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RELAZIONE ANNO DI PROVA

Anno scolastico 2013/2014

DARIO CARUSO

La mia personale
esperienza didattica
maturata nellanno in corso e negli anni scolastici precedenti,
con particolare riguardo alle strategie motivazionali adottate
ed i conseguenti riscontri

Docente tutor: prof.ssa Antonella CAROSINI

PREMESSA
La mia attivit di insegnante parte da molto lontano.
Ho incominciato a ventitre anni e oggi, sulla soglia dei cinquanta, mi appresto a fare il punto
della situazione per limmissione in ruolo.
Credo di aver intrapreso questa professione per vocazione; con il passare degli anni ho
maturato la convinzione che il sapere proiettato ai pi piccoli ritorni amplificato creando in
tal modo un meccanismo virtuoso di crescita sia per chi d sia per chi riceve.
La giusta ricerca di un insegnante quella di essere inspirational ossia di saper dare alla
classe la giusta motivazione e il giusto interesse.
Il poeta e filosofo statunitense Ralph W. Emerson (1803-1882) cos scrive in un suo saggio:
Il segreto delleducazione risiede nel rispetto degli studenti (1).
Trovandoci di fronte a classi sempre differenti e a studenti ogni anno sempre pi esigenti, la
chiave non pu essere altra.

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

INTRODUZIONE
I Consigli di Classe sono il fulcro della progettazione dei docenti; un buon
affiatamento inevitabilmente si riflette in positivo sul gruppo di studenti nonch sul lavoro di
ciascuna disciplina.
Musica (cos come Arte e Immagine) una materia che ha un potenziale infinitamente
grande: pu far confluire su di s una quantit di conoscenze multiformi.
Con questo criterio la collaborazione con i docenti di Lettere, Scienze, Lingua Straniera,
Scienze Motorie e Tecnologia non solo diviene possibile ma quanto mai auspicabile.
Le unit didattiche ideate, progettate, elaborate e realizzate in sinergia, pur nel rispetto della
totale libert di insegnamento di ciascun docente, hanno una ricaduta pi radicata e profonda
sugli studenti.
Nel corso di questultimo anno scolastico ho avuto modo di lavorare serenamente con i
ragazzi delle varie classi creando fruttuose collaborazioni con i colleghi.
Partendo da tale presupposto, ho adottato le strategie declinandole su ciascuna classe e ho
individuato linee di programmazione di partenza che vorrei condensare a tre:

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

1 - LASCOLTO
Lattitudine allascolto e la capacit di avere un tempo di concentrazione prolungato
sono i due parametri che con il passare degli anni hanno subito significative mutazioni.
Parlando in termini generazionali possiamo dire che la mia generazione, quella a cavallo tra
gli anni Sessanta e Settanta, era propensa allascolto. Le maestre uniche della vecchia Scuola
Elementare riuscivano a domare le classi numerose senza problemi di sorta, le si ascoltava
per ore anche durante i tempi di gioco.
La televisione aveva palinsesti compatti, con programmazioni che principiavano a met
pomeriggio e concludevano in seconda serata. La rclame era condensata nello spazio del
dopo cena, al termine del notiziario, e accomunava lintera famiglia.
La generazione a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta subisce una graduale virata.
Lascolto lentamente diviene frammentato, in classe i tempi di ascolto e concentrazione si
restringono.
La televisione commerciale si affaccia prepotente imponendo cinque minuti di pubblicit
ogni quindici o venti minuti di programma, i films perdono il continuum narrativo e la
famiglia di fronte al tubo catodico si divide.
Anche i legislatori incominciano a porsi domande; vanno allo studio linnalzamento
dellobbligo scolastico, il riordino dei cicli contestualmente allautonomia scolastica. (2)
Il terzo millennio genitore di giovani tormentati e con problematiche differenziate, si deve
far fronte ad una forte immigrazione dai vari angoli della terra. La globalizzazione, con tutti i
benefici che la accompagnano, foriera di difficolt e nuove incognite.
I tempi di ascolto e concentrazione bruscamente si riducono, la capacit dei docenti di
mantenere lattenzione si affievolisce di fronte a classi eterogenee e molto numerose.
Il mondo dellimmagine parte integrante della quotidianit: esiste un palinsesto unico ondemand su cui si pu contare a qualsivoglia ora del giorno e della notte. I social network
amplificano il fenomeno.
Il musicista ed esperto in comunicazione canadese R. Murray Schafer scrive cos:
Consideriamo il paesaggio sonoro del mondo come ununica immensa composizione
musicale che si dispiega senza interruzione attorno a noi. Noi siamo contemporaneamente gli
ascoltatori, gli esecutori e gli autori di questa composizione. (3)
Lidea di fondo fare in modo che gli studenti agiscano attivamente nel corso delle lezioni,
con un ascolto attivo e una partecipazione che li distolgano dal sistema di comunicazione
virtuale.
Lapprodo il recupero di una dilatazione del tempo di concentrazione.

(Sound landscape - Fonte: http://larchitetto-nella-foresta-design.blogautore.repubblica.it)

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

2 - LA VOCE
Conoscere le possibilit espressive della propria voce una necessit primaria di
ogni docente. E comunque di chiunque ha il dovere di farsi ascoltare per comunicare
messaggi.
Ecco perch lazione di conoscenza delle personali attitudini vocali, che ha inizio nella
Scuola Primaria, diviene attivit a fondamento della crescita dellindividuo. Tanto pi nella
fase adolescenziale in cui la muta della voce (soprattutto tra i maschi) pu risultare un
ingombro che fa cumulo con gli altri tumultuosi cambiamenti.
La voce, strumento musicale per eccellenza, va considerata sia per il linguaggio verbale sia
per il canto.
Utilizzare i vari colori delle corde vocali sia nel cantato che nel parlato rappresenta per chi ci
ascolta motivo di attenzione; tendenzialmente ci distraiamo se chi ci parla monocorde o
dice cose senza interesse.
Facendo leva su tali argomentazioni, facile ed indispensabile affrontare il tema della salute
della voce (forma) e dei concetti da esprimere (contenuti).
Lattrice Margaret Avery nel film Il colore viola diceva cos: Cantiamo e gridiamo per
farci amare.
Io aggiungerei: parliamo. (4)

3 - LO STRUMENTO MUSICALE
Tutti i ragazzi o quasi hanno la speranza, giunti alla Scuola Secondaria, di imparare a
suonare in poche settimane uno strumento musicale.
Non colpa loro se pensano che basti uno sforzo minimo per imbracciare un pianoforte, una
chitarra o un tamburo e farne uscire melodie e ritmi come fosse bere un bicchiere dacqua.
la regola non scritta ma indotta del tutto e subito a cui in genere tendiamo, adulti e
bambini.
Purtroppo la difficolt reale nel conoscere la tecnica strumentale infrange nel maggior
numero dei casi le speranze dei ragazzi e le aspirazioni dei genitori.
In questo senso il docente pu fare molto, avvicinando i ragazzi alla musica suonata in forma
elementare e graduale, incentivando i pi dotati, smorzando le false promesse.
Questo passaggio il pi doloroso in quanto potrebbe sortire un disamore nei confronti della
disciplina; occorre mettere in gioco strategie didattiche complesse che i libri di testo non
contemplano.

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

LA MOTIVAZIONE
Siamo spinti verso qualcosa o qualcuno quando troviamo accoglienza e rispondenza
alle necessit di quel momento. Non difficile evincere che una buona proposta di lavoro
attrae in misura ben pi larga che non unidea di pedissequa ripetizione e noiosa reiterazione
del gesto e del contenuto.
Pur in un contesto completamente differente, salta subito alla memoria la figura di Charlot,
operaio in una grande fabbrica, alienato dalla ripetitivit di un gesto vuoto. (5)
Unattivit creativa, ricca di svolte e in divenire rappresenta uno stimolo allintelligenza di
ciascuno, bambini e adulti.
Talvolta lio docente prende il sopravvento sullio pensante. Accade quando ci
dimentichiamo di essere stati bambini e di quanto fossero talvolta stantie alcune ore di
lezione.
allora che ci lasciamo andare a piccate considerazioni quali: Ma come fai a non
comprendere? Avr ripetuto questo concetto decine di volte!
Solo dopo aver pronunciato sentenze di tal fatta ci rendiamo conto dellinefficacia di quanto
stiamo facendo; si palesa la necessit di spostare non il bersaglio bens langolo di tiro.
Lo facevano gli uomini primitivi quando durante la caccia, nascondendosi tra i cespugli,
cercavano la visuale migliore per scoccare la freccia contro la preda.
Lo hanno fatto i grandi gen nella storia moderna, spesso andando incontro a processi e
condanne.
Possiamo (anzi dobbiamo) farlo anche noi semplici insegnanti con il diritto di sbagliare ma
con il dovere di provarci.
Per una giovane testa in evoluzione non esiste nulla di pi nocivo che il rischio della
spersonalizzazione. Se vero che ognuno un essere unico (come ci dicono i testi di
psicologia), allora ogni studente va considerato nella sua interezza ma con le proprie
sfaccettature.
La Scuola odierna non agevola questo compito, anzi lo intralcia: classi numerose, spazi
inadeguati, tempi irrisori. Questi fattori, ormai consolidati, fiaccano la motivazione degli
insegnanti prima ancora che quella dei ragazzi.
Ecco che entra in gioco linvenzione.

(Fonte: www.provincia.torino.gov.it)

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

LINVENZIONE
Cos dice dAlembert: ...gli uomini che si sono sforzati di farci credere che
eravamo felici sono stati assai pi lodati degli uomini che si sono sforzati di renderci
davvero pi felici. (6)
Stiamo superando lera dellapparenza oppure ci siamo dentro fino al collo?
Con questo quesito mi accingo a esprimere alcune considerazioni sul concetto di invenzione,
concetto di cui linsegnante dovrebbe essere a conoscenza.
Linvenzione fatica.
Il nostro tentativo di provare a scalzare il percorso precostituito che ormai non produce pi
alcun risultato per inventare uno o pi percorsi alternativi che offrano spunti nuovi e di
maggior appeal.
Senza arrogarci titoli o onorificenze, Thomas A. Edison sosteneva che il genio per l1
percento ispirazione e per il 99 percento traspirazione.
Se occorre traspirare (cio sudare) per tracciare nuove strade e produrre motivazione, tanto
vale farlo.
Non sar mai come lavorare in miniera.

(Fonte: www.ilsalottodelcaffe.it)

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

ESPERIENZE DIDATTICHE

Sopra: le classi 3^A e 3^B in visita guidata al Teatro alla Scala di Milano
Sotto: la classe 2^B in visita presso Via del Campo a Genova

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

Classe prima
ORCHESTRA IN ASCOLTO
Per i ragazzi appena giunti dalla Scuola Primaria lesperienza dellascolto finalizzato
ad un gioco collettivo nota e abituale; pressoch sconosciuta la stessa esperienza finalizzata
ad un prodotto musicale.
Con il termine orchestra definiamo il gruppo di lavoro; il singolo alunno non dotato di
alcuno strumento musicale.
SPAZIO
indispensabile uno spazio vuoto proporzionale al numero di studenti (per una classe di
venti studenti unaula di almeno 6x6 metri).
Gli studenti si dispongono in piedi in ordine sparso ed equidistanti, frontalmente al docente
(direttore), anchegli in piedi e munito di una bacchetta da direttore dorchestra (o di una
penna o altro oggetto che ne simuli luso).
METODO
Lesperienza viene proposta sotto forma di gioco e con due modalit differenti e
conseguenti:
a. il direttore esegue un comando vocale; ad ogni comando deve corrispondere un
movimento dellorchestra (esempio: alla parola NORD corrisponde ad un passo
avanti, EST ad un passo a destra, OVEST ad un passo a sinistra, SUD ad un passo
indietro)
b. il direttore esegue con la bacchetta dei gesti che corrispondono ad un movimento
dellorchestra (esempio: il gesto verso lalto corrisponde ad un passo avanti, il gesto
verso sinistra corrisponde in modo speculare ad un passo verso destra e cos via)
OBIETTIVI
Gli obiettivi sono molteplici, sia in ambito disciplinare che generale.
Obiettivi generali:
- fare silenzio
- essere capaci di ascoltare e di osservare
- lavorare in equipe
- conoscere lo spazio che ci circonda
- rispettare il proprio spazio e quello altrui
Obiettivi della disciplina
- conoscere limportanza della parola
- conoscere limportanza del gesto
- produrre una composizione spaziale di almeno 60 secondi che risulti armonica ed
uniforme
Essere un corpo unico nello spazio, ecco la sintesi dellesperienza descritta.
Per questo motivo indispensabile commisurare e modificare la proposta sulla classe di
lavoro.
Nel caso di una classe con un ragazzo audioleso indispensabile avere alcuni accorgimenti
particolari: tarare la parola su un labiale facilmente riconoscibile, fare in modo che la sua
posizione nellorchestra sia centrale.
Nel caso in cui sia presente un ragazzo disabile in carrozzina lesperienza si deve declinare
con tutti gli alunni seduti su una sedia, concordando quindi i movimenti del busto, della testa
e delle braccia ma con un risultato del tutto identico.

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Classe seconda
ORCHESTRA DI CLASSE 1
Nel secondo anno di Scuola Secondaria di primo grado, i ragazzi devono essere
dotati di strumento musicale e conoscere almeno la tecnica di base dello strumento in
possesso.
Flauto diritto:
- metodo corretto di insufflazione
- uso dello staccato e del legato
- scala di do
Tastiera:
- posizione delle note sulla tastiera
- scala di do
- uso della dinamica (nel caso di tastiere con tasti pesati)
Chitarra:
- posizione della mano sinistra
- tocco appoggiato per la mano destra (quindi senza uso del plettro)
- scala di do
Diamonica:
- metodo corretto di insufflazione
- posizione delle note sulla tastiera
- scala di do
Per ottenere risultati positivi in questa esperienza tutti devono conoscere la lettura delle note
sul pentagramma comprendendo i valori di suoni e pause e i caratteri distintivi della battuta.
Spesso allinterno della classe ci sono ragazzi che, al di fuori dellambito scolastico, studiano
i sopraccitati o altri strumenti musicali. Codesti alunni inseriti contestualmente e presi ad
esempio risulteranno certamente un valore aggiunto e un punto di riferimento per tutti.
SPAZIO
Lesperienza si realizza nellaula di musica.
Ogni studente si prepara con il proprio strumento: i tastieristi e i chitarristi seduti, i flautisti
in piedi, tutti con almeno un leggio a coppia.
La disposizione quella tradizionale a semicerchio, rispettando lo spazio di movimento per
ciascuno, con il direttore seduto frontalmente al centro.
METODO
Gli studenti hanno preparato una linea melodica di otto battute (la tipica frase musicale
compiuta).
Lesperienza viene proposta con tre modalit differenti e conseguenti:
a. esecuzione dassieme
b. esecuzione solistica di alcuni ragazzi
c. esecuzione a canone secondo gruppi stabiliti (con la partenza sfalsata ogni due
battute per un totale di quattro gruppi)
Tutte le parti sono coordinate dal direttore, che utilizza la bacchetta per dare indicazioni
concordate.
OBIETTIVI
Obiettivi generali:
- fare del silenzio il momento che precede il suono
- essere capaci di ascoltare s e gli altri
- riconoscersi nel ruolo
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lavorare in equipe

Obiettivi della disciplina


- riconoscere il gesto
- rispettare la partitura
- produrre una composizione orchestrale melodica ancorch articolata
La classe seconda rappresenta un anno di consolidamento delle conoscenza pregresse, in
questi mesi si prende maggiore consapevolezza delle potenzialit della musica quale
strumento espressivo e di comunicazione.
Lorchestra di classe diviene paradigma di una societ (orchestra) in cui ciascun individuo
(musicista) ha un ruolo (strumento) che deve conoscere al meglio per poter assolvere al
proprio compito (studio/lavoro).

Orchestra de Il Manipolo della Musica al Concorso Chitarristico nazionale di Voghera aprile 2013

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Classe terza
ORCHESTRA DI CLASSE 2
Lultimo anno di Scuola Secondaria rappresenta il periodo dellapprofondimento e
della contestualizzazione interdisciplinare.
Ogni ragazzo definisce con il tempo le proprie attitudini e si rende consapevole dei propri
limiti e delle proprie potenzialit, di quanto cio pu dare in ambito orchestrale.
il momento buono per fare leva sullorgoglio di essere adolescenti e quindi nel pieno delle
facolt potenziali.
SPAZIO
Lesperienza analoga a quella prevista per la classe seconda.
La disposizione quella tradizionale a semicerchio, ma tiene conto dei gruppi di strumento (i
chitarristi con i chitarristi, i flautisti con i flautisti e cos via).
auspicabile la presenza di almeno uno strumento a percussione.
Il direttore ancora seduto frontalmente al centro.
METODO
Ciascun gruppo orchestrale ha preparato un brano completo a pi voci.
Il direttore utilizza la bacchetta per dare gli attacchi e le indicazioni dinamiche e agogiche.
OBIETTIVI
Obiettivi generali:
- essere capaci di ascoltare s e gli altri
- riconoscersi nel ruolo
- apprezzare il prodotto nel corso dellesecuzione
- lavorare in equipe
Obiettivi della disciplina
- riconoscere il gesto nelle sue sfaccettature dinamiche e agogiche
- conoscere la lettura musicale applicandola alla tecnica dello strumento
- rispettare la partitura
- eseguire una composizione orchestrale polifonica
Non importa quale sia il risultato dellesecuzione finale, ci che conta il percorso.
Lesempio di un percorso di lavoro ideale si pu sintetizzare come segue:
- progettazione
- avvio con una serie di aggiustamenti nel corso del tempo
- superamento delle crisi e delle difficolt
- sintesi conclusiva
Ribadisco quanto ogni aspetto della didattica debba essere adeguato a tutti gli studenti.
In un esempio di societ ideale e perfetta (orchestra) nessuno deve essere escluso a priori e
nessun individuo (musicista) deve avere dignit inferiore ad altri. Ogni ruolo (strumento)
fondamento per un assieme armonico.

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Classe prima
LE VOCI INTORNO A NOI
Non c nulla di pi sottovalutato dello strumento che la nostra voce. un apparato
che necessita cura, manutenzione e consapevolezza delle potenzialit. Lassenza di
unadeguata educazione musicale nella Scuola Primaria purtroppo fa s che i ragazzi
giungano alla Scuola Secondaria completamente disarmati.
Pur essendo lorgano della fonazione di uso quotidiano, sembra che appartenga ad altri;
impariamo a leggere, scrivere e fare di conto ma non a parlare nel modo corretto.
La conoscenza della nostra voce diviene una necessit nel momento in cui dobbiamo parlare
di fronte ad una commissione desame, oppure dobbiamo relazionare di fronte ad un gruppo
di lavoro, o semplicemente dovendo farci capire in un ufficio pubblico con laddetto allo
sportello.
Restiamo in ambito scolastico con unesperienza apparentemente di semplice realizzazione
ma che i ragazzi delle classi prime affrontano con grande divertimento e rendendosi conto
delle caratteristiche delle voci altrui, quindi della propria.
SPAZIO
Ci troviamo in aula.
I ragazzi della classe si dispongono seduti al proprio banco ma con le spalle rivolte alla
cattedra; in mano una matita ed un foglio. Tre di loro (che chiameremo Anna, Marco e
Giorgio) vengono sorteggiati e si avvicinano alla cattedra volgendo anchessi le spalle ai
propri compagni.
METODO
Lesperienza si sviluppa in tre fasi:
a. il docente detta una serie di parole; i ragazzi della classe debbono scrivere le parole
in tempo reale
b. Anna, Marco e Giorgio ripetono lentamente ed alternandosi le stesse parole a voce
piena (in una scala da 1 a 10 con voce 7); la classe scrive in corrispondenza di ogni
parola liniziale del compagno che lha pronunciata (A oppure M oppure G)
c. Anna, Marco e Giorgio sussurrano le stesse parole scambiandosi lordine di dizione
(in una scala da 1 a 10 con voce 2); la classe scrive in riferimento ad ogni parola
liniziale del compagno che, a loro giudizio, lha pronunciata

Docente

Mare
M

Argento
G

Esempio di tabella di gioco


Calendario
Topo
Uovo
M
A
G
G

Sicilia
A

Gracile
M

OBIETTIVI
Fermo restando che il gioco pu essere variato secondo le esigenze del gruppo classe, gli
obiettivi sono numerosi. Tutti volti alla scoperta di un mondo sonoro circostante.
Obiettivi generali:
- fare silenzio
- riconoscere i suoni con dinamiche diversificate
- conoscere il mondo sonoro che ci circonda
- conoscere i compagni di classe

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Obiettivi della disciplina


- conoscere limportanza delle parole
- riconoscere il timbro di ciascuna voce
- attraverso la rotazione in questo gioco, riconoscere i compagni di classe anche per le
caratteristiche vocali
Lidea di base di unesperienza cos semplice tuttaltro che banale: utilizzare ludito per
discriminare, operare una scelta, conoscere.
A inizio anno scolastico questo gioco rappresenta per il docente un ottimo viatico per
imparare a plasmare il gruppo classe e conoscere i singoli ragazzi.

Classe seconda
LE NOSTRE VOCI
Propongo ora unesperienza che si pu realizzare in un gruppo classe che abbia almeno
questi prerequisiti:
- conoscenza del pentagramma e della lettura ritmica
- impostazione vocale di base e respirazione diaframmatica
SPAZIO
Lesperienza si effettua in aula di musica oppure in qualsiasi aula con uno spazio sufficiente
e abbastanza insonorizzata (tale da non creare disturbo alle classi nelle aule attigue).
I ragazzi e il docente si dispongono in cerchio, rivolti verso il centro.
Il docente riveste la funzione di direttore di coro ed in possesso di un diapason.
METODO
Il direttore di coro intona la nota la con lausilio del diapason; a seguire il coro esegue il la
secondo le indicazioni.
Quindi lesperienza si sviluppa come segue:
a. tenendo un ritmo quaternario con lo schiocco delle dita, il direttore propone
cantando una frase musicale su intervalli di seconda ascendenti e discendenti
partendo dal la di riferimento, la stessa frase viene quindi ripetuta identicamente
dallintero coro rispettando il battere del tempo quaternario, come in esempio:

b. un alunno sostituisce il docente nel ruolo di direttore di coro e, con le stesse


modalit esecutive, procede come nel punto a).
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c. lesecuzione improvvisata viene registrata e trascritta su pentagramma, quindi


eseguita non pi come improvvisazione ma come partitura scritta (magari da
modificare e migliorare).
d. Un passo ulteriore rappresenta linserimento di un testo cantato.
OBIETTIVI
Anche per questa esperienza gli obiettivi sono molteplici, soprattutto per ci che concerne gli
obiettivi di materia.
Obiettivi generali:
- fare gruppo
- ascoltarsi e ascoltare
- sviluppare eventuali doti di leadership
Obiettivi della disciplina
- conoscere la propria voce
- rispettare il ritmo
- saper intonare correttamente i suoni
- conoscere il ritmo quaternario e i valori di note e pause
- saper tradurre i suoni in note per scriverli su pentagramma
- saper cantare in coro
Il cerchio chiuso presuppone che la classe sia unita, ogni studente deve sentirsi a proprio
agio sapendo che al fianco pu contare su qualcuno in grado di sorreggerlo nella difficolt.
Come dice Re Art: Ci ho pensato. Sar fatta una tavola rotonda, cos che nessuno possa
sedere in un posto migliore di chiunque altro! (7)

Classe terza
POLIFONIA
Una classe terza ben dotata ed adeguatamente preparata in grado di produrre un
brano in stile polifonico. Talvolta si realizzano partiture a due voci pari, in altri casi si riesce
a lavorare su canti pi complessi.
Prendo ad esempio il canto che abbiamo proposto con la collega Antonella Carosini in
preparazione del Concerto di Natale 2013, Vois sur ton chemin. (8)

Nella foto la Chiesa Parrocchiale di Loano che ha ospitato il Concerto di Natale 2013

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Ecco la partitura elaborata e utilizzata per lesperienza:

SPAZIO
Lesperienza stata effettuata in aula di musica ed stata finalizzata presso la Chiesa
Parrocchiale di Loano.
I ragazzi si dividono in due gruppi: il gruppo femminile a sinistra (voice 1), il gruppo
maschile a destra (voice 2) in modo da simulare la disposizione degli strumenti ad arco
nellorchestra sinfonica con i violini a sinistra e i violoncelli a destra.
Il docente si dispone al centro con uno strumento daccompagnamento (pianoforte o
chitarra). Nel caso in cui i docenti possano essere due (come stato per questa esperienza)
ognuno di loro si occuper di ciascun gruppo corale.
METODO
I ragazzi vengono forniti della copia del testo con la partitura completa.

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Il testo stato opportunamente tradotto in italiano per agevolare gli studenti di lingua inglese
e spagnola.
Come avviene in ogni coro, i due gruppi lavorano dapprima separatamente per concentrare
lattenzione sulla dizione del testo, lintonazione delle note e la ritmica delle frasi musicali.
fondamentale che il docente non tralasci le indicazioni dinamiche ed agogiche nonch
eventuali ritornelli e finali diversi.
Si concentrer lattenzione anche sulle sillabe finali di ogni semifrase affinch luniformit
richiesta dal brano risulti tale allesecuzione.
I gruppi vengono dunque uniti e provano pi volte fino alla messa a punto.
OBIETTIVI
Obiettivi generali:
- lavorare in gruppo
- ascoltarsi e saper ascoltare
- pronunciare con chiarezza le parole del testo e con dizione corretta
- conoscere il film da cui il brano tratto e il contesto storico e sociale
Obiettivi della disciplina
- conoscere la propria voce
- saper intonare correttamente i suoni
- saper leggere il pentagramma
- conoscere il ritmo quaternario e i valori di note e pause
- saper cantare in coro
Lidea di una rappresentazione musicale stimola e affascina i ragazzi, al punto che la
ricaduta dellesperienza viene amplificata aldil del risultato vero e proprio.
Ecco perch indispensabile trovare con una frequenza periodica spazi di tempo e di luogo
per creare piccoli eventi in cui i ragazzi mostrino le loro attitudini, le loro forze e le loro
debolezze.
Solo in questo modo riescono a vincere le paure: affrontandole.
Oppure a prendere coscienza dei propri limiti: misurandoli.

Classe terza
NOVECENTO
In questa ultima parte desidero descrivere unesperienza realizzata con la collega
Elisa Bruzzone (Lettere) e la partecipazione della collega Daniela Poggio (Arte e Immagine).
La complessit del lavoro, pur essendo realizzato durante le ore curriculari, impone una
maggiore schematicit e sintesi per essere compreso al meglio.
Il progetto incomincia a ottobre con le seguenti fasi:
PRIMA FASE
Lettura in classe del monologo teatrale Novecento di Alessandro Baricco
Analisi del testo
SECONDA FASE
Visione del film La leggenda del pianista sulloceano di Giuseppe Tornatore
Analisi filmica
TERZA FASE
Contestualizzazione storica
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Analisi della colonna sonora composta da Ennio Morricone


Esecuzione strumentale del tema principale
Approfondimenti e collegamenti interdisciplinari

Nel mese di marzo, visto linteresse suscitato nelle due classi coinvolte, si propone di
ampliare il progetto allestendo una semplice lettura drammatizzata del testo di Baricco.
SPAZIO
Si utilizzano laula di musica e laula video in modo da avere i giusti spazi per provare i
movimenti e i cambi di scena.
Le ore sono quelle curriculari di Musica e di Lettere.
METODO
Per quanto breve, il testo risulta complesso e difficilmente interpretabile per una breve
rappresentazione; si decide quindi di operare una scelta delle parti.
Quindi si individuano alcuni studenti che hanno una maggiore dimestichezza con la lettura e
una buona predisposizione nellaffrontare il palco.
Shakespeare mette in bocca a Prospero queste parole: Siamo fatti anche noi della materia di
cui son fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo dun sogno racchiusa la nostra breve vita
(9). Lidea di fondo quella che ogni studente, ciascuno con le sue caratteristiche, entri nel
gioco della rappresentazione senza timori, offrendo a se stesso e al gruppo quel che in
grado di offrire.
OBIETTIVI
Obiettivi generali:
- rispettare il gruppo
- riconoscersi nel ruolo
- utilizzare correttamente gli spazi convenuti
- saper leggere
- saper analizzare un testo scritto

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saper analizzare un film riconoscendone gli elementi costitutivi


saper effettuare collegamenti allinterno di una disciplina
saper effettuare collegamenti tra diverse discipline

Obiettivi della disciplina


- utilizzare correttamente la voce nella parola e nel canto
- collegare gesto - suono - movimento
- riconoscere il ritmo delle parole e associarlo al ritmo musicale
- trattare il testo narrato come una partitura orchestrale
- rappresentare un testo teatrale - musicale

Note:
(1) Ralph Waldo Emerson: Education da Lectures and Biographical Sketches (1863/1864)
(2) Legge n. 30 del 10/02/2000 (riforma Berlinguer) e legge n. 53 del 28/03/2003, (riforma
Moratti)
(3) R. Murray Schafer: Il paesaggio sonoro (Ricordi 1985)
(4) Steven Spielberg: Il colore viola (USA 1985)
(5) Charlie Chaplin: Tempi moderni (USA 1936)
(6) Jean Baptiste dAlembert (1717-1783): Discours preliminaire a Encyclopdie
(7) Alan Jay Lerner - Frederick Loewe: Camelot (commedia musicale del 1960)
(8) Tratto dalla colonna sonora del film Les choristes di Cristophe Barratier (2004)
(9) W. Skahespeare: La tempesta (atto IV, scena I)

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CONCLUSIONI
Al termine di questo breve excursus nella didattica e nel vissuto, desidero formulare
alcune considerazioni su come la Scuola abbia la missione di ritornare al centro del mondo di
un fanciullo e della famiglia.
Ogni qualvolta a livello mediatico si presenta un disagio sociale, le responsabilit del disagio
vengono imputate al mondo della Scuola. E dal mondo della Scuola non si interviene mai
con un moto dorgoglio uniforme bens con qualche sparuta dichiarazione del Ministro o del
Sottosegretario di turno.
Mi viene da pensare che la Scuola, nel corso degli ultimi ventanni depauperata nelle risorse
materiali ed umane e declassata a ruolo di assistenzialismo, sa di avere colpe causate
soprattutto dalla scarsa meritocrazia interna e dallelevata burocratizzazione della funzione
docente.
Ci per non impedisce a chi sa lavorare - e ha desiderio di servire la Scuola Statale in
quanto pubblico ufficiale - di portare avanti progetti funzionali alla crescita armonica di un
piccolo uomo.
Le esperienze didattiche illustrate sono solamente un piccolo esempio di ci che avviene
davvero nelle nostre Scuole.
Concludo sottolineando la rilevanza dellaspetto laboratoriale della Scuola. purtroppo
circoscritto a poche aree di lavoro.
Occorre una riflessione per allargare il concetto di laboratorio non solo ad attivit
apparentemente di completamento o di contorno bens alle discipline cosiddette di studio.
Non un caso se il mondo dellIstruzione si sta ponendo quesiti sulle metodologie e sulle
didattiche a partire dalla scuola dellobbligo per arrivare ai percorsi universitari e di
specializzazione.
Termini quali MOOC, flipping classroom, transformation of teaching entrano nel linguaggio
comune delle pi importanti Universit del globo e fanno capo soprattutto ad una
informatizzazione dellapprendimento. Ma resta sempre presente il concetto di laboratorio
non tanto come spazio fisico ma come luogo di confronto e di scambio di idee.
Un esempio diretto costituito dal Laboratorio Musicale Espressivo attuato questanno per
le classi a tempo prolungato nella Scuola Secondaria dellIstituto Comprensivo Loano
Boissano.
Le attivit culturali e didattico-formative devono essere esperienze totali, richiedono tempi,
spazi, risorse umane e competenze specifiche. Un laboratorio soddisfa tutte le condizioni e
ha il vantaggio di divenire agevolmente collettore di idee e di apporti multidisciplinari,
essendo aperto e utilizzando una didattica work in progress.

D. Caruso La mia personale esperienza didattica

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RINGRAZIAMENTI
con piacere che al termine di questa tesina ringrazio alcune persone che, con ruoli
e forme differenti, hanno sostenuto il mio lavoro:
la Dott.ssa Renata Lubatti, Dirigente Scolastica dellIstituto Comprensivo Loano Boissano
per la fiducia accordatami;
la Prof.ssa Antonella Carosini per la sensibilit con cui mi ha seguito per lintero anno
scolastico;
mia moglie Donatella per i consigli preziosi che hanno stemperato il mio carattere irruente;
tutti gli allievi di questanno e degli anni precedenti (che ho calcolato essere pi di duemila)
perch da ciascuno di loro ho imparato qualcosa da insegnare.

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Dario Briano Caruso


(Savona, 1964)
Allet di dieci anni intraprende gli studi chitarristici con Giulio Vallerga.
Dopo aver abbandonato lUniversit (Scienze Geologiche) per dedicarsi
interamente alla musica, consegue il Diploma presso il Conservatorio G. Verdi
di Torino (sezione staccata di Cuneo).
Da allora la sua attivit si evolve sotto molteplici forme.
Come concertista presenta in Italia e in Francia il suo repertorio,
orientato sul Novecento.
Come compositore prende parte al Premio Internazionale di Composizione di
Cordoba (Spagna) ottenendo consensi di critica e destando lattenzione della
Casa Editrice Brben di Ancona che pubblica Omaggio a Castelnuovo-Tedesco
per chitarra sola e Le voci dellanima per tre chitarre.
In qualit di organizzatore dal 1992 al 2005 ha diretto il Concorso Chitarristico
Internazionale di Savona.
Limpegno di diffusione della cultura musicale si concretizza nel tessuto
intellettuale della mia citt attraverso il Circolo degli Inquieti (di cui socio
fondatore), lAssociazione Culturale Savona in Musica (dal 1995 al 2010), "Il
Manipolo della Musica" e la Compagnia Teatrale "Miagoli" dal 2011.
Nel 2008 Casa Musicale Eco pubblica il cd 9cento Guitar Duo realizzato in
collaborazione con la chitarrista Mariangela Pastanella, allinterno del quale
inciso il brano Hearts omaggio a Sir William Shakespeare, sonata in cinque
tempi molto apprezzata dalla critica specializzata.
Nei concerti come nelle lezioni e nelle composizioni, la sua opera tesa ad una
sana divulgazione della musica che avvicini la platea aldil
delle barriere generazionali.
Per fare questo utilizza espedienti tecnici moderni pur restando fermamente
convinto della validit della tradizione; il risultato la naturale conseguenza di
queste considerazioni, ci che ama definire "una modernit ponderata".
Da marzo 2013 cura una rubrica per CorriereAl.info dal titolo "Il Flessibile".

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