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SCHEDA LIBRO

“Cent’anni di solitudine”
Il romanzo “cent’anni di solitudine”, ambientato in un piccolo paese della
Colombia, nello scenario tra il 1800 e il 1900, ha come protagonista la
famiglia Buendia e narra le vicende dei suoi componenti fino alla settima
generazione.

Tutto ha inizio quando Josè Arcadio Buendia fonda la dispersa città di


Macondo nella selva sudamericana assieme alla moglie, nonché cugina,
Ursula e un altro piccolo gruppo di famiglie. Il capostipite si dimostra un
personaggio statico in quanto per tutto il corso della narrazione presenta
caratteristiche ricorrenti: come quella di essere sempre alla ricerca di
nuove invenzioni, nuove scoperte impossibili. Anche durante gli ultimi
anni della sua vita, trascorsi legato ad un castagno, sarà ritenuto pazzo
e delirante per i suoi discorsi. Tipico del fondatore di Macondo è anche il
comportamento solitario e assorto negli studi nel laboratorio, tanto da
trascurare i figli e provocare l’ira della moglie. Ursula è una donna
risoluta, con un’estrema forza: è lei la colonna portante della famiglia
Buendia. E’ anche la componente più longeva, infatti sarà presente
quasi fino alla fine della stirpe Buendia. Il suo comportamento rimarrà
tale da inizio a fine romanzo, seppure cieca negli ultimi anni, continuerà
ad impartire ordini per avere una casa sempre accogliente ed in ordine.
Inoltre si assicurerà che non avvengano relazioni promiscue tra familiari
per la paura che nascano discendenti con sembianze mostruose. Per
questi elementi fissi viene considerata un personaggio statico. Durante il
viaggio, che avrebbe poi portato alla fondazione di Macondo, nasce
José Arcadio, il primogenito. Fin da piccolo è molto vivace e attivo, molto
diverso dal fratello Aureliano, infatti intreccerà una relazione con Pilar
Ternera e in seguito alla scoperta di esser diventato padre scapperà
lontano con la tribù di zingari di Melquiades che in quel tempo sostava a
Macondo. José Arcadio è un uomo forte fisicamente, robusto,
coraggioso e non presenta un'evoluzione nel corso del romanzo, si può
affermare che sia un personaggio statico. Aureliano, è un personaggio
statico, è più introverso del fratello, ha un carattere solitario. E’
appassionato agli studi in laboratorio come il padre, vi si rinchiude
spesso e per questo fatica a relazionarsi con altri personaggi e non si
innamorerà mai veramente. Ha da sempre il potere di prevedere gli
eventi: questa capacità di chiaroveggenza si ripeterà nel corso del
romanzo. Inoltre si sposa con Remedios, figlia del “corregidor” di
Macondo. Lei è solo una bambina di nove anni, il suo personaggio
consiste più in una comparsa in quanto morirà poco dopo per mano
della sorella di Aureliano: Amaranta. In età adulta diviene colonnello, si
interessa alla politica e perderà trentadue battaglie, per poi ritirarsi e
passare gli ultimi anni rinchiuso nella sua solitudine. Amaranta è la terza
figlia dei fondatori di Macondo, si caratterizza per la sua estrema gelosia
in amore e la sua difficoltà ad affidarsi ad un uomo, infatti morirà sola e
vergine; si può concludere che sia un personaggio statico. Amaranta
arriva ad avvelenare Remedios: questo è uno dei suoi ultimi tentativi
disperati per impedire il matrimonio tra il suo amato Pietro Crespi e
Rebeca. Quest’ultima è solo una bambina quando viene adottata da
Ursula e José Arcadio Buendia poiché orfana di padre e madre. Dal suo
arrivo in casa manifesta chiari disturbi legati all’alimentazione, infatti ama
mangiare la terra e le mura di casa, ma anche al sonno, poiché affetta
dalla malattia dell’insonnia che si trasmetterà come un’epidemia in tutto
il villaggio. E’ un personaggio statico, infatti anche in età adulta ogni
volta che si troverà in situazioni spiacevoli tornerà a mettersi il dito in
bocca come era solita fare nell’infanzia, mangiare terra e sedersi sulla
sedia di vimini con cui era arrivata in casa da piccola. Amaranta è gelosa
delle attenzioni che il musicista italiano Crespi rivolge a Rebeca e vuole
impedire il loro matrimonio. Alla lunga, l’orfana stanca della troppo
agognata unione, scappa con l’affascinante José Arcadio, appena
tornato dal suo viaggio in giro per il mondo con gli zingari. Ursula
bandisce i due dalla casa: condurranno una vita isolata dalla famiglia.
Dalla relazione clandestina tra José Arcadio e Pilar nasce Arcadio che
cresce in compagnia di Rebeca. Arcadio si rivela fin da subito molto
simile al padre per aspetto fisico e presta interesse per le guerre e la
politica come lo zio. Dopo il ritiro del colonnello Aureliano, a prendere il
potere di Macondo è Arcadio, che diventa un tiranno. Solo grazie ad un
intervento di Ursula la situazione si stabilizzerà. Arcadio non è un
personaggio principale e da lì a poco verrà fucilato per i suoi
comportamenti da dittatore. Non conoscerà neanche i figli, avuti dalla
compagna Santa Sofia de la Piedad: Remedios e due gemelli. Santa
Sofia de la Piedad è un personaggio marginale, silenziosa e senza mai
lamentarsi è dedita fino alla fine alla cura dei figli e si occuperà di dare
una mano in casa, ad esempio ad Ursula con la produzione del
caramello. La primogenita è dotata di una bellezza fuori dal comune,
tanto da garantirsi l’appellativo di “Remedios la bella”. Tutti rimangono
affascinati dal suo aspetto, per questo Ursula cercherà di salvaguardarla
e consentirle di uscire solo per la messa con il volto coperto. Inoltre
emana un odore, quasi come un soffio di tormento che provoca la morte
dei suoi spasimanti. Remedios è un personaggio statico, proprio perchè
fino alla morte conserverà la sua vera indole selvaggia. Infatti è
propensa ad una vita più semplice, svincolata dalle solite convenzioni
della civiltà: gira nuda per casa, mangia con le mani… I familiari la
ritengono pazza, tutti tranne il colonnello che ha un'alta considerazione
di lei. La vita della ragazza ha fine con una misteriosa ascensione in
cielo. Nel frattempo, durante l’assenza in guerra del colonnello Aureliano
Buendia, si presentano in casa ben diciassette figli che egli ha avuto da
relazioni clandestine, tutti prendono il nome di “Aureliano” e sono
destinati ad una fine tragica: verranno sterminati. In realtà il colonnello
ha un altro figlio: Aureliano Josè, avuto da un rapporto con Pilar Ternera.
Egli vivrà in casa cresciuto da Amaranta, per la quale svilupperà anche
un’ossessione sessuale, fino a quando non verrà fucilato. Singolare è il
fatto che i gemelli, fin dalla nascita si scambiano le loro identità, tanto da
confondere la stessa Ursula. Infatti, al contrario della tradizione,
Aureliano Segundo eredita l’impulsività e il robusto fisico tipico degli
“José Arcadio”, mentre José Arcadio Segundo assomiglia più alla stirpe
degli “Aureliano” per via del carattere schivo. Quest’ultimo sarà parte di
un massacro di lavoratori avvenuto a Macondo, unico sopravvissuto,
tenterà in tutti i modi di far emergere la verità, anche quando lo stesso
governo cercherà di nascondere l’accaduto. Passerà il resto della vita
nel laboratorio di casa a cercare di decifrare le pergamene dello zingaro
Melquiades. Egli è uno degli zingari che veniva a Macondo fin dai tempi
della fondazione, rappresentava l’unico collegamento con il mondo
esterno. E’ un personaggio con caratteristiche immutabili, infatti anche
dopo la sua morte farà parte della storia familiare e interagirà con i
discendenti del suo caro amico José Arcadio Buendia. Lo zingaro
dimora nello studio della famiglia,dove lascerà delle carte scritte in
sancrito, che rappresenteranno il mistero da risolvere. José Arcadio
Segundo si spegne nello stesso giorno del fratello gemello. Quest’ultimo
è una figura statica, in quanto caratterizzata da impulsività e voglia di
agire, sempre presenti nel corso della sua vita. E’ sposato con Fernanda
del Carpio, una principessa dotata di un’incredibile bellezza, non
originaria di Macondo, che arriva in paese durante un carnevale.
Quando arriva in famiglia, via via prende il posto di Ursula e la vita
familiare muta: trasforma la casa, cambia le usanze, è intransigente con
i modi di fare aperti e amichevoli dell’anziana donna. Ha un carattere
autoritario, è burbera e non è una figura positiva in famiglia, inoltre ha lo
strano vizio di fare confusione e di non chiamare le cose con il loro
nome. Il marito intanto è infedele e ha una relazione con Petra Cotes,
unica donna di cui è profondamente innamorato. Inoltre viene associata
alla fortuna e alla prosperità, per questo rimane sempre molto vicina alla
famiglia. La primogenita della coppia è Renata Remedios detta Meme.
Ha un carattere forte e un’indole predisposta alla sfida; non va d’accordo
con la madre ma invece ha un ottimo rapporto con Aureliano Segundo.
Si innamora, in segreto dalla famiglia, di un giovane, Mauricio Babilonia
e per questo, una volta sorpresa con lui, viene spedita in convento.
Dopo aver scoperto di essere incinta, partorisce e il figlio Aureliano viene
portato a casa di Fernanda. Fratello di Meme è José Arcadio, al quale
spetta una vita diversa: diventare prete. Il giovane si trasferisce a Roma
ma non seguirà mai la carriera religiosa con la giusta vocazione. Egli è
statico, personaggio non di troppo rilievo, ma è l’unica persona ad avere
la stima e la fiducia della madre. Terza figlia della coppia è Amaranta
Ursula che viene mandata a studiare a Bruxelles e sembra essere
l’unica ad avere ereditato la prontezza di spirito della fondatrice di
Macondo. La giovane conosce un ragazzo all’estero, con il quale
stabilirà una relazione; ma la nostalgia di casa la farà tornare. Qui trova
il figlio di Meme, di cui all’inizio nessuno conosce la vera identità.
Aureliano Babilonia è un tipo introverso molto simile al colonnello, non
esce quasi mai dallo studio, infatti collaborava con José Arcadio
Segundo alla decifrazione delle pergamene. Quindi alla morte del prozio,
si fa carico lui del complesso compito. Dopo la morte di Fernanda inizia
ad uscire, non era mai stato interessato alla vita sociale, ma poi farà
amicizia e scoverà una biblioteca preziosa per la risoluzione del suo
mistero. Si ritrova improvvisamente innamorato di Amaranta Ursula,
nonché zia, riuscirà nell’intento di far saltare il matrimonio e i due
inizieranno una storia passionale. Nonostante Aureliano conservi
sempre dei tratti tipici, quali l’indole schiva e tormentata, si può
considerare un personaggio dinamico, in quanto passa dall’essere
rinchiuso nello studio ad uscire e avere amici. Dall’incesto tra i due
familiari, gli unici ad essersi amati e desiderati di tutta la stirpe, nasce un
figlio con la coda di maiale, chiamato Aureliano. Amaranta Ursula muore
durante il parto e l’ultimo Buendia viene portato via e divorato dalle
formiche. Aureliano Babilonia è distrutto, Macondo sta per essere
spazzata via dal vento e dimenticata per sempre, quando scopre il
significato delle pergamene di Melquiades: vi è narrata la storia della
famiglia Buendia, delle lunghe sette generazioni e della sua giunta fine.

Le vicende della numerosa e longeva stirpe dei Buendia sono


raccontate da un narratore esterno di primo grado. Quest’ultimo è
onnisciente, conosce molto di più dei singoli protagonisti: i pensieri dei
personaggi, i fatti storici, ciò che avverrà poi… Per questo la
focalizzazione è zero e fa sì che il lettore venga guidato e abbia dei punti
di riferimento in mezzo alla confusione che il racconto può generare a
causa della ridondanza di nomi e fatti simili. La storia ha luogo in un
paesino inventato, Macondo, che però contiene elementi reali e
riconducibili alla Colombia. Inoltre nel corso della narrazione vengono
citati anche fatti storici come la pace di Neerlandia che sancisce la fine
della guerra dei mille giorni, cioè le battaglie del Colonnello Aureliano. Il
tempo non è lineare, durante la narrazione si assiste spesso a numerosi
flashback in cui vengono ricordati episodi del passato, legati all’infanzia.
Ad esempio quando Aureliano e suo fratello José Arcadio vengono
portati in paese dal padre e vedono per la prima volta il ghiaccio. Inoltre
vi sono anche casi di anticipazioni, come l’incipit del libro in cui si
annuncia cosa penserà il colonnello Aureliano davanti al plotone di
esecuzione. I fatti si susseguono in modo veloce, a volte confusionario a
causa dei continui sbalzi temporali, con un ritmo incalzante: tutto ciò è
reso da uno stile paratattico. Il linguaggio è tipico del parlato, non
mancano parolacce e imprecazioni, infatti il romanzo è caratterizzato
anche da molti dialoghi. Inoltre vi sono espressioni del dialetto popolare
come ad esempio “totuma”, “corregidor”, “agua florida”.
Nel romanzo di Gabriel Garcìa Màrquez emergono più tematiche, prima
fra tutte è la solitudine, citata nel titolo, chiamata anche “Soledad”. Infatti
ogni personaggio della famiglia sembra essere condannato a questo
destino. Ognuno la affronta in modo diverso: gli Aureliano si rinchiudono
in studi e progetti, gli José Arcadio sono sempre iperattivi e si tengono
occupati. Più che una condizione in cui i personaggi si ritrovano, la
solitudine è una caratteristica, un tratto, a cui nessuno sembra sfuggire.
Da qui si ricollega anche il messaggio, a mio parere un po’ triste e
malinconico, secondo cui tutti gli essere viventi si trovano soli, seppur
circondati da affetti e cari. Infatti la famiglia è numerosa, ma nessuno è
in grado di costruire un rapporto caratterizzato da amore e fiducia,
tranne quello della predestinata coppia di Aureliano e Amaranta Ursula,
condannata da un atto considerato fatale. Un altro aspetto che viene
enfatizzato nel libro, soprattutto dal personaggio di Ursula, è la ciclicità
degli eventi e del tempo. Infatti la trama è ricca di episodi che si
assomigliano, di nomi che si ripetono, di fatti sempre uguali. La stessa
donna si ritrova a parlare con i pronipoti credendoli suoi figli. Altro tema
cardine è quello rappresentato dalla famiglia, che viene presa come
oggetto di studio in questo romanzo. Viene messo il focus sui rapporti, le
relazioni familiari e su come interagiscono tra di loro i componenti.
Inoltre non manca il tema della morte e la solennità del lutto. Non c’è
una linea netta tra vivi e morti, ci sono molti fantasmi, basti pensare a
Melquiades, José Arcadio Buendia. La morte ha un suo peso, ma non è
a sè e continua ad influenzare la vita della famiglia. Un elemento
ricorrente è quello rappresentato dal filone magico, che consiste in
presagi, ma anche dal mistero delle pergamene, la presenza dei
fantasmi oppure anche nelllo stesso episodio di ascensione al cielo di
Remedios. Tutto ha luogo in un contesto di guerra, schieramenti politici,
strategie militari. Ritorna anche la visione di un governo che tende a
manipolare i cittadini, nascondendo loro la verità come l’episodio della
strage dei lavoratori.
Posso concludere dicendo che il libro si è rivelato una piacevole
scoperta: mi sono appassionata alla saga familiare, ai suoi personaggi,
alle loro avventure e dispiaceri. Non ho molto amato le parti riguardanti il
contesto storico-politico, le ho trovate lunghe e non troppo interessanti.
Inoltre, come già anticipato sopra, l’ingente quantità di personaggi, per di
più con gli stessi nomi, crea un po’ di confusione e non tanta facilità nel
seguire gli eventi senza l’albero genealogico a portata di mano! Da
ultimo trovo che il finale a sorpresa e la scoperta dell’arcano misterioso
siano un’ottima conclusione per questa affascinante storia.

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