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Per lo svolgimento della prova sarà innanzitutto utile avere ben presente le ca-
ratteristiche e la natura del brano da eseguire. Il mottetto è una forma musica-
le polifonica diffusa fin dal XIII secolo. I primi mottetti furono creati aggiun-
gendo ad una melodia gregoriana preesistente (tenor) una o due voci che
eseguivano una sorta di commento al testo del tenor. Si tratta, allora, di un
brano polifonico della tradizione sacra scritto per coro a cappella a voci dispari,
quindi senza alcun accompagnamento, composto da quattro voci (soprano,
contralto, tenore e basso), due femminili e due maschili.
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Prova pratica: concertazione e direzione di un brano (classe A30) 3
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Prova pratica: concertazione e direzione di un brano (classe A30) 5
bisognerà cantare con un fil di voce e dove, invece, in modo forte. Tutte queste
indicazioni, che puntualmente daremo al coro nella fase della concertazione,
dimostrano la padronanza del pezzo da parte del candidato.
Dopo aver imparato le singole parti e annotato in partitura tutti gli accorgi-
menti che in seguito comunicheremo ai cantori, cantando la parte che ci è più
congeniale, sarà utile “provare” la gestualità nella direzione. In queste prove,
infatti, nulla va lasciato al caso, poiché un gesto poco chiaro o impacciato del
direttore potrebbe compromettere la buona riuscita dell’esecuzione del brano.
Importantissima sarà la prova dei gesti iniziali e finali. Nessun coro, neanche il
più affiatato o professionista, è capace di cominciare a cantare perfettamente
nello stesso momento. È il direttore che con il suo gesto deciso comunica in
maniera molto esplicita quando cominciare a cantare. Innanzitutto, sarà im-
portante raccogliere le idee prima di dare l’attacco e fermarsi un attimo con le
mani a mezz’aria. Dopo aver pensato bene all’andamento che si intende confe-
rire all’esecuzione, sarà utile respirare “a tempo” assieme ai cantori: in questo
modo il direttore partecipa al canto, pur non cantando, e respirando a tempo
insieme ai cantori fa in modo che tutti attacchino nello stesso momento.
Allo stesso modo, il gesto di chiusura è fondamentale. Arrivati alle note finali
sarà utile ampliare un po’ i movimenti della mano destra, con la quale si scan-
disce il tempo, provocando un “rallentando” nell’esecuzione, fino ad arrivare
all’ultima nota, sulla quale i gesti del direttore si fermano come su di un punto
coronato, per poi chiudere l’esecuzione con il gesto della mano destra.
Alla fine del tempo a nostra disposizione per la preparazione del brano ci tro-
veremo davanti ad una partitura con tutte queste annotazioni, che presto, in
fase di concertazione, dovremo comunicare al nostro coro.
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Prova pratica: concertazione e direzione di un brano (classe A30) 7
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Siccome il coro a disposizione del candidato sarà formato da persone che vero-
similmente non si conoscono e che, quindi, non hanno mai cantato insieme,
sarà utile, prima ancora di istruire i cantori sulle varie parti, proporre dei pic-
coli esercizi per l’intonazione. A questo proposito, poiché non ci si potrà dilun-
gare troppo sugli esercizi di riscaldamento, potrà essere utile chiedere al coro
di intonare alcuni intervalli con l’ausilio del pianoforte e di cantare le note di
alcuni accordi per amalgamare i suoni.
Anche la disposizione del coro sarà rilevante. Ricordiamo che tutto quello che
farà e dirà il candidato nel corso della prova sarà oggetto di valutazione e segno
di padronanza della situazione.
Nel nostro caso, avendo a disposizione solo sei cantanti, potremo disporre il
coro su una sola fila. In particolare, a due delle tre voci femminili potrà essere
affidata la parte del soprano, mentre a una la parte del contralto; a due delle
tre voci maschili sarà affidata la parte del tenore, mentre a una sola la parte del
basso. Nella disposizione le voci più acute (soprani) dovranno essere posiziona-
te obbligatoriamente alla sinistra del direttore, al centro il contralto e i tenori,
alla destra il basso.
Disposto il coro si passerà ad istruirlo sulle melodie da cantare e sui segni dina-
mici, i respiri e le legature che precedentemente abbiamo pensato di applicare
alle singole parti. Successivamente, quando tutti i cantori avranno imparato la
propria parte, si passerà alla prova polifonica dei passi più difficili da intonare
e poi all’esecuzione.
Il carattere che il direttore conferisce al brano diretto fa sì che ogni esecuzione
cambi a seconda di chi sarà davanti al coro, perché ognuno con la propria sog-
gettività e gestualità darà dei diversi input ai cantori.
La gestualità è, quindi, fondamentale: con la mano destra si suggerirà il ritmo,
mentre con la sinistra il carattere e l’espressione da dare al pezzo.
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