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A cura di

DIDA-TECH: Emilia Sansonetti • Simona Restauri

FACIL...MENTE 4
IMPARIAMO

D I D AT T I C A
C L U S I V A
IN
SPECIMEN
LISCIAN
I Libro digitale + testi liquidi
Scuola digitale Lisciani
Con OLTRETESTO multimediale e audio
Facil...MENTE impariamo

SCOPO DEL PROGETTO

Dal punto di vista del docente che si


appresta a scegliere questo volume, esso
garantisce la trasposizione documentata di un
modus operandi che si concretizza nella pratica
del co-teaching. L’unione tra le due figure centrali
nell’azione educativa degli alunni, il docente currico-
lare e il docente di sostegno, è una delle chiavi di suc-
cesso che permette di attuare una didattica efficace, che
può concedere opportunità formative pensate e progettate
per raggiungere i bisogni educativi di ogni studente. Dal
punto di vista dello studente, questo volume si presta a
essere uno strumento versatile, pensato, non solo per
pochi studenti, ma per tutti. L’inclusione si può re-
alizzare offrendo le stesse opportunità formative,
ma presentate con metodologie e strategie che
DENTRO puntano a colmare situazioni particolari,
IL PROGETTO ma sono valide per tutti gli studenti
che se ne impossessano.
Partendo dal presupposto che nes-
sun libro, è il “libro giusto”, cioè
quello che da solo risolve i problemi
degli alunni e degli insegnanti, la no-
stra idea di base è quella di offrire,
oltre a del materiale immediatamen-
te fruibile, esempi concreti per fa-
cilitare i testi attraverso sem-
plici passaggi.

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3
I personaggi della storia
FILOMENA EDDIE ROSIE

BIANCA, MARIO E ZIA


FRANCESCA VARVARA

I luoghi della storia


MANSARDA NEGOZIO DI LA CASA “LE TORRETTE”
FRUTTA E VERDURA

Una famiglia speciale


Ogni membro della famiglia Fantora ha qualcosa di speciale.
Chi è Filomena, la nonna, riesce a prevedere il futuro: le basta osservare
Filomena? attentamente il suo lavoro a maglia. Grazie agli intrecci dei colori e
dei punti è in grado di capire cosa succederà nella vita della famiglia.
Filomena non vuole assolutamente essere chiamata «Nonna».
Vive nella mansarda, all’ultimo piano della casa, e tutti i giorni, alle
quattro del pomeriggio, si mette una tuta viola e saltella su e giù sul
suo trampolino, sistemato in sala da pranzo.

Eddie, il figlio di Filomena, ha il pollice verde che più verde


Come si chiama
non si può, ed è bravissimo a far crescere qualsiasi cosa da
il negozio di
qualsiasi parte. Il suo negozio si chiama «Da Fantora, verdure
Eddie?
e fiori» e ha un grande successo, perché Eddie riesce veramente a
tener fede al motto: «Posso procurarvi qualsiasi cosa».

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La moglie di Eddie si chiama Rosie e sa volare e cucinare, la sua
Cosa sa fare
pozione magica è adatta a ogni situazione e questo dà a noi tutti
Rosie?
un gran senso di sicurezza.

Eddie e Rosie hanno tre figli: Bianca, Marco e Francesca. Bianca


Come si
ha dieci anni e riesce ad animare qualsiasi oggetto: fa parlare le
chiamano i figli
sue bambole, i soprammobili della sua stanza si muovono da soli e
di Eddie e Rosie?
persino le illustrazioni dei suoi libri si animano.
Marco è un tranquillo bambino di nove anni. La sua specialità è
rendersi invisibile e ama scrivere poesie. Francesca è ostinata,
prepotente e viziatissima, ma io le voglio bene lo stesso.

Tutti le permettono di fare quello che vuole, e non solo perché è


Cosa riesce a
una bambina incantevole. Il fatto è che se Francesca si arrabbia sul
fare Francesca
serio, con una sola occhiata riesce a dar fuoco a qualunque cosa e il
con una sola
fuoco – in famiglia lo sappiamo fin troppo bene – va evitato a tutti i
occhiata?
costi.

La famiglia Fantora ne ha avute parecchie, di brutte esperienze con


Cosa ha
il fuoco! Un po’ di tempo fa zia Varvara, la sorella di Eddie, ha
combinato zia
lasciato bruciare le sue polpette vegetariane, e di conseguenza la
Varvara?
nostra amatissima casa, Le Torrette, è stata ridotta a un cumulo di
cenere. Zia Varvara è una vampira vegetariana, una combinazione
non proprio facile. Ha anche il potere di muovere le cose da un
posto all’altro con la forza del pensiero.

VEGETARIANA: chi segue


un’alimentazione limitata a
cibi vegetali.

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Anton
Di chi si parlerà
nel testo?
Sarà un adulto
o un bambino?

Anton non era un bambino felice: essere sempre il primo della


classe, superare tutti i suoi compagni, era il suo unico desiderio.
ASPETTO FISICO Anton era il figlio del postino e aveva il viso più strano che un
bambino possa avere.
Qual è il suo La sua faccetta pallida, dai lineamenti marcati che un serio naso
aspetto fisico? aquilino accentuava ancora di più, era coronata da un ciuffetto di
(Corporatura, capelli di un giallo quasi bianco.
viso, colorito…) Un’alta fronte troneggiava sopra le due sopracciglia bianche e, sotto
a queste, due occhiolini infossati, celesti.

Quali particolari Aveva labbra sottili, strette, pallide, e


fisici sono un bel mento regolare.
descritti? La testa era piantata su un collo esile.
(Viso,occhi, Tutta la sua corporatura era gracile e
mani…) delicata.
Le mani, rosse e forti, ciondolavano
come se non fossero ben fissate ai
sottili e fragili polsi.

ABBIGLIAMENTO

Come è vestito? Anton Wanzl era sempre vestito con eleganza e pulizia.
Non un granello di polvere sulla sua giacchetta, né un minuscolo
buco nel calzino, non una piccola cicatrice, né un graffio sul suo
visetto pallido e liscio.

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Anton studiava? Anton giocava di rado, non si azzuffava mai con i ragazzi e non
rubava mele rosse dall’orto del vicino. Era il ragazzino più tranquillo
Durante gli di tutta la scuola: sedeva zitto, a braccia conserte e fissava la bocca
intervalli del maestro. S’intende che era il primo della classe.
giocava con i Anton studiava e basta. I suoi libri e quaderni erano ordinati, puliti e
compagni di ricoperti di carta bianca su cui spiccava il suo nome. La sua pagella
classe? era sempre la migliore e qualcuno lo invidiava un po’. Anton non si
assentava mai. Sedeva al suo posto, come se fosse inchiodato. La
cosa più spiacevole per lui erano gli intervalli. Allora tutti dovevano
uscire e lui se ne stava fuori nel cortile, si stringeva timido nel muro
e non osava fare un passo per paura di essere urtato e buttato per
terra da uno dei ragazzi che correvano gridando.

Sostituire parole poco


conosciute con sinonimi.
Molto utile il vocabolario
della lingua italiana
di De Mauro.

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Scheda di esercizio individuale

Completa le frasi del close utilizzando le parole Postino


inserite alla rinfusa nella colonna di destra.
Gracile
Anton non era un ............................ .felice: Testa
essere sempre il primo della ............................,
Bambino
superare tutti i suoi compagni, era il suo
unico desiderio. Anton era il figlio del Ciuffetto
............................ e aveva il viso più strano che
Classe
un bambino possa avere.
La sua faccetta pallida, dai lineamenti marcati che un Rosse
serio naso aquilino accentuava ancora di più, era Labbra
coronata da un ............................ di capelli di un
giallo quasi bianco.
Un’alta fronte troneggiava sopra le due sopracciglia
bianche e, sotto a queste, due occhiolini infossati,
celesti.
Aveva ............................ sottili, strette, GRACILE: di
pallide, e un bel mento regolare. persona magra,
La ............................ era piantata su un collo delicata di
esile. Tutta la sua corporatura era costituzione.
............................ e delicata.
Le mani, ............................ e forti,
ciondolavano come se non fossero ben fissate
ai sottili e fragili polsi. INFOSSARE:
incavare, rendere
cavo.

Quante parole giuste ho inserito nel testo?


Segnalo con una crocetta:

0 1 2 3 4 5 6 7 8

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I testi espositivi hanno la funzione di trasmettere al lettore informazioni e
conoscenze relative a un argomento, un fenomeno. Il testo può essere diviso in
unità informative, all’interno delle quali vengono individuati i concetti chiave.
Gli alunni hanno la possibilità di entrare in argomento attraverso l’idea essenziale e
i concetti chiave presentati.

I giorni della settimana


Si propone un’attività anticipatoria rivolta all’implicazione emotiva e cognitiva
di tutti gli alunni.
Viene letto il titolo e annunciato l’argomento del testo espositivo.

Brainstorming:
• alla lavagna vengono scritte le azioni dei bambini;
• discussione collettiva;
• lettura del docente del testo di partenza.

I giorni della settimana


La settimana ha sette giorni, che si chiamano... ma i loro nomi li conosci di sicuro!
Però forse non sai chi diede un nome a ognuno di loro e li raccolse in settimane.

Successe in una terra dove ci sono due fiumi: il Tigri


e l’Eufrate. Per questo quella terra venne chiamata
Mesopotamia, che in greco vuol dire “terra tra i due Descrizione della
fiumi”. La Mesopotamia si trova in Asia occidentale, e Mesopotamia, terra
i due fiumi sfociano nel Golfo Persico. tra i due fiumi: il Tigri
In questa terra oggi si vedono spuntare qua e là delle e l’Eufrate.Una terra
grosse colline. Se si scava dove sorgono, si trovano dove si vedono spuntare
per prima cosa un mucchio di tegole e di macerie e poi grosse colline che sono
delle mura solide e alte. Queste colline sono infatti delle città sepolte.
città sepolte. Siccome non furono costruite in pietra,
ma in mattoni, con il tempo si sono sbriciolate sotto il
Sole fino a diventare enormi cumuli di macerie.

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Questo Paese fu abitato da molti popoli, I popoli che abitavano
tra cui i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri. la Mesopotamia.
I Babilonesi e gli Assiri adoravano il Sole,
la Luna e le Stelle come fossero dèi.

Per secoli osservarono il corso delle Stelle e siccome


erano osservatori acuti e intelligenti, si accorsero che
le Stelle ruotano con regolarità.
Questi popoli impararono presto a riconoscere le
Stelle che appaiono ogni notte nello stesso punto e
Gli abitanti della
diedero loro dei nomi.
Mesopotamia per
Erano convinti che le Stelle fossero entità potenti
secoli osservarono il
e che la loro posizione influisse sul destino degli
corso delle stelle e
uomini, perciò prevedevano il futuro studiando il loro
siccome erano
movimento. Questa credenza ha un nome di origine
osservatori acuti ed
greca: si chiama astrologia. intelligenti, si
Gli abitanti della Mesopotamia credevano anche che accorsero che le Stelle
alcuni pianeti portassero buona sorte, altri sorte ruotano con una certa
cattiva: Marte significava guerra, Venere amore ecc. regolarità.
A ogni pianeta-dio dedicarono un giorno. Impararono a
E siccome, con la Luna e il Sole, i pianeti erano sette, riconoscerle e diedero
ecco che da lì nacque la settimana: loro il nome.
lunedì (da Luna), martedì (da Marte), mercoledì
(da Mercurio), giovedì (da Giove), venerdì (da
Venere).
Oggi, in italiano, nei giorni di sabato e domenica non
si riconosce più il nome dei pianeti, ma in altre lingue,
come per esempio l’inglese, è chiaro che Saturday
(sabato) è il giorno di Saturno e Sunday (domenica)
quello del Sole, che in inglese si dice, appunto,
sun. L’avresti mai detto che i nomi dei giorni della ASTROLOGIA: arte
settimana avessero un’origine così antica, strana e divinatoria di antica
nobile? origine che si propone
di determinare gli
(E.H. Gombrich, Breve storia del mondo, Salani)
influssi degli astri.

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Idea fondamentale del testo
La settimana ha sette giorni.
Chi anticamente diede un nome a ognuno di loro.
In quale terra successe. Come fecero questi popoli a osservare le stelle.

concetti chiave

Quanti sono i giorni della settimana? I giorni della settimana sono sette.

Questo Paese fu abitato da molti


popoli, tra cui i Sumeri, i Babilonesi e
Chi diede un nome a ognuno di loro e gli Assiri.
li raccolse in settimane? I Babilonesi e gli Assiri adoravano il
Sole, la Luna e le Stelle come fossero
dèi.

Successe in una terra chiamata


Mesopotamia.
In quale terra successe? In questa terra oggi si vedono
spuntare qua e là colline che sono
delle città sepolte.

Per secoli osservarono il corso delle


Stelle e siccome erano osservatori
acuti e intelligenti, si accorsero che le
Stelle ruotano con regolarità.
Cosa osservavano i popoli antichi?
Questi popoli impararono presto a
riconoscere le Stelle che appaiono
ogni notte nello stesso punto e
diedero loro dei nomi.

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Unendo le risposte abbiamo un
brevissimo riassunto del testo
(Livello base di comprensione)

I giorni della settimana sono sette. Furono dati dei nomi a ognuno di loro dai molti
popoli, tra cui i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri. I Babilonesi e gli Assiri adoravano
il Sole, la Luna e le Stelle come fossero dèi. Tutto questo successe in una terra che si
chiamava Mesopotamia. In questa terra oggi si vedono spuntare qua e là colline che
sono delle città sepolte. Per secoli osservarono il corso delle Stelle e siccome erano
osservatori acuti e intelligenti, si accorsero che le Stelle ruotano con regolarità.
Questi popoli impararono presto a riconoscere le Stelle che appaiono ogni notte nello
stesso punto e diedero loro dei nomi.

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........................................................

Scheda di autovalutazione ........................................................

del lavoro di gruppo. ........................................................

........................................................

........................................................
L’argomento principale di
........................................................
questo lavoro di gruppo è
stato: ........................................................

........................................................

........................................................

Spieghiamo meglio l’argomento ........................................................

principale del lavoro: ........................................................

........................................................

........................................................

Le quattro cose fondamentali ........................................................

che abbiamo imparato sono: ........................................................

........................................................

........................................................
Le cose che non abbiamo capito
........................................................
e che vorremmo ci fossero
chiarite: ........................................................

........................................................

13
La favola è un racconto fantastico dove i protagonisti sono uomini o animali, a
volte anche oggetti, che si comportano con i pregi e i difetti tipici degli esseri
umani. Generalmente le favole sono brevi, ma contengono sempre una morale,
cioè un insegnamento.

Furba la volpe, più furbo il gallo


Si propone un’attività anticipatoria

I personaggi della favola

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Da tempo la volpe aveva adocchiato un gallo bello grasso nel cortile
Quale
di un ricco contadino. Acchiapparlo, però era una parola! Il gallo
stratagemma
era ben piantato, aveva un becco robusto e artigli acuminati. Doveva
utilizzò la volpe
per catturare il agire d’astuzia.
gallo?

Un giorno che il contadino non c’era penetrò nel cortile e disse al


Con quale
gallo:
astuzia il gallo
– Sono proprio contenta di vederti. Ma lo sai che in tutto il bosco
riuscì a liberarsi
non si fa che parlare del tuo chicchirichì? Lo si sente lontano un
dalle fauci della
volpe? miglio, e la tua voce è più squillante di un campana. Però c’è una
cosa che proprio non mi vuole andare giù. Dicono, non ti offedere,
eh? Che tu sai cantare solo se tieni gli occhi aperti. Se li tieni
chiusi, invece del tuo bel chicchirichì ti viene fuori il coccodè di una
gallina…
– È una calunnia bella e buona, – si arrabbiò il gallo – stammi a
guardare. Detto fatto, per mostrare che sapeva fare chicchirichì in
tutte le maniere, chiuse gli occhi e aprì il becco. A cantare però non
fece in tempo, perché la volpe gli balzò addosso, lo acchiappò per le
ali e via di filato nel bosco.
Il sentiero passava accanto a un’aia dove stavano trebbiando il
grano. Il contadino, come vide la volpe con il gallo in bocca, afferrò
un bastone e si mise a rincorrerla.
Il gallo, senza perder tempo, disse alla volpe:
– Ho una gran paura che il contadino ci ammazzi tutti e
due a bastonate. Gridagli che io sto venendo con te di mia spontanea
volontà. Alla volpe quella sembrò una buona idea. Senza stare a
riflettere gridò: – Ehi, contadino, smettila di darci la caccia. Il tuo
gallo viene con me di sua spontanea volontà! Già, ma appena ebbe
aperto la bocca il gallo, frrr, era bell’e volato in cima alla siepe.

“È proprio vero che il silenzio è d’oro”, pensò la volpe, e da quel


Che cosa imparò
la volpe? giorno non parlò mai più quando aveva un gallo tra i denti.

Il gallo, dal canto suo, decise che era meglio cantare con gli occhi
Che cosa imparò
il gallo? aperti, e da quel giorno, se la volpe era nelle vicinanze, si guardò
bene dal chiuderli.
(Favola delle Fiandre, in Paola Rodari, Lo zoo delle favole, Editori Riuniti)

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COSA FA PER
QUALE SCOPO VUOLE RAGGIUNGE
PERSONAGGI RAGGIUNGERE
RAGGIUNGERE? LO SCOPO
LO SCOPO

La volpe vuole .......................... No, la volpe non


mangiare il gallo. raggiunge lo scopo.
..........................

..........................

..........................

..........................

..........................

COSA FA PER
QUALE SCOPO VUOLE RAGGIUNGE
PERSONAGGI RAGGIUNGERE
RAGGIUNGERE? LO SCOPO
LO SCOPO

Vuole scappare dalle .......................... Sì, il gallo raggiunge


fauce della volpe. lo scopo.
..........................

..........................

..........................

..........................

..........................

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LISCIAN
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