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Corrado: è un professore di scienze sulla
quarantina, insegna a Torino, ma vive a
pensione sulle colline circostanti. La sua indole è
schiva e la guerra accentuerà una simile
predisposizione alla solitudine: egli stesso
dichiara come il cane Belbo sia il suo unico
“confidente sincero”. Al suo carattere acuto e
riflessivo non sfugge come rimanere in disparte
sia già una connivenza con il fascismo. Ma egli,
rifiutata la via dell’impegno diretto, si sforza di
mettere da parte la propria logica e di non
incedere nei rimpianti sulle numerose occasioni
perdute.
Cate: In collina Corrado ritrova Cate, la ragazza
con cui aveva avuto una storia finita male otto
anni prima. Il primo incontro con la donna
avviene di notte ed è la sua voce “un poco
scabra, provocante, brusca” e renderla
immediatamente riconoscibile, nonostante il
buio. Cate è una donna rigida e autonoma, a
volte scontrosa. Lavora in ospedale e alleva da
sola il figlio, nei cui confronti si dimostra
affettuosa e protettiva. Si distingue dal
protagonista, potendo contare su “uno scopo,
volontà d’indignarsi, un’esistenza tutta piena e
tutta sua”.
Dino: Il figlio di Cate. In realtà si chiama
Corrado e il protagonista non riuscirà a sapere
se si tratti di suo figlio o meno. Il bambino anima
la vita timorosa di Corrado con una ventata di
fiducia ed entusiasmo, ma con lui, come con gli
altri adulti, si innervosisce a ricevere troppe
cure e attenzioni. Cresciuto all’ombra di ideali
d’avventura e socialismo, vede la prospettiva di
partecipare alla guerra come un gioco da
affrontare con coraggio.
Elvira e la madre: Corrado vive nella casa di
due donne, Elvira e sua madre: se la vecchia è
più silenziosa e calma, la figlia quarantenne
viene descritta come una zitella agitata e
lamentosa, forse segretamente innamorata del
suo pensionante. La loro premura e curiosità, il
loro desiderio di vedere la vita di Corrado
limitata alle mura di casa loro, vengono
avvertite dal protagonista come un pesante
inconveniente. Quello che è certo, nonostante
appaiano bigotte e a volte irritanti per le loro
attenzioni eccessive, è la loro lealtà verso il
protagonista.