemistry) il
nome di un composto deriva dalla sua composizione.
Il sistema usa i prefissi, cioè lettere davanti al nome per indicare la quantità:

quantità 1 2 3 4 5 6 7
prefisso mono di tri tetra penta esa epta

Per dare il nome a un composto di cui si sa la formula o fare la sua formula conoscendo
il nome bisogna sapere come sono scritte le formule dei composti.
Ripassa: nel capitolo 3 – la classificazione dei composti.

-> Il numero di ossidazione – definizione


Il numero di ossidazione indica quanti elettroni un atomo usa per fare un legame. I
numeri di ossidazione di ogni atomo sono scritti nella tavola periodica.

-> Le regole per dare il numero di ossidazione (N.O.) agli atomi


Un atomo ha uno o più numeri di ossidazione che sono positivi e negativi:
• sono positivi quando gli atomi hanno poca forza nel trattenere gli elettroni;
• sono negativi quando gli atomi hanno molta forza.
Per dare il numero di ossidazione ad un atomo ci sono delle regole:
• la somma di tutti i numeri di ossidazione degli atomi di una formula è zero;
• l’ossigeno ha quasi sempre numero di ossidazione –2;
• l’idrogeno ha quasi sempre numero di ossidazione –1;
I numeri di ossidazione servono per fare la formula o il nome di un composto e si
scrivono con i numeri romani:
numero arabo 1 2 3 4 5 6 7
I II III IV V VI VII

-> Come dare il nome agli ossidi


Il nome è ossido + il nome del metallo o del non metallo.
Quando necessario si usa il prefisso sia davanti a ossido sia davanti al nome del
metallo o del non metallo:
[prefisso] ossido di [prefisso] nome del metallo o del non metallo.

Ad esempio:
a. Fe2O3: ci sono 2 atomi di ferro e 3 di ossigeno,
quindi il nome è triossido di diferro;
b. diossido di carbonio: ci sono 1 atomo di carbonio e 2 di ossigeno,
quindi la formula è CO2.

241
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

-> Come dare il nome agli idrossidi


Il nome è idrossido + il nome del metallo.
Quando necessario si usa il prefisso davanti a idrossido per indicare il numero dei
gruppi OH: [prefisso] idrossido di nome del metallo.

Ad esempio:
a. Fe(OH)3: ci sono 1 atomo di ferro e 3 gruppi OH,
quindi il nome è triidrossido di ferro;
b. diidrossido di calcio: ci sono 1 atomo di calcio e 2 gruppi OH,
quindi la formula è Ca(OH)2.

-> Come dare il nome agli idracidi


Il nome è il nome del non metallo finito in uro + idrogeno.
Quando necessario si usa il prefisso davanti all’idrogeno:
nome del non metallo-uro di [prefisso] idrogeno.

Ad esempio:
a. HCl: ci sono 1 atomo di cloro e 1 di idrogeno,
quindi il nome è cloruro di idrogeno:
b. solfuro di diidrogeno: ci sono 1 atomo di zolfo e 2 di idrogeno,
quindi la formula è H2S.

-> Come dare il nome ai sali binari


Il nome è il nome del non metallo finito in uro + il nome del metallo.
Quando necessario si usa il prefisso sia davanti al nome del metallo sia davanti al
nome del non metallo:
[prefisso] nome del non metallo-uro di [prefisso] nome del metallo.

Ad esempio:
a. Na2S: ci sono 1 atomo di zolfo e 2 di sodio,
quindi il nome è solfuro di disodio;
b. dicloruro di calcio: ci sono 2 atomi di cloro e 1 di calcio,
quindi la formula è CaCl2.

-> Come dare il nome agli ossiacidi e ai sali ternari


Per queste due classi di composti l’operazione è un po’ più difficile e bisogna sempre
controllare che la somma di tutti i numeri di ossidazione degli atomi della formula sia
zero.

Ossiacidi:
il nome è acido + osso + il nome del non metallo finito in ico.
Dopo il nome del non metallo si scrive il N.O. che negli ossiacidi è sempre positivo.
Quando necessario si usa il prefisso davanti a osso per indicare il numero di atomi di
242
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

ossigeno: acido [prefisso] osso nome del non metallo-ico (N.O.).

Gli idrogeni possono essere 1, 2, 3 o 4, per sapere quanti sono bisogna sempre fare
la somma dei numeri di ossidazione.

Ad esempio:
a. HNO3: ci sono 3 ossigeni e i numeri di ossidazione di N sono + 3 e +5.
Con N = +3 la somma è +1 + (+3) + (–2 x 3) = –2, non va bene;
con N = +5 la somma è +1 + (+5) + (–2 x 3) = 0, va bene,
quindi il nome è acido triossonitrico (V).
b. acido tetraossobromico (VII): ci sono 4 ossigeni,
quindi la formula è HBrO4, è giusta perché la somma dei numeri di ossidazi one
è +1 + (+7) + (–2 x 4) = 0;
c. H3PO3: ci sono 3 ossigeni e i numeri di ossidazione di P sono + 3 e +5.
Con P = +5 la somma è (+1 x 3) + (+5) + (–2 x 3) = +2, non va bene;
con P = +3 la somma è (+1 x 3) + (+3) + (–2 x 3) = 0, va bene,
quindi il nome è acido triossofosforico (III).
d. acido tetraossosolforico (VI): ci sono 4 ossigeni,
quindi la formula è HSO4 ma è sbagliata perché la somma dei numeri di ossi
dazione è: +1 + (+6) + (–2 x 4) = +1.
In questo caso si aggiunge 1 H e la somma fa zero:
+2 + (+6) + (–2 x 4) = 0,
quindi la formula giusta è H2SO4

Sali ternari:
Il nome è il nome dell’ossiacido finito in ato + il nome del metallo.
Dopo il nome dell’ossiacido si scrive il N.O.
Quando necessario si usa il prefisso sia davanti al nome dell’ossiacido sia davanti al
nome del metallo:
[prefisso] nome ossiacido-ato (N.O.) di [prefisso] nome del metallo.

Ad esempio:
a. Al2(SO4)3: ci sono 3 SO4 che derivano da H2SO4, l’acido tetraossosolforico
(VI) e 2 atomi di alluminio, quindi il nome è tritetraossosolfato (VI) di
dialluminio;
b. triossonitrato (V) di disodio: c’è NO3 che deriva da HNO3, l’acido
triossonitrico e 2 atomi di sodio, quindi la formula è Na2NO3.

243
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

I CONTI CON LE MOLI


Per sapere la quantità, cioè i grammi (g), di reagenti che servono in una reazione e
la quantità di prodotti che si formano alla fine bisogna sapere quante moli di tutti i
composti reagiscono.
Ripassa:
1. nell’approfondimento 1 – le regole sulla massa atomica e massa molecolare,
sulle moli e la molarità;
2. nel capitolo 3 – le reazioni e il loro bilanciamento.

Ricorda: le moli contengono un numero fisso di particelle. Questo permette di


confrontare le moli di qualsiasi sostanza.

Per risolvere un problema si seguono precisi passaggi e si deve capire quali sono i
dati, cioè le informazioni che il problema dà, e cosa si deve trovare.

Impara con alcuni esempi.


Esercizio 1: dai grammi di reagente calcolare quanti grammi di prodotto si
formano.
Data la reazione H2 + Cl2 -> HCl quanti grammi (g) di HCl si formano da 12 g di H2?

Quali sono i dati? Ci sono 12 g di H2 (uno dei due reagenti).


Cosa si deve trovare? Quanti g di HCl (il prodotto) si formano.

1. La reazione va bilanciata: H2 + Cl2 -> 2 HCl


i numeri davanti ai composti indicano che:
1 mole di H2 reagisce con 1 mole di Cl2 per dare 2 moli di HCl.

2. Ci sono 12 g di H2 quindi è necessario calcolare a quante moli corrispondono.


Per poter fare questo calcolo bisogna sapere a quanti g corrisponde 1 mole di H2.
Sappiamo che la M.A.R. o la M.M.R. di una sostanza equivale ai g di 1 mole di quella
sostanza, per cui:
M.M.R. H2 = (1 u.m.a. x 2) = 2 u.m.a.
quindi 1 mole di H2 = 2 g

bisogna usare la formula delle moli,


i grammi si semplificano
12 g di H2 corrispondono a 6 moli.

3. Bisogna calcolare quante moli di HCl si ottengono da 6 moli di H2. Per questo
calcolo si fa una proporzione tra le moli del bilanciamento e quelle calcolate:
1 mole di H : 2 moli di HCl = 6 moli di H : X moli di HCl
X = 12 moli di HCl

244
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

4. Con le moli di HCl si calcolano i g di HCl corrispondenti, ricordando che la M.A.R.


o la M.M.R. di una sostanza equivale ai g di 1 mole di quella sostanza, per cui:
M.M.R. HCl = (1 u.m.a.) + (35,5 u.m.a.) = 36,5 u.m.a.
quindi 1 mole di HCl = 36.5 g

bisogna usare la formula delle moli,


le moli si semplificano
438 g di HCl si ottengono da 2 g di H2.

La risposta è: da 2 g di H2 si formano 438 g di HCl.

Esercizio 2: dai grammi di prodotto calcolare quanti grammi di reagente


servono.

Data la reazione N2 + O2 -> N2O5 quanti grammi (g) di O2 sono necessari per ottenere
25 g di N2O5?

Quali sono i dati? Ci sono 25 g di N2O5 (il prodotto).


Cosa si deve trovare? Quanti g di O2 (uno dei due reagenti) servono.

1. La reazione va bilanciata:
2 N2 + 5 O2 -> 2 N2O5
i numeri davanti ai composti indicano che:
2 moli di N2 reagiscono con 5 moli di O2 per dare 2 moli di N2O5.

2. Ci sono 25 g di N2O5 quindi è necessario calcolare a quante moli corrispondono.


Per poter fare questo calcolo bisogna sapere a quanti g corrisponde 1 mole di N2O5.
Sappiamo che la M.A.R. o la M.M.R. di una sostanza equivale ai g di 1 mole di
quella sostanza, per cui:
M.M.R. N2O5 = (14 u.m.a. x 2) + (16 u.m.a. x 5) = 108 u.m.a.
quindi 1 mole di N2O5 = 108 g
bisogna usare la formula delle moli,
i grammi si semplificano
25 g di N2O5 corrispondono a 0,23 moli.

3. Bisogna calcolare quante moli di O2 servono per ottenere 0,23 moli di N2O5.
Per questo calcolo si fa una proporzione tra le moli del bilanciamento e quelle
calcolate:
5 moli di O2: 2 moli di N2O5 = X moli di O2 : 0,23 moli di N2O5
X = 0,575 moli di O2

245
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

4. Con le moli di O2 si calcolano i g di O2 corrispondenti, ricordando che la


M.A.R. o la M.M.R. di una sostanza equivale ai g di 1 mole di quella sostanza,
per cui:
M.M.R. O2 = (16 u.m.a. x 2) = 32 u.m.a.
quindi 1 mole di O2 = 32 g
bisogna usare la formula delle moli,
le moli si semplificano
18,4 g di O2 servono per ottenere 25 g di N2O5.

La risposta è: per ottenere 25 g di N2O5 servono 18,4 g di O2.

Esercizio 3: dai grammi di soluto in soluzione acquosa calcolare la molarità


della soluzione.

165 mL di una soluzione acquosa contengono 10 grammi (g) di NaOH. Calcolare la


molarità della soluzione.

Quali sono i dati? Ci sono 10 g di NaOH (il soluto) in 165 mL di soluzione.


Cosa si deve trovare? La molarità della soluzione.

1. Ci sono 10 g di NaOH quindi è necessario calcolare a quante moli corrispondono.


Per poter fare questo calcolo bisogna sapere a quanti g corrisponde 1 mole di
NaOH.
Sappiamo che la M.A.R. o la M.M.R. di una sostanza equivale ai g di 1 mole di
quella sostanza, per cui:
M.M.R. NaOH = 23 u.m.a. + 16 u.m.a. + 1 u.m.a. = 40 u.m.a.
quindi 1 mole di NaOH = 40 g

bisogna usare la formula delle moli,


i grammi si semplificano
10 g di NaOH corrispondono a 0,25 moli.

2. Si calcola la molarità applicando la formula:

bisogna convertire (= cambiare) i mL in L

La risposta è: la molarità della soluzione di NaOH è 1,5 M.

246
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 3

Esercizio 4: dalla molarità della soluzione calcolare i grammi di soluto che la


soluzione contiene.

Calcolare i grammi (g) di H2SO4 per ottenere 250 mL di una soluzione acquosa 0,5 M.

Quali sono i dati? Ci sono 250 mL di soluzione che è 0,5 M.


Cosa si deve trovare? Quanti g di H2SO4 (il soluto) servono.

1. Applicando la formula della molarità si calcolano le moli di H2SO4, ricordando


che la molarità sono le moli in 1 L:
bisogna convertire i mL in L
i litri si semplificano

2. Con le moli di H2SO4 si calcolano i g corrispondenti.


Per poter fare questo calcolo bisogna sapere a quanti g corrisponde 1 mole di
H2SO4.
Sappiamo che la M.A.R. o la M.M.R. di una sostanza equivale ai g di 1 mole di
quella sostanza, per cui:
M.M.R. H2SO4 = (1u.m.a. x 2) + 32 u.m.a. + (16u.m.a. x 4) = 98u.m.a.
quindi 1 mole di H2SO4 = 98 g
bisogna usare la formula delle moli,
le moli si semplificano
0,125 moli di H2SO4 corrispondono
a 12,25 g di H2SO4

La risposta è: per ottenere 250 mL di una soluzione di H2SO4 0,5 M servono 12,25 g
di H2SO4.

247
ESERCIZI CAPITOLO 3
J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:
formule chimiche e composizione chimica, composti, reazione chimica, velocità di reazione.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J Leggi le caratteristiche dei composti sul libro e scrivi di quali composti sono le
seguenti formule:
a. metallo + OH …………………………………………………..
b. metallo + non metallo …………………………………………………..
c. metallo + ossigeno …………………………………………………..
d. H + non metallo + ossigeno …………………………………………………..
e. non metallo + ossigeno …………………………………………………..
f. H + non metallo …………………………………………………..
g. metallo + non metallo + ossigeno …………………………………………………..

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. Gli acidi sono di 2 tipi: gli …………………………quando si formano per reazione tra una
…………………..…e l’……………… , gli ……………………………quando si formano per
razione tra un …………. ……………………………. e l’……………………………….
b. In acqua gli ……………………………..liberano ………………. ………….. e si chiamano basi,
e gli ……………………… liberano ………………….. ………….
c. In una reazione le sostanze di partenza sono i ………………………… e le sostanze che si
formano alla fine sono i …………………………….
d. la velocità è il …………………………..di una reazione. La misura della velocità è la quantità
di ……………………………… che si trasforma in un ……………………………

JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F


a. La formula chimica rappresenta un composto o o
b. L’anidride è l’ossido di un non metallo o o
c. I sali sono tutti solubili in acqua o o
d. Le reazioni esoergoniche assorbono energia o o
e. In una reazione chimica la massa si conserva o o
f. La temperatura aumenta la velocità di tutte le reazioni o o

248
JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. CaO a. idrossido
2. H2CO3 b. ossido
3. LiOH c. sale ternario
4. HF d. sale binario
5. Cl2O e. idracido acido
6. NaNO3 f. anidride
7. KBr g. ossiacido

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. la formula chimica è la rappresentazione scritta:
o solo degli elementi o degli elementi e dei composti
o solo dei composti o della reazione
b. Sono composti senza ossigeno:
o idracidi e sali binari o idracidi e sali ternari
o anidridi e sali ternari o oanidridi e sali binari
c. La legge di Lavoisier dice che la somma delle masse dei reagenti è:
o maggiore della somma delle masse dei prodotti
o minore della somma delle masse dei prodotti
o uguale o diversa alla somma delle masse dei prodotti in base al tipo di reazione
o uguale alla somma delle masse dei prodotti
d. L’azione del catalizzatore su una reazione è:
o nulla o dipende dalla reazione
o accelerare o rallentare

JJJ 7. Leggi come bilanciare una reazione sul libro e prova a bilanciare le seguenti
reazioni:
a. H2 + l2 -> Hl
b. NaO + H2O -> NaOH
c.C + O2 -> CO
d.CrCl3 -> Cr + Cl2
e.Al + Br2 -> Al2Br3

249
JJJ 8. Correggi le affermazioni false dell’esercizio 4 e scrivile corrette sul tuo
quaderno di scienze.

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. Perché gli elementi e i composti hanno la formula chimica.
b. Quali sono le reazioni che formano gli ossidi, gli idrossidi, gli acidi e i sali.
c. Perché le reazioni vanno bilanciate.
d. Quali sono i fattori che influenzano la velocità di una reazione e perché la influenzano.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 3
JJ 10. Sul tuo quaderno di scienze risolvi i seguenti esercizi:
a. Scrivi il nome dei seguenti composti:
Cu2O, Au2O3, Ba(OH)2, HClO3, PbF2, SO3, Fe Cl3, P2O3, Al(OH)2, H3BO3, HBr, H2Se
b. Scrivi la formula dei seguenti composti:
triossido di dicloro, ossido di disodio, triidrossido di ferro, fluoruro di idrogeno, tricloruro di
alluminio, trisolfuro di diferro, acido ossobromico (I), ossido di dipotassio, pentossido di
diazoto, diidrossido di zinco, acido tetraossosilicico (IV)
c. Data la reazione H2 + Br2 -> HBr (da bilanciare) quanti g di HBr si formano da 150 g di Br2?
d. Data la reazione AlCl3 -> Al + Cl2 (da bilanciare) quanti g di AlCl3 sono necessari per
ottenere 70 g di Cl2?
e. 125 mL di una soluzione acquosa contengono 35 g di HNO3. Calcolare la molarità della
soluzione.
f. Calcolare i g di KOH per ottenere 750 mL di una soluzione acquosa 1,5 M.

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Che cos’è il numero di ossidazione?
b. Quali sono le regole per dare il numero di ossidazione agli atomi?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Leggi le etichette dei detersivi e delle acque minerali e prova a individuare e classificare i
composti che ci sono. Se riesci stacca le etichette e incollale sul quaderno.

250
CHIMICA: CAPITOLO 4
LE SOLUZIONI E LA
CONCENTRAZIONE
L’EQUILIBRIO CHIMICO
GLI ACIDI E LE BASI E IL pH

INDICE:

PAROLE UTILI P. 252


LE SOLUZIONI P. 254
L’EQUILIBRIO CHIMICO P. 256
GLI ACIDI E LE BASI E LA MISURA DEL PH P. 257

251
CHIMICA: CAPITOLO 4

PAROLE UTILI

Termine/espressione DEFINIZIONE

il miscuglio È un insieme di due o più sostanze diverse. È:


i miscugli • eterogeneo quando le sostanze si distinguono (=
vedono), ad esempio acqua e sabbia;
• omogeneo quando le sostanze non si distinguono,
ad esempio acqua e sale.
la reazione chimica È un processo nel quale i reagenti* (= atomi* o
le reazioni chimiche molecole*) si combinano per ottenere nuove sostanze,
dette prodotti*. Per innescare (= far partire) una reazione
chimica serve energia.
l’atomo È la più piccola parte di una sostanza.
gli atomi Un atomo è formato da parti più piccole: i protoni che
hanno carica positiva, gli elettroni che hanno carica
negativa e i neutroni che non hanno carica.
L’atomo non ha carica né positiva né negativa.

la molecola È una sostanza fatta da atomi* legati insieme. Gli atomi


le molecole possono essere uguali o diversi.
il reagente È la sostanza di partenza in una reazione, cioè è la
i reagenti sostanza che fa la reazione.
il prodotto È la sostanza che si forma alla fine di una reazione.
i prodotti
la trasformazione fisica È una trasformazione che non cambia la composizione
le trasformazioni fisiche della sostanza ma solo il suo stato (solido, liquido o
aeriforme). Ad esempio quando l’acqua diventa ghiaccio
o vapore.
l’evaporazione È il processo per cui un liquido, assorbendo energia,
diventa aeriforme (= gas o vapore), ad esempio l’acqua
diventa vapore acqueo.
lo stato fisico È come può essere la materia, cioè solida, liquida o
gli stati fisici aeriforme (gas o vapore).
la cellula È la parte più piccola che forma un essere vivente. La
le cellule cellula è capace di riprodursi e di vita autonoma.

252
CHIMICA: CAPITOLO 4

Termine/espressione DEFINIZIONE

la polarità È la caratteristica di una molecola che ha una parte


positiva e una parte negativa. Una sostanza polare si
chiama dipolo. Non polare è la molecola che non ha
parti né positive né negative.
la molarità È la misura della concentrazione di una soluzione: dice
quante moli* di soluto ci sono in 1L (litro) di soluzione.
la mole È l’unità di misura della quantità di sostanza che c’è in
le moli un elemento o in un composto.
lo ione È un atomo* zcon una o più cariche positive o negative.
gli ioni Uno ione positivo si forma quando l’atomo perde
elettroni e uno ione negativo si forma quando l’atomo
prende elettroni.

253
CHIMICA: CAPITOLO 4

LE SOLUZIONI

->La soluzione – definizione


La soluzione è un insieme di due o più sostanze diverse.
La soluzione è un miscuglio* omogeneo perché le sostanze non si distinguono (=
vedono), ad esempio acqua e sale.

-> Le caratteristiche delle soluzioni


Le soluzioni hanno le caratteristiche dei miscugli:
• la composizione è variabile, cioè la quantità delle sostanze può cambiare ogni
volta;
• le sostanze mantengono le loro caratteristiche perché non sono combinate (=
unite) attraverso una reazione chimica*;
• le sostanze si possono separare con trasformazioni fisiche*, ad esempio
l’evaporazione* separa l’acqua dal sale.
Una soluzione è fatta da due parti:
1. il solvente – la sostanza che scioglie e è presente in maggiore quantità;
2. il soluto – la sostanza o le sostanze che si sciolgono e sono presenti in minore
quantità.
Le sostanze che formano una soluzione possono essere in stati* diversi:

stato delle sostanze esempio


solido + solido lega metallica (rame + stagno = bronzo)
solido + liquido acqua marina (sali e acqua)
liquido + liquido acqua e alcool
liquido+ gas acqua frizzante (acqua e anidride carbonica)
gas + gas aria (ossigeno, azoto e altri gas)
L’acqua è un buon solvente, cioè molte sostanze si sciolgono nell’acqua, ad
esempio nelle cellule* degli esseri viventi molte reazioni avvengono in soluzione
acquosa.

Una sostanza si dice solubile quando si scioglie in un’altra sostanza e insolubile


quando non si scioglie.
La regola dice «simile scioglie simile», cioè le sostanze si sciolgono oppure non si
sciolgono tra loro in base alla polarità* delle loro molecole*:
• le sostanze polari si sciolgono in solventi polari, ad esempio l’acqua e l’alcool;
• le sostanze non polari si sciolgono in solventi non polari, ad esempio l’olio e
la benzina.

254
CHIMICA: CAPITOLO 4

-> La concentrazione delle soluzioni – definizione


La concentrazione di una soluzione è la quantità di soluto che c’è in una precisa
quantità di soluzione o di solvente.

-> Il calcolo della concentrazione delle soluzioni


Ci sono più sistemi per calcolare la concentrazione:
1. percento in peso – i grammi (g) di soluto che ci sono in 100 g di soluzione:

si usa per indicare la concentrazione delle sostanze in commercio, ad esempio


l’ammoniaca (NH3);

2. percento in volume – i millilitri (mL, 1000 mL = 1 litro) di soluto che ci sono in 100
mL di soluzione:

si usa quando nella soluzione il solvente e il soluto sono allo stato liquido, ad
esempio per indicare il grado alcolico del vino;

3. percento peso/volume – i g di soluto che ci sono in 100 mL di soluzione:

si usa nelle analisi di laboratorio;

4. parti per milione (ppm) – i milligrammi (mg, 1000 mg = 1 grammo) di soluto che
ci sono in 1 chilogrammo (kg 1Kg = 1 milione di mg) di soluzione. Si usa quando
la quantità di soluto è molto piccola, ad esempio per indicare la concentrazione di
sostanze che inquinano l’acqua.

255
CHIMICA: CAPITOLO 4

L’EQUILIBRIO CHIMICO

-> L’equilibrio chimico – definizione


Una reazione* è all’equilibrio quando la concentrazione dei reagenti* e dei prodotti*
resta costante, cioè la loro quantità non cambia nel tempo.

-> Le reazioni e l’equilibrio chimico


Le reazioni di solito vanno fino alla fine, cioè tutti i reagenti di trasformano (= diventano)
in prodotti.
In alcuni casi dopo che una certa quantità di reagente è diventata prodotto avviene che
una certa quantità di prodotto si trasforma in reagente con una reazione contraria.
Ad esempio H2 + N2  NH3, la doppia freccia indica che una reazione va verso i
prodotti e una reazione torna verso i reagenti.
Una reazione è all’equilibrio quando la concentrazione dei reagenti e la
concentrazione dei prodotti non cambiano nel tempo (attenzione “non
cambiare nel tempo” non vuole dire che la concentrazione dei reagenti è uguale alla
concentrazione dei prodotti).
Quindi all’equilibrio il rapporto (= divisione) tra la concentrazione dei prodotti e la
concentrazione dei reagenti ha un valore costante (= non cambia). Questo valore si
chiama costante di equilibrio (Keq):
Keq = concentrazione prodotti
concentrazione reagenti
La concentrazione è calcolata con la molarità*.
Ogni reazione ha la sua Keq che dipende dalla temperatura.
Il valore della Keq indica se ci sono più prodotti o più reagenti:
• Keq grande ci sono più prodotti;
• Keq piccola ci sono più reagenti.

-> I fattori che influenzano l’equilibrio di una reazione


Ci sono dei fattori che disturbano l’equilibrio della reazione.
Per tornare all’equilibrio, cioè mantenere costante il valore della Keq, nella reazione
cambiano le concentrazioni dei reagenti o dei prodotti.
Questi fattori sono:
• l’aggiunta o la sottrazione di un reagente o di un prodotto. Ad esempio
all’aggiunta di un prodotto la reazione produce reagente e alla sottrazione di un
prodotto la reazione produce prodotto;
• la pressione se le sostanze sono dei gas;
• la temperatura che cambia il valore della Keq di una reazione.

256
CHIMICA: CAPITOLO 4

-> L’equilibrio chimico dell’acqua


Nell’acqua c’è una reazione che forma gli ioni H+ e OH– e c’è un equilibrio:
H2O  H+ + OH–
Nell’acqua pura la quantità degli ioni H+ è uguale alla quantità degli ioni OH–, cioè
essi hanno la stessa concentrazione. L’acqua pura è neutra (vedi “la misura del pH”
pag. 257).
Le concentrazioni degli ioni H+ e OH– aumentano o diminuiscono quando nell’acqua
si aggiungono i soluti.

GLI ACIDI E LE BASI E LA MISURA DEL pH

-> Gli acidi e le basi – definizione


Gli acidi e le basi sono composti che in soluzione liberano ioni*.

-> Le caratteristiche degli acidi e delle basi


I soluti che si sciolgono in acqua si dividono in acidi e basi:
• gli acidi sono sostanze, ad esempio l’aceto e l’acido muriatico (HCl), che in
soluzione liberano ioni H+, la concentrazione di questi ioni aumenta e la soluzione
è acida;
• le basi sono sostanze, ad esempio l’ammoniaca (NH3) e la candeggina (NaClO),
che in soluzione liberano ioni OH–, la concentrazione di questi ioni aumenta e la
soluzione è basica.

-> Il pH – definizione
Il pH indica l’acidità di una soluzione. Una soluzione può essere acida, neutra o
basica in base alle sostanze che la formano.

-> La misura del pH


Il pH indica l’acidità di una soluzione perché misura la concentrazione degli ioni
H+ che ci sono nella soluzione (la concentrazione è calcolata con la molarità*).
I valori di pH vanno da 0 a 14 e la scala di questi valori indica se una soluzione è
acida, neutra o basica [fig. 1]:
• tra 0 e meno di 7 la soluzione è acida perché gli ioni H+ sono in quantità maggiore
(= di più) degli OH–;
• a 7 la soluzione è neutra perché gli ioni H+ e gli ioni OH– sono in quantità uguale;
• tra più di 7 e 14 la soluzione è basica perché gli ioni H+ sono in quantità minore
(= di meno) degli OH–.

Il pHmetro è lo strumento per misurare il pH di una soluzione.


L’acidità di una soluzione si misura anche con gli indicatori. Gli indicatori sono
sostanze aggiunte (= messe) in piccola quantità nella soluzione e cambiano colore
quando una soluzione è acida, basica o neutra.

257
CHIMICA: CAPITOLO 4

Ad esempio un indicatore è il succo del cavolo rosso (o nero) che cambia colore
quando nella soluzione c’è un acido o c’è una base [fig. 2].

Nelle cellule* degli esseri viventi le reazioni avvengono a un valore di pH vicino a 7.


I liquidi che ci sono in un corpo controllano e mantengono costante questo valore di
pH.

fig. 1 – la scala dei valori di pH con alcune sostanze e il valore della loro acidità

fig. 2 – i diversi colori del


succo del cavolo rosso
(il violetto è il suo colore
quando è aggiunto in una
soluzione neutra)

258
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

I COMPOSTI ORGANICI

INDICE:

I composti del carbonio p. 260


Gli idrocarburi p. 261
I derivati degli idrocarburi p. 262
Le biomolecole p. 264

259
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

I COMPOSTI DEL CARBONIO

-> I composti del carbonio – definizione


I composti del carbonio o composti organici sono molecole fatte da atomi di
carbonio (simbolo chimico C) legati tra loro e legati ad altri atomi.
La chimica organica o chimica del carbonio studia la loro struttura, le loro proprietà
fisiche e chimiche e le reazioni che fanno.

-> Le caratteristiche dei composti del carbonio


L'atomo di carbonio fa 4 legami con altri atomi di carbonio o altri atomi, ad esempio
atomi di idrogeno (H), ossigeno (O), cloro (Cl), bromo (Br).
Il legame tra gli atomi è covalente, cioè gli atomi mettono in comune alcuni elettroni:
il carbonio fa 4 legami perché può condividere 4 elettroni.
Gli atomi di carbonio legati insieme formano delle catene che possono essere molto
lunghe.
Queste catene hanno 3 forme [fig. 1]:
• la lineare che è una catena di atomi di carbonio legati in fila;
• la ramificata che è una catena di atomi di carbonio legati in fila con attaccate
catene laterali di atomi di carbonio;
• la ciclica che è una catena di atomi di carbonio chiusa ad anello.

fig. 1 – le catene di atomi di carbonio

I composti del carbonio sono divisi in gruppi, ad esempio gli alcoli, gli acidi, le aldeidi
e i chetoni, le ammine.
Le molecole di questi composti hanno un gruppo funzionale [fig. 2], cioè una parte
specifica da cui dipende il loro comportamento chimico e che permette di capire di
quale gruppo fanno parte. Il gruppo funzionale può essere un legame, un solo atomo
o più atomi legati insieme.

fig. 2 – alcuni gruppi funzionali (R è una catena di atomi


di carbonio)
260
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

GLI IDROCARBURI

-> Gli idrocarburi – definizione


Gli idrocarburi sono i composti del carbonio fatti solo da atomi di carbonio e di idrogeno.
La loro reattività, cioè come reagiscono, dipende dai legami tra gli atomi di carbonio (il
gruppo funzionale).
Gli idrocarburi si dividono in saturi, insaturi e aromatici.

-> Le caratteristiche degli idrocarburi


Gli idrocarburi in base ai legami tra gli atomi di carbonio si dividono in [fig. 3]:
• saturi quando i legami tra gli atomi di carbonio sono semplici;
• insaturi quando tra gli atomi di carbonio ci sono uno o più legami
doppi o tripli. fig. 3 – i legami tra gli
atomi di carbonio
I saturi si chiamano alcani e sono poco reattivi, cioè reagiscono poco,
perché hanno legami semplici, ad esempio alcune cere che ricoprono le
foglie e i frutti, la vaselina e la paraffina che sono miscele (= insieme) di
idrocarburi saturi.
Una reazione che fanno è la combustione, cioè bruciano liberando calore:
l’alcano metano CH₄ (un gas naturale) [fig. 4] e gli alcani che si trovano nel
petrolio e nel carbone sono fonte di energia.
fig. 4 – la formula
di struttura della
Gli insaturi si chiamano alcheni e alchini e sono più reattivi degli alcani molecola di metano
perché hanno legami doppi e tripli.
Un alchene è l’etene e un alchino è l’etino che era usato nelle lampade dei
minatori.
Gli alcheni sono diffusi in natura ad esempio il licopene che dà il colore
rosso ai pomodori e il β-carotene (β si legge beta) che dà il colore arancione
alle carote.
Una reazione degli alcheni è la polimerizzazione che forma i polimeri,
sostanze fatte dall’unione di tante molecole identiche. Ad esempio la
polimerizzazione dell’etene dà il polietilene che forma i tappi delle bottiglie.

Gli idrocarburi aromatici hanno una struttura particolare fatta da sei atomi
fig. 5 – la formula
di carbonio chiusi ad anello, ad esempio la naftalina e il benzene [fig. 5] di struttura della
che veniva aggiunto nella benzina. I composti aromatici sono tossici. molecola di
benzene

261
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

I DERIVATI DEGLI IDROCARBURI

-> I derivati degli idrocarburi – definizione


I derivati degli idrocarburi sono tutti i composti organici in cui uno o più atomi di
idrogeno legati agli atomi di carbonio sono sostituiti da altri atomi o da gruppi funzionali.
La loro reattività dipende dal gruppo funzionale.

-> Come ottenere i derivati degli idrocarburi


I derivati degli idrocarburi si ottengono facendo reagire gli idrocarburi.
In queste reazioni vengono sostituiti gli atomi di idrogeno con altri atomi o con gruppi
funzionali.
Ad esempio quando l’alcano etano CH3CH3 perde un H e prende un atomo di cloro
diventa CH3CH2Cl che è un alogenoderivato (vedi “gli alogenoderivati” pag. 262),
quando perde un H e prende il gruppo funzionale -OH diventa CH3CH2OH che è un
alcool (vedi “gli alcoli” pag. 262).

-> Le caratteristiche dei derivati degli idrocarburi


I derivati degli idrocarburi sono divisi in gruppi in base alla parte sostituta.
I principali gruppi sono:
1. Gli alogenoderivati – al posto di uno o più atomi di idrogeno c’è un atomo di
fluoro, cloro, bromo o iodio (il gruppo funzionale).
Gli alogenoderivati hanno molti usi, ad esempio il PVC che si trova nelle plastiche
e il teflon, la pellicola antiaderente delle pentole, sono polimeri di alogenoderivati.
Alcuni sono tossici, ad esempio il DDT un insetticida usato in agricoltura e oggi
vietato e il PVC se bruciato.
Sono alogenoderivati anche i CFC (clorofluorocarburi) gas usati come refrigeranti
nei frigoriferi e nei condizionatori di aria o come propellenti nelle bombolette
spray. I CFC oggi sono vietati perché danneggiano lo strato di ozono che c’è
nell’atmosfera e che protegge la Terra dai raggi U.V. del Sole.

2. Gli alcoli e i fenoli – al posto di uno o più atomi di idrogeno c’è il


gruppo funzionale -OH.
Gli alcoli e i fenoli sono diffusi in natura.
Sono alcoli il geraniolo e il mentolo che danno il profumo
rispettivamente ai gerani e alla menta [fig. 6] e l’etanolo che è
l’alcool del vino.
Sono fenoli la vitamina E e il timolo presente in alcune piante
aromatiche (saliva, rosmarino, timo) che ha proprietà antiossidanti.
Gli alcoli e i fenoli reagiscono con gli acidi, ad esempio l’alcool
glicerolo (la glicerina usata nelle creme) reagisce con l’acido
triossonitrico (HNO3) per dare la nitroglicerina, un potente
esplosivo. fig. 6 – la pianta di menta

262
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

3. Le aldeidi e i chetoni – al posto di uno o più atomi di idrogeno c’è


il gruppo funzionale >C=O.
Il gruppo funzionale rende questi composti molto reattivi e dà loro
odori sia pungenti sia aromatici.
Le aldeidi e i chetoni sono diffusi in natura.
Sono aldeidi il retinale, l’aldeide della vitamina A, che si trova nella
retina e permette la vista, la vanillina e l’aldeide cinnamica che fig. 7 – la spezia cannella
danno l’aroma rispettivamente ai baccelli (= gusci) di vaniglia e alla cannella [fig.
7] e il citronellale che dà il profumo alla citronella.
Sono chetoni l’acetone usato come solvente per unghie, la canfora
usata come antitarme [fig. 8] e il carvone che dà l’aroma all’anice.
Il nostro corpo produce acetone in alcune malattie, ad esempio il
diabete e nei bambini quando hanno la febbre (si riconosce perché
l’alito sa di frutta).

4. Gli acidi carbossilici – al posto di uno o più atomi di idrogeno c’è


il gruppo funzionale -COOH.
Gli acidi carbossilici sono diffusi in natura. Ad esempio l’acido fig.8–l’alberoCinnamomum
metanoico o formico che è prodotto dalle formiche rosse e si camphora: dal suo legno
trova anche nelle ortiche, l’acido etanoico o acetico che si trova si estrae (= tira fuori) la
nell’aceto e l’acido lattico che si trova nello yogurt e nei formaggi. canfora
Nei formaggi stagionati e nel burro irrancidito (= andato a male)
c’è l’acido butanoico o butirrico e per dare il sapore acidulo alle
caramelle e ai succhi di frutta si usa l’acido tartarico che si trova soprattutto
nell’uva.

5. Gli esteri – si formano per reazione tra un acido carbossilico e un alcool.


Gli esteri sono diffusi in natura. Ad esempio sono esteri le cere, gli aromi della
frutta (ananas, pera e mela), i profumi dei fiori e alcuni feromoni, sostanze emesse
dagli animali per inviare segnali ad altri individui della stessa specie. Sono esteri
anche i grassi animali e gli olii vegetali che quando reagiscono con l’idrossido
di sodio (NaOH) o di potassio (KOH) danno il sapone.

6. Le ammine – si formano dalla ammoniaca, NH3 perché al posto di uno o più


atomi di H ci sono catene di atomi di carbonio.
Le ammine sono diffuse in natura. Ad esempio dalle piante si estraggono (= tira
fuori) il chinino che è un antimalarico e la stricnina che è un potente veleno.
Le ammine hanno un odore molto forte e a volte sono i cattivi odori dei cibi andati
a male, ad esempio la trimetilammina è l’ammina del pesce marcio (= andato a
male).

263
APPROFONDIMENTO CAPITOLO 4

7. I composti eterociclici – sono formati da una o più molecole


cicliche a cinque o a sei atomi in cui ci sono atomi diversi dal
carbonio, cioè l’ossigeno, l’azoto (N) e lo zolfo (S). I composti
eterociclici sono diffusi in natura. Ad esempio il pirrolo che forma
alcuni pigmenti (= molecole colorate) come la clorofilla [fig. 9]
delle piante e l’eme dell’emoglobina, la proteina con cui i globuli
rossi trasportano l’ossigeno. Sono composti eterociclici anche la
nicotina del tabacco, la vitamina B o tiamina, la caffeina del
caffè e la teobromina del cacao.

fig. 9 – la molecola della


clorofilla
LE BIOMOLECOLE

-> Le biomolecole – definizione


Le biomolecole sono composti organici che formano tutti gli esseri viventi (vedi “capitolo
1” di biologia). Sono classificate in quattro gruppi: i carboidrati, i lipidi, le proteine e
gli acidi nucleici.
La biochimica studia la struttura delle biomolecole e le reazioni che fanno nelle cellule,
cioè come le biomolecole interagiscono tra loro e si trasformano. L’insieme di tutte le
reazioni che avvengono nelle cellule è il metabolismo.

-> I gruppi funzionali delle biomolecole


Le biomolecole hanno i gruppi funzionali perché sono composti organici:
• i carboidrati sono detti poliidrossialdeidi o poliidrossichetoni perché hanno il
gruppo funzionale delle aldeidi o dei chetoni e più gruppi degli alcoli;
• i trigliceridi e i fosfolipidi, che sono lipidi, sono fatti dall’alcool glicerolo unito a
tre o a due acidi carbossilici a lunga catena;
• gli aminoacidi che formano le proteine hanno il gruppo degli acidi carbossilici e
quello delle ammine;
• i nucleotidi che formano gli acidi nucleici sono fatti da uno zucchero e da una
base azotata che è un composto eterociclico.

264
ESERCIZI CAPITOLO 4
ESERCIZI DEL CAPITOLO 4

J 1. Cerca nel capitolo le definizioni di:


soluzione, concentrazione, equilibrio chimico, acidi e basi, pH.
Scrivi le definizioni sul tuo quaderno di scienze.

J 2. Guarda la figura della scala di pH sul libro e scrivi i nomi delle sue parti.

J 3. Completa le seguenti frasi:


a. In una soluzione ci sono il ………………………………. che è la sostanza che si scioglie e il
……………………………………..che è la sostanza che scioglie.
b. Un solvente polare scioglie le sostanze …………………..un solvente non
polare scioglie le sostanze ………………………………. perché la regola dice
«………………………………………………………………….».
c. Quando la costante di equilibrio è ……………………..vuol dire che ci sono più
………………………….e quando è ……………………… vuol dire che ci sono più
…………………….
d. Quando una soluzione ha tanti OH– è …………………….., quando ha tanti H+ è
……………………….. quando H+ e OH– sono in quantità uguale è ……………………

265
JJ 4. Segna le affermazioni vere e le affermazioni false: V F
a. Una soluzione è un miscuglio omogeneo o o
b. Le sostanze che ci sono in una soluzione si vedono o o
c. Le sostanze polari si sciolgono solo nei solventi polari o o
d. Una reazione è all’equilibrio quando va fino alla fine o o
e. Gli acidi liberano in soluzione ioni OH– o o
f. La soluzione è basica quando il pH è minore di 7 o o

JJ 5. Per ogni parola della colonna A scegli la definizione adatta della colonna B:
COLONNA A COLONNA B
1. percento in peso a. mL di soluto in 100 mL di soluzione
2. percento in volume b. mg di soluto in un kg di soluzione
3. percento peso/volume c. g di soluto in 100 g di soluzione
4. parti per milione d. g di soluto in 100 mL di soluzione

JJ 6. Scegli la risposta corretta per completare le seguenti frasi:


a. Una soluzione è fatta da
o un solvente e un soluto o un solvente e più soluti
o più solventi e un soluto o più solventi e più soluti
b. La solubilità di una sostanza dipende da:
o polarità della sua molecola o grandezza della sua molecola
o temperatura della soluzione o concentrazione della soluzione
c. una reazione è all’equilibrio quando le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti:
o sono uguali o è di più quella dei prodotti
o non cambiano o è di più quella dei reagenti
d. Il pH di una soluzione misura:
o il volume o la acidità o la temperatura o la concentrazione

JJJ 7. Correggi le affermazioni false dell’esercizio 4 e scrivile corrette sul tuo


quaderno di scienze.

266
JJJ 8. Trova l’affermazione che non vale (= che non va bene) per la soluzione e
scrivi il perché sul tuo quaderno di scienze:
a. il soluto è la sostanza presente in minore quantità
b. il solvente è la sostanza presente in maggiore quantità
c. la composizione è definita e costante
d. la concentrazione è la quantità di solvente che c’è in una soluzione

JJJ 9. Sul tuo quaderno di scienze scrivi con le tue parole:


a. Il significato della regola «simile scioglie simile».
b. Che cos’è la concentrazione e come si misura.
c. I fattori che influenzano l’equilibrio di una soluzione.
d. Che cos’è il pH e come si misura.

ESERCIZI DELL’APPROFONDIMENTO 4
JJ 10. Completa le seguenti frasi:
a. Gli atomi di carbonio si legano a formare ………………………………che sono di 3 tipi:
……………………………, ……………………………. e …………………………………..
b. Gli idrocarburi sono fatti solo da ………………………..e……………………………… I saturi si
chiamano …………………., gli insaturi ……………………..e……………………..Il terzo gruppo
è quello degli ……………………………….
c. Tutti gli esseri viventi sono formati dalle…………………………….La scienza che studia
questi composti organici è la ………………………………….
d. Tutti i composti organici fatti da atomi di carbonio legati a atomi di idrogeno e a atomi diversi
dall’idrogeno sono ……………………… …………… ………………………

JJJ 11. Sul tuo quaderno di scienze, con le tue parole, rispondi alle seguenti domande:
a. Che cos’è il gruppo funzionale? Che proprietà dà ai composti?
b. Qual è la differenza tra idrocarburi saturi e insaturi?
c. Come sono fatti i composti eterociclici?
d. Che cos’è il metabolismo?

JJJJ 12. Sul tuo quaderno di scienze:


a. Fai una piccola ricerca sulle plastiche.
b. Cerca in internet notizie su come si producono i saponi.
c. Vai al capitolo 1 di biologia e studia o ripassa le biomolecole.
d. Cerca in internet esempi di leghe metalliche e come l’uomo le usa o le ha usate nel passato.

267
MAPPE DI SCIENZE
DELLA TERRA

INDICE:

L’UNIVERSO p. 269
IL SISTEMA SOLARE p. 270
LE STELLE p. 271
L’ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO p. 272
I MOVIMENTI DELLA TERRA p. 273
LA LUNA p. 274
I MINERALI E LE ROCCE p. 275
I VULCANI E I TERREMOTI p. 276
LA STRUTTURA DELLA TERRA p. 277
LA ATMOSFERA p. 278
LA IDROSFERA p. 279

268
L’UNIVERSO È FATTO DA MATERIA1.
SI È FORMATO (= NATO) 15 MILIARDI OGNI GIORNO DIVENTA SEMPRE PIÙ
LA MATERIA FORMA GLI OGGETTI DI ANNI FA CON UNA ESPLOSIONE GRANDE
CELESTI (= DEL CIELO) CHE SI CHIAMA BIG BANG
PER ESEMPIO NON SI CONOSCE LA SUA FINE
LE GALASSIE, LE NEBULOSE, LE STELLE
E I PIANETI

1. LA MATERIA FORMA TUTTE LE SOSTANZE CHE L’ANNO LUCE È UN RIGHELLO LUNGO


CI SONO INTORNO A NOI 9500 MILIARDI DI CHILOMETRI.
L’UNIVERSO
L’ANNO LUCE SERVE PER MISURARE
LE DISTANZE TRA LA TERRA E I
CORPI CELESTI

NOI OSSERVIAMO (= GUARDIAMO)


MOLTI OGGETTI CELESTI EMETTONO
GLI OGGETTI CELESTI CON I
(= FANNO USCIRE) RADIAZIONI2
TELESCOPI

I TELESCOPI VEDONO GLI OGGETTI


CELESTI PERCHÈ RACCOLGONO
2. RADIAZIONI PER ESEMPIO LA LUCE, I LE LORO RADIAZIONI E FORMANO
RAGGI X E ULTRAVIOLETTI, LE ONDE RADIO
L’IMMAGINE
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

269
IL SISTEMA SOLARE
SI È FORMATO (= NATO) 4,5 MILIARDI
DI ANNI FA DA UNA NEBULOSA1
IL SOLE È UNA STELLA.
1. LA NEBULOSA È UN OGGETTO CELESTE È FATTO DA DUE GAS: L’IDROGENO E
FATTA DA GAS FREDDI L’ELIO
HA UNA SUPERFICIE DI COLORE
GIALLO CHE HA UNA TEMPERATURA
A VOLTE CI SONO ALTRI CORPI:
DI 6000 °C. SULLA SUPERFICIE CI
LE COMETE CHE ARRIVANO DA
SONO DELLE MACCHIE NERE
UNA ZONA ESTERNA AL SISTEMA
SOLARE. VICINO AL SOLE SI È FATTO DAL SOLE, DAI PIANETI, DAI IL NUCLEO (= CENTRO) È MOLTO
SCALDANO E HANNO LA CODA. SATELLITI E DAGLI ASTEROIDI CALDO, 15 MILIONI DI GRADI.
NEL NUCLEO CI SONO LE REAZIONI
LE METEORITI SONO CORPI
CHE PRODUCONO (= FANNO)
ROCCIOSI E QUANDO ENTRANO
ENERGIA2.
NELL’ATMOSFERA DELLA TERRA
L’ENERGIA ARRIVA SULLA TERRA
BRUCIANO E FANNO UNA SCIA
I PIANETI SONO DI 2 TIPI: COME LUCE E CALORE
LUMINOSA
I PIANETI INTERNI: MERCURIO, VENERE,
2. L’ENERGIA È LA CAPACITÀ CHE HA UN
TERRA E MARTE. SONO VICINI AL SOLE
CORPO DI FARE UN LAVORO
GLI ASTEROIDI SONO CORPI ROC- E SONO PICCOLI
CIOSI E SI TROVANO TRA MARTE E I PIANETI ESTERNI: GIOVE, SATURNO,
GIOVE URANO E NETTUNO. SONO LONTANI
DAL SOLE E SONO GRANDI
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

I SATELLITI GIRANO INTRONO AI


PIANETI, PER ESEMPIO LA LUNA È IL
SATELLITE DELLA TERRA. I PIANETI
ESTERNI HANNO MOLTI SATELLITI
PLUTONE È UN PIANETA NANO E È IL
PIANETA PIU’ LONTANO DAL SOLE

270
TANTE STELLE INSIEME FORMANO NASCONO NELLE NEBULOSE CHE
SI TROVANO NELL’UNIVERSO UNA GALASSIA SONO FATTE DA GAS FREDDI

LE STELLE SONO FATTE DA DUE


GAS: L’IDROGENO E L’ELIO

IL NUCLEO (= CENTRO) È MOLTO


CALDO, 15 MILIONI DI GRADI.
NEL NUCLEO CI SONO LE REAZIONI
CHE PRODUCONO (= FANNO) LE STELLE
ENERGIA1

L’ENERGIA ESCE DALLA STELLA


COME RADIAZIONI2 CI SONO STELLE DI COLORE BLU,
GLI UOMINI HANNO FATTO DEI
BIANCO, GIALLO, ARANCIONE E
DISEGNI CON LE STELLE CHE SI
1. RADIAZIONI PER ESEMPIO LA LUCE, I ROSSO, AD ESEMPIO IL SOLE È UNA
CHIAMANO COSTELLAZIONI
RAGGI X E ULTRAVIOLETTI, LE ONDE RADIO STELLA GIALLO-ARANCIONE
2. RADIAZIONI AD ESEMPIO LA LUCE, I RAGGI
X E ULTRAVIOLETTI, LE ONDE RADIO LE COSTELLAZIONI SERVONO PER
IL COLORE INDICA LA TEMPERATURA
L’ORIENTAMENTO (= SAPERE DOVE
DELLA SUPERFICIE: LE STELLE BLU
SEI)
SONO PIU' CALDE LE STELLE ROSSE
PIU’ FREDDE
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

271
L’ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO LE MISURE DEL TEMPO SONO:
SERVE PER SAPERE DOVE TI TROVI IL GIORNO CHE DURA 24 ORE
L’ANNO CHE DURA 365 GIORNI
E PER TROVARE UN LUOGO SULLA
CARTA GEOGRAFICA PER CALCOLARE LE ORE SULLA
TERRA CI SONO I FUSI ORARI.
L’ORIENTAMENTO I FUSI ORARI SONO 24 COME LE ORE.
NELLO SPAZIO E NEL IL TUO PAESE HA UN SUO FUSO.
RISPETTO AL DOVE TI TROVI I PAESI
TEMPO VERSO EST HANNO ORE IN PIU’ E I
PAESI VERSO OVEST HANNO ORE IN
MENO
PER L’ORIENTAMENTO HAI
BISOGNO DEI PUNTI CARDINALI LA CARTA GEOGRAFICA HA I CON I PUNTI CARDINALI, I
PARALLELI (RIGHE ORIZZONTALI) E I PARALLELI E I MERIDIANI TROVI LE
I PUNTI CARDINALI SONO: NORD, MERIDIANI (RIGHE VERTICALI) COORDINATE CHE SI CHIAMANO
EST, SUD, OVEST LATITUDINE E LONGITUDINE
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

L’EQUATORE È UN PARALLELO
GREENWICH È UN MERIDIANO L’INCONTRO DELLE 2 COORDINATE È
IL LUOGO CHE CERCHI

272
LA TERRA È UN PIANETA E HA 2
LA FORMA DELLA TERRA È UNA MOVIMENTI:
SFERA SCHIACCIATA AI POLI LA ROTAZIONE INTORNO AL SUO
ASSE, CIOÈ SU SÈ STESSA
LA RIVOLUZIONE INTORNO AL SOLE

I MOVIMENTI DELLA
TERRA

LE STAGIONI SONO:
INVERNO, PRIMAVERA, ESTATE E
AUTUNNO
LA RIVOLUZIONE DURA CIRCA 365
L’EQUINOZIO È IL PRIMO GIORNO DI GIORNI E CORRISPONDE ALL’ ANNO
PRIMAVERA E DI AUTUNNO: IL DI’ E
LA NOTTE DURANO 12 ORE IN TUTTI I LA TERRA GIRA CON L’ASSE LA ROTAZIONE DURA CIRCA 24
LUOGHI DELLA TERRA INCLINATO E QUESTO CAUSA LE ORE (23 ORE 56 MINUTI 4 SECONDI)
STAGIONI E CORRISPONDE AL GIORNO
IL SOSTIZIO ESTIVO È IL PRIMO
GIORNO DI ESTATE: IL DI’ E IL PIU’ IN UN GIORNO CI SONO IL DÌ (LA
LUNGO E LA NOTTE È LA PIU’ CORTA LUCE) E LA NOTTE (IL BUIO)
DI TUTTO L’ANNO
IL SOLSTIZIO DI INVERNO È IL PRIMO LA TERRA GIRA DA OVEST A EST:
GIORNO DI INVERNO: IL DI’ E IL PIU’ PER QUESTO QUANDO GUARDI IL
CORTO E LA NOTTE È LA PIU’ LUNGA CIELO IL SOLE, LA LUNA E LE STELLE
DI TUTTO L’ANNO SORGONO (= SALGONO) A EST E
TRAMONTANO (= SCENDONO) A
OVEST
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

273
LA LUNA GIRA INTORNO ALLA TERRA IN 27 GIORNI LA LUNA NON HA L’ATMOSFERA E IL CIELO È NERO
(RIVOLUZIONE) E SU SÈ STESSA IN 27 GIORNI (ROTAZIONE) SULLA LUNA NON C’ È L’ACQUA
LA TEMPERATURA SULLA LUNA È -150 °C LA NOTTE (IL
NOI VEDIAMO SEMPRE LA STESSA FACCIA DELLA LUNA BUIO) E + 150 °C IL DÌ (LA LUCE)
LA LUNA
LA LUNA FA LE ECLISSI CON LA
TERRA E IL SOLE
L’ECLISSE DI SOLE:
NOI VEDIAMO LA LUNA PERCHÉ IL LA LUNA È NUOVA E PASSA DAVANTI
LA SUPERFICIE DELLA LUNA HA: SOLE LA ILLUMINA AL SOLE, DALLA TERRA NON SI VEDE
I MARI CHE SONO LE ZONE PIATTE E PIÙ IL SOLE
SCURE LA LUNA HA LE FASI, CIOÈ POSIZIONI
GLI ALTIPIANI CHE SONO LE ZONE DIVERSE RISPETTO ALLA TERRA E AL L’ECLISSE DI LUNA:
ALTE E CHIARE SOLE PERCHÉ FA LA RIVOLUZIONE LA LUNA È PIENA E LA TERRA PASSA
I CRATERI CHE SONO BUCHI FATTI LE FASI SONO: LUNA NUOVA, PRIMO DAVANTI ALLA, DALLA TERRA NON SI
DALLA CADUTA DI CORPI ROCCIOSI QUARTO, LUNA PIENA, ULTIMO VEDE PIÙ LA LUNA
O DAI VULCANI QUARTO
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

274
I MINERALI SONO DEI COMPOSTI1 CHIMICI
I MINERALI FORMANO LE ROCCE FORMANO LA SUPERFICIE
1. IL COMPOSTO È UNA SOSTANZA FATTA DA DUE O PIU’ ATOMI LE ROCCE E L’INTERNO DELLA TERRA
DIVERSI LEGATI INSIEME, AD ESEMPIO L’ACQUA (H2O) E L’ANIDRIDE
CARBONICA (CO2)

I MINERALI E LE ROCCE

CI SONO 3 TIPI DI ROCCE:

LE ROCCE MAGMATICHE SI FORMANO PERCHÈ IL MAGMA2 SI


I MINERALI HANNO UN COLORE E RAFFREDDA IN SUPERFICIE O SOTTOTERRA
UNA FORMA PRECISA.
LA FORMA FA RICONOSCERE IL
MINERALE

LE ROCCE SEDIMENTARIE SI FORMANO PERCHÈ I DETRITI3 SI


UNISCONO

LE ROCCE METAMORFICHE SI FORMANO PERCHÉ LA


ALCUNI MINERALI SONO PREZIOSI TEMPERATURA E LA PRESSIONE SOTTOTERRA CAMBIANO LA
AD ESEMPIO IL DIAMANTE FORMA ALLE ROCCE

I MINERALI NASCONO SOTTOTERRA


E CI VUOLE MOLTO TEMPO 2. IL MAGMA È UN INSIEME DI MINERALI FUSI (= SCIOLTI) E GAS AD ALTA
TEMPERATURA
3. I DETRITI SONO PICCOLI PEZZI DI ROCCIA
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

275
I VULCANI SONO SPACCATURE =
I TERREMOTI LIBERANO TANTA ENERGIA
(GRANDI BUCHI) DA CUI ESCE IL
MAGMA CHE È SOTTOTERRA
L’ENERGIA HA LA FORMA DI ONDE CHE FANNO TREMARE
IL SUOLO, CIOÈ CI SONO LE SCOSSE
IL MAGMA È FATTO DA MINERALI
FUSI (= SCIOLTI) E DA GAS AD ALTA
L’IPOCENTRO È IL PUNTO SOTTO TERRA DA CUI LE ONDE
TEMPERATURA
PARTONO IN SUPERFICIE, SOPRA ALL’IPOCENTRO, C’È
L’EPICENTRO
IL MAGMA QUANDO ESCE DAL
VULCANO PERDE I GAS E SI CHIAMA
LAVA
I VULCANI E I TERREMOTI
ALCUNI VULCANI HANNO LA
FORMA DI UNA MONTAGNA CON
L’APERTURA IN CIMA CHE SI CHIAMA CI SONO 2 TIPI ONDE:
CRATERE E UN CONDOTTO DA CUI LE ONDE P CHE MUOVONO IL SUOLO
ESCE IL MAGMA AVANTI E INDIETRO
L’ERUZIONE VULCANICA È L’USCITA
LE ONDE S CHE MUOVONO IL SUOLO
DEL MAGMA DAL VULCANO
SU E GIÙ
CI SONO 2 TIPI DI ERUZIONE:
IL SISMOGRAFO
LA EFFUSIVA QUANDO LA LAVA
MISURA LA
SCORRE COME UN FIUME
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

GRANDEZZA
LA ESPLOSIVA QUANDO LA
DELLE ONDE
PRESSIONE DEI GAS È ALTA: DAL
VULCANO ESCONO IN MODO
LA FORZA DI UN TERREMOTO
VIOLENTO PEZZI DI ROCCIA, CENERE
DIPENDE DALLA SUA ENERGIA.
E GAS
LA SCALA RICHTER MISURA
L’ENERGIA
ALCUNI VULCANI QUANDO NON
LA SCALA MERCALLI MISURA I
SONO PIÙ ATTIVI DIVENTANO DEI
DANNI CHE FANNO LE SCOSSE
GAYSERS

276
MAPPE

LE ROCCE FORMANO LA SUPERFICIE E L’INTERNO DELLA TERRA

LA STRUTTURA DELLA TERRA

LA LITOSFERA È FATTA DALLA CROSTA E DA UNA PARTE


DEL MANTELLO
LA TERRA È FATTA DA 4 PARTI:
LA LITOSFERA È DIVISA IN PLACCHE COME UN PUZZLE
IL NUCLEO INTERNO E IL NUCLEO ESTERNO CHE
SONO AL CENTRO
I BORDI DELLE PLACCHE SONO UNITI
LUNGO I BORDI CI SONO LE DORSALI CHE SONO DELLE
IL MANTELLO
CATENE MONTUOSE E LE FOSSE CHE SONO BUCHE
PROFONDE
LA CROSTA CHE È LA SUPERFICIE DELLA TERRA E
FORMA I CONTINENTI E IL FONDO DEGLI OCEANI
LE PLACCHE SI
SPOSTANO E
NELLE DORSALI E
NELLE FOSSE CI
SONO VULCANI E
TERREMOTI
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

277
IL CALORE DELLA TERRA, L’ANDRIDE CARBONICA E IL
È FATTA DA GAS, AD ESEMPIO L’OSSIGENO, L’ANDRIDE VAPORE ACQUEO (L’ACQUA IN FORMA DI GAS) FANNO
CARBONICA, L’AZOTO, L’OZONO E CIRCONDA (= STA INTORNO) L’EFFETTO SERRA.
LA TERRA L’EFFETTO SERRA DA’ ALLA TERRA LA TEMPERATURA
GIUSTA PER LA VITA E L’ACQUA LIQUIDA
LA ATMOSFERA
I VENTI SONO MASSE (= GRANDI QUANTITA’) DI ARIA CHE
SI SPOSTANO DA ZONE DI ALTA PRESSIONE1 A ZONE DI
BASSA PRESSIONE NELLA TROPOSFERA
L’UMIDITÀ È QUANTO VAPORE ACQUEO C’È NELL’ARIA.
È FATTA DA STRATI: QUANDO IL VAPORE ACQUEO CONDENSA, CIOÈ DIVENTA
LA TROPOSFERA, CHE SI CHIAMA ACQUA SI FORMA LA NEBBIA VICINO AL SUOLO E LA
ANCHE ARIA, VICINA ALLA TERRA RUGIADA SUL SUOLO
E HA L’OSSIGENO E L’ANIDRIDE QUANDO IL VAPORE ACQUEO BRINA CIOÈ DIVENTA
CARBONICA GHIACCIO SI FORMA LA BRINA SUL SUOLO
NELLA TROPOSFERA C’È LA VITA
E CI SONO I VENTI, LE NUVOLE E PICCOLE GOCCE DI ACQUA E AGHI DI GHIACCIO FANNO LE
LE PRECIPITAZIONI NUVOLE O NUBI.
LE NUBI SI FORMANO NELLA TROPOSFERA QUANDO IL
LA STRATOSFERA HA L’OZONO VAPORE CHE C’È IN UNA MASSA DI ARIA CONDENSA O
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

CHE ASSORBE I RAGGI U.V. DEL BRINA.


SOLE L’ACQUA DELLE NUBI QUANDO SCENDE FA’ LE
PRECIPITAZIONI, CIOÈ LA PIOGGIA E LA NEVE.
LA TERMOSFERA IN CUI CI SONO QUANDO LA PIOGGIA È FORTE SI HA IL TEMPORALE CON I
LE AURORE POLARI FULMINI E I TUONI.
LA GRANDINE È LA PRECIPITAZIONE DEL TEMPORALE
LA IONOSFERA CHE RIFLETTE
1. LA PRESSIONE ATMOSFERICA È LA FORZA CHE L’ARIA ESERCITA SU
LE ONDE RADIO PER LE OGNI PUNTO DELLA SUPERFICIE TERRESTRE PERCHÉ L’ARIA HA UN
COMUNICAZIONI PESO

278
L’ACQUA HA I SALI, AD ESEMPIO IL CLORURO DI SODIO (IL
SALE DA CUCINA): SI DICE “SALATA” QUANDO NE HA TANTI,
L’IDROSFERA È TUTTA L’ACQUA DELLA TERRA
CIRCA 35 GRAMMI PER LITRO E “DOLCE” QUANDO NE HA
POCHI, CIRCA 0,2 GRAMMI PER LITRO

LA IDROSFERA

SI DIVIDE IN:

GLI OCEANI SONO MASSE DI ACQUA GRANDI


E PROFONDE. GLI OCEANI SONO TRA LORO
COLLEGATI.
I MARI SONO MASSE PIU’ PICCOLE E MENO
PROFONDE I GHIACCIAI DELLE CALOTTE POLARI E DELLE
MONTAGNE. ESSI SONO GRANDI MASSE (=
L’ACQUA DEGLI OCEANI E DEI MARI HA 3 GRANDI QUANTITA’) DI GHIACCIO IN MOVIMENTO
MOVIMENTI:
LE ONDE CHE NASCONO QUANDO IL VENTO COLPISCE LA SUPERFICIE LE FALDE SONO ACQUA CHE STA SOTTOTERRA
DELL’ACQUA E LE CEDE ENERGIA E FORMA UNA SORGENTE QUANDO SALE IN
SUPERFICIE
LE MAREE CHE SONO ALTE QUANDO L’ACQUA SALE E BASSE QUANDO
L’ACQUA SCENDE. I FIUMI SONO ACQUA CHE SCORRE DALLA
IN UN GIORNO UN LUOGO DELLA TERRA HA 2 ALTE E 2 BASSE MAREE. SORGENTE ALLA FOCE DOVE IL FIUME ENTRA
LE MAREE CI SONO PER L’ATTRAZIONE DELLA LUNA E PER LA ROTAZIONE MEL MARE O IN UN ALTRO FIUME O IN UN LAGO
DELLA TERRA
I LAGHI SONO MASSE DI ACQUA IN UNA BUCA.
LE CORRENTI CHE SONO CALDE, AD ESEMPIO LA CORRENTE DEL GOLFO, E L’ACQUA ARRIVA NEL LAGO DA UN FIUME O DA
FREDDE, AD ESEMPIO LA CORRENTE DEL LABRADOR. UNA FALDA E ESCE DAL LAGO COME FIUME O
LE CORRENTI INFLUENZANO IL CLIMA DELLE COSTE E TRASPORANO IL COME FALDA
PLANCTON CHE È IL CIBO DI MOLTI ANIMALI MARINI
MAPPE DI SCIENZE DELLA TERRA

279
MAPPE DI BIOLOGIA

INDICE:

GLI ESSERI VIVENTI p.281


LE BIOMOLECOLE p.282
L’ORIGINE DELLA VITA SULLA TERRA p.283
LE CELLULE p.284
IL METABOLISMO CELLULARE p.285
IL CICLO CELLULARE E LA DIVISIONE CELLULARE p.286
I TESSUTI UMANI p.287
GLI APPARATI CIRCOLATORIO, RESPIRATORIO, DIGERENTE p.288
L’APPARATO URINARIO, I SISTEMI LINFATICO E IMMUNITARIO p.289
GLI APPARATI RIPRODUTTORI MASCHILE E FEMMINILE p.290
L’APPARATO ENDOCRINO, IL SISTEMA NERVOSO p.291

280
GLI ESSERI VIVENTI ABITANO IL LORO CORPO CONSUMANO (= USANO) MATERIA1 E ENERGIA2
IL PIANETA TERRA CONTIENE ACQUA
NASCONO, CRESCONO E QUANDO SONO GRANDI
FANNO I FIGLI

1. LA MATERIA FORMA TUTTE LE SOSTANZE CHE CI SONO


NELL’UNIVERSO
2. L’ENERGIA È LA CAPACITÀ CHE HA UN CORPO DI FARE UN
GLI ESSERI VIVENTI LAVORO

IL LORO CORPO È FATTO DA TANTE CELLULE


SI DIVIDONO IN: CHE FANNO TUTTE LE FUNZIONI (= LAVORANO)
PER VIVERE

ESSERI MOLTO PICCOLI FATTI DA UNA SOLA CELLULA


PER ESEMPIO I BATTERI

ESSERI FATTI DA TANTE CELLULE:


LE PIANTE
I FUNGHI
GLI ANIMALI NELLE CELLULE C’È IL DNA CHE CONTIENE
(= HA) TUTTE LE INFORMAZIONI
L’UOMO FA PARTE DEGLI ANIMALI
CHE SERVONO AL CORPO PER
FUNZIONARE

LE CELLULE SONO PICCOLE


E SI VEDONO SOLO CON IL
MICROSCOPIO
MAPPE DI BIOLOGIA

281
SONO GRANDI MOLECOLE CHE SONO MOLECOLE COMPOSTE (= FATTE) DA
SONO MOLECOLE CHE
FORMANO LE CELLULE4 DEGLI ESSERI TANTI ATOMI2 DI CARBONIO (C)
SERVONO ALLE CELLULE
VIVENTI, AD ESEMPIO LE PIANTE E GLI
DEGLI ESSERI VIVENTI 2. L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI UNA SOSTANZA
ANIMALI
LE BIOMOLECOLE1
1. LE MOLECOLE SONO COMPOSTI CHIMICI FATTI DA ATOMI UNITI TRA LORO,
AD ESEMPIO L’ACQUA.
LE BIOMOLECOLE SONO LE MOLECOLE DEGLI ESSERI VIVENTI
SI DIVIDONO IN:
I CARBOIDRATI CHE SI CHIAMANO ANCHE ZUCCHERI
I LIPIDI CHE SI CHIAMANO ANCHE GRASSI
LE PROTEINE
IL DNA
I CARBOIDRATI EI LIPIDI DANNO ENERGIA3 ALLE CELLULE
I CARBOIDRATI, I LIPIDI E LE PROTEINE SERVONO A FORMARE LE
STRUTTURE DELLE CELLULE
MAPPE DI BIOLOGIA

4. LE CELLULE FORMANO TUTTI GLI ESSERI IL DNA HA LE INFORMAZIONI PER FAR FUNZIONARE LE CELLULE
VIVENTI.
LE CELLULE SONO CAPACI DI NUTRIRSI,
CRESCERE E RIPRODURSI 3. L’ENERGIA È LA CAPACITÀ CHE HA UN CORPO DI FARE UN LAVORO

282
LA TERRA È UN PIANETA ADATTO ALLA VITA LA TERRA SI FORMA 4,5 MILIARDI DI ANNI FA
PERCHÉ HA: LE ROCCE FORMANO LA SUPERFICIE E L’ACQUA GLI OCEANI E I
L’ATMOSFERA CON L’OSSIGENO, MARI
LA TEMPERATURA GIUSTA E L’ACQUA
LE STAGIONI

L’ORIGINE DELLA VITA SULLA TERRA


4,0 MILIARDI DI ANNI FA NELL’ACQUA
CI SONO LE MOLECOLE1 DELLA VITA:
ZUCCHERI E GRASSI, I MATTONI DELLE
PROTEINE2 E DEL DNA3
I PRIMI ESSERI VIVENTI:
SONO UNICELLULARI, CIOÈ FATTI DA UNA SOLA
LE PRIME CELLULE SONO QUESTE
CELLULA SEMPLICE, AD ESEMPIO I BATTERI E I LIEVITI
MOLECOLE UNITE E SONO CAPACI DI SONO ETEROTROFI, CIOÈ NON SONO CAPACI DI
NUTRIRSI, CRESCERE E RIPRODURSI PRODURRE IL CIBO MA DEVONO CERCARLO
VIVONO SENZA OSSIGENO
LE CELLULE FORMANO TUTTI GLI ESSERI 2,5 MILIARDI DI ANNI FA ALCUNI UNICELLULARI SONO
VIVENTI AUTOTROFI CIOÈ SONO CAPACI DI PRODURRE IL CIBO

1,5 MILIARDI DI ANNI FA NELL’ATMOSFERA C’È L’OSSIGENO CHE SERVE ALLE


1. LE MOLECOLE SONO COMPOSTI CHIMICI FATTI DA CELLULE PER DIVENTARE PIU’ GRANDI: GLI UNICELLULARI HANNO CELLULE
ATOMI UNITI TRA LORO, AD ESEMPIO L’ACQUA COMPLESSE

2. LE PROTEINE SONO MOLECOLE CHE SERVONO A 1 MILIARDO DI ANNI FA CI SONO ESSERI VIVENTI PLURICELLULARI, CIOÈ FATTI
FORMARE LE STRUTTURE DELLE CELLULE DA TANTE CELLULE COMPLESSE
3. IL DNA È UNA MOLECOLA CHE CONTIENE (= HA)
TUTTE LE INFORMAZIONI CHE SERVONO ALLE DA QUESTI ESSERI VIVENTI L’EVOLUZIONE (= CAMBIAMENTO) HA FORMATO TUTTI
CELLULE PER FUNZIONARE GLI ESSERI VIVENTI CHE CI SONO SULLA TERRA
MAPPE DI BIOLOGIA

283
LE CELLULE FORMANO TUTTI GLI ESSERI VIVENTI
SONO CAPACI DI NUTRIRSI, CRESCERE
ALCUNI HANNO UNA SOLA CELLULA
E RIPRODURSI
ALTRI HANNO TANTE CELLULE
LE CELLULE TUTTE LE CELLULE HANNO:
SONO
INTORNO: LA MEMBRANA PER FAR
PICCOLE E SI VEDONO
ENTRARE E USCIRE LE SOSTANZE E
SOLO CON IL MICROSCOPIO
PROTEGGERE LA CELLULA
DENTRO:
IL CITOPLASMA FATTO DA SOSTANZE
E ACQUA,
CI SONO 2 TIPI DI CELLULE:
GLI ORGANULI CHE FANNO LE
REAZIONI,
IL DNA CHE CONTIENE (= HA) TUTTE
LE PROCARIOTI, CELLULE SEMPLICI CHE HANNO SOLO I RIBOSOMI, GLI ORGANULI
LE INFORMAZIONI CHE SERVONO PER
CHE FANNO LE PROTEINE1. I BATTERI HANNO QUESTE CELLULE
FAR FUNZIONARE LE CELLULE
LE EUCARIOTI, CELLULE COMPLESSE (= COMPLICATE) CON IL DNA DENTRO AL
NUCLEO E TANTI ORGANULI, AD ESEMPIO I RIBOSOMI E I MITOCONDRI.
I MITOCONDRI PRODUCONO (= FANNO) ENERGIA CHE LA CELLULA USA PER FARE LE
REAZIONI
LA CELLULA EUCARIOTE È LA CELLULA DEGLI ESSERI VIVENTI ANIMALI, VEGETALI E
MAPPE DI BIOLOGIA

FUNGHI
1. LE PROTEINE SERVONO A FORMARE LE STRUTTURE DELLE CELLULE. LE PROTEINE SONO
MOLECOLE, CIOÈ COMPOSTI CHIMICI FATTI DA ATOMI UNITI TRA LORO.

284
TUTTI GLI ESSERI VIVENTI SONO FATTI DA CELLULE IL METABOLISMO SERVE A TUTTE LE CELLULE PER:
CHE FANNO TUTTE LE FUNZIONI (= LAVORANO) PER SMONTARE LE MOLECOLE1 DEL CIBO PER AVERE ENERGIA2,
VIVERE USARE L’ENERGIA PER COSTRUIRE LE MOLECOLE CHE
IL METABOLISMO È L’INSIEME DELLE REAZIONI SERVONO ALLA CELLULA

1. LE MOLECOLE SONO COMPOSTI CHIMICI FATTI DA ATOMI UNITI TRA LORO,


AD ESEMPIO L’ACQUA
2. L’ENERGIA È LA CAPACITÀ CHE HA UN CORPO DI FARE UN LAVORO
IL METABOLISMO
CELLULARE

LE PIANTE FANNO ANCHE LA FOTOSINTESI:


CON LA LUCE DEL SOLE PRODUCONO L’ATP LA RESPIRAZIONE CELLULARE È L’INSIEME DELLE REAZIONI
L’ATP SERVE PER FARE LE MOLECOLE DI ZUCCHERI CHE PRODUCE (= FA) ENERGIA DAGLI ZUCCHERI DEL CIBO

PER FARE LA FOTOSINTESI LA CELLULA HA BISOGNO L’ENERGIA VIENE TRASPORTATA NELLA CELLULA DA UNA
DI ACQUA E ANIDRIDE CARBONICA MOLECOLA CHE SI CHIAMA ATP

NELLA FOTOSINTESI LA CELLULA ELIMINA OSSIGENO PER FARE LA RESPIRAZIONE LA CELLULA HA BISOGNO DI
OSSIGENO

GLI ANIMALI E LE PIANTE HANNO BISOGNO GLI UNI NELLA RESPIRAZIONE LA CELLULA ELIMINA ANIDRIDE
DELLE ALTRE CARBONICA E ACQUA

GLI ANIMALI FANNO LA RESPIRAZIONE CELLULARE


ALCUNI ESSERI VIVENTI VIVONO SENZA OSSIGENO: FANNO
SOLO UNA PARTE DI RESPIRAZIONE SEGUITA DALLA
FERMETAZIONE AD ESEMPIO I LIEVITI (VINO E PASTA DEL PANE)
MAPPE DI BIOLOGIA

285
IL CICLO CELLULARE È LA VITA DI UNA CELLULA1 DA ALCUNE CELLULE SI DIVIDONO SPESSO, AD ESEMPIO
QUANDO NASCE A QUANDO SI DIVIDE IN 2 NUOVE QUELLE DELLA PELLE
CELLULE ALCUNE CELLULE SI DIVIDONO SOLO SE C’È
BISOGNO, AD ESEMPIO QUELLE DEL FEGATO
1. LE CELLULE FORMANO TUTTI GLI ESSERI VIVENTI
ALCUNE CELLULE NON SI DIVIDONO, AD ESEMPIO
I NEURONI CHE SONO LE CELLULE DEL SISTEMA
NERVOSO
IL CICLO CELLULARE E LA
DIVISIONE CELLULARE
LA DIVISIONE CELLULARE SERVE:
IL CICLO È FATTO DA FASI: NEGLI ESSERI VIVENTI FATTI DA UNA CELLULA, AD
1. LA CELLULA CRESCE E FA LE SUE ESEMPIO I BATTERI, PER LA RIPRODUZIONE (= FARE
FUNZIONI LA DIVISIONE NUOVI ESSERI)
2. LA CELLULA SI PREPARA ALLA CELLULARE È QUANDO
DIVISIONE E FA 2 COPIE DEL SUO UNA CELLULA SI NEGLI ESSERI VIVENTI FATTI DA TANTE CELLULE, AD
DNA DIVIDE IN 2 CELLULE ESEMPIO GLI UOMINI, PER FARE NUOVE CELLULE
3. LA CELLULA SI DIVIDE IN 2 CELLULE (AD ESEMPIO PER RIPARARE UNA FERITA O PER
LA MITOSI È LA FASE ALLUNGARE LE OSSA)
DELLA DIVISIONE IN
CUI LE 2 COPIE DEL
DNA DELLA CELLULA
LA DIVISIONE NON È LA MORTE DELLA CELLULA
SI SEPARANO
PERCHÈ SI È DIVISA IN 2 CELLULE IDENTICHE A LEI
MAPPE DI BIOLOGIA

LE 2 CELLULE SONO
LA CELLULA MUORE QUANDO:
IDENTICHE PERCHÈ
C’È UN DANNO, C’È UNA MALATTIA O NON HA CIBO, È
HANNO 1 COPIA
VECCHIA E IL DNA È DANNEGGIATO (= ROTTO)
DELLO STESSO DNA

286
SONO UN INSIEME DI CELLULE1 CHE SVOLGONO (= NERVOSO CHE FORMA
FANNO) UNA FUNZIONE E FORMANO GLI ORGANI, IL SISTEMA NERVOSO (IL
CIOÈ LE PARTI DEL CORPO (AD ESEMPIO IL CUORE, I
I TESSUTI CERVELLO, IL MIDOLLO
POLMONI, LO STOMACO E I RENI) UMANI SPINALE E I NERVI)
I NEURONI, CIOÈ LE SUE
1. LE CELLULE FORMANO TUTTI GLI ESSERI VIVENTI CELLULE, RICEVONO E
MANDANO SEGNALI CHE
SERVONO AL SISTEMA PER
FAR FUNZIONARE IL CORPO
SI DIVIDONO IN:

EPITELI CHE SERVONO A PROTEGGERE E


A FARE ENTRARE E CONNETTIVI CHE SERVONO
USCIRE LE SOSTANZE A PROTEGGERE E A UNIRE
I TESSUTI E GLI ORGANI MUSCOLARI
PER QUESTO CHE FORMANO I
RICOPRONO LA FORMANO: MUSCOLI
SUPERFICIE DEL I TENDINI E I LEGAMENTI
CORPO O LA CHE UNISCONO LE OSSA E I MUSCOLI I MUSCOLI CHE
SUPERFICIE INTERNA LE OSSA E LA CARTILAGINE CHE FANNO MUOVERE IL CORPO
DEGLI ORGANI CHE SOSTENGONO IL CORPO SONO LEGATI ALLE OSSA
SONO COLLEGATI CON L’ESTERNO IL SANGUE CHE E SONO VOLONTARI, CIOÈ
(AD ESEMPIO LA BOCCA, I POLMONI E I RENI) TRASPORTA LE NOI DECIDIAMO QUANDO
SOSTANZE ALLE MUOVERLI
GLI EPITELI FORMANO ANCHE LE GHIANDOLE. CELLULE
LE GHIANDOLE I MUSCOLI CHE FANNO
PRODUCONO NEL SANGUE CI SONO: MUOVERE GLI ORGANI SONO
SOSTANZE, AD I GLOBULI ROSSI (2) INVOLONTARI, CIOÈ NON LI
ESEMPIO LE CHE TRASPORTANO MUOVIAMO NOI
LACRIME, LA L’OSSIGENO, (AD ESEMPIO
SALIVA E GLI I GLOBULI BIANCHI (3) CHE DIFENDONO I POLMONI,
ORMONI2 DALLE INFEZIONI E DALLE ALLERGIE, IL CUORE E
LE PIASTRINE (1) CHE FERMANO IL SANGUE L’INTESTINO
2. GLI ORMONI SONO SOSTANZE CHE REGOLA NO
QUANDO C’È UNA FERITA
L’ATTIVITÀ DEGLI ORGANI
MAPPE DI BIOLOGIA

287
NEL CORPO UMANO CI SONO I SISTEMI E GLI
IL CORPO L’ANATOMIA STUDIA LA STRUTTURA DEGLI
APPARATI CHE SONO FATTI DAGLI ORGANI.
UMANO (1) ORGANI
TUTTI SVOLGONO PRECISE FUNZIONI LA FISIOLOGIA STUDIA COME GLI ORGANI
FUNZIONANO
L’APPARATO RESPIRATORIO È
L’APPARATO CIRCOLATORIO È FATTO FATTO DAL NASO, DALLA LARINGE
DAL CUORE E DAI VASI (= TUBI) CHE SI CON LE CORDE VOCALI, DALLA L’APPARATO DIGERENTE È FATTO
CHIAMANO ARTERIE, VENE E CAPILLARI TRACHEA, DAI BRONCHI E DAI DALLA BOCCA (LINGUA, DENTI E
POLMONI GHIANDOLE SALIVARI), DALL’ESOFAGO,
NEI VASI CIRCOLA IL SANGUE. DALL’INTESTINO TENUE E CRASSO, DAL
IL CUORE SPINGE IL SANGUE NELLE I POLMONI FANNO 2 MOVIMENTI. FEGATO E DAL PANCREAS
ARTERIE. 1. L’INSPIRAZIONE: NEI POLMONI
IL SANGUE PORTA LE SOSTANZE, ENTRA L’ARIA CON L’OSSIGENO LA BOCCA, LO STOMACO E L’INTESTINO
AD ESEMPIO IL CHE PASSA NEL SANGUE TENUE FANNO LA DIGESTIONE DEL
NUTRIMENTO 2. L’ESPIRAZIONE: DAI POLMONI CIBO.
E L’OSSIGENO, ESCE L’ANIDRIDE CARBONICA L’INTESTINO TENUE ASSORBE IL
AGLI ORGANI CHE È NEL SANGUE N U T R I M E N TO
CHE CEDONO AL E L’INTESTINO
SANGUE I RIFIUTI LE CORDE VOCALI SERVONO A C R A S S O
E L’ANIDRIDE PRODURRE SUONI RECUPERA
CARBONICA. L’ACQUA E I
IL SANGUE SALI E ELIMINA
TORNA AL I RIFIUTI (LE
CUORE NELLE FECI)
VENE E VA AI
POLMONI PER IL FEGATO
PRENDERE PRODUCE (=
MAPPE DI BIOLOGIA

L’OSSIGENO FA’) LA BILE


PER DIGERIRE I
I CAPILLARI SONO I VASI CHE GRASSI
CIRCONDANO GLI ORGANI

288
IL CORPO
UMANO (2)

L’APPARATO URINARIO È FATTO


DAI RENI, DALLA VESCICA E
DALLA URETRA

I RENI FILTRANO IL SANGUE PER


TOGLIERE I RIFIUTI E LE SOSTANZE
DANNOSE E RECUPERANO L’ACQUA IL SISTEMA IMMUNITARIO È FATTO DA
E I SALI LINFOCITI CHE SONO UN TIPO DI GLOBULI
IL SISTEMA LINFATICO È FATTO DA VASI (= BIANCHI (LE CELLULE2 DEL SANGUE)
L’URINA CHE SI RACCOGLIE NELLA TUBI) CHE SI TROVANO IN TUTTO IL CORPO
VESCICA È I LINFOCITI GIRANO NEL SANGUE E
L’ I N S I E M E STANNO NEGLI ORGANI DEL SISTEMA
I VASI SONO COLLEGATI AI VASI IN CUI LINFATICO.
D E L L E
SOSTANZE DA CIRCOLA IL SANGUE I LINFODITI DIFENDONO IL CORPO
ELIMINARE PERCHÈ RICONOSCONO LE SOSTANZE E
IL SISTEMA È LE CELLULE DANNOSE:
L’URINA ESCE I LINFOCITI B PRODUCONO GLI ANTICORPI
FATTO ANCHE CHE DISTRUGGONO IL “NEMICO”,
A L L’ E ST E R N O
ATTRAVRSO LA DA LINFONODI, I LINFOCITI T MANGIANO IL “NEMICO”
URETRA TONSILLE,
TIMO, MILZA E CI SONO TANTI LINFOCITI T E B TUTTI
L’URETRA NEI DIVERSI TRA LORO PERCHÉ OGNUNO
APPENDICE, RICONOSCE IN MODO PRECISO UN
MASCHI È NEL
PENE1 E NELLE ORGANI CHE “NEMICO”
FEMMINE È DIFENDONO
DAVANTI ALLA 2. LE CELLULE FORMANO GLI ORGANI, CIOÈ LE
IL CORPO, AD PARTI DEL CORPO (AD ESEMPIO IL CUORE, I
VAGINA1 POLMONI, LO STOMACO E I RENI) E SVOLGONO (=
ESEMPIO DA
FANNO) UNA FUNZIONE
UNA INFEZIONE
1. IL PENE E LA VAGINA SONO ORGANI PER
LA RIPRODUZIONE
MAPPE DI BIOLOGIA

289
I GAMETI SONO CELLULE1: GLI SPERMATOZOI SONO I NELLA SPECIE UMANA IL SESSO DEL NUOVO ESSERE
GAMETI DEL MASCHIO E LE CELLULE UOVO SONO I GAMETI VIVENTE DIPENDE DALLO SPERMATOZOO
DELLA FEMMINA
UNO SPERMATOZOO E UNA CELLULA UOVO FANNO LA
FECONDAZIONE, CIOÈ CREANO UN NUOVO ESSERE
VIVENTE
1. LE CELLULE FORMANO TUTTI GLI ESSERI VIVENTI L’APPARATO RIPRODUTTORE FEMMINILE È FATTO DALLE
OVAIE, DALLE TUBE UTERINE, DALL’UTERO E DALLA VAGINA
IL CORPO LE OVAIE PRODUCONO LE CELLULE UOVO CHE ARRIVANO
UMANO (3) NELL’UTERO ATTRAVERSO LE TUBE
NELL’UTERO LA CELLULA UOVO QUANDO È FECONDATA SI
L’APPARATO RIPRODUTTORE MASCHILE È FATTO DAI
SVILUPPA (= CRESCE) E DIVENTA PRIMA EMBRIONE E POI
TESTICOLI, DAI DOTTI DEFERENTI, DALLA PROSTATA E DAL
PENE FETO
I TESTICOLI PRODUCONO (= FANNO) GLI SPERMATOZOI CHE LA GRAVIDANZA È LO SVILUPPO DEL FETO CHE FINISCE
ARRIVANO NEL PENE ATTRAVERSO I DOTTI DEFERENTI
CON IL PARTO
LA PROSTATA PRODUCE IL
LIQUIDO CHE CONTIENE GLI QUANDO LA CELLULA UOVO
SPERMATOZOI NON È FECONDATA C’È LA
MESTRUAZIONE
NEL PENE C’È L’URETRA CHE
SERVE A FAR USCIRE GLI
LA VAGINA RICEVE IL PENE E FA
MAPPE DI BIOLOGIA

SPERMATOZOI E L’URINA
USCIRE IL FLUSSO MESTRUALE
IL PENE INSERISCE GLI
E IL BAMBINO DURANTE IL PARTO
SPERMATOZOI NELLA VAGINA
DELLA FEMMINA

290
IL CORPO
UMANO (4)

IL SISTEMA ENDOCRINO È FATTO DA GHIANDOLE1 (AD IL SISTEMA NERVOSO È FATTO DALL’ENCEFALO O CERVELLO,
ESEMPIO LA TIROIDE, IL PANCREAS, LE OVAIE E I TESTICOLI) DAL MIDOLLO SPINALE E DAI NERVI
CHE PRODUCONO (= FANNO) GLI ORMONI
IL SISTEMA NERVOSO COORDINA (= COLLEGA E ORGANIZZA)
LE ATTIVITA’ DI TUTTI GLI ORGANI
GLI ORMONI CONTROLLANO LA ATTIVITA’ (= LAVORO) DI UN
ORGANO IL CERVELLO SI TROVA NEL CRANIO E IL MIDOLLO SPINALE
NELLA COLONNA VERTEBRALE

OGNI ORMOME CONTROLLA UN ORGANO PRECISO, AD I NERVI PORTANO:


ESEMPIO L’INSULINA CONTROLLA IL FEGATO LE SENSAZIONI DALLE’ESTERNO E DALL’INTERNO DEL CORPO
AL CERVELLO E AL MIDOLLO,
LE REAZIONI AI MUSCOLI E ALLE
GLI ORMONI ARRIVANO AGLI ORGANI ATTRAVERSO IL SANGUE
GHIANDOLE

AD ESEMPIO LA SENSAZIONE
DI DOLORE QUANDO UN DITO
PASSA SOPRA ALLA FIAMMA E LA
REAZIONE DELLA MANO CHE SI
RITIRA

I NEURONI SONO LE CELLULE1 DEL


SISTEMA NERVOSO

1. LE CELLULE FORMANO GLI ORGANI,


CIOÈ LE PARTI DEL CORPO (AD ESEMPIO IL
CUORE, I POLMONI, LO STOMACO E I RENI)
1. LE GHIANDOLE SONO STRUTTURE CHE PRODUCONO SOSTANZE, AD E SVOLGONO (= FANNO) UNA FUNZIONE
ESEMPIO LE LACRIME, IL SUDORE, IL LATTE
MAPPE DI BIOLOGIA

291
MAPPE DI CHIMICA

INDICE:

LE PROPRIETÀ DELLA MATERIA P. 293


LA MATERIA P. 294
LA MASSA ATOMICA E LA MASSA MOLECOLARE,
LE MOLI, LA MOLARITÀ, LE SOLUZIONI P. 295
GLI ATOMI P. 296
I LEGAMI CHIMICI, LA GEOMETRIA
E LA POLARITÀ DELLE MOLECOLE P. 297
I MODELLI ATOMICI P. 298
LE FORMULE CHIMICHE E IL NOME DEI COMPOSTI P. 299
LE REAZIONI CHIMICHE P. 300
LE SOLUZIONI P. 301
L’EQUILIBRIO CHIMICO, GLI ACIDI E LE BASI, IL pH P. 302
I COMPOSTI ORGANICI P. 303

292
LE PROPRIETA’ DELLA MATERIA1
SONO LE CARATTERISTICHE CHE
HA LA MATERIA 1. LA MATERIA FORMA TUTTE LE SOSTANZE CHE CI SONO
NELL’UNIVERSO

SONO:
FISICHE, AD ESEMPIO IL COLORE, IL SAPORE LA MASSA,
IL VOLUME, LO STATO (SOLIDO, LIQUIDO, AERIFORME)
CHIMICHE CHE HA QUANDO FA LE REAZIONI

IL CALORE È L’ENERGIA3 CHE PASSA


DA UN CORPO PIU’ CALDO A UN CORPO
LA MASSA È QUANTA MATERIA C’È
PIU’ FREDDO,
IN UN OGGETTO E NON CAMBIA
AD ESEMPIO IL CALORE DEL CAFFE’
LA BILANCIA MISURA LA MASSA IN
LA PRESSIONE È IL RAPPORTO TRA UNA CHE VA NELL’ARIA
KG
FORZA2 E LA SUPERFICIE SU CUI AGISCE IL CALORE DIPENDE DALLA MASSA
PRESSIONE = FORZA DELL’OGGETTO
IL PESO DI UN OGGETTO
SUPERFICIE
CAMBIA PERCHÈ DIPENDE DALLA
FORZA CHE LO ATTRAE (= TIRA AD ESEMPIO IL PESO
VERSO DI SÈ) DELL’ARIA SUL SUOLO
O IL PESO DELL’ACQUA
SOPRA LA TESTA LA TEMPERATURA MISURA QUANTO
LA DENSITÀ È IL RAPPORTO TRA
QUANDO IL SUB È UN OGGETTO È CALDO O FREDDO
LA MASSA E IL VOLUME (LO SPAZIO SOTTACQUA IL TERMOMETRO MISURA LA
CHE OCCUPA UN OGGETTO)
TEMPERATURA IN GRADI °C
DENSITÀ = MASSA
VOLUME 2. LA FORZA PUÒ MUOVERE 3. L’ENERGIA È LA CAPACITÀ CHE HA UN
O FERMARE UN CORPO CORPO DI FARE UN LAVORO
MAPPE DI CHIMICA

293
HA UNA MASSA1 E HA UN VOLUME
È FORMATA DA ATOMI2 CHE SONO
FORMA TUTTE LE SOSTANZE CHE CI (OCCUPA UNO SPAZIO)
MOLTO PICCOLI E NON SI VEDONO
SONO NELL’UNIVERSO
1. LA MASSA È QUANTA MATERIA C’È IN UN
2. L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI UNA
OGGETTO
SOSTANZA
LE SOSTANZE SI DIVIDONO IN:
LA MATERIA
I MISCUGLI CHE SONO FATTI DA DUE O
PIU’ SOSTANZE MESCOLATE,
AD ESEMPIO ACQUA E SALE
ESISTE IN TRE STATI:
UNA SOSTANZA CAMBIA IL SUO STATO
GLI ELEMENTI CHE SONO FATTI DA
SOLIDO, QUANDO SI SCALDA PERCHÉ PRENDE
ATOMI TUTTI UGUALI, AD ESEMPIO IL
AD ESEMPIO IL GHIACCIO CALORE O SI RAFFREDDA PERCHÉ
CARBONIO (C) E L’OSSIGENO
PERDE CALORE
(O2)
LIQUIDO,
AD ESEMPIO L’ACQUA
I COMPOSTI CHE SONO FATTI DA DUE
O PIU’ ATOMI DIVERSI LEGATI INSIEME
(= UNITI), AD ESEMPIO L’ACQUA (H2O) E
AERIFORME CHE
L’ANIDRIDE CARBONICA (CO2)
SONO IL GAS E IL
MAPPE DI CHIMICA

VAPORE,
AD ESEMPIO IL
GAS OSSIGENO E IL VAPORE ACQUEO,
CHE È L’ACQUA CHE C’È NELL’ARIA

294
LA MASSA ATOMICA O PESO ATOMICO
SERVE A CALCOLARE LA MASSA DEGLI
ATOMI1
LA MASSA ATOMICA E LA MASSA MOLECOLARE
LA MASSA ATOMICA DI TUTTI GLI ATOMI
LE MOLI
SI TROVA SULLA TAVOLA PERIODICA2
LA MOLARITÀ

AD ESEMPIO
O (OSSIGENO) = 16
H (IDROGENO) = 1

1. L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI UNA


SOSTANZA
2. LA TAVOLA PERIODICA È UNO SCHEMA CHE
RAGGRUPPA GLI ATOMI

LA MOLE MISURA LA QUANTITÀ DI LA MOLARITÀ (M) CALCOLA IL NUMERO


LA MASSA MOLECOLARE O PESO SOSTANZA CHE C’È IN UN ELEMENTO4 DI MOLI DI SOLUTO6 CHE CI SONO IN 1L
MOLECOLARE SERVE A CALCOLARE O IN UN COMPOSTO5 (LITRO) DI SOLUZIONE6.
LA MASSA DELLE MOLECOLE3 È UN MODO PER MISURARE LA
CONCENTRAZIONE7 DI UNA SOLUZIONE
LA MASSA MOLECOLARE È LA SOMMA
DI TUTTI GLI ATOMI CHE CI SONO
NELLA MOLECOLA
6. LA SOLUZIONE È FATTA DA 2 PARTI: IL
SOLVENTE CHE È LA SOSTANZA CHE SCIOGLIE
4. L’ELEMENTO È UNA SOSTANZA FATTA DA E IL SOLUTO CHE È LA SOSTANZA O LE
AD ESEMPIO
ATOMI TUTTI UGUALI, AD ESEMPIO IL CARBONIO SOSTANZE CHE SI SCIOLGONO, AD ESEMPIO
H2O (ACQUA) = (1 x 2) + 16 = 18 (C) E L’OSSIGENO (O2) ACQUA E SALE
5. IL COMPOSTO È UNA SOSTANZA FATTA DA 7. LA CONCENTRAZIONE DI UNA SOLUZIONE
DUE O PIU’ ATOMI DIVERSI LEGATI INSIEME, È LA QUANTITA’ DI SOLUTO CHE C’È IN UNA
3. LE MOLECOLE SONO COMPOSTI CHIMICI
AD ESEMPIO L’ACQUA (H2O) E L’ANIDRIDE PRECISA QUANTITA’ DI SOLVENTE O DI
FATTI DA ATOMI UNITI TRA LORO, AD ESEMPIO
CARBONICA (CO2) SOLUZIONE
L’ACQUA
MAPPE DI CHIMICA

295
GLI ATOMI SONO DI 2 TIPI:
L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI UNA SONO MOLTO PICCOLI
SOSTANZA. E NON SI VEDONO
I METALLI CHE SONO TUTTI SOLIDI TRANNE
GLI ATOMI FORMANO LA MATERIA1
IL MERCURIO (Hg) E CONDUCONO (=
1. LA MATERIA FORMA TUTTE LE SOSTANZE CHE CI
PORTANO) CALORE E ELETTRICITA’
SONO NELL’UNIVERSO
GLI ATOMI I NON METALLI CHE NON CONDUCONO
SONO FATTI DA PICCOLE PARTICELLE:
I PROTONI CON CARICA (+)
I NEUTRONI SENZA CARICA HANNO UN NOME E UN SIMBOLO,
GLI ELETTRONI CON CARICA (–) AD ESEMPIO: CARBONIO = C, IDROGENO = H, OSSIGENO = O, CALCIO = Ca
LA TAVOLA PERIODICA È UNO SCHEMA CON I SIMBOLI DI TUTTI GLI ATOMI
OGNI ATOMO HA UN SUO NUMERO DI
PROTONI,
AD ESEMPIO IL C HA 6 PROTONI E L’H HA 1
PROTONE
GLI ATOMI SONO NEUTRI CIOÈ IL NUMERO
DEI PROTONI È UGUALE AL NUMERO DEGLI
ELETTRONI
MAPPE DI CHIMICA

GLI IONI SONO ATOMI CON CARICA (+) O (–)


E SI TROVANO AD ESEMPIO NELL’ACQUA
MINERALE

296
IL LEGAME CHIMICO È QUANDO DUE O C’È IL LEGAME IONICO QUANDO UN ATOMO PERDE UNO O PIU’
PIU’ ATOMI2 SI UNISCONO PER FORMARE ELETTRONI E L’ATOMO VICINO LI PRENDE
I COMPOSTI3 C’È IL LEGAME COVALENTE QUANDO 2 ATOMI METTONO INSIEME 2
O PIU’ ELETTRONI
2. L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI UNA
SOSTANZA
3. I COMPOSTI SONO SOSTANZE FATTE DA DUE O
PIU’ ATOMI DIVERSI LEGATI INSIEME, AD ESEMPIO
L’ACQUA (H2O) E L’ANIDRIDE CARBONICA (CO2)

SONO COMPOSTI IONICI I SALI, AD


I LEGAMI CHIMICI ESEMPIO IL CLORURO DI SODIO (NaCl)
LA GEOMETRIA E LA POLARITA’ CHE È IL SALE DA CUCINA
DELLE MOLECOLE1 SONO COMPOSTI COVALENTI AD ESEMPIO
L’ACQUA (H2O) E IL METANO (CH4)
1.LE MOLECOLE SONO COMPOSTI CHIMICI FATTI DA ATOMI UNITI
TRA LORO, AD ESEMPIO L’ACQUA

IL LEGAME COVALENTE FORMA


UNA MOLECOLA È POLARE LE MOLECOLE, AD ESEMPIO
QUANDO HA UNA PARTE POSITIVA L’ACQUA E IL METANO
(+) E UNA PARTE NEGATIVA (–),
AD ESEMPIO L’ACQUA LE MOLECOLE HANNO UNA
GEOMETRIA PERCHÈ GLI
ATOMI SONO LEGATI IN MODO
ORDINATO
MAPPE DI CHIMICA

297
I MODELLI ATOMICI SPIEGANO COME È FATTO L’ATOMO1
1. L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI UNA SOSTANZA
I MODELLI
ATOMICI
NEL 1800 THOMSON DICE CHE
L’ATOMO È UNA SFERA DI CARICA IL MODELLO ATOMICO ATTUALE DICE
POSITIVA (+) CON DENTRO LE CHE L’ATOMO HA UN NUCLEO CON
NEL 1900 RUTHERFORD DICE CHE
CARICHE NEGATIVE (–) DENTRO I PROTONI E I NEUTRONI
L’ATOMO HA UN NUCLEO AL CENTRO
CON DENTRO I PROTONI
L’ATOMO NON HA CARICA PERCHÉ IL INTORNO AL NUCLEO CI SONO DEI
GLI ELETTRONI GIRANO INTORNO AL
NUMERO DELLE CARICHE (+) È UGUALE LIVELLI DI ENERGIA CON GLI ORBITALI
NUCLEO
AL NUMERO DELLECARICHE (–)
GLI ELETTRONI SI MUOVONO NEGLI
ORBITALI
MAPPE DI CHIMICA

UN ALTRO SCIENZIATO SCOPRE


L’ATOMO È NEUTRO PERCHÉ IL
CHE NEL NUCLEO CI SONO ANCHE I
LE CARICHE (+) SONO I PROTONI E LE NUMERO DEI PROTONI È UGUALE AL
NEUTRONI CHE NON HANNO CARICA
CARICHE (–) SONO GLI ELETTRONI NUMERO DEGLI ELETTRONI

298
LA FORMULA INDICA QUALI ATOMI PER SCRIVERE UNA FORMULA USIAMO I SIMBOLI DEGLI ATOMI,
E QUANTI ATOMI1 CI SONO NEGLI AD ESEMPIO H2O È LA FORMULA DELL’ACQUA:
ELEMENTI2 E NEI COMPOSTI3 DICE CHE L’ACQUA È FATTA DA 2 ATOMI DI IDROGENO (SIMBOLO
H) E 1 ATOMO DI OSSIGENO (SIMBOLO O)
1. 1. L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI
UNA SOSTANZA
2. GLI ELEMENTI SONO SOSTANZE FATTE
DA ATOMI TUTTI UGUALI, AD ESEMPIO IL
CARBONIO (C) E L’OSSIGENO (O2)
3. I COMPOSTI SONO SOSTANZE FATTE DA LE FORMULE CHIMICHE E IL
DUE O PIU’ ATOMI DIVERSI LEGATI INSIEME,
AD ESEMPIO L’ACQUA (H2O) E L’ANIDRIDE
NOME DEI COMPOSTI
CARBONICA (CO2)

I COMPOSTI SI DIVIDONO IN:

GLI OSSIDI CHE HANNO L’ATOMO DI OSSIGENO LEGATO (= UNITO) A UN METALLO O A UN NON METALLO, AD ESEMPIO L’ANIDRIDE
CARBONICA (CO2)

GLI IDROSSIDI CHE HANNO IL GRUPPO OH (IDROGENO E OSSIGENO) LEGATO A UN METALLO, AD ESEMPIO L’DROSSIDO DI SODIO
(NaOH, LA SODA CAUSTICA) CHE CORRODE (= ROVINA)

GLI ACIDI CHE HANNO L’ATOMO DI IDROGENO LEGATO A UN NON METALLO OPPURE A UN NON
METALLO E ALL’OSSIGENO, AD ESEMPIO IL CLORURO DI IDROGENO (HCl, L’ACIDO MURIATICO) E
L’ACIDO TRIOSSONITRICO (HNO3) CHE CORRODONO

I SALI SI FORMANO PER REAZIONE TRA UN IDROSSIDO E UN ACIDO, AD ESEMPIO IL CALCARE


(CaCO3), I SALI CHE CI SONO NELLE OSSA, IL CLORURO DI SODIO CHE È IL SALE DA CUCINA (NaCl), LA
CANDEGGINA (NaClO), LA FLUORITE CHE È UN MINERALE (CaF2)
MAPPE DI CHIMICA

299
UNA REAZIONE È QUANDO GLI ELEMENTI1 E I COMPOSTI2 I REAGENTI SONO LE SOSTANZE CHE
REAGISCONO TRA LORO PER FORMARE NUOVE SOSTANZE REAGISCONO E I PRODOTTI LE SOSTANZE CHE
SI FORMANO:
1. GLI ELEMENTI SONO SOSTANZE FATTE DA ATOMI TUTTI UGUALI, AD REAGENTI -> PRODOTTI
ESEMPIO IL CARBONIO (C) E L’OSSIGENO (O₂)
2. I COMPOSTI SONO SOSTANZE FATTE DA DUE O PIU’ ATOMI DIVERSI
LEGATI INSIEME, AD ESEMPIO L’ACQUA (H₂O) E L’ANIDRIDE CARBONICA AD ESEMPIO: C + O2 -> CO2
(CO₂)
CARBONIO + OSSIGENO -> ANIDRIDE CARBONICA
PER FARE PARTIRE UNA REAZIONE
CHIMICA CI VUOLE ENERGIA
LE REAZIONI CHIMICHE
LE REAZIONI HANNO UNA VELOCITÀ
ALCUNE REAZIONI LIBERANO ENERGIA, AD ESEMPIO LA ALCUNE REAZIONI SONO MOLTO VELOCI, POCHI SECONDI,
COMBUSTIONE DI UN PEZZO DI LEGNO AD ESEMPIO UN ESPLOSIVO
ALCUNE REAZIONI SONO LENTE, SETTIMANE O MESI, AD
MAPPE DI CHIMICA

ESEMPIO LA RUGGINE CHE SI FORMA SUL FERRO


ALCUNE REAZIONI ASSORBONO ENERGIA, AD ESEMPIO ALCUNE REAZIONI SONO MOLTO LENTE, ANNI, AD ESEMPIO
ALCUNI SALI CHE SI SCIOLGONO IN ACQUA LA FORMAZIONE DEL PETROLIO

300
LA SOLUZIONE È UN INSIEME DI 2 O LA SOLUZIONE È FATTA DA 2 PARTI:
PIU’ SOSTANZE DIVERSE LA PARTE PIU’ GRANDE È IL SOLVENTE CIOÈ LA SOSTANZA
LE SOSTANZE NELLA SOLUZIONE CHE SCIOGLIE
NON SI VEDONO PERCHÉ SONO LA PARTE PIU’ PICCOLA È IL SOLUTO CIOÈ LA SOSTANZA O LE
MESCOLATE BENE SOSTANZE CHE SI SCIOLGONO
AD ESEMPIO L’ACQUA E IL SALE AD ESEMPIO L’ACQUA È IL SOLVENTE E IL SALE È IL SOLUTO

LE SOLUZIONI L’ACQUA È UN BUON SOLVENTE

UNA SOSTANZA È:
LA CONCENTRAZIONE DI UNA SOLUZIONE È LA
SOLUBILE QUANDO SI SCIOGLIE IN UN’ALTRA
QUANTITÀ DI SOLUTO CHE C’È IN UNA PRECISA
INSOLUBILE QUANDO NON SI SCIOGLIE
QUANTITÀ DI SOLVENTE O DI SOLUZIONE

LE SOSTANZE SI SCIOLGONO TRA LORO SOLO SE


HANNO CARATTERISTICHE SIMILI

AD ESEMPIO L’ALCOOL O IL SALE NELL’ACQUA, E LA


BENZINA NELL’OLIO
MAPPE DI CHIMICA

301
QUANDO IN UNA REAZIONE1 LA QUANTITÀ DEI REAGENTI
E LA QUANTITÀ DEI PRODOTTI NON CAMBIANO NEL L’EQUILIBRIO CHIMICO
TEMPO C’È L’EQULIBRIO GLI ACIDI E LE BASI
IL pH
1. IN UNA REAZIONE I REAGENTI REAGISCONO PER DARE I
PRODOTTI. I REAGENTI SONO LE SOSTANZE CHE CI SONO ALL’INIZIO
DELLA REAZIONE E I PRODOTTI SONO LE SOSTANZE CHE CI SONO
ALLA FINE DELLA REAZIONE
IL pH INDICA L’ACIDITÀ DI UNA SOLUZIONE.
UNA SOLUZIONE PUÒ ESSERE ACIDA, NEUTRA
O BASICA
I VALORI DI pH VANNO DA 0 A 14:
TRA 0 E MENO DI 7 LA SOLUZIONE È ACIDA
A 7 LA SOLUZIONE È NEUTRA PERCHÉ GLI IONI H+ E GLI
GLI ACIDI E LE BASI SONO SOSTANZE CHE IN SOLUZIONE2
IONI OH– SONO IN QUANTITÀ UGUALE
LIBERANO IONI3.
TRA PIÙ DI 7 E 14 LA SOLUZIONE È BASICA
GLI ACIDI, AD ESEMPIO L’ACETO, LIBERANO IONI H+, LA
QUANTITÀ DI QUESTI IONI AUMENTA E LA SOLUZIONE È
ACIDA
LE BASI, AD ESEMPIO L’AMMONIACA, LIBERANO IONI OH–,
LA QUANTITÀ DI QUESTI IONI AUMENTA E LA SOLUZIONE
È BASICA
MAPPE DI CHIMICA

2. LA SOLUZIONE È FATTA DA 2 PARTI: IL SOLVENTE CHE È LA


SOSTANZA CHE SCIOGLIE E IL SOLUTO CHE È LA SOSTANZA O LE
SOSTANZE CHE SI SCIOLGONO, AD ESEMPIO ACQUA E SALE
3. LO IONE È UN ATOMO CON UNA O PIÙ CARICHE POSITIVE O
NEGATIVE

302
SONO COMPOSTI FATTI DAGLI ATOMI1 DI CARBONIO GLI ATOMI DI CARBONIO LEGATI INSIEME FANNO DELLE CATENE
(C) LEGATI (= UNITI) TRA LORO

1. L’ATOMO È LA PIÙ PICCOLA PARTE DI UNA SOSTANZA

LA CHIMICA ORGANICA STUDIA


LA STRUTTURA DEI COMPOSTI
ORGANICI E LE REAZIONI CHE
FANNO I COMPOSTI1 ORGANICI
1. I COMPOSTI SONO SOSTANZE FATTE DA DUE O PIU’
ATOMI DIVERSI LEGATI INSIEME, AD ESEMPIO L’ACQUA
(H2O) E L’ANIDRIDE E L’ANIDRIDE CARBONICA (CO2)
SI DIVIDONO IN GRUPPI:

GLI IDROCARBURI, AD ESEMPIO IL METANO.


LE BIOMOLECOLE SONO I COMPOSTI ORGANICI CHE
GLI ALOGENODERIVATI, AD ESEMPIO IL PVC DELLA PLASTICA.
FORMANO TUTTI GLI ESSERI VIVENTI
GLI ALCOLI, AD ESEMPIO L’ETANOLO DEL VINO E I FENOLI, AD
ESEMPIO LA VITAMINA E.
SI DIVIDONO IN:
LE ALDEIDI E I CHETONI, AD ESEMPIO ALCUNI PROFUMI DELLE
I CARBOIDRATI (O ZUCCHERI) E I LIPIDI (O GRASSI) CHE
PIANTE (VANIGLIA, CANNELLA, ANICE).
DANNO ENERGIA
GLI ACIDI CARBOSSILICI, AD ESEMPIO L’ACIDO ACETICO
DELL’ACETO E L’ACIDO LATTICO DELLO YOGURT.
LE PROTEINE PER FORMARE LE STRUTTURE DEGLI
GLI ESTERI, AD ESEMPIO ALCUNI AROMI DELLA FRUTTA.
ESSERI VIVENTI
LE AMMINE, AD ESEMPIO IL CHININO (SERVE A CURARE LA
MALARIA) E DEL PESCE MARCIO (= ANDATO A MALE).
IL DNA CHE HA LE INFORMAZIONI PER FAR FUNZIONARE
I COMPOSTI ETEROCICLICI, AD ESEMPIO LA NICOTINA DEL
GLI ESSERI VIVENTI
TABACCO E LA CAFFEINA DEL CAFFÈ
MAPPE DI CHIMICA

303

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